Pagina 7 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE Pag. Esame del regolamento interno della Commissione: Parenti Tiziana, Presidente ............................ 9 Mancino Nicola ......................................... 9 Comunicazioni del presidente sul calendario dei lavori: Parenti Tiziana, Presidente ........... 15, 17, 18, 20, 22 25, 26, 27, 29, 30, 31, 32 Arlacchi Giuseppe ............................. 25, 26, 31 Ayala Giuseppe ........................................ 24 Azzano Cantarutti Luca ................................ 29 Bargone Antonio ........................... 16, 21, 22, 30 Bertucci Maurizio ..................................... 23 Bonsanti Alessandra ................................... 28 Caccavale Michele ..................................... 26 Campus Gianvittorio ............................... 31, 32 Del Prete Antonio ..................................... 27 Di Bella Saverio .................................. 19, 28 Imposimato Ferdinando ................................. 17 Mancino Nicola ................................ 18, 21, 29 Meduri Renato ......................................... 31 Peruzzotti Luigi ...................................... 31 Ramponi Luigi ................................. 22, 25, 27 Simeone Alberto ................................... 27, 31 Stajano Corrado ............................... 23, 28, 31 Tarditi Vittorio ...................................... 21 Tripodi Girolamo ...................................... 19 Vendola Nichi ......................................... 20 Comunicazioni del presidente: Parenti Tiziana, Presidente ........................... 32 Pagina 8 Pagina 9 La seduta comincia alle 16,50. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Esame del regolamento interno della Commissione. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame del regolamento interno della Commissione. Colleghi, l'ufficio di presidenza ha unanimemente convenuto di proporre l'adozione, in via provvisoria (spiegherò successivamente il significato che intendiamo attribuire a tale termine), del regolamento della Commissione antimafia della precedente legislatura (a sua volta, frutto di modifiche apportate al precedente regolamento), previa introduzione di alcune modifiche formali riguardanti, in particolare, i riferimenti alla legge istitutiva ed al numero della legislatura e la soppressione dell'ultimo articolo, il cui mantenimento sarebbe risultato inutile alla luce delle disposizioni contenute nella legge istitutiva della nostra Commissione. Ho usato il termine "provvisoriamente" perché ci siamo riservati di procedere, nei tempi più brevi possibili, all'approvazione del regolamento definitivo. In tale prospettiva, ci è sembrato opportuno che ciascun capogruppo disponesse di un termine congruo per esaminare il regolamento interno e, quindi, formulare eventuali osservazioni e proposte di modifiche. Nella prossima riunione dell'ufficio di presidenza saremo pertanto nella condizione di conoscere l'atteggiamento, sia esso positivo o negativo, di ciascun gruppo. Ritengo quindi che tra una settimana-dieci giorni la Commissione potrà adottare il proprio regolamento interno definitivo, che sarà approvato dopo l'esame di eventuali proposte di modifica. Abbiamo inoltre deciso, per quanto riguarda la seduta odierna, che, trattandosi di regolamento provvisorio, si possa procedere alla sua approvazione con un'unica votazione per alzata di mano, riservandoci di procedere alla prossima occasione all'approvazione, articolo per articolo e con votazione finale, previo esame delle eventuali modifiche proposte. NICOLA MANCINO. Presidente, intervengo per chiedere un chiarimento. Lei ha parlato dell'eventualità che ciascun gruppo proponga modifiche. Penso sia opportuno rettificare i termini della questione e stabilire che a proporre modifiche al regolamento sia ciascun parlamentare membro della Commissione. PRESIDENTE. Avevamo deciso di procedere in questi termini al fine di pervenire in tempi rapidi ad una bozza di regolamento definitivo. Comunque ogni membro della Commissione potrà far pervenire all'ufficio di presidenza le proprie proposte di modifica. NICOLA MANCINO. Per quanto mi riguarda, trasmetterò le mie proposte di modifica all'ufficio di presidenza. PRESIDENTE. Do lettura della proposta di regolamento provvisorio: Titolo I DISPOSIZIONE GENERALE Art. 1. (Compiti della Commissione). Pagina 10 1. La Commissione svolge i suoi compiti secondo i princìpi e le finalità stabiliti dall'articolo 1 e seguenti della legge 30 giugno 1994, n. 430, e secondo le norme del presente Regolamento. Titolo II ORGANIZZAZIONE DELLA COMMISSIONE Art. 2. (Composizione e durata). 1. La Commissione, composta secondo le modalità di cui all'articolo 2 della legge 30 giugno 1994, n. 430, dura in carica per la durata della XII legislatura. 2. La Commissione esercita i suoi poteri fino alla prima riunione delle nuove Camere. In caso di scioglimento anticipato di una sola Camera, la Commissione provvede al rinnovo dei componenti appartenenti alla Camera disciolta secondo le modalità di cui al comma 1. Art. 3. (Sostituzione del Presidente e dei componenti della Commissione). 1. In caso di impedimento definitivo, di dimissioni dalla Commissione, di assunzione di un incarico governativo, di cessazione del mandato parlamentare, il Presidente e gli altri componenti della Commissione sono sostituiti da altri parlamentari nominati con gli stessi criteri e la stessa procedura di cui all'articolo 2 della legge 30 giugno 1994, n. 430. 2. Non sono ammesse sostituzioni temporanee dei componenti la Commissione. Art. 4. (Partecipazione alle sedute della Commissione). 1. Non è ammessa la partecipazione alle sedute della Commissione di parlamentari che non ne facciano parte o di altri estranei, fatta eccezione dei componenti della segreteria di cui all'articolo 24 e dei collaboratori di cui all'articolo 25 e salvo quanto disposto dagli articoli 16, 17 e 18. Art. 5. (Costituzione della Commissione). 1. La Commissione, nella sua prima seduta, è convocata dal Presidente per procedere all'elezione, fra i suoi componenti, di due Vicepresidenti e di due Segretari. Sono chiamati a fungere da Segretari provvisori i due componenti della Commissione più giovani per età presenti alla seduta. 2. Indetta la votazione, ciascun componente scrive sulla propria scheda un solo nome per i Vicepresidenti e un solo nome per i Segretari. Sono eletti coloro che hanno conseguito il maggior numero di voti; nel caso di parità di voti è proclamato eletto il più anziano di età. Le stesse disposizioni si applicano per le elezioni suppletive. 3. Dei risultati dell'elezione è data comunicazione ai Presidenti delle Camere. Art. 6. (Ufficio di Presidenza). 1. L'Ufficio di presidenza è composto dal Presidente della Commissione, che lo presiede, dai Vicepresidenti e dai Segretari. 2. Il Presidente può convocare alle riunioni dell'Ufficio di Presidenza i rappresentanti designati dai Gruppi quando lo ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta. Art. 7. (Funzioni del Presidente, dei Vicepresidenti e dei Segretari). 1. Il Presidente della Commissione la rappresenta, la convoca e ne presiede le sedute, regolando le discussioni e le votazioni secondo le norme del presente regolamento. Formula e dirama l'ordine del giorno delle sedute. Convoca l'Ufficio di Presidenza con le procedure di cui all'articolo Pagina 11 9. Esercita gli altri compiti attribuitigli dal presente Regolamento. 2. I Vicepresidenti sostituiscono il Presidente in caso di assenza o di impedimento. I Segretari verificano i risultati delle votazioni e controllano la redazione del processo verbale. 3. In casi straordinari di necessità ed urgenza, il Presidente esercita i poteri spettanti all'Ufficio di presidenza, riferendo entro 48 ore all'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi. Art. 8. (Funzioni dell'Ufficio di presidenza). 1. L'Ufficio di presidenza: a) propone il programma e il calendario dei lavori della Commissione indicando i criteri per la formulazione dell'ordine del giorno delle sedute; b) delibera sulle spese, ad eccezione di quelle di ordinaria amministrazione inerenti all'attività della Commissione; c) esamina le questioni, sia di merito sia procedurali, che sorgano nel corso dell'attività della Commissione, alla quale riferisce; d) propone alla Commissione la costituzione di gruppi di lavoro ai sensi del comma 2 dell'articolo 15. Titolo III SVOLGIMENTO DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE Art. 9. (Convocazione della Commissione). 1. Al termine di ciascuna seduta, di norma, il Presidente della Commissione annuncia la data, l'ora e l'ordine del giorno della seduta successiva. La convocazione e l'ordine del giorno sono stampati e pubblicati, salvo diversa deliberazione nell'ipotesi di seduta segreta. 2. Nei casi in cui non sia stata data comunicazione della convocazione al termine della seduta, la Commissione è convocata dal Presidente con avviso personale ai suoi componenti, diramato, di norma almeno 48 ore prima della riunione. Con l'avviso di convocazione viene trasmesso ai membri della Commissione l'ordine del giorno della riunione, il quale deve essere stampato e pubblicato, salvo quanto previsto dal comma 1. 3. La convocazione può essere richiesta al Presidente da un quarto dei componenti per la discussione di argomenti di particolare rilevanza. In tal caso il Presidente convoca la commissione con la procedura di cui al comma 2. Art. 10. (Ordine del giorno delle sedute). 1. La Commissione non può deliberare su argomenti che non siano all'ordine del giorno della seduta salvo che non venga diversamente deciso dalla maggioranza dei due terzi dei presenti. 2. Coloro che intendono fare dichiarazioni, comunicazioni o richieste alla Commissione su argomenti non iscritti all'ordine del giorno, debbono previamente informare il Presidente dell'oggetto dei loro interventi. Questi argomenti, se la Commissione lo consente, sono iscritti all'ordine del giorno della seduta successiva. Art. 11. (Numero legale). 1. Per la validità delle deliberazioni della Commissione è necessaria la presenza di un terzo dei componenti. 2. La presidenza non è obbligata a verificare se la Commissione sia, oppure no, in numero legale per deliberare, se non quando la Commissione stessa stia per procedere ad una votazione. 3. Se si accerta la mancanza del numero legale, il Presidente sospende la seduta per un'ora. Qualora alla ripresa sia nuovamente accertata, ai sensi del comma precedente, la mancanza del numero Pagina 12 legale, il Presidente toglie la seduta, annunciando la data e l'ora della seduta successiva, con lo stesso ordine del giorno della seduta che è stata tolta. Art. 12. (Deliberazioni della Commissione). 1. Le deliberazioni della Commissione sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo i casi in cui sia richiesta una maggioranza speciale. Ai fini del computo della maggioranza sono considerati presenti coloro che esprimono voto favorevole o contrario. In caso di parità di voti la proposta si intende respinta. 