TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI PALERMO

V SEZIONE PENALE

VERBALE DI TRASCRIZIONE UDIENZA


Proc. P. n. 505/95

Ud. del 5/12/95

A CARICO DI GIULIO ANDREOTTI



PRESIDENTE:
Si accomodi. Allora l'imputato è assente, difeso dall'Avvocato Ascari e dalll'Avvocato Buongiorno. E allora, Pubblici Ministeri, con chi iniziamo?

P.M.:
Con il teste Arnaldo La Barbera.

PRESIDENTE:
Allora si accomodi il teste La Barbera. Si accomodi qua, dottore La Barbera. Deve spostare quella sedia. Prego.

LETTURA DELLA FORMULA DI GIURAMENTO.

PRESIDENTE:
Senta, Questore, lei consente di essere ripreso? Va bene, si accomodi. Lo sposti ancora, in modo che io possa vedere i Pubblici Ministeri. Allora, dottore La Barbera, dia le generalità.

LA BARBERA A.:
La Barbera Arnaldo, nato a Lecce il 9.12.42.

PRESIDENTE:
Il Pubblico Ministero può procedere.

P.M.:
Mi autorizza a fare le domande da seduto, Presidente?

PRESIDENTE:
Perchè?

P.M.:
Se posso restare seduto, altrimenti...

PRESIDENTE:
Se non c'è una ragione particolare, non vedo perchè.

P.M.:
In quale ufficio presta attualmente servizio?

LA BARBERA A.:
Sono Questore di Palermo.

P.M.:
In precedenza quale ufficio ha ricoperto?

LA BARBERA A.:
Qui a Palermo sono stato dirigente della Squadra Mobile dall'88 al '92, al '93.

P.M.:
Può parlare più vicino al microfono, non la sento bene.

LA BARBERA A.:
Dunque sono stato dirigente della Squadra Mobile qui a Palermo dall'88 al '92.

P.M.:
In tale qualità lei ha seguito e diretto le indagini per l'omicidio dell'europarlamentare Salvo Lima, ucciso il 12 marzo del 1992?

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
Vuole riferire al Tribunale le indagini che ha esperito?

LA BARBERA A.:
Beh, per quanto attiene la dinamica dei fatti, il 12 marzo del '92 verso le 9,30 pervenne alla sala operativa l'allarme di un omicidio perpetrato in via delle Palme a Mondello. Sul posto venne inviata la volante 32 e appunto in via delle Palme furono avvicinati da due, da due persone, identificate successivamente per Li Vecchi e per Liggio, che erano nei pressi di un'autovettura Opel Vectra di colore bleu. Gli stessi indicando un corpo, un cadavere a circa 20 metri dall'autovettura, lo identificavano per l'Onorevole Lima. Entrambi si erano recati nella stessa mattinata a casa dell'Onorevole e uscì da casa pochi minuti prima, verso le 9,20-9 e mezzo, si stavano per recare presso l'Hotel Palace di Mondello, dove era necessario prendere degli accordi, in quanto il 23 dello stesso mese si sarebbe tenuta una cena alla presenza dell'Onorevole Andreotti. Usciti da casa, vi ritornavano dopo pochi minuti in quanto l'Onorevole aveva dimenticato nell'abitazione un documento o qualcosa del genere. Ripresa la direzione di marcia per andare verso il Palace, venivano affiancati da una motocicletta con a bordo due individui, i quali, sorpassata l'autovettura, iniziavano ad esplodere dei colpi di arma da fuoco e costringevano il Li Vecchi ad arrestare la corsa dell'auto. Immediatamente riferivano che l'Onorevole Lima, accortosi di quanto stava succedendo, dopo avere esclamato "stanno ritornando", apriva lo sportello anteriore lato destro e iniziava a correre in direzione opposta a quella di marcia dell'autovettura, ovviamente seguiti quasi subito dal Li Vecchi e dal Liggio. Gli stessi trovavano...si rifugiavano dietro un cassonetto e avevano modo di notare che uno dei killers, sceso dalla motocicletta, inseguiva l'Onorevole e lo attingeva con colpi di pistola. Questo per quanto attiene la dinamica, riferita dai due testi. Testimonianza importante fu raccolta nell'immediatezza da tale ...ad opera...fu resa da tale Marchiano, un agente di Polizia, libero dal servizio che quella mattina nel transitare, unitamente al padre, per quella strada aveva avuto modo di notare con sufficiente freddezza la scena dell'evento delittuoso. Infatti riferiva questo che c'era una...aveva notato questa Opel Vectra essere affiancata da una motocicletta tipo enduro, due motociclisti calzanti dei caschi integrali, dopo avere esploso alcuni colpi, costringevano l'autovettura a fermarsi. Ovviamente intuiva che si stava per perpetrare qualcosa di estremamente grave e appuntava la sua attenzione su uno dei motociclisti, che sceso dall'autovettura, inseguiva impugnando un revolver prima con una mano e poi raggiunto l'individuo, identificato per l'Onorevole Lima, con due colpi di...con due...afferata la pistola con due mani, lo attingeva con alcuni colpi di arma da fuoco.

PRESIDENTE:
L'Agente come si chiama?

LA BARBERA A.:
Marchiano. Un'altra testimonianza di una certa utilità fu raccolta...fu resa da Riggio, da tale Riggio che è amico dell'Onorevole Lima, il quale aveva avuto modo di allontanarsi dall'abitazione poco prima che l'Onorevole uscisse dall'abitazione ed aveva notato un'autovettura - lui la definisce una Kawasaki con dei numeri iniziali 12, targata Palermo 12, con due individui indossanti due caschi integrali, verosimilmente gli stessi killers che poi sono si sono resi responsabili dell'omicidio. Nell'immediatezza furono identificate varie persone, ma di utile non furono rese testimonianze utili per le indagini. L'autovettura, la motocicletta fu rinvenuta poco dopo in via Marinai Alliata e trattavasi di una Honda targata 121536, asportata...la cui targa ovviamente su cui...moto su cui era stata apposta una targa non rispondente a quella originaria. Sia la targa che la moto, ovviamente appartenenti a due persone diverse, che erano state rubate nell'89, nell'89 nel mese di agosto, una a tale Porretto e l'altra a tale Beninati. Una testimonianza...ci furono ancora due testimonianze utili per ricostruire un po' la dinamica dell'omicidio, una resa da un giardiniere, che ha avuto modo di vedere nel luogo dove la moto fu abbandanota, moto che fu trovata con...addirittura con l'indicatore di direzione ancora acceso, che aveva notato un'autovettura circolare più volte in quella strada sterrata nei pressi appunto dove la moto fu abbandonata e improvvisamente verso le 10 andare via sgommando. Un'altra testimonianza fu resa ...utile, sufficientemente utile, fu resa da Feo Giuseppina, abitante nei pressi di via delle Palme, dove era occorso l'omicidio, la quale riferiva di avere udito due serie di colpi di arma da fuoco e subito dopo la seconda sgommare un'autovettura di colore...di tipo sportivo, non la descrive, non la descrisse in maniera più idonea e di colore bleu, quindi verosimilmente con a bordo altri ccomponenti del commando responsabile dell'omicidio.

P.M.:
Lei ha detto che le persone,che si trovavano nell'autovettura con l'Onorevole Lima, si chiamavano Li Vecchi e Liggio.

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
Ricorda i nomi di battesimo di queste due persone?

LA BARBERA A.:
Li Vecchi Edoardo, mi pare, Li Vecchi Edoardo e Liggio Leonardo.

