Pagina 2373 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE indice Discussione del documento elaborato a seguito del Forum su economia e criminalità: Violante Luciano, Presidente 2383, 2384 Acciaro Giovanni Carlo 2484 D'Amelio Saverio 2384 Smuraglia Carlo 2383 Tripodi Girolamo 2383, 2384 Rinvio dell'audizione del ministro di grazia e giustizia, professor Giovanni Conso: Violante Luciano, Presidente 2375 Sostituzione di un membro della Commissione: Violante Luciano, Presidente 2385 Sui lavori della Commissione: Violante Luciano, Presidente 2385, 2386, 2387 2388, 2390, 2391, 2392, 2393 Borghezio Mario 2388 Brutti Massimo 2391 Cabras Paolo 2386, 2387, 2392 Casoli Giorgio 2392 D'Amelio Saverio 2391 De Matteo Aldo 2386, 2390 Florino Michele 2388 Frasca Salvatore 2385, 2386 2387, 2388, 2391 Galasso Alfredo 2393 Robol Alberto 2392 Smuraglia Carlo 2388 Tripodi Girolamo 2390, 2391 Votazione del documento elaborato a seguito del Forum su economia e criminalità: Violante Luciano, Presidente 2375 Pagina 2374 Pagina 2375 La seduta comincia alle17. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente) . Rinvio dell'audizione del ministro di grazia e giustizia, professor Giovanni Conso. PRESIDENTE. Comunico che il ministro Conso ha chiesto di rinviare a martedì prossimo l'incontro previsto per oggi, in quanto deve recarsi alla Camera per rispondere alle interrogazioni ed alle interpellanze presentate sul suicidio di Cagliari. Discussione del documento elaborato a seguito del Forum su economia e criminalità. PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che il documento contenente le conclusione del Forum sull'economia e criminalità svoltosi nei giorni 14 e 15 maggio 1993 è stato inviato già da qualche tempo a tutti i componenti la Commissione. Sarebbe bene che cogliessimo l'occasione odierna per esaminare e licenziare in linea di massima tale documento in considerazione del fatto che, sulla base di quanto emerso nel corso di quel Forum, tanto il ministro per la funzione pubblica Cassese quanto la Confindustria hanno cominciato ad assumere comportamenti coerenti con ciò che in quel Forum è emerso, in particolare con norme di autoregolamentazione che costituiscono il presupposto per l'alleggerimento delle norme di carattere pubblico e statuale. Do ora lettura del documento: 1. Premessa. La Commissione parlamentare antimafia osserva: 1.1 il Forum "Economia e Criminalità", svoltosi a Roma nei giorni 14 e 15 maggio 1993 con la partecipazione delle massime autorità dello Stato, di altre autorità competenti, magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine, studiosi di diverse discipline, esponenti di paesi esteri e di organismi internazionali, ha conseguito gli obiettivi prefissati di analisi e di acquisizione di proposte operative. 1.2 Lo svolgimento dei lavori ha confermato la validità del metodo seguito, improntato ad un approccio interdisciplinare e al pieno coinvolgimento di tutte le componenti socio-economiche interessate alla materia, mediante un aperto confronto di esperienze e competenze diversificate e complementari. 1.3 I rappresentanti del mondo accademico, imprenditoriale e sindacali hanno manifestato la loro disponibilità ad un attivo e diretto impegno sui temi del Forum ed hanno condiviso le linee emerse dalla discussione. 1.4 I risultati del Forum hanno evidenziato che la criminalità organizzata agisce all'interno del sistema dell'economia legale ricercando posizioni di dominio e di rendita attraverso l'esercizio della violenza e l'utilizzo di capitali accumulati illegalmente. Essa utilizza i Pagina 2376 varchi lasciati aperti e le distorsioni create dalle normative interne e dal mancato coordinamento tra le normative dei diversi Stati. La presenza della criminalità organizzata nei settori dell'economia limita la libertà di accesso alle opportunità di investimento, di occupazione e di consumo; altera il funzionamento dei mercati dei prodotti, della proprietà, dei capitali e del lavoro; pregiudica il benessere sociale e il sano sviluppo economico. 1.5 Per affrontare il fenomeno occorrono una serie di strumenti diretti: al corretto funzionamento delle imprese e dei mercati, che è garantito da un'azione efficace dello Stato e degli organismi internazionali e, insieme, dalla partecipazione attiva, trasparente e responsabile di tutti i soggetti, privati e pubblici, che operano nel sistema economico, sulla base di una generale affermazione dei valori etici e della cultura della legalità; al superamento delle condizioni di isolamento dei singoli soggetti esposti ai condizionamenti e alle aggressioni della criminalità organizzata, che può essere realizzato facendo crescere la cooperazione, diffondendo le informazioni e qualificando le libere iniziative economiche con riguardo alla loro utilità sociale secondo gli indirizzi della Costituzione. La Commissione parlamentare antimafia delibera di formulare le seguenti indicazioni in ordine ai principi, agli obiettivi e agli strumenti per perseguire un'efficace azione anticrimine nel settore dell'economia: 2. I princìpi. 