2. La Commissione vota normalmente per alzata di mano, a meno che quattro commissari chiedano la votazione nominale o un quinto dei componenti lo scrutinio segreto. 3. La richiesta, anche verbale, deve essere presentata dopo la chiusura della discussione e prima che il Presidente abbia invitato la Commissione a votare per alzata di mano. Se il numero dei richiedenti la votazione nominale o lo scrutinio segreto presenti in Commissione è inferiore a quello previsto dal comma 2, la domanda si intende ritirata. 4. Quando si verifichino irregolarità, il Presidente, apprezzate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta. Art. 13. (Pubblicità dei lavori). 1. Tutte le volte che lo ritenga opportuno, la Commissione può decidere di riunirsi in seduta segreta, su richiesta del Presidente o di un decimo dei componenti. 2. Le delibere della Commissione vengono di norma pubblicate negli atti parlamentari, tranne che venga diversamente deciso. 3. Per determinati documenti, notizie o discussioni, la Commissione può stabilire, finché lo ritenga opportuno, che i propri componenti siano vincolati dal segreto. 4. Delle sedute della Commissione si redige il processo verbale, a cura dei Segretari. 5. Dei lavori della Commissione è pubblicato un resoconto sommario con l'indicazione degli intervenuti nelle discussioni, delle opinioni espresse e delle deliberazioni adottate. 6. Il presidente può disporre che per determinate sedute sia pubblicato il resoconto stenografico, che viene comunque redatto per tutte le sedute. Nei resoconti non si fa menzione delle discussioni e delle deliberazioni di cui al comma 3. 7. Fatto salvo quanto previsto al comma 1, la stampa o il pubblico sono ammessi a seguire lo svolgimento della seduta in separati locali, attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. Art. 14. (Norme applicabili). 1. Nello svolgimento dei lavori della Commissione si osservano, per i casi non espressamente disciplinati dal presente Regolamento, ed in quanto applicabili, le disposizioni contenute nel Regolamento della Camera dei Deputati. Titolo IV MODALITA' PROCEDURALI E STRUMENTI OPERATIVI DELL'INCHIESTA Art. 15. (Svolgimento dell'inchiesta. Poteri e limitazioni). 1. La Commissione procede alle indagini ed agli esami con gli stessi poteri e gli stessi limiti dell'Autorità giudiziaria. Pagina 13 Si applicano, in quanto compatibili, le norme del codice di procedura penale. 2. La Commissione può delegare a gruppi di lavoro compiti particolari su oggetti e per tempi determinati. Art. 16. (Attività istruttoria). 1. Oltre alle indagini ed agli esami di cui al comma 1 dell'articolo 15, la Commissione può procedere ad indagini conoscitive, acquisendo documentazioni, notizie ed informazioni nei modi che ritenga più opportuni anche mediante libere audizioni. 2. I parlamentari, i membri del Governo ed i magistrati incaricati di procedimenti relativi agli stessi fatti che formano oggetto dell'inchiesta sono di norma sentiti nelle forme dell'audizione libera. 3. Le persone imputate o indiziate di procedimenti penali sono sentite liberamente ed hanno facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia. Art. 17. (Esame di testimoni). 1. Fuori dei casi previsti dall'articolo 16, la Commissione esamina come testimoni le persone informate dei fatti, che ritiene utili per lo svolgimento e la conclusione dell'inchiesta. 2. Il Presidente della Commissione avverte i testimoni dell'obbligo di dire tutta la verità e rammenta loro le pene stabilite dagli articoli 366 e 372 del codice penale - richiamati dall'articolo 3 della Legge 30 giugno 1994, n. 430 - contro coloro che rifiutano uffici legalmente dovuti e contro gli autori di dichiarazioni false o reticenti. 3. Le domande sono rivolte ai testimoni dal Presidente ovvero dai singoli componenti della Commissione nell'ordine e nei modi fissati dal Presidente. Qualora la Commissione lo deliberi, le domande potranno avere ad oggetto soltanto i fatti preventivamente esaminati in capitoli separati ed eventualmente comunicati a ciascun testimone al momento della sua convocazione. Anche in questo caso, tuttavia, il Presidente della Commissione può decidere che siano rivolte ai testimoni domande utili a chiarire i fatti enunciati oppure relative ad altri fatti. 4. Le disposizioni di cui al comma 3 si applicano anche alle audizioni delle persone sentite liberamente. Art. 18. (Convocazione di persone che debbono essere sentite liberamente e di testimoni). 1. Le persone che debbono essere sentite liberamente ovvero come testimoni sono convocate mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o per mezzo di un ufficiale di polizia giudiziaria. 2. Se il testimone regolarmente convocato si rifiuta o omette di comparire senza che sussista un legittimo impedimento, la Commissione può ordinarne l'accompagnamento. 3. Ai testimoni verrà sottoposto, appena possibile, il resoconto stenografico della loro deposizione perché lo sottoscrivano. Delle eventuali richieste di rettifica è fatta menzione in calce al resoconto e di esse il Presidente informa la Commissione per gli opportuni provvedimenti. Art. 19. (Falsa testimonianza). 1. Se il testimone commette uno dei fatti di cui all'articolo 372 del codice penale, il Presidente della Commissione, premessa, se crede, una nuova ammonizione circa la responsabilità penale conseguente a questi fatti, ne fa compilare processo verbale che quindi la Commissione trasmette all'Autorità giudiziaria competente. In nessun caso i testimoni possono essere arrestati o trattenuti in stato di arresto provvisorio dalla Commissione. Pagina 14 Art. 20. (Denuncia di reati). 1. Nei casi di cui all'articolo 19 ed in quelli indicati nei commi 2 e 3 dell'articolo 5 della legge 30 giugno 1994, n. 430, la Commissione invia rapporto all'Autorità giudiziaria. Se del fatto viene indicato quale autore uno dei componenti della Commissione, il rapporto viene trasmesso anche ai Presidenti delle due Camere. Art. 21. (Archivio della Commissione). 1. Qualunque atto o documento che perviene alla Commissione è immediatamente protocollato a cura dell'ufficio di segreteria. 2. Gli atti, le delibere e la documentazione completa raccolta dalla Commissione sono depositati in apposito archivio riservato. Il Presidente sovrintende all'archivio, ne cura la funzionalità e adotta le misure di sicurezza che ritenga opportune, d'intesa con i Presidenti delle due Camere. 3. Gli atti depositati in archivio possono essere consultati dai commissari e dai collaboratori della Commissione. 4. Nel caso di atti, delibere e documenti segreti, ai sensi dei commi 1 e 3 dell'articolo 13 del presente Regolamento o dell'articolo 4 della legge 30 giugno 1994, n. 430, non è consentita in nessun caso la possibilità di estrarne copia. Tale limite si applica anche per gli scritti anonimi. Art. 22. (Relazione conclusiva). 1. Fermi restando l'obbligo della Commissione di riferire comunque annualmente al Parlamento, nonché la facoltà di farlo ogni volta che lo ritenga opportuno, la Comissione deve presentare al Parlamento entro il termine fissato per l'ultimazione dei suoi lavori una relazione sulle risultanze delle indagini concernenti l'oggetto dell'inchiesta. Possono essere presentate relazioni di minoranza. 2. In nessun caso possono essere utilizzate nelle relazioni informazioni risultanti da scritti anonimi. Art. 23. (Pubblicazioni di atti e documenti). 1. Salvo quanto disposto dal comma 3 dell'articolo 4 della legge 30 giugno 1994, n. 430, la Commissione delibera se e quali atti e documenti possono essere pubblicati nel corso dei suoi lavori. 2. Contestualmente alla presentazione della relazione conclusiva, la Commissione decide direttamente, o a mezzo di un comitato nominato nel proprio seno, quali atti e documenti formati o acquisiti nel corso dell'inchiesta debbono essere pubblicati. 3. Tutti gli atti comunque inerenti allo svolgimento dell'inchiesta vengono versati nell'Archivio storico del ramo del Parlamento cui appartiene il Presidente della Commissione. Titolo V DISPOSIZIONI CONCLUSIVE Art. 24. (Sede, segreteria e dotazione finanziaria della Commissione). 1. Per l'espletamento delle sue funzioni la Commissione dispone di una sede e di un adeguato personale assegnati dai presidenti delle Camere, di intesa fra loro. 2. Le spese per il funzionamento della Commissione sono poste per metà a carico del bilancio della Camera dei deputati e per metà a carico del bilancio del Senato della Repubblica. 3. La Commissione dispone di un apposito fondo per le spese di ordinaria amministrazione, alla cui gestione sovrintende il Presidente. Le decisioni di spesa della Commissione sono comunicate all'amministrazione Pagina 15 di competenza che procede a ripartire i relativi oneri tra i due rami del Parlamento. Art. 25. (Collaborazioni). 1. Al fine di consentire alla Commissione di avvalersi di tutte le collaborazioni ritenute necessarie per il migliore espletamento della sua attività, il Presidente concorda con l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi le relative deliberazioni. I nominativi dei collaboratori sono comunicati alla Commissione. 2. I collaboratori prestano giuramento circa l'osservanza del vincolo del segreto ai sensi dell'articolo 5 della legge 30 giugno 1994, n. 430, e dell'articolo 13, comma 3, del presente regolamento, svolgono gli incarichi loro affidati conformandosi alle istruzioni del Presidente e possono assistere ai lavori della Commissione. Riferiscono alla Commissione ogni qualvolta sia loro richiesto. 