Pagina 2099 AUDIZIONE DEI MAGISTRATI DELLA PROCURA CIRCONDARIALE PRESSO LA PRETURA DI ROMA E DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI ROMA SUL FENOMENO DELL'USURA NELLA CAPITALE PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE INDICE Audizione dei magistrati della procura circondariale presso la pretura di Roma e della direzione distrettuale antimafia di Roma sul fenomeno dell'usura nella capitale: Violante Luciano, Presidente 2101, 2102 2108, 2110, 2111, 2112, 2113, 2114 2115, 2116 2117, 2118, 2119, 2122 Bargone Antonio 2112 Boso Erminio Enzo 2110, 2113 2114 Cabras Paolo 2113, 2114, 2116 Cappuzzo Umberto 2111 De Matteo Aldo 2113 Di Mauro Rosario, Procuratore della Repubblicapresso la pretura circondariale di Roma 2101, 2114, 2115 Florino Michele 2110 Grasso Gaetano 2111, 2112 Lori Perla, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma 2104 2118, 2119 Lotti Lucia, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma 2101, 2102 2107, 2111, 2117 Piro Silverio, Sostituto procuratore dellaRepubblica presso il tribunale di Roma 2108 2110, 2115, 2116, 2121 Rapisarda Santi 2113 Comunicazioni del Presidente: Violante Luciano, Presidente 2125 2126, 2133 Cabras Paolo 2126 Florino Michele 2126 Esame della relazione sulla Puglia: Violante Luciano, Presidente 2122 2123, 2124, 2125 Pagina 2100 Robol Alberto, Relatore 2122, 2125 Bargone Antonio 2122 Cafarelli Francesco 2124 Cappuzzo Umberto 2124 Florino Michele 2122, 2123 Scalia Massimo 2123, 2125 Sorice Vincenzo 2123 Seguito dell'esame e votazione della relazione su Barcellona Pozzo di Gotto: Violante Luciano, Presidente, Relatore 2126 2127 2129, 2130, 2131, 2132, 2133 Brutti Massimo 2130, 2131 2132, 2133 Cabras Paolo 2126, 2127, 2128, 2129 Capuzzo Umberto 2131 Crocetta Salvatore 2132 Florino Michele 2130, 2133 Folena Pietro 2128, 2132 Grasso Gaetano 2127 Mastella Mario Clemente 2127, 2128 2129, 2131, 2132 Rapisarda Santi 2133 Seguito dell'esame e votazione della relazione su Gela: Violante Luciano, Presidente, Relatore 2133 2134, 2135, 2136, 2137, 2138 Cappuzzo Umberto 2133, 2135, 2136 Crocetta Salvatore 2133, 2134, 2136, 2137 Florino Michele 2135, 2136, 2138 Grasso Gaetano 2135, 2136, 2137, 2138 Mastella Mario Clemente 2136, 2137 Rapisarda Santi 2136 Pagina 2101 La seduta comincia alle 9,30. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Audizione dei magistrati della procura circondariale presso la pretura di Roma e della direzione distrettuale antimafia di Roma sul fenomeno dell'usura nella capitale. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei magistrati della procura circondariale presso la pretura di Roma e della direzione distrettuale antimafia di Roma sul fenomeno dell'usura nella capitale. La Commissione ha interesse ad avere un quadro sull'usura, come da accordi verbali intercorsi con il procuratore e con uno dei sostituti procuratori di Roma. ROSARIO DI MAURO, Procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma. Le colleghe Lotti e Lori hanno predisposto una relazione della quale daranno lettura. Naturalmente, forniranno tutti i chiarimenti possibili a quelle che saranno le vostre domande. Come responsabile dell'ufficio devo solo fare un po' di "pianto greco", perché tutto il lavoro che facciamo viene svolto a costo di grandi sacrifici da parte dei magistrati. In questo caso, in particolare, abbiamo dovuto constatare l'assoluta insufficienza numerica delle forze di polizia giudiziaria. L'impegno degli uomini interessati è stato grande, ma la sezione di polizia giudiziaria ha organici insufficienti per rispondere agli incarichi dati loro dai singoli sostituti procuratori. Sul fenomeno in oggetto, le colleghe riferiranno sulla base dell'esperienza nata nell'agosto del 1992 quando il vecchio reato di usura è diventato di competenza del tribunale, mentre la nostra competenza è limitata alla forma di usura nella quale non è previsto l'abuso dello stato di bisogno. Il fenomeno all'inizio sembrava di piccola entità ma poi si è constatato, svolgendo le indagini e perseguendo determinati fatti, che esso è molto più ampio, tanto che si è arrivati successivamente a raccogliere elementi di reato di competenza del tribunale, per cui sono stati stabiliti contatti. Anche dopo la trasmissione degli atti al tribunale per competenza, le indagini sono state condotte in modo collegato dalla procura presso il tribunale e dalla procura circondariale, ciascuna per i reati di propria competenza. Desidero sollecitare la Commissione in direzione di un intervento efficace affinché sia incrementato l'organico della sezione di polizia giudiziaria presso la procura circondariale di Roma e vengano messi a disposizione i mezzi necessari. Non disponiamo di terminali e voi sapete quanto in un ufficio informatizzato sia importante disporre degli strumenti. Cedo la parola alle colleghe che esporranno la relazione. LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma. Tracceremo un breve quadro, cercando di chiarire alcuni aspetti che ci sembrano importanti, al fine di esporre la nostra esperienza e dare un primo quadro del fenomeno dell'usura a Roma. E' necessario fornire preliminarmente un brevissimo quadro normativo e giurisprudenziale. Pagina 2102 L'approccio giudiziario al fenomeno dell'usura è stato indubbiamente condizionato dalle difficoltà intrinseche alla struttura negoziale del rapporto giuridico che ne costituisce l'essenza. L'accordo delle parti sulla redazione di un finanziamento a tasso d'interesse notevolmente superiore a quello bancario non vale ad escludere l'antigiudiridicità del fatto quando il consenso prestato dall'assuntore del debito risulti inficiato da una situazione di necessità. Ne discende, in primo luogo, l'esigenza di definire i contenuti di tale stato di bisogno, che la giurisprudenza ha riconosciuto con sempre maggiore ampiezza, passando da una interpretazione restrittiva, che lo limitava alle sole esigenze di carattere alimentare legate alla sopravvivenza del soggetto, ad una concezione più aderente alla realtà del costume e dei rapporti economici, che lo riconosce in ogni stato di difetto di liquidità che induca un soggetto ad accettare l'applicazione di interessi oggettivamente iniqui. Il carattere usurario o meno del tasso d'interesse applicato deve essere valutato sulla base di corretti parametri di riferimento e nell'attuale assetto economico tale valutazione non può essere riferita all'interesse legale, bensì all'interesse passivo bancario, calcolato nella sua effettività: considerando il tasso ufficiale di sconto, il tasso medio applicato, le eventuali commissioni per il massimo scoperto, l'addebito trimestrale in conto capitale degli interessi maturati e le spese, il tasso risulta intorno al 25-30 per cento reale. Farò ora un breve accenno alla nuova normativa della legge n. 356 del 7 agosto 1992. L'assetto normativo e giurisprudenziale descritto è stato ridisegnato dalla citata legge n. 356, di conversione del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, modificando le previsioni dell'articolo 644 del codice penale ed introducendo la fattispecie criminosa di cui all'articolo 644-bis del codice penale (cosiddetta usura impropria). PRESIDENTE. Quando lei parla del 25-30 per cento si riferisce al tasso che voi considerate usurario? LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma. Superato quel tasso (annuale, ovviamente) si può cominciare a parlare di usura. Tendenzialmente si sposta la valutazione verso l'alto. Dicevo, quindi, della cosiddetta usura impropria. Sono state previste pene più aspre ed è stata espressamente sanzionata l'erogazione di finanziamenti usurari ad imprenditori in difficoltà economica; viene prevista una circostanza aggravante soggettiva quando i fatti sono commessi nell'esercizio di un'attività professionale o di intermediazione finanziaria. In difetto di diversa previsione, la competenza per il reato di usura è stata attribuita, ratione poenae , al tribunale, mentre rimane alla pretura la competenza per il reato di usura impropria. Si tratta di una soluzione discutibile, in quanto non è sempre agevole la verifica della sussistenza dell'una o dell'altra ipotesi (la distinzione può sfuggire al privato che presenta una denuncia, oppure solo un accertamento delle circostanze del fatto può consentirne la corretta classificazione) e solo il coordinamento realizzatosi tra le due procure romane ha impedito che l'incisività dell'intervento giurisdizionale fosse vanificata da problemi di competenza. Appare auspicabile una soluzione che determini la concentrazione della competenza presso un unico ufficio, o in ragione della materia ovvero mediante la qualificazione di una delle due ipotesi come aggravata o attenuata rispetto all'altra. Riguardo in particolare al fenomeno dell'usura a Roma si può cominciare parlando della tipologia dei soggetti che praticano l'usura. Le prime esperienze raccolte consentono di tracciare le tipologie dei soggetti dediti all'erogazione di finanziamenti a tassi usurari. Si conferma la presenza della figura tradizionale dell'usuraio che gestisce Pagina 2103 come singolo l'erogazione di prestiti in un contesto di quartiere o nell'ambito di strutture lavorative. Tali soggetti di norma si autofinanziano, stabiliscono un rapporto fiduciario con i debitori e non si avvalgono della collaborazione di terzi. A fianco dell'usuraio quale erogatore improprio di prestiti, si è rilevata sovente la presenza di soggetti che operano un'intermediazione tra il medesimo ed i potenziali clienti. Costoro operano, a seconda dei casi, o come semplici procacciatori di affari, con piccoli guadagni erogati in percentuale (in tale categoria non di rado si incontrano le vittime dell'usuraio che così tentano di alleviare le proprie precarie posizioni), ovvero come gestori in proprio di prestiti erogati mediante la utilizzazione di capitali forniti da altro soggetto, lucrando sulla differenza di tasso, poiché la loro posizione consente di ottenere all'origine un tasso più favorevole di quello normalmente applicato (rivenditori di soldi). Spesso in tali ultimi casi il reale finanziatore è un professionista che, approfittando delle circostanze offerte dalla sua attività, viene a conoscenza dello stato di bisogno di un soggetto. Quest'ultimo viene indirizzato verso un terzo, che apparentemente accorderà il finanziamento, così dissimulando l'effettivo ruolo svolto dal finanziatore. Peraltro l'evidente redditività dei prestiti usurari attira sempre più soggetti muniti di congrui capitali ed intenzionati ad effettuare investimenti a breve termine, la cui attività di finanziamento ha carattere meramente occasionale. Tali finanziatori si rivolgono preferibilmente a imprenditori di medio o alto livello in crisi finanziaria (verosimilmente al fine di acquisire a basso costo l'azienda o una partecipazione societaria). In ogni caso, quando i soggetti che operano la intermediazione sono molteplici, il fenomeno assume una evidente struttura associativa, i cui punti terminali sono costituiti da soggetti reperibili in luoghi abituali (di norma bar o circoli ricreativi) ad ore prefissate, come veri e propri "sportelli bancari". I vertici di questi tipi di strutture si collocano nell'ambito della criminalità storica romana. Dall'usuraio che mantiene una dimensione personale dei rapporti, anche operando per il tramite di una persona giuridica, si distinguono le società finanziarie, che costituiscono un fenomeno in grande espansione nell'ambito del quale si è annidata una delle più insidiose forme di usura. Approfittando della totale carenza di vincoli normativi (in quanto si è privilegiata la repressione dell'abusiva raccolta del risparmio trascurando per lungo tempo le problematiche connesse alla erogazione del credito) e giocando sull'istintiva fiducia della persona bisognosa nei confronti di una struttura apparentemente impersonale e legale, ampiamente pubblicizzata, i soggetti operanti agganciano senza difficoltà le vittime, alle quali erogano con estrema facilità piccoli prestiti, a tassi inizialmente tollerabili (in ogni caso l'applicazione di tassi mensili elevati non è facilmente percepibile in relazione a cifre esigue). Attualmente l'attività delle società finanziarie è stata disciplinata dal decreto-legge del 3 maggio 1991, n. 143, convertito nella legge del 5 luglio 1992, n. 197, che, tra l'altro, ha introdotto l'elenco degli intermediari operanti nel settore finanziario, tenuto dal Ministero del tesoro, fissando le caratteristiche del soggetto che è ammesso all'esercizio di tale attività e sanzionando penalmente l'esercizio abusivo del credito. Tale disciplina sarà operativa dal luglio prossimo. Si evidenzia l'importanza di un rigoroso controllo del rispetto di tale normativa e di una divulgazione presso il pubblico del nuovo regime, per distogliere gli utenti dalle finanziarie abusive. Si è poi riscontrata la diffusione di società di fatto costituite all'interno di un ambiente definito (ospedale, ministero, grosse aziende) e caratterizzate da una genesi mutualistica, che operano la erogazione di prestiti ai consociati, con piani di restituzione cadenzati settimanalmente, a tassi non eccessivamente elevati (2 per cento mensili). In tale contesto si inseriscono Pagina 2104 i fenomeni del reinvestimento, da parte della stessa società, delle somme raccolte dai consociati in finanziamenti atassi di usura a soggetti esterni, e della autonoma erogazione di prestiti, sempre usurari, da parte di soci che percepiscono i finanziamenti, lucrando sulla differenza dei tassi. Quando le società afferiscono a strutture di notevoli dimensioni, emerge il carattere più spiccatamente criminoso del fenomeno, risolvendosi la struttura mutualistica in una modalità di raccolta del capitale, investito poi in finanziamenti illeciti gestiti nell'ambito della criminalità organizzata. In tale contesto di ampia diffusione del fenomeno sul territorio e della rilevanza dei flussi finanziari che vengono in tal modo prodotti, con profitti elevatissimi, si è profilata la partecipazione al medesimo della criminalità organizzata di stampo camorristico, con una chiara funzione di finanziamento (che induce ad ipotizzare forme di riciclaggio). Uno degli aspetti costituenti corollario del fenomeno è quello riguardante l'attività di recupero crediti, svolta da soggetti non concorrenti nel rapporto di usura, i quali di norma agiscono quali incaricati del recupero per conto del creditore, ovvero in proprio quali cessionari del credito. Anche se il primo caso rimane tuttora il più diffuso, la cessione costituisce una forma più sofisticata, in quanto consente di superare le eventuali eccezioni fondate sul rapporto di finanziamento, in favore della tutela accordata dall'ordinamento al terzo prenditore (presuntivamente di buona fede). Le forme di recupero si distinguono nettamente in legali ed illegali. Accanto alla adozione degli strumenti classici, che implicano l'utilizzazione di mezzi di pressione consistenti in minacce all'incolumità della vittima, della sua famiglia o alla sua attività, sovente seguiti da violenze e danneggiamenti, risultano sorprendentemente diffuse le iniziative di recupero effettuate mediante le procedure esecutive, di norma pervicacemente coltivate fino al realizzo. L'astrattezza dei titoli consente infatti una tutela efficace ed incisiva. Cambiali ed assegni costituiscono titoli esecutivi, immediatamente azionabili mediante gli strumenti del pignoramento che, nell'assolvere alla funzione di assicurare la tutela del credito, di fatto producono un ulteriore assoggettamento psicologico del debitore, posto di fronte alla prospettiva della spoliazione dei propri beni. PERLA LORI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Mi soffermerò in particolare sulle caratteristiche dei soggetti passivi dell'usura, cioè dei soggetti che richiedono finanziamenti alle descritte condizioni. Il ricorso al finanziamento operato da privati a tassi usurari è risultato sorprendentemente diffuso in tutti gli strati sociali ed è vissuto nella maggior parte dei casi come normale risorsa in presenza di difficoltà, anche non insuperabili, nel reperimento dei mezzi finanziari necessari a sanare situazioni di disagio economico. Difetta in tutta evidenza la percezione del disvalore del rapporto usurario e della gravosità delle condizioni accettate fino, spesso, a considerare lo strozzino una sorta di benefattore o, comunque, un amico. Solo al manifestarsi degli aspetti patologici del finanziamento usurario, quando il debito inizia ad incrementarsi in modo abnorme, per effetto dei rinnovi provocati dall'impossibilità di un tempestivo adempimento e quando, in tale situazione, il soggetto comincia a subire pressioni, si acquista consapevolezza della reale situazione provocata dalla contrazione del debito e dal rilascio di una quantità di effetti non onorabili. Uno degli aspetti più significativi delle dinamiche comportamentali dei debitori è costituito dalla fobia del protesto. Effettivamente l'inserzione nel bollettino dei protesti rappresenta un'immediata fonte di danno per commercianti e imprenditori, che vedono pregiudicati i loro rapporti con banche e fornitori ed è, comunque, vissuta come gravissima lesione del proprio buon nome da tutti i debitori. Tale timore è così radicato, che i debitori si trovano ad accettare condizioni onerosissime, Pagina 2105 impegnandosi con la emissione di titoli normalmente privi di copertura e non onorabili, pur di evitare simile prospettiva. Nella maggior parte dei casi fanno ricorso a tali finanziamenti commercianti e piccoli e medi imprenditori (soprattutto nell'ambito delle imprese individuali e di carattere familiare), mentre marginali sono i casi di usura per stato di bisogno connesso ad esigenze di carattere privato. Le cause che determinano il ricorso al credito usurario si sostanziano in un difetto di