TRIBUNALE DI PALERMO

V SEZIONE PENALE

PROCEDIMENTO PENALE N. 505/95 R.G.T.

CONTRO ANDREOTTI GIULIO

UDIENZA DEL 10/01/1996



Si procede alla costituzione delle parti non trascritta perché già in atti.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il Tribunale deve rilevare con disappunto che ieri, nonostante il divieto del Tribunale, una telecamera ha ripreso il collaborante Buscetta mentre usciva dall'aula, riprendendo anche il volto. Così non è possibile! I divieti del Tribunale si devono osservare. I Pubblici Ministeri hanno delle richieste da fare?

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Sì, signor Presidente, noi chiediamo che il Tribunale disponga l'acquisizione dei fotogrammi che riprendono il volto di Buscetta, mentre entra in aula, in originale, con il divieto di riprodurli, e che ne disponga la distruzione per evitare che diventino immagine di repertorio e che, quindi, anche in futuro, possano essere trasmessi.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - La difesa ha qualcosa da osservare?

IL TRIBUNALE SI RITIRA IN CAMERA DI CONSIGLIO ALLE ORE 9.40 PER DELIBERARE.

IL TRIBUNALE RIENTRA IN AULA DI UDIENZA ALLE ORE 10.10 E IL PRESIDENTE LEGGE L'ORDINANZA ALLEGATA AGLI ATTI.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Riprendiamo l'udienza. Il collaborante si accomodi, ovviamente ribadisco il divieto di ripresa, sia da parte dei fotografi che da parte delle telecamere.

VIENE INTRODOTTO IL COLLABORANTE: TOMMASO BUSCETTA



CONTROESAME DA PARTE DELLA DIFESA - AVV. COPPI

DOMANDA - Per lealtà e per correttezza, nel corso dell'esame, avremmo occasione di fare alcune richieste di carattere istruttorio, che inseriremo nel corso delle domande, in modo che il Tribunale e il Pubblico Ministero ne sia...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non è meglio farle alla fine, avvocato Coppi?

DOMANDA - Presidente, vedrà che sono rapidissime.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Perché poi il Tribunale deve pronunciarsi.

DOMANDA - Io penso che sia opportuno farle cammin facendo. La prima domanda che intendiamo rivolgere a Buscetta è volta a conoscere le generalità del figlio che gli trasmise la richiesta di Bontade e di Inserillo di interessarsi in favore dell'on. Moro, allora sequestrato.

RISPOSTA - Antonio Buscetta.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Le generalità significano anche la data e il luogo di nascita.

RISPOSTA - Nato a Buenos Aires il 13 agosto 1950.

DOMANDA - Questo figlio è tuttora vivente o è uno di quelli che sono stati uccisi, come lei ci diceva ieri?

RISPOSTA - Che sia ucciso non possiamo ancora dirlo, però è scomparso dal 1982.

DOMANDA - Quindi lo dobbiamo considerare irreperibile?

RISPOSTA - Irreperibile.

DOMANDA - Vorremmo sapere le generalità precise di sua moglie, in relazione alla circostanza che lei ha riferito ieri, e cioè che sua moglie le trasmise la notizia, o le fece comprendere che il Generale Dalla Chiesa si era opposto al suo trasferimento dal carcere di Cuneo?

RISPOSTA - Maria Cristina De Almeda Gumaers, nata a San Paolo del Brasile il 12 settembre 1949.

DOMANDA - Penso che essendo ricompresa nel piano di protezione è impossibile chiederle dove si trova. E quindi, in relazione all'articolo 195 del Codice di Procedura Penale, la difesa chiede l'esame della signora Buscetta, in relazione alle circostanze che sono state riferite ieri dal signor Buscetta, e che ho adesso rapidamente richiamato. Questa è la prima delle istanze.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Si pronunci subito, così evitiamo di accavallare le richieste. Si pronuncino i Pubblici Ministeri così evitiamo di accavallare le richieste, oppure se hanno bisogno di tempo.

DOMANDA - Lei ieri ha parlato di un suo tentativo di suicidio. Vorremmo chiederle quando, e nella maniera più precisa possibile la invitiamo a rispondere, quando lei assunse la stricnina. Se vuole, per consentirle di essere più preciso nei ricordi, noi vogliamo sapere con riferimento al suo viaggio in ospedale, programmato in ospedale per la visita preliminare alla estradizione, quando lei ha assunto la stricnina.

RISPOSTA - Che fosse programmata la visita in ospedale non lo sapevo, però io credo che sia stato, ma non sono preciso nei miei ricordi, ho preso esattamente, al momento che mi veniva ordinata la traduzione per l'Italia, si può desumere di quel giorno il momento del mio avvelenamento.

DOMANDA - Lei sapeva che comunque sarebbe stato sottoposto a visita prima della partenza per l'Italia?

RISPOSTA - No, non c'era questa abitudine prima.

DOMANDA - Mi sembra che ieri abbia detto il contrario, cioè che era una prassi, quella di sottoporre a visita gli estradanti per verificare se fossero stati sottoposti a percosse o ad altre forme di violenza?

RISPOSTA - Non ho detto questo ieri, se lei rileggerà attentamente, vedrà che non ho detto questo. In ogni modo io le do la risposta, le dico che io stesso, in una precedente estradizione dal Brasile, ero stato maltrattato e non ho avuto nessuna visita medica.

DOMANDA - Comunque conferma che lei assunse la stricnina prima di partire per l'Italia?

RISPOSTA - Prima di avere avuto la comunicazione di essere estradato per l'Italia, che non fu nell'epoca in cui sono stato estradato.

DOMANDA - Lei ieri ha fatto riferimento ad alcuni suoi congiunti, che sono stati uccisi. Mi dispiace rivolgerle questa domanda, ma ne sono costretto. Lei può illustrare le ragioni, se le conosce, per le quali questi suoi congiunti, nessuno dei quali era uomo d'onore, da quello che abbiamo capito ieri, sia stato ucciso?

RISPOSTA - Io non posso spiegare la ragione con certezza matematica, ma è fuor di dubbio che i miei parenti sono stati uccisi perché io ero un avversario di quell'attuale schieramento di forze, che noi chiamiamo Corleonesi.

DOMANDA - Quindi lei imputa allo schieramento Corleonese l'uccisione di questi suoi congiunti?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Lei può riferirci questa circostanza, e cioè se, per quello che lei ha potuto capire, il dottor Falcone si rese conto che lei su Gioacchino Pennino Senior stava mentendo?

RISPOSTA - Sì, io non so se si rese conto, ma la risata del dottor Falcone fu rivelatore, nel senso di dire: "Ma è possibile che lei non sa chi è Gioacchino Pennino Senior?", ma io insistetti: "Lo conosco solo dal tiro a volo".

DOMANDA - E il discorso cadde lì?

RISPOSTA - E il discorso cadde lì.

DOMANDA - Lei disse chiaramente, esplicitamente, al dottor Falcone che non voleva parlare dei rapporti tra mafia e politica, spiegando che non ne voleva parlare perché temeva di essere altrimenti ridicolizzato?

RISPOSTA - Io credo che per me parlano i verbali di interrogatorio che...

DOMANDA - No, non mi può rispondere così.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lei deve rispondere, se ricorda.

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Quindi vi fu un discorso esplicito tra lei e il dottor Falcone, nel corso del quale lei disse al dottor Falcone che non voleva parlare di questo argomento, perché temeva di essere ridicolizzato?

RISPOSTA - Se lei precisa la parola, io non mi ricordo di avere detto "ridicolizzato" o aver detto altro, ma nel discorso in sé, l'ho fatto.

DOMANDA - E che cosa le disse il dottor Falcone di fronte a questa sua affermazione?

RISPOSTA - Che non potevo, che io dovevo invece parlare.

DOMANDA - Di fronte a questa situazione di contrapposizione che cosa è successo?

RISPOSTA - E` successo che io non ho parlato.

DOMANDA - E il dottor Falcone quindi ha accettato questa sua posizione?

RISPOSTA - Beh, lasciamo giudicare agli altri, io non posso giudicare se lui accettò o non accettò. Il fatto è che io non parlai.

DOMANDA - La sua collaborazione proseguì nonostante questo suo diniego di affrontare questo argomento? Trattaste altri temi in altre parole?

RISPOSTA - Esatto.

DOMANDA - Abbandonaste questo tema?

RISPOSTA - Abbandonammo o abbandonò. Lei non può accomunarci... è lui che dirige l'interrogatorio.

DOMANDA - E quindi il dottor Falcone abbandonò questo tema?

RISPOSTA - Abbandonò.

DOMANDA - Al di fuori dell'ufficialità dell'interrogatorio, lei, in via riservata, fece riferimento al dottor Falcone a qualche politico che poteva essere coinvolto nelle storie di mafia e di politica?

RISPOSTA - Non fece mai notizie riservate.

DOMANDA - Quindi lei esclude di aver fatto un discorso al dottor Falcone analogo a quello che ha fatto poi con l'avvocato Martin?

RISPOSTA - Non l'ho mai fatto con il dottor Falcone.

DOMANDA - Lei disse all'avvocato Martin, che se fosse stato interrogato su mafia e politica, avrebbe peraltro detto la verità?

RISPOSTA - No, dissi che non avrei detto la verità.

DOMANDA - Io le devo contestare che nell'interrogatorio del 17 gennaio '95, lei ha detto esattamente il contrario.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Vuole leggere, avvocato? 17 gennaio '95 a chi? Vogliamo indicare tutti gli estremi?

DOMANDA - Sì, si tratta del verbale di interrogatorio reso davanti al dottor Natoli con l'assistenza del tenente colonnello D. Petrillo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - In data?

DOMANDA - In data 17 gennaio. "Ricordo che gli rappresentai un problema, e cioè - è Buscetta che parla - che fermo il mio intento di voler dire sempre la verità, se mi fossero state rivolte domande inerenti ai rapporti mafia-politica in Italia, anche in tal caso, avrei senz'altro detto tutta la verità". Mi pare sia esattamente il contrario di quello che ieri lei ha detto davanti a questo Tribunale.

RISPOSTA - Insisto nel dire che quello che ho detto ieri è la verità, quindi mi sono spiegato male in quel verbale.

DOMANDA - Questa la chiama una cattiva spiegazione.

RISPOSTA - E come la devo chiamare?

DOMANDA - Qui è il contrario. Chiediamo che venga acquisito il verbale.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - I Pubblici Ministeri hanno nulla da osservare?

IL TRIBUNALE dispone acquisirsi agli atti il verbale del 17 gennaio '95 per la parte in contestazione.

DOMANDA - Lei ieri ha escluso di aver ricevuto, fino al 1991, aiuti economici, lei personalmente, o membri della sua famiglia, da parte dello Stato italiano, conferma oggi questa circostanza?

RISPOSTA - No, non ho detto così, io ho detto che non ho ricevuto aiuti economici come stipendio mensile, ma ho parlato che ho ricevuto 200 milioni nel 1988.

DOMANDA - Le ho già detto sino al... perché per il 1991 lei ha dichiarato di aver ricevuto 200 milioni.

RISPOSTA - E basta.

DOMANDA - Io voglio sapere se, al di là di stipendi mensili, a cui fa oggi per la prima volta riferimento, lei ha comunque ricevuto, anche saltuariamente, o membri della sua famiglia, abbiano ricevuto, anche saltuariamente, aiuti economici da parte dello Stato italiano, sussidi...?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Prima del 1991?

DOMANDA - Certo. Dall'inizio della collaborazione fino al '91.

RISPOSTA - Non ho ricevuto soldi.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ha detto nell'88 che ha ricevuto...?

RISPOSTA - All'88 sì, l'ho dichiarato ieri, i 200 milioni.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Poi dal '91 ha avuto lo stipendio?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Nemmeno i suoi familiari hanno ricevuto aiuti di carattere economico?

RISPOSTA - Neppure i miei familiari.

DOMANDA - Esclude che i suoi familiari abbiano firmato ricevute di aiuti di carattere economico, ricevuti da parte dello Stato italiano?

RISPOSTA - Escludo.

DOMANDA - Presidente, noi inseriamo qui nuovamente la richiesta di revoca dell'ordinanza di questo Tribunale nella parte in cui escludeva l'esame testimoniale del dottor...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il Tribunale si è riservato.

DOMANDA - Qui è un tema di prova che noi consideravamo escluso ...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quando riterrà opportuno il Tribunale scioglierà la riserva.

RISPOSTA - Non so se l'imputato può fare il nome di quali sono i familiari che ricevono i soldi.

DOMANDA - Quando sarà il momento giusto lo faremo. Passando ad un altro argomento, per il momento, vorremmo sapere quando è che in America le chiesero notizie circa l'insuccesso del Golpe Borghese. Perché ieri lei ha fatto riferimento ad alcune date, può darsi che abbiamo capito male, se può essere oggi nuovamente sul punto preciso.

RISPOSTA - Al momento che io sono arrestato, e cioè, credo l'8 settembre del 1970.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - In America?

RISPOSTA - In America.

DOMANDA - Può essere preciso?

RISPOSTA - La data no, però è il momento in cui sono arrestato.

DOMANDA - Vorremmo che fosse preciso su che cosa esattamente le venne chiesto nel settembre del '70 in relazione al Golpe Borghese.

RISPOSTA - Non mi fu chiesto niente, mi fu detto se era andata bene la mia passeggiata in Sicilia, se avevo mangiato bene a Roma, e se ero stato a Milano. Ma non mi fu fatta nessuna comunicazione da parte loro.

DOMANDA - Non comunicazione.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Domanda.

RISPOSTA - Domanda.

DOMANDA - Ieri noi avevamo capito qualche cosa di diverso, e cioè che le venne chiesto in America, in senso quasi ridicolizzante, cioè che la cosa non era andata a buon porto, noi così avevamo capito ieri.

RISPOSTA - Ma questa è una sua deduzione.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi non l'ha detto lei?

RISPOSTA - Io non l'ho detto.

DOMANDA - Del resto non lo poteva dire perché il Golpe è di alcuni mesi più tardi.

RISPOSTA - Ma loro non hanno parlato del Golpe, avvocato.

DOMANDA - Poi leggeremo i verbali e vediamo chi ha ragione. Il proposito che era maturato in ambienti mafiosi di uccidere il Generale Dalla Chiesa, lei disse che ne parlò con Azzolini, conferma questa circostanza?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Come mai parlò con Azzolini di questa circostanza, dopo che lo aveva ritenuto invece non a livello, per i colloqui inerenti il caso Moro?

RISPOSTA - Azzolini innanzitutto è l'unico che c'è sul pianerottolo dove io ero detenuto, dei brigatisti.

DOMANDA - Lo era anche all'epoca del sequestro Moro?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Come mai di Moro non gliene parla, e invece di Dalla Chiesa gliene parla?