3. Ai collaboratori spetta, qualora ciò sia consentito dalle leggi in vigore, un compenso adeguato alle funzioni cui sono preposti, il cui ammontare è fissato dall'Ufficio di presidenza. Si applicano i commi 2 e 3 dell'articolo 24 del presente Regolamento. Pongo in votazione tale proposta. (E' approvata). Prendo atto che nella votazione per alzata di mano testé svoltasi si è registrata l'unanimità di consensi. Comunicazioni del presidente sul calendario dei lavori. PRESIDENTE. Colleghi, l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha esaminato, le modalità di avvio dei lavori della Commissione. Abbiamo concordato di procedere ad una serie di audizioni dei rappresentanti degli organi istituzionali che ci interessano specificamente ai fini del contrasto e della lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata, iniziando con le audizioni - che abbiamo previsto per lunedì prossimo, 19 settembre, rispettivamente alle ore 11 ed alle ore 16 - dei ministri dell'interno e di grazia e giustizia. Poiché i temi che saranno affrontati entreranno a far parte del programma che sarà formulato in un momento immediatamente successivo - diciamo, anzi, che sarà contestuale al ciclo di audizioni -, si è ritenuto necessario indicare temi abbastanza specifici, rispetto ai quali ogni commissario potrà ovviamente porre domande. Abbiamo inoltre convenuto - senza per questo aver l'intenzione di comprimere le dichiarazioni (che non dovrebbero esservi in quella sede) e comunque le espressioni di ciascuno - che le domande, poiché i temi sono in qualche modo preannunciati, siano precise, chiare e possano toccare eventualmente anche altre questioni, ma che non consistano comunque in dichiarazioni indiscriminate, nel senso cioè di portar via molto tempo o di discostarsi troppo dall'oggetto della discussione. Quest'ultimo, ovviamente, non è vincolante, ma è comunque opportuno che ci si attenga agli aspetti che la Commissione ha interesse a conoscere per l'elaborazione del programma e per lo svolgimento del nostro lavoro nella fase immediatamente successiva. Abbiamo predisposto un prospetto, che sarà consegnato ai capigruppo, nel quale sono indicati i temi da sottoporre all'attenzione dei ministri che saranno ascoltati lunedì prossimo. Per quanto riguarda il ministro dell'interno, nell'ufficio di presidenza si è convenuto che l'audizione abbia ad oggetto i seguenti temi: gli strumenti ed i mezzi di contrasto a disposizione nella lotta alla criminalità organizzata ed in particolare alla mafia; il livello di efficacia dell'azione di contrasto; le prospettive che il ministro dell'interno indica nella lotta alla criminalità organizzata; la valutazione sui mezzi di contrasto, se cioè essi siano sufficienti oppure vadano affinati, razionalizzati od incrementati; la configurazione dell'attuale panorama e l'indicazione di una mappa aggiornata della criminalità organizzata (della mafia ed in genere delle Pagina 16 organizzazioni criminali similari) a livello nazionale ed anche sotto il profilo dei collegamenti internazionali, con specifico, ulteriore riferimento - nei limiti delle competenze del ministro dell'interno - all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario; l'attuazione della legislazione sui collaboratori di giustizia e quindi i sistemi di protezione; la posizione dei testimoni i quali, avendo collaborato con la magistratura, si vengano in seguito a trovare in condizioni di gravissimo disagio economico e sociale; gli strumenti che il ministro intende adottare per migliorare ed integrare - o addirittura per introdurre, perché per i testimoni manca in realtà una normativa chiara in questo senso - la normativa di protezione. Abbiamo inoltre pensato di iniziare ad affrontare con il ministro dell'interno il problema delle infiltrazioni mafiose negli enti locali, considerate le competenze a lui attribuite in materia. Infine, un componente dell'ufficio di presidenza ha proposto di sottoporre al ministro dell'interno - per quanto di sua competenza - il problema delle infiltrazioni mafiose nell'ambito della finanza in generale - e quindi delle società finanziarie - sì da poter affrontare la questione - che esamineremo subito dopo - dell'usura e del rapporto tra banche, finanziarie ed intermediatori finanziari. Per quanto riguarda l'audizione del ministro di grazia e giustizia, oltre ad essere finalizzata ad acquisire la sua valutazione sui risultati fino ad oggi conseguiti nella lotta alla criminalità organizzata, essa verterà sui seguenti temi: valutazione sulla validità e sulla sufficienza degli strumenti finora adottati; proposte finalizzate in prospettiva ad assicurare un'ulteriore e più incisivo contrasto alla criminalità organizzata; la problematica legata all'articolo 41-bis, con un riferimento all'esperienza finora maturata; le connesse questioni di sicurezza collegate spesso a trasferimenti troppo lunghi di detenuti presso altri istituti penitenziari; per quanto di sua competenza, il problema dei collaboratori di giustizia e dei testimoni; la questione dei tribunali distrettuali e, in particolare, il rapporto tra le procure distrettuali antimafia e la DNA. Chiederemo quindi al ministro se fino ad ora tali strumenti siano stati sufficientemente efficienti e abbiano garantito una efficace lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata oppure se sia necessario individuare ulteriori strumenti o affinare e razionalizzare quelli a disposizione. Ritengo che, affrontando i temi ai quali ho fatto cenno, si possa già avere un primo quadro sul quale cominciare immediatamente a lavorare. Ascolteremo successivamente i capi dei diversi organi di polizia. Una volta individuati gli strumenti, la loro efficacia e la loro efficienza, potremo farci portatori di progetti finalizzati all'adozione di strumenti che risultino ancor più efficaci. Questo ciclo di audizioni si svolgerà - spero - in tempi piuttosto ristretti anzi, per la precisione, piuttosto serrati, essendo necessario avviare un lavoro fattivo. Abbiamo quindi pensato, colleghi, che, fino a quando non saranno terminate le previste audizioni (che comunque non porteranno via più di un paio di settimane), sia necessario che vi sacrifichiate il lunedì pomeriggio (a partire dalle ore 16, per consentire un più agevole rientro a Roma), il venerdì mattina ed il mercoledì, a partire dalle 18,30, quando i lavori delle altre Commissioni saranno terminati. Il lunedì pomeriggio ed il venerdì mattina, almeno indicativamente, saranno gli spazi temporali nei quali probabilmente la Commissione dovrà comunque lavorare, dal momento che determinati impegni che abbiamo individuato non possono essere assolti in tempi del tutto residuali, fra una votazione e l'altra o fra l'una o l'altra seduta di Commissione. Immagino che questo impegno comporti un sacrificio, ma ritengo che esso abbia una priorità, senza voler sottovalutare gli altri impegni, almeno fino a quando non avremo raggiunto una sufficiente sicurezza di ottenere risultati positivi che ci permettano di incrementare la lotta alla criminalità organizzata e, quindi, una maggiore sicurezza nel paese. ANTONIO BARGONE. Avevo sollevato un problema in sede di ufficio di presidenza Pagina 17 e ora mi trovo un po' spiazzato dalla sua introduzione. Devo infatti astrarmi dal fatto di aver preso parte alla riunione dell'ufficio di presidenza allargato ai capigruppo e tenere conto di quanto lei ha appena detto: in pratica, non vi è un calendario dei lavori collegato ad un indirizzo programmatico, ma si prevedono soltanto alcune audizioni che si terranno lunedì prossimo; lei ha parlato poi di altre audizioni, che non si sa quali siano (lo dico proprio perché mi sto astraendo - lo ripeto - dal fatto di aver preso parte all'ufficio di presidenza). E' chiaro, allora, che a questo punto il dibattito diventa piuttosto difficile, perché credo si dovrebbe discutere su quanto è emerso in sede di ufficio di presidenza, che il presidente dovrebbe sintetizzare. Altrimenti, posso ricominciare dall'inizio dicendo che mancano un programma e un indirizzo e le audizioni non sono individuate sulla base di un orientamento che ci guidi verso un obiettivo preciso. Quella odierna è tra l'altro la prima seduta "vera" della Commissione, insediatasi in ritardo, per cui occorre anche recuperare del tempo. Lo svolgimento delle audizioni dei ministri dell'interno e di grazia e giustizia mi sembra opportuno ed apprezzabile ed ha carattere preliminare; tutto il resto, però, va in qualche modo definito, o almeno occorre individuare oggi un percorso da seguire, come peraltro mi sembrava si fosse stabilito in sede di ufficio di presidenza. Intendevo sollevare tale questione e mi riservo di intervenire successivamente. PRESIDENTE. Lo svolgimento di audizioni è previsto dalla legge istitutiva della Commissione antimafia, secondo cui quest'ultima deve verificare gli strumenti per la lotta alla criminalità organizzata. Mi sembra quindi ovvio che le audizioni si rendono necessarie per verificare, prima di approvare un programma individuando così una prospettazione dei nostri lavori, quali siano gli strumenti finora adottati e per sentire dai titolari di organi istituzionali (come i ministri dell'interno e di grazia e giustizia, i capi delle forze di polizia e del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) se questi strumenti, come primo indirizzo, siano ancora sufficienti oppure vadano integrati. Ho già detto che contestualmente a questa necessaria panoramica sugli strumenti, l'ufficio di presidenza discuterà sul programma e definirà un indirizzo complessivo dell'attività da svolgere, che tuttavia, in qualunque direzione si intenda indirizzarla, non potrà mai prescindere dagli strumenti che abbiamo a disposizione: le forze di polizia, le direzioni distrettuali antimafia, la collaborazione dei pentiti e le disposizioni dell'articolo 41-bis. Su questi strumenti specifici, contestualmente alle audizioni e al di là del programma da seguire, effettueremo uno studio, al fine di predisporre, ove necessario, un progetto di legge. Ho voluto sottolineare tutto questo come primo approccio al lavoro della Commissione. FERDINANDO IMPOSIMATO. Nell'augurare buon lavoro alla presidente e ai colleghi, vorrei osservare che indubbiamente le audizioni previste sono indispensabili perché servono ad orientarci e a creare le premesse per ulteriori iniziative che la Commissione dovrà assumere. Vorrei, tuttavia, suggerire l'opportunità di predisporre un programma da portare avanti per evitare di perdere tempo prezioso; tra l'altro, nell'elenco delle audizioni si dovrebbe inserire, a mio avviso, anche quella del governatore della Banca d'Italia. PRESIDENTE. La questione è stata ampiamente discussa in ufficio di presidenza. FERDINANDO IMPOSIMATO. Si pone poi l'esigenza di acquisire documenti, che devono rappresentare, a mio avviso, la base del lavoro della Commissione antimafia, come avviene sempre. Durante lo svolgimento delle audizioni dei protagonisti della lotta al crimine organizzato, potremmo richiedere ai capi degli uffici giudiziari maggiormente esposti nella stessa lotta (quelli di Palermo, Napoli, Pagina 18 Reggio Calabria e, in generale, i più esposti) almeno gli atti che hanno già una loro concretezza nel senso della definizione di certi processi: mi riferisco a ordinanze di rinvio a giudizio, sentenze di proscioglimento e, in generale, a tutto ciò che può consentire alla Commissione antimafia di disporre del quadro attuale della lotta alla mafia, oltre che dei rapporti tra mafia e politica, qualora ve ne fossero. Si dovrebbero, inoltre, acquisire gli atti relativi ai rapporti tra mafia e massoneria e, in generale, tutti gli elementi che sono stati oggetto di indagine da parte delle precedenti Commissioni antimafia e che devono essere i punti di partenza anche per il lavoro di questa Commissione. Propongo, pertanto, di acquisire tali atti, perché questo ci consentirebbe di avere un quadro della situazione attuale. NICOLA MANCINO. Salva la possibilità di una sua correzione, signor presidente, credo di dare all'introduzione da lei svolta la seguente interpretazione: occorre acquisire un quadro di conoscenze necessarie per poter disegnare una linea di indirizzo e operativa da parte della Commissione. Condivido, tra l'altro, una sua dichiarazione che ho letto in un'intervista, in cui lei afferma che bisogna recuperare il tempo perduto. Un quadro di conoscenze diventa, quindi, preliminare rispetto alla possibilità di puntualizzare un programma organico per il lavoro della Commissione. Condivido, inoltre, l'ordine