Pagina 2177 AUDIZIONE DEL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI PALMI, DOTTOR AGOSTINO CORDOVA PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE indi DEL VICEPRESIDENTE PAOLO CABRAS indice Audizione del procuratore della Repubblica di Palmi, dottor Agostino Cordova: Violante Luciano, Presidente 2179, 2182, 2183, 2184 2186, 2188, 2189, 2208, 2209, 2210 2211, 2212, 2213, 2214, 2215, 2216 Cabras Paolo, Presidente 2184, 2185 2191, 2192, 2195, 2197, 2199 2203, 2215 Abbate Fabrizio 2214 Brutti Massimo 2191, 2192, 2199 2200, 2210 Calvi Maurizio 2191, 2192, 2193, 2204 Cordova Agostino, Procuratore della Repubblica di Palmi 2179, 2182, 2183 2184 2185, 2186, 2188, 2190, 2191, 2192, 2193 2204, 2206 2208, 2209, 2210, 2211, 2212, 2213 2214, 2215, 2216 D'Amelio Saverio 2189 2190, 2191 Ferrara Salute Giovanni 2199 Ferrauto Romano 2196 Folena Pietro 2197, 2199 Frasca Salvatore 2201, 2203, 2204, 2211 2212, 2213 Imposimato Ferdinando 2183, 2195 Matteoli Altero 2192, 2196, 2197, 2208, 2209 Olivo Rosario 2186, 2188, 2215 Scalia Massimo 2193 Tripodi Girolamo 2191, 2192, 2204, 2205, 2209 Comunicazioni del presidente: Violante Luciano, Presidente 2189 Pagina 2178 Pagina 2179 La seduta comincia alle 9,15 . (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Audizione del procuratore della Repubblica di Palmi, dottor Agostino Cordova. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica di Palmi, dottor Agostino Cordova, al quale do subito la parola. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . La ringrazio, presidente, e saluto tutti i membri di questa Commissione. Vorrei sapere qual è l'oggetto dell'audizione. PRESIDENTE. L'oggetto dell'audizione riguarda tutti gli aspetti affrontati nelle note che lei ci ha inviato, con particolare riferimento allo stato degli uffici giudiziari di Palmi, che rappresenta per noi motivo di preoccupazione. Inoltre, le chiediamo di disegnare un quadro, ovviamente dal suo punto di vista, che possa risultare utile alla Commissione per avere più chiara la situazione esistente in Calabria. La Commissione, nella fattispecie il relatore senatore Cabras, sta predisponendo una relazione sulla Calabria. In tale contesto siamo interessati al suo contributo. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Dovrei riprendere il discorso dal punto in cui lo avevamo lasciato allorquando una delegazione della Commissione si recò in Calabria. Debbo subito dire che la situazione degli organici è notevolmente peggiorata (Commenti del senatore De Matteo) . L'organico era di otto sostituti, successivamente aumentati a dieci. Di fatto, i posti coperti sono cinque su un totale, appunto, di dieci. Non si tratta soltanto di una questione numerica, ove si consideri che sono andati via cinque sostituti "anziani" che avevano iniziato da due-tre anni circa il periodo di servizio. I cinque sostituti che hanno lasciato l'incarico sono stati rimpiazzati da tre uditori giudiziari. Pertanto, è come se avessi perso due sostituti. Tuttavia, poiché i tre uditori sono stati utilizzati, fino a circa un mese fa, esclusivamente per i procedimenti di pretura, in sostanza, è come se ne avessi persi cinque! Inoltre, per un sesto sostituto è stato deliberato, ma non ancora attuato, il trasferimento. PRESIDENTE. A Palmi non c'è la procura della Repubblica presso la pretura? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Questa è tutta un'altra questione. Comunque, non c'è. La procura presso la pretura era stata istituita nel maggio 1991 proprio perché si era riconosciuto che con l'organico disponibile ed a fronte di una consistente mole di procedimenti non era possibile continuare a lavorare con una procura unica. In realtà, la procura non è mai entrata in funzione e la sua istituzione è stata continuamente prorogata di tre mesi in tre mesi perché si dovevano effettuare alcuni lavori ed altre cose del genere. Alla fine, tutto era pronto perché la procura presso la pretura entrasse in funzione ai primi di gennaio del 1993: si era provveduto Pagina 2180 al trasferimento del personale di segreteria e da tempo erano stati nominati il procuratore (la collega Bambace) e due sostituti. Senonché, a gennaio l'entrata in funzione della procura fu nuovamente prorogata a tempo indeterminato e successivamente il decreto istitutivo è stato revocato. Di fatto, questo ufficio è stato soppresso. La procura si trova quindi ad operare con questa sorta di palla al piede. Considerato il gran numero dei procedimenti di competenza della pretura, al fine di evitare che aumentasse l'arretrato e che determinati reati potessero prescriversi (circostanza, questa, che potrebbe rappresentare fonte di rilievi nei nostri confronti), ho preferito destinare i tre uditori alla pretura, anche se ad un certo punto non è stato possibile mantenere a causa della situazione che si è venuta poi a determinare. Se non sbaglio, ho inviato a questa Commissione un elenco dei principali procedimenti giunti alla fase dibattimentale, limitandomi a quelli concernenti reati di criminalità organizzata. Se non ricordo male, avevo indicato il procedimento Pesce più 126, detto "mafia-politica", che all'origine riguardava un traffico di stupefacenti; successivamente, nel corso delle intercettazioni disposte (circa 10 mila) furono intercettate telefonate di politici effettuate durante la campagna elettorale e furono disposte perquisizioni elettorali... Comunque, questo processo, che coinvolge 127 imputati, è giunto alla fase del dibattimento e la prima udienza si è tenuta nell'aprile 1993. Il processo Bruzzise più 35 riguarda la faida tra le famiglie Gallico- Condello di Palmi: a queste due cosche contrapposte sono stati attribuiti, in un arco temporale di quasi 10 anni, circa 50 omicidi e 35 tentati omicidi. Un altro processo con un elevato numero di imputati è quello contro Pesce più 94 (cosiddetto processo della mafia delle tre province) che, dopo le condanne inflitte in primo grado ed in appello, fu annullato in Cassazione e, quindi, ritornò in primo grado, dove tuttora si trova. Il processo Viola più 21 riguarda la cosiddetta faida di Taurianova (l'episodio della testa mozzata ed altre vicende). Tali fatti si inquadrano nell'ambito della contrapposizione tra due famiglie della zona e per questo dibattimento la prima udienza si è tenuta nel giugno 1993. Vi sono altri processi con un rilevante numero di imputati: Albanese più 60, per reati di natura amministrativa, con particolare riferimento alla gestione dell'USL di Gioia Tauro; il processo Macrì più 46, sempre per reati amministrativi; Zampogna più 103, anch'esso riferito alla gestione dell'USL di Gioia Tauro; Alvaro più 77, per associazione mafiosa; Bonfiglio più 163, con riferimento ai lavori della diga sul Metramo. Questi sono i principali processi con elevato numero di imputati che si trovano in fase dibattimentale. Non riesco a capire come si possano gestire tali processi disponendo di cinque sostituti, dei quali tre uditori giudiziari ed uno in procinto di andar via. L'inconveniente maggiore è rappresentato dal fatto che, essendo andati via i colleghi che avevano gestito tali procedimenti nella fase delle indagini preliminari, coloro che sono subentrati o che subentreranno saranno costretti ovviamente a studiare ex novo tutti gli atti, il che comporterà la rilettura e lo studio di una mole consistente di documenti; si pensi che alcuni di questi procedimenti constano di 100, 150 o 200 cartelle (comunemente definite faldoni)! Ritengo che esercitare la nostra funzione a Palmi sia alquanto pericoloso, non sotto il profilo della sicurezza, ma perché è pericoloso instaurare procedimenti, portarli a dibattimento e poi non poterli adeguatamente seguire a causa della situazione in cui ci troviamo ad operare. Ho citato ripeto - soltanto i principali procedimenti, senza riferirmi a tutti gli altri per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio davanti al giudice per le udienze preliminari. Di questi, ne ho appuntato solo uno: il processo Borruto più 732, che riguarda un traffico di autovetture della FIAT-Sava. Non parlerò nemmeno dei processi in fase di indagine preliminare; mi limito soltanto a riferirmi Pagina 2181 a due casi di associazione che vedono, rispettivamente, 60 e 70 persone inquisite. Né mi soffermerò su un altro procedimento che riguarda tutte le farmacie del territorio o sul processo Arena più 15 riguardante le vicende legate al tratto autostradale ricompreso nel territorio di Palmi e nelle quali sono coinvolti personaggi dell'ANAS. In questo contesto si è inserito il procedimento sulle attività massoniche deviate, per gestire il quale credo che sarebbero necessarie diverse procure messe assieme. In realtà, adesso il procedimento viene gestito - se così si può dire da me e da una collega. Il Consiglio superiore della magistratura aveva disposto sei applicazioni in funzione di questo procedimento ma, per la situazione che si era venuta a creare, tre dei sei applicati furono preposti a lavori, per così dire, "ordinari", per cui del procedimento sulla massoneria deviata si occupavano ad un certo punto solo tre colleghi. L'applicazione è scaduta il 14 giugno ma, a causa di qualche contrattempo (pare che la richiesta di nuove applicazioni si sia smarrita in alcuni uffici), ancora non si è potuto provvedere. Sta di fatto che, dei sei applicati originari, è rimasta solo la collega alla quale ho fatto riferimento. Il processo sulla massoneria è evidentemente destinato a subire ritardi. Ricordo che le indagini furono iniziate con oltre tre mesi e mezzo di ritardo a causa delle note difficoltà: non si riusciva ad avere locali subito dopo i sequestri, anche se alcuni locali erano stati messi a disposizione sia dai carabinieri sia dalla polizia. Ma l'allora ministro della giustizia si oppose a che venissero concessi. Come dato di fatto, non credo sia stato rilevato, postumamente, che lo stesso ministro fu coinvolto in vicende riguardanti la massoneria; mi riferisco al "conto protezione" ed al caso Koltbrunner. Fatto sta che le indagini sono iniziate con tre mesi e mezzo di ritardo. Comunque, non è solo questa la difficoltà. Premetto che io mi occupo solo degli aspetti deviati della massoneria, non della massoneria in quanto tale. Non vorrei che, anche per effetto di alcune notizie di stampa, apparissimo come persecutori della massoneria. Pertanto, quando parlo della massoneria, mi riferisco sempre agli aspetti deviati di questa istituzione. Ripeto: c'è questa originaria difficoltà dovuta alla irrisorietà del personale. Ho dimenticato di parlare della situazione della segreteria. L'organico di quest'ultima è assolutamente inadeguato alla mole dei procedimenti che gravano sulla procura. Le unità di personale sono 68, ma su 68 posti ben 20 sono scoperti, per cui c'è oltre un 30 per cento di personale in meno. Non si è tenuto conto del fatto che con le applicazioni è aumentato il numero dei sostituti, mentre quello del personale di segreteria ed ausiliario è rimasto immutato. Pertanto, il personale di polizia giudiziaria, che avrebbe dovuto essere esclusivamente destinato all'espletamento delle indagini, è stato in parte adibito a compiti di segreteria. Come dicevo, il procedimento sulle deviazioni della massoneria subisce una serie di contrattempi, innanzitutto per le ragioni che ho prima esposto e, in secondo luogo, perché, come più volte ho accennato, esiste una specie di situazione generale di chiusura. Intanto, si è constatato che, dal 1982 ad oggi, il fenomeno delle associazioni segrete - e, quindi, anche della massoneria deviata - non è mai stato preso in considerazione, tranne ovviamente le eccezioni ed i casi isolati. Quando, ai fini ricognitivi, abbiamo chiesto copia degli atti esistenti presso i vari uffici, in genere ci hanno mandato una raccolta di carte risalenti al 1981 o che si riferivano alla latitanza di Gelli, cioè all'unica cosa di cui ci si è occupati. Sta di fatto che questo fenomeno è stato assolutamente ignorato. Il dato più allarmante è che sembra esservi una generale riluttanza ad eseguire le indagini. Abbiamo scritto pressoché a tutti gli organi di polizia giudiziaria - Digos, comandi provinciali dei carabinieri, Guardia di finanza, eccetera - illustrando l'oggetto delle indagini, vale a dire l'esistenza di logge segrete nel senso voluto Pagina 2182 dalla legge del 1982 e, soprattutto, l'interferenza in attività di organi ed enti pubblici, anche in questo caso nel senso indicato dalla norma. E' raro però che tali indagini vengano eseguite nel modo richiesto. A parte il fatto che numerosi organi di polizia rispondono dicendo di sconoscere nel loro territorio l'esistenza di logge massoniche, talvolta anche in centri dove tali logge pullulano, normalmente le indagini consistono nella spedizione di elenchi anagrafici di coloro che risultano iscritti alle varie logge. Quasi sempre gli elenchi li mandiamo noi, ma ad essi non segue nessuno sviluppo degli elementi acquisiti e ci si limita a riferire le generalità, notizie sull'attività svolta, qualche volta la denunzia dei redditi dell'ultimo anno e se quelle persone abbiano avuto - come dicono loro - "pregiudizi penali", con ciò intendendo giudiziari. Questa è un'attività che potremmo benissimo svolgere noi collegandoci all'anagrafe comunale e tributaria e tramite il CED del Ministero dell'interno. L'attività investigativa, comunque, consiste solo ed esclusivamente in questo. Non voglio fare interpretazioni: questo è un dato di fatto. Se dovranno poi essere tratte delle conclusioni, lo si farà in un secondo tempo. Resta il fatto - lo ripeto - che il fenomeno della massoneria deviata sembra essere totalmente sconosciuto agli inquirenti, tranne le debite eccezioni. Perché ciò accada non lo so. Naturalmente, non pretendevo che si facessero indagini su ciascun personaggio, ma i campi d'interesse della massoneria deviata sono noti. Basta dare una scorsa agli elenchi degli iscritti - ovviamente di quelli noti - per chiedersi come mai talune, o solo talune categorie siano rappresentate. Io non lo so. Tanto per fare un esempio: primari ospedalieri, docenti universitari, società di un determinato tipo, e così via dicendo. Gli interessi, da quello che si è visto, sono esclusivamente - sempre per questo settore della massoneria di natura finanziaria o imprenditoriale. Ad esempio, è notevole il numero di appartenenti alla massoneria che sono assessori all'urbanistica. Il campo dell'informatica forma oggetto di interessi altrettanto notevoli. Pertanto, mi pare un po' anomalo che mi si risponda che non vi sono elementi da cui si desumano collegamenti fra personaggi massonici ed interferenze nell'attività di organi pubblici quando risulta agli stessi organici di polizia giudiziaria l'esistenza di procedimenti penali per reati contro la pubblica amministrazione commessi da appartenenti alle varie logge. Le indagini, però, sono costellate di casi del genere, per cui non è facile portare avanti un procedimento che riguarda tutto il territorio nazionale. E' ovvio che io non posso compiere indagini specifiche su tutto il territorio nazionale, ma posso ricostruire un quadro generale attraverso le indagini fatte da altri; indagini che, per la verità, salve le debite eccezioni, fioriscono solo da qualche mese a questa parte. Ci sono state, e sono anche note, alcune iniziative in varie parti d'Italia ed ultimamente vi è stato anche un intervento della Procura nazionale antimafia con cui si è chiesto l'invio di dati e notizie in materia, ai fini del coordinamento; immagino del coordinamento delle procure distrettuali. Noi siamo una procura provinciale. PRESIDENTE. Non distrettuale. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Questo però è un aspetto secondario. E' certo, comunque, che da quel che finora si è visto sempre con riferimento alla parte deviata - la massoneria appare come il tessuto connettivo per la gestione del potere. E' un fenomeno che è sempre stato ignorato o sottovalutato. Naturalmente, sto parlando della situazione sul territorio nazionale non dimenticando, però, che la massoneria è un'organizzazione mondiale e che coloro che vi appartengono o che sono, come si dice oggi, ad essa contigui, certamente non risulteranno dagli elenchi che abbiamo acquisito, specie dopo la vicenda della P2. PRESIDENTE. C'è un po' di cautela. Pagina 2183 AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Nessuno è così ingenuo - parlo dei personaggi di un certo rilievo - da figurare negli elenchi ufficiali. Ho motivo di ritenere che esistano ancora massoni coperti, così come ho motivo di ritenere che i personaggi eccellenti non siano iscritti in Italia ma in logge estere, a prescindere dalla questione della copertura di tali logge sotto la specie di associazioni o di enti vari. L'aspetto che è sempre stato ignorato è quello dell'alta finanza. Non penso, comunque, che, con i mezzi che allo stato possediamo, possa formare oggetto d'indagine. Infatti, se non si riesce ad accertare un'interferenza in sede locale nell'attività della pubblica amministrazione da parte di persone inquisite per reati contro la pubblica amministrazione, mi sembra difficile accertare quali siano gli interessi della massoneria nel campo dell'alta finanza mondiale, che credo sia comunque l'aspetto più rilevante. Del resto e tanto per fare un esempio, non dobbiamo dimenticare che nei fatti milanesi di Tangentopoli vi sono, se non erro, 39 inquisiti che appartengono alla massoneria. Tra questi, 7 ex piduisti e 3 appartenenti all'organizzazione Gladio. Anche a questo proposito, però, devo rilevare una non ottimale collaborazione. Quando, nel febbraio scorso, furono chieste notizie riguardanti personaggi massonici, mi fu risposto che non emergevano dati del genere. Vi fu poi uno scambio di note e ci inviarono l'elenco degli inquisiti e noi adesso segnaleremo i nominativi degli appartenenti alla massoneria. Uno dei tanti aspetti singolari di queste indagini, ad esempio, è che personaggi appartenenti alla massoneria compaiono spesso nelle varie vicende attinenti al traffico dei rifiuti anche tossico-nocivi ma, in generale, solidi urbani, com'è avvenuto nel caso di Napoli. Vengono poi attribuiti a determinati personaggi massonici collegamenti con la camorra. Abbiamo constatato, partendo dai fatti del circolo Scontrino di Trapani e della loggia Armando Diaz di Palermo, collegamenti fra personaggi appartenenti alla massoneria e la mafia. Del resto, i pentiti credo abbiano fatto affermazioni al riguardo davanti a questa Commissione. PRESIDENTE. Queste dichiarazioni riguardavano Cosa nostra. Per quel che risulta a lei, in Calabria esiste lo stesso meccanismo? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Allo stato e sotto questo aspetto, le indagini sono per così dire nella fase ricognitiva. Vi sono elementi che consentono di affermare che determinati personaggi appartenenti alla massoneria erano o sono molto legati ad organizzazioni mafiose, o se volete alla 'ndrangheta, diciamo alla mafia calabrese, anche se spesso l'anello di congiunzione è costituito dall'inserimento nella massoneria di personaggi influenti che, a loro volta, sono in rapporti con personaggi mafiosi. E' difficile l'inserimento diretto del mafioso nelle organizzazioni massoniche, mentre è possibile quello mediato tramite personaggi che facciano da anello di congiunzione. FERDINANDO IMPOSIMATO. Può farci qualche esempio di questi anelli di congiunzione? PRESIDENTE. Porremo le nostre domande al termine dell'esposizione del dottor Cordova. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Qual era l'aspetto che interessava la Commissione? PRESIDENTE. Ovviamente, è solo uno degli aspetti che ci interessano. Chi ha parlato dei rapporti fra massoneria e Cosa nostra, ci ha parlato, se non ricordo male, di un ingresso diretto di personaggi della mafia dentro alcune - è ovvio non tutte logge massoniche. Lei ci spiegava poc'anzi che in Calabria il rapporto è diverso e che vi sarebbero dei personaggi che fanno da trait d'union fra massoneria e mafia calabrese, non vi sarebbero cioè ingressi diretti. A questo Pagina 2184 punto è intervenuta la richiesta dell'onorevole Imposimato che le verrà ripetuta al termine della sua esposizione. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Proprio in questo periodo stiamo facendo accertamenti al riguardo. Non so se posso fare dei nomi. Si è riscontrata l'esistenza di persone appartenenti alla massoneria e comunque la cui appartenenza, prescindendo dalla iscrizione, era già nota, cui vengono attribuiti dei reati di tipo mafioso-associativo (associazione per delinquere contestata a personaggi appartenenti alla massoneria). Sono casi sui quali altri organi giudiziari stanno svolgendo delle indagini. Ho saputo di questa convocazione solo due giorni fa e non ho a disposizione tutto il materiale, data la brevità del tempo intercorso; tuttavia, se alla Commissione interessano determinati aspetti o determinati casi, magari omettendo il nome per correttezza nei confronti degli altri organi, posso benissimo comunicare quanto richiesto. PRESIDENTE. Sentirà le richieste che formuleranno i colleghi alle quali potrà ad alcune rispondere direttamente e ad altre riservarsi di rispondere successivamente. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Un procedimento del genere tendente ad accertare l'essenza della massoneria deviata in tutto il territorio nazionale non può essere gestito da me e da un sostituto, né tanto meno da me e da cinque-sei sostituti. Si tratta di un lavoro che equivale a quello di più procure messe assieme che si occupino esclusivamente della massoneria. Tra ostacoli vari - ne ho menzionati solo alcuni - siamo arrivati in questa fase; se non si adottano provvedimenti in grado di consentirci di andare avanti, dubito che gli sviluppi possano essere soddisfacenti anche se questa situazione credo rappresenti un indice della potenza della massoneria deviata. PRESIDENTE. Credo che giunti a questo punto i colleghi possano porre i loro quesiti su questo ed altri aspetti del problema. Essendo il collega Cabras relatore per le questioni calabresi, se i colleghi consentono, vorrei chiedergli se intende porre alcune questioni specifiche per la sua relazione. PAOLO CABRAS. Nel descrivere il reperimento di personaggi massonici legati alla mafia il procuratore Cordova ha parlato di anello di congiunzione di personaggi influenti. Vorrei sapere se questi personaggi influenti afferiscono al settore della pubblica amministrazione, della politica, dell'imprenditoria, eccetera. Vorremmo capire meglio gli ambiti sociali che sono risultati prevalenti in questa area del cosiddetto anello di congiunzione tra mafia calabrese e massoneria. PRESIDENTE. Vorrei ricordare al procuratore Cordova che ove lo ritenga opportuno la seduta potrà diventare segreta. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Questi anelli di congiunzione appartengono a tutte le categorie; si deve partire dal presupposto che coloro che si iscrivono alle logge massoniche, per lo meno in Calabria (nel nord si verifica qualche eccezione), appartengono tutti a livelli elevati della società. D'altra parte questo risulta ufficialmente. L'interesse della massoneria deviata è l'occupazione dei posti di potere. In talune perquisizioni sono stati sequestrati dei questionari ad uso dei confratelli in cui venivano elencati tutti i posti di potere. Il confratello doveva indicare quali aderenze o conoscenze avesse in ciascuno di tali posti in modo che presentandosi l'occasione, su indicazione di un'apposita commissione, si potesse intervenire. Così come doveva indicare quali persone, che ricoprivano tali posti, conoscesse, al fine di un'eventuale cooptazione. E' inutile che ricordi che Pagina 2185 nella massoneria si entra quasi esclusivamente per cooptazione. Sono i fratelli che individuano le persone che possono servire e con dei sistemi ben collaudati, costantemente applicati, si perviene alla cooptazione delle stesse. Quindi, per rispondere alla domanda del senatore Cabras, posso dire che questi anelli di congiungimento appartengono soprattutto alla categoria dei politici. Ma, ripeto, le altre categorie non sono escluse. PAOLO CABRAS. Compresi i magistrati? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Quello dei magistrati è un problema delicato perché allo stato, oltre a quei 40 nominativi di magistrati ufficialmente iscritti, e ad altri nominativi dei quali persone informate hanno fatto menzione, non possiamo dire che ve ne siano molti altri, specie di un certo livello, nelle liste ufficiali. Ma non è da escludere, anzi è attendibile, l'ipotesi che siano molti di più i magistrati, come dicono i massoni, contigui o molto vicini alla massoneria. Ho avuto modo di verificare che i sistemi per la copertura degli iscritti, ivi compresi i magistrati, sono diversi. Secondo me l'iscrizione o l'adesione alla massoneria, attraverso le cosiddette iniziazioni, "all'orecchio del gran maestro" o "sul filo della spada", esiste tuttora. PAOLO CABRAS. Comporta la non iscrizione negli elenchi? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Non figurano negli elenchi ufficiali; esisteranno degli elenchi segreti. Tra gli accorgimenti adottati il più banale è quello di indicare nella scheda di iscrizione soltanto il nome ed il cognome, omettendo la data di nascita. Altre volte si indica quale attività quella originaria mettendo, ad esempio, nome, cognome, laureato in giurisprudenza, sia pure per personaggi di cinquant'anni. Altre volte, ad esempio, si indicano dei nomi leggermente alterati. Il gran maestro Di Bernardo osservò che se negli elenchi fosse stato scritto De Bernardi eventuali ricerche non avrebbero dato esito. Ci sono, quindi, una serie di accorgimenti che fanno presupporre l'esistenza di massoni coperti. Già ai tempi della Commissione P2 il presidente Anselmi disse che gli elenchi acquisiti erano incompleti. Si acquisirono 962 nominativi e ancora recentemente il presidente Anselmi ha insistito nell'affermare che in realtà mancavano circa 1.600 schede. PAOLO CABRAS. Vorrei sapere se il procuratore Cordova quando faceva cenno ai questionari circa i posti di potere e le aderenze degli affiliati alludeva a logge ufficiali o a logge coperte o clandestine. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . No, no, mi riferivo a logge... PAOLO CABRAS. A questionari che circolavano in logge ufficiali. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Questo è un altro problema. Anche se non spetta a me farlo presente, vorrei richiamare l'attenzione sulla divergenza tra l'articolo 18 della Costituzione e l'articolo 1 della legge n. 17 del 1982. Mentre la Costituzione vieta le associazioni segrete sic et simpliciter , l'articolo 1 della legge del 1982 considera associazioni segrete e quindi vietate quelle che non solo siano in tutto o in parte segrete oche congiuntamente nascondano attività o finalità, eccetera, ma che, oltre ad essere segrete in quel senso attuino anche interferenze sugli organi pubblici. C'è poi l'altro problema relativo alla segretezza o alla riservatezza. Fino ad ora la quasi totalità delle logge non apparivano all'esterno con la loro denominazione propria ma con una denominazione così detta profana. Tranne alcune eccezioni, è raro vedere al di fuori delle sedi la targa indicante la denominazione della loggia massonica. Di solito si tratta di circoli ed associazioni culturali e così via. Pagina 2186 PRESIDENTE. Centro sociologico. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Centro sociologico. La Gran loggia d'Italia consta di 6 mila iscritti. Il Grande oriente d'Italia conta circa 18-20 mila iscritti, mentre altri 10 mila iscritti appartengono al Centro sociologico ed al Grande oriente italiano. L'attenzione degli inquirenti, per quello che è stato fatto, è limitata a queste tre obbedienze principali, ma in realtà ne esistono circa 25, per quanto ne sappiamo noi, per la maggior parte delle quali è nota solo la denominazione, in quanto nessuno sa dove sia la loro sede. Sappiamo che esiste la Gran loggia di Toscana, la Gran loggia di Calabria e così via. Nonostante le divergenze tra le varie fratellanze, tra le varie obbedienze è importante vedere quali scopi abbiano ed in seguito a quali fatti siano nate tali associazioni autonome, e fino a che punto lo siano. PRESIDENTE. Dai dati che lei ha inviato alla Commissione risulterebbe che in Campania ci sono 1.122 appartenenti alla massoneria, in Puglia 928, in Calabria 2.548 e in Sicilia 4.613. Facendo il rapporto tra abitanti ed iscritti, per quanto riguarda la Calabria questo è altissimo, mentre nelle altre regioni, compresa la Sicilia, è inferiore. Vorremmo sapere se esiste una ragione per cui in Calabria c'è una diffusione così alta. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Non sono in grado di dare una risposta al momento. Faccio presente che si tratta di cifre parziali, che si riferiscono alle tre principali obbedienze, che non tengono conto degli iscritti alla Gran loggia di Calabria. Si riferiscono al Grande oriente d'Italia, al Grande oriente italiano e al Centro sociologico. PRESIDENTE. Quindi sono ancora di più! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sicuramente sono molti di più. E' difficile rispondere, allo stato, a questa domanda. Sarebbe come se mi si chiedesse come mai a Perugia pullulano gli appartenenti alla massoneria; potrei rispondere perché c'è uno stato di occupazione massonica. Se vuole, posso fornirle un elenco di circa 80-90 posti di potere che, allo stato, sono occupati da appartenenti noti alla massoneria. Se poi vi siano altri posti occupati da appartenenti di cui noi ignoriamo la qualificazione massonica, non lo so. Potrebbe anche essere un effetto della diffusione della presenza massonica; se si tratta di una diffusione dovuta a fatti anomali, non lo so, è comunque una spirale che porta sempre di più all'incremento del numero degli aderenti. Ma poi bisogna vedere quale sia l'attività normale della massoneria in queste zone: se si dedicano al culto della fratellanza, dell'uguaglianza, dell'essere supremo, del grande architetto dell'universo evidentemente ... PRESIDENTE. Sono fatti loro! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Se poi si dedicano ad altre attività più terrene, potrebbe essere questo il motivo. PAOLO CABRAS. A volte molto terrene. PRESIDENTE. Se il vicepresidente Cabras ha finito, do la parola agli altri colleghi che intendono porre domande al procuratore Cordova. ROSARIO OLIVO. Ho ascoltato attentamente la relazione del procuratore Cordova, che saluto cordialmente. Vorrei riprendere l'ultimo tema che egli ha trattato in modo ampio e poi affrontare anche un'altra questione. Credo che il procuratore Cordova abbia fatto bene a soffermarsi ampiamente sulla questione della massoneria inquinata che, per quel che so io, in Calabria rappresenta un elemento di grande inquietudine, Pagina 2187 un elemento di grave deterioramento della vita democratica ed istituzionale della regione. Condivido in pieno che in questo caso non c'entri il discorso sulla massoneria storica, sull'istituzione prestigiosa che tutti rispettiamo quando persegue gli obiettivi e si richiama alle idealità ed ai valori ai quali il procuratore Cordova ha accennato. Ho anch'io una visione laica della vita, quindi non potrei non dico criminalizzare ma neanche guardare con sospetto un'organizzazione che storicamente ha avuto un grande ruolo e che può continuare ad averlo se persegue, lo ripeto, quegli obiettivi alti. Il problema, in Calabria e non solo in Calabria, è un altro. E' quello delle cosiddette logge non regolari della massoneria deviata. Si tratta di un fenomeno diffuso e penetrante. So, per l'esperienza che ho avuto nella vita delle istituzioni ed anche per il mio impegno politico, che esso si è diffuso ed è andato progressivamente degenerandosi. In ogni piccolo paese della Calabria dalle logge tradizionali sono sorte e si sono radicate logge non regolari, che sono dedite a tutte altre cose rispetto al Grande oriente. Qui siamo sul piano dei mercanti orientali; siamo sempre in Oriente ma su un altro piano: in ogni piccolo paese calabrese, purtroppo, vi è la presenza di queste strutture inquietanti, sulle quali deve essere fatta piena luce. Quindi concordo sulla necessità di tenere i riflettori puntati su questo fenomeno, che deve essere, lo ripeto, approfondito e sul quale bisogna indagare in maniera seria. Sono preoccupato per le considerazioni che ha fatto poc'anzi il procuratore Cordova nel momento in cui ha parlato di un'attività inquirente debole, disattenta. Questo è uno dei nodi sui quali, come Commissione parlamentare antimafia, noi abbiamo il dovere di soffermarci per verificare quali siano gli ostacoli e come sia possibile rimuoverli, perché il fenomeno in Calabria va affrontato, va preso di petto, va sradicato, in quanto è fonte di grave contaminazione per le istituzioni, per la vita democratica, per la società nel suo complesso, che, invece, deve essere salvaguardata. Non possiamo minimizzare, lo ripeto, la gravità di un fenomeno che esiste, che non è stato inventato e rispetto al quale bisogna dunque andare avanti nell'attività di conoscenza, approfondimento e indagine perché - ripeto - fonte di deterioramento grave per la vita democratica della nostra regione. Passo ora ad un'altra questione, sulla quale già mi sono soffermato quando abbiamo incontrato il procuratore Cordova a Palmi: mi riferisco alla centrale ENEL. E' una vecchia questione; anzi, è vecchia e nuova allo stesso tempo. C'è stata un'indagine del procuratore Cordova sulla vicenda della centrale a carbone: io non ho atteggiamenti di pregiudiziale ostilità nei confronti di una centrale che deve essere costruita a Gioia Tauro, nell'interesse complessivo del paese, del Mezzogiorno, delle sue esigenze energetiche, che sono molte e che devono vederci pronti a dare il nostro contributo in una visione nazionale che ci riconduce alla necessità di sviluppo di quella zona e della Calabria complessivamente intesa. Per quanto mi riguarda mi sono battuto per uno scenario diverso rispetto a quello portato avanti in modo autoritario dall'ENEL negli ultimi tempi, ma la domanda che rivolgo al procuratore Cordova e la sollecitazione che faccio alla Commissione nel suo complesso ed in particolare al presidente, sempre attento e sensibile, riguarda l'indagine del procuratore Cordova sugli appalti per la costruzione della centrale ENEL a Gioia Tauro dalla quale sono emersi intrecci tra mafia ed istituzioni, allora si ipotizzava addirittura ENEL. Molti sono i dubbi e le perplessità sulle procedure seguite dall'Ente: io so che l'allora ed attuale presidente dell'ENEL Viezzoli si era impegnato a tornare entro sei mesi in Commissione antimafia per portare modifiche alle vecchie procedure. Non so se l'abbia fatto, a me non risulta; comunque se non l'ha fatto si tratta di una grave inadempienza del vertice dell'ENEL, di cui dobbiamo chiedere conto. Io vorrei chiedere al procuratore Cordova a che Pagina 2188 punto sia questa inchiesta. A Palmi egli ci ha detto che si stava andando avanti; nei limiti del possibile, io vorrei sapere qualche cosa di più al riguardo. L'ultima considerazione che desidero fare riguarda il nostro ruolo come Commissione. Viezzoli è stato riconfermato alla presidenza dell'ENEL e, a mio giudizio, questa è una vicenda sconcertante, perché vi è stato l'arresto di un gruppo di consiglieri di amministrazione dell'ENEL e perché Viezzoli era stato chiamato pesantemente in causa in questa vicenda. Per cui io credo che la riconferma del presidente dell'ENEL sia un episodio di non trasparenza dell'attuale Governo e che su tale questione noi abbiamo il dovere di esprimerci, presidente Violante, come Commissione parlamentare in termini di censura di questa riconferma. PAOLO CABRAS. In realtà, queste responsabilità di Viezzoli non risultano, mentre sono risultate quelle del consiglio di amministrazione, tanto è vero che alcuni consiglieri sono stati in carcere per mesi. Questo è quanto si legge sui giornali. ROSARIO OLIVO. Il mio riferimento a Viezzoli non era in rapporto alle vicende per cui sono stati chiamati in causa alcuni consiglieri di amministrazione. Era in relazione alla vicenda della centrale di Gioia Tauro, sulla quale il procuratore Cordova sta indagando. Desidero precisarlo. PRESIDENTE. Il procuratore Cordova preferisce rispondere singolarmente a ciascun intervento. Questo vuol dire anche che le domande dei colleghi debbono essere molto sintetiche. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Per quanto riguarda il procedimento concernente l'ENEL, non stiamo più indagando in quanto il codice non ce lo consente, per il fatto che essendo scaduti già da tempo i termini massimi delle indagini preliminari si è nella fase di definizione del procedimento. In questa situazione di smantellamento di fatto - possiamo dire così - dell'ufficio, ho dovuto esonerare il collega che con me se ne era occupato da qualsiasi altra attività per consentirgli di definire il procedimento entro il mese di luglio; quindi posso assicurare che entro il 31 luglio il procedimento sarà definito. Ma, lo ripeto, ciò ha comportato l'impiego esclusivo di un collega per questa attività. Per quanto riguarda l'altra situazione, voglio solo richiamare l'attenzione - chiedo scusa se faccio un passo indietro - sulle periodiche manifestazioni che avvengono nel centro di Gioia Tauro. Naturalmente mi riferisco non a manifestazioni legittime ma ai periodici blocchi stradali, autostradali e ferroviari che hanno normalmente lo scopo di ottenere incontri con le autorità governative. E' chiaro che io non interferisco minimamente nell'attività di altri organi, ma mi pare che questo sistema stia diventando abituale e non so fino a che punto sia da approvare. Per quanto riguarda la fase delle indagini concernenti la massoneria, vorrei leggere solo parte della delega che avevamo inviato pressoché a tutti gli organi di polizia giudiziaria, chiedendo di fare accertamenti riguardo "all'esistenza non solo delle logge cosiddette coperte ma anche a quelle che si celino all'esterno sotto varie denominazioni (associazioni o circoli culturali, enti vari e simili); all'esistenza di soci occulti, di solito personalità della politica, magistrati, alti gradi di pubbliche amministrazioni che, talvolta, sono rappresentati da loro stretti congiunti" (fratelli in senso anagrafico). E' notevole il numero di fratelli di personalità e anche di magistrati iscritti alla massoneria; però vorrei che la Commissione si rendesse conto che, per poter accertare il rapporto di fratellanza in senso parentale e non massonico, occorrerebbe un notevole impiego di tempo. Abbiamo inoltre richiesto accertamenti riguardo "all'appartenenza ufficiale alle logge di persone che occupino posti di potere; ai legami delle logge o di appartenenti ad esse con personalità dello Pagina 2189 Stato, politici, rappresentanti di organi pubblici elettivi, alti gradi della pubblica amministrazione, magistrati, esponenti del mondo universitario e degli alti livelli di quello sanitario, personaggi di spicco o significativi dell'economia, della finanza, dell'industria, del commercio, dell'imprenditoria in genere; ai vantaggi di qualsiasi natura, ivi comprese le progressioni nella carriera, conseguite in virtù dei rapporti di cui sopra, avuto anche riguardo ai massoni cosiddetti in sonno; ai legami di qualsiasi genere con strutture di potere o con fatti o personaggi coinvolti in vicende o situazioni criminose, sia in Italia che all'estero; all'attività ufficiale di fatto svolta dai personaggi rilevanti appartenenti alle varie consociazioni; alla loro posizione patrimoniale ed ai loro interessi, anche se facenti capo a prestanomi o da questi gestiti ai loro legami o rapporti con personaggi di spicco; alla perdurante attività, sotto qualsiasi forma, dei personaggi già iscritti alla P2". Ufficialmente non si sa quali posti di potere occupino questi personaggi, né se siano avvenuti eventuali riciclaggi. Abbiamo chiesto ancora accertamenti riguardo "ai traffici illeciti sottostanti agli apparenti rapporti con analoghe consociazioni estere o con personaggi di esse". Mi riferivo alle cosiddette camere tecnico-professionali per quanto riguarda i rapporti interni e alle camere di commercio per quanto riguarda i rapporti esterni. Comunque, l'oggetto originario delle indagini era questo. Non è stato possibile sapere neanche questo e tutto ciò dovrebbe formare oggetto di ulteriori accertamenti. Non ho capito se devo indagare su eventuali rapporti massonici illeciti o sul perché non vengano fatte indagini su questi rapporti. Questa è la situazione: quando si chiede di indagare sulle progressioni di carriera, non capisco cosa ci voglia per prendere i fascicoli di coloro che apparentemente abbiano avuto notevoli sviluppi sulla stessa e controllare se tutto ciò sia regolare. E' chiaro che io conosco la situazione del territorio in cui opero e quindi, se mi vengono fatti dei nomi, posso indicare in maniera specifica l'indirizzo che deve essere dato alle indagini; non posso farlo, tanto per fare un esempio a caso, per il territorio di Varese. In questo caso dovrebbero sopperire lo spirito e l'iniziativa investigativa, che vedo assolutamente carenti per non dire inesistenti, sempre fatte le debite eccezioni. Sottopongo questo dato di fatto; alla fine, si vedrà a che cosa sia dovuta tale situazione. Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. Prima di dare la parola al senatore D'Amelio, desidero dare una breve comunicazione, in accordo con i vicepresidenti. La Commissione ha deciso di aprire un versante di lavoro sulla camorra, ma non ha un esperto specifico di cui avvalersi. La presidenza aveva chiesto la collaborazione del dottor Roberti, allora presso la procura di Napoli, che però è stato poi trasferito alla procura nazionale antimafia. Propongo pertanto, al fine della raccolta di materiale e documentazione riguardante la camorra, che rappresenta un terreno meno noto, di chiedere al procuratore nazionale Siclari di designare un magistrato del suo ufficio, competente nel settore, che possa aiutare la Commissione nell'individuare i filoni più rilevanti e che possa partecipare a tutte le riunioni della Commissione a ciò dedicate. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito). Si riprende la discussione. SAVERIO D'AMELIO. Desidero innanzitutto fare una premessa, rilevando che dalla relazione del dottor Cordova non mi pare che emergano fatti nuovi in ordine alla massoneria ufficiale. Invece, per quanto riguarda la massoneria deviata, se non ho inteso male, il dottor Cordova, da uomo di cultura qual è e quale apprezzo, ha certamente delle felici intuizioni, avanza delle ipotesi e manifesta molta Pagina 2190 problematicità, com'è tipico delle persone intelligenti. Sotto questo aspetto, non mi pare che si apra uno scenario di certezze: da un magistrato mi aspetterei, se non certezze, qualcosa che concorra a formare un quadro meno problematico e più certo. Il procuratore si è lamentato della scarsa collaborazione, affermando di non poter indagare su tutto il territorio nazionale. Vorrei sapere perché. Per essere più esplicito, gli domando: perché non si trasforma in un Di Pietro, che affonda il coltello nella situazione della massoneria? Del resto sarebbe facile, visto che la regola aurea sulle competenze, quanto meno territoriali, è da tempo saltata. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAOLO CABRAS AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. La competenza purtroppo è un criterio che non rientra nella libera disponibilità dei magistrati. Poiché, in base alle norme del codice, ritengo che la competenza sia della procura di Palmi e nessun altro organo giudiziario ha rivendicato questa competenza, non vedo come possa spogliarmi del processo ed attribuirlo alla competenza altrui. SAVERIO D'AMELIO. Dovrebbe essere lei a sostituirsi su tutto il territorio nazionale. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Sostituirmi in che senso? SAVERIO D'AMELIO. Lei potrebbe recarsi nelle diverse regioni e province e indagare, così come Di Pietro spazia su tutto il territorio nazionale. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Allora, avevo forse equivocato il senso della domanda. SAVERIO D'AMELIO. E' la constatazione di una realtà. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Purtroppo non ho la possibilità di fare il magistrato itinerante. Forse non sono stato sufficientemente chiaro. Questo processo richiederebbe l'organico di diverse procure messe insieme. E' assurdo pensare che si possa gestire un processo del genere con un procuratore ed un sostituto: non dico altro. Non ho uno staff su cui contare, grazie al quale, una volta tracciate delle linee direttive, queste possano avere esecuzione. Faccio quello che posso fare, finché mi sarà consentito di farlo. Quanto alle certezze, in questa terra è difficile arrivare ad esse. Teniamo presente che siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e non credo che, essendo avviate tali indagini con una congerie di contrattempi di ogni genere e specie, si possa arrivare dopo sei mesi alla certezza. Mi sembra troppo presto. Credo tuttavia che risulti con sufficiente chiarezza quanto ho detto all'inizio: la massoneria deviata è il tessuto connettivo per la gestione del potere in tutti i suoi aspetti, sul territorio nazionale e con collegamenti internazionali di ogni genere, specie nel campo dell'alta finanza: questa materia sfugge, con i mezzi che mi vengono messi a disposizione, a qualsiasi possibilità di accertamento. Quando avrò mezzi adeguati, forse potrò raggiungere risultati maggiori. Comunque, emerge che alcune organizzazioni massoniche sono centrali di raccomandazione, nella migliore delle ipotesi, o di gestione di affari di qualsiasi genere, nelle peggiore delle ipotesi. Ci sono centinaia di casi di affari che non costituiscono solo interferenze nel senso di cui all'articolo 1 della legge del 1982 e cioè non costituenti reato, ma fatti che integrano di per se stessi quantomeno il reato di abuso d'ufficio. Se però facessimo una specie di censimento degli iscritti alla massoneria per i quali sussistono quelli che la polizia giudiziaria chiama Pagina 2191 pregiudizi penali - ma poi non indaga - allora potremmo avere notizie più complete. Chi dice che determinate persone hanno questi pregiudizi penali potrebbe anche scomodarsi e verificare che esito e soprattutto quali sviluppi abbiano avuto i relativi procedimenti. Sono migliaia i casi e quindi non sono sufficienti un procuratore ed un sostituto, né il personale di segreteria messo a disposizione dal Ministero dell'Interno e dall'Arma dei carabinieri. SAVERIO D'AMELIO. La scarsa collaborazione in cosa consiste? Da parte di chi? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Più che scarsa collaborazione, c'è una generale riluttanza ad eseguire le indagini delegate, che penso siano sufficientemente chiare. Vi ho letto parte di una delle deleghe; se volete posso leggere le altre. Queste deleghe sono relative all'attività tipica della massoneria deviata ed ai campi d'interesse, anch'essi tipici, notori e risultanti persino dalla stampa. Si deduce che alcuni organi di polizia giudiziaria non leggono i giornali. A questo mi riferivo, ad una strana indisponibilità; strana. MAURIZIO CALVI. Vorrei innanzitutto capire quali siano gli aspetti penalmente rilevabili nell'indagine sulla massoneria. Ritengo infatti che la Commissione sia particolarmente interessata a questo aspetto, al di là delle difficoltà incontrate nelle indagini e delle interferenze della massoneria deviata nella vita politica, istituzionale, sociale ed economica. Vorremmo capire, lo ripeto, quali possano essere gli elementi penalmente rilevabili. In secondo luogo, vorrei sapere quali siano state le difficoltà che il dottor Cordova ha riscontrato per la lunghezza delle indagini sulla centrale di Gioia Tauro, considerati i costi sociali ed economici di tale indagine per il paese, per la Calabria e per Gioia Tauro. Un'indagine deve tener conto anche dei costi sociali che il paese paga per l'interruzione dei lavori della centrale di Gioia Tauro, di cui va rilevata l'ampiezza e la rilevanza. Credo che un magistrato debba tener conto, nell'espletare un'indagine giusta come quella su Gioia Tauro, della necessità di lavorare in tempi ristrettissimi considerati - lo ripeto i costi sociali che il paese potrebbe pagare e paga per questa indagine. La terza domanda riguarda le indagini che lei ha avviato prima della campagna elettorale del 1992 su camorra, politica, voto di scambio. Vorrei capire perché alcuni parlamentari siano stati inquisiti dal momento che il materiale elettorale era stato ritrovato in molte case, il materiale di Mancini, dello stesso Tripodi, dello stesso Zito... GIROLAMO TRIPODI. Di Tripodi no! MAURIZIO CALVI. A quanto ne so, il materiale è stato riscontrato... PRESIDENTE. La domanda è di carattere generale, non fa riferimento a casi specifici. GIROLAMO TRIPODI. Non ci sono collegamenti di questo tipo! Il materiale di Tripodi non è stato trovato da alcuna parte! PRESIDENTE. Invito il senatore Calvi a non fare riferimento a nomi. MAURIZIO CALVI. Non ho assolutamente posto problemi. MASSIMO BRUTTI. Vorrei esprimere una riserva circa le domande che riguardano le indagini giudiziarie. MAURIZIO CALVI. Considerata la relazione e la sua ampiezza... GIROLAMO TRIPODI. Vorrei chiedere cosa intendesse dire il collega Calvi quando ha nominato Tripodi. PRESIDENTE. Il senatore Calvi chiarirà il riferimento all'onorevole Tripodi. Pagina 2192 Comunque questo non riguarda, perché non potrebbe essere ammesso, il contenuto di un'indagine del procuratore Cordova ma lo scenario che si evince dai primi accertamenti. Noi chiediamo riferimenti di carattere generale al tema, non certamente indiscrezioni o anticipazioni. In questo senso invito il collega Calvi a ritirare il riferimento all'onorevole Tripodi, che anche a me non risulta pertinente, ed anche quello relativo ad altri colleghi non presenti in quest'aula. MAURIZIO CALVI. Non ho chiamato come elemento di correità l'onorevole Tripodi, verso il quale provo stima profonda; ho detto semplicemente che nel corso della campagna elettorale il materiale elettorale di tanti candidati in Calabria, che gira normalmente in tutta la vita sociale, politica ed istituzionale di quella realtà... GIROLAMO TRIPODI. Non certamente di Tripodi! MAURIZIO CALVI. Ma il tuo materiale sarà circolato! MASSIMO BRUTTI. Il collega Tripodi ha diritto di chiedere che sia tolto dal verbale il riferimento alla sua persona. MAURIZIO CALVI. Togliamo pure il riferimento a Tripodi! Quello che intendevo dire è che il materiale elettorale di tutti i candidati è girato come normalmente circola durante la campagna elettorale. PRESIDENTE. Allora, facciamo riferimento al materiale elettorale in generale, senza chiamare in causa nessuno. ALTERO MATTEOLI. Ne hanno parlato i giornali! MAURIZIO CALVI. Questo riferimento è importante perché nella relazione che lei dovrà presentare alla Commissione e al Parlamento l'aspetto relativo all'interferenza della 'ndrangheta con la vita politica in Calabria deve essere sottolineato. Ecco perché chiedo al giudice Cordova le valutazioni di carattere generale su questo problema. PRESIDENTE. In questo senso la domanda è ammissibile. Prego il procuratore Cordova di non rispondere singolarmente alle varie domande ma di svolgere una replica dopo che saranno intervenuti tutti i commissari, in modo da non penalizzare gli ultimi. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Mi permetta di rispondere ancora una volta alla singola domanda. Poiché il senatore Calvi ha fatto riferimento a una questione di tempi e di costi, vorrei far presente che allora abbiamo proceduto al sequestro dei cantieri della centrale da realizzare; successivamente la prima sezione della Corte di cassazione ha annullato il provvedimento di sequestro restituendo i cantieri all'ENEL con la motivazione che non vi erano gli elementi di reato per cui si procedeva. In sostanza, la Cassazione ha liberalizzato questi lavori per cui, ove l'ENEL lo avesse voluto avrebbe potuto riprendere i lavori dal giorno successivo. MAURIZIO CALVI. Le ho chiesto quali difficoltà lei abbia incontrato nel corso dell'indagine. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Le difficoltà riscontrate nell'indagine sono sempre quelle originarie: non si possono gestire processi di vaste dimensioni potendo contare su un organico assolutamente insignificante rispetto alla portata dei processi medesimi. L'organico della procura di Palmi è stato sempre costituito, tranne eccezioni transitorie, da uditori giudiziari cioè da colleghi i quali esercitavano per la prima volta funzioni giudiziarie. Di norma costoro provengono da regioni dell'Italia settentrionale e centrale per cui, non avendo essi alcuna conoscenza Pagina 2193 del fenomeno locale, necessitano di un certo lasso di tempo per impadronirsi del territorio da questo punto di vista. Dunque, c'è uno stadio di perenne precarietà di cui non si è mai tenuto conto. Il motivo principale sta nel fatto che le indagini sulla centrale, per quanto riguarda i reati per cui procedevamo si sono concluse da tempo, da circa otto mesi ed a questo punto occorre il tempo materiale per esaminare i numerosissimi documenti (una stanza intera) e trarne le conclusioni. Purtroppo, con l'accavallamento dei procedimenti non è possibile farlo, a meno che non veniamo autorizzati ad operare una scelta di priorità. In tal caso, qualsiasi cosa accada, anche i più gravi omicidi, decidiamo quali processi privilegiare, stabiliamo il principio della discrezionalità dell'azione penale e ci concentriamo solo su alcuni procedimenti, lasciando da parte tutti gli altri. Fino a quando la situazione rimarrà la stessa, cioè fino a quando una procura come quella di Palmi potrà contare solo su cinque sostituti dei dieci previsti, dovendo far fronte a tutti quei procedimenti cui ho fatto cenno all'inizio, è impossibile pensare di gestire processi del genere e soprattutto di portarli a conclusione in tempi brevi. A tutto ciò si aggiunge l'aggravante del procedimento sulla massoneria sul quale, a sei mesi di distanza dall'iscrizione nel registro dei reati, mi si chiede quali siano i risultati concreti raggiunti. Per quanto riguarda il materiale di propaganda elettorale... MAURIZIO CALVI. Il problema da me posto riguardava il rapporto fra 'ndrangheta e politica. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Visto che questo procedimento è in fase dibattimentale, nel senso che il giudice delle udienze preliminari ha disposto il rinvio a giudizio pressoché di tutti gli imputati (sono, se non ricordo male, 126 o 127), non ho alcuna difficoltà a trasmettere un prospetto del materiale elettorale sequestrato a ciascun personaggio. Fra Palmi e Locri sono state effettuate circa 300 perquisizioni nei confronti di persone che la polizia giudiziaria indicava come appartenenti a cosche mafiose o vicine ad esse. Visto che si parlava tanto dei rapporti tra mafia e politica, ritenni che il modo migliore per accertarlo a due o tre giorni di distanza dalle consultazioni elettorali fosse quello di verificare per chi determinati personaggi facessero propaganda elettorale. Questo è l'unico motivo delle perquisizioni. I problemi sono sorti a seguito di alcune reazioni, non escluse quelle del Presidente della Repubblica che prospettò procedimenti disciplinari nei miei confronti, ove non avessi agito in base aspecifici elementi che mi consentissero di fare quelle perquisizioni. Credo che alla Commissione questi fatti siano noti. Furono prospettati procedimenti disciplinari, salvo qualche mese dopo modificare l'articolo 416- bis ed aggiungere, fra le attività tipicamente mafiose, proprio il procacciamento dei voti. Comunque, se alla Commissione interessa, invierò il prospetto relativo a tutte le persone perquisite e al materiale rinvenuto, tenuto presente che, essendo state le perquisizioni eseguite tre giorni prima delle elezioni, si trattava probabilmente del materiale residuo. MAURIZIO CALVI. La terza domanda riguarda gli aspetti rilevanti dell'indagine sulla massoneria. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Stiamo procedendo per il reato di cui agli articoli 1 e 2 della legge del 1982 che attua l'articolo 18 della Costituzione, soprattutto sotto l'aspetto delle interferenze. Stiamo procedendo anche per il reato di cui all'articolo 416, cioè associazione per delinquere, nel senso che, ove tale attività di interferenza dia luogo a reati vari, soprattutto contro la pubblica amministrazione e sia dovuta ad un piano generale, ad una programmazione generale di commettere reati sotto il profilo strutturale, potrebbe Pagina 2194 integrare la violazione della norma prevista dall'articolo 416 del codice penale. Allo stato le indagini sono in corso; stiamo accertando i singoli casi di interferenza ma ci sarebbe ben altro da accertare! MASSIMO SCALIA. Anch'io torno ad occuparmi della centrale di Gioia Tauro per condividere lo stupore negativo espresso dal collega Olivo rispetto alla conferma di Viezzoli alla presidenza dell'ENEL. Proprio a partire dalla vicenda della centrale di Gioia Tauro vorrei ricordare quello che ha riportato la stampa a proposito delle rivelazioni di un consigliere di amministrazione sottoposto a provvedimento di custodia cautelare. Costui ha affermato che il presidente preferiva in sede di consiglio di amministrazione avere rapporti di tipo bilaterale. Non dimentichiamo che quel consiglio di amministrazione era rigidamente lottizzato per appartenenze politiche, per cui avere rapporti bilaterali significava in termini molto crudi gestire meglio gli affari. Mi riservo di presentare alla procura di Palmi un dossier che connette la vicenda di Gioia Tauro a quella di Montalto di Castro, una centrale che credo abbia il guinness dei primati sotto il profilo di Tangentopoli, e a quella del polo elettrico brindisino. Ritengo che tutti questi elementi possano integrare un dibattimento che si sta avviando, soprattutto in considerazione del fatto che (vale sempre la pena ricordarlo) l'ENEL non ha mai proceduto alla valutazione di impatto ambientale per una centrale da oltre 2.500 megawatt, fatto che lo pone in mora rispetto alle direttive comunitarie, oltre che alle leggi nazionali. A mio giudizio vi sono forti motivi per contrastare la costruzione di quella centrale che giustamente è stata chiamata "centrale mafia". Abbiamo dimostrato in tutti i modi possibili ed immaginabili (ma se non si fa la valutazione di impatto ambientale, questo non diventa atto formale) che quella centrale non serve né alla Calabria, che è eccedentaria di energia elettrica, né al paese; quella centrale è voluta da poche centinaia di lavoratori, a proposito dei quali spero che nel corso del dibattimento si riuscirà a chiarire quanti siano i soldati della mafia calabrese (anche se qui si è parlato tanto di massoneria). Poiché questo sospetto è ampiamente diffuso ormai da molto tempo, mi auguro che il dibattimento voglia appurarlo. Mi riservo di presentare un dossier , che spero sarà utile alla procura di Palmi. Il secondo punto è quello da cui è partito il procuratore Cordova: non credo che la Commissione possa semplicemente prendere atto del fatto che la procura, che è impegnata in indagini di così ampio rilievo e addirittura in dibattimenti già iniziati, che riguardano centinaia di imputati in grandi processi, possa proseguire a lavorare sotto organico nel modo che è stato descritto. Ritengo che la Commissione debba esprimere in forme di concreta efficacia la volontà di applicarsi per fare fronte a questo problema, poiché ritengo che come parlamentari abbiamo la potestà e la capacità di dare una risposta positiva alle urgenze sottolineate dal procuratore capo della procura di Palmi. Il terzo punto è più propriamente una domanda rivolta al procuratore. Egli ha usato il termine riluttanza per definire l'atteggiamento sostanzialmente negativo rispetto alle indagini avviate sul problema delle deviazioni della massoneria, riluttanza manifestata da organi preposti allo svolgimento delle indagini. Tra parentesi, non condivido l'opinione del senatore Calvi: questa Commissione è eminentemente interessata proprio ai problemi di impatto sociale, com'è nell'intestazione della Commissione, che fenomeni di questo tipo inducono nel contesto del paese anche rispetto alle infiltrazioni ed alle pressioni sull'amministrazione. La mia domanda è se questa riluttanza da parte di chi dirige alcuni organi ed alcuni servizi possa avere qualcosa a che vedere con il fatto che taluni di questi dirigenti sono ancora appartenenti, come leggiamo nei giornali, a logge deviate come la P2 Pagina 2195 oad altre che ne hanno preso il posto (ammesso e non concesso che la P2 abbia cessato di svolgere le sue attività devianti e perverse rispetto agli interessi del paese), oppure se questa mancanza di collaborazione, che il procuratore definiva riluttanza, derivi da infiltrazioni - voglio usare parole pesanti - di associazioni segrete deviate in corpi dello Stato, che invece dovrebbero fornire risposte diverse e collaborare ad indagini di grande rilevanza. PRESIDENTE. Vorrei pregare i colleghi di porre le domande nel modo più sintetico possibile, perché sono ancora molti gli iscritti a parlare. FERDINANDO IMPOSIMATO. Innanzitutto vorrei rivolgere un saluto al procuratore Cordova, al quale mi legano rapporti di antica amicizia, e ringraziarlo per il lavoro prezioso che sta svolgendo, sia pure in condizioni di estrema difficoltà. Cercherò di attenermi all'invito del presidente. Leggendo la relazione conclusiva approvata dalla Commissione d'inchiesta sulla P2, già risultava un collegamento tra la loggia massonica di Gelli e la cosiddetta massoneria ufficiale; tale collegamento lo si coglie in maniera abbastanza preoccupata poiché si afferma che le gravissime deviazioni riguardanti gli appartenenti alla P2 in ordine a fatti di eversione, di criminalità organizzata e di terrorismo in parte coinvolgevano anche la massoneria ufficiale del Grande oriente. Quest'ipotesi, formulata in maniera un po' generica nella relazione della Commissione P2, presieduta dall'onorevole Anselmi, ha poi trovato conferma in diverse inchieste, tra le quali quella del dottor Cordova sembra essere la più incisiva. La prima cosa che vorrei chiedere è la seguente: poiché in diversi uffici giudiziari d'Italia nei quali si è proceduto per fatti di criminalità organizzata si sono riscontrati fenomeni di collegamento di quest'ultima con la massoneria ufficiale - mi riferisco in particolare a Firenze, dove il procuratore Vigna ha avuto modo di imbattersi in tale Fiaccabrino, che era massone e nello stesso tempo era collegato con Cosa nostra; poi abbiamo la loggia Sciortino a Trapani, per la quale vi è stata addirittura una condanna da parte del tribunale; ancora, vi è la loggia Camea e poi le logge della Calabria, che sono le più numerose - vorrei chiedere al procuratore Cordova se sia possibile, con un potenziamento dell'ufficio, che io sollecito, come credo sia doveroso per la Commissione antimafia, realizzare un momento di sintesi. I fatti sono, per così dire, sparpagliati e rischiano di disperdersi in mille rivoli se non verranno ricompresi in una visione unitaria, che non può non essere realizzata soprattutto dal procuratore Cordova proprio per la vastità della sua inchiesta, che mi pare abbia riguardato anche logge di Genova, di Roma e di altre città d'Italia. In secondo luogo, vorrei chiedere al procuratore Cordova se sia possibile acquisire quella parte degli atti che non è più coperta da segreto istruttorio perché è intervenuta l'ordinanza di rinvio a giudizio da parte del GIP, al fine di consentirci di avere un quadro della situazione ed eventualmente di svilupparlo attraverso un'indagine mirata da parte della Commissione antimafia. Inoltre, i procedimenti contro le deviazioni della massoneria rischiano di essere insabbiati anche per gli ostacoli, frapposti da vari organismi, che sono stati già stati denunciati; anche per poter intervenire in concreto nei confronti di chi impedisce lo sviluppo delle indagini, dovremmo sapere chi in particolare frapponga questi ostacoli ed in che modo, proprio per poter essere più incisivi e capire se vi sia una volontà precisa di impedire l'accertamento della verità. Mi associo alle osservazioni svolte precedentemente dall'onorevole Olivo sulla necessità che alcuni personaggi, che in qualche modo sono collegati con la massoneria o che hanno avuto implicazioni in vicende di criminalità organizzata, debbano essere rimossi; pertanto, mi associo alle richieste avanzate con molta Pagina 2196 puntualità dall'onorevole Olivo e, anche se non è necessario, esprimo la mia solidarietà all'onorevole Tripodi in ordine alle affermazioni che possono aver leso la sua onorabilità, perché conosciamo tutti l'impegno da questi profuso quotidianamente nella lotta ai poteri criminali. In conclusione, se il procuratore Cordova potesse dirci quali siano le iniziative che la Commissione antimafia può assumere per cercare di sostenere la sua azione, gli saremmo molto grati. ROMANO FERRAUTO. Ho colto un aspetto molto inquietante, quello relativo alle logge massoniche esterne al nostro paese, e mi sembra che vi sia stato un accenno ad iscritti che apparterrebbero al mondo dell'alta finanza i quali, secondo me, esercitano un'influenza notevole sulle vicende del paese. Vorrei chiedere al procuratore se indagini di questo tipo siano possibili e, se lo sono, che cosa bisogna mettere in campo; infatti se ne parla, vi sono alcuni pentiti che riferiscono in ordine a queste appartenenze, tuttavia il quadro che abbiamo di fronte appare un po' nebuloso. Per quanto riguarda un altro aspetto altrettanto inquietante, che è stato accennato poco fa dall'onorevole Imposimato, dovremmo sapere qualcosa di più rispetto alle difficoltà che indagini di questo tipo incontrano ai vari livelli. Credo, inoltre, che sia altrettanto importante compiere una sintesi articolata a livello nazionale, per trarne conclusioni che, per quanto ci riguarda, sono di natura politica, perché abbiamo la necessità di esaminare un quadro meno disarticolato di quello che abbiamo di fronte. ALTERO MATTEOLI. Signor procuratore, all'inizio della sua relazione lei ha premesso di non occuparsi della massoneria ma della massoneria deviata ma poi, nel corso della sua esposizione, mi è sembrato di capire che lei si occupi della massoneria (a me questo non dispiace) perché lei nella sua relazione ha detto testualmente "la massoneria come tessuto connettivo per la gestione del potere". Se partiamo da queste considerazioni, che condivido, la mia domanda, che può apparire banale, è: esistono realmente le attività massoniche deviate? Cosa intende per attività massoniche deviate? Nella sua relazione ha citato il caso di intere regioni i cui assessori all'urbanistica ed alla sanità sono tutti iscritti alla massoneria: non sono iscritti alla massoneria deviata ma alla massoneria, sic et simpliciter. Ognuno di noi è portato a fare gli esempi che meglio conosce: io sono toscano e so che in alcuni consigli comunali della mia regione, per iniziativa di alcune forze politiche, sono stati approvati ordini del giorno e delibere che obbligavano i consiglieri comunali a comunicare, entro un certo lasso di tempo, se fossero o meno iscritti ad organizzazioni segrete e molti di loro, assai correttamente, hanno risposto di essere iscritti alla massoneria. Con questo, anche se ideologicamente sono lontano da questo mondo, non intendo criminalizzare tutti coloro che sono iscritti alla massoneria, per carità! Mi sembra però di capire che vi è un problema perché anche in regioni che sono da sempre amministrate dai partiti dell'estrema sinistra, e che quindi dovrebbero avere un'ideologia antimassonica, governano assessori all'urbanistica ed alla sanità iscritti alla massoneria, come avviene in Emilia- Romagna ma soprattutto in Toscana. Si dice addirittura che in Toscana la cultura massonica sarebbe dilagata nel dopoguerra, quando il comunismo è andato al potere in talune regioni e che, come contrapposizione, la forza massonica sarebbe emersa per l'incapacità dei partiti di mettere in atto efficaci forme di contrasto al comunismo. Si formulano mille ipotesi, ma in questo momento non mi interessano più di tanto. Quindi, vorrei sapere cosa intenda per attività massoniche deviate, perché dalla sua relazione mi è sembrato di capire che anche lei creda poco che si tratti di attività massoniche deviate e che invece si tratti di attività massoniche. Pagina 2197 Lei ha parlato di massoneria e di magistrati contigui (di alcuni - quaranta - sappiamo i nomi). Ho un'antica esperienza in questo campo, perché ho fatto parte della Commissione P2 ed ho scritto anche una relazione di minoranza (il mio destino è quello di stilare relazioni di minoranza ma in seguito spero di approdare anche ad una relazione di maggioranza). I dati che avevamo a disposizione in quella Commissione erano i seguenti: 942 iscritti alla P2, 24 mila iscritti a Palazzo Giustiniani (compresi gli "assonnati", che erano circa 5-6 mila), 7 mila iscritti a Piazza del Gesù. I 942 non li possiamo sommare ai 31 mila iscritti, perché i 942 della P2 erano iscritti anche a Palazzo Giustiniani o a Piazza del Gesù; alcuni addirittura - potrei citare almeno 5 o 6 casi e forse anche di più - erano così massonici da essere iscritti a tutte e tre le obbedienze: P2, Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù. Questi sono i dati. Ora, il problema è rappresentato dal fatto che non esiste partito politico in Italia, anche il più piccolo, che abbia 30 mila iscritti soltanto; anche il più piccolo ha certamente più iscritti, forse la democrazia cristiana ora ne ha meno ... PRESIDENTE. Non ti preoccupare! (Si ride). ALTERO MATTEOLI. Allora, il problema che si presenta è questo: o noi abbiamo dati assolutamente inesatti, falsi, e gli iscritti alla massoneria sono molti di più, oppure - qui concordo molto con quel che lei diceva ma gradirei un approfondimento - la massoneria conta così tanto, pur avendo soltanto 30 mila iscritti in tutta Italia addirittura divisi in 3 obbedienze, perché va a finire nei posti di potere. Basta andare a leggere quelle che vengono chiamate in termini massonici le tavole, cioè il foglio disposizioni, per constatare che le disposizioni più numerose riguardano soprattutto il mondo medico, perché all'interno di quel mondo si fa carriera, in alcune regioni, grazie all'iscrizione alla massoneria. Quindi, c'è un problema che è legato ad una questione di potere: nei mille rivoli in cui il potere italiano si identifica c'è anche questo. Da ultimo, quando siamo venuti in Calabria, e ci siamo recati anche a Palmi, era in corso il processo Pesce (alcuni di noi hanno anche assistito ad alcune battute di questo processo). Era il processo Pesce più 127 che lei definiva come quello detto "mafia e politica"? Perché lei lo definisce così? Noi abbiamo alcune notizie ma vorrei chiederle di essere così cortese da approfondire un