RISPOSTA - Ma io non dovevo parlarne, difatti non ne ho parlato. Io ho fatto delle avances.

DOMANDA - Gliele avrà fatte a voce, mica per segni?

RISPOSTA - Esatto, gliele ho fatte a voce.

DOMANDA - Quindi ne ha parlato?

RISPOSTA - Ne ho parlato sì.

DOMANDA - Perché sì per Dalla Chiesa e no per Moro?

RISPOSTA - Sono valutazioni del momento, adesso non so dirle perché.

DOMANDA - Lei ha ricevuto delle confidenze da Badalamenti circa presunti interessamenti, mi consenta di usare questa cautela, dell'on. Andreotti nel processo a carico dei Rimi. Conferma questa circostanza?

RISPOSTA - Confermo.

DOMANDA - Quando ha ricevuto queste confidenze?

RISPOSTA - Nell'82.

DOMANDA - Quale processo in particolare, perché i Rimi erano degli abituali frequentatori delle aule di giustizia, si riferivano queste confidenze?

RISPOSTA - Io non credo che erano gli abituali a quell'epoca, il processo era imputazione nei confronti di omicidio per Leale, ma non ricordo il primo nome.

DOMANDA - C'erano più Rimi imputati in quel processo?

RISPOSTA - Padre e figlio, cioè Vincenzo Rimi e il figlio Filippo Rimi.

DOMANDA - L'interessamento del Senatore Andreotti nei confronti di quale dei Rimi si sarebbe dovuto svolgere, o si sarebbe dovuto svolgere nei confronti di entrambi, etc.?

RISPOSTA - Non ho niente da rispondere a questa domanda, perché mi sembra assurdo, è per i due nell'epoca in cui si sarebbe interessato, a meno che lei non intenda dire che Vincenzo Rimi era già morto.

DOMANDA - Appunto, un interessamento per il morto mi pare giusto.

RISPOSTA - Allora mi sembra assurdo, allora è per il cognato.

DOMANDA - Lasci perdere assurdo o no, io le ho chiesto se le risulta se per entrambi...?

RISPOSTA - Ha ragione, vada avanti.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi era per entrambi o per uno?

RISPOSTA - No, era morto.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Per uno solo.

DOMANDA - Quindi siamo ormai nella fase, per quello che si ricorda, dei processi?

RISPOSTA - Non mi ricordo dei processi, il processo è solo quello, malgrado lei dice, le varie aule, il processo era uno.

DOMANDA - Glielo chiedo perché lei, in più circostanze, salvo l'ultimo dei suoi interrogatori, ha continuato a fare riferimento ad un processo di Cassazione.

RISPOSTA - Esatto.

DOMANDA - Quindi l'aiuto doveva riguardare la Cassazione?

RISPOSTA - Ero convinto.

DOMANDA - Con riferimento a quale periodo, rispetto al colloquio che lei ha avuto con Badalamenti, l'interessamento di Andreotti si sarebbe realizzato? Lo può collocare nel tempo?

RISPOSTA - Il ringraziamento è nel 1979, quindi per me è quello.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` un ringraziamento?

RISPOSTA - E` un ringraziamento.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi per quello che è già accaduto?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Quindi lei chiarisce oggi che si tratta di un ringraziamento?

RISPOSTA - No no.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - No, anche ieri l'aveva detto.

DOMANDA - No, Presidente, se consente, andiamo con ordine alle domande, siccome altre volte, nel corso di interrogatori che ha reso ai Pubblici Ministeri, ha parlato di un intervento presso Andreotti, perché Andreotti si interessasse o ringraziasse o per ringraziarlo, vorremmo sapere se oggi, definitivamente, precisa che si tratta di un intervento per ringraziarlo e non per interessarlo.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Nulla da dire, chiedo scusa, però sarebbe forse opportuno che se la difesa ritiene, a suo giudizio, che ci sia qualche differenza o qualche contraddizione, citi testualmente, senza richiami generici, in modo che sia chiaro se la contraddizione c'è o non c'è.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - L'interruzione del Pubblico Ministero è corretta, avvocato Coppi, non faccia la sintesi. Faccia direttamente la contestazione.

DOMANDA - Stavo per citarle gli interrogatori del 6 aprile '93 e 2 giugno '93. Nell'interrogatorio del 6 aprile: "Un giorno in Brasile - sarebbe la seconda del verbale - nell'82-'83, nel contesto di una conversazione riguardante l'omicidio del giornalista Mino Pecorelli, Badalamenti Gaetano mi riferì che egli stesso si era personalmente incontrato a Roma con Giulio Andreotti in relazione all'interessamento svolto da quest'ultimo per un processo in Cassazione riguardante Rimi Filippo, cognato dello stesso Badalamenti. Il Rimi - e questa è la parte che interessava poco - comunque, il Rimi era stato, nella fase di merito del processo, condannato all'ergastolo, ma poi in effetti il giudizio della Corte di Cassazione era stato a lui favorevole. Il Badalamenti, il Rimi e uno dei cugini Salvo, non ricordo quale dei due, si recarono appunto nell'ufficio di Andreotti, e qui lo incontrarono, Badalamenti..." mi fermo perché mi pare che ormai non abbia interesse rispetto alla contestazione. Mentre invece poi, il 2 giugno '93 si ritorna...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Qui però si parla di interessamento svolto, non da svolgere.

DOMANDA - Sì, adesso in quello del 2 giugno del '93, invece, sempre al Pubblico Ministero...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Questo non l'abbiamo.

DOMANDA - "Nel discorso successivo con Badalamenti...

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - E` il Pubblico Ministero di Roma.

DOMANDA - Sì, acquisito al fascicolo del Pubblico Ministero.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - No, non l'abbiamo questo.

DOMANDA - Allora, "sempre con riferimento a questo incontro, non so dire in quale epoca sia avvenuto l'incontro, forse anche prima del '79, certamente l'incontro era finalizzato ad interessare Andreotti per un processo che riguardava Rimi o per ringraziarlo per un interessamento già avvenuto". Ecco perché c'era qualche incertezza di queste dichiarazioni, ed ecco perché abbiamo chiesto se oggi chiarisce definitivamente, nel senso che si tratta di un ringraziamento e non di un interessamento. Tutto qui.

RISPOSTA - Confermo che era per ringraziamento.

DOMANDA - Cambiando argomento, Lima le venne mai presentato come uomo d'onore, lei seppe mai che Lima era uomo d'onore, Lima Junior, Lima figlio?

RISPOSTA - No, assolutamente.

DOMANDA - Esclude che Lima fosse uomo d'onore?

RISPOSTA - Escluderlo no, escluderlo non posso. A me non mi è stato detto che Lima era uomo d'onore, ma non posso escludere che lo sia stato.

DOMANDA - Non le è mai stato però presentato come uomo d'onore.

RISPOSTA - A me no.

DOMANDA - Le risultano quali sono i piaceri, i favori, gli interessamenti che la mafia a Roma otteneva, chiedeva ed otteneva, se li ha ottenuti, attraverso Lima?

RISPOSTA - No, non li conosco.

DOMANDA - Alla Commissione Parlamentare, lei ha fatto riferimento a licenze di caccia, passaporti, possono essere questi? Faccio riferimento alle sue dichiarazioni del 16/11/92.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Faccia la domanda diversa, in maniera diversa perché gli atti della Commissione Parlamentare non fanno parte. Non possono essere utilizzati per la contestazione.

DOMANDA - Per questo gli ho detto, siccome ha fatto riferimento...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Faccia direttamente la domanda.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Se mi consente un'osservazione sempre sul piano del metodo e delle regole. Il Pubblico Ministero non ha nessun interesse sostanziale a che non siano citate quelle parole, per carità, perché l'interesse è ovviamente all'approfondimento totale. Però debbo ricordare, per ricordare a me stesso il metodo e le regole, che questa documentazione, proveniente dalla Commissione Parlamentare Antimafia, non è stata ammessa, con una motivata ordinanza del Tribunale. Non mi sembra che sia possibile.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Pubblico Ministero, l'avevo già detto io.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Però in generale.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - No, l'avevo detto ora in particolare, all'avvocato Coppi.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Volevo sottolineare il concetto.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Avevo anche aggiunto che non poteva usarli per la contestazione, quindi mi sembra il suo intervento non necessario.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Ne prendo atto.

DOMANDA - Lima le ha mai detto di essersi servito dell'on. Andreotti per ottenere a Roma favori richiestigli dalla mafia?

RISPOSTA - A me?

DOMANDA - A lei, certo.

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Per quello che le risulta, Bontade ed Inserillo erano favorevoli o contrari all'omicidio dell'on. Mattarella?

RISPOSTA - Avevano detto sì. In un primo tempo io mi ero astenuto dal fare il commento, se lei si riferisce al precedente verbale, ma dopo ho chiarito che anche loro erano stati consenzienti all'omicidio Mattarella.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Prima erano contrari?

RISPOSTA - No. Avevo verbalizzato che erano contrari, per ovvi motivi, che ho spiegato alla Corte d'Assise di Palermo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lasci stare, quello che lei ha dichiarato in precedenza a noi non interessa; a noi interessa quello che lei dichiara qua.

RISPOSTA - Confermo che erano d'accordo anche loro.

DOMANDA - Siccome apprendiamo che lei altre volte invece ha dichiarato cose contrarie, ci vuole spiegare perché? Apprendiamo adesso, dalla voce del signor Buscetta, che in altra occasione, in occasione di un altro processo, di fronte alla Corte di Assisi di Palermo, dichiarò il contrario di ciò che ha detto oggi.

RISPOSTA - No, dichiarai questo, quello che sto confermando adesso.

DOMANDA - Lei ha detto di avere dichiarato, in una qualche occasione, che in realtà Inserillo e Bontade erano contrari all'omicidio Mattarella; ho capito bene?

RISPOSTA - Sì, ma alla Corte d'Assise ho dichiarato quello che sto dicendo adesso, in questo momento.

DOMANDA - Vorrei sapere perché nel passato ha dichiarato invece che Inserillo e Bontade erano contrari all'omicidio Mattarella.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Mi dispiace di essere ripetitivo, però la preghiera è, e si era detto: se ci sono delle contestazioni da fare per chiarezza, la difesa...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Significa che non ci sono, Pubblico Ministero, perché l'avrebbe fatto. Chiediamo un chiarimento all'imputato.

DOMANDA - E` una contestazione con riferimento a quello che ha detto adesso Buscetta, un minuto fa.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lo spunto avviene da questa sua dichiarazione, Pubblico Ministero.

DOMANDA - L'ha detto adesso, di aver detto altrove.Io non lo so, ce lo dica lui.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Io dico sommessamente che questo è un metodo che certamente è al di là di qualsiasi ovviamente intenzione della difesa, crea confusione poi nel verbale dibattimentale. Per la chiarezza del verbale dibattimentale, al di là di ogni intenzione, questo può creare confusione nell'interpretazione di quel verbale.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Pubblico Ministero, prima del suo intervento stavamo chiarendo quello che già aveva detto Buscetta. In quale occasione?

RISPOSTA - Non mi ricordo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Aveva detto quello?

RISPOSTA - Non ricordo.

DOMANDA - Però ricorda di avere detto cosa diversa. Vorrei sapere perché una volta, quando che sia, ha detto che i due erano contrari a questo omicidio, invece adesso dice che questi due erano anche loro consenzienti?

RISPOSTA - Non mi ricordo.

DOMANDA - Non si ricorda il perché di due versioni...?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Può fare il nome di persone che abbiano assistito ad incontri tra i cugini Salvo ed Andreotti?

RISPOSTA - Io non ce l'ho.

DOMANDA - Può indicare delle circostanze che a lei risultino, in cui queste persone si siano incontrate, i due Salvo e Andreotti?

RISPOSTA - Non ce l'ho.

DOMANDA - Le risulta che i Salvo fossero proprietari di aerei privati?

RISPOSTA - Non lo so.

DOMANDA - Può indicare colloqui tra il senatore Andreotti e l'on. Lima, aventi per oggetto fatti specifici attinenti a Cosa Nostra?

RISPOSTA - Non li so.

DOMANDA - Può indicare alcuna fonte?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Può indicare iniziative specifiche assunte dall'on. Andreotti in favore della mafia, su richiesta dell'on. Lima o su richiesta dei cugini Salvo?

RISPOSTA - Non li so.

DOMANDA - Passiamo ai Salvo. Queste persone erano importanti in Cosa Nostra?

RISPOSTA - L'ho detto ieri, sì.

DOMANDA - Ricorda le dichiarazioni che ha reso al dottor Falcone nell'interrogatorio del 10 novembre 1984?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Contesti, avvocato Coppi; non ricorda. Contesti, faccia domande specifiche.

DOMANDA - Ha detto, in quell'interrogatorio: "Il ruolo dei Salvo, in Cosa Nostra...".

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Vuole ripetere gli estremi?

RISPOSTA - 10 novembre '84, è il primo interrogatorio in cui si parla dei Salvo: "Il ruolo dei Salvo in Cosa Nostra era modesto". A me interessa questo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Deve conoscere tutto il Tribunale.

DOMANDA - Presidente, la domanda è: quale era il ruolo in Cosa Nostra, se erano personaggi... Se vuole io glielo rileggo.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Presidente, prima di andare avanti, se può dare la parola al Pubblico Ministero. Prima della lettura e della contestazione, il Pubblico Ministero, dagli atti dei quali dispone, rileva che questo passo non rientra fra gli atti depositati, perché si tratta di un verbale, quello del 10 novembre, che perlomeno nella copia che abbiamo noi, ha un omissis, potrebbe essere qualcosa che non è stata depositata in questo procedimento. Quindi, se cortesemente, quando l'ufficio del Pubblico Ministero interviene, al di là dell'intralcio, che ovviamente si provoca, si può intervenire per tempo, si evita che si vada avanti dicendo che esiste una contestazione prima di accertare se il fatto da contestare è regolarmente depositato agli atti del processo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Se non fanno parte del fascicolo del Pubblico Ministero non si possono contestare.

DOMANDA - Lavorare anche lontano dalla sede dove sono depositati gli atti non è facile. Ed ecco perché comunque io avevo chiesto, non era ancora una contestazione, io avevo chiesto a Buscetta se si ricordava le dichiarazioni che aveva reso al dottor Falcone.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ne ha rese centinaia di dichiarazioni.

DOMANDA - La prima, guardi, questa è storica, perché è la dichiarazione con la quale il signor Buscetta dichiara la sua volontà di collaborare.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Se l'atto non è agli atti del Pubblico Ministero non si può fare formalmente una contestazione.