P.M.:
No, no, se vuole consultare i suoi appunti, perchè i nomi non sono quelli.

PRESIDENTE:
Il Presidente autorizza il teste a consultare atti a sua firma.

LA BARBERA A.:
No, Li Vecchi Alfredo e Liggio Leonardo.

P.M.:
Nando o Leonardo?

LA BARBERA A.:
Leonardo.

P.M.:
E chi erano esattamente queste due persone?

LA BARBERA A.:
Uno è un professore universitario e due esponenti della DC. Adesso non ricordo se all'epoca ricoprissero delle cariche politiche, ma due esponenti della DC certamente.

P.M.:
E si sa che cosa erano andati a fare quel giorno a casa dell'Onorevole Lima?

LA BARBERA A.:
Ma se ben ricordo dalla....Li Vecchi era solitamente la mattina verso le 8 e mezza si reccava presso l'abitazione dell'Onorevole Lima, quando era in Palermo, e lo ...per accompagnarlo, era un amico insomma e legato da amicizia lo accompagnava da casa, da Mondello all'ufficio qui in Palermo. L'altro era parimenti, come dicevo, un esponente o, comunque, un...della DC e legato da amicizia all'Onorevole e quella mattina dovevano concordare questa cena per il giorno 23, che era stata organizzata dall'Onorevole Lima.

PRESIDENTE:
23 del mese?

LA BARBERA A.:
Di marzo. Del marzo '92, sì.

P.M.:
Poi lei ha fatto riferimento ad un altro teste di nome Riggio, il quale avrebbe notato una motocicletta. Il nome di battesimo di questo Riggio e chi è in particolare?

LA BARBERA A.:
Un attimo, cconsulto...Riggio Francesco.

P.M.:
Sì. Rivestiva delle cariche?

LA BARBERA A.:
Sì, questo qua dovrebbe essere assessore al patrimonio, mi pare, se non vado errato. Sì.

PRESIDENTE:
Questo Riggio fu presente pure all'omicidio?

LA BARBERA A.:
Riggio, no, presente all'omicidio no, era uscito...si era recato nella mattinata a casa dell'Onorevole ed era uscito pochi minuti prima che uscisse l'Onorevole, unitamente a Li Vecchi ed al Liggio.

P.M.:
Quanti colpi attinsero l'Onorevole Lima?

LA BARBERA A.:
Due colpi, due colpi di calibro 38. Uno lo attinse alla testa, da dietro, dalla nuca verso ...dall'alto all'emitorace sinistro, mi pare di ricordare.

P.M.:
Lei ha detto poco fa' che il Li Vecchi ha riferito una frase che avrebbe detto l'Onorevole Lima quando i killers cominciarono a sparare. Cosa disse?

LA BARBERA A.:
Stanno tornando. Verosimilmente si era accorto della motocicletta, che li aveva un attimino sorpassati, che aveva appunto esploso un paio...due, tre colpi di arma da fuoco e aveva visto la manovra di inversione di marcia per ritornare, per ritornare verso l'autovettura.

P.M.:
Lei si è occupato di altri omicidi di mafia nel corso della sua...

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
Attività di dirigente della Squadra Mobile?

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
E nel corso di queste attività di omicidi di mafia le è capitato di riscontrare che sono state adottate le stesse identiche modalità esecutive di questo delitto?

LA BARBERA A.:
Diciamo la ...sin dall'inizio l'omicidio, la natura mafiosa dell'omicidio era evidente, sia per la professionalità dimostrata, sia per la tecnica e, comunque, anche per ...ad esempio la faccenda di avere usato dei mezzi...il commando di mezzi rubati già molto tempo prima, con apposizione di targa diversa dal mezzo, targa parimenti rubata in epoca molto antecedente. Ad esempio l'omicidio Cucccia Antonino, l'omicidio Cuccia Antonino, un omicidio che avvenne nel '90, fu il...in tale circostanza i killers usarono dei mezzi rubati tre anni prima, apponendo delle targhe...

PRESIDENTE:
Che era al fratello di Vincenzo Puccio?

LA BARBERA A.:
Sì, sì. Apponendo delle targhe parimenti sottratte anni addietro, anni antecedenti al...in epoca molto antecedente alla perpetrazione dell'omicidio. Lo stesso fatto, la stessa meccanica dell'omicidio usata nella vicenda Lima, il killer che con estrema professionalità lo insegue e prima di sparare impugna l'arma con due mani, sta ad indicare un certo grado di professionalità.

P.M.:
Anche nella strage di via D'Amelio fu adottata la tecnica delle macchine e delle targhe rubate?

LA BARBERA A.:
Sì, in via D'Amelio fu ...la maccchina fu rubata 15-20 giorni prima il verificarsi della strage e fu asportata una targa alcuni giorni prima dell'omicidio di...corrispondente alla vettura ed apposta poi sulla vettura, ove avevano...era stata nascosta, celata la carica esplosiva.

P.M.:
Nessun'altra domanda.

PRESIDENTE:
La Difesa può procedere al controesame.

AVV.BONGIORNO:
Dottor La Barbera, lei ha riferito una serie di accertamenti, che avrebbe...che sarebbero stati espletati. Io vorrei chiarito che tipo di accertamenti ha fatto lei direttamente, se sono stati delegati a qualche agente, ccioè in particolare ciò che ha constatato direttamente e ha potuto riferire in via diretta, ciò che ha delegato invecce.

LA BARBERA A.:
Ma guardi, io ho sunteggiato quello... a grosse linee quella che è stata la dinamicca dell'omicidio, adesso chiaramente, come dirigente della Squadra Mobile, i singoli atti furono delegati a componenti della squadra, ad altri colleghi e a personale dipendente.

AVV.BONGIORNO:
Posso sapere il nome degli agenti che hanno espletato queste indagini?

LA BARBERA A.:
Mi faccia...Gli accertamenti...

PRESIDENTE:
Vuole sapere di tutti, signora?

AVV.BONGIORNO:
Voglio sapere quanto meno...ha fatto riferimento alla dinamica dell'incidente. Chi è che ha fatto questi accertamenti sulla dinamica dell'incidente almeno.

PRESIDENTE:
Cioè dell'omicidio?

AVV.BONGIORNO:
Dell'omicidio, sì.

LA BARBERA A.:
Ma guardi a partire dai componenti della volante 32 a personale della Squadra Mobile, l'Agente Martino. Dovremmo consultare gli atti, con i firmatari....

PRESIDENTE:
Sicuramente agli atti del Pubblico Ministero ci saranno, Avvocato Bongiorno. No?

AVV.BONGIORNO:
No, alcuni di questi no.

PRESIDENTE:
No?

AVV.BONGIORNO:
No, tra le carte...Volevo sapere un'altra cosa. Lei ha riferito alcune dichiarazioni rese da persone informate sui fatti, ha fatto riferimento ad un giardiniere, ad alcune persone che avrebbero apportato un contributo alle indagini.

LA BARBERA A.:
Sì.

AVV.BONGIORNO:
Queste persone sono state sentite direttamente da lei?

LA BARBERA A.:
Certamente non verbalizzate da me, ma comunque ero presente o informalmente le avevo sentite anch'io.

AVV.BONGIORNO:
Va bene, grazie.

PRESIDENTE:
Domande, Avvocato? Niente. Domanda del Presidente. Senta, dottore La Barbera, comunque lei ha firmato il rapporto in cui venivano riportati tutti questi accertamenti?

