Pagina 713 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE Pag. Comunicazioni del presidente: Parenti Tiziana, Presidente ............... 714, 716, 717 718, 719, 720 Arlacchi Giuseppe ................................... 718 Bargone Antonio ................................ 717, 720 Bertucci Maurizio ................................... 719 Bonsanti Alessandra ................................. 716 Campus Gianvittorio ................................. 719 Del Prete Antonio ................................... 717 Di Bella Saverio .................................... 717 Florino Michele ..................................... 720 Garra Giacomo .................................. 717, 718 Giurickovic Pietro .................................. 715 Mancino Nicola ...................................... 719 Manconi Luigi ....................................... 717 Meduri Renato ....................................... 719 Scopelliti Francesca ................................ 719 Tripodi Girolamo .................................... 715 Violante Luciano ............................... 717, 718 Pagina 714 La seduta comincia alle 13,45. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del presidente. Ci siamo riuniti oggi per un breve aggiornamento sulla definizione di alcune problematiche e in particolare di quella che si era aperta in seguito alle dichiarazioni incrociate del presidente della Commissione e dell'onorevole Ayala. I tentativi compiuti da diversi componenti la Commissione hanno portato ad una risoluzione, di cui l'onorevole Ayala prende atto, anche se si riserva una decisione in merito alla sua autosospensione. Confermo quanto ho detto ieri sera, ovverosia che nelle mie parole non vi era alcun motivo di sospetto nei confronti dell'onorevole Ayala; ripeto inoltre, come ho già detto ieri sera, che non ho mai espresso opinioni di sospetto nei confronti non soltanto dell'onorevole Ayala ma nemmeno di alcun componente la Commissione, perché non ve n'è motivo e perché tutti, compreso l'onorevole Ayala, godono della massima stima mia e dei colleghi. Per un ulteriore chiarimento, se necessario, la mia risposta all'onorevole Ayala che si riferiva a miei procedimenti eventualmente in corso per calunnia, diffamazione od altro (cosa di cui non sono a conoscenza, e di cui credo non possa essere a conoscenza nemmeno l'onorevole Ayala) richiamava il fatto che tutti possiamo avere problemi, compreso lui stesso, come avvenuto presso il Consiglio superiore della magistratura. Non so di altro, perché non sono abituata ad occuparmi della vita personale di alcuno: qualsiasi altra cosa sia stata scritta dai giornali è opera del giornalista e non certamente mia, poiché non ho rilasciato alcuna intervista ad alcun giornale. Se l'onorevole Ayala fosse stato presente, mi avrebbe fatto piacere dirglielo personalmente, perché evidentemente si è creato un equivoco, di cui abbiamo discusso ieri sera in sede di ufficio di presidenza. Lo davo per scontato, non avendo rilasciato dichiarazioni ad alcun giornale; purtroppo, però, non è presente, ma potrà comunque prenderne atto e decidere successivamente come riterrà opportuno. Ci auguriamo peraltro che vi sia la sua collaborazione ai lavori di questa Commissione, la quale necessita della collaborazione di tutti, in particolare di chi ha un'esperienza più approfondita nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Effettueremo pertanto il nostro viaggio in Sicilia, cui ci auguriamo l'onorevole Ayala voglia dare il suo senz'altro importante apporto. Naturalmente, poi, dato che l'onorevole Ayala è stato invitato a meditare sull'opportunità di dare il suo contributo alla missione, ci auguriamo che ciò avvenga, benché nessuno di noi lo possa costringere: ciascuno di noi, comunque, si adopererà in un'opera di convincimento, testimoniandogli la nostra stima. Pagina 715 Questo è il risultato dell'attività svolta da diversi colleghi in queste ore: quello che ho detto ieri sera e che ho ora ripetuto dovrebbe servire per puntualizzare e concludere questa incresciosa situazione; ci auguriamo, quindi, che a breve riavremo fra noi l'onorevole Ayala e che questa Commissione possa usufruire del suo apporto, insieme al contributo di tutti per un lavoro che sia fattivo. Do lettura, perché possiate