PARAGRAFO 8

LE DICHIARAZIONI
DI GIOACCHINO LA BARBERA



Anche Gioacchino LA BARBERA esporrà quanto ha appreso, sul sen. ANDREOTTI, da taluni degli esponenti più importanti e pericolosi di Cosa Nostra: Giovanni BRUSCA, Leoluca BAGARELLA ed Antonino GIOE'.

Anche attraverso queste dichiarazioni, l'Accusa si propone di dimostrare che l'omicidio dell'on. Salvo LIMA si inquadra in una strategia precisa di Cosa Nostra, volta ad eliminare sia i nemici più accaniti dell'organizzazione (fra i membri delle Istituzioni, principalmente i Magistrati, ma non soltanto loro), sia gli amici del passato che non avevano mantenuto le promesse fatte a Cosa Nostra, o che addirittura avevano tradito.

Il LA BARBERA riferirà poi dettagliatamente altre circostanze che pongono chiaramente in evidenza come l'omicidio del parlamentare siciliano fosse solo l'inizio di una strategia, comprendente l'ideazione e programmazione di vari attentati, costituenti, nella "politica" dei vertici di Cosa Nostra, una risposta alla rottura del tradizionale "patto di scambio"; rottura di cui l'organizzazione aveva ricevuto la definitiva conferma con il negativo esito del maxi-processo.

Dalla testimonianza del LA BARBERA risulterà infatti che Cosa Nostra aveva ideato un attentato in danno del sen. Giulio ANDREOTTI, ovvero di taluno dei suoi figli.

In particolare, erano stati Giovanni BRUSCA e Leoluca BAGARELLA a parlare tra loro di questo attentato, sempre nel contesto di più ampie e ricorrenti conversazioni riguardanti la decisione di Cosa Nostra di attaccare sia gli avversari dell'organizzazione, sia gli amici del passato che non avevano mantenuto le promesse o avevano "tradito".

Secondo BRUSCA e BAGARELLA, infatti, ANDREOTTI era "un cornuto", il quale, anche per l'opinione pubblica, dopo tutto quello che era successo, non poteva o non voleva mettersi contro le iniziative di MARTELLI.

BRUSCA e BAGARELLA consideravano ANDREOTTI un "traditore", nel senso che "aveva girato loro le spalle".