di priorità, nelle audizioni, del Presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri dell'interno e di grazia e giustizia. Ho avuto l'elenco dal mio capogruppo. PRESIDENTE. Abbiamo poi deciso di ascoltare il Presidente del Consiglio dei ministri alla fine, in chiave di indirizzo complessivo. Comunque, l'elenco sarà successivamente integrato e modificato. NICOLA MANCINO. Se fosse possibile, si dovrebbe tenere conto di un'esigenza che mi sembra prioritaria anche sul piano temporale: poiché si è discusso recentemente sull'usura come anticamera dell'organizzazione malavitosa in materia finanziaria, credo che anche l'audizione del ministro delle finanze assuma un carattere prioritario. Analogamente, occorre individuare una collocazione temporale prioritaria anche per l'audizione del governatore della Banca d'Italia, così come per quella del presidente dell'ABI. Dico questo perché ritengo che dovremmo sviluppare una riflessione in ordine a una serie di società finanziarie cosiddette minori, che però hanno finito con l'avere prevalenza sull'intero territorio nazionale. Un quadro come questo potrebbe essere la premessa anche per organizzare un intervento piuttosto organico da parte della Commissione, perché il suo compito non è solo quello di suggerire al Parlamento eventuali adeguamenti di natura legislativa, ma anche quello di acquisire un complesso di conoscenze e di indirizzi al fine di rendere più puntuale la lotta alla criminalità organizzata. Vorrei inoltre suggerire un'integrazione alle questioni da sottoporre al ministro dell'interno, alle quali lei ha fatto riferimento. Lo dico alla luce di una mia esperienza personale: sul piano parlamentare, proposi a suo tempo un'integrazione dei compiti delle commissioni amministratrici nei comuni disciolti per condizionamenti di tipo mafioso, partendo dalla constatazione che non è sufficiente amministrare in via straordinaria, ma occorre, quando si è sciolto un consiglio comunale per tali ragioni, una mobilitazione della pubblica opinione. Poiché la legge è stata approvata ed è entrata in vigore soltanto all'inizio dell'anno, vorrei che si chiedesse, se possibile, al ministro dell'interno quale sia lo stato d'avanzamento dell'ultima legge che ha integrato quella relativa allo scioglimento dei consigli comunali. Si dovrebbe appurare, in sostanza, che cosa abbiano fatto i commissari (che sono organi collegiali) nei comuni per rendere ancora più incisiva la collaborazione della popolazione nella lotta contro la criminalità organizzata. Pagina 19 SAVERIO DI BELLA. Signor presidente, colleghi, formulo anch'io gli auguri di buon lavoro alla Commissione e ritengo che dovremmo, fin dall'inizio, cogliere un dato che personalmente mi sembra fondamentale: mi riferisco al fatto che questa Commissione si trova ad operare in un momento nel quale non è sufficiente guardare avanti, proprio perché la legge istitutiva della Commissione stessa rimuove quello che è stato un ostacolo per l'accertamento della verità su fatti criminosi di estrema gravità avvenuti nel nostro paese negli anni scorsi. Mi riferisco al comma 2 dell'articolo 3 della legge istitutiva della Commissione antimafia, in cui si preclude il ricorso al segreto di Stato per non rispondere su eventuali aspetti e fatti di origine criminosa. Ritengo, pertanto, che la Commissione debba guardare indietro, per rifare in qualche modo la storia vera degli anni scorsi per quanto riguarda taluni delitti che rappresentano, per così dire, crocevia fondamentali per capire alcune cose. Ciò è indispensabile per avere le idee chiare su che cosa fare: se, infatti, il passato resta oscuro, il presente è difficilmente decodificabile, per cui le proposte che la Commissione può avanzare rischierebbero di essere, al di là della buona volontà di ciascuno di noi, in qualche maniera "zoppe", proprio a causa dell'oscurità che continuerebbe ad avvolgere il passato. Da questo punto di vista, ritengo che i lavori della Commissione debbano essere divisi sostanzialmente in due parti per quanto riguarda le grandi linee, al di là delle cadenze che decideremo di seguire: la prima dovrebbe essere proiettata a ricostruire fatti ed avvenimenti degli ultimi vent'anni, a cominciare dal delitto Dalla Chiesa; la seconda parte dovrebbe essere proiettata nell'oggi, secondo le indicazioni fornite. Mi permetto anch'io di proporre un'integrazione con riferimento all'audizione del ministro dell'interno, perché mi sembra che non venga trattato il problema della collaborazione, che dobbiamo rendere obbligatoria, tra le forze di polizia e dell'esercito. La collaborazione tra carabinieri, polizia e Guardia di finanza, salvo eccezioni meritevoli e meritorie che esistono, è ancora largamente carente. Se non riusciremo a coordinare queste forze, e quindi gli sforzi della comunità nazionale, contro il crimine organizzato, continueremo a "girare a vuoto", al di là degli sforzi compiuti. Collegandomi alle osservazioni del senatore Mancino, condivido la necessità di guardare con estrema attenzione ai comuni disciolti per infiltrazioni mafiose, anche perché una serie di esperienze (ne cito soltanto due a titolo esemplificativo) dovrebbero seriamente allarmarci. Un esempio è quello di Platì, dove il distacco dei cittadini dallo Stato ha raggiunto livelli tali che ormai il carabiniere è un nemico in territorio nemico. A Stefanaconi (l'unico comune sciolto due volte per mafia), dopo che si erano svolte le elezioni, vinte da un gruppo di giovani coraggiosi su un programma dichiaratamente antimafia, lo Stato se ne è andato perché carabinieri, poliziotti e finanzieri sono stati ritirati. Sono così ripresi gli attentati e le minacce. A questo punto, le famiglie dei giovani vincitori delle elezioni (hanno dai 20 ai 26 anni di età, e uno solo ne ha 28) stanno chiedendo loro di ritirarsi, perché temono che da soli non siano in grado di condurre la battaglia. Serpeggia nuovamente la paura. Se dovessimo essere sconfitti in circostanze di questo genere, il destino che ci attende è quello di Platì: la popolazione riterrebbe che la mafia è vincente perché vincere democraticamente non ha senso, tanto si perde il giorno dopo. GIROLAMO TRIPODI. Sono d'accordo sulle priorità indicate dall'ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi. Tra le richieste che dovremmo porre al ministro dell'interno vi è anche quella relativa ai mutamenti avvenuti alla direzione della DIA, perché ritengo che dobbiamo avere delucidazioni su quali siano stati i motivi della sostituzione di De Gennaro dopo 14 mesi di attività: conosciamo le qualità professionali ed il coraggio di questo funzionario. Pagina 20 Vorrei riproporre un tema che ho già affrontato in sede di ufficio di presidenza. Ascolteremo ministri, responsabili delle forze dell'ordine e rappresentanti di altre istituzioni; credo però che non vada sottovalutato un altro problema che io considero molto importante per dare alla Commissione la possibilità di compiere un intervento e di dimostrare sensibilità di fronte a problemi gravissimi. Mi riferisco a ciò che sta accadendo in questi giorni a Reggio Calabria (tema che ho già affrontato in una mia lettera): una donna protesta da tempo di fronte al tribunale di Reggio Calabria facendo lo sciopero della fame - e versa ormai in condizioni disperate - per denunciare l'esproprio forzato delle sue terre da parte della mafia nella zona di Oppido Mamertina. Ha testimoniato sugli autori dell'esproprio forzato ed è stata collaboratrice della giustizia per far individuare i responsabili dell'assassinio del fratello, che resisteva all'imposizione mafiosa alla vendita dei terreni. Nonostante tutto questo, lo Stato le impone il pagamento delle tasse relative a questi terreni, gestiti abusivamente dai nuovi "proprietari". Credo che, di fronte ad un fatto di questo genere, possano emergere responsabilità delle autorità inquirenti, della magistratura, anche se in questo momento è in corso un procedimento nei confronti dei mafiosi che hanno espropriato abusivamente molte proprietà terriere di quelle zone. Poiché il fatto che ho ricordato evidenzia clamorosamente una situazione gravissima, ritengo che l'audizione di questa donna possa risultare utile per lo svolgimento del nostro lavoro. Insisto perché si trovi il modo di ascoltare questa persona che può fornirci un grande contributo di conoscenza sulle espropriazioni mafiose di proprietà private. PRESIDENTE. L'ufficio di presidenza ha deciso non tanto di ascoltare questa signora - dovremo valutare se sia necessario sentire singole persone per evitare di farlo senza alcuna selezione - quanto di intervenire per avere informazioni precise dall'autorità giudiziaria, dall'intendenza di finanza e dalla DIA sui motivi per i quali possa ancora persistere questa situazione. In tempi brevi potremo essere a conoscenza dell'eventuale (perché allo stato non possiamo saperlo) inerzia dell'amministrazione pubblica: successivamente decideremo se sarà necessario sentire la signora di persona o se saremo in grado di intervenire direttamente per sbloccare questa situazione. NICHI VENDOLA. Poiché vengo qui con atteggiamento costruttivo, ho l'ambizione di mutare le mie opinioni sentendo il parere del presidente e dei colleghi; ho l'ambizione che anche i colleghi mutino le loro opinioni dopo aver ascoltato il parere di altri. Presidente, lei ha assunto un atteggiamento, prima in ufficio di presidenza ed ora in Commissione, per cui replica immediatamente ad ogni collega che interviene, non offrendo alla Commissione la possibilità di svolgere un dibattito ed eventualmente, dopo aver sentito tutti i gruppi, di formarsi un'opinione. Nessuno sta proponendo di risolvere tutti i casi umani che esistono in giro per l'Italia ascoltando le persone interessate; poiché, però, tutti abbiamo denunciato che si è avuta una latitanza dello Stato nel ritardo con cui è stata istituita la Commissione antimafia, vi è un grande bisogno di offrire al paese, alla coscienza del paese, il segnale che lo Stato è impegnato nella lotta contro la mafia. Il caso ricordato, per chi, come me, l'altro giorno è stato a Reggio Calabria, rappresenta un fatto incredibile, di proporzioni gigantesche. In tanti luoghi di quella città lo Stato non esiste, non avanza. Allora, ritengo che possiamo... PRESIDENTE. Ho solamente informato la Commissione della decisione assunta dall'ufficio di presidenza. Se la Commissione ha una valutazione diversa la può esprimere, ma era giusto che la informassi della linea che avevamo deciso, mi pare unanimemente, di adottare. NICHI VENDOLA. Ne possiamo discutere diversamente... Pagina 21 NICOLA MANCINO. Se vi sono interventi ad adiuvandum per la formazione di un programma iniziale di lavoro credo che ognuno meriti di avere una risposta da parte del presidente. VITTORIO TARDITI. Intervengo per proporre temi su cui dibattere. Nell'indagine che andremo a svolgere iniziando con le audizioni dei ministri Maroni e Biondi mi pare sia opportuno compiere un accertamento - per il momento abbastanza limitato, ma in futuro