momento questo aspetto. Perché "quello detto mafia e politica"? Quali sono i canali che portano ad identificare tale processo in questo modo? Naturalmente, esprimo - per quel che può valere, personalmente, ma anche per quel che ritengo possa fare la Commissione nel suo complesso - la mia solidarietà nei suoi confronti per essere stato lasciato praticamente nell'impossibilità di proseguire le indagini in quanto privo di magistrati. Nel complesso, la Commissione si dovrà far carico anche di sollecitare la messa a disposizione della sua procura di un numero sufficiente di magistrati, pari all'importanza delle indagini che lei sta svolgendo. PIETRO FOLENA. Anch'io voglio prima di tutto esprimere stima e solidarietà nei confronti del procuratore Cordova; in modo particolare, credo che, perché queste espressioni non rimangano retoriche, la Commissione si debba far carico di alcune delle denunce sull'impossibilità logistica di avere tutto il sostegno necessario per svolgere alcune indagini che sono in corso. Dobbiamo farci carico di queste espressioni: già lo abbiamo fatto con il ministro Conso in una certa occasione e dobbiamo, a mio giudizio, farlo prossimamente. La prima questione che vorrei porre al procuratore Cordova riguarda un giudizio sui contenuti e le forme attraverso le quali andrebbe riformata la legge n. 17 del 1982, perché ci troviamo in una situazione piuttosto paradossale: una legge dello Stato, che era stata pensata Pagina 2198 inizialmente per realizzare il principio sancito dall'articolo 18 della Costituzione, di fatto è risultata più arretrata dello stesso articolo della Costituzione e mi pare di capire che rappresenti anche un ostacolo per alcune inchieste. Quindi, vorrei capire se questo giudizio sia condiviso e, in caso affermativo, in quale direzione potremmo suggerire una riforma di tipo legislativo che permetta di realizzare meglio il principio del divieto di partecipare ad associazioni segrete. Secondo punto. Il procuratore ha parlato di relazioni con l'alta finanza. Vorrei che questa affermazione fosse esplicitata - non in relazione alle inchieste in corso ma al giudizio che il procuratore si è formato - a proposito delle relazioni che intercorrono in questo momento fra la massoneria italiana nelle sue diverse appartenenze (che capiamo essere una massoneria, se così posso dire, molto articolata, molto inquinata, molto diversificata) e la massoneria internazionale più forte, in modo particolare con quella americana e quella inglese. Cioè, chiedo se in questo momento, secondo il procuratore Cordova, esistano rapporti di reale dipendenza e di fronte a quale tipo di poteri sovranazionali ci troviamo. Se fosse vero che esistono centri internazionali consolidati che determinano scelte del nostro paese, si configurerebbe una violazione del principio di sovranità e di autodeterminazione. Pongo un'altra questione che riguarda la Sicilia. E' una domanda che ha già posto in parte il presidente Violante e alla quale il procuratore ha parzialmente risposto. Vorrei però, signor procuratore, tornare su tale questione, se lei me lo concede. Ufficialmente, risultano circa 5 mila iscritti alle logge massoniche in Sicilia, quindi alle logge regolari. Io stesso ho fatto richiesta a Palazzo Giustiniani degli elenchi delle logge ed ho avuto risposte che confermano questa cifra. Tuttavia, credo non irrealistico ipotizzare per la Sicilia - fra logge regolari (4.613 iscritti), logge coperte, massoni all'orecchio e poi logge irregolari, in quella larga diffusione che anche il collega Olivo descriveva per la Calabria e che è una pratica molto diffusa in tutto il Mezzogiorno, in particolare in Sicilia - una cifra che probabilmente si colloca fra le 5 mila e le 10 mila unità. Siamo di fronte quindi ad un esercito di proporzioni immense, in una terra, in una regione che non ha particolari tradizioni massoniche ed in cui lo sviluppo della massoneria ha subito un'impennata dal momento dello sbarco anglo-americano (ci sono anche testimonianze ufficiali che dicono come alcuni dei principali esponenti della borghesia delle professioni siciliane furono spinti ad entrare nella massoneria per avere quella collocazione di potere cui aspiravano). A proposito del giudizio che il procuratore Cordova ha dato del ruolo della massoneria, senza fare criminalizzazioni e generalizzazioni, credo che per quel che riguarda la Sicilia siamo sicuramente di fronte ad una camera di compensazione del sistema di potere di tipo occulto o riservato - quindi, non per forza occulto, anche solo riservato - in cui si è realizzata di fatto la coabitazione - come l'abbiamo chiamata nella relazione approvata da questa Commissione sui rapporti mafia-politica fra mafia e politica, fra mafia e diversi settori del potere. Ritengo che sarebbe opportuno approfondire, come Commissione parlamentare antimafia, questo aspetto specifico, attraverso una nostra iniziativa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi; ne discuteremo comunque in sede di ufficio di presidenza. Vorrei comprendere se il giudizio attorno a questo enorme sviluppo numerico ed alla grande influenza della massoneria in terre che non hanno una particolare tradizione o una particolare storia di crescita massonica sia condiviso dal procuratore Cordova e quindi se non ci troviamo di fronte alla necessità di agire nei confronti di questi luoghi occulti o riservati del potere attraverso mezzi e strumenti diversi rispetto a quelli che abbiamo potuto utilizzare fino a questo momento. Desidero porre due ultime questioni. Il procuratore ha incontrato anche comuni Pagina 2199 appartenenze, oltre che fra logge massoniche diverse, anche fra logge massoniche e congregazioni di tipo religioso o laico riservate o occulte? L'ultima questione, alla quale ha già accennato il collega Matteoli, riguarda il mondo sanitario. Scorrendo gli elenchi che sono a disposizione della nostra Commissione sono rimasto molto colpito dall'enorme quantità di medici: è forse la professione in cui la massoneria è più influente. Del resto, questo corrisponde ad un'indicazione precisa della massoneria ufficiale - un'indicazione che è agli atti della Commissione P2 - sulle camere tecnico-professionali in questo campo. Voglio ricordare che anche la Zamboni De Rolandis di Bologna, su cui ci fu l'inchiesta del giudice Libero Mancuso, era una loggia che aveva come finalità fondamentale quella di occuparsi delle promozioni, di un certo sistema del mondo sanitario. Quello che mi ha colpito nell'analisi su Palermo ... PRESIDENTE. Nel mondo universitario. PIETRO FOLENA. Sì, nel mondo universitario e con una particolare accentuazione nel mondo sanitario. Quel che mi ha colpito nell'analisi della realtà palermitana, in un approfondimento che abbiamo compiuto (fra l'altro, c'è anche qualche inchiesta della procura di Palermo sul nodo mafia-massoneria nella sanità), è il trovare una relazione stretta, vorrei dire quasi stringente, fra: ricoveri facili di boss mafiosi in cliniche pubbliche dirette da appartenenti a logge massoniche; perizie eseguite nei confronti di boss mafiosi e appartenenti alle logge massoniche (vorrei anche ricordare che la perizia per Licio Gelli - quella che gli permise di uscire dal carcere - fu eseguita dal più noto cardiochirurgo siciliano); la questione degli appalti e delle forniture dentro la sanità (i sequestri eseguiti dalla questura di Palermo per quel che riguarda società di forniture mediche di Riina e di Cosa nostra sono impressionanti, perché si tratta di uno dei principali settori di presenza mafiosa), ed infine le promozioni ... MASSIMO BRUTTI. Risulta qualcos'altro? PIETRO FOLENA. No, a me non risulta. Mi riferisco al professor Mauro Abbate; a me non risulta una sua appartenenza massonica. E infine, dicevo, il campo delle promozioni. Allora, vorrei, se possibile, un approfondimento su questo aspetto, perché mi pare una delle dimostrazioni concrete del ruolo reale che questi livelli occulti del potere hanno esercitato, in Sicilia e non solo in Sicilia, in questi anni. GIOVANNI FERRARA SALUTE. Ammiro molto la battaglia giudiziaria condotta dal procuratore Cordova in tali difficoltà pratiche e politiche. Ritengo, quindi, che sia nostro dovere dargli una mano, non in senso banale, ma reale, cioè approfondendo e portando avanti i temi da lui toccati, nonché chiarendo ulteriormente, sia in questa sede sia successivamente, i tanti problemi che sorgono in merito alla tematica di cui ci stiamo occupando. Se mi è consentito, signor presidente, anzitutto vorrei dire una battuta scherzosa al collega Folena, a proposito di una sorta di fissazione che vi è nella cultura della sinistra, in base alla quale sembra che l'unico risultato dello sbarco anglo-americano in Sicilia nel 1943 sia stato il potenziamento della mafia e della massoneria. Desidererei ricordare che quell'episodio ha segnato anche l'inizio dell'invasione dell'Europa da parte delle forze della libertà nei confronti di Hitler: il nemico degli americani non era l'onestà degli italiani, ma Hitler. Io sono sempre dalla parte degli americani e degli inglesi, ma siccome la storia passa e cammina, in questi casi, dopo aver elevato un biasimo all'autorità americana, che ci rimandò a casa Lucky Luciano, dico sempre: rechiamoci a Nettuno a portare una corona alla tomba dei 12 mila americani caduti per la nostra libertà (questo lo sappiamo noi, Pagina 2200 forse loro non sapevano neanche perché fossero stati mandati lì). Credo che i punti da approfondire, dottor Cordova, siano già stati toccati dai colleghi. Lei ha parlato di massoneria e di massoneria deviata. Inoltre, ha chiarito in che misura la massoneria deviata sia deviazione all'interno della massoneria ufficiale, cioè deviazione dalle sue attività istitutive; in che misura, quando si dice massoneria deviata, si intendano, invece, massonerie costituite all'esterno della massoneria ufficiale, cioè massoneria spuria; che rapporto vi sia, eventualmente, fra queste due realtà. Non sono toscano come il collega Matteoli, ma sono stato eletto senatore a Firenze, per cui credo che lei possa capire perfettamente se, soprattutto per me, repubblicano, la massoneria non sia sempre stata un problema. Tra l'altro, desidero ricordare che era massone il sindaco di Firenze, Lando Conti, persona specchiatissima, che fu assassinato dai terroristi. Il problema certamente esiste. Vi sono molte città, molte realtà locali, per esempio, nelle quali, se vi è un peso della massoneria, a livello sia locale sia nazionale, che travalica le normali presenze di qualsiasi tipo di interesse organizzato, esso è esercitato non con logge spurie ma attraverso i canali della massoneria ufficiale. Dottor Cordova, la domanda che le rivolgo può apparire ingenua ma non lo è: qual è la ragione essenziale per la quale nella massoneria ufficiale (le grandi logge, cioè il Grande oriente, eccetera) oggi e sempre hanno trovato ed ancora trovano posto facilitazioni per la convivenza tra persone perbene, mestatori e affaristi? E' il medesimo concetto della fratellanza massonica? E' una solidarietà, in qualche caso di carattere politico, che supera le diffidenze reciproche nei confronti dei comuni nemici? E' un riflesso più generale di un bisogno di presenza, che viene eventualmente rafforzato anche chiudendo un occhio su affari trasversali o addirittura loschi? Il problema che non possiamo non avere, dottor Cordova, è questo: se dovessimo renderci conto, anche a seguito della ricordata relazione Anselmi sulla P2, che, in effetti, la massoneria ufficiale contiene in sé, nella sua struttura, nel suo modo di operare, a prescindere dal carattere occulto, una sua naturale tendenza alla degenerazione o, comunque, a rendere possibili facili degenerazioni, non potremmo non porci un problema politico generale sul fenomeno massonico. A questo punto, però, verremmo a scontrarci con una realtà estremamente delicata anche della storia italiana; in sostanza, infatti, l'unico regime che in Italia ha contrastato ufficialmente la massoneria è stato quello fascista, e questo ha sempre creato problemi, per così dire, a tutti quelli che sono antimassoni: evidentemente, vi sono vari modi per essere non massoni o antimassoni. Nelle regioni in cui lei ha più immediata percezione e controllo, ritiene che il peso maggiore sia quello delle deviazioni dell'esercizio improprio dell'attività massonica e della massoneria ufficiale o quello delle logge spurie (vedi quelle di Palermo e di Trapani, per esempio), che non sono mai state riconosciute e che, tutto sommato, chiunque può mettere insieme? Quando lei parla dell'influenza a livello dei grandi poteri, si riferisce essenzialmente alle deviazioni della massoneria che ha definito ufficiale o anche e soprattutto all'esercizio di queste massonerie occulte di carattere secondario? Non sono interrogativi indifferenti per noi, dottor Cordova, perché abbiamo una legge che, in qualche misura, e non per caso, nel momento in cui vieta le organizzazioni occulte, dà una definizione delle associazioni occulte segrete che in qualche modo consente, invece, il riconoscimento della massoneria ufficiale. Se dovessimo constatare che il peso occulto della massoneria pubblica è estremamente forte o comunque rischioso, dovremmo porci nuovamente il problema di questa legge. Trattandosi di materia delicatissima, la sua esperienza per la comprensione di queste distinzioni può essere estremamente preziosa per noi. Pagina 2201 Concludo rinnovandole gli auguri per il suo lavoro. MASSIMO BRUTTI. Ascoltando le parole del senatore Ferrara, ho pensato che forse sarebbe opportuna una riflessione un po' più distesa su alcuni di questi temi, sul significato che l'affiliazione massonica è venuta acquistando negli ultimi decenni, sul ruolo delle logge occulte. Credo che abbiamo materiali per sviluppare questa riflessione. Vi è soltanto un punto che volevo richiamare a proposito delle questioni generali indicate dal senatore Ferrara. Qualcuno di voi avrà sicuramente letto il recente libro di Mola sulla storia della massoneria italiana. Si tratta di un testo che ha un atteggiamento simpatetico nei confronti del fenomeno massonico e che mette in luce un aspetto che credo sia storiograficamente rispondente al vero: durante tutta la storia d'Italia, la massoneria non mai svolto un ruolo univoco, una strategia unica, né avuto una caratteristica comune ma è stata invece luogo, teatro di tendenze diverse e di manovre politiche tra loro diverse. E' proprio questo carattere pluralistico della massoneria italiana che ha rappresentato una base ed una occasione per le deviazioni che abbiamo conosciuto in questi anni. La mia impressione è che tali deviazioni abbiano assunto una grande portata, per cui lo stesso concetto di deviazione diviene difficile da applicare. Comunque, chiudendo questo discorso generale sul quale dovremo tornare, vorrei chiedere al procuratore Cordova, che ha segnalato problemi e difficoltà, una cosa che considero essenziale rispetto a tutto quello che abbiamo detto finora in questa sede. Che cosa bisogna fare subito? Quali sono le esigenze vitali per dare la possibilità all'inchiesta che egli sta conducendo di svilupparsi, di conseguire almeno alcuni risultati? Seconda questione: il coordinamento. E' evidente che l'indagine da voi svolta tocca situazioni che si sviluppano anche in altre parti del paese. In alcune aree d'Italia, stando a quanto il procuratore ci ha detto, il fenomeno delle logge massoniche occulte è strettamente legato - più ancora di quanto non sia in Calabria - ad associazioni di tipo mafioso. Pertanto, la messa a disposizione degli atti per altre procure ed il coordinamento rappresentano un problema. Vorrei capire quanto, nella collaborazione tra i diversi uffici di procura, il coordinamento e la circolazione di informazioni possano aiutare l'indagine del dottor Cordova. Qualche mese fa, ci siamo posti un problema, a proposito del quale non so (per mia carenza informativa) a quale soluzione si sia pervenuti. Mi riferisco ad un primo esame di una grandissima quantità di carte custodite a Roma. Questo primo esame è avvenuto? E' stato consentito dal Ministero di grazia e giustizia? Dinanzi a noi, il ministro Conso aveva espresso disponibilità a che per un breve periodo si svolgesse una prima delibazione di quegli atti in locali di Roma messi a disposizione dal Ministero. Cosa è accaduto? Questa delibazione c'è stata? A che punto siamo? Se può dircelo, vorrei sapere dal dottor Cordova cosa risulti a proposito dei rapporti tra queste logge massoniche, sulle quali egli ha avviato indagini, e una struttura di tipo clandestino, che egli richiamava per inciso nella sua esposizione iniziale (mi riferisco alla struttura Gladio). Dalle carte che ho avuto occasione di vedere, da una piccola indagine che ho svolto sulla presenza di Gladio in Sicilia, è risultato, fra l'altro, che uno dei "gladiatori" più significativi del centro Scorpione siciliano avesse rapporti stretti con la Calabria (anzi, in quella regione svolgeva la professione di assicuratore) e, stando ad una testimonianza assai rilevante, cioè quella del capo centro, fosse anche massone. Questo fatto specifico mi ha sollecitato una curiosità, a proposito della quale, se è possibile, gradirei una sua risposta, dottor Cordova, circa i rapporti fra Gladio e le logge massoniche. Inoltre, anche se credo già risulti da atti giudiziari e perfino da una sentenza di qualche anno fa che lei stesso aveva steso, le chiedo, Pagina 2202 dottor Cordova, se possa dirci qualcosa sui rapporti tra Gelli e gli ambienti criminali della Calabria, prima e dopo le vicende del 1981. SALVATORE FRASCA. Signor presidente, saluto il procuratore Cordova, un magistrato che apprezzo per alcune sue inchieste e dal quale dissento rispetto ad altre inchieste. Voglio ricordare il Cordova