liquidità, che può assumere diversa consistenza, ricorrendo, ad esempio, nell'esigenza di denaro liquido per far fronte ai pagamenti di routine , in contingenze negative del mercato, in momenti di crisi aziendale più consistenti, nella necessità di capitale per iniziative economiche reputate fondamentali, e così via. Non irrilevante è il fenomeno dell'usura "incrociata", cioè il ricorso al finanziamento usurario per sanare esposizioni debitorie ritenute insostenibili, per lo sviluppo della spirale degli interessi, nei confronti di altri usurai. Spesso in tali casi si genera una sorta di catena, con il ricorso a nuovi usurai per pagare i precedenti. E' evidente che la scelta del finanziamento privato, effettuato alle descritte condizioni, è determinata o dall'impossibilità di ottenere (per precedenti protesti o insufficienza delle garanzie offerte) finanziamenti bancari, ovvero dai tempi lunghi di norma richiesti per l'erogazione di tali finanziamenti, incompatibili con l'immanenza di esigenze di liquidità. Talora, tuttavia, il ricorso agli usurai è determinato dalla crisi del finanziamento bancario (ad esempio, nella forma dello scoperto) ed è finalizzato, con disarmante ottimismo, a sanare il rapporto con le banche, ricostituendo la disponibilità di provvista. Diviene sempre più frequente il caso di interventi finanziari illeciti nei confronti di aziende anche di notevoli dimensioni, che presentano, per peculiari caratteri strutturali o settori di attività, difficoltà nella valorizzazione e liquidizzazione dei loro rapporti commerciali. L'esperienza giudiziaria ha evidenziato che le argomentazioni difensive più ricorrenti delle persone inquisite per usura si sostanziano nell'asserito inadempimento del debitore, indicato come l'unico responsabile di una condotta illecita. Effettivamente si riscontra un inadempimento del debitore, se il parametro di riferimento è costituito dall'importo dei titoli in possesso del creditore. Tuttavia il meccanismo moltiplicatore del debito e dei titoli determinato dai rinnovi e dai rifinanziamenti alla scadenza delle rate, ha come conseguenza che, nella maggior parte dei casi, le somme corrisposte nel tempo coprono ampiamente il capitale erogato, ma risultano imputate essenzialmente al pagamento degli interessi. Non può escludersi che una percentuale di debitori risulti inadempiente a tutte le obbligazioni assunte, ma tale circostanza non fa venir meno la sussistenza del reato, che si consuma anche con la promessa del compenso usurario. Dedicherò ora qualche breve cenno alle forme del finanziamento usurario, cioè alle modalità in base alle quali, di norma, viene erogato questo particolare tipo di finanziamento. La forma maggiormente ricorrente consiste in prestiti con rimborso a breve termine - di solito un mese per importi iniziali non elevatissimi - generalmente 10 milioni -, con il contestuale rilascio di un assegno di importo comprensivo anche dell'interesse. Dalla somma materialmente erogata viene di norma detratto l'interesse, da corrispondersi anticipatamente, mentre l'assegno viene richiesto per l'importo figurativo (ad esempio, un prestito di lire 10 milioni ad un mese comporta l'erogazione della somma di lire 9 milioni e la consegna di un assegno con scadenza a un mese o privo di data e dell'importo di lire 10 milioni). Tra le parti vi è la tacita intesa che, in caso di impossibilità di rimborso alla scadenza, il prestito è rinnovabile, previo pagamento dell'interesse mensile fisso. Si Pagina 2106 tratta del cosiddetto prestito a fermo, nel quale la parte continua a corrispondere nel tempo somme mensili a solo titolo di interesse, rimanendo fermo l'obbligo di rimborso del capitale. Quando la restituzione del prestito viene concordata in più rate, vengono consegnati tanti assegni quante sono le scadenze previste, il cui importo viene calcolato comprensivo degli interessi. In caso di impossibilità di pagamento di una rata, inizialmente si incontra una disponibilità a rinnovare il prestito con la determinazione di nuove scadenze. Agli interessi iniziali si aggiungono quelli previsti per la nuova dilazione (con effetto di anatocismo, in quanto l'importo di ogni rata già ricomprende una quota di interessi precalcolati) e così si determina, a causa delle reiterate operazioni di rinnovo, l'effetto di moltiplicazione geometrica del debito iniziale, che i pur frequenti e consistenti pagamenti non riescono ad estinguere. Possono contribuire a determinare il descritto effetto di moltiplicazione del debito e dei titoli in possesso del creditore i finanziamenti erogati in occasione della scadenza delle rate e della presentazione all'incasso dei titoli consegnati, per consentire al debitore, spesso privo di liquidità, di effettuarne il pagamento presso la banca o il notaio, evitandone il protesto. In tali casi viene evidentemente contratto un nuovo debito, con applicazione di ulteriori interessi, a fronte del quale vengono rilasciati altri titoli. Si aggiunga che non sempre, in caso di rinnovo, i titoli novati vengono restituiti al debitore (la restituzione, se non espressamente negata, viene sovente procrastinata con giustificazioni diverse). Ciò determina, alla definizione del rapporto, il possesso in capo al creditore di una quantità di titoli non corrispondenti neanche più all'ammontare degli interessi in aggiunta al capitale, ma che costituiscono un inaspettato e spesso fatale mezzo di pressione sul debitore e che vengono spesso - a distanza di tempo - ceduti o direttamente azionati. Altra forma particolarmente diffusa di finanziamento consiste nel cosiddetto cambio assegni. Mentre le forme sopra descritte concretizzano una sorta di cambio assegni "apparente", in quanto la consegna dei titoli che accompagna la erogazione del finanziamento ha la funzione di garantirne la restituzione, precostituendo in favore del creditore un mezzo rapido di recupero delle somme dovute, il cambio assegni si sostanzia in una forma di sconto. Infatti i titoli, che possono essere del debitore o di terzi, vengono valutati nella loro consistenza e la somma erogata è pari al relativo importo, detratta la percentuale di sconto variabile tra il 2 ed il 5 per cento per brevi periodi, spesso non superiori alla settimana. Quanto agli esiti del finanziamento usurario, gli aspetti patologici dei rapporti di finanziamento caratterizzati dal descritto sviluppo comportano un progressivo depauperamento del patrimonio del debitore, che può trovarsi nell'impossibilità di far fronte ai pagamenti di rate sempre più consistenti. Tale situazione può concludersi con l'azionamento dei titoli in possesso del creditore e l'esperimento delle procedure esecutive. Tuttavia in molti casi il creditore soddisfa le proprie aspettative in modo più diretto, concordando la cessione di beni immobili o dell'azienda del debitore. In tali casi l'immobile viene progressivamente aggredito mediante privilegi, preliminari, vendite con patto di retrocessione per gli immobili e cessioni di quote sempre più massicce per le aziende; quando il debitore non è più in condizioni di opporre resistenza, l'iter si conclude con una cessione operata, sovente, con l'ausilio di prestanome. Si ha l'impressione che la concessione del finanziamento venga operata preferibilmente nei confronti di soggetti con possidenze immobiliari, non solamente a garanzia del credito, ma con lo scopo ultimo di acquisirne la proprietà a condizioni di evidente favore. Tale fenomeno, anche per gli accennati collegamenti dell'usura con gli ambienti della criminalità Pagina 2107 organizzata, è particolarmente allarmante con riferimento alle acquisizioni di esercizi commerciali e aziende. L'esito più drammatico dei rapporti di usura può ancora essere il suicidio del debitore che non è più in grado di affrontare l'entità raggiunta della propria esposizione, spesso tenuta celata a familiari e collaboratori. Finora abbiamo cercato di delineare il quadro dell'usura a Roma, così come si è venuto configurando sulla base della nostra esperienza giudiziaria. In tale ambito riteniamo opportuno fare riferimento alla posizione del sistema bancario di fronte al fenomeno dell'usura. Come si è rilevato, il ricorso al finanziamento usurario è spesso determinato dalla impossibilità dei soggetti di ricorrere al finanziamento bancario, a causa di precedenti protesti o della insufficienza delle garanzie offerte, ovvero dei tempi talora eccessivamente lunghi delle relative istruttorie. In realtà il sistema bancario si manifesta strutturalmente rigido e non sembra in grado di percepire la diffusa esigenza di finanziamenti da fruire con maggiore snellezza e rapidità, per importi anche non elevati e con modalità di restituzione da adeguarsi al caso concreto. Nella pratica, invece, si rileva, al di là dei casi accertati di collegamenti tra funzionari di banca e strutture associative finalizzate alla erogazione di prestiti usurari, una marcata discrezionalità nei trattamenti accordati ai clienti accreditati. Fidi, mutui ipotecari, scoperti garantiti, scoperti indisponibili, castelletti di sconto, sconto effetti, franchising e anticipazioni garantite da contratti costituiscono alcune tra le molteplici forme di finanziamento che gli istituti di credito possono erogare. Si tratta tuttavia di soluzioni che evidentemente non esauriscono le esigenze del mercato, che sempre più diffusamente si rivolge al finanziamento alternativo. LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Alcune esperienze maturate nell'ambito dell'ufficio, avevano evidenziato che le descritte difficoltà potevano essere superate grazie ad una maggiore conoscenza del fenomeno. Ciò ha comportato la creazione di un archivio informatico che consentisse di verificare le segnalazioni di reato nei confronti di una persona, accorpando i relativi procedimenti, in modo da poter contrapporre alla linea difensiva dell'imputato le dichiarazioni di più persone offese, vagliando al contempo la serietà e la consistenza di queste ultime, e concentrando le istruttorie al fine di poter verificare le interrelazioni tra i soggetti (spesso un usuraio costituisce il tramite di un'organizzazione o di un finanziatore), ed individuare le modalità operative tipiche. Ne è derivata la impostazione di una attività di indagine diretta e di coordinamento delle indagini delegate alla polizia giudiziaria, strutturate in considerazione delle caratteristiche della materia e destinate specificamente ad acquisire gli elementi indispensabili per la valutazione sulla sussistenza del reato e ai fini di sostenere validamente l'accusa. La modifica normativa dell'agosto 1992, dando la possibilità di rendere più incisiva l'azione giudiziaria (aumento di pena, possibilità di arresto in flagranza) ha dato ulteriore stimolo all'iniziativa. Nello svolgimento dell'attività istruttoria sono stati utilizzati schemi di indagine differenziati, predisposti sulla base degli elementi conoscitivi tratti dalla descritta attività di studio del fenomeno, sia per l'acquisizione ragionata di una maggiore quantità di dati e informazioni utili, sia per una proficua prosecuzione delle indagini, sia per una mirata adozione di provvedimenti a sorpresa, quali perquisizioni e sequestri. Si è provveduto a sensibilizzare in tal senso la polizia giudiziaria, sollecitandone la disponibilità ad assicurare al gruppo di lavoro referenti il più possibile disponibili e selezionati. Preziosa si è rivelata la collaborazione delle sezioni di polizia giudiziaria presso la procura e dall'Arma dei carabinieri, che ha reso disponibile a tal fine la II sezione del reparto operativo. Pagina 2108 Sono stati curati altresì contatti con la Banca d'Italia, nell'ambito delle competenze di vigilanza sul credito in generale e sulle società finanziarie in particolare. Altrettanto interessante si è rivelata la collaborazione di consulenti tecnici del pubblico ministero, chiamati ad effettuare una tempestiva ricostruzione dei rapporti giuridici intercorsi tra le parti, al fine di verificare il tasso di interesse di volta in volta applicato e, nei casi in cui l'attività di finanziamento usurario viene effettuata con la copertura di un'attività lecita, a vagliare l'afferenza all'una o all'altra del materiale acquisito nel corso delle indagini. Sono stati ottenuti dati rivelatisi preziosi, ai fini della ricostruzione dei rapporti gestiti dai finanziatori, mediante sequestri di documentazione presso le banche. In alcuni casi i sequestri sono stati estesi alle somme presenti sui conti correnti, che costituiscono il profitto del reato contestato. Per quanto riguarda i dati sui procedimenti, dal 24 ottobre del 1989, data di entrata in vigore del nuovo codice, sono stati iscritti 3.569 procedimenti per le ipotesi di reato di usura e usura impropria, dei quali più di un terzo sono riferibili al periodo successivo alla formazione del gruppo di lavoro (1^ ottobre 1992). Risultano iscritti 1.072 nominativi di persone sottoposte ad indagine. L'adozione delle nuove tecniche d'indagine, e segnatamente l'utilizzo di perquisizioni e sequestri operati miratamente, previo svolgimento di approfondite indagini sui soggetti e sulle modalità con le quali l'attività criminosa si sviluppa, ha consentito, nella maggior parte dei casi, la identificazione di più persone offese, non denuncianti, con riferimento all'attività di usura svolta dalla singola persona indagata. All'esito delle indagini, almeno un terzo dei procedimenti è stato trasmesso per competenza alla procura presso il tribunale in relazione alle ipotesi di associazione per delinquere o estorsione. Nei casi più complessi l'ipotesi associativa o estorsiva è stata curata sin dall'origine dall'ufficio superiore, in collegamento con il quale sono state condotte indagini collegate per le ipotesi di usura. SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma. Il salto di qualità delle indagini, verificatosi di recente con l'instaurazione d'inchieste di un certo livello in riferimento a più pregiudicati di un certo spessore criminale, si deve proprio al tipo di lavoro svolto dai colleghi della pretura e soprattutto dalle due colleghe presenti perché, per quanto mi risulta, sono le uniche che affrontano il problema in via esclusiva (senza per altro essere escluse da altre forme di delega). In realtà, in questi ultimi tempi si è verificato un vero eproprio "bombardamento" di deleghe e di fascicoli nuovi determinati da una serie di denunce più o meno importanti, caratterizzate, appunto, da questo tipo di reati: l'usura... PRESIDENTE. Chi denuncia l'usura? La vittima denuncia? SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma. Recentemente, le denunce hanno cominciato ad aumentare. Esaminerò la questione sotto questo profilo quando analizzerò la grossa portata della recente innovazione legislativa. Il salto di qualità delle indagini ha consentito di portare incisivamente l'opera della procura presso il tribunale nei confronti delle espressioni criminali che avevano connotati di tutta importanza, vale a dire i fenomeni associativi che approfittavano delle ragioni usuraie. Partendo dalle inchieste attualmente in corso - io ne ho un paio, altri colleghi ne hanno altre, ma sono decisamente limitate nel numero -, posso riferire a fronte della mia esperienza. Infatti, sono tredici anni che mi interesso di criminalità organizzata, già da prima che appartenessi alla procura distrettuale. Avendo avuto modo di affrontare anche inchieste di carattere mafioso (l'arresto di Pippo Calò e quello di Salvatore Contorno nel 1980), ho potuto verificare che coloro che Pagina 2109 all'epoca gravitavano nell'orbita di questi grossi personaggi mafiosi insediati a Roma hanno adesso rilevanza e pregnanza penale sotto il profilo dell'usura. Già allora apparivano come dei grossi "cravattari", come si dice a Roma, però era oltre modo significativo che gravitassero in quell'orbita, perché, a posteriori , si può dire chiaramente che rappresentavano una forma di reimpiego dei capitali che derivavano, chiaramente, dai traffici internazionali di droga. Roma è sempre stata un grosso canale di smistamento per il traffico della droga. Posso citarvi, successivamente alle grosse inchieste di cui vi ho detto e anche contestualmente alle stesse, altre inchieste nate, per esempio, dall'omicidio De Pedis e dal duplice omicidio dei fratelli Belardinelli (due inchieste distinte, poi riunite, sviluppatesi qui negli anni tra il 1985 e il 1990). Ho avuto modo di notare che nelle perquisizioni e nei sequestri di routine , che si sviluppavano come un corollario di indagine decisamente importante, inevitabilmente emergevano grossi sequestri di titolo di credito, di appunti, che allora evidenziavano, sia pur larvatamente e senza alcuna rilevanza penale, il ricorso all'usura anche da parte di quei grossi personaggi. Era evidente che le denunce nei confronti di questi nominativi non arrivavano proprio perché avevano un carisma criminale, sapevano farsi ragione da sé con la violenza o semplicemente con il loro nome, per cui mai veniva a sbloccarsi la situazione sotto il profilo della possibilità di perseguimento penale delle loro imprese usurarie. Il salto di qualità si deve soprattutto al lavoro svolto dalle colleghe le quali hanno iniziato a coordinare le numerose inchieste giacenti per il 644-bis e a dare istruzioni, in maniera dettagliata, certosina, a pochi ma qualificati organi di polizia giudiziaria che, forti delle istruzioni ricevute, hanno finalmente cominciato a ben interrogare le persone e a ben istruire le indagini. Da qui il passaggio di qualità nel momento in cui più reati usurari, una volta emerse la stabilità del vincolo, la permanenza degli stessi, l'unicità delle strutture impiegate e la ricorrenza dei nomi, confluivano nel reato associativo di cui all'articolo 416. Fatta questa premessa, si deve precisare che il salto di qualità si è avuto, a