DOMANDA - Presidente, il problema è questo, che può darsi che si tratti di errore di rilegatura, però questa pagina che io ho letto io me la ritrovo nel mio fascicolo, ricalcato su quello del Pubblico Ministero, può darsi che abbiano ragione loro e non ne voglio discutere, però io ce l'ho qui nell'indicazione.

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Ligotti - Per dare indicazioni che si tratti del primo interrogatorio, nel quale il Buscetta confermò al dottor Falcone la sua decisione di collaborare è fuorviante. Il verbale è di alcuni mesi prima.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Era sul versante dei Salvo.

DOMANDA - Comunque, nella lista dei documenti indicati dai Pubblici Ministeri, come oggetto di riferimento ai fini dell'articolazione dei capitolati di prova, indicati solo per date, noi leggiamo Buscetta Tommaso G. Palermo 10/11/84.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Come diciamo noi, si tratta di un verbale omissato.

DOMANDA - Lei ricorda di avere escluso, davanti al dottor Falcone, che i Salvo fossero dei violenti?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Esclude che i Salvo fossero dei sanguinari?

RISPOSTA - No, la domanda è posta male, se mi consente, avvocato, non so rispondere così.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Buscetta, lei deve dire che non ha capito la domanda, ma non può dire che la domanda è posta male, perché questo comporta una critica alla domanda della difesa, e lei non lo può fare.

DOMANDA - Ricorda di avere escluso, davanti al dottor Falcone, che i Salvo fossero degli uomini sanguinari?

RISPOSTA - Ho escluso che fossero dei sanguinari.

DOMANDA - Lei ricorda di avere rappresentato al dottor Falcone che i Salvo avevano ricevuto dei soprusi da parte di Cosa Nostra?

RISPOSTA - Ricordo.

DOMANDA - Si ricorda in particolare a quale episodio lei intendeva riferirsi?

RISPOSTA - Al sequestro del suocero di Nino Salvo.

DOMANDA - Lei ebbe occasione di parlare dei Salvo con Badalamenti e con Stefano Bontade, nel corso della sua vita?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Le dissero qualche cosa questi due personaggi, in ordine al sequestro Corleo?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Le dissero o le fecero capire che in questo sequestro era coinvolto anche Totò Riina?

RISPOSTA - Me lo dissero anche i Salvo.

DOMANDA - Quindi i Salvo erano consapevoli del fatto che Riina era uno degli autori del sequestro del suocero?

RISPOSTA - Erano consapevoli ma non avevano la certezza per poterlo ancora dimostrare.

DOMANDA - Qual è, per quel che lei sa, il motivo per il quale è stato ucciso Ignazio Salvo?

RISPOSTA - Io non lo so, come faccio a saperlo, non lo so.

DOMANDA - Esclude che Ignazio Salvo sia stato ucciso perché ancora ricercava le ossa di Corleo?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Avvocato, se ha detto che non lo sa, non lo sa.

DOMANDA - Presidente, se si fa una domanda è perché si spera che si risvegli la memoria.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Se già in partenza dice che non lo sa, è inutile insistere su quella domanda.

DOMANDA - Ricorda quando i Salvo, o uno di essi, ed in questo caso quale per primo, conobbe - l'epoca quindi - quando conobbe Badalamenti e perché lo conobbe? Ricorda l'epoca in cui i Salvo o uno di essi per primo, conobbe Badalamenti e la ragione di questa conoscenza?

RISPOSTA - Io non lo ricordo.

DOMANDA - Le risulta che Nino Salvo abbia versato a Bontade 2 miliardi e mezzo per ottenere la liberazione o, perlomeno, la restituzione del cadavere del suocero?

RISPOSTA - Non solo non mi risulta, ma so che è anche bugiarda questa espressione.

DOMANDA - Cioè non è vera?

RISPOSTA - Esatto.

DOMANDA - Quando ha sentito parlare, per la prima volta, dei cugini Salvo?

RISPOSTA - Quando sono tornato a Palermo, intorno agli anni '72, '73.

DOMANDA - In che termini le vennero rappresentati questi cugini?

RISPOSTA - Come esattori, ricchi, come le persone che appoggiavano la candidatura di Lima.

DOMANDA - In quell'epoca già le vennero rappresentati come uomini d'onore o lo seppe più tardi?

RISPOSTA - No, certamente lo sapevo già in quell'epoca, anche se non li conoscevo personalmente.

DOMANDA - Quando li ha conosciuti personalmente?

RISPOSTA - Nel 1980.

DOMANDA - Dopo la sua evasione, così lei l'ha definita, da Torino, quanto tempo lei è rimasto in Italia?

RISPOSTA - Dal giugno '80 ad inizio gennaio '81.

DOMANDA - Quindi la sua frequentazione con i Salvo durò soltanto in questi 6 mesi, 7 mesi?

RISPOSTA - Esatto.

DOMANDA - Senta, lei disse al dottor Falcone che i Salvo avevano amicizie di natura politica?

RISPOSTA - Non mi ricordo se glielo ho detto, ma credo di no, e non volevo affrontare questo problema.

DOMANDA - Nel cosiddetto maxi-processo ci fu un avvocato di parte civile che, con riferimento alle sue dichiarazioni rese al dottor Falcone, la invitò a fare i nomi dei politici a cui lei aveva fatto cenno, sia pure senza rivelarne il nome, negli interrogatori al dottor Falcone?

RISPOSTA - Non ricordo.

DOMANDA - Quindi non ricorda che l'avvocato Galasso la incitò a fare i nomi?

RISPOSTA - Non ricordo.

DOMANDA - Quindi lei non ricorda neppure di avere negato di avere mai fatto riferimento a conoscenze politiche?

RISPOSTA - Non ricordo.

DOMANDA - Non ricorda che le venne contestato un passo delle sue dichiarazioni, in cui si sosteneva il contrario, che lei disse che allora evidentemente doveva essere frutto di un equivoco o di un fraintendimento del giudice istruttore?

RISPOSTA - Non ricordo questo passo.

DOMANDA - Quando lei ha parlato dei Salvo al dottor Falcone, non temeva di aprire il fronte della politica? Perché con Lima lo si sarebbe aperto e con i Salvo no, visto la loro caratura, anche politica?

RISPOSTA - Io devo rispondere ma non posso rispondere né con un sì e né con un no, devo aprire un...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Dica.

RISPOSTA - Se lei osserverà, nelle mie dichiarazioni del 1984...

DOMANDA - Non posso farlo.

RISPOSTA - Io devo dirlo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Per la forma, lei risponda senza fare inviti all'avvocato oppure al Pubblico Ministero etc., lei risponda al Tribunale. RISPOSTA - Nel 1984 io non ammisi al dottor Falcone, agli inizi della mia collaborazione non volevo parlare dei Salvo. Quando finì di interrogarmi, il dottor Falcone uscì fuori con delle trascrizioni, ricavate da bobine, sulle intercettazioni telefoniche fatte sul telefono dell'ingegnere Lo Presti, dove c'era tutta una spiegazione, che si parlava che i cugini Salvo desideravano che io entrassi in Italia, affinché si potesse mettere fine a questa guerra. Di fronte a queste cose io, costretto dalle evidenze che erano nate al dottor Falcone, perché io parlando con Lo Presti, e Lo Presti parlando con Ignazio Salvo, si era creato un circuito che io non potevo più negare. Allora solo a questi fini ammisi dei cugini Salvo, ma fu molto dopo la chiusura del mio primo interrogatorio con il dottor Falcone.

DOMANDA - Questa parte certamente fa parte del fascicolo del Pubblico Ministero: l'esordio delle sue dichiarazioni del 10 novembre '84 dicono però così: "Pur nutrendo tutt'ora qualche dubbio sulla reale volontà dello Stato di lottare la mafia, ho deciso di riferire parte delle cose che sono tutt'ora a mia..." etc..

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` una contestazione, avvocato Coppi?

DOMANDA - Sì, perché mi sembra che in realtà da qui risulti una decisione autonoma, non una decisione di cui non abbiamo traccia in verbali, conseguente.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lui ha detto: "Successivamente a questo primo interrogatorio, cui...".

DOMANDA - Questo è l'interrogatorio in cui parla per la prima volta dei Salvo, Presidente, questo del 10 novembre '84. E` la prima volta in cui parla dei Salvo ed esordisce come se fosse una sua autonoma decisione: "Pur nutrendo tutt'ora qualche dubbio sulla reale volontà dello Stato, ho deciso di riferire parte delle cose..." etc..

RISPOSTA - Comunque lei legge uno stralcio, avvocato. Posso rispondere, signor Presidente?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Aspetti, Pubblico Ministero.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Si crea soltanto, e vorrei esternare la mia preoccupazione, che è valida per tutte le parti. Che non si crei, al di là delle intenzioni, nel verbale una confusione che non corrisponde ai fatti ed alla realtà. Si citi il verbale, si legga, si faccia rilevare la contraddizione, se c'è ed in che cosa consiste, poi si chieda al Tribunale se rileva la contraddizione di ammetterlo al fascicolo per il dibattimento, naturalmente chiedendo prima se ci sono osservazioni del Pubblico Ministero sull'esistenza o meno della contraddizione che è il presupposto per l'acquisizione dell'atto al fascicolo per il dibattimento. Io ritengo che continuare a dire: questo è il primo interrogatorio in cui parla dei Salvo - e non è esatta - e che rimangano tracce di questo nel verbale del dibattimento, si crea, in quello che costituirà l'unico mezzo di prova ufficiale del processo, involontariamente e con detrimento per tutti, perché per tutti è necessaria la chiarezza e la precisione. Quindi, se si seguissero tutti questi passaggi, che sono quelli indicati dal Codice di Procedura Penale, questa esistenza di chiarezza verrebbe salvaguardata.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Pubblico Ministero, noi cercheremo di seguirla; finora l'abbiamo seguita a parere di questa Presidenza.

DOMANDA - Contesto, questo me lo deve consentire, che io abbia detto cosa non esatta dicendo che è la prima volta, il 10 novembre '84, che Buscetta parla di Salvo, tant'è vero che ho il conforto delle dichiarazioni del suo difensore, il quale ha riconosciuto la stessa cosa.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Nessuno si è permesso di dire che la difesa dice... però si dica qual è il verbale, si legga, si prospetti la contraddizione.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` quello che stava facendo, Pubblico Ministero.

DOMANDA - Lo dico per l'ottava volta, è il verbale 10 novembre 1984, il signor Buscetta rappresenta questa sua iniziativa di parlare dei Salvo come conseguenza. L'ha detto lui adesso, sto ripetendo quello che il signor Buscetta ha detto un minuto fa, cioè di avere assunto l'iniziativa di parlare dei Salvo solo dopo che il dottor Falcone gli contestò il contenuto di alcune bobine. Io mi permetto di far presente che nel verbale in cui, per la prima volta si parla dei Salvo, non c'è traccia di questa premessa, che sembrerebbe, da questo verbale, che invece tutto nasca da un'iniziativa autonoma del signor Buscetta, il quale decide per la prima volta di parlare dei Salvo. A me sta bene qualsiasi versione, basta che questo, che a mio parere è contraddizione, venga risolto oggi dal signor Buscetta.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Legga dov'è la contestazione, deve leggere tutto il verbale.

DOMANDA - Io leggo la parte in cui ravviso una contraddizione.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Allora dateci il verbale. DOMANDA - Il verbale contiene degli omissis. Questo mi pare che non sia coperto da omissis.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il Tribunale vorrebbe il verbale per verificare la regolarità della contestazione.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Il Tribunale mi dà la parola un attimo per questa considerazione? Noi, come è evidente, abbiamo tutto l'interesse alla completezza. Qui ci sono dei verbali depositati, che sono stati depositati in funzione delle esigenze del processo Andreotti; la difesa ne ha preso completamente visione, ne ha anche avuto illustrazione nella memoria, tutti... Quindi c'è stata una scelta, finalizzata non ad evidenziare, nella grandissima mole di verbali precedenti di tutti i collaboranti, le parti attinenti al processo. Tutto questo è avvenuto. Dal punto di vista procedurale, secondo la procedura e le decisioni del Tribunale, di cui tutti prendiamo atto, che talvolta hanno dato ragione all'accusa e talvolta hanno dato ragione alla difesa, ma comunque queste sono le decisioni...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Pubblico Ministero, cerchi di sintetizzare.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Evidentemente se non sono riuscito ad essere chiaro le prime due volte, mi auguro di esserlo adesso. Se la regola stabilita dal Tribunale è quella che si possono contestare soltanto i verbali che ci sono negli atti del fascicolo del Pubblico Ministero, atteniamoci a questa regola. Se vogliamo superare questa regola, nel senso che la difesa ritiene indispensabile poter parlare di un altro verbale, ponga la questione al Tribunale, nel senso se il Tribunale ritiene di modificare la sua decisione, noi non abbiamo nessun problema, ma vorremmo sapere quali regole si stanno seguendo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quest'ultimo verbale non esiste negli atti del Pubblico Ministero?

DOMANDA - Come no, Presidente. Allora, Presidente, leggo dal verbale depositato: "Pur nutrendo qualche dubbio sulla reale volontà dello Stato di lottare alla mafia, ho deciso di riferire parte delle cose che sono tutt'ora a mia conoscenza, ritenendo che ne sia questo il momento, riservandomi di riferire il testo nel prosieguo".

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Per gentilezza continui a leggere il verbale, non può dare una versione parziale, continui a leggere il verbale.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Me lo date questo verbale?

DOMANDA - Io leggo, siccome il Presidente vuole che leggo: "omissis, omissis, omissis".

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Vada oltre.

DOMANDA - "Oltre a quanto ho già detto sulla vicenda dell'attentato subito da Martellucci preciso" e su questo non ho niente da contestare.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - E` questo il verbale depositato, dove sta la contraddizione?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Posso avere questo verbale?

DOMANDA - Sì Presidente, glielo consegno io stesso. L'ufficio del Pubblico Ministero si rifiuta. Io ho fatto una contestazione su una frase che certamente risulta nel verbale depositato, e questo mi basta.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Evitiamo la polemica, signori avvocati e Pubblici Ministeri. Allora, ritorniamo alla contestazione.

DOMANDA - Presidente, è la prima pagina, sono le prime tre righe del verbale. Insieme alla contestazione che ho già fatto, del resto, solleverei questo problema.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Dobbiamo dare uno sbocco a questa contestazione. Lei ha fatto questa contestazione...