migliore, il Cordova giudice istruttore del primo maxiprocesso di Reggio Calabria, dove io fui chiamato a testimoniare e dove emersero fatti la cui comprova sta avvenendo solo in questi giorni. Mi riferisco soprattutto ai fatti inerenti all'impresa Cambogi. Fatta questa premessa, vorrei richiamare quanto detto dal collega Olivo in merito alla nomina di Viezzoli a presidente dell'ENEL. Non vi è dubbio che tale nomina sia inquietante, ed è per questo che vorrei proporre alla Commissione, e quindi al presidente, di farsi carico delle nostre inquietudini presso i presidenti delle Commissioni industria della Camera e del Senato chiamate ad esprimere il parere sulla nomina stessa. Credo che, se a queste Commissioni faremo arrivare in tempo l'espressione delle nostre inquietudini, difficilmente la nomina potrà andare oltre. E' una proposta formale che avanzo, signor presidente, e sulla quale poi pregherò la Commissione di pronunciarsi, qualora dovesse esservi dissenso. Molto tempo fa, immediatamente dopo la nostra visita in Calabria - quindi anche alla procura di Palmi - avevo proposto di far venire in Commissione il procuratore Cordova, perché quando fummo a Palmi, in realtà, non ci fu un dialogo ma un soliloquio, nel senso che a parlare furono il procuratore Cordova ed i suoi sostituti, per cui noi non potemmo interloquire. Ritenevo opportuno, quindi, che già in quel momento vi fosse un confronto: la proposta accolta non venne mai concretizzata e vorrei conoscere l'arcano per cui soltanto oggi il procuratore Cordova giunge dinanzi alla nostra Commissione. Vi era, forse, l'esigenza di approfondire i caratteri dell'inchiesta, che egli sta conducendo, relativa alla massoneria. In proposito mi si consenta di manifestare con chiarezza il mio punto di vista. Preciso al collega Brutti che non sono stato mai massone, non lo sono e non lo sarò in futuro, perché non condivido lo spirito, le regole, i riti della massoneria, che "fanno a pugni" con il mio smisurato senso della libertà, quello stesso senso della libertà che, sul finire del secolo scorso, faceva dire a Jean Jacques Rousseau che si può vivere tranquilli perfino nelle prigioni. Dopo avere precisato questo, a meno che non vogliamo far tornare una sorta di neostalinismo strisciante nelle nostre aule parlamentari, dobbiamo osservare che l'appartenenza alla massoneria, fin quando viviamo in uno Stato di diritto ed è vigente l'attuale legislazione, non è un reato, per cui criminalizzare la massoneria significa criminalizzare un qualsiasi corpo sociale tra i tanti che operano all'interno del nostro paese. Altra cosa è la massoneria deviata, ed è di questo aspetto che ci dobbiamo interessare: al riguardo, onestamente, in questa sede non potremmo che incoraggiare il procuratore Cordova ad approfondire le indagini, a dirci quali difficoltà incontra, a spiegarci cosa possiamo fare per aiutarlo nell'espletamento del suo lavoro. Perché, francamente, all'attuale stato delle indagini, non mi sembra che sia emerso un granché. Mi riferisco a quanto ha detto lo stesso procuratore Cordova: se poi, un domani, vi saranno altre risultanze ne prenderemo atto. Allo stato, però, di fronte a tanto allarme, è più una caccia alle streghe che un'iniziativa con la dignità culturale di un'indagine giudiziaria. Con riferimento alla Calabria ed ai 2.548 massoni che vi sarebbero nella regione, non vorrei ripetere in maniera grossolana quanto ha spiegato in modo brillante il collega Ferrara Salute a proposito della massoneria. Devo però precisare che, se in Calabria la massoneria ha una sua storia ed una sua tradizione, ciò è direttamente da collegare a quella Pagina 2203 fase risorgimentale nel nostro paese che ha visto molti calabresi - fra questi mi piace citare innanzitutto Agesilao Milano - fra i suoi protagonisti. Si aggiunga, signor presidente, che la Calabria è una regione periferica nella quale lo Stato italiano prefascista, fascista e per molti aspetti anche quello repubblicano non è stato mai presente: sono nate così, inevitabilmente, delle associazioni e si è sviluppato uno spirito aggregativo che porta le persone ad unirsi per autoproteggersi ed autotutelarsi. Se andiamo ad effettuare un'indagine sociologica, oltre che storica, sull'origine della 'ndrangheta o della mafia in Calabria, constatiamo che i primi gruppi nacquero su questi presupposti: poi vi sono stati il collegamento con la mafia siciliana e l'evoluzione di quest'ultima. Oggi la 'ndrangheta in Calabria è mafia sotto tutti gli aspetti ed ha un carattere imprenditoriale come la mafia in Sicilia ed in tutta Italia, per cui è qualcosa di diverso rispetto alle sue origini. Tuttavia, anche le origini della mafia in Calabria sono da spiegarsi con la disaggregazione della regione e con il suo carattere periferico. Di tale realtà non si vuole prendere atto, neanche in questo Parlamento, se teniamo conto, per esempio, degli interventi svolti da alcuni colleghi ieri al Senato a proposito di un misero decreto sull'occupazione, che va incontro soltanto ad una misera categoria di lavoratori calabresi, i forestali; su questo avremo comunque altre occasioni di confronto. D'altronde, le ostilità nei confronti del Mezzogiorno d'Italia sono non soltanto nella lega, o nel vertice della DC, ma anche nei vertici della sinistra, e non sempre analoghe difficoltà vengono superate pure nel mondo sindacale. Dovremmo fare chiarezza... PRESIDENTE. Senatore Frasca, mi permetto di richiamarla all'oggetto della nostra audizione. SALVATORE FRASCA. Signor presidente, sto spiegando il perché dei 2.548 massoni in Calabria. PRESIDENTE. Questo lo spiegheremo quando discuteremo sulla relazione. SALVATORE FRASCA. Non voglio comunque negare che all'esterno della massoneria, o in alcune propaggini al suo interno, possano nascere quei fenomeni cui si riferiva il collega Olivo, che mi permetto, fraternamente ed amichevolmente, in quanto compagno di partito, di invitare a fare attenzione nel non esagerare. Il procuratore Cordova deve consentirmi di dirgli amichevolmente che all'interno della massoneria vi sono i medici, gli avvocati, gli ingegneri, gli operatori economici, ma vi sono anche i magistrati. Diciamolo apertamente che ci sono i magistrati, senza criminalizzarli e senza aderire, per coerenza con quanto ho affermato, ad una certa scelta che starebbe per compiere, o avrebbe già compiuto, il Consiglio superiore della magistratura circa l'incompatibilità fra l'appartenenza all'ordine giudiziario ed alla massoneria. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo, perché non condivido, proprio in nome di quei principi di libertà e democrazia ai quali intendo ispirare la mia azione, lo spirito di omertà che aleggia anche in questo Parlamento quando si devono dire alcune cose che riguardano la magistratura. Ma c'è di più: con riferimento all'indagine che il procuratore Cordova sta conducendo, abbiamo appreso da uno dei suoi sostituti a Palmi, il dottor Neri, che nell'espletamento delle indagini vi sono difficoltà che vengono frapposte dal centro. Consultando i verbali di quelle audizioni, si desumerà la veridicità della mia denuncia: vorrei quindi sapere da chi sia rappresentato questo centro e chi siano coloro che per conto del centro ostacolano le indagini. A proposito del dottor Neri, signor procuratore della Repubblica di Palmi, riprendendo una mia denuncia rivolta in termini generali al ministro di grazia e giustizia in questa stessa sede, desidero dirle: attenzione a non favorire un carattere gentilizio e familiare della magistratura Pagina 2204 in Calabria. Questo perché nell'ambito degli uffici, quindi nel suo ufficio, vi sono incompatibilità che contrastano nettamente con le norme che regolano l'ordinamento giudiziario e con le leggi del nostro paese. Quella del dottor Neri è un'incompatibilità evidente e macroscopica, che lei non ha rilevato. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sotto quale profilo? SALVATORE FRASCA. Il dottor Neri è sostituto procuratore in una procura sotto il controllo del procuratore generale presso la corte d'appello di Reggio Calabria, che è suo padre. Prendiamo l'ordinamento giudiziario e vediamo se questo è possibile: se non è possibile far esercitare l'avvocatura nel distretto della corte d'appello al figlio, o al nipote del presidente, o di un magistrato della corte d'appello, immaginiamo se vi possano essere altri casi in cui si possa essere controllori e controllati. Analoghi episodi, però, si verificano non soltanto presso la corte d'appello di Reggio Calabria ma anche presso quella di Catanzaro: si tratta di episodi che ho denunciato, per cui mi aspetto una risposta in prima persona da parte del ministro di grazia e giustizia. Passando alla questione del voto di scambio, ho stima e rispetto per il collega Tripodi e devo dire al mio compagno di partito Calvi che ha forse sbagliato nel citarlo in maniera inopportuna. La dobbiamo smettere, però, con il fatto che, ogni qualvolta non si va secondo una certa linea, vengono elevate proteste sempre dagli stessi comparti della Commissione. Perché in questa Commissione abbiamo processato tante persone, cominciando da Andreotti, ed i nomi si sono sempre fatti ma, quando poi si fanno altri nomi, non si può e non si deve essere d'accordo. Ho considerato inopportuno, signor procuratore, il fatto che lei abbia condotto un'indagine a tappeto sul voto di scambio nella provincia di Reggio Calabria una settimana prima delle elezioni e che sulla stampa siano stati riportati i nomi di alcuni candidati, e non di altri. Questa è un'interferenza nella campagna elettorale, che non può essere consentita a chicchessia, neanche al procuratore Cordova. Desidero infine fare riferimento al caso di "Ciccio Mazzetta": che questo personaggio fosse di un certo tipo, lo si sapeva fin dagli anni settanta (valgano in proposito alcune mie interrogazioni dirette ai ministri pro tempore di grazia e giustizia e dell'interno); domando allora il perché di tanti ritardi con riferimento alla luce che occorreva fare al riguardo. Come mai, inoltre, si è consentito a "Ciccio Mazzetta" di essere, rispetto a tanti pregiudicati calabresi latitanti, un latitante di lusso? GIROLAMO TRIPODI. Avevo chiesto di parlare sin dall'inizio ma penso che il presidente Violante non se ne sia accorto. Desidero innanzitutto, come altri colleghi, esprimere gratitudine al procuratore Cordova per il lavoro svolto, che mi sembra emblematico come punto di riferimento per la battaglie che devono essere portate avanti contro la mafia, gli intrecci fra mafia e politica, la penetrazione della mafia nelle istituzioni ed i poteri occulti. A ciò si aggiunga che il lavoro del dottor Cordova lo ha esposto a grandi rischi nella zona più pericolosa della Calabria per la presenza delle più potenti cosche mafiose e che la sua attività ha dovuto superare molti ostacoli, anche di tipo destabilizzante. Vi sono stati, infatti, molti interventi dell'allora ministro Martelli con riferimento a determinate ispezioni e si sono dovute superare diverse difficoltà perché, nonostante il lavoro svolto, vi sono stati interventi diretti, in sostanza, a delegittimare la stessa presenza e lo stesso prestigio del procuratore della Repubblica di Palmi. Ci troviamo oggi di fronte ad una realtà diversa rispetto alle azioni persecutorie portate avanti dal precedente ministro e credo anche da altre forze, perché vi sono stati perfino interventi del Presidente Pagina 2205 della Repubblica che mi sono sembrati inopportuni... MAURIZIO CALVI. Opportuni od inopportuni? GIROLAMO TRIPODI. Inopportuni. Mi riferisco al Presidente Cossiga. Si è trattato non solo di un intervento inopportuno ma anche di un'ingerenza e di un elemento devastante per quanto riguarda l'autonoma attività della magistratura. Ci siamo invece trovati di fronte questa mattina - o almeno chi non era a conoscenza di questo elemento ha potuto esserne informato - alla notizia che è stata compiuta una mole di lavoro non contestabile, a mio giudizio, da alcuno. Questa attività, questo sforzo, questi sacrifici possono però essere vanificati a causa di una situazione veramente allarmante. Da un lato, infatti, vengono svuotati gli uffici della procura di Palmi del personale necessario, dall'altro si è di fronte alla grande indagine sulla massoneria deviata, che non è impegno di poco conto. Anche questa mattina si è tentato di dire che ancora non sono emersi elementi consistenti in merito: ebbene, se dovesse perdurare l'attuale situazione, caratterizzata da forti carenze nell'organico dei magistrati e dei collaboratori e da una mancanza di strumenti, vi è il rischio che questa indagine possa essere congelata. Anzi, da quanto è stato detto, io ipotizzo un suo sabotaggio, analogamente a quanto avvenuto in altre occasioni. Non deve sfuggire a nessuno il fatto che la massoneria, essendo un'organizzazione che gestisce il potere, evidentemente si muoverà. Io sono a conoscenza di cose, del resto trapelate più volte, e della voce che nei confronti del procuratore Cordova sarebbe arrivato il "pacco" (si tratta di notizie in codice mafioso ed occulto, dimostratesi poi vere, visto che, ad esempio, fu aperta un'inchiesta). Procuratore Cordova, cosa occorre per il proseguimento di queste indagini? Dobbiamo saperlo per poter intervenire, perché, se esse dovessero congelarsi e non procedere, questo si rifletterebbe sulla credibilità della giustizia e recherebbe danno alla democrazia italiana. Sono d'accordo sul fatto che non tutti i massoni sono coinvolti, ma anche la massoneria non appartenente alla logge coperte interferisce nella gestione dello Stato. Vorrei sapere quali siano le reali esigenze del suo ufficio, procuratore Cordova. Desidero anche sapere se alle indagini in corso vengano o non vengano date risposte concrete e corrispondenti alle esigenze dei magistrati da parte di altri organismi statali e se sia necessario promuovere un incontro per chiarire questi aspetti con i responsabili dei corpi di polizia. Se esistono occultamenti, reticenze o posizioni fuorvianti, essi vanno affrontati e rimossi. Per quanto riguarda la centrale di Gioia Tauro, concordo con le proposte che sono state avanzate. Vorrei però ottenere ulteriori elementi di conoscenza, visto che la vicenda della centrale ha rivelato l'intreccio tra mafia, politica, pubblica amministrazione ed imprenditoria. Chiedo se, in questa situazione, siano emersi elementi tali da dimostrare l'esistenza di una specie di patto tra lo Stato e la mafia al fine di imporre la costruzione della mostruosa centrale a carbone di Gioia Tauro. Il modo in cui sono stati attribuiti gli appalti e la gestione dei subappalti mi pare indichino la sussistenza di tali fatti. Desidero sapere se gli organi dello Stato (a livello di Governo o di pubblica amministrazione) siano colpevoli di aver consentito che si arrivasse a fenomeni di collusione tra mafia e pubblica amministrazione. Per quanto riguarda la questione delle numerose persone che lei, procuratore Cordova, ha individuato come appartenenti alla massoneria, desidero chiederle, sperando che possa darmi una risposta, se tra questi personaggi figurino appartenenti alle alte sfere della polizia, dell'esercito, della burocrazia statale o anche al Parlamento. Vogliamo sapere se tra i parlamentari vi siano iscritti alla massoneria Pagina 2206 aderenti alle logge da lei indicate ed anche conoscere i nomi di queste persone. Per quanto concerne il voto di scambio, so bene cosa sia questo fenomeno. Si tratta di un problema che sta venendo alla luce in Calabria, come sta venendo alla luce che vi sono stati politici che hanno avuto rapporti con la mafia, hanno praticato il voto di scambio e concluso affari. Questo è avvenuto in Calabria ed esistono oggi le premesse perché tale situazione sia smascherata. Dottor Cordova, dato che questa mattina, in termini provocatori (perché soltanto di una provocazione si tratta), un vicepresidente della Commissione antimafia ha tentato di rivolgermi un insulto - sono peraltro del parere che quell'incarico non consenta di svolgere il ruolo del provocatore - vorrei sapere (e vorrei che lei lo dicesse alla Commissione) se nelle indagini riguardanti queste cosche o famiglie mafiose lei abbia trovato elementi relativi alla mia propaganda elettorale. Per la verità, io appartengo ad una scuola politica secondo la quale non si effettua mai una campagna elettorale personale. Io ho sempre condotto la campagna elettorale di partito e quindi non dovrebbe poter risultare l'esistenza né di bigliettini né di manifesti né di altri strumenti personali di propaganda. Né io né altri appartenenti al mio partito abbiamo mai fatto questo: non l'ho fatto quando ero nel partito comunista e continuo a non farlo ora che appartengo a rifondazione comunista. Vorrei che lei rispondesse in merito, perché non sono d'accordo sul fatto che si debba parlare di tutto: si deve parlare dei responsabili, perché non siamo tutti uguali! Questa mattina si è tentato di stravolgere alcuni punti fondamentali dell'odierno incontro, quelli su cui dobbiamo impegnarci con forza, perché, se certe azioni destabilizzanti dovessero perdurare, non solo non si celebrerebbero i processi contro le cosche mafiose a Palmi e non andrebbe avanti l'indagine contro la massoneria deviata ma si determinerebbe una condizione di pericolo per le nostre istituzioni. Credo che sia necessario far chiarezza in merito. Dottor Cordova, avendo lei svolto tante e tante indagini contro tutte le cosche mafiose della piana, vorrei che ci dicesse se sia in possesso di elementi per affermare che la battaglia portata avanti ha indebolito la mafia o se essa, nonostante i colpi subiti, si sia riorganizzata. PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . La prima domanda, rivoltami dall'onorevole Scalia, era riferita alla centrale ENEL di