2.1 La lotta alla criminalità organizzata richiede una risposta globale, su tutti i fronti, con il concorso di tutte le componenti delle istituzioni e della società. Esige una forte integrazione tra le azioni nei diversi settori, capace di sviluppare sinergie. Compete allo Stato esercitare poteri di impulso, indirizzo, coordinamento e controllo. Il coordinamento e le sinergie stimolano le capacità professionali, accrescono il rapporto di fiducia tra società e istituzioni. Occorre rimuovere i condizionamenti sociali prodotti dal dominio criminale. 2.2 L'isolamento del crimine deve entrare a far parte del modo di operare ordinario di ciascun soggetto, pubblico o privato, nello svolgimento quotidiano dei rispettivi compiti. Se gli strumenti ordinari non funzionano, è prevedibile il fallimento degli interventi straordinari. Quando l'ordinarietà funziona, si riduce l'esigenza del ricorso a strumenti straordinari. 2.3 La partecipazione attiva e responsabile di tutti all'azione di isolamento del crimine comporta l'applicazione del principio di responsabilità individuale per l'osservanza delle diverse regole, pubbliche, private e di settore, che ciascun soggetto è tenuto a rispettare. La responsabilità politica e la responsabilità professionale hanno autonomo rilievo e sono oggetto di autonoma pronuncia rispetto alla responsabilità penale e alle altre forme di responsabilità legale. 2.4 E' necessario promuovere, anche tra le generazioni più giovani, attraverso la scuola, le università e le altre istituzioni educative, la formazione di una cultura di base che unisca la conoscenza dei principi costituzionali e delle leggi alla incentivazione delle forme di partecipazione attiva alla vita della cosa pubblica, in vista della costruzione di un programma sociale di prevenzione della criminalità. 2.5 L'azione anticrimine presuppone, da un lato, la moralità e la correttezza di comportamento dei leaders politici e degli altri servitori dello Stato, dall'altro la Pagina 2377 piena affermazione del principio di legalità e della deontologia tra i privati. Alle autorità di controllo si richiede di mantenere condizioni di terzietà e di autonomia rispetto alle categorie controllate. 2.6 La difesa del sistema economico, dei suoi valori, delle sue regole di funzionamento è parte integrante della strategia di lotta al crimine organizzato. L'isolamento economico della mafia e delle altre forme di criminalità organizzata concorre a distruggere le organizzazioni criminali; serve a difendere il mercato; fornisce un contributo allo sviluppo economico. In relazione ai princìpi esposti la Commissione parlamentare antimafia ritiene che vadano perseguiti i seguenti obiettivi: 3. Gli obiettivi. 3.1 Ridurre le opportunità criminali, cioè ridurre le possibilità di guadagno offerte dalle operazioni sui mercati illegali di tipo tradizionale e di nuova formazione. Le organizzazioni criminali approfittano delle possibilità offerte dalle domande di beni e servizi illegali e dalle debolezze politiche ed economiche che caratterizzano molti paesi del mondo e che favoriscono le complicità e la corruzione, indebolendo l'azione di contrasto. 3.2 Ridurre la vulnerabilità dei mercati legali esposti alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali. I profitti sviluppati nei mercati illegali alimentano le attività cosiddette legali della criminalità organizzata. Attraverso il ricorso alla corruzione e alla violenza, le organizzazioni criminali realizzano profitti in misura maggiore di quanto farebbero per le stesse attività imprenditori non criminali. Le infiltrazioni criminali nei mercati legali rispondono a bisogni di riciclaggio del denaro sporco, a politiche di controllo del territorio, a obiettivi di acquisizione di monopoli. L'imprenditore criminale approfitta delle difficoltà di una impresa o persona per impossessarsi delle sue attività o beni con l'intimidazione. A volte la stessa organizzazione criminale crea difficoltà economiche all'impresa che vuole acquisire, portandola al fallimento e rilevandola successivamente a prezzi irrisori. 