DOMANDA - La contestazione è questa.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ha capito?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Lei ha dichiarato, poco fa, di essersi deciso a parlare dei Salvo solo dopo, e solo perché il dottor Falcone le aveva contestato il contenuto di registrazioni di telefonate intercorse tra lei, Lo Presti, etc. etc.. Nel verbale delle dichiarazioni del 10 novembre 1984, verbale nel quale per la prima volta lei si diffonde sui Salvo, lei esordisce in questi termini: "Pur nutrendo tutt'ora qualche dubbio sulla reale volontà dello Stato di lottare alla mafia, ho deciso di riferire parte delle cose che sono tutt'ora a mia conoscenza", etc.. Ora io le chiedo, perché in questo ravviserei una contraddizione, se ci può spiegare come mai qui, da questo verbale, risulterebbe invece che la decisione di parlare dei Salvo sia in lei maturata autonomamente e non si fa anche riferimento a questa che invece sarebbe stata l'occasione vera del suo ripensamento. Questa è la contestazione.

RISPOSTA - Io posso rispondere brevemente, per dire che la data già di per sé fa vedere che è una cosa che io non volevo parlare con il giudice Falcone, perché il giudice Falcone chiude con il mandato di cattura del mese di settembre del 1984. Il verbale ha una data, del novembre del 1984, significa proprio quello che ho detto prima, che il dottor Falcone viene con le registrazioni telefoniche trascritte e comincia a parlare dei Salvo, a cui io non trovo più scappatoia e deve, irrimediabilmente... Le parole di contorno che sono dette, all'inizio del verbale, è una forma fiorita di scrivere di un giudice istruttore. Io non avrò detto nella maniera com'è scritto nel verbale, ho detto: va bene, vista questa evidenza, continuerò a collaborare. Quindi è probabile, è vero tutto quello che è scritto nel verbale, però nasce da un riscontro processuale prodottomi dal dottor Falcone.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Le furono contestate queste dichiarazioni?

RISPOSTA - Le bobine, e dice: "Lei, signor Buscetta, non ha mai voluto parlare dei Salvo, ma mi dica, mi spieghi, come mai si parla dei Salvo?".

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E questo non è stato messo a verbale?

RISPOSTA - No, io non credo che non è messo. Può darsi che ci siano dei verbali precedenti a questo, non dobbiamo dire cosa succede il 20 novembre, dobbiamo dire cosa succede il 19 novembre anche, non posso rispondere così. Comunque è un dato certo che ho risposto per i Salvo dopo le contestazioni sulle intercettazioni telefoniche.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi conferma che le cose andarono così?

RISPOSTA - Confermo.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Chiedo scusa Presidente, deve essere chiaro. Siccome non ci deve essere nessuna possibilità di dubbio su circostanze, qui l'accusa è pronta, sempre se questo può essere utile, a depositare tutti i verbali di tutte le dichiarazioni di Tommaso Buscetta, in tutti i processi di tutto il maxi-processo perché così non si potrà dare adito a dubbi di nessun tipo.

RISPOSTA - Presidente, è vero che l'articolo 507 stabilisce che l'eventuale assunzione di prove avviene, però, se lei mi consente, Presidente, tenendo conto, come diciamo in gergo, del combinato disposto del 238 e del 507 del Codice di Procedura Penale, noi prestiamo fin d'ora il consenso a che tutti i verbali, anche quelli raccolti non in sede dibattimentale, possano essere messi a disposizione del Tribunale, lo diciamo fin da questo momento.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Delle parti, non del Tribunale.

DOMANDA - Certo, ma a questo punto diventa a disposizione del Tribunale per consegnarlo al Tribunale, questo è evidente, Presidente.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - L'unico modo per entrare sono le contestazioni.

DOMANDA - Presidente, apposta ho fatto riferimento all'articolo 507, anticipando che è una norma di cui il Tribunale si serve alla fine dell'assunzione delle prove, ma era con riferimento a questa situazione, e cioè se il Tribunale ritiene di poter assumere prove già...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Assolutamente no, il 507 va rispettato nei termini previsti dal Codice.

DOMANDA - Allora è una situazione che rappresenteremo al termine dell'assunzione delle prove.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il problema è che se ci sono dei verbali ancora omissati dopo 11 anni, questo il Tribunale non comprende. Perché i verbali non debbono essere integrali, questo non lo comprende il Tribunale, dopo già un processo definito, passato la sentenza in giudicato, questo non si comprende.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Si comprende semplicemente dal punto di vista delle materiali dimensioni. Sono stati, in relazione alle circostanze rilevanti per l'indagine, in positivo. Non c'è stato nulla di omissato in negativo, sono state tratte tutte le parti degli interrogatori che avevano attinenza al processo, anzichè depositarli in blocco, che sarebbe una mole tremenda. E` stata l'unica ragione una selezione in positivo di quelle che erano le circostanze giudicate dal Pubblico Ministero pertinenti. Tutti questi verbali sono stati depositati da lungo tempo in questo processo, e non vi è stata mai nessuna osservazione della difesa, né prima dell'udienza preliminare, né nel corso dell'udienza preliminare successivamente, perché se vi fosse stata un'osservazione di questo tipo, e ve ne sono state alcune, ad esempio che riguardavano dei verbali di Di Maggio, immediatamente il Pubblico Ministero ha prodotto tutti i verbali a cui la difesa aveva interesse. Quindi, se la difesa avesse fatto presente questa sua esigenza, tanti e tanti mesi fa, quando avrebbe avuto la possibilità di farlo, non ci sarebbe stata nessuna difficoltà. Quindi non c'è stata nessuna selezione, nessuna esigenza di omissare, ma soltanto un'esigenza pratica di limitazione quantitativa dei documenti. Ogni volta che la difesa ha ritenuto utile una integrazione documentale, questa è stata fatta. Ed io ripeto, come poc'anzi ho detto, non c'è nessun problema se la difesa indica quelle parti documentali che ritiene di interesse del dibattimento, qui non c'è alcun problema, nessuna opposizione, nessuna osservazione. Quando è stato chiesto, e ritualmente, nei momenti procedurali, nelle fasi procedurali, e nei termini procedurali corretti, ciò è avvenuto.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Possiamo continuare. Allora su questa contestazione ha avuto questo chiarimento. A questo punto chiede qualcosa?

DOMANDA - No, mi sta bene. Tratteremo adesso il problema Pecorelli. Lei ebbe un colloquio con Badalamenti in cui si fece cenno all'omicidio del giornalista Pecorelli?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Badalamenti le fece riferimento, le parlò, le disse che vi era stato, in maniera specifica, naturalmente un mandato da parte dell'on. Andreotti a personaggi mafiosi affinché eliminassero Pecorelli?

RISPOSTA - La richiesta fu fatta dai cugini Salvo a Badalamenti.

DOMANDA - No no, io le ho fatto un'altra domanda. Voglio sapere se Badalamenti le disse che vi era stato un mandato specifico di Andreotti a personaggi mafiosi affinché uccidessero Pecorelli.

RISPOSTA - No, il mandato specifico non ci fu, non lo so.

DOMANDA - Quindi, il fatto che lei oggi attribuisca in qualche maniera ad un interesse di Andreotti la soppressione di Pecorelli, è frutto di una sua conoscenza diretta o di una sua deduzione?

RISPOSTA - No, la deduzione è della vita.

DOMANDA - Mi risponda se è frutto di conoscenza diretta.

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Cioè, che cosa?

RISPOSTA - Che non ho la conoscenza diretta.

DOMANDA - Quali erano nel tempo i rapporti...?

RISPOSTA - Scusi, qual è stata la domanda?

DOMANDA - Ha risposto benissimo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Per chiarire. La domanda era se era una sua deduzione o era per conoscenza diretta?

RISPOSTA - No, per questo ho detto no, invece è una mia deduzione.

DOMANDA - Comunque è una deduzione. Quali furono nel tempo i rapporti tra Calò e Bontade, sempre per quello che a lei risulta?

RISPOSTA - Da sempre. I contatti amichevoli, da quando erano cresciuti, da giovanissimi.

DOMANDA - Ci fu un momento in cui si guastarono questi rapporti?

RISPOSTA - Sì, negli anni '77-'78, poi si riappacificarono, poi ritornarono ad allontanarsi. Comunque il primo screzio cominciò intorno agli anni '77.

DOMANDA - Lei è in grado di dirci quali erano i rapporti tra questi due personaggi all'epoca dell'omicidio Pecorelli? Se erano già incrinati o erano ancora ottimi?

RISPOSTA - In quel preciso momento non so com'erano, durante il periodo dell'omicidio Pecorelli non lo so. INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lei sa quando fu ucciso? RISPOSTA - Io non so quando fu l'omicidio Pecorelli. DOMANDA - Poi lo ricostruiremo noi, sulla base di quello che lei ha detto. Le risulta che Bontade si sia servito di Calò per l'omicidio Pecorelli?

RISPOSTA - Non mi risulta.

DOMANDA - Bontade le disse invece che Andreotti aveva chiesto l'eliminazione di Pecorelli, che aveva chiesto questo favore?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Lei ieri però ha detto che l'omicidio Pecorelli avvenne su richiesta dei cugini Salvo, cito testualmente, su interessamento del Senatore Andreotti. Ci spiega che cosa intendeva dire con questa parola "su interessamento", visto che a lei non risulta di mandati, non risulta nulla in questo senso? Che vuole dire con questa parola: "su interessamento"?

RISPOSTA - Devo dilungarmi un po' per dire. Molte volte si può dire a una persona, anche indirettamente: "Avrei bisogno di questo favore", dicendo semplicemente: "Questo mi sta dando fastidio". E secondo a chi è rivolta questa proposta, "questa persona mi dà fastidio", può avvenire di essere interpretati in una maniera, così come è stata interpretata nei riguardi di Pecorelli.

DOMANDA - Le risulta che il Senatore Andreotti abbia detto a Bontade o a Badalamenti: "Questa persona mi dà un po' fastidio?".

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Quindi, quello che lei ha detto adesso, è ancora una volta una sua congettura?

RISPOSTA - Congettura no, diciamo, praticità della vita.

DOMANDA - Perché, secondo lei, Andreotti avrebbe detto tutte queste cose a Bontade e a Badalamenti, o ai Salvo. Da che cosa lo deduce?

RISPOSTA - Innanzitutto non lo so che lo abbia detto a Badalamenti o a Bontade.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Opposizione del Pubblico Ministero, chiedo scusa, Presidente, questa è una domanda su una congettura. Come si fa a fare una domanda a un teste? Io credo che la domanda sia: che cosa esattamente sa, e che cosa gli è stato detto, non di congetturare.

DOMANDA - Mi fermo qui. Senta, signor Buscetta, lei legge abitualmente i giornali?

RISPOSTA - Abitualmente no, perché dove mi trovo disgraziatamente non posso farlo.

DOMANDA - Le capita di leggere i giornali, in questi giorni li ha letti?

RISPOSTA - Sì, ma non tutti i giorni.

DOMANDA - Può seguire la televisione?

RISPOSTA - A volte no.

DOMANDA - Ha sentito parlare, per andare al dunque, di un certo Colonnello Coliandro in questi giorni?

RISPOSTA - No, non so chi sia.

DOMANDA - Allora ci spiega come mai ieri ha parlato di bobine, che sarebbero state consegnate dal Generale Dalla Chiesa al giornalista Pecorelli, per la prima volta nella storia delle sue dichiarazioni?

RISPOSTA - Questo lo sta dicendo lei, io non l'ho detto ieri, e se l'ho detto l'ho corretto immediatamente dopo, io non l'ho detto ieri, se l'ho detto è stato un lapsus.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Invece erano?

RISPOSTA - Invece erano carte scritte, non bobine.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Sì, mi ricordo che l'aveva corretto ieri.

DOMANDA - Io volevo cercare di capire anche, se consente, siamo abbastanza esperti, anche i lapsus possono avere dei suoi significati in un procedimento penale, specialmente di questo tipo. Quindi escludiamo che si parli di bobine. Questi documenti, che il Generale Dalla Chiesa avrebbe dato a Pecorelli, erano documenti non noti al pubblico?

RISPOSTA - Io non lo so questo.

DOMANDA - Lei ieri mi sembrava che avesse accennato al fatto che il problema era che Pecorelli stava per pubblicare documenti che aveva ricevuto dal Generale Dalla Chiesa?

RISPOSTA - Perché lei può dire "mi è sembrato", ed io non posso dire "mi sembra"? Questa è una cosa che lei non può chiedermi così.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - No no, Buscetta.

RISPOSTA - Mi è sembrato di aver capito no. Lei mi deve dire: "lei ieri ha detto", e allora io rispondo. DOMANDA - Lei ieri ha detto che il pericolo per la carriera politica del Senatore Andreotti era rappresentato dal fatto che Pecorelli aveva in animo di pubblicare documenti che aveva ricevuto dal Generale Dalla Chiesa, inerenti all'omicidio Pecorelli, giusto?

RISPOSTA - Questo è quello che ho saputo.

DOMANDA - E questo voglio sapere. Questi documenti, lei ha saputo anche, che erano documenti già noti all'universo o che erano documenti ancora ignoti?

RISPOSTA - Non lo sapevo.

DOMANDA - Quindi potevano essere anche documenti già noti?

RISPOSTA - Esatto, non lo sapevo.

DOMANDA - Lei sa su mandato di chi, con il consenso di chi venne ucciso l'on. Mattarella?

RISPOSTA - Con il mandato della Commissione.

DOMANDA - Ci fu un ispiratore particolare nella Commissione?

RISPOSTA - L'ispiratore particolare non lo so, ma un gruppo sì.

DOMANDA - Cioè?

RISPOSTA - Il gruppo dei Corleonesi.

DOMANDA - Senta, nella Commissione, Bontade ed Inserillo, erano schierati su posizioni normalmente coerenti a quelle di Riina, Provenzano e gli altri, o erano supposizioni normalmente di contrapposizione?

RISPOSTA - Inerenti a quale fatto?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Erano d'accordo con Riina e gli altri nel prendere decisioni?

DOMANDA - Se si verificavano contrasti nell'ambito della Commissione, o se era una prassi che nella Commissione tutti quanti marciassero sempre, in ordine a qualsiasi problema ed accordo?

RISPOSTA - C'erano dei contrasti.

DOMANDA - Questi contrasti, come venivano risolti, abitualmente?

RISPOSTA - Con la maniera di agire di Michele Greco, che sapeva come mettere le pezze al momento opportuno e nelle discussioni opportune, venivano sempre superati. Ma, logicamente, il gruppo di Bontade ingoiavano rospi.

DOMANDA - Ci fu un momento in cui però una parte della Commissione incominciò ad agire di propria iniziativa, senza più preoccuparsi di avvertire o di avere il consenso di Bontade e di Inserillo?

RISPOSTA - Di questo sto parlando, sì.