esprimere le vostre osservazioni, del comunicato da trasmettere alle agenzie di stampa in relazione al nostro viaggio dei prossimi 5 e 6 dicembre: "La Commissione antimafia presieduta da Tiziana Parenti ha confermato nella seduta di oggi la sua volontà di effettuare, i prossimi 5 e 6 dicembre, una missione in Sicilia nei comuni di Corleone, San Giuseppe Jato, Gela e Niscemi. Tale missione intende portare la solidarietà dell'intera Commissione agli amministratori locali, recentemente vittime di atti intimidatori, e a quanti si trovano ad operare contro la criminalità organizzata in realtà particolarmente problematiche, proseguendo un'azione di presenza nelle zone più difficili del paese, che già era stata propria della Commissione negli anni passati. In tale visita la Commissione intende approfondire, attraverso l'audizione degli amministratori locali, anche le ragioni, i diversi aspetti e gli ostacoli che si sono presentati ai singoli comuni nella realizzazione del loro programma contro la criminalità organizzata, con particolare riferimento all'individuazione di inerzie e resistenze all'interno delle pubbliche amministrazioni". I colleghi ritengono che il comunicato sia completo? PIETRO GIURICKOVIC. Desidero innanzitutto dare notizia che ho appena lasciato l'onorevole Ayala, con il quale ho potuto verificare una perfetta identità di vedute, anche rispetto al mio intervento di ieri. L'onorevole Ayala mi conferma che il problema dell'autosospensione non è soltanto legato ad una questione meramente personale, o anche di rilevanza politica, rispetto al presidente Tiziana Parenti, ma che, anzi, la sua autosospensione potrebbe decadere, comunque, anche con la presidenza attuale. Quello che l'onorevole Ayala lamenta, e che ha motivato la sua autosospensione, è il fatto che questa Commissione non gli sembra in grado di dare segnali forti di unità nella lotta alla mafia. Come ho già detto ieri, il problema è dare un segnale non tanto ai cittadini ma soprattutto alla mafia. Un segnale potrebbe anche cominciare a venire dalla missione in Sicilia. A tale proposito, voglio aggiungere una mia riflessione personale. Un problema oggi generalizzato delle istituzioni, dei partiti, degli organismi della politica, è rappresentato da un notevole scollamento rispetto alla cosiddetta società civile (scusate se abuso di questo già abusato termine). Con riferimento alla missione in Sicilia, un rapporto che fosse unicamente rivolto verso le istituzioni locali, a mio modo di vedere, sarebbe insufficiente; estremamente importante sarebbe invece cercare punti di collegamento con (abuso ancora) la società civile, soprattutto attraverso le associazioni, in Sicilia numerose, che già operano su questo tema e che potrebbero fornire quantomeno informazioni, visioni, opinioni non istituzionali, quindi, proprio per questo, più originali. Ciò rappresenterebbe nello stesso tempo un forte segnale della volontà di questa istituzione di andare fortemente nella direzione di un rapporto con i cittadini, e di non restare chiusa nel luogo delle istituzioni centrali e locali. GIROLAMO TRIPODI. Ho ascoltato il dibattito di ieri in Commissione, cui dovranno seguire oggi delle conclusioni; ho inoltre ascoltato le dichiarazioni di oggi del presidente della Commissione e la lettura del comunicato sulla missione in Sicilia. A quest'ultimo riguardo, se lo scopo era quello ricordato andava precisato sin dall'inizio: si era invece previsto di andare in Sicilia senza un preciso itinerario, né un preciso obiettivo, non per solidarizzare con gli amministratori ed i sindaci che da tempo sono sottoposti all'aggressione della mafia. Se si fosse fatto prima quanto si sta facendo oggi, credo che avremmo un dubbio Pagina 716 in meno rispetto a quelli che sono stati evidenziati ieri e che, anche dopo le dichiarazioni di oggi, non mi sembrano assolutamente fugati. I problemi non sono soltanto quello dell'onorevole Ayala, presidente, e la sua posizione assunta in seguito alle dichiarazioni che ha fatto, e che hanno prodotto una reazione anche sul piano giudiziario nel senso che - almeno secondo quanto attualmente risulta - sarà indagata. Si pongono problemi, invece, rispetto a tutto il lavoro di questa Commissione, che fino ad ora non ha prodotto segnali di impegno reale nella