livello legislativo, soprattutto con l'introduzione dell'articolo 644-bis ; infatti, prima dell'istituzione di questa norma, potendo operare solo in base al 644, la maggior parte delle inchieste si arenavano sulla forte difficoltà di dimostrare lo stato di necessità della vittima; inoltre, le estorsioni automaticamente conseguenti si arenavano di fronte alla derubricazione in esercizio arbitrale delle proprie ragioni mediante violenza o minaccia con la semplice prova della presunta legittimazione delle pretese creditorie della parte offesa (reati che poi venivano quasi sempre amnistiati con i soliti provvedimenti che nel tempo si sono susseguiti). L'introduzione dell'articolo 644-bis ha determinato un salto di qualità sotto il profilo normativo nel momento in cui effettivamente si è preso di mira il settore maggiormente oggetto di questo fenomeno, vale a dire il commercio. Nel momento in cui si è realmente penalizzata l'opera di coloro che approfittavano delle crisi finanziarie per intervenire in maniera criminale in quel settore, ecco che si è messo il dito sulla piaga. Da qui il proliferare delle inchieste, l'impossibilità di archiviazione con i presupposti che ho citato poc'anzi ed il procedere delle indagini con lo sviluppo dei punti di coordinamento e, quindi, con l'insorgere delle inchieste a livello associativo. Sotto questo profilo, non ho nulla da aggiungere a quanto è stato esaurientemente specificato dalle colleghe, le quali hanno svolto un'analisi senz'altro completa ed esaustiva della situazione romana. Devo specificare che la procura distrettuale di Roma - in particolare il procuratore distrettuale Coiro - ha ritenuto di annettere la giusta importanza, per altro condivisa da tutti quanti noi, al fenomeno usurario. Di talché, abbiamo Pagina 2110 esteso la nostra competenza ( in realtà, la norma introduttrice della procura distrettuale antimafia non prevederebbe siffatto reato) anche ai reati di estorsione e di usura sotto il profilo della interpretazione di reati commessi con le tipologie dell'associazione di tipo mafioso questo perché la richiesta estorsiva è uno dei metodi prioritari usati dalle associazioni mafiose. Ciò nonostante, di recente abbiamo avuto un ripensamento - equesto può darvi un'idea dell'importanza del fenomeno dell'usura a Roma - nel momento in cui sono piovute una infinità di denunce in riferimento a situazioni di usura e di usura impropria collegate a reati estorsivi. Quindi, in qualche modo, si vorrebbe cercare di ridurre la possibilità di intervenire in maniera più approfondita soltanto sulle inchieste che lo meritano. Da qui la necessità di approfondire l'importanza dei collegamenti fra la procura distrettuale e quella circondariale, perché la competenza principale rimane in capo alla pretura circondariale, in base all'articolo 644-bis del codice penale. Non ritengo che sia il caso di fare dei nomi relativi alle inchieste che conduco, però ho potuto constatare che, in riferimento a grossi sodalizi criminali, vi sono personaggi che effettivamente hanno accumulato miliardi e miliardi, che hanno costituito patrimoni, con la compiacenza se non addirittura, in alcuni casi, il concorso di funzionari di banca, che hanno avuto la possibilità - e ciò determina un significativo passaggio sull'importanza che il fenomeno nel tempo ha assunto - di acquisire vere e proprie unità immobiliari, veri e propri cespiti, come recupero finale dei crediti che, via via, in ragione dei tassi, andavano aumentando. PRESIDENTE. Avete incontrato casi di sostituzione nell'impresa? SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma. Qualche caso si è verificato. Queste forme di passaggio di immobili danno il punto della situazione in riferimento al concreto spessore del fenomeno, perché nel sodalizio abbiamo trovato anche colui che si interessava delle visure ipotecarie, colui che in concreto accendeva le ipoteche, così come il bancario che assicurava la trasformazione dei titoli, a seconda dell'importanza, da BOT in buoni fruttiferi o in certificati di credito, determinando difficoltà di accertamento della loro esistenza all'autorità giudiziaria che in quel momento inquisiva. Ritengo, a conclusione di questa mia breve relazione, che il legislatore abbia giustamente innovato con l'introduzione di questa norma; tuttavia, a mio avviso, si deve fare ancora qualcosa perché il fenomeno è in espansione e perché, soprattutto nei grossi centri urbani, la criminalità fa ricorso all'usura in maniera spregiudicata ed anche come forma di reimpiego di attività accumulate con altri tipi di reato, quindi non solo con il traffico di droga, cui ho fatto prima riferimento, ma anche con il gioco d'azzardo o il toto nero. Vi è un diffusissimo ricorso a questo tipo di investimenti usurari da tutto quel substrato sociale che, non potendo ricorrere al credito normale, chiaramente è costretto a ricorrere a questi rimedi. PRESIDENTE. Vi ringraziamo molto perché il quadro che ci avete fornito è particolarmente esauriente. ERMINIO ENZO BOSO. In presenza di banche che praticano tassi quasi di usura (25-30 per cento), penso che la denuncia si dovrebbe estendere a tutto il sistema di finanziamento. Vorrei sapere quali siano le grosse difficoltà che i direttori di banca stanno determinando e gli abusi che stanno promuovendo nei confronti degli usurai esterni, essendo loro le prime fonti di informazione circa le persone in difficoltà. MICHELE FLORINO. La prima domanda è relativa alla legge n. 197 del 1992, che prevede l'elenco degli intermediari e che entrerà in vigore dal prossimo Pagina 2111 luglio. Ritenete che sia una norma sufficiente a contrastare l'usura? Seconda domanda. Da quanto abbiamo ascoltato si evince che l'atteggiamento delle banche è spesso complice; sono stati acclarati fatti che dimostrano che le banche, o comunque determinati funzionari, sono complici? Quale normativa potremmo varare per stroncare queste complicità volontarie od occasionali? Si è inoltre parlato del piccolo prestito all'interno degli enti locali e soprattutto di quello rivolto ai dipendenti pubblici; posso dare indirettamente una risposta perché, per quanto riguarda il grande ente locale di Napoli, vi è all'interno della direzione della ragioneria una miriade di finanziarie che erogano credito facile ai dipendenti. Il più delle volte - ho fatto questa amara constatazione - non si tiene conto del limite fissato per i prestiti da erogare ai dipendenti; pertanto il dipendente stesso si trova a dover pagare una cifra superiore allo stesso stipendio che percepisce. Data la situazione che si è creata almeno in una regione ad alta densità criminale come la Campania, avete qualche risposta per questo drammatico problema, che vede coinvolti migliaia di dipendenti? Da ultimo, l'assoggettazione psicologica avviene anche perché la magistratura incontra difficoltà - è sempre stato così - nel condannare l'usuraio: secondo voi sarebbe necessario dotare l'autorità giudiziaria di strumenti conoscitivi, attualmente praticamente inesistenti? UMBERTO CAPPUZZO. I colleghi che mi hanno preceduto hanno già trattato parecchi argomenti; tuttavia vorrei qualche informazione sull'andamento del fenomeno, cioè cosa si è riscontrato a seguito di un'osservazione che dura da alcuni anni: se il fenomeno, come pare, è in aumento, vorrei sapere quali siano i soggetti attivi e passivi dell'usura (cioè chi è costretto a chiedere e chi dà)... PRESIDENTE. Chiedo scusa, da quando funziona il vostro gruppo? LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Dall'ottobre 1992. UMBERTO CAPPUZZO. Per quanto riguarda le connessioni tra banche ed usura, è stato evidenziato che ci si rivolge ad un usuraio quando una banca non è in condizione di concedere prestiti: mi risulta che vi siano funzionari che fanno da tramite dando consigli circa la persona cui ci si deve rivolgere o, peggio ancora, che vi siano impiegati di banca i quali, per proprio conto o per interposta persona, esercitano l'usura (questo è un aspetto molto interessante). So che le banche hanno fatto degli accertamenti nei riguardi dei loro dipendenti: si tratta indubbiamente di indagini interne, ma sarebbe assai interessante conoscere cosa abbiano potuto riscontrare sotto questo profilo. L'ultima domanda riguarda, infine, il ruolo delle finanziarie. GAETANO GRASSO. Più che fare domande mi permetto di chiedere il vostro conforto su alcune riflessioni. Dal punto di vista della legislazione di contrasto a questo fenomeno che, per fortuna, adesso viene considerato di carattere criminale perché è diventato uno dei più diffusi (ma, fino a poco tempo fa, veniva considerato compatibile con le varie dinamiche illegali del nostro paese), ho riscontrato una certa difficoltà nel raggiungere un punto di equilibrio tra la possibilità di scoraggiare l'usuraio dal praticare l'usura e quella di incoraggiare la vittima a denunciare l'usuraio. Rispetto ai due poli della questione riuscire a trovare un punto di equilibrio è cosa estremamente difficile perché, per esempio, significa rispondere positivamente o negativamente ad alcune questioni. La prima riguarda lo stato di bisogno. Mi domando se sia opportuno, per un'efficace azione di contrasto, sopprimere la clausola relativa allo stato di bisogno prevista all'articolo 644 del codice penale (il 644-bis parla di difficoltà economiche). Bisogna capire se in conseguenza della soppressione di questa Pagina 2112 condizione si rischi di determinare un eccesso di criminalizzazione o se possa essere favorevolmente incoraggiata l'azione di contrasto. Vi è poi un altro problema... PRESIDENTE. Vi è un'altra questione, perché eliminando lo stato di bisogno in entrambi i casi sostanzialmente si fissa pubblicamente un tetto al di sopra del quale - comunque - il mercato del denaro diventa illegale. GAETANO GRASSO. Infatti si pone anche questo problema; occorre capire se sia fattibile la determinazione per legge del tasso di usura (tra l'altro, è una proposta che circola in maniera diffusa e vi è una giurisprudenza consolidata in tal senso). PRESIDENTE. In Francia già esiste. GAETANO GRASSO. Sì, nell'ordinamento francese il tasso di usura è fissato per legge. In secondo luogo si pone il problema di come incoraggiare le vittime di usura a sporgere denuncia. Nella considerazione sociale la vittima di usura viene guardata con estremo sospetto, a differenza della vittima del racket : quest'ultima è vittima e basta, mentre la vittima dell'usura è qualcosa di diverso (mi riferisco in particolare agli imprenditori che vanno a rivolgersi a certe persone). Penso che una soluzione sia quella della rivalsa, cioè di prevedere - e vi chiedo cosa ne pensiate - una serie di norme che stabiliscono il sequestro, la confisca e la possibilità per la vittima, nel momento in cui denunzia, di partecipare al recupero delle somme usurarie che ha pagato nei confronti del creditore. L'ultima questione riguarda l'articolo 644-bis . Premesso che ormai l'usura, soprattutto quando vede come soggetti passivi gli imprenditori, ha sempre o quasi sempre come sbocco l'espropriazione delle aziende o di quote delle aziende, mi è sembrato contraddittorio il fatto che con tale articolo si siano elevate le pene pecuniarie e diminuite quelle detentive, quando invece nel caso in cui la vittima sia un imprenditore... PRESIDENTE. Si riferisce al rapporto tra l'articolo 644 el'articolo 644-bis ? GAETANO GRASSO. Sì, perché il 644-bis ha elevato le pene pecuniarie e diminuito quelle detentive: ciò mi sembra contraddittorio, perché quando la vittima è un imprenditore il pericolo sociale è notevolmente maggiore rispetto al caso in cui la vittima sia una casalinga, perché è in gioco la proprietà di un'azienda e l'equilibrio della libertà del mercato nel nostro paese. ANTONIO BARGONE. Dalla relazione, davvero molto puntuale, è emerso che vi è un rapporto tra il fenomeno dell'usura e fenomeni associativi anche di criminalità organizzata: vorrei sapere in che termini ciò accada, cioè fino a che punto si tratti di un fenomeno fine a se stesso, che si consuma in quanto usura, ed in che termini sia invece funzionale alle organizzazioni criminali, ma soprattutto questo è il punto principale - in che termini sia funzionale alla penetrazione criminale nell'ambito dell'economia e soprattutto del mondo imprenditoriale. Occorre poi capire in che misura il fenomeno sia legato all'estorsione. Poiché mi interessa soprattutto sapere quale tipo di economia si venga a creare con questo tipo di infiltrazioni, vorrei sapere se l'estorsione sia finalizzata all'usura e viceversa ed in che modo si inserisca nell'ambito di un fenomeno associativo che punta, come ho detto, alla penetrazione nell'economia. Altra questione è legata alla funzione delle banche. Il senatore Cappuzzo ha poc'anzi accennato al fenomeno di funzionari bancari che praticano attività usurarie, ma vi è anche quello di finanziarie collegate alle banche: vorrei sapere se sia stata accertata l'esistenza di finanziarie collegate alle banche cui i funzionari delle banche, magari all'insaputa della direzione, indirizzano coloro che Pagina 2113 hanno bisogno. Si tratta di un aspetto importante, perché collegato alla rigidità del sistema bancario, che produce effetti diretti (cioè la difficoltà dell'accesso al credito soprattutto da parte dell'imprenditore in difficoltà economiche), ma anche effetti indiretti, legati alla complicità oggettiva, con fenomeni di degenerazione o addirittura illeciti, come quello dell'usura e delle finanziarie e quindi anche del riciclaggio, come avete segnalato nella relazione. ALDO DE MATTEO. Vorrei rivolgere una domanda su un punto che mi sembra uno degli elementi più odiosi del fenomeno dell'usura, la fase persecutoria; mi riferisco, in particolare, al momento in cui scompare l'interlocutore iniziale ed interviene l'istituto della cessione del credito. Vorrei sapere se l'usura non si possa combattere anche attraverso una revisione dell'istituto della cessione del credito: non certo con la sua soppressione, che implicherebbe una questione molto più ampia, ma entrando nel merito e limitandola. In tal modo scomparirebbe l'elemento più odioso del sistema dell'usura, quello della persecuzione e della mancanza dell'interlocutore iniziale, per cui chi va a riscuotere è in genere un personaggio mai conosciuto e conseguentemente le richieste diventano sempre più pesanti nei confronti della vittima. PAOLO CABRAS. Ho molto apprezzato la relazione e le informazioni fornite alla Commissione anche in funzione della necessità che avvertiamo di aggiornare i dati dell'ultima relazione predisposta dalla Commissione sulla criminalità organizzata a Roma e nel Lazio. In particolare mi riferisco alla relazione della dottoressa Lotti la quale, parlando delle strutture associative che praticano l'usura e non già dei singoli prestatori a tasso di interesse, ha fatto un riferimento alla camorra. Vorrei sapere, senza ovviamente attendere precisazioni che non possono essere fornite, come si arrivi a questo discorso sulla presenza della camorra, anche in relazione ad un altro scenario che è stato dipinto dal dottor Piro e che ci rimanda con la memoria alle imprese della banda della Magliana (non a caso è stato fatto il nome di De Pedis). Poiché negli anni fra il 1980 e 1990, che hanno visto imprese compiute a Testaccio o alla Magliana, si praticò lo stesso tipo di reato, ivi compreso il riciclaggio attraverso agenzie del Credito italiano, dell'allora Banco di Santo Spirito, vorrei sapere se emerga una certa reviviscenza degli ultimi superstiti o di qualcosa che si possa ricondurre a quella esperienza di criminalità romana e se vi siano segnali di presenza e di collegamenti con elementi di criminalità organizzata come la camorra, come nel caso della banda della Magliana negli anni ottanta, con Cosa nostra o con qualcosa che gli assomigli. Ritengo che un'attività così organizzata e complessa non possa non interessare quel tipo di criminalità organizzata che molto spesso va in trasferta a Roma; la camorra, per esempio, è venuta con gente del Gotha dell'organizzazione e Cosa nostra con Pippo Calò. Sarebbe molto interessante sapere se si possa prevedere uno scenario simile a quello che abbiamo già conosciuto. SANTI RAPISARDA. Vorrei conoscere quale ruolo svolgano i notai nel mondo dell'usura e se i procuratori qui presenti abbiano avuto esperienze in merito. ERMINIO ENZO BOSO. Vorrei aggiungere un'altra domanda prendendo spunto dalla mora del 3 per cento fissata dal Governo per coloro che pagheranno in ritardo le tasse. Se si fa un calcolo su base annua, visto che i magistrati sono arrivati a riscontrare il fattore di usura, è ipotizzabile che il Governo arriverà al tasso annuo pari al 36 per cento. Vorrei chiedere ai magistrati qui presenti un'accertamento sull'usura e lo strozzinaggio che il Governo sta compiendo. PRESIDENTE. Quello cui lei ha fatto riferimento non è un interesse! Pagina 2114 ERMINIO ENZO BOSO. Certo che è un interesse! PRESIDENTE. E' una sanzione! ERMINIO ENZO BOSO. Una tassa del 3 per cento per il ritardo nel pagamento porta ad una percentuale pari al 36 per cento. Quando si supera un certo limite si tratta di strozzinaggio, che lo pratichi il Governo o altri. PRESIDENTE. La mia era una sottile distinzione; vedo che non sono riuscito a farmi comprendere. Vi ringraziamo molto per il contributo offerto. Mi è sembrato che il procuratore segnalasse un problema di polizia giudiziaria. PAOLO CABRAS. A me sembra che la Guardia di finanza sia la grande assente dalla relazione. ROSARIO DI MAURO, Procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . La collega in precedenza ha ricordato che della questione è stata interessata la sezione di polizia giudiziaria (i carabinieri hanno lavorato dall'esterno). Dall'ottobre scorso hanno iniziato a contribuire alle indagini la Guardia di finanza e la Polizia di Stato, mentre i