CONTROESAME DEL COLLABORANTE TOMMASO BUSCETTA

DA PARTE DELLA DIFESA - AVV. SBACCHI

DOMANDA - Per un'esigenza di completezza. Per il problema connesso alle dichiarazioni, cosiddette de relato, la difesa, il sottoscritto difensore, integra la richiesta dell'avvocato Coppi nella parte relativa alla signora Buscetta. Perché, se non ricordo male, ieri il collaborante ha dichiarato che le notizie su richieste relative a Moro sarebbero state formulate o dal figlio o dalla moglie. Siccome il figlio non può essere sentito, per la nota irreperibilità, e la signora invece può essere sentita, si integra la richiesta in questo senso: cioè sentire la signora Buscetta, oltre che sul problema Dalla Chiesa, anche sul problema sequestro Moro. Poi, per quanto riguarda i riferimenti operati dall'imputato di reato connesso, Badalamenti, notizie ricevute da Badalamenti Gaetano, la difesa, ex articolo 195, chiede che sia sentito Badalamenti Gaetano.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Era un teste della difesa Badalamenti!

DOMANDA - Sì, Presidente, ma lo inseriamo anche ai sensi dell'articolo 195 del Codice di Procedura Penale...

RISPOSTA - Prima di cominciare, cosa c'entra mia moglie con il fatto Dalla Chiesa?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` una richiesta, questo non la riguarda. E` una richiesta fatta dalla difesa, sulla quale poi il Tribunale dovrà decidere.

DOMANDA - Posso anche spiegargliela. Lei ha detto che una notizia l'ha saputa forse da sua moglie, questa è una ragione per sentire sua moglie, anzi un paio di notizie, sia Dalla Chiesa che quelle relative al sequestro Moro. Volevo chiederle: qual è stato il suo ruolo in Cosa Nostra?

RISPOSTA - Mi chieda specificamente gli anni, che cosa?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il suo ruolo in linea generale. La sua importanza, il suo peso in Cosa Nostra.

RISPOSTA - Io non so dirlo questo, io non conosco il mio peso e la mia importanza in Cosa Nostra, perché non so dirlo. Cioè, io dovrei fare un quadro, un autoritratto di me stesso, non so farlo. Mi dica che cosa desidera sapere da me ed io le rispondo.

DOMANDA - Lei ha parlato ieri di carriera in Cosa Nostra, lei era una persona importante oppure era un semplice soldato o qualcosa del genere?

RISPOSTA - Lei voleva sapere, un semplice soldato.

DOMANDA - Chiarito questo, io desidero sapere il soldato esattamente che cosa, che ruolo aveva, che doveva fare?

RISPOSTA - Entriamo in un particolare che io mi devo dilungare e devo dire: molti si immaginano la carriera militare, essere un carabiniere o essere un soldato che si allinea, c'è il soldato, il caporale, il sergente, il generale. In Cosa Nostra questa grande differenza non c'è, non è una cosa militare, in Cosa Nostra si ha come dignità e come onore parità di grado anche col rappresentante. Quindi, soldato o rappresentante, parità di dignità a tutti gli effetti.

DOMANDA - Ma chi decide, le decisioni chi le assume? RISPOSTA - Chi decide è il rappresentante.

DOMANDA - E il soldato che fa, deve ubbidire?

RISPOSTA - Sì, ma può anche discutere e dire: "A me questa cosa non va bene", dirlo in una maniera urbana ed educata, ma può dirlo.

DOMANDA - E se dissente che cosa succede?

RISPOSTA - Deve dire i motivi perché dissente.

DOMANDA - Se viene incaricato di un omicidio e dice: "Io non intendo farlo", che cosa succede?

RISPOSTA - Dice: "Io non lo faccio perché non ci sono i motivi sufficienti per poterlo fare".

DOMANDA - E se non lo fa che cosa succede?

RISPOSTA - Una volta era il rappresentante stesso a deciderlo, quando si istituì la Commissione è la Commissione che lo decideva, e logicamente se quello non ha motivi sufficienti, non si permette di dire: "Io non lo faccio".

DOMANDA - Se non lo vuol fare che cosa succede?

RISPOSTA - Muore.

DOMANDA - Quindi il dissenso non è ammesso?

RISPOSTA - Il dissenso non è ammesso se non ha i motivi, ma se ha i motivi, è ammesso.

DOMANDA - Come è che lei intratteneva rapporti con tutti i vertici di Cosa Nostra? Come lo spiega questo?

RISPOSTA - Io credo che va spiegato semplicemente per le caratteristiche che ogni persona può avere, io conosco avvocati che possono fare solo pratiche d'ufficio, e conosco avvocati che sono luminari, ma sempre avvocati rimangono. Io ero una persona forse particolare a tutti gli altri.

DOMANDA - Lei, in sostanza, aveva un peso specifico in questa benedetta Cosa Nostra?

RISPOSTA - Peso specifico, io non la capisco questa parola.

DOMANDA - Lei contribuiva, si determinava, contribuiva alle decisioni, era considerato dai capi? RISPOSTA - Io ero considerato dai capi, lei mi ha suggerito la parola più adatta.

DOMANDA - Perché?

RISPOSTA - Perché, non lo so spiegare, lo domandiamo a madre natura, ero una persona che sapeva ragionare, sapevo dire qualche parola quando era necessario dirlo, sapevo tenere i segreti meglio degli altri, avevo una mia personale caratteristica, adesso dirgliela qual è, io non lo so dire.

DOMANDA - Quindi lei godeva di che considerazione?

RISPOSTA - L'abbiamo già detto. Godevo di considerazione.

DOMANDA - A proposito di questo: lei che ha parlato un po' di tante cose, e quindi di questo suo ruolo, mi può spiegare meglio, esattamente, perché, diciamo, in queste sue vicissitudini nella prima guerra di mafia, lei è stato accusato di avere tradito i fratelli La Barbera.

RISPOSTA - Questa è un'opinione sua?

DOMANDA - No, io le chiedo.

RISPOSTA - Io non sono stato accusato di aver tradito.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` stato accusato da chi?

DOMANDA - Mi risulta da organi di polizia.

RISPOSTA - Gli organi di polizia dicevano tante cose, ma non è vero questo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non è vero quindi che ha tradito La Barbera?

RISPOSTA - No no, non ho tradito La Barbera, non ho tradito nessuno fino ad ora.

DOMANDA - La seconda guerra di mafia, a proposito sempre della sua posizione, lei che posizione assunse nell'ambito di questa seconda guerra di mafia?

RISPOSTA - Innanzitutto non ho dichiarato guerra a nessuno. La posizione che assunsi in questa guerra di mafia è che ero all'estero e sono rimasto all'estero.

DOMANDA - Ma lei mi può spiegare perché si rese latitante nel giugno dell'80, se ho capito bene, quando era stato ammesso al regime della semilibertà?

RISPOSTA - Le ragioni sono tante, una fra quelle era che avevo ricevuto delle visite mentre tutti i giorni andavo a casa, dopo aver passato la notte in semilibertà, cioè al carcere, le visite fatte da organi di polizia non riconosciuti e da me deferiti al giudice di sorveglianza di Torino, che entravano in casa alle 6-7 di mattina, temevo che avessero potuto mettere una pistola in casa, e avrebbero potuto dire che era mia, perché dicevano: "Tu a Torino non ci devi stare, tu da Torino te ne devi andare".

Mi rivolsi al giudice di sorveglianza di Torino e gli dissi: "Io non posso fare questa vita, di gente che viene tutti i giorni a casa mia a venirmi a provocare". Il giudice mi disse che non aveva niente da fare, perché queste erano routine normali di polizia. E poi, tra l'altro, in quel periodo che io sono in semilibertà viene a scadere una detenzione di due anni, per cui io sarei dovuto tornare nuovamente in carcere per espiare una parte dei due anni diventata definitiva in quel tempo per poi essere nuovamente riammesso alla semilibertà.

DOMANDA - E questi due anni li ha scontati lei?

RISPOSTA - Dopo li ho scontati.

DOMANDA - Quando?

RISPOSTA - Adesso, dall'84.

DOMANDA - Lei a Torino lavorava quando fu messo in regime di semilibertà?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - E lei frequentava un maneggio?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Lei non è stato accusato di avere spacciato droga in un maneggio o di avere ricevuto cocaina?

RISPOSTA - Accusato da chi?

DOMANDA - Da collaboratori di giustizia.

RISPOSTA - Io non ho mai ricevuto un'imputazione di questo genere.

DOMANDA - Lei, nel maxi-processo, aveva una imputazione di questo genere?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Non ricorda?

RISPOSTA - No, non me lo ricordo perché non l'avevo. DOMANDA - Non ricorda se è stata stralciata questa imputazione?

RISPOSTA - No, non me lo ricordo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non aveva una imputazione di traffico di droga?

RISPOSTA - Può darsi, ma non lo so che corso ha avuto.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ma l'aveva questa imputazione?

RISPOSTA - Sì, l'imputazione principale di quando io ritorno estradato dal Brasile sì.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi c'era una imputazione di traffico di droga.

RISPOSTA - Sì, ma non ho mai risposto in nessun processo in merito a questa imputazione.

DOMANDA - Cioè, non è stato interrogato?

RISPOSTA - Sono stato interrogato, certo.

DOMANDA - Sui traffici di droga lei che ha detto? Si è professato innocente o colpevole?

RISPOSTA - Innocente.

DOMANDA - Lei non è stato mai interessato al commercio di droga?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Mai?

RISPOSTA - No, mai.

DOMANDA - Lei ha conosciuto un tale Molinelli?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - E Molinelli chi era?

RISPOSTA - Molinelli era un contrabbandiere di sigarette.

DOMANDA - Non si interessava di droga?

RISPOSTA - Che io sappia no.

DOMANDA - Un tale De Val?

RISPOSTA - Contrabbandiere di sigarette.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` francese?

RISPOSTA - Sì, glielo dico io, è francese, del 1957.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Buscetta, lei si deve limitare a rispondere alle domande.

DOMANDA - Lei ha conosciuto un tale Casalini?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Chi era Casalini?

RISPOSTA - Casalini era un italiano immigrato in Brasile e cittadino brasiliano.

DOMANDA - E fu arrestato per commercio di droga?

RISPOSTA - Beh, più che arrestato si è consegnato.

DOMANDA - Ma per commercio di droga?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Lei ha frequentato Casalini?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Lei ha conosciuto tale Zippo?

RISPOSTA - Sì sì.

DOMANDA - Era un contrabbandiere di stupefacenti?

RISPOSTA No.

DOMANDA - Non è stato condannato per contrabbando o traffico di sostanze stupefacenti, che lei sappia?

RISPOSTA - Dove?

DOMANDA - In Italia o negli Stati Uniti?

RISPOSTA - Che io sappia no.

DOMANDA - Lei è stato accusato degli omicidi di Pisciotta Giulio e di Carollo Nicola?

RISPOSTA - Sì sì.

DOMANDA - E com'è finito questo processo?

RISPOSTA - Sono stato assolto.

DOMANDA - Lei ha parlato di un suo ruolo nel carcere di Palermo, durante il periodo della detenzione. Mi vuole spiegare esattamente com'è che lei riuscì ad ottenere che tizio, caio, sempronio fossero allontanati dalle celle di punizione e com'è che la gente non cadeva più dalle scale? Se può essere più chiaro su questo.

RISPOSTA - Innanzitutto la prima parte della domanda che mi fa lei io non la conosco, io non ho fatto uscire nessuno dalle celle di punizione. Io ho detto che li ho trovati, non ho detto che li ho fatti uscire.

DOMANDA - Allora sono rimasti?

RISPOSTA - Certo, se c'erano, ci sono rimasti.

DOMANDA - Non sono usciti dalle celle?

RISPOSTA - Sono usciti, ma io non sono stato l'interessato a farli uscire.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lui ha trovato questa situazione, ha detto ieri, avvocato Sbacchi. L'altra parte della domanda: tutte le concessioni che furono fatte e non avvenivano più le cadute dalle scale?

RISPOSTA - Le cadute dalle scale non avvennero perché si stabilì un certo ordine, una certa disciplina, un certo rispetto muto tra i carcerati che non è stato più necessario cadere dalle scale.

DOMANDA - Ma lei comandava o non comandava al carcere di Palermo?

RISPOSTA - Io non ho mai comandato in nessun posto, neanche a casa mia.

DOMANDA - Mi pare che abbia detto di avere fatto colloqui in matricola non autorizzati?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - In matricola c'era tale brigadiere Bonincontro, che lei ricorda?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Lei ricorda se è stato ucciso Bonincontro? RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Nel periodo in cui lei era detenuto al carcere di Palermo?

RISPOSTA - Cuneo.

DOMANDA - Lei sa perché è stato ucciso?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Lei ha conosciuto Calderone Antonino?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Le risulta che Calderone Antonino l'abbia accusato di essere stato vice rappresentante della famiglia di Porta Nuova?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Non le risulta?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Non è mai stato interrogato su questo?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Io ho una nota diversa, a proposito di questo, cioè che si tratterebbe di un'accusa specifica. Intanto riguarderebbe, esattamente, il Calderone lo indica come vice rappresentante della famiglia...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Avvocato Sbacchi, il verbale.

DOMANDA - Lei ha ricordo di questo? Dovrebbe essere il verbale 1/2/88.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Chiedo scusa, è il verbale di Buscetta allora, non di Calderone?

DOMANDA - Certo, non posso mica contestare il verbale di Calderone. Dice questo: "Prendo atto che secondo Antonino Calderone io, ai tempi in cui il rappresentante della famiglia di Porta Nuova era Gaetano Filippone, ne ero vice rappresentante. Contesto decisamente tale circostanza perché non ho mai rivestito cariche in seno a Cosa Nostra. Evidentemente il Calderone non ricorda bene".

RISPOSTA - Evidentemente mi è sfuggita, perché se è un verbale fatto da me, si figuri se non avrei detto "sì, mi è stato contestato". Mi è sfuggito, non ricordavo perché è tanto insignificante.

DOMANDA - Che rapporti aveva con Calderone?

RISPOSTA - L'ho conosciuto quando sono andato a Catania nel 1970, poi non l'ho più visto. Credo di averlo visto un'altra volta a Palermo..., non ricordo, l'avrò visto due volte in tutta la mia vita.

DOMANDA - Ricorda che Calderone l'accusò di aver omaggiato un brillante, per avere il permesso per uscire dal carcere per andare ad assistere suo figlio?

RISPOSTA - A chi?

DOMANDA - Di avere fatto omaggio di un brillante?

RISPOSTA - Lui a me?

DOMANDA - No, lei avrebbe fatto omaggio di un brillante ad un Magistrato, secondo le accuse di Calderone, per ottenere qualche comportamento di favore durante la detenzione in carcere.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ricorda che l'accusò di questo?

RISPOSTA - No, io no, non ho mai avuto questa contestazione da parte di nessun Magistrato.

DOMANDA - No, da Calderone.