potremo approfondirlo acquisendo notizie più dettagliate - relativamente ad un fenomeno che, se in un primo tempo è stato considerato solo come una fuga dalla povertà e una ricerca di benessere, in questo momento, in base a ciò che leggiamo sulla stampa e che vediamo quotidianamente in televisione, è caduto certamente sotto il racket della mafia: mi riferisco all'immigrazione clandestina e alla tratta di donne avviate alla prostituzione. Il fenomeno dell'immigrazione clandestina, dovuto forse (anche se non voglio entrare nel merito politico) a norme che occorrerà modificare, ci interessa in ogni caso: l'attività di mafiosi che prima si dedicavano al contrabbando di sigarette e oggi, con gli stessi motoscafi, fanno la tratta di albanesi dovrebbe essere oggetto di indagine affinché la Commissione possa suggerire al Parlamento eventuali proposte di riforma della legge Martelli o nuove norme volte ad eliminare questo fenomeno, che ha caratteristiche sicuramente mafiose. Sento il dovere di toccare un argomento - affrontato in colloqui informali con molti colleghi - che magari le risulterà meno piacevole, presidente, cioè il programma dei lavori. Molti colleghi ritengono che collocare audizioni sia il lunedì sia il venerdì sia eccessivamente gravoso per la già gravosa attività di parlamentari impegnati anche in altre Commissioni. Sottolineo, assumendomene il peso (perché faccio parte del gruppo al quale lei stessa appartiene, presidente), l'opportunità di rivedere in un prossimo futuro questo calendario dei lavori, eliminando almeno una delle due giornate indicate per le audizioni, magari trovando un'altra sistemazione. Naturalmente, il senso del dovere che ci anima tutti è di rispondere alle chiamate, e noi abbiamo risposto; tuttavia ho voluto sottolineare questo piccolo problema tra i tanti. ANTONIO BARGONE. Avevo posto una questione metodologica, ma mi pare che non vi sia stata risposta. Vorrei fare una premessa: siamo qui per cercare di dare un contributo, il più utile possibile, ai lavori di questa Commissione, facendo leva sulla nostra esperienza e sulle nostre capacità; ma per fare questo bisogna essere messi in condizione di operare. Prendo atto che discutiamo di queste questioni dalle 16,30 e che non siamo approdati a nulla, poiché la discussione svoltasi in ufficio di presidenza aveva portato a conclusioni diverse da quelle da lei qui esposte, presidente. L'elenco delle audizioni non è stato consegnato ai membri della Commissione ma ai capigruppo, che hanno espresso la loro opinione. Mi pare che alla fine emerga un orientamento di questo tipo: non si possono ascoltare tante persone (21, e magari se ne aggiungerà qualcun'altra) senza avere un'idea di quali sono le priorità di questa Commissione, quali i temi che dobbiamo privilegiare e quali le iniziative che dobbiamo adottare. Non dobbiamo perdere tempo. Mi sono permesso di suggerire - e poi vi sono state proposte di tutti i gruppi, e in particolare una dell'onorevole Ayala che mi è sembrata di buon senso - di svolgere un primo pacchetto di audizioni che ci consenta di aggiornare la nostra conoscenza delle varie questioni, tenuto conto che non partiamo da zero bensì da un lavoro che è stato già compiuto. Naturalmente, occorre rilanciarlo, perché vi è un buco di sette mesi ed è necessario coprire alcuni ritardi. Perciò non può essere sufficiente l'annuncio di due audizioni e la proposta di svolgerne altre. Addirittura, abbiamo fatto un passo indietro rispetto alle indicazioni emerse in sede di ufficio di presidenza, perché siamo in presenza di una proposta generica di audizioni, e quindi di temi generali rispetto a quello Pagina 22 che concretamente dobbiamo fare. Ho già detto in ufficio di presidenza, e sono costretto a ripeterlo in questa sede, che questo significa determinare una dispersione delle nostre energie perché non si possono ascoltare tante persone senza che ciò sia funzionale ad un obiettivo dato, che non può che essere il programma della Commissione. Ripeto: né io né i colleghi intervenuti nel corso della riunione dell'ufficio di presidenza pretendiamo che il programma sia illustrato oggi o predisposto ad horas. Ritengo tuttavia che oggi si debba stabilire un percorso rapidissimo per arrivare ad un programma dei lavori della Commissione e che ciò vada fatto contemporaneamente alle prime audizioni (quelle del ministro Maroni e del ministro Biondi, che sono sicuramente necessarie). Del resto, mi pare che anche il senatore Ramponi si fosse espresso in questo senso. LUIGI RAMPONI. Sì, l'ho detto anch'io! PRESIDENTE. Lo abbiamo detto ora! ANTONIO BARGONE. Senatore Ramponi, mi scusi: se lei leggerà il resoconto stenografico della seduta di oggi potrà facilmente constatare come i colleghi che non hanno preso parte alla riunione dell'ufficio di presidenza non abbiano affatto colto questa impostazione; in realtà, essi hanno colto soltanto la proposta delle audizioni previste per lunedì prossimo nonché l'indicazione di una serie di audizioni successive, senza tuttavia capire chi siano i soggetti da ascoltare e per quale ragione essi lo debbano essere. LUIGI RAMPONI. Però i colleghi hanno anche avuto modo di capire dalle parole del presidente che non è ancora possibile predisporre un preciso programma e che quest'ultimo sarà approntato dall'ufficio di presidenza contemporaneamente alle audizioni. Queste sono le conclusioni alle quali eravamo arrivati! ANTONIO BARGONE. No, non siamo arrivati a queste conclusioni. Questo è un percorso troppo generico che non fissa tempi precisi. LUIGI RAMPONI. Allora, faccia lei una proposta! ANTONIO BARGONE. L'ho fatta, la proposta! Ho proposto che, dopo le audizioni, si svolga una seduta della Commissione nella quale il presidente illustri il programma e la Commissione stessa lo discuta. Se questa è considerata una proposta tranchant e non risolutiva, potremmo allora prendere in esame, per esempio, le proposte dell'onorevole Ayala. PRESIDENTE. Lo abbiamo detto fino ad adesso che è così ...! ANTONIO BARGONE. Presidente, mi consenta, ma lo posso accettare solo fino ad un certo punto... Fino ad adesso non abbiamo detto questo ma altro! La discussione, fino a questo momento, si è avviata in maniera del tutto generica: ecco perché sono stato costretto ad intervenire! Ho precisato che la mia era una proposta collaborativa che teneva anche conto del fatto - l'intervento del collega che mi ha preceduto, del resto, ha ripreso la questione che le avevo anticipato - che le previste audizioni non potranno essere concluse entro due settimane (è irrealistico pensare ad una cosa di questo genere!), essendo necessario almeno un mese e mezzo. Non possiamo rimanere fermi in surplace per tutto questo tempo limitandoci ad ascoltare quanto ci vengono a dire. Tra l'altro, dobbiamo anche tenere presente quanto ci ha detto l'onorevole Arlacchi, il quale ha sostenuto che non siamo una "carta bianca" sulla quale scrivere delle cose: noi siamo venuti qui perché abbiamo delle idee, delle esperienze, degli elementi e dei dati sui quali lavorare e perché intendiamo offrire il nostro contributo affinché la Commissione si avvii rapidamente a lavorare in modo utile e produttivo. Non si tratta di svolgere soltanto audizioni. Io non ho certo inteso sostenere che le audizioni non si debbano svolgere, ci mancherebbe altro! Le audizioni sono necessarie ed anche utilissime, ma solo se inserite in Pagina 23 un quadro di riferimento che ci faccia capire ... Se, per esempio, dobbiamo privilegiare - come i colleghi del mio gruppo ed io crediamo - le questioni relative all'economia criminale ed alle risorse finanziarie di provenienza illecita, sia nazionale sia internazionale, è chiaro che alla Commissione dobbiamo dare un'impostazione di un certo tipo. Se, sempre a titolo d'esempio, volessimo invece privilegiare l'analisi dell'attività puramente repressiva, dovremmo seguire un' impostazione diversa. E' chiaro, quindi, che si tratta di operare alcune scelte: non si può fare tutto, altrimenti si condanna la Commissione a svolgere un lavoro dispersivo. Si tratta quindi di selezionare gli obiettivi e, per far questo, è necessario partire con il piede giusto. Ritornando a ciò che sembrava essere stato deciso e che poi si è perduto per strada, vorrei osservare che, con riferimento a tutte queste audizioni - molti colleghi ne hanno proposte di ulteriori, e ciò è ovvio di fronte ad un certo modo di impostare i nostri lavori - sarebbe opportuno partire con un primo pacchetto che comprenda le audizioni più strettamente dirette all'attività di contrasto delle attività mafiose, per poi fermarci brevemente per affrontare la discussione sul programma di lavoro. Si potrebbero, per esempio, insediare gruppi di lavoro che possano agevolarci nello snellimento e nella specializzazione della nostra attività, nella prospettiva di riferire le risultanze alle quali perverranno alla Commissione plenaria. Se iniziamo la nostra attività navigando a vista, procedendo ad una serie di audizioni senza tuttavia sapere quali siano l'obiettivo, l'impostazione ed il metodo che la Commissione intende seguire, saremo costretti ad ascoltare di nuovo le stesse persone con riferimento alle questioni sulle quali avremo interesse a farlo. Tutto ciò comporterà una perdita di tempo e significherà, in definitiva, girare a vuoto. Ho voluto sollevare questa questione, che riguarda anche il rapporto all'interno dell'ufficio di presidenza, perché ritengo che sia bene che tale rapporto venga chiarito subito. Mi pare infatti che un chiarimento possa aiutarci a lavorare in piena collaborazione, tenendo conto che la nostra Commissione ha un compito delicatissimo e che quindi, a maggior ragione, non può tollerare posizioni pregiudiziali o atteggiamenti di slealtà. CORRADO STAJANO. Anch'io avverto la necessità di una razionalizzazione. Mi sembra che sia stata scelta la strada più facile, quasi scolastica, quella delle audizioni. Intendiamoci: le audizioni sono necessarie - dopo un "buco" di sei mesi nell'attività della Commissione - per capire cosa è accaduto e cosa sta accadendo. In questa fase iniziale della nostra discussione, tuttavia, sono emersi moltissimi temi, particolari e generali. Ripeto: considero utile procedere alle audizioni ma non possiamo dedicarci solo ad esse. A mio avviso si pone pertanto la necessità di procedere contemporaneamente all'organizzazione ed alla preparazione di un progetto sul quale lavorare, anche perché ciò finirà per rendere più utili le audizioni. MAURIZIO BERTUCCI. Ho l'impressione che nell'attuale fase della discussione non si colga lo spirito di collaborazione che si è invece registrato nella riunione dell'ufficio di presidenza. In quella sede il presidente ci ha sottoposto un elenco di persone da ascoltare e mi pare che tutti avessimo concordato sull'opportunità di snellire quel programma, tanto che avevamo raggiunto un certo tipo di accordo. Gli onorevoli Mattarella ed Ayala avevano addirittura sollecitato lo svolgimento delle audizioni di alcune di queste persone e si era convenuto di procedere dapprima ad