PARAGRAFO 11

LE DICHIARAZIONI
DI VINCENZO MARSALA

Sul contesto dei rapporti tra Cosa Nostra ed esponenti politici, tra i quali l'on. Salvo LIMA, quest'Ufficio ha chiesto - nalla lista - di acquisire le dichiarazioni rese - nell'ambito del processo contro ABDEL AZIZI AFIFI + 79 (c.d. maxi-bis) - dal collaborante Vincenzo MARSALA.
Questi è stato uomo d'onore della famiglia di Vicari e figlio di Mariano MARSALA, rappresentante della stessa famiglia, e la sua attendibilità è stata passata al vaglio della Corte di Assise di Palermo che, anche sulla base delle sue dichiarazioni, ha emesso sentenza di condanna per reati associativi a carico di vari esponenti mafiosi, sentenza divenuta definitiva.
Da queste dichiarazioni risulterà infatti che:

In ordine alla attendibilità delle citate dichiarazioni del MARSALA, va ricordato quanto è stato osservato nella motivazione della richiamata sentenza emessa in data 16 aprile 1988, nel procedimento penale contro ABDEL AZIZI Afifi + 79 (c.d. maxi-bis), dalla Corte di Assise di Palermo:

"Nel rapporto giudiziario del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Palermo dell'11.3.1985 sono specificamente indicati i riscontri che le indagini condotte hanno offerto alle indicazioni del MARSALA, sovente generiche a causa del modesto ruolo dell'imputato svolto in seno all'organizzazione che gli impediva di venire a conoscenza di fatti e circostanze relative ai rapporti con esponenti politici, riservati ai personaggi più autorevoli di Cosa Nostra.
E se gli episodi ed i collegamenti emersi dalle dichiarazioni del MARSALA e riscontrati dalle indagini non appaiono sufficienti ad integrare illeciti aventi rilevanza penale, vanno tuttavia, sia pure per sintesi, rassegnati non solo al fine di verificare ancora una volta la sostanziale attendibilità del pentito su fatti di cui è stato spesso mero testimone, ma anche perchè attraverso essi si delinea compiutamente una realtà nella quale l'associazione mafiosa oggetto del presente procedimento risulta immersa e mediante la quale estende la sua nefasta influenza. Premesso che MARSALA Giuseppe ("Peppe"), conosciuto anche da BUSCETTA Tommaso che lo ha indicato come componente della commissione negli anni '60 (confr. interrogatorio negli U.S.A. udienza del 27.10.1987, pagg. 20-21), viene dal MARSALA Vincenzo accusato di essere stato capo-mandamento nonchè rappresentante della famiglia di Vicari, fino all'invio nel 1969 al soggiorno obbligato a Conigliano d'Otranto dove morì il 26.9.1972, risulta dalle indagini svolte che il predetto è stato in rapporti frequenti con diversi esponenti politici, così come riferito dal MARSALA Vincenzo.
Ed infatti egli risulta avere intrattenuto rapporti con l' ex-esponente democristiano CIANCIMINO Vito (oggi imputato dei reati di cui agli artt. 416, 416 bis C.P. ed altro nel proc. pen. n. 1817/85 R.G. U.I. pendente in istruttoria, ma ora già definito con condanna del CIANCIMINO: nota del P.M.), secondo quanto specificamente e documentalmente indicato negli atti della I^ Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia.
<< Alla lista va aggiunto MARSALA Giuseppe, capo-mafia di Vicari, sottoposto al soggiorno obbligato per 4 anni. MARSALA Giuseppe è assegnatario di un quartino dell'Istituto Autonomo Case Popolari, ottenuto su segnalazione di CIANCIMINO.
D'altra parte, il figlio del MARSALA, MARSALA Salvatore, è dipendente comunale, è stato autista di CIANCIMINO ed è assegnatario di un appartamento della case popolari.
A sua volta il genero di MARSALA, FARINA Carlo, è impiegato all'azienda municipalizzata dell'Acquedotto e vi fu assunto per chiamata diretta. CIANCIMINO, nel corso di un procedimento penale, non negò di conoscere MARSALA e non negò che costui si fosse occupato delle sue elezioni >>
Emergono, poi, contatti anche con altri esponenti di spicco della Democrazia Cristiana isolana dell'epoca.
Prosegue infatti la relazione della Commissione Antimafia :
<<Nel processo contro TORRETTA Pietro + 120 (Doc. 509) sono documentate le irregolari assegnazioni di case popolari fatte a mafiosi come GENTILE Nicola, FILIPPONE Gaetano e MARSALA Giuseppe (capo-famiglia di Vicari) e congiunti, da LIMA Salvatore e DI FRESCO Ernesto, con l'interessamento di CIANCIMINO Vito, BRANDALEONE Giuseppe (proprio quell' uomo d'onore che indicherà il BUSCETTA) e PIVETTI Ernesto.
Il figlio di MARSALA era autista di CIANCIMINO e di DI FRESCO>>.
E dell'interessamento del DI FRESCO e del LIMA in favore del figlio del noto capo-mafia di Vicari vi è traccia scritta in una emblematica lettera datata 27.6.1959 (Vol. 6/y, Fot. 183276) ed indirizzata al predetto DI FRESCO, all'epoca consigliere comunale di Palermo, dal noto esponente democristiano LIMA Salvatore, all'epoca presidente della commissione comunale per l'assegnazione degli alloggi popolari, con la quale si comunicava che era stato assegnato un alloggio popolare al MARSALA Salvatore (<<da te vivamente segnalato >>)".

Come ben si vede, le dichiarazioni del MARSALA costituiranno un significativo e puntuale riscontro ante litteram di tutte le acquisizioni successive sulla natura del rapporto instaurato - fin dagli anni `60 - da Cosa Nostra con il mondo politico e, particolarmente, ai fini che qui interessano, con esponenti della corrente andreottiana.