carabinieri hanno collaborato dall'esterno, perché abbiamo avuto una fase difficile. PRESIDENTE. Avete assegnato indirizzi specifici alla polizia giudiziaria? Rivolgo questa domanda perché ritengo abbastanza importante il tipo di interrogatorio che si fa di queste persone e il modo con cui si imposta l'indagine. Avendo voi acquisito una specifica esperienza, la Commissione potrebbe avvalersene qualora decidesse di chiedere alle singole procure circondariali se abbiano impostato o concluso un lavoro al riguardo. ROSARIO DI MAURO, Procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Siamo a completa disposizione della Commissione; per altro, un contatto già vi è stato perché i colleghi hanno già avuto rapporti con la procura circondariale. PRESIDENTE. Dai sondaggi compiuti in altri uffici ci siamo resi conto che non vi sono lavori organizzati bene come a Roma. ROSARIO DI MAURO, Procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Non c'è un lavoro come il nostro perché le difficoltà maggiori delle procure circondariali derivano dall'altissimo numero di notizie di reato (per esempio, a Roma ogni giorno ne giungono 1.820). Avere la possibilità di perseguire un determinato reato fra questa massa di reati è possibile solo con un impegno come quello di cui hanno dato prova le due colleghe. Ecco perché quando uno dei colleghi mi informa di essere interessato ad un certo fenomeno diffuso (in tema non solo di usura ma anche di urbanistica, di ambiente o di titoli di credito che rappresentano un punto molto delicato con conseguenze simili a quelle dell'usura) mi preoccupo di dotare i colleghi dei mezzi per operare e di alleggerirli del rimanente lavoro. Ciascuno di loro riceve in media 120-130 provvedimenti al mese: come fa a trattarne 20 seriamente e metterne da parte 100? Questo è il motivo per cui abbiamo letto con entusiasmo l'intervento del presidente Violante a proposito dell'invocata depenalizzazione: se ne parla da anni, se ne discute continuamente, era già pronto il decreto ma ancora non arriva. Pensate che la sola depenalizzazione degli assegni non pagati ci alleggerirebbe di 45 mila provvedimenti all'anno, con conseguente recupero di personale e di strumenti. PRESIDENTE. Signor procuratore, in una delle prossime sedute ascolteremo il ministro, proprio per indurlo a seguire questa strada. Ovviamente dovrebbe agire con efficacia in questa direzione anche lo stesso Parlamento. Pagina 2115 ROSARIO DI MAURO, Procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Mi auguro che la vostra azione sia efficace perché non passa giorno che io non telefoni al ministero e non avanzi richieste in tutti i modi, ma sempre senza risultato. PRESIDENTE. La figura della vittima che avete disegnato in genere a Roma è un artigiano, un commerciante o un piccolo imprenditore. E' così? Non esiste qui l'usura di famiglia che abbiamo verificato a Napoli? SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore presso il tribunale di Roma . Come la collega Lotti ha già dichiarato, c'è un limite oltre il tasso del 20-25 per cento annuo praticato dalle banche; se si arriva a tetti di questo livello diventa molto difficile definire una rubrica molto circostanziata. Giorni fa mi è accaduto di incontrare difficoltà proprio nella predisposizione di una rubrica in riferimento ad un grosso sodalizio per cui mi sono domandato, dopo aver letto le vicende dei numerosi usurati e le loro deposizioni, se fosse il caso per alcuni di farne cenno nella rubrica, proprio perché si era arrivati a quei limiti (3,5-4-5 per cento mensile), sempre che l'oggetto della domanda, ai fini dell'individuazione della rilevanza penale, sia quello del quadro di assieme della situazione in esame, in riferimento alla complessità e alla pesantezza del tasso nel contesto in cui è stato ottenuto e, soprattutto, in relazione ai tempi di ammortamento del finanziamento ottenuto. Penso che quanto detto dal senatore De Matteo circa l'istituto della cessione del credito sia pienamente condivisibile ed auspicabile. PRESIDENTE. Si riferisce alla cessione professionalizzata? SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma . Sì. PRESIDENTE. E' emerso il caso di un soggetto che ha acquistato i crediti dell'imprenditore e poi si è presentato come titolare di un pacchetto di credito tale da non poter più essere contrattato dall'imprenditore e a quel punto è subentrato nell'impresa (in genere sono i soggetti camorristici che operano in questo modo). Credo che intendesse riferirsi a questo tipo di fenomeno. SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma . Qualche caso del genere si è verificato anche qui a Roma, anche se molto sporadicamente. Ecco perché ritengo che sarebbe incisiva un'iniziativa come quella indicata dal senatore. Quanto poi riferito dall'onorevole Grasso in riferimento al recupero delle somme da parte delle vittime, può avvenire nel momento in cui abbiamo sotto sequestro migliaia di miliardi in CCT, BOT, denaro contante, interi sequestri di somme depositate con la costituzione di parte civile che in questi processi già si annuncia (ed è un canale già previsto). Non so fino a che punto un'allargamento delle previsioni dell'articolo 12- quinquies a questo tipo di reato possa essere positivo, anche perché attualmente già incontriamo molte difficoltà con la Guardia di finanza per inquadrare le indagini di carattere patrimoniale alla base delle misure di prevenzione o dell'individuazione degli elementi fattuali della fattispecie del citato articolo 12-quinquies . Estendere una forma di recupero anche a questo tipo di reato, sotto il profilo di una fattispecie del 12- quinquies comprendente l'usura, francamente ritengo sia un ulteriore onere per le forze dell'ordine che, allo stato, non riescono a far fronte neppure alle enormi incombenze che derivano loro dall'applicazione concreta di quella norma per i reati legati al traffico di droga. La Guardia di finanza partecipa alle nostre inchieste ma in maniera marginale, non come la polizia o i carabinieri, perché istituzionalmente questi sono preposti ad accertamenti bancari, ad indagini sui fallimenti e ad indagini cosiddette superiori. Pagina 2116 PAOLO CABRAS. E le società finanziarie? SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma . Sì, ma le società finanziarie emergono solo a seguito di indagini certosine e approfondite, come quelle che di recente svolgono le colleghe in pool . Perciò va incentivato il discorso del pool a livello di pretura. Mi ricollego ad un'altra domanda che fa riferimento alla pena inferiore per l'usura impropria e l'usura. E' una sacrosanta verità: forse bisogna invertire l'importanza delle pene, ricercare forme di coordinamento tra le due e anche una forma di coordinamento della competenza. Laddove si possono verificare dei collegamenti tra la procura circondariale e la procura distrettuale, come quelli verificatisi e che purtroppo non sono la regola ma l'eccezione... PRESIDENTE. Mi scusi dottore, se fossero di competenza del tribunale tutte e due, non rischia di non farsi... SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma . Sono perfettamente d'accordo, perché attualmente siamo ancora schiacciati dal traffico di droga o da altre inchieste di criminalità organizzata, rapine ed estorsioni a grosso livello. Il problema della competenza va risolto, in quanto attualmente si registra questa sfasatura; così come va risolto a livello di estorsioni. Forse meriterebbero un'attenzione particolare, con indagini bancarie approfondite e con l'intervento della Guardia di finanza, soltanto i contesti associativi di un certo livello. L'esperienza insegna - ed è questo il motivo predominante per il quale noi della distrettuale abbiamo deciso inizialmente di interessarci anche delle singole usure-estorsioni - che solo partendo dal piccolo si arriva al grande. Le grandi inchieste si sviluppano solo con un approfondimento degli elementi scaturenti dalle piccole cose: sotto questo profilo, facendo un esame autocritico dei nostri uffici, occorrerebbe un ulteriore approfondimento dell'organizzazione e del coordinamento tra i magistrati all'interno di ogni ufficio. Rispondendo ad un altro quesito formulato, posso dire che la materia prima dell'usura si rinviene nel momento in cui si hanno i cosiddetti protestati: è da lì che parte la necessità del finanziamento; e che scaturisce la necessità di un intervento inquirente e di una agevolazione delle denunce al fine di convogliarle verso un'azione penale. In sostanza, se c'è un sostrato sociale di soggetti che non riescono più ad ottenere le forme normali di finanziamento e dunque ricorrono ai finanziamenti illegali, si incontrano difficoltà, sotto il profilo penale, nel verificare fino a qual punto vi sia condivisione di queste forme onerose di finanziamento da parte di chi altrimenti non avrebbe potuto averlo, e l'effettivo incombere di colui che pratica il finanziamento sull'assunta parte offesa. Anche qui il limite dell'azione penale e della non azione penale è dunque il distinguo doveroso per ogni magistrato che si accinge a svolgere un'inchiesta. Il senatore Cabras ha parlato di camorra e di mafia. Anch'io ho avuto inchieste, sempre mutuate ed ereditate dalla pretura e dalle due colleghe in questione, riflettenti situazioni di rilevanza della camorra e, in passato, anche della mafia. Non se ne può parlare perché le indagini oltre ad essere in corso, sono delicate e quindi degne della massima riservatezza. Di certo non si può parlare di coincidenze nel momento in cui, in quelle vecchie inchieste, gravitavano nell'orbita dei mafiosi i grossi "cravattari". Di certo quei grossi "cravattari" stanno lì e hanno proliferato, accumulando patrimoni di miliardi. A Calò ho trovato diversi chili di droga e di cocaina, oltre che esplosivo ed altro. Mi riferisco a Calò, ma anche altri latitanti mafiosi avevano trovato soggiorno a Roma: nel tempo altri dieci-quindici di una certa rilevanza hanno soggiornato stabilmente a Roma. Altrettanto dicasi dei camorristi: spesso i latitanti camorristi sono venuti (vengono tuttora) a Roma ed hanno allacciato Pagina 2117 contatti con personaggi della criminalità romana. L'usura è una forma di reimpiego, perché nel momento in cui questi personaggi possiedono grossi capitali provento di loro traffici, quasi sempre di droga - Roma è una meta privilegiata del traffico di droga per l'aeroporto e per lo scalo di Civitavecchia, è un punto conosciuto all'estero -, il modo per reimpiegarli (ripeto per i personaggi romani collegati a questi latitanti camorristi e mafiosi) è l'usura. Trovano l'ambiente in cui potersi muovere con disinvoltura e spregiudicatezza, facendo proliferare i propri affari. LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Il discorso relativo al tasso di interesse è abbastanza complesso: vi sono numerosi risvolti da considerare rispetto all'ipotesi di stabilire - come è stato fatto in altre nazioni - un tasso oltre il quale il finanziamento praticato diventa illecito. A volte ci troviamo in situazioni di imbarazzo, anche se complessivamente sono limitate. Si inizia a parlare dal 10 per cento in su, al mese: questi sono i costi del finanziamento praticato nel settore dell'usura. PRESIDENTE. Esiste un problema concreto? LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Non esiste un problema concreto nella maggior parte dei casi; ci possono essere però situazioni marginali in cui si pratica il 5 per cento, ovviamente al mese, in quanto l'alternativa può essere solo settimanale. I limiti sono questi, ripeto, ma il problema non si pone perché si tratta di compensi assolutamente abnormi. Mi riferisco agli interessi, ma non è solo questo il compenso, dato che esistono forme di garanzia che sfociano nell'acquisizione di immobili o di partecipazioni, tutti elementi che entrano nella valutazione del compenso del finanziamento. Il termine di paragone che abbiamo di fronte è spaventosamente elevato, tant'è che non incontriamo difficoltà nell'individuazione di questo aspetto della fattispecie. PRESIDENTE. In dibattimento sono giunti parecchi casi di usura? LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Prima dell'entrata in vigore dell'articolo 644- bis si arrivava molto raramente al dibattimento e molto raramente si riusciva ad ottenere una condanna. Se poi si considera che il reato era sanzionato con una pena fino a due anni, praticamente diveniva inconsistente. Sono state inflitte pochissime condanne; per quanto riguarda la nuova normativa, è ancora presto, nel senso che la nostra esperienza è iniziata nel mese di ottobre... PRESIDENTE. Con riferimento all'ipotesi di competenza del tribunale, vi preoccupa che l'abuso dello stato di bisogno sia, anche in presenza di tassi usurai di questo livello, una clausola difficile da provare e tale da vanificare l'accusa? LUCIA LOTTI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Su questo abbiamo proceduto ad una notevole selezione, nel senso di impostare le indagini cercando di abbattere alla radice i casi su cui ci saremmo trovati in difficoltà per la prova durante il dibattimento. Tuttavia, tenuto conto del nuovo riferimento al difetto di liquidità, è impossibile non ravvisarlo quando la parte lesa è sufficientemente credibile e si è obiettivamente trovata in una situazione di costrizione. I primi dibattimenti si svolgeranno entro breve tempo: credo che entro luglio vi sarà la possibilità di svolgere le prime verifiche dibattimentali. Si è inserito un altro interessante elemento, ossia la possibilità di procedere all'arresto in flagranza, cui spesso sono succedute misure cautelari. Di conseguenza si può lavorare sui tempi più Pagina 2118 brevi consentiti, una volta applicate le misure cautelari. Il tutto però - va considerato - si inserisce in un quadro di difficoltà organizzative tremende per la pretura, in quanto attualmente le udienze sono fissate al 1995-1996. Si riescono ad ottenere fissazioni urgenti solo in casi particolarmente gravi. Qualche breve notazione sulle finanziarie, che penso meriterebbero una trattazione più approfondita. La nuova normativa è estremamente interessante, ma individua limiti rigidi per l'esercizio del finanziamento privato da parte delle finanziarie. Sono state previste forme societarie tipiche, così come è stato previsto un aumento notevole del capitale iniziale che le finanziarie debbono possedere. Mi pare che il 1^ luglio sia il termine ultimo per la conversione dei soggetti, che attualmente praticano il finanziamento privato, e per la regolarizzazione. Le prospettive sono preoccupanti. Secondo noi è difficile che numerose finanziarie, attualmente operanti, siano in grado di riconvertirsi secondo i criteri previsti dalla nuova legge. Alla prima verifica sulla effettività della conversione, rischiamo di trovarci di fronte ad innumerevoli soggetti che non sono regolarizzati, per i quali si prospetta l'obbligo dell'esercizio dell'azione penale. E' un reato di competenza del nostro ufficio, per cui corriamo il rischio di trovarci, di punto in bianco, dinanzi ad una mera verifica delle finanziarie, comprese nell'elenco depositato presso il Ministero del tesoro, anche se poi è sufficiente scorrere le pagine di Porta portese e fare un raffronto (verificando quale è compresa e qualenon lo è) per riscontrare un ambito di irregolarità assolutamente abnorme e di difficilissima gestione dal punto di vista di iniziativa giudiziaria. Sono soggetti estremamente inaffidabili sotto il profilo finanziario, per cui è presumibile che l'ambito dell'illecito sia destinato ad aumentare con gravissimi problemi in termini di intervento. Per quanto riguarda il discorso delle banche, che merita un capitolo a parte, potrà intervenire la collega Lori. PERLA LORI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Ci rendiamo conto che il rapporto tra il settore bancario e l'usura ha suscitato non poche perplessità. Si tratta di un rapporto che, nella maggior parte dei casi, ha carattere meramente oggettivo. E' vero che abbiamo fatto riferimento alla circostanza che alcune delle indagini più delicate hanno evidenziato la compromissione di funzionari di banca. Si tratta però dei fenomeni, che in parte hanno un carattere residuale, per cui alcuni soggetti che si trovano in una posizione privilegiata, di contatto con il centro dell'economia italiana, possono essere in condizione - se corrotti, ovviamente - di dirottare soggetti in situazioni di bisogno, che necessitano di procurarsi liquidità - solitamente in termini immediati, in quanto evidentemente hanno problemi di liquidità in proprio sia sui loro conti correnti, sia sulle possibilità di sconto, sia su quelle di garanzia su contratti - su finanziatori esterni. Abbiamo registrato casi accertati in cui ciò è avvenuto. L'usuraio risulta un cliente particolarmente interessante per una filiale di banca, in quanto è una persona che movimenta una grande quantità di titoli in entrata e in uscita (è noto che le banche mostrano attenzione al movimento più che al deposito fisso). Sono altresì soggetti che possono disporre di grande liquidità, perciò sono grossi clienti. Finché la banca è esterna all'attività che viene effettivamente svolta, non può non considerare l'usuraio come un cliente di tutto rilievo e rispetto. Abbiamo avuto dei casi in cui l'usuraio ha seguito il funzionario, poi diventato direttore di banca, in tutti i suoi spostamenti. PRESIDENTE. Insomma, l'usuraio al seguito! PERLA LORI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . L'abbiamo riscontrato in più di un caso. L'uno aveva interesse a portare nel proprio pacchetto, nel nuovo istituto di credito o nella nuova filiale, un Pagina 2119 cliente - lo ripeto - di massimo interesse per l'istituto bancario, mentre l'usuraio aveva evidentemente interesse a fare affidamento su un funzionario che si potrebbe definire compiacente. Un esempio dell'utilità