Gioia Tauro e preannunciava la presentazione di documentazione concernente gli sviluppi della vicenda. Avevo già in parte risposto su questa questione: una volta scaduti, in base alle vigenti disposizioni, i termini delle indagini preliminari, non abbiamo potuto compiere altri atti nel procedimento e non abbiamo quindi potuto tener conto di fatti successivi che pur potrebbero essere rilevanti, tra cui quelli menzionati dall'onorevole Scalia. Una volta che il collega cui il procedimento è stato affidato lo avrà definito, anche questi fatti potranno essere considerati e saranno oggetto di valutazione. Ringrazio quindi l'onorevole Scalia di aver preannunciato la presentazione di una documentazione. Per quanto riguarda gli organici della Procura, ho già detto quali essi siano. Allo stato, su 10 posti di sostituto esistenti in organico, ne sono coperti solo 5, di cui 3 da uditori giudiziari che hanno preso servizio solo da alcuni mesi e un quarto da un collega di cui è imminente il trasferimento; resta un quinto collega, mentre un'altra collega è in astensione obbligatoria dal lavoro per maternità ed è sostituita dal collega Neri, il quale, però, perché sia definito una volta per tutte il procedimento ENEL, da circa un mese e mezzo non lavora in ufficio ma a casa. Pagina 2207 La situazione - ripeto - è grave. Sono anni che agito sempre questa questione e sono stanco di doverlo fare ancora. Ho già detto che i principali procedimenti per associazione mafiosa, nonché i principali procedimenti riguardanti reati contro la pubblica amministrazione sono alla fase del dibattimento e che, proprio in questo momento, non vi è chi possa seguirli. Parlo solo dei procedimenti che sono attualmente in fase dibattimentale, non di quelli definiti proprio nei mesi scorsi, tra cui uno di quelli riguardanti la cosca Pesce di Rosarno (Arena Domenico più 53). Nel secondo processo contro tale cosca (Pesce più 53), definito nel 1993, la corte d'assise di Palmi irrogò undici ergastoli ed un totale di circa 500 anni di reclusione. Così come è stato definito in questa situazione il processo contro la cosca Facchineri di Cittanova, con imputati per associazione mafiosa e per estorsione. Posso assicurare - e lo dirò dopo - che noi non abbiamo fornito le notizie delle perquisizioni elettorali. Nel caso della cosca Facchineri per la prima volta le vittime dell'estorsione, ossia gli operatori economici, si sono riuniti ed hanno denunciato gli autori dei reati, indicando nomi e cognomi, e consentendo una serie di operazioni anche mediante appostamenti, utilizzazione di microspie ed accorgimenti analoghi. La fiducia riposta negli organi di polizia giudiziaria e nella magistratura si è tradotta in una sentenza di condanna: ciò avvenne prima dei fatti di Capo d'Orlando. Per tutelare l'incolumità delle vittime che avevano collaborato, non menzionammo il fatto alla stampa. Questi sono due procedimenti già definiti. Non parlo del procedimento Longordo più 24, riguardante una cosca di Polistena collegata ai Versace per traffico internazionale di armi e di droga; ho parlato solo dei processi al dibattimento per associazione mafiosa e altri reati o con un consistente numero di imputati. Ripeto, il processo Pesce più 126 è quello denominato mafia-politica, ma è stata la stampa (non noi) ad etichettare il processo in tal modo. Per noi è il processo Pesce più 126; il processo Pesce più 93 è anch'esso giunto al dibattimento ed è il primo instaurato contro tale cosca. Vi è un altro processo per associazione mafiosa, Marcello Viola più 21, riguardante la faida di Taurianova nonché i processi contro Macrì, Zampogna e Albanese rispettivamente con 60, 46 e 103 imputati. Il processo per la diga del Metramo riguarda 168 imputati. Mi chiedo dunque come si possa gestire un ufficio con tanti processi in fase dibattimentale. Non ho parlato invece dei processi che si trovano nella fase dalle indagini preliminari, tra cui vi è il procedimento concernente l'ANAS, da noi iniziato a suo tempo, prima cioè che collaborassero i pentiti, e che possiamo continuare in maniera più incisiva solo in questo periodo, forse con pregiudizio per le indagini. L'onorevole Scalia, riferendosi alla riluttanza delle indagini, ha chiesto se questa situazione non sia determinata da possibili appartenenti alla massoneria e alla P2 da parte di taluni investigatori, mentre un altro quesito ha riguardato l'esistenza della P2 e le sue possibili infiltrazioni. Vorrei premettere che le indagini, concretamente, sono state avviate con tre mesi e mezzo di ritardo. Le perquisizioni furono eseguite tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre del 1992: si incontrarono ostacoli vari che consentirono, ripeto, l'inizio dell'attività investigativa con tre mesi e mezzo di ritardo. Ora siamo a luglio e non vedo come - è chiaro non si devono soddisfare le curiosità degli organi di stampa - si possano pretendere risultati definitivi dopo poco meno di quattro mesi di indagini quando siamo ancora nella fase ricognitiva. Non si tratta di un procedimento concernente un'area geografica limitata, perché è un fenomeno che interessa l'intero territorio nazionale. Esaurita la fase ricognitiva si è passati a quella inquirente vera e propria, con le difficoltà cui ho accennato. Nella fase ricognitiva si è accertato che la massoneria deviata - l'ho già detto, parlando della massoneria mi riferisco Pagina 2208 agli aspetti deviati; altra cosa è verificare in che misura si presenti la massoniera deviata rispetto a quella regolare è stata totalmente ignorata. Il motivo non lo conosco, ma è un dato di fatto. Successivamente, sulla base di questi risultati, sono state disposte indagini - posso lasciare alla Commissione un esemplare del contenuto generale delle deleghe di indagine - riscontrando che nella generalità dei casi non hanno raggiunto il risultato atteso, in senso positivo o negativo. Posta una determinata linea di indagine, ho chiesto di riscontrare positivamente o negativamente la sussistenza del fenomeno. Quando mi si risponde - ripeto unicamente - con elenchi anagrafici o raccolte di carta risalente al 1981, posso affermare che le indagini non sono state svolte e che quindi gli aspetti deviati - che si tende ad accertare - non sono stati accertati. Può darsi che non esistano, così come può darsi che esistano; il fatto strano è che si tratta di un fenomeno generale: se i commissari lo desiderano, posso fornire l'elenco parziale di tutti gli organi a cui ho scritto per rilevare l'inconsistenza delle indagini. Non faccio nomi, ma sono circa una trentina gli appartenenti ai carabinieri e altrettanti alla polizia, più esattamente alla Digos. Ovviamente, le segnalazioni le ho portate a conoscenza dei rispettivi vertici amministrativi, ossia il ministro dell'interno, il Capo della polizia ed il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Più di questo ovviamente non posso fare. La P2 è un altro aspetto totalmente ignorato. Si sta cercando di accertare quanti personaggi, già iscritti alla P2, occupino posti di potere, sempre sotto il profilo del conseguimento di determinate posizioni, in base ad eventuali influenze od interferenze di natura massonica illecita. Quando avremo i risultati, li comunicheremo. Per quanto riguarda gli ex appartenenti alla P2, l'articolo 6 della legge sulle associazioni segrete faceva salva l'applicazione dell'articolo 209 del testo unico di pubblica sicurezza. Sarebbe interessante verificare quale sorte abbiano avuto i procedimenti, perché credo che la quasi totalità (non tutti ma una consistente parte) dei personaggi inquisiti siano stati prosciolti con varie modalità. Ovviamente non entro nel merito, ma le motivazioni addotte erano che costoro non sapevano di essere iscritti alla P2 o che, pur sapendolo, ignoravano la natura dell'associazione infine che, pur non ignorandone la natura, non avevano versato le quote. Per le poche persone sottoposte a sanzioni disciplinari si disse che non potevano non essere al corrente della natura della P2 in quanto era stata ampiamente divulgata dalla stampa. Credo che pochi malcapitati leggessero i giornali, mentre la moltitudine non li leggessero. ALTERO MATTEOLI. E' tipico degli italiani! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Anche questo fa parte delle indagini. Quando potrò, produrrò un volumetto contenente le deleghe delle indagini. Tra gli altri aspetti da accertare, vi è il numero dei personaggi, già appartenenti alla P2, che occupano attualmente, sempre con quelle modalità, posizioni di potere. Non credo che finora sia stato fatto, perché non mi risulta siano state svolte indagini su soggetti notori ed eminenti: non cito nomi per evitare polemiche, ma si tratta di noti personaggi già appartenenti alla P2. Mi pare si sia parlato anche di infiltrazioni: non ricordo però se ci si sia riferiti agli organi che dovrebbero eseguire le indagini oppure in generale. PRESIDENTE. In generale. ALTERO MATTEOLI. Signor presidente, come fa a specificarlo se non era presente in quel momento? PRESIDENTE. Quando si pone una domanda, è meglio chiedere tutto anziché una parte. E' un principio da seguire. Pagina 2209 AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . L'argomento riguarda anche la domanda rivolta dall'onorevole Imposimato sui rapporti tra la P2 e la massoneria ufficiale. Nonostante la loggia P2 sia stata sciolta, esistono dubbi circa la sua attuale inattività; anzi, vi sono concreti elementi per ritenere che determinati personaggi siano ben attivi, anche se ufficialmente "in sonno". E' stato chiesto se sia possibile operare una sintesi dei fatti. Tra le altre richieste, allorché si registrarono le note questioni, all'inizio delle indagini, vi era l'informatizzazione del materiale sequestrato. Faccio presente che attualmente il materiale sequestrato, e quello successivamente acquisito, è contenuto in 700-800 grossi faldoni (così vengono comunemente definiti). Incontriamo difficoltà perché, prima di inserire i documenti, occorre prenderne visione e, ai fini dei programmi, procedere alla sottolineatura delle parole chiave. Finché è stato possibile, a questo lavoro è stato adibito un collega; considerata però la piega che hanno preso gli eventi è risultato impossibile continuare nell'attività che è stata affidata quindi ad ufficiali di polizia giudiziaria. Il lavoro non è ancora stato completato, più o meno sarà stata inserita la metà degli atti. Ripeto, questa rappresenta un'altra difficoltà che le indagini comportano. Chiedo scusa se salto qualche argomento. Si chiedeva anche l'invio a questa Commissione di tutti gli atti e i dati concernenti i rapporti tra mafia e politica. In un secondo momento sarà possibile farlo. Per quello che interessa specificamente la Commissione, qualcosa risulta da procedimenti in corso presso vari uffici. Per quanto riguarda i rapporti tra mafia e massoneria nella vicenda dell'autoparco di Milano, c'erano gli affiliati alla loggia Fiaccabrino, che era legata alla base operativa dell'autoparco ed era l'anello di congiunzione tra gruppi mafiosi ed ambienti politici affaristici. Per quanto riguarda invece la questione dei rifiuti di Napoli, c'è il controllo della camorra sulla gestione dello smaltimento degli stessi, anche del tipo tossico e nocivo, attraverso illecite concessioni, collusioni con personaggi legati alla massoneria. C'è qualche personaggio legato a Gelli, ci sono i De Lorenzo - il padre dell'ex ministro è notorio che era iscritto all'ex loggia P2 - e qualche altro poli-tico... GIROLAMO TRIPODI. Il padre di De Lorenzo? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Sì. Vi sono altri casi che non interessano specificamente la criminalità organizzata: a Cuneo è stata avviata un'indagine dalla procura di Torino, in cui vi sono funzionari e fornitori inquisiti, fatto che ha causato la messa in sonno della loggia di Cuneo. A parte la vicenda del conto protezione... PRESIDENTE. Che c'entra Cuneo? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Stavo citando un'altra faccenda! Faccio presente, per esempio, che allorquando, almeno dieci anni fa, fu sequestra a Gelli l'agenda a Castiglion Fibocchi, si constatò che vi erano numeri di telefono di personaggi che ancora ricoprano importanti incarichi nelle istituzioni. Ma questi sono fatti noti. Non parlo qui dei lavori della terza corsia autostradale Roma-Napoli; fu contestata... ALTERO MATTEOLI. Sono cose note ed arcinote! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Quando abbiamo chiesto chiarimenti alla procura di Milano non su fatti già noti perché pubblicati in uno dei volumi della Commissione parlamentare sulla loggia P2, ma formanti oggetto di indagini nuove su fatti vecchi, non abbiamo ricevuto risposte che consentissero di accertare, sotto il Pagina 2210 profilo che a noi interessava, eventuali novità rispetto a quello che era già noto. Vorrei precisare che ovviamente, specie con l'organico che ho, non posso fare indagini specifiche su singoli reati di competenza territoriale delle varie procure. Pertanto, per costruire il quadro del fenomeno della massoneria deviata ho bisogno di attingere dai vari uffici giudiziari i singoli tasselli, donde questa attività acquisitiva di dati, che non sempre trova - con questo rispondo ad una delle domande - una piena collaborazione da parte degli organi giudiziari competenti. Per dire la verità, tra le prime cose che ho fatto, ho chiesto a tutte le procure della Repubblica, una volta delineato l'oggetto della mia indagine, copia di qualsiasi atto che potesse interessare: ben pochi atti - a parte numerosi casi di fattiva collaborazione - pervenuti. Addirittura, dopo una certa data vi è stato un fiorire di indagini sulla massoneria, cosa di cui abbiamo appreso attraverso la stampa, non attraverso le segnalazioni dei colleghi. Questo è un altro aspetto che credo successivamente sarà meritevole di approfondimento. I casi di Palermo e di Trapani sono ormai ben noti alla Commissione. In Liguria vi è qualche altro caso; un personaggio già condannato per associazione mafiosa e omicidio, appartenente alla massoneria che, secondo quanto si legge nelle informative e negli altri atti, ha creato un'impresa di natura finanziaria in loco, avvalendosi anche della collaborazione professionale di qualche ex magistrato... MASSIMO BRUTTI. Fameli? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Sì, vedo che è ben noto! e Credo che sia in rapporti con ex appartenenti alle forze dell'ordine, anche con funzionari di alto livello dell'amministrazione statale. A proposito del circolo Scontrino di Trapani, nel quale avevano sede ben sei logge massoniche non so se questa debba considerarsi riservatezza o segretezza. PRESIDENTE. C'è una sentenza di condanna, addirittura! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Per alcuni credo sia stata la prima sentenza di condanna in Italia. Però credo sia degno di attenzione il caso del dottor Montalbano; vedo che anche questo è noto... PRESIDENTE. Forse non tutti lo sanno... AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Da quello che ho letto, il dottor Montalbano, dirigente della squadra mobile di Trapani, dopo 23 giorni dalla perquisizione da lui eseguita nel circolo Scontrino, fu retrocesso - non so se è esatto il termine usato, ma è quello che leggo - per motivi riguardanti l'uso dell'autovettura di servizio. Di fatto, fu privato delle indagini e trasferito, fatto che, come leggesi nella requisitoria del pubblico ministero del luogo, "veniva commentato con tronfia soddisfazione negli ambienti massonici". Il dottor Montalbano era lo stesso che aveva scoperto la raffineria di eroina in una contrada di Alcamo, ritenuta la più grande d'Europa, che aveva condotto con successo le indagini per la strage di Pizzolungo e che si stava occupando delle indagini sull'omicidio del dottor Ciaccio Montalto. Uno degli aspetti che interessano le mie indagini, ma vedo che ci sono difficoltà insormontabili anche da questo punto di vista, riguarda la carriera di determinati personaggi o la mancata carriera di altri determinati personaggi. Si potrebbero - credo - trarre esempi significativi. Per quanto riguarda le indagini sull'alta finanza, avevo indicato genericamente, sulla base del notorio e soprattutto dell'attività esercitata dai singoli aderenti alla massoneria, quali fossero le attività che interessavano queste organizzazioni; ovviamente quelle imprenditoriali e finanziarie erano le principali, ma - ripeto - le indagini sono limitate all'aspetto territoriale, a quello locale. Pagina 2211 Non è stato ancora possibile estenderle in campo internazionale, sempre per i motivi di inadeguatezza dei mezzi posti a nostra disposizione. Mi era stato chiesto in che rapporti fossero le obbedienze locali con quelle internazionali. Ripeto: qualunque sia la soluzione al problema, se questi rapporti siano dovuti a iniziative di singoli massoni, singoli appartenenti a varie logge o a parti di logge o a intere logge, è certo che chi si avvale sfrutta sia la struttura nazionale, della massoneria, sia i suoi collegamenti a carattere internazionale. E' significativo come dopo la caduta del muro di Berlino siano proliferate le logge nel paesi dell'est, anche nell'ex Iugoslavia. D'altra parte è noto che dal punto di vista finanziario la massoneria israeliana è la più potente, così come questi aspetti, questi collegamenti tra logge internazionali possono sfociare in rapporti commerciali, salvo poi vedere se dietro ad essi ve ne siano altri sottostanti. L'onorevole Matteoli mi ha chiesto se mi occupo della massoneria in generale o di quella deviata. E' questa una domanda cui è difficile rispondere, nel senso che mi occupo, come ho più volte detto, della massoneria deviata; in che proporzione l'attività massonica sia deviata e in quale non lo sia, allo stato non lo posso dire. Ma naturalmente - è chiaro -come in qualsiasi organizzazione ove si verificasse... PRESIDENTE. La deviazione non è una scelta statutaria, per cui è difficile stabilire a priori quanto sia deviata e quanto non lo sia. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Alla fine si può. PRESIDENTE. Alla fine sì. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Dico sempre che se in seno ad un partito ci sono... SALVATORE FRASCA. Se ci fosse Vishinskij ci darebbe subito la spiegazione! PRESIDENTE. Come lei sa, sono d'accordo con lei! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. In ogni caso, solo alla fine si potranno trarre delle conclusioni sulla proporzione tra eventuali elementi o gruppi deviati, fermo restando che in qualsiasi organizzazione, anche nelle ipotesi peggiori, ci sono persone in perfetta buona fede, così come può darsi che quanti sono in malafede si celino dietro al paravento delle persone in buona fede. Un'altra domanda riguardava la consistenza delle attività deviate. Avevo fatto un'esemplificazione sulla base dei personaggi appartenenti alla massoneria implicati in dati procedimenti penali; avevo detto in precedenza che nei fatti della Tangentopoli milanese ci sono 39 inquisiti che sono iscritti in liste massoniche, ma questo riguarda un altro filone degli accertamenti. Quando avevamo chiesto agli organi di polizia giudiziaria di accertare se vi fossero interferenze nelle attività degli organi pubblici, la prima cosa che doveva essere fatta era questa: vedere se questi personaggi di rilievo erano implicati in procedimenti penali - ce ne sono molti -, in procedimenti penali riguardanti reati contro la pubblica amministrazione e da lì sviluppare le indagini, cosa che, ripeto, è stata fatta raramente. Da quanto si è visto, quello dell'attività amministrativa è il campo principale. Quello concernente i rifiuti tossici è uno degli altri campi, ma sempre connesso alla materia dei reati contro la pubblica amministrazione. Mi è stato chiesto, a proposito del processo Pesce, quale fosse lo stato del dibattimento. Di processi contro la cosca Pesce ce ne erano tre. Il primo, quello cosiddetto Pesce più 93, annullato dalla Cassazione, si concluderà subito dopo le ferie; il secondo, Arena più 53-56, si è concluso a marzo con una sentenza di condanna; il terzo è quello definito "mafia-politica". A proposito di quest'ultimo mi è stato chiesto il perché di tale definizione; ci tengo a ripetere che non si Pagina 2212 tratta di un'etichetta che abbiamo dato noi. Si tratta di un processo sorto nei confronti di un'associazione mafiosa dedita anche al traffico di stupefacenti, nel corso del quale si accertò che in prossimità della penultima campagna elettorale pervenivano telefonate da parte di personaggi politici ad altri indicati come mafiosi. Tali indagini furono poi sviluppate e portarono - con ciò rispondo ad un altro dei quesiti posti dal senatore Frasca - a quelle perquisizioni elettorali che non furono fatte a caso. Visto che si discuteva circa la sussistenza dei rapporti tra mafia e politica, per verificare tale sussistenza si stabilì ... SALVATORE FRASCA. Non contesto - né potrei farlo l'accertamento della verità ma la pubblicità. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Credo che siano stati iniziati degli accertamenti. SALVATORE FRASCA. Avrà ascoltato quello che ha detto ieri il Capo dello Stato a proposito di questo: ha avuto parole di censura nei confronti di chi diffonde queste notizie. E' il Capo dello Stato! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . E' vero che subito dopo - non ricordo se fosse il giorno dopo le perquisizioni - ne diede notizia la stampa. E' lo stesso discorso che venne fatto per il sequestro dell'elaboratore elettronico presso il Grande oriente d'Italia. Non siamo stati certo noi a fornire tale notizia! Anche in quel caso certamente non siamo stati noi a dare la notizia delle perquisizioni elettorali e tanto meno a comunicare i nomi, esatti o errati che fossero, dei candidati, il cui materiale fu trovato presso queste persone. Abbiamo disposto le perquisizioni con tutte le precauzioni necessarie ... Abbiamo addirittura prescritto l'obbligo della riservatezza anche interna agli organi che dovevano eseguirle. Se poi tali notizie vengono fuori, non da parte nostra, né da parte di coloro che hanno eseguito le perquisizioni, bisognerebbe accertarne lo scopo. Mi è stato detto che non c'erano tutti i nomi. Ma per dire la verità i pacchi contenenti il materiale elettorale furono aperti da noi con circa due, tre mesi di ritardo rispetto alla data delle perquisizioni. SALVATORE FRASCA. Una settimana prima i nomi erano tutti sulla stampa. Il Capo dello Stato non se l'è presa con i giornalisti in quanto ha detto che è un loro diritto diffondere la notizia. Ha aggiunto che gli interessati non possono essere coloro i quali diffondono le notizie, ergo da dove provengono tali notizie? Dalla magistratura, dagli uffici! Questo lo dice il Capo dello Stato. Si tratta di un grave fatto di malcostume giudiziario che deve cessare in uno Stato di diritto come il nostro. Nessuno ha il diritto di poter determinare il destino elettorale di una persona una settimana prima della conclusione della campagna elettorale. PRESIDENTE. Hai perfettamente ragione, ma non credo che il Capo dello Stato si riferisse a Palmi, da quello che ho capito. SALVATORE FRASCA. Nell'insieme! Però anche per Palmi. Signor presidente, non è certo che il Capo dello Stato si riferisse a Palmi, ma non è altrettanto certo che lo escludesse. PRESIDENTE. Innanzitutto, quello della pubblicizzazione delle notizie è un problema molto grave. Mi pare che il procuratore della Repubblica stia dicendo che loro aprirono i plichi, oggetto del sequestro, molto tempo dopo; il che vorrebbe dire che una settimana prima delle elezioni non avevano elementi in mano. SALVATORE FRASCA. Allora è lei che li ha dati alla stampa? PRESIDENTE. Io no! Pagina 2213 SALVATORE FRASCA. Io neanche! Neanche gli interessati? PRESIDENTE. Ci fu, se non ricordo male, uno degli interessati che fece una conferenza stampa. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . No, fece una comunicazione alla stampa. Comunque, volendo, questi fatti si possono accertare. Io posso assicurare che il mio ufficio non ha mai... SALVATORE FRASCA. Se fossimo in uno Stato serio, a quest'ora l'avremmo dovuto accertare. Poiché il nostro Stato non è ancora serio, queste cose le lascia passare, e via via si sta trasformando in un regime, ecco che allora consente che avvengano cose di questo genere, che sono all'antitesi dello Stato di diritto. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sono d'accordo che fatti del genere non dovrebbero accadere e anch'io sarei curioso di sapere se le notizie furono fornite e da chi. Credo che sarebbe interessante saperlo!. L'oggetto del procedimento era dunque questo. In questa attività di richiesta e di procacciamento di voti (attività che fu ritenuta non occasionale ma stabile), si ipotizzò una adesione da parte dei politici che si avvalevano delle cosche per il procacciamento di voti, una forma di compartecipazione alla associazione, ma con questo non si è mai voluto dire che il politico che chiedeva voti ad una determinata cosca, partecipava agli omicidi commessi da quest'ultima; partecipava solo a quel settore dell'attività mafiosa rappresentato dall'inserimento nella pubblica amministrazione: riceveva voti e in cambio prometteva concessioni, appalti e via dicendo. Anche questo fu chiamato, se non sbaglio, un teorema, salvo ad ottenere veste legislativa allorquando fu modificato l'articolo 416- bis e fu introdotto l'articolo 416- ter che punisce la promessa di voti a fronte dell'erogazione di somme di denaro ma non prevede altre ipotesi più realistiche, come la promessa di voti a fronte dell'erogazione di altre utilità, quali concessioni, appalti e via dicendo. PRESIDENTE. Questa ipotesi c'era, ma fu bocciata. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Io applico le leggi. A tale proposito è stata anche chiesta la mia opinione, con riferimento all'articolo 18 della Costituzione, sugli articoli 1 e 2 della cosiddetta legge sulle associazioni segrete. A mio modesto avviso tale legge va oltre il dettato della Costituzione. Quest'ultima vieta le associazioni segrete sic et simpliciter non facendo altre aggiunte. La legge in questione precisa il concetto di segretezza, nel senso che deve trattarsi di associazioni in tutto o in parte segrete, i nomi dei soci debbono essere, anche fra di loro, in tutto o in parte segreti, non devono rendere note le attività e le finalità e devono compiere attività di interferenza nei confronti degli organi pubblici. Questa aggiunta dell'interferenza sugli organi pubblici potrebbe essere considerata un di più rispetto al dettato costituzionale che - ripeto - prevede e vieta le associazioni segrete, prescindendo dalle loro finalità. In sede di esame di eventuali modifiche forse si potrebbe prendere in considerazione questo aspetto, che ritengo comunque sia stato valutato allorquando fu emanata la legge del 1982. Si potrebbero prevedere altre ipotesi, cioè le associazioni segrete che in quanto tali, naturalmente, compiono attività rilevanti ai fini dell'ordinamento costituzionale. Ma c'è sempre il risvolto della medaglia; se si crea un'associazione segreta il cui scopo sia quello del gioco delle carte, tanto per fare un esempio banale, è chiaro che ciò non avrebbe alcuna rilevanza. Ma se sotto tale denominazione si svolgono altre attività, allora le cose potrebbero cambiare. Mi è stato chiesto a proposito della Sicilia quali siano i rapporti tra la massoneria ed altre congregazioni riservate Pagina 2214 oocculte. Questo è un altro aspetto del problema! Si ritiene che oltre alle logge tradizionali vi siano delle associazioni con varie denominazioni, specialmente ordini cavallereschi - non solo in Italia ma anche e soprattutto all'estero - che in realtà sarebbero delle associazioni massoniche camuffate, dei prestanomi di associazioni massoniche. Proprio dagli atti della Commissione antimafia risulta qualcosa a proposito di certi ordini di cui fanno parte certi personaggi, membri anche della massoneria. E' comunque uno degli argomenti oggetto di indagine. Mi è stato poi chiesto cosa risulti relativamente ai rapporti tra le logge e gli appartenenti all'organizzazione Gladio. Anche in questo caso, noi abbiamo acquisito gli elenchi di tutti coloro che risultano aver appartenuto a tale organizzazione; stiamo facendo dei controlli incrociati. Forse è ancora prematuro... PRESIDENTE. Ma ci può essere sempre un secondo incontro! AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi. Siamo in una fase intermedia, tra quella ricognitiva e quella investigativa vera e propria. Con i mezzi di cui disponiamo non è possibile pervenire non solo a risultati definitivi ma ad un quadro della situazione che sia appagante. Mi è stato poi chiesto se alla massoneria fossero iscritti alti funzionari appartenenti alla polizia o ai carabinieri, o parlamentari. Sono in corso degli accertamenti, in quanto, come ho già detto, per diverse migliaia di iscritti alle logge del Grande oriente d'Italia non è indicata l'attività svolta, così come, per il Centro sociologico, per tutte. A parte errori ed altri inconvenienti, stiamo accertando quanti di questi personaggi appartengano alla polizia ed ai carabinieri. Sicuramente ve ne sono moltissimi. Per quanto riguarda i parlamentari iscritti alla massoneria, per ora posso dire che ne risultano 28, alcuni dei quali non sono più in carica nell'attuale legislatura, alcuni già iscritti alla ex loggia P2. Se volete, posso comunque fornirvi gli elenchi. PRESIDENTE. Ha con sé questi elenchi? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sì, li ho con me; tuttavia, mentre abbiamo ovviamente le generalità dei parlamentari, di alcuni non abbiamo la data di nascita nelle schede delle varie obbedienze e non vorrei che vi fosse qualche caso di omonimia. PRESIDENTE. L'importante è che lei segnali che possono esservi omonimie. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Posso indicare i nomi di coloro la cui identità è stata accertata; posso anche indicare, riservandosi ovviamente di svolgere indagini al riguardo, i nominativi degli omonimi. FABRIZIO ABBATE. E' preferibile non indicare gli omonimi. PRESIDENTE. Si tratterebbe non di omonimi ma di coloro per i quali non è stato ancora fatto l'accertamento. Può lasciarci questo elenco? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Considerato il tempo che ho avuto a disposizione, non vorrei che chi ha effettuato i rilevamenti sia incorso in errore. Ho comunque con me un elenco di parlamentari ex "piduisti" (ve ne sono 19), ma non tutti sono ancora in carica. Ho inoltre un elenco di parlamentari aderenti alla massoneria, che sono 28. Tuttavia, poiché non dispongo delle generalità, non vorrei incorrere in errori o in casi di omonimia. Posso comunque fornirvi quanto prima l'elenco. PRESIDENTE. Potrebbe intanto farci pervenire l'elenco dei nominativi per i quali vi sono elementi certi e successivamente inviarci gli ulteriori dati man mano che accerta l'identità dei vari soggetti. Pagina 2215 Ritengo comunque che su tale questione dobbiamo procedere in seduta segreta. Non essendovi obiezioni, proseguiamo i nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la disattivazione del circuito audiovisivo interno. (La Commissione procede in seduta segreta) . PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori in seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo interno. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Il senatore Frasca lamentava la divulgazione di notizie. In realtà, la notizia della perquisizione pervenne proprio da una dichiarazione alla stampa o da una interrogazione parlamentare. Tuttavia, nel momento in cui si effettuano 300 perquisizioni, anche se esse vengono condotte con le dovute cautele o nottetempo, è ovvio che l'operazione diventa pubblica. Non so comunque chi abbia fornito i nomi (non so neppure se siano esatti ovvero parziali) dei candidati cui si riferiva il materiale sequestrato. Dapprima non ho avuto tempo, ma poi intenzionalmente non ho aperto i plichi perché non volevo avere a che fare con tali questioni. Quindi, solo successivamente si accertò a chi si riferiva il materiale sequestrato. Mi è stato poi chiesto qualcosa sui rapporti tra partiti e massoneria. Se è vero il teorema (chiamiamolo così) dell'esistenza della massoneria deviata, si tratterebbe di una specie di superpartito o partito trasversale, visto che alla massoneria appartengono, ovviamente in proporzioni diverse, aderenti a tutti i partiti, sia pure con una maggiore frequenza di taluni, ma nessuno è escluso; anche partiti che ideologicamente non dovrebbero avere a che fare con la massoneria contano loro aderenti in quest'ultima. PAOLO CABRAS. Anche i partiti che lo vietano espressamente nei loro statuti. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sì, anche quelli. Vi è comunque una maggiore concentrazione da parte di determinati partiti; non so se sia opportuno che dia le relative indicazioni. ROSARIO OLIVO. C'è una classifica della densità? AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sì, c'è una classifica ma praticamente nessuno è escluso, anche se taluno è rappresentato in maniera, per così dire, sparuta o occasionale. Rifacendomi sempre alla domanda del senatore Brutti su che cosa occorra fare, per la verità, neanch'io saprei dirlo ed è inutile che dia le solite risposte secondo cui é necessario disporre di un organico adeguato o di un contingente di polizia giudiziaria all'altezza della situazione. Credo che occorrerebbe soprattutto una maggiore volontà di accertare in che cosa consista il fenomeno massonico, dopo di che i problemi si risolverebbero automaticamente. Per quanto riguarda quella che ho definito come una generale riluttanza, indisponibilità o altro a svolgere queste indagini, non vorrei essere frainteso: non intendo cioè fare affermazioni astratte; quanto sto dicendo è documentabile caso per caso e all'occorrenza userò questa documentazione, da cui risulterà la serie delle richieste specifiche e la serie delle risposte evasive, elusive o delle mancate risposte. Se mi sarà consentito di andare avanti in queste indagini, mi riprometto, anche per non deludere generali aspettative, di fornire risultati più precisi, perché è strano come dopo che queste indagini sono state avviate e dopo che esse sono state divulgate, certamente non da noi, sia nata una sorta di spirale di aspettative, tanto che si attendeva chi sa cosa, forse una messe di arresti o almeno di informazioni di garanzia. Io sto raccogliendo dei dati e dei risultati e al momento opportuno, lo Pagina 2216 ripeto, se me lo si consentirà, fornirò i risultati delle indagini. Se poi qualcuno aspetta gesti clamorosi solo per dimostrare che si sta indagando, non credo che aderirò a tali richieste, tranne nei casi espressamente previsti dalla legge. PRESIDENTE. La ringrazio molto, signor procuratore. Da parte nostra, potremmo inviarle, per memoria, un appunto contenente i documenti che lei via via ha proposto di inviarci, altrimenti non credo possa ricordarli tutti. AGOSTINO CORDOVA, Procuratore della Repubblica di Palmi . Sì, ritengo che ciò sarebbe opportuno. Posso comunque lasciare subito la copia delle deleghe che mi è stata richiesta; dovrei soltanto cancellare i nomi di taluni indagati. PRESIDENTE. Allora, una volta cancellati i nomi, può lasciarci il documento. Ringrazio ancora una volta il procuratore della Repubblica Cordova e ricordo ai colleghi che la Commissione è convocata martedì 13 luglio alle ore 9,30 per l'adempimento noto. La seduta termina alle 13,20.