LA BARBERA A.:
Sì, sì.

PRESIDENTE:
Come capo della Squadra Mobile.

LA BARBERA A.:
Sì.

PRESIDENTE:
Senta, lei poco fa' ha parlato del killer che avrebbe impugnato l'arma con due mani.

LA BARBERA A.:
Sì.

PRESIDENTE:
Ora questa circostanza da chi le è stata riferita, se lo ricorda?

LA BARBERA A.:
Da Marchiano.

PRESIDENTE:
Dall'agente Marchiano.

LA BARBERA A.:
Dall'agente Marchiano, sì.

PRESIDENTE:
Prego, prego, può fare domande.

P.M.:
Un'ultima domanda. Nell'immediatezza del fatto, lei si è recato sui luoghi?

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
Ha visto il cadavere dell'Onorevole Lima sul marciapiede?

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
Ha visto anche la motocicletta?

LA BARBERA A.:
No, la motocicletta no, perchè fu rinvenuta in via Marinai Alliata, distante dal luogo dell'omicidio.

P.M.:
Ricorda se poi questa motocicletta fu mostrata al Marchiano?

LA BARBERA A.:
Sì, la motocicletta fu mostrata al Marchiano e riconobbe, mi pare che riconobbe con sufficiente certezza la stessa...come lo stesso mezzo che aveva visto andar via dal luogo dell'omicidio.

P.M.:
Ricorda il nome di battesimo di Marchiano?

LA BARBERA A.:
Beh, un attimo. Mi permette di....?

PRESIDENTE:
Sì.

LA BARBERA A.:
Edoardo.

P.M.:
Va bene.

P.M.:
Scusi, dottore La Barbera, lei poc'anzi ha detto che l'Avvocato Francesco Riggio era assessore al patrimonio o qualcosa del genere.

LA BARBERA A.:
Sì.

P.M.:
E' certo di questo, vuole consultare gli atti?

LA BARBERA A.:
Consulto un attimo gli atti.

P.M.:
Sì, grazie.

LA BARBERA A.:
No, forse Liggio era ...aveva questa carica politica.

PRESIDENTE:
Allora chi?

LA BARBERA A.:
Liggio.

PRESIDENTE:
Cioè Liggio era?

LA BARBERA A.:
Assessore al patrimonio, mi pare.

PRESIDENTE:
Liggio?

LA BARBERA A.:
Un attimo, guardi, consulto un attimo gli atti, perchè non...

P.M.:
Sì.

LA BARBERA A.:
Liggio Francesco...Beh, Liggio era assessore dell'amministrazione provinciale.

P.M.:
Liggio era?

LA BARBERA A.:
Assessore.

P.M.:
Forse era stato...Se non è in grado, non è necessario insomma.

PRESIDENTE:
Più forte, Pubblico Ministero.

P.M.:
Dicevo se non è in grado di rispondere immediatamente a questa domanda, può lasciarla benissimo aperta, non...

LA BARBERA A.:
Per adesso dagli atti qua non sembra.

P.M.:
Ecco, non dovrebbe emergere.

LA BARBERA A.:
Non mi pare che sia precisato se(inc.)

P.M.:
Quindi lei non è...La domanda è questa: lei è certo se il Riggio Francesco, come aveva detto, era assessore oppure il Liggio Leonardo? Se non è certo...

LA BARBERA A.:
Mi pare di ricordare che Liggio Leonardo fosse assessore e non il Riggio, ecco però non posso...

P.M.:
Intanto il Riggio non c'entra e il Liggio le pare di ricordare, ma non ne è certo. Va bene, per il Pubblico Ministero è sufficiente. Grazie.

PRESIDENTE:
Può andare, dottore La Barbera.

LA BARBERA A.:
Grazie.

PRESIDENTE:
Allora il Colonnello Pomi.

P.M.:
Colonnello Pomi, sì.

PRESIDENTE:
I fotografi prima di scattare fotografie, attendano l'interpello mio, vediamo se il Colonnello consente ad essere ripreso. Si accomodi qua, Colonnello. Senta, Colonnello, lei consente ad essere ripreso?

POMI D.:
No.

PRESIDENTE:
No. Il teste non consente ad essere ripreso.

POMI D.:
LETTURA FORMULA DI GIURAMENTO

PRESIDENTE:
Si accomodi. Anche per la televisione ovviamente. Ovviamente chi viola le prescrizioni, avrà revocata l'autorizzazione. Prego. Dia le generalità, Colonnello.

POMI D.:
Tenente Colonnello Pomi Domenico, nato a Tolfa, provincia di Roma, 9 gennaio 1942, in servizio presso la DIA.

PRESIDENTE:
Va bene.

POMI D.:
All'epoca delle indagini, cioè dall'ottobre 1992 al maggio 1994 ho diretto la II Sezione Investigativa del Centro Operativo della DIA di Palermo.

PRESIDENTE:
Pubblico Ministero, può procedere.

P.M.:
Sì. Colonnello Pomi, lei si è occupato della cattura di Gioacchino Pennino, del dottor Gioacchino Pennino, nato a Palermo il 1deg. Marzo 1938?

POMI D.:
Sì, io mi sono occupato delle indagini precedenti all'emissione del provvedimento restrittivo datato 1deg. febbraio 1994; successivamente all'emissione del provvedimento mi sono occupato della localizzazione del catturando e, quindi, successivamente anche della sua cattura.

P.M.:
Ricorda quali erano i titoli di reato per i quali era stato emesso...

POMI D.:
Il provvedimento ....

P.M.:
Mi faccia finire la domanda, cortesemente. Per i quali era stata emessa ordinanza di custodia cautelare nei confronti del dottore Pennino?

POMI D.:
Sì, il provvedimento, come ho già detto, datato 1deg. febbraio 1994 era stato emesso per il 416 bis. L'imputato fu localizzato in Croazia, esattamente a Novigrad.

P.M.:
Soltanto per il 416 bis o anche per altro titolo di reato? Se desidera, con l'autorizzazione del Tribunale, può chiedere di essere ...di consultare eventuali note e appunti a sua firma.

POMI D.:
Se ricordo, se ricordo bene era solo il 416 bis, ma...

PRESIDENTE:
Può, se ha degli atti da consultare, è autorizzato a consultarli.

POMI D.:
416 bis e 416, gli altri reati....

PRESIDENTE:
Senta, mi scusi, Pubblico Ministero, vuole ripetere il nome della città della Croazia.

POMI D.:
Novigrad, Novigrad.

PRESIDENTE:
Prego.

POMI D.:
In Croazia, esattamente in Istria. Fu localizzato intorno al 18 di febbraio e succesivamente il 1deg. marzo tratto in arresto da agenti della Polizia Criminale Croata.

PRESIDENTE:
La data completa, la data completa.

POMI D.:
Gennaio, cioè scusi febbraio '94 e esattamente poi l'8 marzo sempre del '94 fu tratto in arresto da agenti della Polizia criminale croata. Fu ristretto al carcere di Pola.

P.M.:
Ricorda subito dopo l'arresto a Novigrad del dottore Pennino per quali dei due titoli di reato, per i quali era stato tratto in arresto, venne riconosciuto e concesso estradizione?

POMI D.:
Sì, il Ministero di Grazia e Giustizia croato concesse l'estradizione per il solo 416, poichè il Codice Penale croato non prevedeva la fattispecie criminosa del 416 bis. Una volta tradotto in Italia, esattamente nel mese di agosto del...sempre del '94, il Pennino accettò di rispondere non solo per il 416, ma anche per il 416 bis e così facendo si precluse, alla scadenza dei 6 mesi della custodia cautelare, di tornare in libertà.