ascoltare i ministri dell'interno e di grazia e giustizia e, alla fine, il Presidente del Consiglio. Mi era sembrato comunque di capire - non vorrei che ciò fosse il risultato di una mia distrazione - che, subito dopo le prime audizioni, o contemporaneamente, avremmo proceduto, come ufficio di presidenza, ad elaborare un programma sul quale continuare a lavorare insieme. E' vero che l'attività della Commissione si è interrotta per sei mesi e che molti membri Pagina 24 sono nuovi; tuttavia siamo tutti venuti in questa Commissione animati da grande spirito di collaborazione. Chiedo ed auspico pertanto che lo spirito di collaborazione che si è espresso fino a mezz'ora fa continui a manifestarsi. Credo che quanto detto dal presidente possa essere sintetizzato nel seguente modo: si tratta, in sostanza, di procedere ad una prima tornata di audizioni per poi predisporre un programma di lavoro comune e, quindi, continuare con le altre audizioni. GIUSEPPE AYALA. Per quanto mi riguarda, cercherò di resistere alla tentazione di ripetere quanto già detto nella riunione dell'ufficio di presidenza. In questo senso, vorrei subito tranquillizzarvi perché eviterò senz'altro di farlo. Spero invece di portare un contributo pragmatico e concreto, al quale mi ero già richiamato nella riunione dell'ufficio di presidenza, che vorrei ora riproporre in linea di massima arricchendolo di un contenuto che tenga conto anche di circostanze future. In particolare, mi riferisco al fatto che la prossima settimana lavoreremo soltanto nella giornata di lunedì, considerato che vi sarà una situazione del tutto particolare che vedrà lei, presidente, insieme al sottoscritto ed al collega Arlacchi, assenti da Roma. Alla luce di questa situazione, nonostante mi renda conto che si tratta di un sacrificio per molti, almeno per la prossima settimana sarà necessario tenere seduta nella giornata di lunedì. Passando ad una considerazione di fondo, ritengo che il nostro obiettivo sia quello di conferire all'attività della Commissione una razionalizzazione che assicuri la maggiore utilità e la minore dispersione possibili nel nostro lavoro, ferma restando l'opportunità (che anch'io, come molti colleghi che mi hanno preceduto, condivido) di iniziare la nostra attività con le audizioni dei ministri più direttamente interessati ai problemi di nostra competenza, rinviando ad un secondo momento l'audizione del Presidente del Consiglio. E' emerso il problema - al quale avevo già accennato in sede di ufficio di presidenza e che è stato ripreso dal senatore Mancino il quale, per ovvie ed intuibili ragioni, di queste cose se ne intende - della criminalità economica, cioè del rapporto tra crimine organizzato ed economia. Da questa indicazione si può trarre spunto per individuare le famose priorità che dobbiamo seguire. Ho ascoltato gli interventi di molti colleghi i quali hanno suggerito di dedicare attenzione ad una serie di temi che certamente - nessuno potrebbe sostenere il contrario - non esulano dai compiti della Commissione antimafia: il nostro lavoro - ahimè! - è teoricamente sconfinato! Penso comunque sia inutile entrare in polemiche di tipo politico o parapolitico. Se siamo tutti convinti - e si tratta di un dato che possiamo verificare immediatamente - che il tema del rapporto tra criminalità organizzata ed effetti sull'economia è uno degli argomenti ai quali assegnare priorità; se siamo tutti d'accordo che la settimana prossima, per ragioni del tutto contingenti, non potremo procedere se non all'audizione dei ministri dell'interno e di grazia e giustizia, penso che fin da oggi potremmo individuare un primo gruppo di lavoro che si occupi di questo tema, anche esaminando gli atti della precedente Commissione. Saranno necessarie, inoltre, altre audizioni: penso, per esempio, al presidente dell'ABI, condividendo pienamente la proposta del collega Mancino. Molti colleghi si trovano qui per la prima volta e probabilmente non si sono mai occupati di mafia; costoro - o perché entrati a far parte del gruppo di lavoro o perché ne tesaurizzino i risultati - potrebbero, esaminando gli atti importanti prodotti dalla precedente Commissione antimafia, essere nella condizione di contribuire a dare un significato alle prossime audizioni che a quel punto, in modo omogeneo, potrebbero riguardare il governatore della Banca d'Italia, il ministro delle finanze ed il ministro dei lavori pubblici (quest'ultimo con particolare riferimento alla questione degli appalti che, per la verità, rappresenta un aspetto a sè stante, che richiederebbe un'audizione specifica ed uno specifico gruppo di lavoro). Pagina 25 Le priorità le conosciamo. Non vi è dubbio, per esempio, che la questione dei pentiti rappresenti una priorità della quale dobbiamo occuparci, così come lo è la questione carceraria. Non intendo apparire come il tipico saputello, che tra l'altro non sono e - ripeto - non intendo essere. Tuttavia - lo ribadisco - alcune priorità le conosciamo: anzi, magari le conoscessimo tutte! Resta il fatto che su alcune di esse non si discute: chi ha un minimo di dimestichezza con i problemi che trattiamo conosce le priorità ed ha facilità ad individuare i temi dei quali la Commissione dovrà occuparsi in via principale. Uno di questi è indubbiamente rappresentato dalla criminalità economica. Perché, allora, non stabilire oggi (oltre a quelle che possiamo definire le audizioni obbligate, che riguardano i ministri più coinvolti e responsabili nella lotta al crimine organizzato) di prevedere per la settimana prossima un primo approccio con il grande tema del rapporto tra economia, finanza e criminalità organizzata? Dico questo, signor presidente - e concludo - perché, siccome la prossima settimana sarà, per così dire, vuota (per le ragioni alle quali mi sono riferito in precedenza), se costituissimo oggi stesso un gruppo di lavoro che possa nel frattempo lavorare (non tutti, infatti, la settimana prossima si recheranno negli Stati Uniti), al ritorno potremmo disporre di un canovaccio pronto per procedere ad audizioni omogenee su uno specifico tema. Avremmo fatto un passo in avanti che ci consentirebbe di procedere ulteriormente. Penso che oggi potrebbero essere costituiti anche altri gruppi di lavoro, ma non voglio mettere troppa carne al fuoco. Dico solo che quello al quale ho accennato costituisce un sistema razionale di lavorare: non lo è invece quello di andare avanti per audizioni. LUIGI RAMPONI. La proposta di disporre oggi la costituzione di un gruppo di lavoro sugli aspetti economici e di costituire anche altri gruppi di lavoro contrasta con la logica organica cui dobbiamo ispirare la nostra attività. Avete sottolineato l'urgenza di definire un programma, colleghi. Naturalmente, una volta predisposto un programma, in quest'ultimo risulteranno i principali temi da affrontare, sulla base dei quali si formeranno i gruppi di lavoro. Possiamo allora decidere di riunire i capigruppo nel corso della giornata di domani oppure sabato o domenica e, se sussiste la sottolineata urgenza, cominciare a delineare le caratteristiche del programma. PRESIDENTE. Perché non possiamo farlo durante le audizioni? Questo è quanto avevamo deciso. LUIGI RAMPONI. Se però tutti riconoscono l'urgenza della questione, possiamo riunirci nella stessa giornata di domani per tracciare un quadro (sarebbe poi sempre il solito quadro) dei vari settori e procedere alla formazione dei gruppi di lavoro. Altrimenti, come è stato sottolineato e come osservava il presidente, possiamo aggiornarci alla settimana immediatamente successiva a quella in cui si terranno le prime audizioni. Queste sono, a mio avviso, le alternative possibili. GIUSEPPE ARLACCHI. Credo che buona parte della discussione finora svoltasi avrebbe potuto essere evitata se si fosse seguito un metodo di lavoro più rigoroso in sede di ufficio di presidenza. Sono sorti, invece, molti equivoci, perché alla fine nessuno ricordava bene che cosa si era concluso, a causa della lunghezza e della dispersività di molti degli interventi. In tal modo si crea a volte del nervosismo che non ha alcun significato politico ma denota soltanto l'esistenza di difetti nell'organizzazione dei lavori. Effettivamente, non si è compreso bene che cosa si era deciso alla fine e sono sorti dei fraintendimenti, ma ritengo che a questo punto si possa giungere a una definizione di carattere pratico su che cosa fare fino alle prossime scadenze. Tra l'altro, questi difetti di organizzazione dipendono anche dall'urgenza che si è accumulata negli ultimi mesi: molti membri della Commissione sono ben consapevoli Pagina 26 del fatto che, dopo sette mesi di assenza di una Commissione d'inchiesta sulla mafia, si è accumulata una grande quantità di problemi, per cui non si pone soltanto la questione delle audizioni, ossia della necessaria panoramica d'insieme su quanto è accaduto in questo periodo, ma esistono anche problemi emergenti (le vittime della mafia, l'usura e così via) ai quali la Commissione deve dare una risposta. Nello stesso tempo, però, la Commissione deve avere ben chiaro che cosa fare su un piano strategico di lungo periodo. In quest'ottica si colloca il discorso sull'economia criminale, emerso in vari interventi, che ci accomuna un po' tutti, ma che va tenuto distinto da una gestione quotidiana e immediata dei problemi della Commissione. Se, infatti, non terremo ben distinti questi due piani, rincorreremo gli avvenimenti oppure non riusciremo mai a darci un metodo di lavoro. Mi sembra, quindi, che l'urgenza, che sottolineavo, di formare gruppi di lavoro i quali svolgano la loro attività in base ad un programma sia una necessità riconosciuta da tutti. Il programma va definito in tempi brevi - anche questa mi sembra una necessità ampiamente riconosciuta - e in base ad esso occorre formare alcuni gruppi di lavoro, che però non possono essere in numero di uno o due: per esempio, nella precedente Commissione il loro numero andava dai 10 ai 12; lo dico perché la Commissione ha una composizione assai numerosa e vi è spazio sia per le tematiche di gradimento di ciascuno sia per l'ampiezza dei temi da affrontare. Ritengo, quindi, che in una riunione urgente dell'ufficio di presidenza allargato ai capigruppo (concordo con il senatore Ramponi circa il fatto che tale riunione si tenga in tempi brevissimi, anche domani) si dovrebbe cominciare a delineare un programma dei temi principali da affrontare nell'immediato ma anche nel lungo periodo, sulla base dei quali definire i gruppi di lavoro. Credo che questo vada fatto adesso, perché in caso contrario la questione verrebbe rinviata alla settimana successiva alla prossima (nel corso della quale il presidente sarà assente). PRESIDENTE. Anche il vicepresidente. GIUSEPPE ARLACCHI. Sì, però l'assenza del presidente incide maggiormente sui lavori della Commissione. Per evitare che si crei un buco di dieci giorni, durante i quali la Commissione procederà in fondo soltanto a due audizioni, sia pure necessarie e insopprimibili, ritengo che potrebbe essere convocata per domani una riunione