lotta alla criminalità organizzata: in questa sede abbiamo soltanto discusso, ed io fra i primi ho fatto rilevare che impostare l'attività della Commissione parlamentare antimafia su tale piano avrebbe comportato il segnale che si trattava più di una Commissione di studio che di inchiesta. Ci siamo battuti, invece, in precedenza ed anche nella presente legislatura, per confermare il ruolo di Commissione d'inchiesta. A distanza di oltre tre mesi dall'inizio del nostro lavoro, non abbiamo ancora assunto una decisione chiara. Tutte le altre questioni rappresentano il coronamento di tale situazione, per cui devo dire che, anche dopo aver ascoltato le dichiarazioni del presidente di ieri, esse, a mio avviso, non hanno risolto il problema che si pone. L'attività della Commissione antimafia è molto delicata, su di essa è rivolta l'attenzione della gente: la nostra Commissione, quindi, deve avere credibilità ed un'immagine vera, chiara, limpida rispetto al suo impegno nel porsi su un preciso e ben delimitato terreno di impegno contro la criminalità organizzata. In conclusione, ritengo che la situazione non sia cambiata. A mio avviso, la Commissione, nelle condizioni in cui si trova in questo momento, non offre né credibilità né tutti quei presupposti e requisiti che dovrebbe avere, proprio in relazione agli atteggiamenti che sono stati assunti. Voglio ricordare che nella Commissione della precedente legislatura un vicepresidente, un segretario, e persino un componente della Commissione, non appena hanno avuto segnali di indagine nei propri confronti, si sono dimessi. Credo, quindi, che questo problema non possa essere eluso. Presidente, pur prendendo atto delle sue dichiarazioni, mi sembra che il problema rimanga inalterato; si aggiunge così agli altri un problema di incompatibilità tra la sua posizione e il suo incarico. PRESIDENTE. Vi prego di limitare gli interventi esclusivamente all'ordine dei lavori, poiché era questo l'oggetto della riunione di oggi. ALESSANDRA BONSANTI. Presidente, prendiamo atto delle ulteriori precisazioni da lei fornite rispetto alla questione che più ci stava a cuore e ci aveva inquietato, cioè il giudizio espresso sull'onorevole Ayala. Riteniamo sarebbe opportuno che lei facesse una smentita ai giornali che hanno riportato quelle dichiarazioni, anche perché alcuni ritengono di averla vista in televisione. Sarebbe quindi opportuna, lo ripeto, una sua precisazione pubblica. Noi rimaniamo in Commissione, compiendo in tal modo un atto di grande responsabilità e nonostante il disagio che molti di noi hanno provato in questi ultimi giorni per diversi motivi. La lotta alla mafia non consente di essere assenti e speriamo che con il chiarimento avvenuto in questi giorni la Commissione possa acquistare un po' di quella credibilità e legittimazione che purtroppo fino adesso non ha avuto. Il rischio della mafia è altissimo in questo momento e tutti noi sentiamo questa responsabilità. Avvertiamo anche il disagio per quello che è avvenuto in questi uffici. La presidente ieri ha affermato che da quando è arrivata si è mossa nel segno della continuità con la Commissione della precedente legislatura. Tutti possono verificare - è sufficiente aprire le porte degli uffici - che è stata smantellata una struttura che funzionava, che costituiva un importante supporto per i commissari. Le chiedo quindi di risolvere al più presto questa situazione, Pagina 717 poiché per molti di noi è impossibile lavorare in queste condizioni. Vorrei fare un'ultima osservazione riguardo al viaggio in Sicilia. Poiché non è chiaro chi vi prenderà parte e chi potrà prendervi parte, vorrei che una volta per tutte fosse stabilito che alle missioni siano ammessi tutti i commissari che ritengano di dover acquisire informazioni in più. Desidero inoltre sottolineare che in molti dei comuni in cui andiamo a portare la nostra solidarietà, i sindaci sono stati eletti anche grazie al lavoro svolto dal volontariato e dalla società civile e ad un forte impegno di molti sacerdoti. Mi sembra, pertanto, che l'impostazione del programma sia sbagliata e mi chiedo se sia possibile rimediare nel senso di prevedere incontri con esponenti della società. E' ovvio che l'opera delle forze dell'ordine è fondamentale, ma al panorama che questa parte delle