P.M.:
Quando sarebbero scaduti i 6 mesi di custodia cautelare rispetto al momento in cui ....

POMI D.:
Fu arrestato l'8 marzo '94, quindi il 9 settembre del '94, sei mesi dopo.

P.M.:
E quindi rispetto al momento in cui accettò anche l'estradizione per il 416 bis, quanto gli mancava rispetto a questo termine di decorrenza della custodia cautelare?

POMI D.:
Accettò questo nel primo verbale che fece, esattamente il 30 agosto del '94, quindi praticamente qualche giorno prima insomma, 30 agosto-9 settembre.

P.M.:
Il Pennino cosa...cioè durante le indagini che lei ha svolto sul Pennino, che cosa ha accertato in ordine alla sua carriera criminale, se ve ne è stata, alla sua vita professionale, al suo ambito familiare e alle relazioni che aveva intessuto durante la sua vita?

POMI D.:
Nel quadro di queste indagini furono condotte investigazioni su 16 medici dell'area palermitana, tra questi il Pennino Gioacchino, quindi possiamo dire subito che è un medico, medico analista, era titolare all'epoca di due laboratori di analisi, uno in via Roma 111, l'altro in Piazza Luigi Sturzo 14, successivamente spostato poi in via Roma 11, credo, via Roma 11. Quindi dicevo era medico e si laureò giovanissimo, si laureò nel gennaio del '62, quindi appena circa 23 anni aveva nella circostanza, dopo qualche mese nel marzo successivo conseguì l'abilitazione e poi successivamente si specializzò in radiologia e radioterapia, conseguì attestati anche in endrocrinologia, ginecologia e medicina sociale, si specializzò anccora in igiene e orientamento sulla sanità pubblica, in igiene e medicina preventiva. Iniziò come medico, come assistente presso l'Ospedale Civico, da assistente presso l'Ospedale Civico diventò medico specialista in patologia clinica convenzionato con le ex mutue, successivamente entrò all'INAM come medico funzionario, fu prima dirigente del poliambulatorio della Gancia, successivamente capo reparto del settore prestazioni mediche generiche per la provincia di Palermo, fu Ispettore Sanitario sempre per tutta la provincia di Palermo, consulente medico legale....

PRESIDENTE:
Colonnello, più lentamente in maniera tale da consentire....

POMI D.:
Benissimo.

PRESIDENTE:
Prego.

POMI D.:
Riprendo allora. Come medico funzionario dell'INAM ricoprì la carica di dirigente presso il poliambulatorio della Gancia.

PRESIDENTE:
Prego, prego.

POMI D.:
Poi successivamente fu capo reparto del settore prestazioni mediche generiche presso la Provincia di Palermo, di Ispettore Sanitario sempre per la provincia, consulente medico legale dell'INAS, il patronato della CISL e successivamente medico di fiducia dell'ESA, dell'Ente Sviluppo Agricolo. Questo per quanto attiene alla....

P.M.:
Carriera professionale.

POMI D.:
Professionale. Per quanto, invece, concerne la carriera politica dobbiamo dire che la famiglia Pennino, almeno fino al 1956 era ...

P.M.:
Scusi, quando parla di famiglia Pennino, vuole precisare a chi intende rivolgersi?

POMI D.:
Intendo dire al ...il padre e lo zio.

P.M.:
I nomi rispettivamente del padre e dello zio?

POMI D.:
Il padre Gaetano, lo zio omonimo del collaboratore, Pennino Gioacchino anche lui.

P.M.:
Nato ricorda quando?

POMI D.:
Sì, posso...un attimo allora. Lo zio era nato nel '908.

P.M.:
Va bene, soltanto questo. Vada avanti.

POMI D.:
Quindi dicevo l'orientamento della famiglia Pennino era verso il Partito Liberale, successivamente al 1956 si spostò verso la Democrazia Cristiana. All'interno del partito, Pennino ebbe un ruolo abbastanza importante. Nel '77 aderì al gruppo Ciancimino, dal '78 al 1980 fu segretario della sezione di Ciaculli, nel 1982 fu Commissario alla sezione di 7 Cannoli, zona Corso dei Mille-Torrelunga. Nel febbraio dell'83, dopo il congresso di Agrigento, quando Ciancimino passò...

P.M.:
Congresso, che tipo di congresso era?

POMI D.:
Regionale.

P.M.:
Regionale.

POMI D.:
Della DC. Quando Ciancimino passò in autonomia, Pennino se ne distacca e transita con l'Onorevole Alberto Alessi, prima nella base....

PRESIDENTE:
Mi scusi, che significa Ciancimino passò in autonomia, non ....

POMI D.:
Non faceva più parte di una corrente specifica.

P.M.:
E fino a quel momento di quale corrente aveva fatto parte, a quale corrente aveva aderito Vito Ciancimino?

POMI D.:
Credo che fosse forse Gioia, non ricordo con ...

P.M.:
Nel 1983?

POMI D.:
Non lo ricordo questo con esattezza.

P.M.:
Vada avanti allora. Quindi passa nella corrente di base e poi...?

POMI D.:
E poi successivamente nel gruppo doroteo. Nell'84, sempre come doroteo, partecipa quale delegato al congresso nazionale della DC. Ricopre negli anni '85-'86 e '87 anche la carica di segretario provinciale e regionale della CISL medici ed infine è neccessario ricordare che negli anni '80 è stato vice responsabile provinciale della sanità di Palermo per la Democrazia Cristiana.

P.M.:
Nell'ambito di queste sue relazioni politiche e soprattutto a seguito delle cariche da lei ricordate nell'ambito del partito a Palermo o nella provincia di Palermo, il Pennino aveva un cosiddetto pacchetto di voti, cioè riusciva a convogliare su di sè o su candidati da lui indicati in occasioni di consultazioni elettorali un pacchetto di voti e se sì di quale dimensione, se lo ha accertato.

POMI D.:
Posso rspondere...

AVV.BONGIORNO:
Scusi, Presidente, la Difesa intende fare un'opposizione nel senso che questa domanda, cioè la risposta a questa domanda fa riferimento, immagino, alle dichiarazioni del pentito.

P.M.:
Fa riferimento alle investigazioni ...

AVV.BONGIORNO:
Se posso concludere un attimino.

PRESIDENTE:
Prego, prego, faccia finire.

AVV.BONGIORNO:
Se posso concludere un attimino la mia opposizione.

PRESIDENTE:
Prego, prego.

AVV.BONGIORNO:
Se posso concludere un attimo la mia opposizione, la mia opposizione è questa: se il testimone ha la possibilità di riferire fatti e accertati non dalla dichiarazione del pentito, non c'è opposizione; se fa, invece, esplicito riferimento alla dichiarazione del pentito, è chiaro che in questo momento non si può fare riferimento a questa dichiarazione, perchè sarà sentito successivamente.

PRESIDENTE:
Il Pubblico Ministero ha da dire qualcosa su questa...

P.M.:
Sì, Presidente. Il Pubblico Ministero ha da dire che evidentemente non può chiedere mai al Colonnello Pomi di rispondere facendo riferimento alle dichiarazioni del collaboratore, dottor Pennino. Evidentemente era con riferimento ad eventuali risultati di sue investigazioni.

POMI D.:
Ecco...