dell'ufficio di presidenza allargato ai capigruppo, per definire, nelle linee generali, il programma e prevedere un numero congruo di gruppi di lavoro, i quali potranno eventualmente cominciare ad operare anche durante la prossima settimana. In caso contrario, ci troveremmo a fissare tra dieci giorni una riunione in cui si definiscano tali questioni, per poi cominciare a lavorare fra due o tre settimane. Si tratterebbe, a mio avviso, di un vuoto di organizzazione poco giustificabile. MICHELE CACCAVALE. Sono uno dei commissari, ai quali accennava l'onorevole Ayala, che finora non si sono mai occupati di mafia; tuttavia, poiché mi trovo qui, vorrei dare in pieno il mio contributo e chiedo ai colleghi di aiutarmi a farlo. Pensavo che questa fosse una Commissione istituzionale, ma vedo che anche qui la politica serpeggia (Commenti). Alcuni atteggiamenti, infatti, sono politici. Chiedo al presidente di avere la possibilità di acquisire un quadro completo ed aggiornato degli strumenti attualmente a disposizione dello Stato nel campo della lotta alla mafia; credo che tale quadro si possa acquisire soltanto attraverso le audizioni proposte, non limitandole. Vorrei inoltre essere posto nella condizione di conoscere i problemi che risultano oggi ancora aperti nei diversi settori e nei vari ambiti di competenza, rispetto ai quali la Commissione potrà poi approfondire le diverse tematiche una volta elaborato il proprio programma di lavoro. Le chiedo quindi, presidente, di mettermi in condizione di verificare la possibilità Pagina 27 di intervento attraverso le audizioni che sono state proposte. ANTONIO DEL PRETE. Signor presidente, vorrei avanzare una proposta operativa pacificatrice. Convengo sull'opportunità di organizzare il nostro lavoro, collega Arlacchi, ma proprio perché appare evidentemente opportuno organizzarlo bene, non credo che cada il mondo se proprio durante l'assenza sua e del presidente, a causa di un impegno negli Stati Uniti, si consenta ai capigruppo di organizzarsi in tal senso. Questo potrebbe essere un utilissimo periodo di ripensamento affinché ciascuno possa articolare una serie di proposte che, se avanzate domani a tamburo battente, risulterebbero forse in qualche modo carenti. Le proposte avanzate sono pienamente accoglibili, ma l'unica cosa che non riesco a spiegare a me stesso è l'urgenza di affrontare domani le questioni sollevate. LUIGI RAMPONI. Se la questione è urgente, affrontiamola domani. PRESIDENTE. Poiché domani dovrò recarmi a Palermo, potremmo eventualmente riunirci lunedì mattina alle 8 o alle 9. LUIGI RAMPONI. Allora fissiamo una riunione per lunedì. ANTONIO DEL PRETE. Ritengo che si debba disporre di un margine di tempo ragionevole per avanzare proposte concrete sulla base di un confronto. LUIGI RAMPONI. Si tratta ora di fare un primo tentativo, un draft, una bozza; poi si vedrà. PRESIDENTE. Ho l'impressione che, se si intende predisporre un programma assembleare, il dibattito assumerebbe proporzioni incontenibili. Mi ero ripromessa di presentare una bozza, alla quale ciascuno può suggerire tutte le possibili correzioni, ma non seguendo una procedura assembleare, perché altrimenti rischiamo di impantanarci. E' vero che occorre procedere in fretta, ma a volte "la gatta frettolosa fa i gattini ciechi". Dobbiamo invece agire razionalmente: per quanto mi riguarda, si può convocare a breve scadenza una riunione dell'ufficio di presidenza che indichi le coordinate da seguire. Gli uffici collaboreranno con me nella stesura di una bozza che sia il più possibile ampia, completa e comprensibile su una serie di spunti e tematiche che riguardino tutti i settori che ci devono interessare; immediatamente dopo l'ufficio di presidenza potrà prenderla in esame. A quel punto, saremo arrivati alla fine del ciclo di audizioni, avremo ricevuto ulteriori spunti da inserire e il 10 ottobre potremo partire con un quadro esatto della situazione e con degli strumenti già evidenti. Questa era la proposta avanzata: forse non è stata espressa bene, ma se non si parte in questo modo si finisce con il procedere in modo raffazzonato. ALBERTO SIMEONE. Signor presidente, ho l'impressione che ci si trovi di fronte soltanto a delle strumentalizzazioni demagogiche: quando si parla di vuoti, non bisogna dimenticare che i veri vuoti sono quelli di uno Stato che per troppi e lunghi anni è stato latitante e non possono essere quindi determinati dalla mancata approvazione di un piano che ci possa portare immediatamente alla soluzione del problema! I vuoti - lo ripeto - sono presenti nel nostro ordinamento e nella nostra società da troppi e lunghi anni, per cui occorre colmarli, e per fare questo è necessaria un'attività che sia davvero diuturna e nello stesso tempo effettivamente seria. La serietà degli interventi intanto può esserci in quanto vi sarà un piano che possa essere approntato immediatamente dopo lo svolgimento delle audizioni: queste ultime, infatti, saranno in grado di indicare una strada sulla quale poi dovremo muoverci. Le coordinate di lavoro ci saranno suggerite o imposte solo da quelle audizioni: ascolteremo i ministri dell'interno e di Pagina 28 grazia e giustizia, ma anche - mi auguro - il Presidente del Consiglio, nonché il governatore della Banca d'Italia, tenendo presenti tutte le polemiche succedutesi negli ultimi giorni circa eventuali possibili responsabilità degli uomini che sono stati al governo della Banca d'Italia in tanti inquietanti problemi che sono stati sollevati. Ritengo, quindi, opportuno attendere lo svolgimento delle prime audizioni, che ci suggeriranno la strada che sarà poi seguita nel lavoro della Commissione. CORRADO STAJANO. Devo esprimere la preoccupazione di non creare una sovrapposizione tra l'ufficio di presidenza e la Commissione plenaria. Lei ha espresso timori nei confronti di una conduzione assembleare, presidente, ma vorremmo rappresentare veramente noi stessi, per cui si pone questa necessità. Mi è parso di capire che oggi vi è stata una grande confusione: non so se ciò sia imputabile ai tempi di discussione o ad altri fattori, ma certamente quanto ci è stato proposto non era estremamente chiaro. La preoccupazione è proprio quella di non creare una contrapposizione tra l'ufficio di presidenza e la Commissione plenaria, perché siamo tutti soggetti attivi. Anche con riferimento al regolamento, sono assolutamente d'accordo con quanto ha affermato il senatore Mancino: anch'io, non certo per mancanza di fiducia nei confronti del mio capogruppo ma per sottolineare che svolgo appieno la mia funzione, farò capo all'ufficio di presidenza per eventuali proposte di modifica al regolamento. SAVERIO DI BELLA. Voglio attribuire le cause della situazione verificatasi alla passione civile di ciascuno di noi e al fatto che ci si rivede (questo vale per chi era già membro della Commissione, mentre i nuovi componenti si vedono ora per la prima volta) dopo mesi di necessaria interruzione dei lavori della Commissione stessa a seguito dei fatti a tutti noti: lo scioglimento anticipato del Parlamento, le elezioni e così via. Mi auguro perciò che questa sia la prima e l'ultima volta in cui non si riesce a capire quale sia stato il lavoro dell'ufficio di presidenza, in ordine al quale abbiamo ascoltato versioni contrastanti. Spero, quindi, che non si verifichino più casi del genere e sono anch'io d'accordo circa il fatto che l'ufficio di presidenza possa e debba predisporre un programma che abbia una sua organicità, che poi la Commissione plenaria potrà integrare o modificare. Occorre però partire da qualcosa, e da questo punto di vista ritengo che si potrebbe approvare l'ultima proposta della presidente, che faceva riferimento a tale esigenza, ferma restando la raccomandazione - mi sembra che tutti l'abbiamo espressa in termini diversi ma nella sostanza uguali - di non sprecare tempo, al fine di recuperare, se vi riusciremo, i mesi persi, proprio perché siamo tutti consapevoli del fatto che la situazione si è in qualche modo aggravata, anziché migliorare, rispetto al passato. Da questo punto di vista, il paese si aspetta da noi una capacità di azione, di analisi e di proposta che sia il segno tangibile della volontà, che non nasce oggi ma oggi si può rafforzare, di andare avanti con decisione per contribuire finalmente a dare al nostro paese le armi idonee per sconfiggere il fenomeno della mafia. ALESSANDRA BONSANTI. Presidente, mi preoccupo molto che da questa prima seduta esca comunque un messaggio credibile all'esterno, perché noi tutti sappiamo che sono molto importanti i messaggi che da questo palazzo vengono rivolti a Cosa nostra e a tutto il mondo della criminalità organizzata. Allora, credo sia molto importante che, oltre alla notizia che ascolteremo il ministro D'Onofrio (l'ho sentito varie volte in Commissione cultura della Camera e spesso non è che mi abbia fatto fare dei grandi passi avanti sulla scuola: figuriamoci cosa succederà sulla mafia!) o il ministro Mastella, vi sia la conferma che la Commissione, dopo aver concluso le prime due audizioni, si occupi del programma e della formazione dei gruppi di lavoro, dimostrando che è impegnata fino Pagina 29 in fondo a dare il contributo che da essa ci si aspetta. LUCA AZZANO CANTARUTTI. Mi era sembrato che durante la riunione dell'ufficio di presidenza fossimo arrivati a determinate conclusioni, grosso modo condivise da tutti (mi correggano i colleghi se sbaglio). Mi permetto di chiedere se le ho comprese bene. In questo caso potremmo ritenere esaurita la discussione, senza voler interdire il diritto di parola a chicchessia. In ufficio di presidenza tutti i gruppi avevano concordato di procedere lunedì all'audizione dei ministri Maroni e Biondi e, appena possibile (cioè al rientro del presidente), dei ministri delle finanze e dell'industria e del governatore della Banca d'Italia. Questo dovrebbe essere il primo gruppo di audizioni da portare a termine in tempi relativamente celeri. Contestualmente, si dovrebbe procedere alla definizione del programma e alla costituzione di gruppi. Questi dovrebbero di volta in volta porre l'accento sulla necessità di ascoltare tutte le altre persone indicate nel famoso elenco, cioè rappresentanti di forze di polizia, di gruppi operativi e così via. Chiedo ai colleghi se questo era l'intendimento comune a tutti, se non l'ho interpretato male, e quindi se possiamo ritenerci d'accordo. Da parte nostra l'accordo esiste. NICOLA MANCINO. Presidente, tento di riassumere per me il frutto di una discussione apparentemente divaricante. Ho avuto la fortuna di leggere per primo il preambolo che accompagna l'elenco delle audizioni di soggetti istituzionali. A me sembrava che si fossero introdotti due binari, uno per realizzare un panorama informativo adeguato per tutta la Commissione, cioè per i colleghi che si sono sempre interessati ai problemi della malavita organizzata e anche per i nuovi (abbiamo ascoltato, con sincerità di accenti, la disponibilità di parlamentari neoeletti); l'altro binario è rappresentato dal programma dei lavori. Ho ritenuto, per