del funzionario compiacente si può individuare nell'immediata liquidizzazione del titolo che l'usuraio è in condizione di consegnare al finanziato, il quale non ha alcuna possibilità di veder cambiato un proprio assegno, perché probabilmente non ha provvista, mentre con l'assegno dell'usurario riesce immediatamente a disporre della somma di cui ha bisogno. Si tratta di giochi che si svolgono nel giro di pochi giorni: quando si parla di tassi di interesse, si fa riferimento ad un tasso mensile che poi si proietta in un tasso annuale, ma molto spesso questi finanziamenti vengono effettuati a giorni o a settimane, sulla base della necessità di attendere, per esempio, perché una persona deve ottenere un pagamento o perché un assegno che ha ricevuto in pagamento è fuori piazza e quindi non può essere immediatamente pagato. Si può così giocare sulla differenza tra il denaro liquido che serve subito e la possibilità di disporre, nel giro di tre, quattro, cinque o sei giorni, della somma collegata al titolo che si offre in sconto o in pagamento. Un altro esempio è quello delle persone che non hanno una reale disponibilità in conto corrente o che non hanno sul loro conto una sufficiente provvista e che vengono indirizzate da un bancario amico, il quale apre immediatamente un conto corrente e consegna un libretto di assegni. Non so quante persone siano in grado di ottenere, appena aperto un conto corrente, un libretto di assegni senza effettuare il contestuale versamento di una somma che offra alla banca una sufficiente garanzia. Eppure, si è assistito in più di un'occasione alla consegna del libretto di assegni, che viene regolarmente firmato, spesso in bianco, e consegnato all'usuraio. In tal modo quest'ultimo si precostituisce quei titoli di cui più volte abbiamo segnalato l'importanza. PRESIDENTE. Potrebbe spiegare meglio questa fattispecie? PERLA LORI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . L'usuraio si trova di fronte una persona che ha bisogno di un prestito oppure un usurato che ha bisogno di un rinnovo, il quale non è in condizione di dare titoli perché non ha un conto corrente, non ha più liquidi sul proprio conto oppure quest'ultimo gli è stato chiuso (molto spesso ciò avviene nel corso del rapporto). La persona in questione manda l'usuraio dal bancario amico il quale, con grande rapidità, apre all'usurato un conto corrente e gli consegna un libretto di assegni che viene immediatamente utilizzato: gli assegni vengono firmati, spesso compilati, talvolta non compilati e consegnati addirittura in bianco all'usuraio. Quest'ultimo si precostituisce in tal modo l'insieme di titoli che poi utilizza nella fase finale. Abbiamo segnalato in più occasioni l'importanza di questa consegna di titoli, di cui gli usurati fanno un uso abnorme. PRESIDENTE. Vi è quindi una certa leggerezza anche da parte delle banche nel concedere i libretti. PERLA LORI, Sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Roma . Purtroppo si fa riferimento soltanto a soggetti che hanno un rapporto di connivenza o di complicità con l'usuraio. Questo rappresenta però un aspetto patologico del collegamento tra usurai e banche, che viene mediato attraverso la figura dei funzionari infedeli; si tratta di soggetti che provocano alla banca un danno non indifferente: visto che l'assegno ha una sua attuale credibilità sul mercato, questa credibilità non può essere comunque negata dall'istituto il quale, proprio per effetto della leggerezza con cui il funzionario infedele consegna assegni assolutamente privi di copertura (perché non corrispondono neanche a un deposito preesistente ed esaurito ma sono dati semplicemente Pagina 2120 sulla base della parola e della conoscenza), si troverà comunque a dover rispondere, senza la possibilità di un ritorno nei confronti del correntista, che non ha nulla con cui rispondere nei confronti della banca. Diverso è invece il discorso relativo al sistema bancario nella sua globalità e ai problemi che si devono affrontare a livello nazionale nell'erogazione del credito. In realtà, abbiamo cercato di segnalare l'incongruenza che contraddistingue forme "domestiche", che ritengo siano note a tutti: al di là della figura del funzionario infedele che - lo ripeto - ha un carattere patologico e non può essere assolutamente considerata come la norma del comportamento delle banche e dei bancari, si assiste comunque al normale ricorso, forse tipicamente italiano nella sua caratterizzazione, alla conoscenza personale o all'amicizia. E' noto che la conoscenza del direttore può rendere possibili o facili operazioni che altrimenti sarebbero assolutamente vietate. Non so chi non si sia trovato di fronte ad un assegno circolare (la cui copertura è notoramiante garantita) intestato a se stesso, emesso da altro istituto di credito, che la propria banca rifiuta tragicamente di cambiare in moneta contante e che può essere cambiato semplicemente con una firma di garanzia del direttore di banca. Si tratta di un fatto che rientra evidentemente in un ambito lecito ma evidenzia una discrasia tra un sistema rigido (che non può far fronte ad una evidente domanda di contante, di finanziamenti, diffusa in tutti gli strati degli operatori economici, di minimo e massimo livello) e la possibilità di risolvere il singolo problema. Tuttavia, la maggior parte delle persone che si trovano a ricorrere al prestito privato di solito non hanno più la possibilità di accedere alla normale erogazione del prestito bancario. Sotto questo profilo, riteniamo che si debba segnalare al sistema creditizio l'esigenza di studiare metodi che consentano di recuperare tutta quella parte dei soggetti imprenditori che hanno bisogno di un credito ma non possono più ricorrere al normale credito e che altrimenti dovrebbero immancabilmente rivolgersi soltanto alle finanziarie private. A questo punto, sarebbe probabilmente opportuno precisare uno degli aspetti più delicati e forse meno conosciuti circa la valutazione del tasso usuraio: un soggetto il quale, perché protestato o perché non in grado di offrire normali garanzie, non può ricorrere al prestito bancario, quando viene a trovarsi di fronte alla concessione di un prestito, non può essere considerato, a livello imprenditoriale, alla stregua del normale debitore solvibile. Si tratta infatti di un soggetto nei cui confronti il prestito presenta un rischio diverso, che per certi versi deve essere considerato nel calcolo del tasso sotto il profilo del rischio di impresa. Il tasso di interesse, in sostanza, non può essere considerato solo come costo del denaro ma va valutato anche sotto questo profilo, comprensivo di una percentuale di rischio, diversa da soggetto a soggetto e commisurata (come potrebbe essere secondo i parametri del rischio assicurativo) ad una media ponderata del rischio di insolvenza di varie categorie di debitori. Appare comunque evidente la necessità di reinserire questa fascia di soggetti, che non sono al livello dell'inadempiente puro ma non possono più ricorrere al credito fisiologico, nel sistema creditizio nazionale, studiando per esempio la possibilità di creare, di sollecitare o sovvenzionare associazioni di categoria che facciano da tramite fra il singolo aderente in stato di bisogno e il sistema creditizio. E' quindi necessario che quest'ultimo si dinamizzi e recuperi nel proprio ambito soggetti che poi, all'atto pratico, riescono a far fronte a situazioni di esposizione debitoria che diventano paurose. Vi sono per esempio soggetti che partono da prestiti di poche decine di milioni e finiscono con esposizioni debitori di 600 milioni, dopo aver pagato per mesi somme comprese fra i tre e i dieci milioni al mese; si arriva poi alla cessione delle aziende e degli immobili. Pagina 2121 Abbiamo cercato di evidenziare i caratteri di quella che abbiamo definito come la "spirale", ma forse è difficile descriverli nel modo in cui si presentano nella realtà. In effetti, il giro dei rinnovi si determina tutte le volte in cui una persona deve restituire una rata. Quando la stessa persona non riesce più a trovare il denaro liquido necessario per il pagamento della singola rata, comincia il rinnovo, che determina un meccanismo in base al quale ogni mese la persona è costretta a ricontrattare l'intero rapporto e a pagare somme che raggiungono per mesi i livelli di diversi milioni, come ho ricordato in precedenza. Vi sono, per esempio, persone che per anni hanno pagato otto milioni al mese e alla fine si sono trovate con l'usuraio che aveva ancora in mano tutti i titoli del capitale e delle rate che non erano state pagate, dopo aver corrisposto somme veramente inconcepibili. D'altro canto, l'usuraio aveva in mano i titoli ed ancora oggi questi ultimi costituiscono la massima garanzia di tutela del credito. Non può essere purtroppo negata, anche se per certi aspetti questo sarebbe auspicabile, la possibilità di cessione del credito, perché lo sconto rappresenta una delle massime e più diffuse forme di finanziamento, sia come sconto diretto dei titoli sia come scoperto garantito. Accade, per esempio, che l'imprenditore abbia un conto corrente, cui è collegato uno scoperto, che spesso è indisponibile, nel senso che il saldo derivante dai titoli versati sul conto ma non ancora maturati non può essere già accreditato a favore del correntista ma costituisce praticamente un'apertura di credito, nell'ambito della quale il soggetto può operare pagando alla banca un interesse passivo. Quindi, la cessione del credito, le attività di sconto, i castelletti di sconto costituiscono ancora un sistema di finanziamento del quale non si può fare a meno. E' comunque auspicabile che un intervento maggiore del sistema creditizio nel riconoscere le esigenze dei settori commerciali e imprenditoriali, soprattutto per il tramite delle associazioni di categoria, serva a sviare gli imprenditori dal ricorso a questi finanziamenti privati. Ribadisco inoltre la necessità che quando, tra breve, entrerà in vigore la nuova normativa sulle finanziarie, si ponga in essere un battage pubblicitario, un'informazione diffusa e capillare che indirizzi coloro che hanno bisogno di crediti alle sole finanziarie accreditate, anche perché in questo momento non vi è la possibilità di ricorrere ad altri se non alle finanziarie private; pertanto, lasciare spazio a coloro che non presentano tutte le caratteristiche richieste e che dovranno agire in maniera ancora più occulta significherà spingere tutta questa parte dei risparmiatori verso una serie di associazioni le quali più che mai dovranno svolgere la loro attività in un contesto criminale, in quanto l'ambito legale diventa giustamente sempre più ristretto. SILVERIO PIRO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma . Desidero intervenire per due piccole precisazioni. In primo luogo, esiste un rapporto inversamente proporzionale fra il tasso di interesse e l'ammontare del finanziamento: più quest'ultimo è modesto, più elevato è il tasso di interesse; viceversa, quando il grande costruttore, non ricevendo mutui dalle banche, ricorre al finanziamento usuraio al 3,5 - 4,5 per cento mensile per capitali di 300 o 400 milioni, si è in presenza di un finanziamento usuraio di gran lunga più importante rispetto al tasso del 10 per cento praticato sull'assegno da un milione. Si tratta di una situazione da tenere presente. In conclusione, per farvi comprendere la drammaticità dell'usura e del fenomeno criminale a Roma in riferimento a quanto già sostenuto dalla collega Lotti, desidero sottolineare che una delle inchieste attualmente in corso, che ha comportato lo svolgimento di indagini nei confronti di soci e amministratori di una finanziaria, nasce da un tentativo di suicidio scongiurato: un pover'uomo, che si era allontanato da casa da sette giorni, Pagina 2122 è stato trovato dai carabinieri nel momento in cui stava per uccidersi. Da questa vicenda, da alcuni assegni, dai successivi sequestri, si è arrivati alla finanziaria e a tutto il resto. Questa è la situazione dell'usura. PRESIDENTE. Vi siamo molto grati perché avete delineato un quadro che ci consente di comprendere un fenomeno sul quale occorre intervenire sia sul piano bancario (abbiamo chiesto al nostro consulente della Banca d'Italia di essere presente all'audizione odierna per cogliere alcuni aspetti) sia sul piano molto importante, che è stato appena segnalato, relativo alle associazioni di categoria, ossia al modo in cui utilizzare queste ultime per difendere meglio il singolo utente nei confronti di questo meccanismo. Decideremo poi il tipo di lavoro da svolgere successivamente, ci metteremo in contatto con i vertici delle diverse forze di polizia con riferimento al problema che lei, dottor Di Mauro, ha posto e le faremo sapere. Vi ringraziamo ancora una volta e vi auguriamo buon lavoro. Esame della relazione sulla Puglia. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della relazione sulla Puglia. Ha chiesto la parola il collega Bargone. ANTONIO BARGONE. Dal nostro sopralluogo in Puglia ad oggi la situazione è notevolmente mutata; si sono verificati casi di grande rilievo che impongono un aggiornamento della relazione. Ciò riguarda il ruolo diverso e più pregnante dei pentiti e delle loro dichiarazioni ma soprattutto le vicende della magistratura ed il rapporto con gli altri uffici giudiziari, in particolare con la DNA. Inoltre vi è a Brindisi una situazione molto difficile, direi esplosiva, per quanto riguarda il maxiprocesso; è da segnalare infine un'altra istanza di legittima suspicione avanzata dagli avvocati, la sospensione delle udienze e soprattutto il blocco dell'attività giudiziaria provocata da questo tipo di atteggiamento. Sono accaduti fatti che dobbiamo prendere in considerazione ai fini della relazione, fatti che quasi profeticamente ci erano stati indicati da alcuni auditi (ad esempio, dal commissario di Governo, per quanto riguarda la situazione sanitaria, sulla quale è in corso una indagine giudiziaria di grande rilievo). Vi è, da ultimo, la questione relativa al Petruzzelli: il decreto di segretazione della procura di Bari e la protesta della stampa. In sostanza, numerose circostanze consigliano di tornare in Puglia, e rapidamente. PRESIDENTE. Su questioni specifiche. ANTONIO BARGONE. Sì, su questioni specifiche, per avere la possibilità di aggiornare la relazione che altrimenti apparirebbe datata e quasi inutile dal punto di vista delle proposte da avanzare in ordine ai fatti in essa indicati. PRESIDENTE. Vorrei sentire il parere del relatore Robol. ALBERTO ROBOL, Relatore . Ritengo che il collega Bargone si sia espresso correttamente; chiedo però che la visita avvenga al più presto, anche perché il concetto di datazione è relativo in quanto la situazione in Puglia, come in altre regioni, è in continuo movimento. A mio avviso la visita dovrebbe avvenire entro la fine di luglio. MICHELE FLORINO. In realtà, ritengo che questa sospensione non sia sufficientemente motivata dal fatto che quanto ci è stato riferito a Bari e a Foggia non è inserito nella relazione per l'assenza del relatore, che comunque ringrazio per il lavoro svolto. Dalla relazione si evince chiaramente l'assenza del commissario, perché i fatti cui faceva riferimento l'onorevole Bargone Pagina 2123 sono stati riportati ampiamente dalla stampa, soprattutto quelli riferiti all'inchiesta sull'attività della società Gero service. PRESIDENTE. Quella di Cavallari, di cui parla la relazione. MICHELE FLORINO. Sì, però la vicenda non è stata inserita nella relazione in modo adeguato. A mio avviso dobbiamo giungere anche alla conflittualità sorta tra il sostituto procuratore Magrone e il procuratore Michele De Marinis che ha avocato a sé l'inchiesta. PRESIDENTE. La proposta della quale discutiamo adesso è quella di stabilire se sia opportuno o meno fare un approfondimento. MICHELE FLORINO. Io dico che è inopportuno perché gli elementi esistono e i commissari presenti a Bari e a Foggia possono integrare la relazione sulla base della loro testimonianza diretta. VINCENZO SORICE. Signor presidente, ho letto attentamente la relazione e ho partecipato a tutti i lavori della Commissione. L'impianto della relazione è abbastanza chiaro ed esauriente se si considera il momento nel quale si è sviluppata la nostra inchiesta (gennaio 1993). L'allarme sociale e gli episodi che stanno avendo una conseguenza giudiziaria sono stati in essa abbozzati ed indicati come compete ad una commissione d'indagine sotto questo profilo. Credo che, proprio in considerazione della nostra visita, poi siano scattate per fatti diversi le indagini dell'autorità giudiziaria. Non ho alcuna difficoltà ad accettare la proposta di tornare in Puglia, però rischiamo di trovarci di fronte al segreto istruttorio, che potrebbe impedirci di avere notizie sufficienti, in quanto è in corso un'indagine giudiziaria sulle cliniche riunite Cavallari da parte della procura distrettuale. Non vi è alcun conflitto di competenza perché è stato incaricato proprio chi ha una competenza specifica e cioè la procura distrettuale e la procura nazionale antimafia. Inoltre, vi è un rigido segreto istruttorio per quanto riguarda il Petruzzelli, tant'è vero che i magistrati hanno diffidato la stampa a parlarne; vi è poi un procedimento penale nei confronti del presidente dell'ERSAP, indicato come un ente che non garantisce alcune attività agricole. Quindi, ci troveremo di fronte ad una rigidità della magistratura rischiando anche di compromettere le indagini. In conclusione, ritengo che possiamo approvare questa relazione, abbastanza felice per quanto riguarda quello che abbiamo accertato nel gennaio del 1993, e rinviare una nostra visita a dopo che la magistratura avrà chiarito la sua posizione. MASSIMO SCALIA. Ho ascoltato con interesse l'intervento del collega Sorice, però vi sono due aspetti che credo inducano ad accogliere la