PRESIDENTE:
E allora in questi termini la domanda è ammessa.

AVV.ASCARI:
Scusi, Signor Presidente, non per...per chiarire meglio quello che può essere anzicchè l'orientamento della Difesa. Una cosa sono gli accertamenti che ha fatto il teste personalmente e su questo punti non ci sono dubbi, altra cosa, secondo l'opinione della Difesa, sono le risultanze che il teste può aver tratto da fascicoli di atti processuali o da fascicoli di altri processi o, comunque, da fascicoli che sono venuti in suo possesso, perchè se si tratta di accertamenti che fatto il teste personalmente, non vi è naturalmente nessuna opposizione; se si tratta, invece, del risultato di consultazione di altri processi, allora evidentemente sarà bene che avessimo noi anche a disposizione quei documenti. Questo è il problema, è un problema più fondo, che si rifà anche al tenore di quella articolatissima ordinanza, che la Corte ha emesso. Ripeto se il teste dice cose che sono frutto di suoi accertamenti, questa Difesa non ha...anzi non ha nessun limite, perchè sono accertamenti suoi, se il teste, invece, riferisce fatti e circostanze che sono emersi da processi, da atti amministrativi, che sono venuti in suo possesso, beh allora evidentemente questi documenti potremmo averli anche noi e vedere quali sono risultanti o meno. Eccco, questa è la posizione della Difesa. Grazie, Signor Presidente.

PRESIDENTE:
Va bene. Intanto risponda alla domanda del Pubblico Ministero.

POMI D.:
Sì. Non ho conoscenza diretta di questa possibilità, nè tanto dell'entità di questo pacchetto, ma della possibilità che il Pennino avesse di orientarlo verso un candidato o verso un altro.

P.M.:
In ordine agli accertamenti investigativi da lei svolti sul Pennino, è emerso un passato criminale del Pennino e se sì in quale settore. E' chiara la domanda o ...

POMI D.:
Sì, sì, no è chiara.

P.M.:
O desidera...

POMI D.:
E' chiara, sto solo cercando di focalizzare.

P.M.:
Gliela posso, gliela posso semplificare in questi sensi: dalle investigazioni da lei svolte, è risultato che il Pennino ha fatto parte dell'associazione mafiosa "Cosa Nostra"?

POMI D.:
Sicuramente, sicuramente.

P.M.:
E' risultato a quale famiglia o di quale famiglia facesse parte?

POMI D.:
Sicuramente, ecco diciamo che...

P.M.:
Quale era questa famiglia?

POMI D.:
La famiglia di Brancaccio.

P.M.:
La famiglia di Brancaccio. E' risultato da quanti anni faceva parte di Cosa Nostra?

POMI D.:
Fu combinato intorno alla fine degli anni '70, la famiglia Pennino è una famiglia di precise connotazioni mafiose, mi riferisco al nonno, mi riferisco al padre, mi riferisco allo zio del collaboratore.

P.M.:
Il nonno come si chiamava?

POMI D.:
Il nonno si chiamava Gioacchino, il padre Gaetano, lo zio, fratello di Gaetano quindi, anche lui Gioacchino.

P.M.:
Credo che non abbiamo detto soltanto l'anno di nascita del nonno Gioacchino Pennino. Se vuole riferirlo per il verbale?

POMI D.:
Credo '968.

P.M.:
Può consultare gli atti, credo che sia stato autorizzato dal Tribunale.

POMI D.:
1864.

P.M.:
Quindi abbiamo tre Giacchino, il nonno del 18...

POMI D.:
Del 1864, poi il fratello...

P.M.:
Lo zio.

POMI D.:
Sì, lo zio, fratello del padre, del '908 ...

P.M.:
Ed il collaboratore del '38.

P.M.:
Del '38.

POMI D.:
Del '38.

P.M.:
Quindi quali sono stati i risultati di queste sue investigazioni sul passato criminale della famiglia Pennino?

POMI D.:
Ecco, dicevo appunto che la famiglia Pennino è una famiglia di precise connotazioni mafiose, tra l'altro sono anche parenti dei Barbaccia di Godrano e, a proposito dei Barbaccia di Godrano, io mi sono occupato anche del dottor Francesco Barbaccia, otorinolaringoiatra, medico presso il carcere Ucciardone, arrestato nel marzo del '94. Attraverso i Barbaccia di Godrano sono anche parenti dei Lorello e anche dei Prestifilippo di Ciaculli.

PRESIDENTE:
I Lorello di dove sono?

POMI D.:
I Lorello di Godrano. I Prestifilippo di Ciaculli, anche se Francesco Barbaccia pur essendo di Godrano, quando si tratterà di essere combinato, accetterà di esserlo nella famiglia di Cinisi per un vincolo di amicizia nei confronti di Gaetano Badalamenti.

PRESIDENTE:
E la famiglia Lorello è pure una famiglia mafiosa?

POMI D.:
E' una famiglia mafiosa, in particolar modo Lorello Gaetano. Lorello Gaetano fu coinvolto nel processo dei 114 di cui parleremo a proposito poi dello zio, dello zio quindi...lo zio Gioacchino omonimo del collaboratore. Lo zio Gioacchino nasce nel 1908 e muore nel'89. All'epoca abitava in via Sperlinga 30, via Sperlinga quindi una traversa di via Ruggero VII. Nel '56 viene assegnato al confino di polizia per la durata di anni 5. Nel '57 questo provvedimento gli viene trasformato in diffida, per le sue precarie condizioni di salute, è sofferente di diabete, è affetto da malattie cardio-vascolari. Nel '67 viene sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con provvedimento definitivo dalla Corte di Appello di Palermo. E' importante, per quanto attiene a Pennino Gioacchino zio, ricordare che nel 1968 fu processato dalla Corte di Assise di Catanzaro per il 416 unitamente ad altri 115 imputati, infatti questo processo va sotto il nome di processo ad Angelo La Barbera + 116. Tra questi imputati è opportuno ricordare Tommaso Buscetta, i fratelli La Barbera, Mazzara Giacinto e lo stesso Gaetano Badalamenti. Nel procedimento il Pennino riporterà la condanna a 4 anni di reclusione, mentre invece Tommaso Buscetta sarà condannato ad anni 14.

P.M.:
Ricorda nel processo al quale ha fatto riferimento, quindi il processo di Catanzaro...

POMI D.:
Sì.

P.M.:
Se vi erano altri, altre relazioni, emersero altre relazioni fra il Pennino Gioacchino oltre che col Buscetta e gli altri uomini d'onore, ai quali lei ha fatto riferimento?

POMI D.:
Sì, vennero fuori relazioni con Rosario Mancino, con Greco Salvatore "l'ingegnere".

P.M.:
Ha modo di dire la paternità e l'anno di nascita di questo Greco Salvatore?

POMI D.:
Sì, devo un attimo...cconsultare perchè i Greco....Il Greco Salvatore fu Pietro e fu Greco Antonina.

P.M.:
Nato?

POMI D.:
Nato a Palermo nel 1924, 12 maggio 1924.

P.M.:
Quindi cosiddetto "ingegnere".

POMI D.:
Cosiddetto "ingegnere". Questo processo fu ritenuto di grande rilevanza, perchè fu la prima volta che in un dibattimento gli imputati vennero chiamati a rispondere oltre che del 416, anche di aver formato una commissione di mafia, leggo testualmente la sentenza, che decideva le sorti di altri mafiosi.