RISPOSTA - No, ma nessuno mi ha detto.

DOMANDA - Non l'hanno interrogato?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Contestazione; verbale 1/2/88: "Ricevo lettura di quanto dichiarato da Antonino Calderone circa il regalo di un brillante che avrei fatto a - ometto - per ottenere un qualche comportamento di favore".

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Presidente, chiedo la parola. Ci vuole precisare la difesa se questo verbale che sta contestando è un verbale depositato e nella parte depositata? Perché deve indicarlo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non è lo stesso verbale di poco fa?

DOMANDA - 1/2/88, Presidente, io vorrei fare esigenza di chiarezza definitivamente su questo punto. Noi abbiamo una lista del Pubblico Ministero, in cui nel non specificare le circostanze, sulle quali avrebbe dovuto essere sentito il collaboratore di giustizia, è indicata una serie di verbali. Il verbale 1/2/88 fa parte di quei verbali.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il verbale 1/2/88, che è pure a conoscenza del Tribunale, è omissato.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Non sono stato chiaro, semplicemente se cortesemente ogni volta lo indicava esattamente, questo per la chiarezza del verbale. Che fosse chiaro a verbale che si trattava di un verbale depositato con indicazione della data, soltanto questo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` ovvio che si tratta di verbale depositato, l'aveva detto: 1/2/88. Dov'è fatto questo verbale?

DOMANDA - Ore 15.30, davanti all'ufficio come sopra costituito, l'ufficio del giudice istruttore.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` nel New Jersey. Siccome noi abbiamo di questo verbale una copia omissata, e siccome voi mi dite che non c'è omissis su questa parte, ed è un verbale prodotto, il Tribunale desidera avere la copia integrale, perché voi mi dite che non è omissata questa parte, invece quella che abbiamo noi, prodotta dal Pubblico Ministero, è omissata.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Dica la difesa la parte che intende utilizzare.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Questa è una produzione che avete fatto voi e che è acquisita agli atti del Tribunale. Siccome l'avvocato Ligotti dice che non è omissata questa parte, e noi l'abbiamo omissata, vorrei sapere come stanno le cose. Sul punto, avvocato Sbacchi.

DOMANDA - Sul punto, Presidente, la difesa produrrà il verbale.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Legga la contestazione.

DOMANDA - La devo rileggere?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Sì, questa del diamante.

DOMANDA - "Ricevo lettura di quanto dichiarato da Antonino Calderone circa il regalo di un brillante che avrei fatto al..., Presidente, - ometto il nome - per ottenere un qualche comportamento di favore durante la mia detenzione in quel carcere. Escludo decisamente di avere regalato alcunchè al predetto Magistrato, e posso dire che durante la mia detenzione chiesi, attraverso il modello 13, un permesso", etc..

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lei ricorda di avere avuto fatta questa contestazione in quel verbale?

RISPOSTA - No, non la ricordavo; è un verbale, non posso dire che non è vero. Non la ricordavo.

DOMANDA - Ma la verità qual è?

RISPOSTA - La verità è che non ho regalato nessun brillante.

DOMANDA - Lei nell'80 era a Palermo?

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Ligotti - La conclusione su quale sarebbe la verità tra il regalo fatto o non fatto, non mi pare che sia corretto, perché anche nel verbale letto si è escluso di avere fatto il regalo. Il non ricordo del collaborante è sulla contestazione. La domanda "qual è la verità..."...

DOMANDA - Siamo perfettamente d'accordo.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - La contestazione è sul mancato ricordo della contestazione.

DOMANDA - Lei conosce Gerlando Alberti?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Ha avuto modo di frequentarlo?

RISPOSTA - Sì, per molti anni.

DOMANDA - Lei sa quando è stato tratto in arresto, sa nulla della raffineria di Trabia?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Dove fu arrestato Gerlando Alberti?

RISPOSTA - Quando fu arrestato Gerlando Alberti lo so, ma della raffineria non so.

DOMANDA - Quando fu arrestato?

RISPOSTA - Nell'estate dell'80.

DOMANDA - Lei era a Palermo?

RISPOSTA - Ero a Palermo, sì.

DOMANDA - Calderone l'accusò, in qualche modo, di avere visitato il Gerlando Alberti nella villa di Trabia?

RISPOSTA - Lo accusò chi?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Accusò lei Calderone?

RISPOSTA - Io accusai Calderone?

DOMANDA - No, Calderone ha volto accuse a lei, sia pure in termini di probabilità, lei era stato a visitarlo nella villa di Trabia?

RISPOSTA - Non ricordo se mi ha fatto queste accuse, non lo ricordo. Comunque io non sono stato nella villa di Trabia.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - La Signoria Vostra mi dice che: "in termini di probabilità Calderone assume..."

DOMANDA - Lei comunque non incontrò Alberti in quel periodo della sua latitanza a Palermo?

RISPOSTA - Certo che l'ho visto.

DOMANDA - E dove l'ha incontrato?

RISPOSTA - Non mi ricordo, lo incontravo da latitante. L'avrò incontrato da Inserillo, l'avrò incontrato da Bontade, non mi ricordo; l'avrò incontrato anche a Favarella, non mi ricordo.

DOMANDA - Lei era interessato alla raffineria di Gerlando Alberti?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Parlando ora un po' della sua collaborazione, lei al dottor Falcone perché non disse che Pennino Gioacchino era mafioso?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non ha fatto la stessa domanda stamattina l'avvocato Coppi?

DOMANDA - Volevo ritornare sul discorso, è introduttiva la domanda. Perché non lo disse?

RISPOSTA - Per non portarmi sulla strada della politica.

DOMANDA - Il giudice Falcone aveva chiesto qualcosa sulla politica o aveva chiesto soltanto su Pennino Gioacchino?

RISPOSTA - Sì, ma quando io rispondevo su Gioacchino Pennino e rispondevo con la verità, come lo conoscevo Gioacchino Pennino, andavo indubbiamente alla politica.

DOMANDA - Quindi non poteva limitarsi a dire che era mafioso e basta?

RISPOSTA - Con il dottore Giovanni Falcone, se me lo consente, era una cosa molto difficile districarsi dai suoi tentacoli nell'interrogatorio, quindi ho preferito dire no.

DOMANDA - Lei, in questa collaborazione, disse tutto quello che sapeva, esclusa la politica, o qualche volta ha mentito, in particolare?

RISPOSTA - Può darsi che qualche volta ho mentito, anche nel caso di Gioacchino Pennino.

DOMANDA - Per esempio lei ha parlato di Bontade; Bontade commerciava in sostanze stupefacenti o no?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Questo come lo può dire lei?

RISPOSTA - Perché io so che lui non commerciava. A me non è stato detto da nessuno che lui facesse il commerciante di droga.

DOMANDA - Lei è stato interrogato sulla sua presenza a Milano nel '71? Lei ieri ha detto che aveva un falso nome, Adalberto Barbieri?

RISPOSTA - Ma non è '71, è '70.

DOMANDA - Esatto, ho sbagliato io.

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - E che cosa disse, fu interrogato?

RISPOSTA - Fui interrogato, sì.

DOMANDA - Quando, se si ricorda?

RISPOSTA - Non mi ricordo, però sono stato interrogato.

DOMANDA - Lei ieri ha dato una versione, ha detto: "Adalberto Barbieri ero io"; esatto?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Ha sempre detto questo lei o c'è stato un momento in cui...

RISPOSTA - No, c'è stato un momento che ho detto chi era Adalberto Barbieri, prima l'ho negato.

DOMANDA - Che cosa disse, in particolare, se lo ricorda?

RISPOSTA - No, non mi ricordo.

DOMANDA - Lei contestò il suo riconoscimento?

RISPOSTA - In alcune occasioni, le prime occasioni, sì.

DOMANDA - Mentre collaborava?

RISPOSTA - Mentre collaboravo, sì.

DOMANDA - Per quanto riguarda il discorso che lei ha fatto il 12 novembre 1992; volevo sapere in questo interrogatorio del 12/11/92 ad un certo punto si parla di un falso documento, che è stato creato non so da chi e perché. Lei parla...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Faccia la domanda, avvocato Sbacchi.

DOMANDA - Volevo sapere se ricordava questo interrogatorio, in cui si parla di depistaggi? Cioè se ha temuto, in qualche momento...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non possiamo fare una domanda se ricorda o no. Facciamo la domanda specifica e precisa.

DOMANDA - Lei ha mai parlato di depistaggi nelle indagini di mafia?

RISPOSTA - Non mi ricordo.

DOMANDA - Lei ha paventato depistaggi nell'ambito delle vicende di mafia, delle indagini sulla mafia, cioè dei depistaggi interessati da parte degli stessi mafiosi?

RISPOSTA - Non mi ricordo, avvocato, forse se mi cita magari l'elemento, può darsi che mi ricorderò.

DOMANDA - Posso aiutarla: lei dice, ad un certo punto, nel novembre 1992...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Dove lo dice, avvocato?

DOMANDA - Esattamente è un verbale degli uffici della DIA di Milano, dottor Aliquò, Lo Forte, Natoli, presente Buscetta Tommaso. La data è del 12 novembre 1992. Ad un certo punto lei disse: "Certamente ci sarà chi cercherà di screditare gli uomini di Cosa Nostra che hanno scelto, seguendo il mio esempio, di collaborare con lo Stato, ricorrendo a tutte le astuzie possibili. In tale strategia non mi sentirei di escludere anche l'utilizzazione di collaboratori che inconosciamente, o volutamente addirittura, forniscono alla giustizia ricostruzioni di dinamiche interne a Cosa Nostra, indicazione di fatti non veri, tali da volgere verso direzioni errate, e quindi a vantaggio dell'organizzazione investigazioni giudiziarie.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ricorda di avere detto questo?

RISPOSTA - Certo.

DOMANDA - Lei ha esempi concreti da fare su questa tesi?

RISPOSTA - Questi io credo che sono timori, sono espressioni di timori, non sono cose che io so.

DOMANDA - Si parla di un falso documento, sempre in questo verbale di interrogatorio, io non vorrei dirle di più. Lei ha saputo che è stato creato un falso documento?

RISPOSTA - Di che cosa?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Sa qualcosa di un falso documento? A proposito di che, avvocato Sbacchi, è troppo generico.

DOMANDA - Dopo l'omicidio dell'on. Salvo Lima sarebbe stato registrato, secondo l'accusa, secondo una certa tesi, all'agente del Federal Bureau Investigation un certo colloquio che sarebbe seguito un incontro tra il giudice Falcone e Buscetta. Io volevo sapere che cos'è questa storia del documento falsificato, registrazione, colloqui e così via di seguito?

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Chiedo scusa, se può essere più chiaro, perché non siamo neanche noi in grado di capire a che cosa si riferisce.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - L'interruzione del Pubblico Ministero è corretta.

DOMANDA - Nella stampa, ad un certo punto... Lei ha letto notizie di stampa su un presunto incontro col dottor Falcone dopo l'omicidio Lima? Il riserbo era per rispetto anche alla memoria del dottor Falcone.

RISPOSTA - Perché l'ho letto o se io mi sono incontrato, la domanda...

DOMANDA - Se ha letto?

RISPOSTA - Credo di avere letto nel mese di novembre del 1992, trovandomi in Italia, una rivista, che poi credo che sia scomparsa questa rivista, dove si diceva che io mi sarei incontrato con il giudice Falcone. L'ho letto.

DOMANDA - Dopo la morte?

RISPOSTA - Sì, stiamo parlando del novembre '92, mi trovavo in Italia, ero in Italia, e credo che sia stata questa rivista un po' prima che io fossi ascoltato alla Commissione Antimafia. L'ho letto, avvocato.

DOMANDA - Io le chiedo questo: questo documento era falso, era autentico?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quale documento, avvocato?

DOMANDA - Questo fatto, il fatto scritto nell'articolo, è vero o no?

RISPOSTA - Allora lei mi fa la domanda e mi dice: lei si è incontrato con Falcone?

DOMANDA - Poi vedo io come fare la domanda.

RISPOSTA - No, io devo rispondere alla domanda.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Qual è la domanda?

DOMANDA - Esattamente quella che si fa, Buscetta.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Risponda.

RISPOSTA - Me l'ha fatta? Perché io non ho sentito la voce dell'avvocato ancora.

DOMANDA - Ho detto che l'avvocato se l'è posta lei.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - La domanda è se si è incontrato con il dottor Falcone oppure no, dopo l'omicidio dell'on. Lima. Risponda.

RISPOSTA - Non mi sono incontrato con il giudice Falcone dal 1988 in poi.

DOMANDA - Quando dicevo documento, lo dicevo sulla base di una lettura del suo interrogatorio, dove si dice: "Ho letto recentemente sulla stampa, su un documento, in cui si parla"; che cosa intendeva dire? Ci vuole chiarire questo concetto?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quale documento?

RISPOSTA - Era la rivista; non so, mi sembra che si chiamasse Sabato, non mi ricordo. Ma ho letto nella rivista, tanto di averne parlato con la Commissione Antimafia.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Il documento si riferisce a cosa, alla rivista?

RISPOSTA - Alla rivista.

DOMANDA - Lei, prima dell'estradizione dal Brasile, quindi siamo nell'anno 1984, ebbe modo di incontrare il giudice Falcone?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Ci può dire quale fu l'oggetto dell'incontro?

RISPOSTA - L'oggetto dell'incontro è stato brevissimo, all'incirca, mettendo tutti i tavoli e le sedie a posto, all'incirca di mezzora. Mi ha posto una domanda e ho detto: "Io per rispondere alla sua domanda avrei bisogno di giorni, mesi".

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quale era la domanda?

RISPOSTA - Non mi ricordo la domanda, però la mia richiesta fu: "Avrei bisogno di mesi, giorni per poter rispondere o non intendo rispondere".

DOMANDA - Ma la domanda non la ricorda? L'oggetto?

RISPOSTA - Era una cosa inerente a mafia, non ricordo però la domanda.

DOMANDA - Lei non disse che non avrebbe risposto, ha detto che avrebbe avuto bisogno di tempo?

RISPOSTA - No, se avessi voluto farlo, avrei avuto bisogno di molto tempo, ma non volevo farlo.

DOMANDA - Si parlava di collaborazione o no?

RISPOSTA - No, risposte come imputato.

DOMANDA - Mi spiega un'altra cosa: lei quando ha avuto il trattamento economico dal Governo italiano? RISPOSTA - Il primo trattamento economico è stato un aiuto economico erogato dal Ministero...

DOMANDA - Io parlo del trattamento economico con la legge sui collaboratori.

RISPOSTA - Sì, sto parlando di quello.

DOMANDA - Credevo parlasse dei 200 milioni.