richiesta di un rapido sopralluogo per pervenire entro luglio all'approvazione della relazione sulla Puglia. In primo luogo, il fatto che il presidente della Corte d'assise d'appello di Bari "cada" sotto l'azione della magistratura competente (quella di Potenza) potrebbe essere risolto convocando ... PRESIDENTE. Simonetti, nei confronti del quale vi è la perquisizione. Le cliniche sono una cosa diversa. MASSIMO SCALIA. Infatti, non sto parlando delle cliniche, ma di una situazione che mi sembra degna di grande attenzione. In effetti, potremmo chiedere ai rappresentanti della magistratura di Potenza di venire in questa sede a riferire sulle iniziative in corso, ovviamente rispettando la compatibilità con il segreto istruttorio. Il collega Bargone ha fatto riferimento alla situazione che si è venuta a creare a Brindisi, in seguito alla celebrazione del maxiprocesso ed al blocco dell'iniziativa giudiziaria: si tratta di una situazione nuova, estremamente delicata, che a mio Pagina 2124 avviso richiede una presenza della Commissione sul posto, anche perché sarebbe difficile procedere sulla base di una serie di convocazioni. Debbo rilevare - senza con questo voler attribuire un carattere taumaturgico ai nostri sopralluoghi - che uno degli effetti positivi dell'attività esterna della Commissione consiste nel sollecitare la soluzione di determinate situazioni. Per le considerazioni finora esposte, credo che sia opportuno procedere ad un nuovo sopralluogo in Puglia, da svolgere in tempi rapidissimi ed a ranghi ristretti. Del resto, anche se ciò avvenisse, vi sarebbero comunque i tempi tecnici per approvare la relazione entro il mese di luglio, così rispettando la scadenza che avevamo prefissato. FRANCESCO CAFARELLI. Condivido la proposta del collega Bargone e ritengo che l'esigenza di aggiornamento sia abbastanza motivata. Vorrei segnalare che a Foggia, tra i magistrati e tra questi ultimi e gli avvocati, è scoppiato un conflitto, caratterizzato da circostanze molto brutte collegate anche all'evocazione di fatti e vicende personali. Del resto, la situazione di tensione che si riscontra in questi giorni a Foggia è chiaramente rappresentata dalla stampa. Ho notato una certa resistenza da parte del CSM a fornire elementi di conoscenza e di informazione in relazione a specifiche denunzie di fatti ed episodi. Ritengo pertanto che, prima di affrontare l'esame della relazione sulla Puglia, sia opportuno convocare i rappresentanti del CSM, anche per capire quale attività quell'organo stia svolgendo per dirimere icontrasti, per stabilire chi abbia ragione e chi, invece, torto, per restituire - in definitiva - serenità alla città ed alla provincia. UMBERTO CAPPUZZO. Non ho fatto parte della delegazione della Commissione che si è recata in Puglia. PRESIDENTE. Può sempre riparare...! UMBERTO CAPPUZZO. Presidente, ho tanti impegni! Tuttavia, mi risulta per certo che la Puglia è diventata una zona molto vulnerabile per quanto riguarda il commercio delle armi. PRESIDENTE. In realtà, più che vulnerabile, credo sia già vulnerata! UMBERTO CAPPUZZO. Ciò che è grave è che, nel contesto dell'evoluzione della situazione balcanica, si registra un traffico notevole che consente liberamente l'acquisto di armi anche molto sofisticate. Poiché nella relazione non si fa cenno a questo fenomeno, ritengo che ad esso debba essere dedicata una qualche attenzione, anche perché ci troviamo in una fase molto, molto delicata. Sono stato portato a conoscenza di questa situazione da persone non legate alle istituzioni, ma comunque informate della grave evoluzione, sotto il profilo della sicurezza, che si sta manifestando nel settore. PRESIDENTE. Prima di dare la parola al senatore Robol, do atto all'onorevole Sorice di aver molto opportunamente posto la questione del segreto istruttorio su un paio di questioni assai delicate. Fermo restando il problema dei rapporti tra autorità che hanno gli stessi poteri (la nostra Commissione e l'autorità giudiziaria), problema che comunque si può dirimere, vorrei richiamare la vostra attenzione su alcuni problemi. La relazione pone opportunamente in luce la questione della criminalità minorile a Bari. Come voi sapete, in questo settore gli accertamenti sono andati avanti, tanto che si è giunti all'adozione di specifiche misure, tra le quali la chiusura del centro storico della città. Insomma, il problema si è evoluto in senso ancora più grave di quanto si pensasse. Va inoltre considerato il meccanismo al quale faceva riferimento l'onorevole Scalia. Abbiamo potuto verificare, anche in altre sedi, come le istituzioni si attivino per effetto della nostra presenza sul posto e delle iniziative che noi adottiamo. A Bari, di recente, il prefetto Catenacci ha sostituito il dottor De Mari. Potrebbe quindi risultare utile ascoltare il nuovo prefetto. Mi pare che, Pagina 2125 tenendo presenti le giuste considerazioni del collega Sorice, si ponga il problema di determinare in modo preciso gli accertamenti da effettuare e gli ambiti da indagare. Pertanto, qualora la Commissione ritenesse di accogliere la proposta del collega Bargone, si tratterebbe di individuare e circoscrivere isingoli atti da porre in essere, sì da evitare una duplicazione delle audizioni generali alle quali già abbiamo proceduto nel mese di gennaio scorso ed altresì evitando di impattare in quei conflitti cui accennava l'onorevole Sorice. ALBERTO ROBOL, Relatore. Penso che il collega Bargone abbia fatto bene a sollevare il problema, al quale peraltro ha fornito una risposta, almeno in parte, l'onorevole Scalia. Non è necessario che in Puglia si rechi tutta la Commissione, ma è sufficiente che, in tempi brevi, una delegazione ristretta (della quale, ovviamente, faccia parte il relatore) effettui il sopralluogo. Ritengo anche che abbia fatto bene il senatore Florino a sollevare il problema in termini di dubbio. Io, purtroppo, non ero presente a Bari ed a Foggia perché facevo parte della delegazione che si è recata a Lecce, Brindisi e Taranto. PRESIDENTE. Colgo l'occasione per ringraziarla di essersi sobbarcato l'onere di una relazione, peraltro ottima, che affronta anche i problemi di Bari e di Foggia. ALBERTO ROBOL, Relatore. Qualora effettuassimo in tempi brevi un'ulteriore ricognizione in Puglia, sarei messo nella condizione di verificare i problemi sul territorio e quindi di acquisire direttamente i necessari elementi di conoscenza. Per quanto riguarda il problema del traffico delle armi, anche se nella relazione a tale questione sono dedicati già cinque riferimenti, potremo riprendere l'argomento. Concludo, ribadendo l'opportunità di rinviare la discussione della relazione sulla Puglia ed augurandomi che la Commissione decida di effettuare il sopralluogo in tempi brevi, sì da poter chiudere il discorso al più presto. Va infatti considerato che, essendo quella pugliese una realtà in continuo movimento, tra alcuni mesi ci troveremo di fronte ad ulteriori novità. PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta formulata dal collega Bargone. (E' approvata) . Prendo atto che la proposta è stata approvata con 18 voti favorevoli ed uno contrario. Avverto che la determinazione dell'oggetto specifico del sopralluogo è demandata all'ufficio di presidenza, alla cui riunione parteciperà anche il senatore Robol. Speriamo di riuscire a programmare la visita in Puglia entro il 15 luglio. MASSIMO SCALIA. Il senatore Cappuzzo ha richiamato l'attenzione sull'opportunità di inserire nella relazione uno specifico riferimento al problema del traffico delle armi in Puglia. Ritengo che ulteriori riferimenti debbano essere fatti anche al contrabbando di sigarette ed al traffico di droga. Segnalo inoltre una questione specifica. La capitaneria di porto di Monopoli, proprio in rapporto all'aumento del flusso dei traffici illeciti, ha richiesto un potenziamento giacché l'attuale disponibilità di organici e di mezzi è del tutto inadeguata a far fronte alle esigenze di vigilanza e di protezione su un tratto di costa molto ampio (ricordo che la Puglia ha 800 chilometri di costa). Chiedo fin d'ora all'ufficio di presidenza di programmare nel corso del sopralluogo un incontro con i rappresentanti della capitaneria di porto di Monopoli per avere un quadro più preciso della situazione. PRESIDENTE. Va bene. Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. Colleghi, le cronache giornalistiche riferite all'udienza del processo Pagina 2126 d'appello che si sta svolgendo nei confronti di Cutolo ed altri per il sequestro Cirillo, se corrispondono al vero, sono davvero disarmanti. Tutto si è svolto in una situazione di grandissimo disordine. Ad un certo punto, nessuno si è accorto che la corte era entrata in aula, il pubblico ministero parlottava con alcuni avvocati ed il presidente non riusciva a ristabilire l'ordine. MICHELE FLORINO. Questa è la giustizia a Napoli! PRESIDENTE. L'udienza si è svolta in un clima di totale confusione. PAOLO CABRAS. Pare che il presidente chiacchierasse in vernacolo! PRESIDENTE. Sì, pare che parlasse in vernacolo: una situazione davvero agghiacciante! In relazione alla funzione specifica che la legge affida alla nostra Commissione (quella cioè di verificare che tutte le istituzioni facciano quello che debbono fare nella lotta alla mafia), propongo di segnalare al ministro della giustizia -qualora le cronache effettivamente corrispondano al vero - di valutare, nell'ambito delle sue funzioni, in che modo ristabilire le condizioni di un'equa conduzione del dibattimento. La questione è molto delicata: c'è un grosso capo della camorra in gioco ed il fatto che lo Stato si presenti in un modo per così dire delabré ho l'impressione che francamente non giovi. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito) . Seguito della discussione della relazione su Barcellona Pozzo di Gotto. PRESIDENTE. Debbo informare i colleghi che siamo venuti in possesso di alcune informazioni. Innanzitutto, l'attuale sindaco non è quello che abbiamo incontrato qualche mese fa bensì il senatore Santalco, il quale manterrà la carica per un breve periodo, per questioni di incompatibilità. Come egli stesso ha dichiarato alla ADN Kronos , l'assunzione da parte sua della carica di sindaco è stata esclusivamente diretta ad evitare lo scioglimento del consiglio comunale. Il senatore Santalco ha fatto pervenire alla Commissione il testo di una serie di suoi interventi (svolti alla Camera ed al Senato) e di interrogazioni relativi alle sue attività svolte contro la criminalità organizzata. La Commissione, inoltre, ha acquisito una lettera che il senatore Santalco, appena assunte le funzioni di sindaco, ha immediatamente inviato alla famosa cooperativa "Libertà e lavoro". Questa cooperativa aveva acquisito l'appalto per lo smaltimento dei rifiuti ed aveva concesso in subappalto il trasporto degli stessi ad un'azienda in mano a mafiosi (cioè gli Ofria). Tale circostanza fu denunziata dalla Commissione, anche sulla base di una relazione molto apprezzabile della prefettura di Messina. Il primo atto posto in essere dal nuovo sindaco è stato quindi quello di segnalare la necessità di rompere il rapporto tra la ditta appaltante e quella subappaltante. PAOLO CABRAS. Tra l'altro, il subappalto era vietato dal capitolato! PRESIDENTE. Sì, contrariamente a quello che ci aveva dichiarato il precedente sindaco! La cooperativa ha risposto che dal 1^ luglio prossimo avrebbe sospeso il rapporto con l'azienda sospetta. Vi informo inoltre che la prefettura ha disposto accertamenti su altri appalti del comune e che da parte dell'autorità giudiziaria è in corso un'indagine peritale su tutta una partita di spesa pubblica, che si dovrebbe concludere entro il 15- 20 luglio. Si tratta di informazioni aggiuntive rispetto a quelle contenute nella relazione. Ricordo che nella precedente seduta avevo esposto il contenuto della relazione e che era stata avviata la discussione, nel corso della quale la Commissione non ha deliberato sulla proposta di un collega di chiedere al ministro lo scioglimento del consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto (perché non era in numero legale). Pagina 2127 PAOLO CABRAS. Vorrei osservare che ad un certo punto della relazione è riprodotta una pagina (con carattere corsivo, che forse vivacizza la relazione stessa) nella quale è riportato il verbale di una dichiarazione del sindaco, interrotto dall'onorevole Grasso. In particolare, l'ex sindaco attribuisce alla volontà dei politici locali (parlamentari nazionali) il fatto che, per paura di diffondere l'idea di una Barcellona mafiosa, si siano stese cortine di fumo. A tale valutazione, indubbiamente, può essere fatto un riferimento; il fatto però di dedicarle un'intera pagina della relazione non mi sembra opportuno. Nella parte della relazione che ho richiamato sono riportate integralmente le dichiarazioni del sindaco, che considero in qualche misura discutibili. D'altra parte, questo sindaco ha spiegato alla Commissione che il subappalto per il trasporto dei rifiuti era lecito, quando il senatore Santalco, come primo atto posto in essere nel momento dell'acquisizione delle funzioni di sindaco, ha segnalato con chiarezza che il subappalto era vietato dal capitolato. In definitiva, ritengo che non debba essere dato particolare risalto alle dichiarazioni del sindaco, anche se di esse va fatta una sintetica menzione. Per quanto riguarda le integrazioni comunicateci dal presidente, sono d'accordo per inserirle nella relazione. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Presidente, vorrei sapere se le informazioni che lei ci ha fornito debbano essere intese come integrazione della relazione e, quindi, se saranno ricomprese nella stessa. PRESIDENTE. Sì, non c'è dubbio. Integreremo la relazione nel senso di segnalare che il sindaco è stato sostituito dal senatore Santalco il quale, come primo atto, ha chiesto che cessi il subappalto; la ditta interessata ha risposto che procederà a questo il 1^ luglio. Naturalmente, si tratta di verificare che ciò accada. GAETANO GRASSO. Penso che la pagina a cui faceva riferimento il senatore Cabras possa essere modificata o addirittura tolta però occorre tenere conto dei due elementi costitutivi della riflessione che abbiamo compiuto su Barcellona Pozzo di Gotto: il primo attiene al modo in cui è stata gestita l'amministrazione comunale, la cosa pubblica, e ai rapporti stabiliti con settori della criminalità organizzata, eccetera; il secondo, di carattere più generale, riguarda una sottovalutazione, che il sindaco pro tempore ci dice voluta, del fenomeno mafioso in quella città, che ha portato alle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Voglio dire che le parole che il sindaco ha pronunciato con estremo candore - e quando si parla con estremo candore si hanno squarci di verità imprevisti rappresentano un fatto molto importante rispetto alla valutazione... PAOLO CABRAS. In questo caso, l'estremo candore potrebbe coincidere con qualche malizia, cioè quella di fare a scaricabarile! GAETANO GRASSO. Può darsi, ma noi sappiamo a chi, nei decenni, è appartenuta la titolarità politica a Barcellona. Conosciamo bene questo aspetto (Interruzione del senatore Cabras) . Credo che ci siamo capiti e che, quindi, sia inutile fare discussioni perché nella sostanza siamo d'accordo. Signor presidente, sono rimasto impressionato da una lettera, che chiedo sia messa agli atti della Commissione, riportata dalla Gazzetta del Sud del 21 giugno 1993, della cooperativa "Libertà e lavoro", in cui, dopo l'annuncio di provvedere direttamente ad eseguire il trasporto, di occuparsi della discarica, eccetera, si conclude dicendo: "Al fine di evitare speculazioni di qualsivoglia natura e genere". Considero questa frase inquietante, e dico ciò perché sui fatti ho avuto modo di leggere la relazione della commissione di accesso prefettizia; in tale relazione viene compiuta una dettagliata analisi del modo in cui questa cooperativa gestiva Pagina 2128 l'attività, del rapporto che essa aveva stabilito in subappalto con la ditta dei fratelli Ofria. Per la storia, signor presidente, voglio sottolineare quanto sia inquietante questa frase della lettera della cooperativa. Non riprendo le dichiarazioni, anch'esse emerse sui giornali e alle quali do poco rilievo, sullo scadimento morale e sulla lotta politica, di cui certi partiti hanno osato scrivere in alcuni loro documenti, non capendo che al di là della libertà parlamentare vi è anche il riserbo dal dire alcune cose da parte di chi esercita la sua attività nella Commissione antimafia. PIETRO FOLENA. Signor presidente, la settimana scorsa, quando mancò il numero legale, vi fu la proposta di chiedere lo scioglimento del consiglio comunale di Barcellona. Adesso vi è una novità, di cui siamo stati informati, cioè che è stata decisa la rescissione del rapporto di subappalto con la ditta dei fratelli Ofria. Tuttavia, la prima relazione del prefetto gettava un'ombra un po' più inquietante sul complesso del funzionamento del consiglio comunale. Considerato, allora, che siamo ormai alla fine di giugno, mi domando se non valga la pena, essendo in corso, se ho bene inteso, una ulteriore ispezione da parte della prefettura, attendere le risultanze di tale ispezione (si tratterà di aspettare due o tre settimane) prima di votare questa relazione. Infatti, dovremmo capire se dobbiamo inserire o meno anche una sollecitazione al ministro dell'interno affinché proceda allo scioglimento del consiglio comunale di Barcellona. Mi spiego meglio. La nuova amministrazione comunale che è stata eletta ha intenzione di operare una scelta di radicale rottura rispetto a pratiche che si erano consolidate nel corso di molti anni? Credo che potremmo avere questa risposta dall'ulteriore ispezione in corso. Anche perché non vorrei che dimenticassimo che il nuovo sindaco di questa città è un senatore della Repubblica, ed essendovi incompatibilità fra la carica di senatore e quella di sindaco, entro due mesi dovrà optare per l'una o l'altra carica. Non vorrei che dopo un lungo lavoro, considerato che siamo andati a Barcellona in gennaio, adesso, alla fine di giugno approvassimo la relazione, e poi, fra meno di due mesi, a seguito delle dimissioni del sindaco, di fronte ad una continuità... PAOLO CABRAS. Il sindaco è stato eletto il 16 giugno. PIETRO FOLENA. Allora la scadenza dovrebbe essere il 16 agosto. Il senso della mia proposta non è quello di una dilazione, nel senso che possiamo anche approvare la relazione così com'è epoi riservarci di decidere sulla richiesta di scioglimento del consiglio comunale. Tuttavia, visto che vi sono ancora elementi di perplessità e che è in atto un ulteriore approfondimento, credo che potremmo aspettare almeno di conoscere le risultanze dell'atto di ispezione deciso dal prefetto. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Signor presidente, concordo in larga misura con la valutazione del collega (preciso che non accade spesso, altrimenti Folena entra subito in aureola con se stesso!), nel senso che in questo caso ci troviamo in una posizione simmetrica rispetto alla decisione assunta per la Puglia: mentre là vi sono alcuni casi in negativo che meritano, quindi, di essere approfonditi, in questo caso mi pare che vi sia un qualcosa di positivo. Il fatto stesso che vi sia una discontinuità, per cui il senatore Santalco assume responsabilmente su di sé l'onere - per quanto riguarda anche la ricaduta ha ragione il presidente - a partire dal 1^ luglio, a me sembra una questione di notevole importanza. Senza voler dilatare eccessivamente, ma tenendo conto anche di questo tipo di compimento e dell'attività comparata che rispetto a questi problemi porterà avanti il senatore Santalco, a me sembrerebbe opportuno dilazionare, avendo già accertato, Pagina 2129 per quanto riguarda il presidente, la presa agli atti, rispetto alla sua relazione, del contributo dato dal senatore Santalco. PRESIDENTE. Lei è d'accordo con la proposta... MARIO CLEMENTE MASTELLA. Sì, mi sembra sia la stessa proposta formulata dal senatore Cabras... PAOLO CABRAS. No, io pensavo ad una integrazione. Non credo si possa interferire sulle competenze del ministro dell'interno, che decide il decreto di scioglimento sulla base di una relazione pubblica allegata al decreto di scioglimento del prefetto, che viene approvato dal Consiglio dei ministri ed è controfirmato dal Presidente della Repubblica. Si tratta di una procedura che, a mio avviso, non dovrebbe subire le interferenze di una Commissione parlamentare. PRESIDENTE. Non è un'interferenza ma un nostro dovere specifico! PAOLO CABRAS. D'altra parte, sappiamo benissimo che rispetto ad una relazione del prefetto dove siano segnalate influenze mafiose, le amministrazioni comunali sono sempre state sciolte. Abbiamo redatto una relazione sulla base di audizioni sul posto e di documentazioni, per cui non vedo perché non dovremmo concludere. Se il consiglio comunale verrà sciolto, ne prenderemo atto. Faremo una relazione diversa perché il consiglio comunale è stato sciolto? Non vedo l'utilità di inserirci in questo procedimento che non ci compete. PRESIDENTE. Non sono affatto d'accordo su questa impostazione, collega Cabras, perché è un dovere specifico della Commissione segnalare a tutte le autorità dello Stato le questioni che vi sono. Se la Commissione ritenesse che i comuni di Torino, Milano, Pinerolo eccetera, dovrebbero essere sciolti lo segnalerebbe. Poi, sarà il ministro a fare quello che ritiene opportuno, ma questo è un problema politico. Se non interferiamo non svolgiamo il nostro lavoro d'inchiesta. PAOLO CABRAS. Ma è in corso una procedura di accesso...! PRESIDENTE. La procedura è terminata, abbiamo anche la relazione, altrimenti non potremmo parlare. Stiamo discutendo di una relazione già fatta; se questo non è chiaro, non ci capiamo. PAOLO CABRAS. Ma l'ha detto anche il collega Folena! PRESIDENTE. Folena si riferiva ad un'altra cosa. La relazione è già stata depositata ed è agli atti della Commissione da alcuni giorni. Sulla base di questa relazione, abbiamo riportato dichiarazioni relative al rapporto e alla cooperativa in questione. Non ho riportato la relazione del prefetto relativa alla cooperativa vera e propria, politicamente molto squalificante per l'amministrazione. Infatti, nella relazione del prefetto è detto che si tratta di una cooperativa puramente clientelare e che è del tutto illegale il secondo aspetto della questione. In riferimento a questa relazione è stata fatta la dichiarazione. I colleghi che avevano proposto lo scioglimento prendono atto, giustamente, che quel rapporto va a rompersi; di conseguenza, se non ho capito male, viene meno la ragione della proposta. Però, poiché vi sono altri accessi, su altri appalti, poiché è in corso un'indagine giudiziaria, Folena chiedeva di attendere l'esito di queste questioni... PAOLO CABRAS. Non si riferiva all'indagine giudiziaria ma a quella amministrativa... PRESIDENTE. Sono due questioni assieme: aspettiamo l'esito e vediamo. Comunque, ho solo voluto chiarire come stanno le cose, per cui è chiaro che possiamo decidere come vogliamo. Pagina 2130 MICHELE FLORINO. Iniziano le contraddizioni e sono chiare ed evidenti, anzi, stridenti. Infatti, da una parte si accetta all'unanimità di andare di nuovo in Puglia, dall'altra parte qualche commissario obietta di non aggiornare la relazione su Barcellona. Voglio far notare, signor presidente, che se cambia questo metodo la Commissione dovrà aggiornare i suoi lavori di volta in volta. Posso dimostrarglielo subito: in questo momento, in virtù delle richieste fatte dai colleghi per quanto riguarda la Puglia e Barcellona Pozzo di Gotto, le chiedo di aggiornare la questione anche per Napoli, considerato lo scandalo eclatante che ha investito la magistratura napoletana con l'invio, presso il Consiglio superiore della magistratura, di cinque giudici. Mai come in questo caso, rispetto ad una relazione che ancora deve essere completata, dobbiamo verificare sul posto quale tipo di scandalo abbia portato conseguenzialmente giudici nell'esercizio delle loro funzioni... PRESIDENTE. Credo che non ci sia ancora la relazione su Napoli. MICHELE FLORINO. Vi è anche l'altro aspetto squalificante dell'aula del tribunale di Napoli tramutato in uno stadio calcistico. Dunque, attenzione a voler cambiare di volta in volta secondo gli umori dei commissari o l'appartenenza regionalistica, quindi con interessi che esulano dai compiti della Commissione. Signor presidente, rispetto ad una criminalità dilagante ed aggressiva abbiamo il dovere di licenziare nel più breve tempo possibile i documenti per dare una risposta ferma all'aggressione criminale, altrimenti, se ci perdiamo con queste piccole questioni regionalistiche, smarriamo il filo e viene meno il compito di questa Commissione. MASSIMO BRUTTI. Credo che in situazioni come quelle che sono state ricordate si debba trovare un punto di equilibrio. Nei limiti del possibile è necessario tener conto degli avvenimenti più recenti, ma è altresì necessario che la Commissione antimafia, sulla base del lavoro svolto, che ha una sua compiutezza, si pronunzi e decida. Ho apprezzato la proposta avanzata dal collega Folena, proposta di mediazione rispetto a diverse esigenze che erano state prospettate dalla Commissione. Tuttavia voglio ricordare che ci siamo recati a Barcellona Pozzo di Gotto nello scorso mese di gennaio e che quanto è emerso da quella visita grazie all'intervento della delegazione della Commissione antimafia ha determinato una svolta nella vita del comune; i dati che ci erano stati presentati manifestavano una vistosa ed impressionante sottovalutazione della situazione di Barcellona, anzitutto da parte del prefetto, come del resto è ricordato nella relazione. Tenendo conto di tutto questo, credo che la Commissione antimafia debba condurre a termine il proprio lavoro, con una proposta che abbia una sua organicità. La relazione va approvata, ma io credo che debba essere messa oggi ai voti, sulla base di ciò che abbiamo accertato e delle vicende che abbiamo ricostruito, anche la proposta di scioglimento dell'amministrazione comunale di Barcellona. PRESIDENTE. Uno dei punti contenuti nella proposta di relazione è che la Commissione consideri Barcellona come una delle aree da seguire permanentemente. In seguito alla nostra visita in primo luogo il prefetto ha finalmente disposto l'accesso e poi si è scoperto che, così come affermavamo, esistevano rapporti illegali con la ditta Ofria; è cambiata amministrazione ed il sindaco ha interrotto tali rapporti, l'AIAS, che era sotto inchiesta, è stata processata, sono stati fatti numerosi arresti e credo che la questione arriverà alla procura distrettuale di Palermo. Se i colleghi sono d'accordo, propongo che la situazione di Barcellona sia tenuta sotto osservazione. Inoltre - recepisco anche la preoccupazione del collega Florino di evitare eventuali rinvii, poiché le situazioni sono Pagina 2131 dinamiche ma tra venti giorni potremmo trovarci di fronte alla stessa situazione - potremmo, sulla base delle integrazioni qui proposte, approvare la relazione e costituire immediatamente un gruppo di lavoro per tenere sotto osservazione l'evoluzione dal punto di vista dei successivi atti dell'amministrazione in materia, per così dire, di ripulitura della spesa pubblica e degli appalti. Questo ci consente di decidere oggi su una questione, ottenendo un primo risultato e, al contempo, di tenere sotto osservazione la situazione, riservandoci a fine luglio di fornire una seconda valutazione. UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei capire la ratio . Un momento fa, per l'altra relazione, abbiamo avvertito la necessità di procedere ad un rinvio perché vi erano elementi nuovi da inserire; adesso siamo in presenza di elementi nuovi, tra i quali il fatto che il senatore Santalco si sia assunto questa responsabilità nonché i dati forniti dal collega Folena in relazione al progredire delle indagini. Mi pare che la proposta formulata da quest'ultimo abbia valide motivazioni. PRESIDENTE. Per quanto mi riguarda, ho solo fatto una proposta; sarà la Commissione a decidere. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Potremmo approvare la proposta del presidente integrata dagli elementi forniti dal senatore Santalco. PRESIDENTE. Nella relazione chiariamo che cosa sia la cooperativa "Libertà e lavoro", che il rapporto successivo era sbagliato e che il senatore Santalco l'ha interrotto, fermo restando che, se la Commissione è d'accordo, la situazione di Barcellona continuerà ad essere tenuta sotto osservazione, dando per acquisita la documentazione del senatore Santalco. Pertanto l'unico punto aggiuntivo è che nel mese di luglio continueremo a tenere sotto osservazione la situazione e, alla fine del mese, il gruppo di lavoro riferirà nuovamente alla Commissione su cosa è successo: se il rapporto si sia effettivamente interrotto, che esito hanno avuto gli altri accessi e a che punto siano le indagini giudiziarie. Do lettura della lettera del senatore Santalco: "L'articolo 8 del capitolato speciale di appalto del servizio affidato a codesta cooperativa relativo allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani preclude tassativamente il ricorso a qualsiasi forma di subappalto nella conduzione del servizio di che trattasi. Per quanto precede si diffida codesta cooperativa ad astenersi dal porre in essere rapporti con altre ditte tendenti a far effettuare a terzi lavori affidati dal comune alla cooperativa. Quanto sopra per richiamare gli obblighi assunti contrattualmente che non possono essere derogati per non sortire effetti antigiuridici che, nel caso dovessero verificarsi, saranno perseguiti". MASSIMO BRUTTI. Mi sembra una cosa un po' burocratica! PRESIDENTE. La cooperativa "Libertà e lavoro" risponde in questi termini: "In relazione alla sua comunicazione del 17 giugno 1993, con la quale si diffida questa cooperativa dal porre in essere rapporti con altre ditte in esito allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani della città, la scrivente si permette di fare osservare quanto segue: a) per prassi costante e consolidata il trasporto dei rifiuti urbani dal punto di stoccaggio alla discarica pubblica è stato espletato dalla cooperativa tramite noleggio di mezzi con autista; b) fino all'agosto 1991 detto nolo è stato effettuato dalla ditta Rizzo; c) successivamente, a seguito della sospensione da parte della ditta Rizzo delle forniture di mezzi e personale" - la sospensione fu determinata da una serie di attentati a questa ditta (saltarono delle macchine) e Rizzo, convocato dal vicecomandante dei vigili urbani, si trovò per caso nell'ufficio il vicepresidente della cooperativa "Libertà e lavoro", questo Ofria, e fu convinto a mollare (questa è la ragione per cui poi la cooperativa è Pagina 2132 passata agli Ofria) - "la cooperativa, stante l'urgenza e la necessità di assicurare il servizio appaltato, si è rivolta alla ditta Bellinvia" - Bellinvia è la madre degli Ofria "unica in zona in possesso di automezzi idonei al trasporto, la quale è subentrata alle stesse condizioni pattuite con la ditta Rizzo; d) la ditta Bellinvia risulta in regola con la normativa antimafia; ha prodotto la relativa documentazione ed è anche in possesso della specifica autorizzazione, rilasciata dall'assessorato regionale al territorio ed ambiente (...). Alla luce di quanto sopra, pur ritenendo che non sussistono le ipotesi di subappalto, vietato dall'articolo 8 del capitolato speciale d'appalto anche in relazione a quanto espressamente previsto dai successivi articoli 18 e 26, al fine di evitare speculazioni di qualsivoglia natura e genere, che alimentano polemiche non conducenti e dalle quali la cooperativa intende estraniarsi (pur non rinunciando ad ogni eventuale azione nelle opportune sedi), fa presente che resta disponibile ad adottare tutte le soluzioni necessarie per porre fine a possibili motivi di contenzioso. A tal fine comunica che dal 1^ luglio p.v., e cioè dopo i tempi tecnici necessari per gli adempimenti del caso, provvederà direttamente ad eseguire il trasporto alla discarica di Trefinaite con proprio personale e con automezzi che saranno assunti in carico della scrivente ed i cui costi di gestione e manutenzione graveranno sulla stessa, con riserva di ripetizione". A questo proposito vi è un'altra questione complessa perché la cooperativa ha assunto il lavoro per un costo pari al doppio - dice la relazione - del costo medio per i rifiuti urbani che si attua per paesi di 40 mila abitanti. MASSIMO BRUTTI. Questo è di una gravità eccezionale! PIETRO FOLENA. Il gruppo del PDS può accedere all'ipotesi del presidente perché non abbiamo alcun intento dilatorio; sarebbe comico pensare questo, dal momento che io stesso avevo suggerito la strada di esaminare questi nuovi accessi proprio perché pende in questa Commissione, oltre alla votazione della relazione - mi rivolgo soprattutto al senatore Cabras - la votazione della proposta di scioglimento del consiglio comunale. E' opinione del gruppo del PDS che tale proposta rimanga valida e pertanto, se si insistesse, saremmo del parere di votarla oggi perché anche gli atti più recenti della nuova amministrazione, come appare anche dalla lettura degli ultimi, non sono assolutamente, a nostro giudizio, in condizione di rompere quell'intreccio di rapporti. Propongo di votare la relazione così com'è fra venti giorni, quando avremo i nuovi accessi del prefetto, e potremo non solo fare un nuovo monitoraggio - mi permetto di proporre questa modifica alla proposta - ma anche prendere in esame la questione dello scioglimento del consiglio comunale sulla base delle risultanze dei nuovi accessi. Dobbiamo capire se permane un condizionamento di tipo mafioso, criminale, illegale o anche solo clientelare sull'amministrazione comunale di Barcellona. PRESIDENTE. Riassumo la proposta del collega Folena: che si approvi la relazione integrata dalle modifiche di cui abbiamo parlato e che entro la fine del mese si faccia una seconda analisi della situazione, sulla base delle relazioni che il prefetto presenterà sugli accessi o di altri dati che si acquisiranno, demandando a quel momento la discussione della proposta... SALVATORE CROCETTA. Sono d'accordo su questa proposta, che sostanzialmente è molto vicina a quella formulata dal presidente. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Sono d'accordo sulla proposta del presidente. PRESIDENTE. Colleghi, poiché la nostra procedura prevede che il presidente Pagina 2133 formuli una proposta, la mia proposta è la seguente: che si approvi la relazione, che entro la fine del mese di luglio si presenti una seconda relazione sugli esiti degli accessi e che a quel punto si prenda in considerazione la proposta dell'onorevole Folena. MASSIMO BRUTTI. Sono d'accordo sulla proposta del presidente. Voglio comunque sottolineare che a mio avviso già oggi sarebbe stato possibile proporre lo scioglimento del consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto; accettiamo tuttavia la soluzione proposta, manifestando questa nostra opinione, che avremo occasione di ribadire, confortata da nuovi elementi, fra venti giorni. MICHELE FLORINO. Voterò a favore della proposta del presidente. SANTI RAPISARDA. Anch'io voterò a favore della proposta del presidente. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Voterò a favore della proposta del presidente. PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta che ho testé formulato. (E' approvata). Pongo in votazione la relazione su Barcellona Pozzo di Gotto. (E' approvata). Chiedo che l'ufficio di presidenza sia autorizzato al coordinamento formale del testo. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito) . Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza ha stabilito che il senatore Rapisarda coordini il gruppo di lavoro sugli appalti. Seguito dell'esame della relazione su Gela. PRESIDENTE. Passiamo al seguito dell'esame della relazione su Gela. SALVATORE CROCETTA. Farò alcune brevi considerazioni. La relazione si apre con un riferimento alla questione dell'abusivismo edilizio, che credo vada intesa non tanto come strettamente legata al fenomeno mafioso (se ne potrebbe evincere che l'abusivismo sia un aspetto del fenomeno mafioso), quanto sotto un altro aspetto, e cioè che il fenomeno dell'abusivismo edilizio ha creato un degrado ambientale molto rilevante, che costituisce un humus favorevole per la nascita e lo sviluppo di fenomeni di microcriminalità. Quindi, vedrei il fenomeno più sotto questo aspetto e connoterei la relazione su di esso più che fare semplicemente una descrizione, molto puntuale ed interessante, ma che potrebbe dare una impressione deviante, come se l'abusivismo edilizio fosse un fenomeno di tipo mafioso. UMBERTO CAPPUZZO. E' l'indice di amministrazioni che non fanno il loro mestiere. SALVATORE CROCETTA. Sì, sotto questo aspetto e sotto quello del degrado ambientale, al quale mi riferivo prima. Il degrado ambientale è un terreno di coltura. Per farmi capire, le favelas , le bidonvilles , creano fenomeni di delinquenza, di criminalità. Sotto questo aspetto, condizioni ambientali anche tremende possono avere un'influenza, specialmente per quanto riguarda la microcriminalità. Toglierei, però, qualsiasi riferimento, per esempio, al comitato degli abusivi, a persone, perché nell'ambito di una relazione della Commissione antimafia citare persone che sono fuori da incarichi istituzionali può anche farle apparire come additate, sotto qualsiasi aspetto. Quindi, il riferimento finale alla persona che dirige il comitato degli abusivi credo che vada assolutamente cancellato. Si può Pagina 2134 dire che c'è un comitato ma senza fare riferimenti a persone. PRESIDENTE. E' una giusta osservazione. SALVATORE CROCETTA. Per quanto riguarda le altre questioni, la relazione in generale mi soddisfa, perché le affronta con puntualità; d'altra parte, sono le questioni emerse negli incontri che abbiamo avuto e non ne sono venute fuori altre. Credo però che vada sottolineata la parte che riguarda le carenze della giustizia, perché Gela sta vivendo un momento particolare da questo punto di vista. L'istituzione del tribunale è stata un fatto corretto e giusto, ma come è detto nella relazione - è una sottolineatura che condivido e che qui voglio ripetere (d'altra parte, è emersa durante i nostri incontri) - bisogna passare ad un'altra fase per migliorare il rapporto tra la giustizia e la popolazione, affrontando e risolvendo anche le questioni che sono ancora aperte. Mi riferisco ad un rafforzamento con la istituzione di una sezione distaccata del tribunale dei minorenni ed anche di una eventuale sezione distaccata della corte d'assise, tenendo conto del pesante carico giudiziario di cui si sobbarca la corte d'assise di Caltanissetta. Farei anche riferimento alla necessità di accelerare i tempi per la costruzione del carcere, che è stato appaltato e sta diventando un elemento particolarmente impedente ai fini del funzionamento dell'attività giudiziaria in quella realtà: il fatto che ogni giorno bisogna trasferire detenuti comporta tutta una serie di conseguenze. Il carcere giudiziario di Gela è in costruzione - mi pare sia da appaltare l'ultimo lotto per cui bisogna accelerare i tempi per il completamento di quest'opera. Un'altra questione riguarda l'ubicazione del palazzo di giustizia, che sta avendo risvolti abbastanza particolari. Non so se dietro si nascondano certi interessi - non voglio alimentare il clima del sospetto - però ubicare il palazzo di giustizia a pochi metri dallo stabilimento petrolchimico credo sia uno dei più grandi errori che si possano commettere. E' un assurdo! E in questa direzione non capisco perché non si utilizzino strutture di proprietà del comune o che il comune ha a disposizione. Mi riferisco, per esempio, all'ex liceo, sito nel convitto Pignatelli - istituzione per la quale bisognerebbe risolvere alcuni problemi di rapporto - che è un vecchio palazzo della città, oggi in abbandono, che non costerebbe nulla all'erario e potrebbe essere utilizzato dopo averlo opportunamente ristrutturato. Non si capisce perché non si utilizzi questo edificio o altre proprietà del comune che oggi sono in abbandono e che invece, recuperate, potrebbero far spendere molto meno e consentirebbero ubicazioni diverse e migliori rispetto a quelle scelte, anche con tempi inferiori a quelli che oggi hanno gli acquisti di nuove aree, che tra l'altro comportano costi più elevati. Si può anche risparmiare in questa direzione. Queste cose non riusciamo a comprenderle e forse sarebbe opportuno inserire un riferimento a questi problemi nella relazione. In particolare, bisogna sottolineare la necessità di non ubicare in zone pericolose: l'esperienza di Milazzo ci dovrebbe far riflettere. Attorno al petrolchimico ci deve essere una zona di rispetto. Tra l'altro, quella zona in parte è interessata dall'abusivismo edilizio e se vi andiamo ad ubicare il palazzo di giustizia, l'abusivismo aumenterà ulteriormente. Invece di scoraggiare il fenomeno, le autorità finirebbero con l'incoraggiarlo. In questo senso, mi riferisco anche al ruolo del commissari, che in qualche modo stanno facendo rimpiangere persino i cattivi amministratori, cosa che mi preoccupa fortemente nel momento in cui parliamo di scioglimento dei consigli comunali. E' una decisione estremamente giusta quella di sciogliere alcuni consigli comunali ma non vorremmo che poi i commissari non operassero adeguatamente o qualche volta operassero nello stesso modo dei vecchi amministratori. Qualche preoccupazione in questa direzione Pagina 2135 per quanto riguarda Gela comincia a sorgere. Quindi, credo che dobbiamo inserire nella relazione anche un riferimento al ruolo che i commissari dovrebbero svolgere, che deve essere diretto a cambiare le cose. Fatte queste precisazioni, ribadisco che la relazione nel suo complesso mi soddisfa e che la condivido. UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei fare una precisazione di carattere formale riferita alle proposte conclusive della relazione. L'ultima di esse mi pare superflua, perché è un invito rivolto alla stessa Commissione. La proposta n. 6 è un fatto interno. Non credo che nella relazione si debba inserire una proposta relativa all'attività della Commissione stessa. PRESIDENTE. L'importante è che siamo d'accordo nel merito. Possiamo poi sopprimere questo riferimento. UMBERTO CAPPUZZO. Sì, perché il destinatario è il Parlamento. PRESIDENTE. Certo, d'accordo. GAETANO GRASSO. La visita a Gela avvenne in un contesto particolare, perché si svolse alcuni giorni dopo l'omicidio di due imprenditori che si erano opposti al racket. Proprio in quel contesto abbiamo ritenuto di convocare le associazioni antiracket. Penso quindi che sarebbe importante un'aggiunta su questo aspetto, per richiamare il contesto in cui avvenne quella visita, le sue motivazioni, nonché le argomentazioni che sono emerse in quell'incontro, il richiamo alla legislazione antiracket e le altre questioni che abbiamo affrontato. Inoltre, è da approfondire la questione relativa all'omicidio Giordano, che fu il movente immediato per cui andammo a Gela. Ricordo che nel corso delle audizioni emerse un particolare che ancora oggi, a distanza di tempo, mi colpisce: la testimonianza che Giordano rese in tribunale nel mese di giugno. Il problema è sapere come mai in seguito a questa testimonianza non venne considerato soggetto a rischio. Quindi, credo che vada rivisto anche questo aspetto della relazione. PRESIDENTE. Cioè, sottolineare questo aspetto? GAETANO GRASSO. Credo che vada approfondito: nella relazione occorre scrivere che Giordano doveva essere ritenuto soggetto a rischio. Per chiudere su questo aspetto, vorrei dire che forse in questa fase non possono essere rese pubbliche, così come formulate, le prime tre righe di pagina 13. PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, proseguiamo i nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la disattivazione del circuito audiovisivo interno. (La Commissione procede in seduta segreta) . PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori in seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo interno. MICHELE FLORINO. Non ero a Gela perché evidentemente impegnato in un'altra regione. Ritengo che a pagina 3 della relazione vada eliminata la frase che si riferisce all'"attenzione riservata al problema da parte della commissione straordinaria, che ha iniziato un costruttivo rapporto con un comitato di abusivi". PRESIDENTE. Sì. MICHELE FLORINO. C'è una illegalità ed una relazione della Commissione antimafia non può... PRESIDENTE. E' un abusivismo un po' particolare quello di Gela: c'è quello di sfruttamento ma c'è anche quello di necessità. Pagina 2136 MICHELE FLORINO. Qui conviene sottolineare la questione abusivismo. C'è un abusivismo cosiddetto di necessità ed un abusivismo nella mani della criminalità. Non bisogna per questo abbassare la guardia. Perché dico questo? Perché la criminalità organizzata - l'abbiamo verificato soprattutto nelle regioni meridionali, in Calabria, in Campania, a Foggia, con l'insediamento turistico di Vieste - mette le mani proprio su questa proliferazione di imprenditoria legata con un cordone ombelicale a tutte le attività della criminalità: movimento terra, calcestruzzo ed altro. La questione relativa alle 12 mila costruzioni abusive con 60 mila vani non va sottovalutata ma congiuntamente legata ad una presenza della criminalità a Gela. Il secondo aspetto riguarda la gravità della presenza mafiosa in questa stessa città, secondo quanto contenuto in un'interrogazione presentata dai colleghi Calvi e Rapisarda. SALVATORE CROCETTA. Hanno riprodotto una sintesi della relazione. MICHELE FLORINO. Sì ma è evidente che, quali membri di questa Commissione, hanno cercato di evidenziare certi aspetti che forse non erano troppo presenti nella relazione, soprattutto riguardo alla presenza delle forze dell'ordine ritenute insufficienti a garantire l'ordine pubblico; analogamente insufficienti sono ritenuti soprattutto gli organici della magistratura e la qualificazione professionale degli uomini impegnati nelle varie indagini. Ritengo che questi inserimenti ragguardevoli, anche per la presenza territoriale di alcuni commissari, possano completare la relazione. SANTI RAPISARDA. I 12 mila casi di abusivismo di Gela non sono legati alla criminalità organizzata ma alla necessità delle gente di avere una casa poiché le disamministrazioni della città non hanno mai permesso l'esistenza e l'applicazione di un piano regolatore. E' un fenomeno non legato alla criminalità. MICHELE FLORINO. Non dico questo. PRESIDENTE. La mafia non è degli abusivi ma di altri. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Mi sembrano molto opportuni i contributi offerti, compresa l'esigenza di depurare alcuni nomi perché la difficoltà è tale da evitare eventualità che possono essere drammatiche. Desidero riaffermare un principio sul quale mi attesto perché quella manifestata dal collega Grasso è una visione tardoleninista: se un organismo come il Consiglio superiore... non conosco il procuratore ma conosco in parte i fatti relativi al contrasto tra carabinieri ed il procuratore per averli desunti dalla stampa (Commenti del deputato Grasso) . PRESIDENTE. Tardoleninista è Eltsin! MARIO CLEMENTE MASTELLA. Da questo punto di vista le maggioranze sono più o meno esigue ma la democrazia vive anche sulle maggioranze esigue; non è possibile mettere in dubbio un criterio di stabilità democratica. GAETANO GRASSO. A Parigi! MARIO CLEMENTE MASTELLA. Su questo non sarò mai d'accordo. Se il Consiglio superiore della magistratura ha deciso a maggioranza, sia pure di un voto, questo è un criterio democratico; non possiamo stabilire che si decide secondo le convenienze, cioè se la decisione va bene a te. Se il CSM avesse deciso secondo le tue convenienze, il CSM avrebbe avuto ragione ma poiché così non è stato... Questo è un atteggiamento spudoratamente antidemocratico, addirittura fascista che mi rifiuto di accettare! Affermo questo con molta forza perché, evidentemente... PRESIDENTE. Le ricordo che il primo riferimento era a Lenin. Pagina 2137 MARIO CLEMENTE MASTELLA. E' la stessa cosa, signor presidente. Parlo dal punto di vista di chi è affezionato... (Commenti) . Non è possibile accettare un principio di questo tipo a seconda dei nostri criteri. Dico tutto questo in maniera molto chiara perché si tratta di un dato di natura democratica. GAETANO GRASSO. Mi sembra che il collega abbia drammatizzato troppo. PRESIDENTE. Nel precedente testo si poneva in luce che la discussione era terminata con un voto di scarto. Mi pare che l'onorevole Grasso ponesse una questione precisa, se cioè a Gela siano stati superati i conflitti. Questo è il problema che interessa alla Commissione. Poiché il capitano dei carabinieri aveva denunciato il procuratore della Repubblica... MARIO CLEMENTE MASTELLA. Conosco molto bene la vicenda ma un voto è un voto! SALVATORE CROCETTA. Non possiamo assolutamente criminalizzare gli abitanti di una città perché c'è movimentazione di terra. Questa si verifica per la costruzione di opere pubbliche, per quelle della Cassa del Mezzogiorno (lì sì che c'è stata movimentazione!). Non va dimenticato che si tratta di abitazioni di 60 metri quadrati che certamente non richiedono una grande movimentazione di terra. Per quanto riguarda l'incompatibilità ambientale, sostengo che al di là della vicenda specifica del dottor Ventura a Gela, del rapporto con i carabinieri e della successiva conclusione presso il CSM, vi è una questione che va sottolineata dal punto di vista generale, perché non riguarda soltanto la vicenda di Gela ma tutte le strutture giudiziarie che operano in realtà piccole e limitate. Ritengo che, per i magistrati locali, svolgere la propria attività in città con 80-100 mila abitanti presenti problemi di incompatibilità ambientale, al di là della volontà delle singole persone, perché i condizionamenti ci sono in ogni caso, volenti o nolenti, essendo di tipo psicologico. Aver frequentato il liceo con il sindaco della città, per esempio, può diventare un elemento di freno. L'incompatibilità ambientale è nei fatti, al di là delle singole persone. Per questo la Commissione antimafia dovrebbe chiedere al CSM di occuparsi del problema in quest'ottica e senza intenti punitivi, ritenendo incompatibili dal punto di vista ambientale (per motivi legati anche al fenomeno mafioso) persone che operano in una determinata realtà. Cercherei di operare in questo senso anche per situazioni analoghe a quelle di Gela. PRESIDENTE. E' stata avanzata una serie di proposte da parte del senatore Crocetta e dell'onorevole Grasso: richiamare la ragione per cui la Commissione si è recata a Gela, sottolineare i motivi per cui Giordano non venne considerato persona a rischio, rivedere le prime tre righe di pagina 13 e pagina 17 della bozza di relazione. Poiché riteniamo quelle di Gela e Barcellona Pozzo di Gotto due situazioni da tenere sotto controllo permanentemente, vorrei sapere se la proposta del collega Grasso sottintenda un rinvio del voto, in attesa di un nuovo sopralluogo. GAETANO GRASSO. Poiché quelle tre righe sono particolarmente pericolose... PRESIDENTE. Le eliminiamo. GAETANO GRASSO. Se decidiamo di esplicitare il problema abbiamo bisogno di altri elementi, altrimenti le eliminiamo. Forse con una brevissima visita a Gela riusciremmo ad ottenere ulteriori elementi. PRESIDENTE. Possiamo decidere di sopprimere le tre righe in questione. GAETANO GRASSO. Forse sarebbe opportuno utilizzare un tono meno enfatico sull'associazione. Pagina 2138 PRESIDENTE. Penso che la relazione possa essere posta in votazione tenendo conto delle modifiche suggerite dai colleghi, fermo restando che la situazione di Gela rimane sotto controllo. MICHELE FLORINO. Per un principio di obiettività che esula dall'appartenenza a determinate situazioni regionaliste, vorrei sapere cosa significhi affievolire la parte che riguarda l'associazione. PRESIDENTE. L'associazione non esiste ancora. MICHELE FLORINO. Ai fini di una relazione di lotta alla mafia, che senso ha una cosa del genere? La questione non ha un valore altamente espressivo, così come è scritto nella relazione, rispetto al ruolo che svolge questa Commissione. PRESIDENTE. Il collega Grasso afferma che in questa parte di relazione è eccessivamente enfatizzato il ruolo dell'ASAEG, che in realtà è un'associazione che non esiste ancora. Poiché per il momento si sono messi d'accordo solo alcuni imprenditori ma non si sono ancora recati davanti al notaio, non c'è ancora uno statuto, si rischia di dare a tale associazione un peso che essa non ha. MICHELE FLORINO. C'è però la volontà associativa di combattere la malavita, anche perché nella relazione è stata posta in evidenza la presenza nel direttivo di tre commercianti denunciati per favoreggiamento. E' evidente che la relazione riporta la verità circa i fatti constatati sul posto. PRESIDENTE. C'è un errore nella relazione perché il direttivo ancora non esiste. GAETANO GRASSO. Era un direttivo provvisorio. PRESIDENTE. Pongo in votazione la relazione su Gela con le modifiche precedentemente indicate. (E' approvata). Chiedo che l'ufficio di presidenza sia autorizzato al coordinamento formale del testo. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito) . Ricordo che la prossima seduta è fissata per martedì 6 luglio alle ore 16, con all'ordine del giorno l'audizione del ministro di grazia e giustizia. La seduta termina alle 13.