P.M.:
Dall'ambito di queste indagini sono emersi, oltre che rapporti appunto fra il Pennino Gioacchino, il Buscetta Tommaso e gli altri uomini d'onore da lei indicati, anche le attività che questi soggetti svolgevano e in caso positivo le svolgevano soltanto a Palermo o anche in altre zone del territorio?

POMI D.:
Questi soggetti erano tutti prevalentemente dediti al contrabbando, esercitavano il gioco d'azzardo, tant'è che erano agli atti le loro frequentazioni di vari casinò, tra cui San Remo, Cannes, Saint Vincent e Venezia e inoltre furono chiamati a rispondere anche di vari omicidi, tra cui l'omicidio di un certo Calcedonio, Calcedonio Di Pisa, nella cui agenda fu trovato un pacchetto...un foglio di carta stagnola con il numero di telefono dello zio Pennino Gioacchino.

P.M.:
Ricorda fatti specifici riguardanti le frequentazioni, le relazioni fra il Pennino Gioacchino del 1908 e Buscetta o altri uomini d'onore?

POMI D.:
Ma agli atti del processo venne fuori che erano solito riunirsi in vari alberghi e naturalmente venivano citati alberghi di Roma, di San Remo e in particolare si parlava anche di un'autorimessa, autorimessa di uno dei fratelli Salvatore, dove...

P.M.:
Sì. Uno dei fratelli?

POMI D.:
Dei fratelli La Barbera, Salvatore La Barbera.

P.M.:
Sì.

POMI D.:
Di cui sembra che il Buscetta, i due La Barbera, Riina Giacomo e Nicola Greco erano soliti riunirsi con una certa frequenza. Evidentemente era un punto base, dove facevano capo.

AVV.ASCARI:
Scusi, Presidente, questi sono accertamenti compiuti su delle carte processuali.

PRESIDENTE:
Questa è la sentenza del processo che è stata acquisita agli atti del dibattimento, già risultano dalla sentenza. E' vero, Pubblico Ministero?

P.M.:
Sì, Presidente, ma probabilmente a sgombrare ogni equivoco, ancche per il futuro, l'Ufficio che rappresento ritiene che nell'ambito delle investigazioni che vengono svolte da Ufficiali di P.G. rientrino anche le documentazioni che esistono agli atti delle forze di polizia, cui ciascun Ufficiale di P.G. fa parte, e quindi non vedo che tipo di differenza vi sia fra l'accertamento diretto di un fatto e l'accertamento....di un fatto evidentemente che sia ancora possibile direttamente accertare da parte dell'Ufficiale di P.G. e l'accertamento di fatti che evidentemente, per il tempo trascorso, non possono che essere rappresentati dagli archivi delle forze di Polizia. Quindi questo per ...così, per chiarire un attimo qual'è la natura della investigazione che viene demandata a ciascun Ufficiale di P.G. e nel caso in ispecie al Colonnello Pomi.

POMI D.:
Posso dire questo che oltre alla sentenza, che il Presidente ha citato, furono esaminati gli archivi nel corso del ....

P.M.:
Ecco, dagli archivi che cosa è emerso?

POMI D.:
Nel corso delle investigazioni, gli archivi sia della Questura di Palermo che del Comando Provinciale, quindi alcuni di questi ...

P.M.:
Il Comando Provinciale di chi?

POMI D.:
Dei Carabinieri.

P.M.:
Dei Carabinieri.

POMI D.:
Quindi alcuni di questi dati, come la riunione presso...le riunioni presso l'autorimessa o altre cose, il rinvenimento dell'appunto, oltre a essere citati nella sentenza, sono anche riportati su atti esistenti. Adesso non ricordo se in Questura o presso il Comando Carabinieri, atti visionati personalmente all'epoca delle indagini.

P.M.:
Sempre a proposito del vissuto mafioso della famiglia Pennino, ha trovato collegamenti fra il nonno del nostro collaboratore Pennino classe 1938 e il padre dell'Onorevole Salvo Lima e se sì in quali atti e in che ambito?

POMI D.:
Sì, io ho parlato dello zio, omonimo del collaboratore, non ho parlato...

P.M.:
Quindi di quello classe 1908.

POMI D.:
Esattamente. Non ho parlato del padre, non ho parlato del padre, perchè rispetto...

P.M.:
Vuole parlarci del padre?

POMI D.:
Sì, rispetto allo zio, quindi del padre praticamente Gaetano, rispetto allo zio Gioacchino, il padre è sicuramente una figura di minore rilevanza. Anche lui era regolarmente inserito in Cosa Nostra, ovviamente sempre nella famiglia di Brancaccio e anche lui fu oggetto di alcune misure di prevenzione. Nel '62 fu sottoposto alla diffida, la stessa diffida gli fu anche data nel '65, ma molto tempo prima, esattamente nel '33, fu sottoposto a procedimento penale davanti alla Corte di Assise di Palermo unitamente al padre, padre quindi nato nel 1864, insieme a Lima Vincenzo, padre dell'europarlamentare Salvo Lima e ad altri esponenti mafiosi, per concorso nel tentato omicidio di un certo Mingoglia Arturo. C'erano anche, oltre al tentato omicidio, anche delle estorsioni e poi tutti furono chiamati a rispondere per associazione per delinquere ed altri reati. Sempre in fatto di misure di prevenzione nel '76 ebbe dal Tribunale di Palermo la sorveglianza speciale.

P.M.:
Nel 19?

POMI D.:
76.

P.M.:
E' sicuro della data? Vuole consultare gli atti?

POMI D.:
Io ...questo morì nell'84.

P.M.:
Sì.

POMI D.:
A me risulta '76, mentre nel 1980 fu emesso a suo carico e a carico di altri un mandato di cattura, mai eseguito, per i reati di cui all'articolo 416 e 640, in relazione a corse ippiche truccate presso l'ippodromo La Motta di Palermo. Sia lui che il figlio Gioacchino entrambi erano iscritti rispettivamente al numero 905 e 906 del registro, dell'elenco degli indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose esistente presso la Questura di Palermo.

P.M.:
Anche Gioacchino Pennino, zio del collaborante, era inscritto nell'elenco dei mafiosi della provincia di Palermo?

POMI D.:
Ho detto entrambi, uno al 905, l'altro 906.

P.M.:
Quindi entrambi chi erano, mi scusi?

POMI D.:
Entrambi mi riferisco al padre e al....

P.M.:
Colonnello, non se l'abbia a male, siccome si tratta di soggetti che in gran parte hanno nome e cognome identico, se può cortesemente dire nome, cognome e anno di nascita, in modo da sgombrare il campo da possibili equivoci.

POMI D.:
Allora Pennino Gaetano, padre.

P.M.:
Sì. Nato nel?

POMI D.:
A Palermo il 22.4.903

P.M.:
Poi lei ha parlato di un nonno omonimo, quindi Pennino Gioacchino nato?

POMI D.:
Poi c'è un Pennino Giacchino nel 908, questo zio di Pennino.

P.M.:
E questo risulta iscritto nell'elenco dei mafiosi della provincia di Palermo?

POMI D.:
No, l'iscrizione riguarda soltanto gli altri due.

PRESIDENTE:
Cioè?

P.M.:
Cioè?

POMI D.:
Cioè soltanto il padre e il nonno.

P.M.:
Quindi Pennino Gaetano e il Pennino Giacchino.

POMI D.:
E il Pennino Giacchino. Pennino Giacchino questo è del 1864.

P.M.:
Quindi padre e ...

POMI D.:
E nonno.