RISPOSTA - No. E` stato all'inizio del 1992.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ha avuto il trattamento mensile?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Ci può dire quanto percepisce lei?

RISPOSTA - No, mi dispiace. Sa perché mi dispiace? Non perché non desidero rispondere a lei ma perché c'è una circolare dentro la tutela dei testimoni, non so come si chiama, che io non devo rispondere a queste domande.

DOMANDA - Cioè a domande sul suo trattamento economico non può rispondere?

RISPOSTA - Non sul mio, per tutti.

DOMANDA - Sull'ammontare non può rispondere.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lui non lo può dire in base a questa circolare.

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Ligotti - Si faccia richiesta alla Commissione Ministeriale.

DOMANDA - Lei, sul maresciallo Manfra, ieri ha detto che grosso modo dava una mano d'aiuto. Il maresciallo Manfra procurava stupefacenti a Turatello in carcere, o a lei?

RISPOSTA - Che io sappia no.

DOMANDA - I suoi rapporti con Turatello?

RISPOSTA - Ottimi.

DOMANDA - Lei percepiva da Turatello un trattamento economico?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Ci può spiegare esattamente da che cosa nasceva?

RISPOSTA - Dalle bische clandestine che aveva.

DOMANDA - Perché Turatello doveva darle a lei?

RISPOSTA - Non lo so, era un'offerta che faceva lui. DOMANDA - Si quantificava in che misura?

RISPOSTA - Si quantificava in base agli introiti che aveva lui nelle bische.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Deva a lei una certa percentuale?

RISPOSTA - Una certa percentuale delle bische che erano sue, ma lui me li dava così, amichevolmente.

DOMANDA - In che misura, ce lo può dire?

RISPOSTA - L'ho detto, il 10%.

DOMANDA - Concretamente, il 10% di 100 lire è di un miliardo e qualcosa di più. Si può dire?

RISPOSTA - Sostanzialmente, il 10% del suo, non dall'introito totale della bisca, il 10% della sua parte, lui la dava a me, e mi metteva in condizione che la mia famiglia poteva vivere.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Suppergiù?

RISPOSTA - Non so, 5, 6 milioni, 2 o 3 milioni al mese.

DOMANDA - Quindi era una cifra consistente. Negli Stati Uniti lei ha frequentato Tramontana e Romano?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Cosa facevano?

RISPOSTA - Il fornaio.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Chi Tramontana?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Era impelagato in commerci illeciti?

RISPOSTA - Che io sappia oggi sì, allora non lo sapevo.

DOMANDA - Che è successo ai signori Tramontana?

RISPOSTA - Credo che sia morto. No, credo che è morto.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Chi?

RISPOSTA - Tramontana.

DOMANDA - E un tale Romano?

RISPOSTA - Non so chi sia.

DOMANDA - Tramontana e Romano erano nomi molto avvicinati, cioè di persone che stavano vicino, sospettati di autori in attentati contro Scarpuzzedda, le ricorda niente?

RISPOSTA - No.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lei frequentò Romano?

RISPOSTA - No, non lo conosco, non so chi sia.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Solo Tramontana lei conosce?

RISPOSTA - Sì, solo Tramontana, è negli Stati Uniti. DOMANDA - Lei, in che rapporti era con suo figlio Antonio?

RISPOSTA - I rapporti che ha un padre con un figlio.

DOMANDA - Intendo dire questo, suo figlio le ha dato qualche dispiacere, qualche preoccupazione? Non parlo della scomparsa, questo è un momento particolare, non intendo riferirmi a questo, perché questo lo capisco perfettamente. Cioè, se durante la vita suo figlio le ha dato dispiaceri, preoccupazioni per cattive compagnie?

RISPOSTA - Dispiaceri no, preoccupazioni qualche volta sì, perché mio figlio non sapeva vivere adeguatamente ai mezzi che possedeva, ma solo questo.

DOMANDA - Frequentava cattive compagnie suo figlio?

RISPOSTA - Io non lo so se frequentava cattive compagnie, perché ero carcerato.

DOMANDA - Lei non ha mai detto che suo figlio Antonio frequentava cattive compagnie?

RISPOSTA - Non mi ricordo se l'ho detto a qualche amico mio, non ricordo.

DOMANDA - L'avrebbe detto al giudice.

RISPOSTA - Può darsi.

DOMANDA - Le risulta che suo figlio frequentasse cattive compagnie?

RISPOSTA - Può darsi che il giudice mi abbia fatto il nome di qualcuno e ha detto che erano cattive compagnie, non mi ricordo, avvocato. Poi è una cosa che affronto malvolentieri a rispondere a queste cose.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Lasci stare. Lo stabilisce il Tribunale se la domanda è pertinente oppure no.

DOMANDA - Suo figlio non fu compromesso in operazioni di riciclaggio di denaro proveniente da un sequestro di persona?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Lei ricorda qualcosa?

RISPOSTA - Ricordo perfettamente.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Sa qualcosa al riguardo?

RISPOSTA - Certo che so, mio figlio è stato arrestato, credo che abbia passato due anni in carcere, tanto che non l'ho più rivisto. Mio figlio ha ricevuto dei soldi dal signor Calò, che è andato al Monte dei Pegni a spignorare della roba della moglie, consegnando tutti quei soldi che aveva avuto dal Calò, credo intorno ai 5, 6 milioni. A quell'epoca si esigeva che si firmassero i biglietti da 100 mila, e mio figlio tranquillamente li ha firmati tutti. Per cui sono stati riconosciuti che quei soldi provenivano da un sequestro di persona. E quindi mio figlio è stato imputato.

DOMANDA - Calò perché aveva dato questi soldi a suo figlio?

RISPOSTA - Calò glieli aveva dati come regalo, perché mio figlio attraversava periodi economici molto brutti, e ricorreva il compleanno di mio figlio, fra l'altro.

DOMANDA - Senta, a proposito sempre dei suoi rapporti con i vari soggetti. Mi può spiegare come funziona questo sistema dell'obbligo di dire la verità o non dire la verità? Ci sono depistaggi all'interno di Cosa Nostra, quando si comunica una notizia?

RISPOSTA - Possono succedere.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Qualcuno mente oppure no? RISPOSTA - Può darsi che qualcuno può mentire, ma le conseguenze sono gravissime.

DOMANDA - Se lo scoprono eventualmente?

RISPOSTA - Certo.

DOMANDA - Per esempio, quando c'è qualcuno che si vuole informare poco, non si vuole informare affatto, in questi casi si mente?

RISPOSTA - No. Innanzitutto, la persona che si informa viene trattata per la maniera garbata, di non fare molte domande. Appena cominci a fare molte domande viene subito, come se fosse diramata una nota, di dire: "Questa persona è molto curiosa", e quindi viene trattata con molto distacco. Se invece è interpellato per rispondere ad un fatto, non può mentire, non deve mentire.

DOMANDA - Volevo spiegato questo, Badalamenti fu allontanato dalla Commissione, anzi fu espulso, se non ricordo male, perché ad un certo punto accusato ingiustamente di avere dato il consenso ad un certo omicidio, è esatto?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Ed allora mi spiega come può succedere che qualcuno inventi qualcosa di questo genere?

RISPOSTA - Noi ritorniamo alla guerra di mafia, involontariamente, perché il gruppo compatto dello schieramento Corleonese si doveva liberare della presenza di Badalamenti.

DOMANDA - Badalamenti non viene espulso nel '78?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - La guerra di mafia allora non è degli anni '80-'81?

RISPOSTA - E` la preparazione.

DOMANDA - Già nel '78 si preparava la guerra di mafia?

RISPOSTA - O forse anche prima del '78. Allora, quando si è interpellati per dire la verità, si deve dire la verità. Ma in quel caso specifico che domanda l'avvocato, è già una preparazione di due gruppi belligeranti che vanno ad affrontarsi. Prima, sul piano della discussione, poi passando alle vie di fatto, com'è successo nel 1981. Le risposte che davano in Commissione a Bontade, anche quando non c'è più Badalamenti, sono sempre: "Non ci difendono gli sbirri", e poi sono sempre per molte volte informati dopo che è avvenuto il fatto, ma è già una guerra fredda che c'è in corso in Commissione in quegli anni. In altra maniera, non so spiegarlo.

DOMANDA - Quindi, in sostanza, diciamo che il ricorso alla menzogna c'è?

RISPOSTA - No, questa è una guerra però.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi, in quella circostanza, mentirono per accusare Badalamenti? Per sbarazzarsi di Badalamenti?

RISPOSTA - Esatto. Mentì però un gruppo, che è il gruppo che si è rivelato negli anni '81 con la guerra di mafia.

DOMANDA - Quindi, diciamo, si costruiscono anche menzogne, si informa male la gente?

RISPOSTA - Ma da Adamo ed Eva è nato questo, avvocato.

DOMANDA - Diciamo che bisogna stare sempre attenti, non fidarsi di nessuno. Io volevo chiederle un'altra cosa: dai rapporti di polizia, l'ha messo in evidenza anche lei ieri, lei risulta essere come un grosso mafioso accusato di grossi delitti, tra i quali di omicidio, ed anche un grosso contrabbandiere di droga. Questo personaggio come si è creato?

RISPOSTA - Prima con le informazioni di polizia, che sono passate ai giornalisti, dai giornalisti sono state un po' ingigantite e sono passate alla polizia, dalla polizia ai giornalisti, e si è creato il personaggio. Ma io, in vita mia, non sono stato mai preso, né per uso personale, con un grammo di droga, né un grammo né 100 chili.

DOMANDA - Questo per quanto riguarda la droga. Quando lei dice, non sono stato preso, che significa?

RISPOSTA - Non l'ho fatto.

DOMANDA - Quindi le dimensioni che gli organi di polizia hanno dato a lei fino agli anni del suo pentimento, non erano corrette?

RISPOSTA - Non erano corrette.

DOMANDA - Lei di che delitti è stato imputato nel corso della sua vita?

RISPOSTA - Sono stato imputato per contrabbando di sigarette, due volte nel lontano '50; poi per associazione a delinquere, per soppressione di cadavere, per omicidio e soppressione di cadavere a Catanzaro, per associazione a delinquere a Catanzaro, per associazione a delinquere a Palermo, per associazione a delinquere a Palermo. Sono stato condannato tre volte per associazione a delinquere.

DOMANDA - Lei non ha avuto una condanna a 8 anni a Salerno o a Taranto, o potrei sbagliarmi?

RISPOSTA - No no, non si sbaglia, esatto. Sono stato condannato per contrabbando di droga a Salerno nel 1975.

DOMANDA - Otto anni di reclusione?

RISPOSTA - Otto anni di reclusione.

DOMANDA - Naturalmente era innocente, immagino?

RISPOSTA - No, naturalmente, ero innocente.



CONTROESAME DEL COLLABORANTE BUSCETTA TOMMASO

DA PARTE DELLA DIFESA - AVV. COPPI

DOMANDA - Lei aveva molta confidenza con Bontade?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Bontade le diceva tutto quello che lo riguardasse?

RISPOSTA - Credo di sì.

DOMANDA - Bontade le riferiva anche circa le attività che egli personalmente poneva in essere?

RISPOSTA - Sì, io non avevo interesse di domandarle.

DOMANDA - Non che lei le domandasse, ma se Bontade...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Di sua iniziativa?

RISPOSTA - Di sua iniziativa quello che riteneva opportuno di dirmi me lo diceva.

DOMANDA - Anche su cose che Bontade personalmente faceva, attività da lui personalmente svolte?

RISPOSTA - Se io facevo la domanda lui mi rispondeva, ma se io non facevo la domanda mi raccontava quello che voleva. La domanda deve essere: quella cosa Bontade gliela raccontò?

DOMANDA - No, io voglio sapere se con riferimento alle varie attività che Bontade poneva in essere, in qualità di mafioso, riferisse a Buscetta? Sulle sue attività, io non so cosa Bontade facesse, però voglio sapere se Bontade ha mai riferito a Buscetta di attività che egli faceva nella sua veste e nella sua qualità di mafioso, lui personalmente?

RISPOSTA - Avvocato, mi diceva e non mi diceva. Se lei mi pone la domanda precisa...

DOMANDA - Oggi la mia domanda non è precisa, però il 29 agosto del 1984, è una contestazione, lei risponde al giudice che la interroga: "Ovviamente però il Bontade non mi diceva nulla sulle attività di cui si occupava. Quello che so, e ho riferito sul suo conto, l'ho appreso da altri". Può confermare?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Oppure non è così?

RISPOSTA - E` così, come non confermo quello che ho scritto.

DOMANDA - Conferma quello che ha dichiarato nell'agosto dell'84?

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Per l'esattezza, il giorno?

DOMANDA - 29 agosto '84 al giudice istruttore.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Conferma?

RISPOSTA - Sì.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Se la cortesia della difesa me lo consente, risulta poco chiaro nella verbalizzazione, perché nel contesto dello stesso interrogatorio, che del resto chiedo allora che venga esibito tutto, e se si vuole anche inserito nel fascicolo per il dibattimento, risulta poi che effettivamente tutta una serie di circostanze specifiche, relative alle attività criminali di Cosa Nostra, proprio nello stesso interrogatorio, il Buscetta riferisce quello che Bontade gli ha detto e Bontade non gli ha detto. Desidererei che se questa è una contestazione, che venga acquisito l'intero verbale, da cui si desume che su tutta una serie di circostanze che egli ha appreso, le riferisce, quelle che non ha appreso non le riferisce, e così via.

DOMANDA - No, Presidente, il verbale nella sua totalità, per far risultare che cosa risulta a verbale, non fa parte dell'oggetto della contestazione. Io ho fatto una domanda precisa, e cioè, se Bontade riferiva sulle sue attività, tant'è vero che Buscetta allora...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - L'ha riferito già ieri. Ieri ha parlato di questo.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Probabilmente, se chiariamo la premessa, l'avvocato potrà finire più compiutamente.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Andiamo con ordine, stava parlando l'avvocato Coppi. Faccia completare il discorso.

DOMANDA - Ci sono due profili, uno: le cose che Bontade diceva con riferimento ad altri soggetti, e a me non interessa. Poi c'è ciò che Bontade ha fatto lui personalmente, se ha ucciso tizio, ha dato mandato di uccidere caio, e lei capisce perfettamente, Presidente, la ragione di queste domande. Quindi attività poste in essere puntualmente da Bontade. Io voglio sapere se Bontade riferiva queste cose a Buscetta: "Ho ucciso, ho dato mandato" etc..

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ieri Buscetta ha citato il caso di Pecorelli.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Presidente, non ha risposto così come si assume traendo la risposta da quell'interrogatorio.