motivi di urgenza, di proporre di ascoltare, oltre ai ministri dell'interno e di grazia e giustizia, anche il ministro delle finanze. A mio avviso, la criminalità finanziaria oggi dovrebbe essere oggetto di particolare attenzione da parte di tutti, indipendentemente dalle appartenenze territoriali (parlare di criminalità finanziaria a Lecco non è più ultroneo rispetto a qualche anno addietro). Per quanto riguarda i gruppi di lavoro, ritengo che, piuttosto che discuterne in Commissione, sia opportuno convocare una riunione dell'ufficio di presidenza che indichi quali sono quelli ritenuti idonei. Al momento della comunicazione alla Commissione, potranno essere avanzate eventuali proposte miranti ad approfondire altri aspetti, perché ciò potrebbe risultare utile nella definizione della strategia da seguire nella nostra attività per la lotta alla criminalità organizzata. Concordo, quindi, con molti colleghi intervenuti, e in particolare con l'onorevole Ayala. Pertanto, dopo le prime audizioni, il presidente potrebbe comunicarci un programma da cui emerga la strategia da seguire. Piuttosto che dividerci, credo che la cosa migliore sia inviare il messaggio all'esterno cui faceva riferimento l'onorevole Bonsanti. Sottolineo con gratitudine verso l'ufficio di presidenza che il messaggio relativo all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario va immediatamente lanciato, perché credo che nessuno metta in dubbio che questa norma vada confermata. Poi sarà il Governo a stabilire, di volta in volta, quando occorrerà ricorrere al trattamento carcerario differenziato e quando no. Sono dell'avviso di dare un messaggio molto forte, soprattutto all'esterno, perché il silenzio della mafia in questo periodo è molto sospetto. PRESIDENTE. Ritengo quindi che si possa procedere alle prime audizioni, cominciando da quelle del ministro dell'interno e del ministro di grazia e giustizia. L'ufficio di presidenza aveva escluso per il momento l'audizione del ministro delle finanze, ma ritengo che possiamo ascoltarlo. Dovremo ascoltare anche il direttore della DIA, il capo della DNA, il capo della Polizia, il direttore della Criminalpol, il comandante dell'Arma dei carabinieri, il comandante Pagina 30 della Guardia di finanza, il direttore degli istituti di prevenzione e pena, i direttori del SISDE, del SISMI e del CESIS, il comandante del ROS dei carabinieri. Considerando che vi saranno tre sedute a settimana, i tempi saranno estremamente brevi. Queste sono le audizioni che, riguardando gli organi e gli strumenti di repressione, rientrano in un pacchetto unitario e prioritario, già approvato dall'ufficio di presidenza. Gli argomenti prioritari che ci eravamo proposti di esaminare per valutare eventuali miglioramenti che si ritenessero necessari riguardano il citato articolo 41-bis, la legislazione a tutela dei pentiti e dei testimoni nei processi di mafia, le procure distrettuali antimafia e la DNA, l'attività delle forze di polizia, anche per una collaborazione ancora più efficace con la magistratura, e il potenziamento della DIA. Questi sono gli strumenti essenziali per la lotta alla mafia, per cui affrontare il tema della criminalità economica in questo momento diventa più difficile. Lo svolgimento di queste audizioni è rivolto ad individuare e, se necessario, a migliorare gli strumenti essenziali che abbiamo a disposizione. Oltre a questi quattro o cinque argomenti che i gruppi di lavoro dovranno affrontare (articolo 41-bis, legislazione sui pentiti e testimoni contro la mafia, procure distrettuali, coordinamento delle forze di polizia e potenziamento della DIA), nella formazione di un programma più globale saranno inseriti tutti i temi, dalla criminalità economica ai collegamenti internazionali della mafia al sequestro dei patrimoni e altro. Una volta terminato il primo ciclo di audizioni, quindi non oltre il 7-10 ottobre, ma auspicabilmente anche prima, potremo già disporre di un programma e dei gruppi di lavoro. Questo era stato stabilito in sede di ufficio di presidenza e mi pare che sia un programma piuttosto razionale. In questo modo, anche i colleghi che giustamente sottolineano che è la prima volta che si occupano di questi argomenti avranno una visione dei primi temi da affrontare sufficiente per poter lavorare tutti nelle medesime condizioni. Vi prego pertanto di pronunciarvi su questo prospetto. ANTONIO BARGONE. Mi rendo conto che è difficile arrivare ad una sintesi però, presidente, vorrei, se fosse possibile seguendo questo percorso, che si stabilisse di convocare una riunione dell'ufficio di presidenza e subito dopo la Commissione per esaminare una bozza di programma del presidente. Nel frattempo si svolgeranno le audizioni indicate. PRESIDENTE. Allora fissiamo per venerdì 23 settembre le successive audizioni. Rientrerò un giorno prima dal mio viaggio all'estero. ANTONIO BARGONE. Presidente, non abbiamo chiesto questo. PRESIDENTE. L'ho proposto per abbreviare i tempi. ANTONIO BARGONE. No, presidente, non serve che lei rientri un giorno prima. La mia proposta è diversa. Accettando il prospetto da lei proposto, chiedo se sia possibile, all'inizio della settimana successiva, dopo il suo rientro, quindi dopo aver ascoltato i ministri dell'interno e di grazia e giustizia e aver stabilito lo svolgimento delle altre audizioni, affrontare, in ufficio di presidenza, la discussione di una bozza di programma, da esaminare subito dopo in Commissione. Se siamo d'accordo su questo, lo siamo anche sul resto del percorso. Non è mia intenzione sottilizzare sul programma proposto perché, se volessi farlo, dovrei suggerire, ad esempio, l'audizione del ministro dell'agricoltura sulla vicenda dell'AIMA. Tuttavia, poiché abbiamo avviato un percorso che prevede l'audizione dei ministri dell'interno e di grazia e giustizia nonché dei responsabili delle forze dell'ordine, che penso siano i soggetti più immediatamente interessati alle questioni di cui ci occupiamo, penso che la settimana prossima si debba cominciare a discutere il programma, in maniera tale che, subito dopo, possano essere insediati i gruppi di lavoro. Se Pagina 31 concordiamo su questa linea, possiamo anche fare a meno di votare. PRESIDENTE. Eravamo già d'accordo! Pertanto la mia proposta si intende approvata. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito). Invito tutti i colleghi ad utilizzare le giornate che ci separano dal 26 settembre per esaminare le disposizioni contenute nel regolamento interno e far pervenire eventuali osservazioni, al fine di giungere in tempi brevi all'approvazione del regolamento definitivo. LUIGI PERUZZOTTI. Presidente, nel riservarmi di farle pervenire il testo di proposte di modifica al regolamento, propongo che, per una sorta di rispetto nei confronti di quanti operano contro la mafia e di coloro che in questa lotta hanno perso la vita, durante le sedute della Commissione venga inibito l'uso dei telefonini cellulari. CORRADO STAJANO. Cosa c'entrano i morti? LUIGI PERUZZOTTI. Non è possibile che, quando si parla di cose serie, ci si metta a telefonare! GIANVITTORIO CAMPUS. Presidente, non ho ricevuto alcuna spiegazione in merito ad un episodio verificatosi oggi. All'inizio della seduta è stata distribuita a tutti la fotocopia di un articolo tratto da un giornale. Vorrei sapere perché ciò è avvenuto e per iniziativa di chi. Si è trattato di un vero volantinaggio fatto dai commessi della Camera! Vorrei sapere se è prassi della Commissione che qualcuno faccia pubblicità politica utilizzando mezzi istituzionali in una Commissione parlamentare. GIUSEPPE ARLACCHI. Sono stato io, ma l'ho fatto per garantire un'informazione. Mi scuso, ma non era un volantinaggio. ALBERTO SIMEONE. Sarebbe più opportuno e delicato che per queste inconsuete forme di pubblicità si utilizzasse la casella postale! PRESIDENTE. Devo dire che non ero a conoscenza dell'episodio segnalato dal collega Campus, il quale appare quantomeno assai irrituale. RENATO MEDURI. Pur concordando con la proposta del presidente, vorrei - senza che ciò significhi banalizzare il discorso - attirare nuovamente l'attenzione sulla scelta dei giorni della settimana indicati per le prossime convocazioni della Commissione. Ritengo che si possa accettare l'ipotesi di lavorare un giorno al di fuori dei tre centrali della settimana tradizionalmente dedicati ai lavori parlamentari, ma che la previsione di tenere sedute sia il lunedì pomeriggio sia il venerdì mattina significhi sacrificare due giornate piene. Prego pertanto la presidenza e l'ufficio di presidenza di esaminare la possibilità di utilizzare solo uno dei due giorni, magari prevedendo una seduta in orario serale in uno dei giorni tradizionalmente dedicati allo svolgimento dei lavori delle Camere (martedì, mercoledì e giovedì). PRESIDENTE. L'ufficio di presidenza ha deciso che, quanto meno per le prossime audizioni, debbano essere utilizzate anche le giornate di lunedì pomeriggio e di venerdì mattina. Abbiamo anche convenuto che, indicativamente, sia il lunedì pomeriggio sia il venerdì mattina saranno utilizzati quando sarà necessario, per la motivazione abbastanza ovvia che, essendo le esigenze della Commissione prioritarie rispetto a quelle personali, lavorative e di collegio, sarà bene seguire tale orientamento. Ovviamente, nessuno è obbligato a venire: se qualcuno ha degli impegni può non partecipare alle sedute. L'orientamento, però, dev'essere dato. D'altra parte, vanno considerati i problemi che ci troviamo di fronte e l'urgenza con cui ci dobbiamo misurare. Non possiamo quindi limitare la nostra attività ai tre giorni centrali della settimana perché ciò ci costringerebbe Pagina 32 ad iniziare le sedute nel tardo pomeriggio, con ovvi prolungamenti di orario. GIANVITTORIO CAMPUS. Sarebbe preferibile concludere le sedute a tarda ora piuttosto che farle svolgere il lunedì. PRESIDENTE. Non vorrei essere scortese, onorevoli colleghi, ma non credo che lo svolgimento della funzione parlamentare sia legato ad una situazione di comodo. Poiché vi siete assunti questa responsabilità, consapevoli che essa avrebbe comportato sacrifici, penso sia giusto dare una dimostrazione d'impegno. Ripeto: se qualcuno avrà degli impegni potrà non partecipare alle riunioni, ma l'orientamento di fondo resta quello indicato anche se, è evidente, quando sarà possibile, eviteremo di riunirci il lunedì pomeriggio. A titolo orientativo, dovete tuttavia tener conto che il pomeriggio del lunedì può essere, anche spesso, utilizzato per le nostre sedute. Comunico che l'ufficio di presidenza della Commissione è convocato per lunedì 19 settembre, alle 15. La Commissione è invece convocata per lunedì prossimo, rispettivamente alle ore 11 e alle ore 16, per le audizioni dei ministri dell'interno e di grazia e giustizia. Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. Propongo alla Commissione di acquisire formalmente tutti gli atti formati o pervenuti alla Commissione nel corso della passata legislatura. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito). La seduta termina alle 18,30.