P.M.:
Sono risultate dalle sue investigazioni frequentazioni del Pennino Gioacchino, collaboratore di giustizia, con ambienti legati al gioco d'azzardo oppure alle scommesse non solo all'ippodromo, ma anche nei campi di tiro a volo?

POMI D.:
Sì, io ho fatto degli accertamenti, è emerso che negli ultimi mesi del '93 il collaboratore partecipò a delle gare di tiro al volo, se ricordo in un campo di tiro non autorizzato, però non ho dati precisi, ecco e dovrei...

P.M.:
Dov'era questo campo di tiro?

POMI D.:
In provincia di Messina, credo.

P.M.:
In provincia di Messina. E a Palermo erano risultate sue...?

POMI D.:
A Palermo erano risultate sue frequentazioni, sia presso il tiro a volo che presso il Circolo della Stampa, ma risalivano a qualche anno prima.

P.M.:
A qualche anno prima. Il tiro al volo sa dire quale tiro a volo, perchè le sedi sono state più di uno, quindi a quale fa riferimento o a quali sedi?

POMI D.:
Sì. Il tiro a volo lo inizia a frequentare abbastanza giovane, intorno ai 12-13 anni e inizia a frequentarlo insieme al padre Gaetano. All'epoca il tiro a volo era in via Porrazzi, successivamente si trasferì in via Messina Marine alla Taverna del tiro, quindi in via Libertà dopo ...il dopolavoro ferroviario e infine nella sede dove, credo, si trovi tutt'ora alla Addaura. Presso quel poligono, quel tiro a volo si praticava abbastanza abitualmente il gioco d'azzardo o meglio le scommesse, era il tiro al volo al piccione, quindi chiaramente c'erano sempre i due scommettitori sul tiri.

P.M.:
Lei ha fatto riferimento al Circolo della Stampa. Al Circolo della Stampa cosa si faceva?

POMI D.:
Il Circolo della Stampa, quindi, diciamo che il Circolo della Stampa lo inizia a frequentare qualche anno dopo, ai tempi del liceo e anche al Circolo della Stampa, che all'epoca aveva sede in Piazza Massimo, all'interno del teatro, viene a contatto con elementi di spicco della borghesia e anche della nobiltà palermitana, ma anche con personaggi di grosso spessore criminale tra cui lo stesso Tommaso Buscetta.

P.M.:
Non ci sono altre domande.

PRESIDENTE:
Prego, la Difesa.

AVV.ASCARI:
Sì, Presidente, una sola domanda in relazione ad un'affermazione che ha fatto il teste.

PRESIDENTE:
Intanto vuole dare il suo nome, per cortesia, per la trascrizione.

AVV.ASCARI:
Chiedo scusa. Avvocato Ascari, difesa del Senatore Andreotti. Il teste ha fatto riferimento ad una condanna a 4 anni che avrebbe subito questo Gioacchino.

PRESIDENTE:
Giacchino chi, lo zio o il nonno?

AVV.ASCARI:
Lo zio, lo zio, non ...perchè sono solo 3 questi Gioacchino.

PRESIDENTE:
Sì.

AVV.ASCARI:
Risulta poi se questa sentenza è diventata definitiva o se in appello è stato assolto, perchè il teste ha fatto riferimento ad un'istaurazione di un giudizio. Vorrei sapere l'esito definitivo, se è possibile.

POMI D.:
Nel '73 la Corte di Appello di Catanzaro li assolveva.

PRESIDENTE:
Li assolveva, chi assolveva?

POMI D.:
Assolveva...

PRESIDENTE:
Il Gioacchino?

POMI D.:
Il Pennino.

PRESIDENTE:
Pennino Gioaccchino.

POMI D.:
Per insufficienza di prove.

PRESIDENTE:
Prego.

AVV.BONGIORNO:
Colonnello, all'atto dell'arresto in Croazia, il Pennino si trovava con altre persone?

POMI D.:
L'arresto fu operato dalla Polizia criminale croata, non abbiamo noi notizie ufficiali.

AVV.BONGIORNO:
Non abbiamo noi notizie ....

POMI D.:
Non abbiamo notizie ufficiali, quindi io dovrei riferire cose...

AVV.BONGIORNO:
Chi è che materialmente allora ha effettuato questo arresto? Chi è che può riferire su questa circostanza?

POMI D.:
L'arresto fu operato dalla Polizia criminale croata di Zagabria.

AVV.BONGIORNO:
Dalla Polizia?

POMI D.:
Criminale croata di Zagabria, alla quale l'Interpol aveva rimesso i provvedimento restrittivo.

AVV.BONGIORNO:
Ho capito. Quindi lei non mi sa dire se c'erano altre persone.

POMI D.:
In via ufficiosa io so, ma in via ufficiale no, quindi non so se posso.

AVV.BONGIORNO:
Da chi avrebbe appreso questa circostanza?

POMI D.:
Dalla Polizia croata.

AVV.BONGIORNO:
Allora lo può dire.

POMI D.:
Sì, era in compagnia di altre persone, di altri palermitani.

AVV.BONGIORNO:
Mi sa dire chi erano questi altri palermitani in compagnia del Pennino? Anche se le è stato riferito da altri organi.

POMI D.:
Sì, devo cercare di ricordare. L'Avvocato Giacobbe, il fratello Aldo...

PRESIDENTE:
Fratello di chi?

POMI D.:
Aldo, Pennino Aldo, farmacista, un certo Crivello.

AVV.BONGIORNO:
Un certo?

POMI D.:
Crivello, ma non ricordo al momento il nome.

PRESIDENTE:
Va bene, prego.

AVV.BONGIORNO:
Sa se queste persone avevano processi in corso, avevano precedenti penali?

POMI D.:
Se ricordo con esattezza avevano qualche precedente per gioco d'azzardo.

PRESIDENTE:
Chi?

AVV.BONGIORNO:
Questo Crivello o altri di cui non ha fatto il nome?

POMI D.:
E' probabile, è probabile.

AVV.BONGIORNO:
Come?

POMI D.:
E' probabile, non ricordo.

PRESIDENTE:
Queste risposte "è probabile" non...

POMI D.:
Non lo ricordo allora.

PRESIDENTE:
Ecco, ecco.

POMI D.:
Non ricordo.

AVV.BONGIORNO:
Quindi queste notizie delle quali lei ha riferito adesso, le sono state riferite direttamente da questi organi di?

POMI D.:
Di Polizia, che ci comunicarono l'arresto e ci dissero "è stato trovato insieme a queste persone".

AVV.BONGIORNO:
Va bene. Lei mi sa dire se in atto il Pennino fruisce di una pensione?

POMI D.:
Sì, fruisce di una pensione erogata dall'ENPAM.

AVV.BONGIORNO:
Qual'è l'ammontare di questa pensione?

POMI D.:
Non sono in grado di precisarlo.

AVV.BONGIORNO:
A che titolo fruisce questa pensione?

POMI D.:
E' una pensione che gli è stata rilasciata per invalidità.

AVV.BONGIORNO:
Sa in quale percentuale questa invalidità?

POMI D.:
Non sono in grado di precisarlo.

AVV.BONGIORNO:
Le risulta che in ordine a questa pensione siano stati liquidati degli arretrati?

PRESIDENTE:
Lo chiederemo al collaborante.

POMI D.:
Non sono in grado di precisarlo questo.

PRESIDENTE:
Poi se ci fa capire la rilevanza.

POMI D.:
E' un fatto privato, io....