istituzioni possono offrire bisogna aggiungere quello che può provenire dalla società civile e dalla Chiesa. LUIGI MANCONI. Come sappiamo, le dichiarazioni su Ayala hanno avuto un'eco pubblica e sono state occasione di scandalo e di inquietudine pubblici. Chiedo quindi che il presidente, con un comunicato inviato ai giornali, alle agenzie, alle emittenti televisive, renda altrettanto pubbliche le precisazioni e le rettifiche che qui abbiamo ascoltato; un comunicato che abbia lo stesso rilievo e dunque lo stesso impatto sull'opinione pubblica che hanno avuto malauguratamente le dichiarazioni precedenti. Chiedo quindi formalmente che ci sia una dichiarazione scritta del presidente, così come ci è stata illustrata una dichiarazione scritta a proposito della missione in Sicilia. ANTONIO DEL PRETE. Presidente, i colleghi senatori hanno l'esigenza di essere in Commissione al Senato per le 15 per lo svolgimento dei lavori connessi alla manovra finanziaria. Credo pertanto che la Commissione debba limitarsi alla programmazione del viaggio in Sicilia, perché temo che se rimescoliamo tutti i problemi, sicuramente non arriveremo a nulla. PRESIDENTE. Non c'è alcun problema di questo tipo, onorevole Del Prete. GIACOMO GARRA. Ieri sera avevo apprezzato l'intervento dell'onorevole Bargone, oggi mi hanno veramente preoccupato le dichiarazioni del senatore Tripodi. ANTONIO BARGONE. Siamo di gruppi diversi. LUCIANO VIOLANTE. Ciascuno risponde per sé e come può. GIACOMO GARRA. Capisco che l'onorevole Bargone parlava per il gruppo dei progressisti... PRESIDENTE. Onorevole Garra, la prego di attenersi all'ordine dei lavori. GIACOMO GARRA. Mi consenta di esprimere il mio disappunto in maniera civile ma ferma, perché le dichiarazioni del senatore Tripodi non riguardano solo il presidente - e questo è già grave di per sé - ma mi è parso comportino disistima nei confronti di quella parte della Commissione che non appartiene al gruppo progressista o a quello di rifondazione comunista. SAVERIO DI BELLA. Vorrei avanzare una proposta operativa. Mi piacerebbe che dalla Sicilia venisse un'iniziativa della Commissione per rinnovare le intese assunte nel 1993 tra la Commissione antimafia della precedente legislatura e il Ministero della pubblica istruzione, una cui circolare ha promosso una serie di iniziative per l'educazione e la formazione di una coscienza civile antimafia. Questo atto rappresenterebbe una forma di continuità, che giustamente la presidenza sottolinea come essenziale e servirebbe a ribadire che la battaglia culturale per la formazione di una coscienza civile diversa è uno dei temi fondamentali dell'attività di questa Commissione. PRESIDENTE. Vi sono altri suggerimenti sulla missione in Sicilia? Pagina 718 GIUSEPPE ARLACCHI. L'ufficio di presidenza sarebbe stato sede più adatta a discutere di questo. Comunque, nel programma è prevista una serie di incontri con i rappresentanti di tutti e tre i corpi delle forze dell'ordine. Per quanto riguarda la provincia di Caltanissetta, ci rechiamo a Gela e a Niscemi e in tutti e due i posti sono previsti incontri con gli stessi esponenti delle forze dell'ordine per parlare più o meno delle stesse cose, ma in un diverso paese. Avrei preferito ridurre il numero degli incontri con le forze dell'ordine per dare maggiore spazio alle associazioni della società civile che in quelle località sono particolarmente rappresentative. Altrimenti è notevole il rischio di ripetere una formula di sopralluogo poco produttiva. Proporrei quindi di ridurre gli incontri con gli esponenti delle forze dell'ordine limitandoli a quelli che in loco hanno effettuato le indagini più importanti, riempiendo gli spazi rimasti vuoti con incontri con rappresentanti di associazioni della società civile che possano offrirci una visione più ampia della società locale. PRESIDENTE. Un'associazione anti-racket esiste soltanto a Gela; dove non c'era, come a Niscemi, ho proposto incontri con le associazioni sindacali. Per quanto riguarda le forze dell'ordine, è ovvio che in uno stesso incontro affronteremo i problemi riguardanti entrambi i comuni. Ribadisco che dove non sono previsti incontri con associazioni anti-racket è perché, secondo quanto risulta dalle ricerche condotte interpellando soprattutto i sindaci, non esistono. GIACOMO