L'opposizione del Pubblico Ministero, che mi pare essere identica a quella dell'avvocato Ligotti, nasce da questo: che il pezzo, i due righi che sono stati letti dall'avvocato Coppi sono estrapolati da una domanda precisa, che era la seguente, si sta parlando di traffico di stupefacenti, in quell'interrogatorio 29/8/84, ore 9.30 davanti al dottor Giovanni Falcone. A specifica domanda della S.V., preciso che Bontade non mi ha mai parlato dei fratelli Grado come fornitori di morfina per i laboratori. In buona sostanza, vorrei precisare una volta per tutte, che Bontade Stefano mi rendeva partecipe di quei segreti che lo affliggevano, e cioè dei torti subiti ad opera dei Corleonesi e dei loro alleati. Tutti i discorsi che mi faceva erano impostati su questo tema, poiché il mio interlocutore voleva convincermi che era giusto farla finita con Totò Riina. Ovviamente - e siamo alla frase estrapolata - il Bontade non mi diceva nulla sulle attività di cui si occupava, e quello che so, e ho riferito sul suo conto, - ed era ciò a cui faceva riferimento il collega Lo Forte - lo ha appreso da altri". Cioè, tutti i fatti riferiti dal signor Buscetta...

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Sì, abbiamo capito.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Quindi, se è sempre per un problema di metodo, che è la cosa che più ci sta a cuore, evitassimo, o il Tribunale volesse impedire a ciascuna delle parti di evitare di estrapolare pezzetti di frasi da contesti più ampi, che evidentemente possono indurre una diversa valutazione di quello che invece è il contenuto reale delle risposte date dal signor Buscetta nel passato, sarebbe meglio per tutti.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Purtroppo questo è un controllo che dovete farevicendevolmente tra di voi, perché il Tribunale non ha contezza di questi documenti. Quindi il Tribunale si rimette...

DOMANDA - Lei mi consente, Presidente, perché questa è un'udienza pubblica, io prendo lezioni di metodo da chiunque, quando però ce ne sono i presupposti. Qui un conto è una domanda specifica sul signor Grado. Finisce il discorso, e il discorso diventa un discorso di carattere generale, e riguarda i rapporti Bontade e Buscetta. Mentre Bontade era pronto a rivelare tutti i torti che aveva subito dai Corleonesi etc., quando si trattava, e questo è il senso della mia contestazione, altro discorso, che non ha più niente a che vedere con domande specifiche, dice: "Bontade non mi diceva nulla di ciò che egli faceva...

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Non è vero.

DOMANDA - Come, non è vero!

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Calma, avvocato Coppi.

DOMANDA - Presidente, non accetto che mi si interrompa dicendo che non è vero. Ovviamente, però il Bontade non mi diceva nulla sulle attività di cui si occupava, lui, Bontade, e quello che so su Bontade, e ho riferito sul suo conto, lo ha appreso tardi.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Per favore, avvocato Ligotti, per cortesia.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Presidente, sempre per rendere edotto il Tribunale di ciò che purtroppo non può conoscere e controllare con i propri occhi, la giustezza dell'osservazione del Pubblico Ministero alla quale ha prestato adesione anche l'avvocato Ligotti con quest'ultimo intervento. L'avvocato Ligotti o il Pubblico Ministero fa rilevare che ciò che ha letto, e quindi la risposta estrapolata del signor Buscetta, è assolutamente pertinente, coerente e susseguente alla specifica domanda che riguardava i rapporti Bontade-Grado come fornitori di morfina per laboratori, perché inizia, a domanda risponde, finisce tre righi dopo, dopodiché c'è altra a domanda risponde: "Circa l'esportazione negli U.S.A. dell'eroina" etc. etc. Quindi, quella interpretazione, secondo cui "ovviamente però il Bontade non mi diceva", si riferisce a circostanze diverse dalla domanda di cui in premessa, è assolutamente gratuita.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Facciamo chiarire a Buscetta.

DOMANDA - Presidente, mi consenta. Siccome l'abbiamo letto tutto questo verbale, a questo punto...

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Ligotti - Non è stato letto tutto. Presidente, mi consenta di leggere.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Allora chieda la parola.

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Ligotti - Chiedo la parola. Allora io leggo integralmente questo punto: "A specifica domanda della S.V., preciso che Bontade non mi ha mai parlato dei fratelli Grado come fornitori di morfina per i laboratori. In buona sostanza, vorrei precisare, una volta per tutte, che Bontade Stefano mi rendeva partecipe di quei segreti che lo affliggevano, e cioè dei torti subiti ad opera dei Corleonesi e dei loro alleati. Tutti i discorsi che mi faceva erano impostati su questo tema. Poiché il mio interlocutore voleva convincermi che era giusto farla finita finalmente con Totò Riina. Ovviamente però, il Bontade non mi diceva nulla sulle attività di cui si occupava, e quello che so, ed ho riferito sul suo conto l'ho appreso da altri, ecco perché nulla mi risulta sui Grado né sugli altri membri della famiglia di Bontade, in ordine al traffico di stupefacenti, anche se, come la S.V. mi informa, vi sono coinvolto come e più degli altri".

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Abbiamo capito qual era il contesto generale, può proseguire.

Vuole chiarire ancora meglio?

DOMANDA - Chiediamo l'acquisizione del verbale, ormai l'abbiamo letto tutto.

SI DA` ATTO che si acquisisce il verbale agli atti del dibattimento. Tutto il verbale che è stato letto dall'avvocato Ligotti.

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Ma non come contestazione, perché non c'è oggetto di contestazione. Se serve per chiarire, al di là della trascrizione, quello che abbiamo letto, va bene, ma non ci sono gli estremi giuridici, ad avviso del Pubblico Ministero, per procedere ad un'acquisizione al fascicolo per il dibattimento come contestazione di cosa diversa, precedentemente dichiarata dal signor Buscetta.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Vediamo se c'è il contrasto. Buscetta, ci chiarisce qualcosa?

RISPOSTA - Signor Presidente, io credo che avrei poco da chiarire, perché è stata data lettura del verbale, e quindi sono dichiarazioni che ho fatto io.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ma le conferma?

RISPOSTA - Certo. Ma dal verbale si evince che io ho risposto al giudice sulle attività illegali e di traffico di droga di cui avrei potuto avere informazioni direttamente da Bontade. Io dico al giudice che lui non mi raccontava le sue cose, perché sono membri della sua famiglia, e quindi avrebbe dovuto essere la mia curiosità a dire: "Ma è vero che tizio e caio trafficano in droga?", e quindi sarei stato indiscreto, e queste cose io non le sapevo, quindi io non posso riferirle al giudice. Io non posso dire che Bontade mi raccontava le sue cose, io posso dire che Bontade mi raccontava del suo agrumeto, ma non posso rispondere per quello che diceva.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Le attività delittuose diverse dal traffico di droga gliele ha raccontate?

RISPOSTA - Sì, tutte. Ma è chiaro anche dalla risposta che ho dato in questo verbale che lei acquisirà.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Allora viene acquisito non come verbale di contestazione ma sull'accordo delle parti.

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Sbacchi - Avevo una domanda che avevo dimenticato. Volevo sapere da Buscetta come ha vissuto lui, nella sua vita, di quali mezzi di sostentamento ha goduto, e come si è procurato i mezzi di sostentamento, dagli anni '50 in poi.

RISPOSTA - Prima di ogni cosa, negli anni '50 in poi io ho una fabbrica di specchi a Palermo insieme ai fratelli. Dopo, nel '63 mi sono recato negli Stati Uniti, ed ero padrone di tre pizzerie. Nel 1971 mi sono allontanato dagli Stati Uniti, sono andato in Brasile, cioè prima ancora di andare in Brasile facevo del contrabbando di farina di latte fra il Canada e il Venezuela. Nel 1971 mi recai in Brasile, avevo intenzione di incominciare a fare degli allevamenti di bestiame, delle fattorie, e ho avuto poco tempo perché nel '72 sono stato estradato in Italia, quindi ho abitato in Brasile per circa un anno. Dal '72 sono uscito nell'80, e sono stato carcerato. Ho finito, questa è stata la mia attività lavorativa.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - I Pubblici Ministeri devono fare delle nuove domande?



ESAME DEL COLLABORANTE BUSCETTA TOMMASO

DA PARTE DEL PUBBLICO MINISTERO

DOMANDA - Signor Buscetta, stamattina, lei nel rispondere a una domanda della difesa sul tema dell'omicidio Pecorelli, ha parlato di fatti a sua conoscenza e di sue deduzioni. Per fare chiarezza su un tema così delicato, vuole per cortesia ripetere e distinguere quali sono i fatti a sua conoscenza e quali sono le deduzioni su questo argomento?

RISPOSTA - Io credo di aver risposto. Devo cominciare dall'inizio? Tutta la risposta?

DOMANDA - Sì.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Tenendo distinti i fatti riferitegli dalle sue personali deduzioni, se riesce a farlo, questo vuole sapere il Pubblico Ministero.

RISPOSTA - I fatti di mia conoscenza sono quelli che ho già riferito anche nei vari verbali. Tutti e due, prima Bontade e poi Badalamenti, mi dissero che l'omicidio Pecorelli gli era stato richiesto dai cugini Salvo nell'interesse del Senatore Andreotti. Quindi, quando io dico nell'interesse dell'on. Andreotti, dico: Bontade e Badalamenti hanno chiesto, non si può inventare di andare a fare un omicidio a Roma, ad un giornalista qualsiasi senza chiedere: perché noi andiamo a fare questo omicidio? Qual è la ragione? L'interesse è...

DOMANDA - Mi scusi, un primo chiarimento: Bontade e Badalamenti le dissero che questo omicidio era stato fatto nell'interesse di Andreotti, sì o no?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Secondo: Bontade e Badalamenti le spiegarono perché era stato ucciso Pecorelli?

RISPOSTA - Era stato ucciso Pecorelli perché aveva dei documenti scottanti che avrebbero potuto attentare alla vita politica dell'on. Andreotti.

DOMANDA - Questo glielo dissero?

RISPOSTA - Chiarissimo.

DOMANDA - E qual è la sua deduzione allora?

RISPOSTA - La mia deduzione è una deduzione di vita.

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Sbacchi - Presidente, le deduzioni non ci interessano.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - No, è per chiarire l'argomento. Stamattina lui ha parlato di una sua deduzione. E` verbalizzata questa sua deduzione, il Pubblico Ministero chiede di sapere qual è questa sua deduzione che ha fatto stamattina su domanda vostra. Mi sembra che sia un chiarimento necessario per l'accertamento della verità.

RISPOSTA - La deduzione nasce dalle regole di vita, non si può andare a fare un omicidio a Roma senza avvisare la parte, secondo me, però questa è la mia deduzione, non si può avvisare la parte, la quale, in un certo qual modo, si sarà lamentata nei riguardi dei Salvo sull'operazione che avrebbe voluto fare Pecorelli. Non si può fare un omicidio, questa è la mia deduzione, questo non è un fatto.

DOMANDA - Badalamenti e Bontade le dissero che Andreotti aveva dato mandato di uccidere Pecorelli?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - E` questa la sua deduzione?

RISPOSTA - Sì, è questa la mia deduzione.

INTERVENTO DELLA DIFESA - Avv. Coppi - Questa non è deduzione, questo è un fatto.

DOMANDA - Non le dissero che Andreotti aveva dato mandato di uccidere?

RISPOSTA - No.

DOMANDA - Le dissero che era stato fatto nell'interesse di Andreotti?

RISPOSTA - Mi dissero che era stato fatto negli interessi di Andreotti perché il giornalista stava facendo delle cose che non gradivano alla persona dell'on. Andreotti.

DOMANDA - Quindi la sua deduzione è che Andreotti aveva dato un mandato ad uccidere?

RISPOSTA - Ma è logico, è quello che mi sforzo di fare, se poi non riesco a tradurlo in parole, è colpa della mia cultura.

DOMANDA - C'è un'ultima domanda, anche questa a chiarimento e non ad integrazione, di ciò che è stato detto stamani da Buscetta. La domanda è questa: con riferimento al processo che vedeva coinvolto Filippo Rimi, lei ha parlato di una sentenza della Cassazione e poi di una sentenza che doveva essere fatta a Roma. Vuole, sia pure sinteticamente, chiarire che cosa intende dire, che cosa le venne detto da Badalamenti, esattamente con riferimento a questo processo?

RISPOSTA - Io personalmente avevo saputo che i due Rimi, padre e figlio, erano stati condannati all'ergastolo in primo grado e in Appello a Perugia. Io, quando Badalamenti mi parlò, e mi disse che ringraziò il Senatore Andreotti, mi parlò del ringraziamento dovuto all'interessamento del processo a Roma. La mia competenza forense fece delle conclusioni e disse: "Roma è la Cassazione. La Cassazione è quella che si pronuncerà su due ergastoli del padre e figlio Rimi". Quindi è questa la mia confusione nel dire che nel '79 va a ringraziare l'on. Andreotti per l'interessamento sulla Cassazione che era andata a buon fine nei confronti di padre e figlio Rimi. Quindi non è che io sapevo che il processo fosse ritornato come si fa in Appello come sede a Roma. Per me Roma significava Cassazione.

DOMANDA - Quindi lei sente dire a Badalamenti che si trattava di un processo di Roma, che si doveva fare a Roma?

RISPOSTA - Sì.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Quindi Badalamenti non parlò di Cassazione?

RISPOSTA - No, assolutamente.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E` lei che parla di Cassazione?

RISPOSTA - Sì, sono io che faccio la conclusione, che essendo Roma la sede della Cassazione, per me è la Cassazione.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Altre domande?

INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Nessun'altra.



ESAME DEL COLLABORANTE DA PARTE DEL TRIBUNALE

DOMANDA - Lei ha parlato di lamentele di Andreotti, a proposito dell'omicidio Pecorelli?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Di queste lamentele gliene parlarono Badalamenti e Bontade oppure è una sua deduzione?

RISPOSTA - Sì, le lamentele sono mie deduzioni, queste sono le deduzioni che io un momento fa, prima di sospendere, cercavo di sapere qual era la risposta che io dovevo dare in merito alla deduzione.

Non ci sono altre domande; il collaborante viene licenziato.



INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Non c'è altro. A questo punto ovviamente i Pubblici Ministeri dovranno poi pronunciarsi in un'ulteriore udienza sulle richieste, ai sensi dell'articolo 195, formulate dai difensori oggi. Rimane da esaminare il teste americano Richard Martin, il quale ha fatto sapere che sarà a Padova, per essere sentito dal Tribunale, nella tarda mattinata di domani. Il Tribunale aveva previsto tre giorni, per cui

IL TRIBUNALE rinvia all'udienza di domani ad ore 11.30, diffidando l'imputato, ove lo voglia, a comparire per tale udienza.

Il presente verbale viene chiuso alle ore 13.25.