AVV.BONGIORNO:
Signor Presidente, queste domande che noi facciamo, innanzitutto perchè il teste è colui che ha svolto delle indagine, per cui può essere che ci sono anche atti a sua firma, accertamenti che fatto, comunque è sicuramente la persona che ha svolto le indagini sul collaborante, per cui soltanto a lui posso chiedere questi che sono fatti...

PRESIDENTE:
Sì, sì, ma la rilevanza delle pensioni?

AVV.BONGIORNO:
Ai fini....Andiamo avanti comunque. Le risulta se in Croazia sia stata costituita dal collaboratore e dal fratello o da altri una società e qual'è eventualmente l'oggetto sociale?

POMI D.:
Non mi risulta.

AVV.BONGIORNO:
Le risulta che vi sia stato un prestito da parte del collaboratore al fratello Aldo?

POMI D.:
Sì, ma sconosco a quale titolo.

AVV.BONGIORNO:
Sa se c'è una controversia civile fra i due su questo in atto pendente?

POMI D.:
Sì, non ne conosco i termini.

AVV.BONGIORNO:
Un'ultima domanda. Non ci interessa assolutamente l'ubicazione, volevo sapere se il teste mi sa dire in atto se il collaboratore occupa una villa o un residence e chi corrisponde il canone.

POMI D.:
Il canone è corrisposto dal Ministero dell'Interno, Servizio Centrale di protezione. Credo che la risposta possa creare...la risposta all'altra, possa creare pregiudizio alla sicurezza...

P.M.:
C'è comunque opposizione del Pubblico Ministero.

POMI D.:
Alla sicurezza e alla incolumità del collaboratore.

AVV.BONGIORNO:
Non ho chiesto l'ubicazione, comunque.

PRESIDENTE:
Ha già risposto, l'ubicazione non l'aveva chiesto.

AVV.BONGIORNO:
L'ubicazione non ...volevo sapere chi corrisponde il canone, soltanto questo.

PRESIDENTE:
L'ha detto, ha risposto. Prego.

AVV.BONGIORNO:
Perfetto. Abbiamo esaurito.

AVV.ASCARI:
Un'ultima domanda isolata. Se gli risulta, se risulta al teste che quando...il teste ha detto che...a domanda del Pubblico Ministero che in un primo tempo ci fu l'arresto e poi l'estradizione fu concessa soltanto, mi pare, per il reato di cui all'articolo 416 e non 416 bis. Risulta al teste che il Pennino fece opposizione all'estradizione?

POMI D.:
Mi risulta che inizialmente fu la consorte D'Angelo Rita a fare opposizione, perchè secondo la legge croata anche il prossimo congiunto può fare opposizione al provvedimento di estradizione.

PRESIDENTE:
Va bene. Altre domande la Difesa, il Pubblico Ministero nuove domande?

P.M.:
No, soltanto per chiarire una...o far chiarire al teste una risposta che ha dato. Ha detto che fruisce di una pensione dell'ENPAM. L'ENPAM cos'è, se è in grado?

POMI D.:
E' l'Ente Nazionale per l'Assistenza per i Medici, è l'Ente mutualistico.

P.M.:
E quindi si tratta di una pensione privata, cioè che si sostanzia di contributi che vengono versati...?

POMI D.:
Si sostanzia di contributi che lui ha versato durante tutti gli anni in cui aveva la titolarità dei due laboratori di analisi.

P.M.:
Nessun'altra domanda. Grazie.

PRESIDENTE:
Non è pensione di invalidità, no?

POMI D.:
No, però poi lui a seguito di una visita medica, che l'ha ritenuto invalido, io non conosco la percentuale, gli è stata corrisposta questa pensione, gli dà una contribuzione.

PRESIDENTE:
Quindi prescinde dai contributi?

POMI D.:
E' commisurata ai contributi, che lui ha versato...

AVV.ASCARI:
Ma io vorrei sapere questa, diciamo, questa pensione...

PRESIDENTE:
Aspetti, aspetti, Avvocato, ancora non ha finito il Pubblico Ministero.

AVV.ASCARI:
Scusi, sccusi.

PRESIDENTE:
Prego.

P.M.:
Se lo sa, è una cassa di previdenza volontaria fra medici italiani, giusto?

POMI D.:
Sì.

P.M.:
Esatto. Soltanto questo.

AVV.ASCARI:
Io vorrei sapere....

PRESIDENTE:
Avvocato, però dobbiamo tenere conto....lei non è più abilitato a fare domande, perchè le nuove domande...quindi dobbiamo tenere conto un po' della procedura.

AVV.ASCARI:
Sì, lo so. Però io volevo sapere dal momento che c'è questa pensione, se di 5 - 10 - 30 milioni al mese per esempio, lo sa il teste? 31, 35?

PRESIDENTE:
L'importo lo conosce?

POMI D.:
No.

PRESIDENTE:
No.

AVV.ASCARI:
Va bene. Ce lo....

PRESIDENTE:
Senta, a domanda del Presidente, ci può spiegare la parentela di Pennino con Barbaccia?

POMI D.:
Sì. Nel corso delle indagini ricostruimmo la parentela, l'albero genealogico diciamo del Pennino e anche dei Barbaccia, perchè entrambi erano oggetto dell'indagine. E' parente dei Barbaccia, perchè una sorella del padre Gaetano, Pennino Antonina, è suocera del dottor Barbaccia Francesco.

PRESIDENTE:
Barbaccia Francesco è stato processato per...?

POMI D.:
Barbaccia Francesco facceva parte del gruppo di 16 sanitari, sui quali io svolsi indagini, fu arrestato nel marzo del '94 in relazione, però, ad un altro procedimento che io non conosco.

PRESIDENTE:
Le risulta se è stato processato, cioè se il dibattimento si è celebrato?

POMI D.:
Nossignore, nossignore, so solo che ha avuto gli arresti domiciliari dopo un breve periodo.

PRESIDENTE:
Per 416 bis?

POMI D.:
Sissignore.

PRESIDENTE:
Se le parti devono fare altre domande, ne hanno facoltà. Va bene. E allora il Colonnello può andare.

POMI D.:
Grazie.

PRESIDENTE:
Ci sono delle richieste, il Pubblico Ministero delle comunicazioni, non so...io vorrei per il futuro che le udienze siano più...insomma ci siano più testi da sentire, in modo da stare insomma...da tenere un'udienza più lunga, ecco, per il futuro, perchè oggi insomma....troppo breve, ecco e abbiamo 400 testi da sentire.

P.M.:
Presidente, saranno...sì , ma lo svolgimento o meglio le cadenze dell'assunzione delle prove dibattimentali deve obbedire ad una logica, purtroppo è proprio questa che ci impone di rendere oggi l'udienza così breve, peraltro non sapevamo neppure quale potesse essere poi lo sviluppo del controesame, che sostanzialmente si è ridotto al minimo, per introdurre il prossimo momento del tema che andiamo adaffrontare, che prevede l'esame dell'imputato di reato connesso Pennino Gioacchino nato nel 1938

PRESIDENTE:
Va bene. Allora il Tribunale rinvia il procedimento al 15 dicembre 1995 ore 9,30 in Roma, per motivi di sicurezza, presso l'aula B di via del Casale di San Basilio n.168 per l'esame dell'imputato di reato connesso Pennino Giacchino. Probabilmente si terrà un'udienza successiva il 16 dicembre, qualora l'esame non si completi entro il 15 dicembre. L'udienza è tolta.