GARRA. Tenete presente che gli organismi di polizia giudiziaria, la Guardia di finanza, l'Arma dei carabinieri, la polizia di Stato non gravitano su Gela, ma su Caltagirone che è sede del tribunale. GIUSEPPE ARLACCHI. Incontrando il comandante del gruppo provinciale dei carabinieri di Palermo e il comandante della compagnia di Monreale, ascoltiamo due ufficiali dello stesso corpo. Probabilmente è sufficiente incontrarne uno solo poiché nei corpi di polizia c'è una gerarchia e le informazioni rilevanti procedono verso l'alto. A Corleone ci sono diverse associazioni; ne ricordo una in particolare, "Città nuova", molto attiva in campo culturale, che ha sempre sostenuto le iniziative antimafia: sarebbe molto utile incontrarne i rappresentanti. Anche a San Giuseppe Jato penso ci siano associazioni di base in grado di fornirci una visione diversa rispetto al quadro fornito dalle forze dell'ordine. PRESIDENTE. Avevamo pensato soprattutto alle associazioni anti-racket, ma non ci sono problemi a prendere contatti con altre associazioni. LUCIANO VIOLANTE. Il programma è molto intenso, credo quindi che sarà necessario un grande impegno. E' difficile far tutto, per cui la Commissione valuterà sul posto il da farsi. A Gela, se ricordo bene, operano diverse associazioni per effetto di una convenzione stipulata tra il Ministero di grazia e giustizia e, appunto, alcune associazioni locali, con particolare riguardo alla questione minorile (se non erro, si trattava di un'iniziativa collegata all'applicazione della legge n. 216). Non so se queste associazioni esistano ancora oggi. Tra l'altro, in quella zona si sono registrati gravissimi problemi legati all'apertura di quattro centri ed alla successiva chiusura di due di essi, credo per fatti di violenza. Se il presidente e i colleghi riterranno di farlo, li invito a valutare l'opportunità, anche nell'ipotesi in cui la delegazione della Commissione non avesse tempo per incontrare i rappresentanti di queste associazioni, di promuovere un intervento particolare per fare in modo che queste ultime non si sentano in qualche modo accantonate. Va considerato, infatti, che i soggetti delle associazioni antiracket in qualche modo sono - diciamo così - inseriti (commercianti eccetera), a differenza di quelli appartenenti alle altre associazioni, che potrebbero sentirsi discriminati. Pagina 719 FRANCESCA SCOPELLITI. Condivido l'obiezione sollevata dall'onorevole Arlacchi con riferimento agli incontri programmati con le stesse persone sia a Gela sia a Niscemi. Tuttavia, osservando nel programma i tempi nei quali dovrebbero essere svolte le audizioni, penso che sarebbe opportuno programmare gli incontri in maniera tale che siano collocati per metà al mattino e, per la restante metà, al pomeriggio, in modo che in ciascuna audizione si possano affrontare i problemi sia di Gela sia di Niscemi. Condivido anche la proposta dell'onorevole Violante di ascoltare i rappresentanti delle associazioni alle quali egli ha fatto riferimento. PRESIDENTE. Vorrei solo precisare che gli orari indicati nella bozza di programma sono meramente indicativi. GIANVITTORIO CAMPUS. L'esigenza di razionalizzare gli incontri è indubbiamente fondamentale. Non va trascurato comunque un aspetto importante: se è vero, come è vero, che la presenza della Commissione antimafia in Sicilia rappresenta un segnale forte, credo che tale segnale debba essere rivolto anche a coloro i quali combattono in trincea. In sostanza, non prevedere nel programma audizioni ed incontri con chi in quella realtà combatte sul campo potrebbe costituire un errore. Penso, in particolare, che la mancata previsione di incontri con i rappresentanti della Chiesa, che in questo momento sono sottoposti in moltissime sedi a pressioni, minacce ed intimidazioni, rappresenti un mero atto di dimenticanza, trattandosi di un'esigenza che considero fondamentale. NICOLA MANCINO. Considero utili ed opportuni i previsti incontri con le rappresentanze sindacali. Va evitata comunque la ripetitività che potrebbe derivare dall'ascoltare rappresentanti sindacali di comuni diversi ma, tutto sommato, operanti nella stessa realtà. Prevedere, inoltre, un'audizione congiunta di CGIL, CISL, UIL e SIULP... PRESIDENTE. I rappresentanti del SIULP saranno ascoltati a parte. NICOLA MANCINO. Il SIULP ha problemi specifici di tutela, di protezione ma anche di rivendicazione. In quelle zone, infatti, i poliziotti sono sottoposti ad un lavoro stressante. Come ha già anticipato l'onorevole Bonsanti, sarebbe opportuno prevedere un incontro con i rappresentanti delle curie e delle parrocchie. Se si pensa al messaggio che per ben tre volte consecutive nello spazio di un anno è stato lanciato dal Papa in Sicilia, si può facilmente comprendere come esso mobiliti una sfera spirituale che può essere molto utile ai fini conoscitivi. Infine, non trascurerei le pro loco anche perché, non essendo previsti dal programma incontri con i rappresentanti dei centri culturali - che naturalmente a Roma non si conoscono - ritengo che con l'aiuto della prefettura e dei sindaci dei capoluoghi di provincia si possa venire a sapere quante di queste associazioni presenti sul territorio possono concorrere a fornire alla Commissione un contributo di conoscenza. RENATO MEDURI. Dalla bozza di programma relativa al sopralluogo in Sicilia apprendo che saranno ascoltati i rappresentanti dei sindacati CGIL, CISL e UIL. Poiché penso sia giusto incontrare tutti i sindacati, chiedo che vengano ascoltati anche i rappresentanti della CISNAL e dei sindacati autonomi che operano su quella parte del territorio nazionale. PRESIDENTE. Non ho niente in contrario alla sua richiesta, senatore Meduri. Vorrei tuttavia precisare che i sindacati CGIL, CISL e UIL avevano chiesto di essere ascoltati indipendentemente dai nostri contatti. Nel programma sono stati ricompresi anche incontri con i soggetti che ne abbiano fatto richiesta. MAURIZIO BERTUCCI. Mi compiaccio per lo spirito di collaborazione che si sta registrando oggi con riferimento alla programmazione del sopralluogo in Sicilia e mi auguro che da oggi questo spirito si rafforzi per far sì che il lavoro della Commissione cominci effettivamente a decollare. Pagina 720 Condivido una delle osservazioni svolte in precedenza dalla collega Bonsanti: in particolare, penso che la partecipazione alle missioni della Commissione antimafia debba essere estesa, al di là dell'ufficio di presidenza, a chiunque dei commissari lo ritenga opportuno. PRESIDENTE. Ricordo che i capigruppo erano stati incaricati di indicare i nominativi dei commissari che intendessero partecipare al sopralluogo. Pertanto, la partecipazione non è stata limitata ai membri dell'ufficio di presidenza. In particolare, si era convenuto indicativamente di designare un rappresentante per ciascun gruppo, dal momento che un numero troppo elevato di partecipanti renderebbe troppo difficoltosa l'organizzazione. ANTONIO BARGONE. La nostra proposta è di non considerare rigido il criterio da lei indicato e di orientarsi rispetto a questo aspetto nello stesso modo seguito fino ad oggi. In realtà, ai sopralluoghi partecipa chi intende farlo. PRESIDENTE. Non c'è dubbio. ANTONIO BARGONE. L'esperienza, tra l'altro, ci insegna che la partecipazione dei commissari è sempre piuttosto ridotta e che non si corre il rischio di formare delegazioni molto consistenti. Se in questa materia si adotta un criterio meno rigido, daremo probabilmente la possibilità a più commissari di partecipare ai sopralluoghi, evitando il rischio paradossale che qualcuno dei membri di questa Commissione non partecipi ad alcun sopralluogo, prospettiva che considero francamente inopportuna. In definitiva, chiedo che il criterio da lei indicato venga reso più elastico, in maniera tale che si possa determinare una partecipazione sulla base delle adesioni provenienti da chiunque sia interessato, senza per questo arrivare a formare delegazioni costituite da un numero esorbitante di componenti. PRESIDENTE. Fino ad oggi per il sopralluogo in Sicilia sono pervenute 13 adesioni. MICHELE FLORINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori. PRESIDENTE. Prego, senatore Florino. MICHELE FLORINO. Presidente, le sarei grato se, subito dopo lo svolgimento della missione in Sicilia, prendesse in considerazione la proposta, più volte avanzata dal mio gruppo, di ascoltare il pentito Carmine Alfieri. PRESIDENTE. Prendo atto della sua richiesta, senatore Florino, che è già agli atti del competente gruppo di lavoro. Naturalmente ne dovremo discutere. La seduta termina alle 14,30.