3.3 Mantenere l'integrità e l'efficienza del sistema economico. Nel settore dell'economia la difesa va costruita in via preventiva e in modo positivo, idoneo a far leva sulle potenzialità di ciascun soggetto. Deve tener conto degli obiettivi, dei valori e dei vincoli che governano i comportamenti delle imprese e degli altri soggetti, pubblici e privati, a vario titolo presenti sui mercati, incentivandoli a resistere alle pressioni criminali, a rifiutare i vantaggi che queste possono offrire ai singoli, ma in danno per il mercato e l'economia. Gli interventi contro la criminalità organizzata non devono comportare misure vessatorie per i cittadini o esaurirsi in prescrizioni formali e burocratiche. Queste infatti determinano costi elevati; si rivelano il più delle volte inidonee a contrastare un fenomeno per sua natura duttile; finiscono per favorire comportamenti elusivi. Anche la disciplina penalistica a carattere sanzionatorio da sola non è sufficiente a risolvere i problemi in modo soddisfacente. Per raggiungere gli obiettivi esposti la Commissione parlamentare antimafia segnala gli strumenti ritenuti necessari: 4. Gli strumenti. A - la legislazione A.1 La produzione legislativa in campo economico deve essere informata a criteri di chiarezza, certezza e attuabilità, avendo come obiettivo quello di difendere senza opprimere. Le norme devono essere scritte avendo di mira il cittadino- utente Pagina 2378 e curando di rispettare le sue capacità di comprensione della volontà della legge. Le difficoltà di applicazione delle leggi e gli scollamenti tra le prescrizioni normative e i comportamenti concreti possono inficiare la credibilità dell'ordinamento e aumentare i costi dell'agire economico. Si suggerisce che il Parlamento e i consigli regionali si dotino di apposite strutture tecniche per la verifica della coerenza tra le disposizioni, prevedendo momenti periodici di confronto. A.2 Il diritto penale dell'economia deve essere raccordato al diritto penale tributario e al diritto penale antiriciclaggio, realizzando una disciplina globale e omogenea mirata all'obiettivo della trasparenza. Va evitata il più possibile l'adozione di norme dettate dall'emergenza prodotta da circostanze particolari. Lo strumento della repressione va integrato con il ricorso alle sanzioni amministrative nei casi in cui queste possono rivelarsi efficaci. A.3 La normativa sugli argomenti di maggior rilievo - tra cui: il fisco, appalti, investimenti pubblici, concorrenza, mercato dei valori mobiliari, diritto penale dell'economia, misure di prevenzione antimafia - esige razionalizzazione e modernizzazione, anche mediante testi unici. Gli interventi urgenti da realizzare riguardano: l'allargamento delle ipotesi di reato presupposto del delitto di riciclaggio; la realizzazione delle procedure per la segnalazione delle operazioni sospette, anche a tutela della riservatezza di chi le effettua; la disciplina dell'amministrazione dei patrimoni sequestrati e confiscati. B - la giurisdizione B.1 Una società civile ha bisogno di forme rapide ed affidabili per la tutela dei diritti. Dove queste mancano vi sarà sempre spazio per le organizzazioni criminali che trarranno alimento dalla incapacità dello Stato di dare risposte alle domande di giustizia. Sul piano giudiziario il contrasto al crimine organizzato non può svilupparsi solo avendo di mira le emergenze penali. La giustizia penale è una giustizia straordinaria, che interviene nella patologia dei rapporti sociali, mentre il cittadino ha bisogno di essere tenuto lontano dalle forme criminali nelle manifestazioni del vivere sociale ordinario. Restituire effettività alla giustizia ordinaria, civile e penale, significa ricreare tra il cittadino e lo Stato un circuito di affidamento che è tanto più pregnante in quanto inerisce a una funzio ne carica di valori simbolici. B.2 Senza distrarre minimamente l'attenzione dalla giustizia penale, è di primaria importanza restituire dignità ed efficacia a tutte le forme di tutela processuale, tra cui quella civile assume carattere prioritario sia per lo svilimento che di fatto attualmente la caratterizza sia per la particolare esposizione agli appetiti criminali. La creazione di meccanismi deflattivi del contenzioso civile attraverso la attribuzione del potere di soluzione di conflitti minori ad autorità diverse dal giudice o in forme semplificate di accesso alla giurisdizione può servire a restituire effettività e, con l'effettività,dignità al ruolo della giurisdizione civile. Rivestono carattere di urgenza la piena applicazione della figura del giudice di pace e l'entrata in vigore della legge di modifica al codice di procedura civile, che richiedono un corredo in termini di potenziamento delle strutture, degli organici e delle dotazioni materiali sui quali nessuna ricognizione è stata fatta. B.3 E' necessario far funzionare la giustizia del lavoro, evitando situazioni di disfunzione e di paralisi che lasciano priva di tutela proprio la fascia sociale Pagina 2379 più esposta al ricatto delle scorciatoie sommarie offerte dalla criminalità organizzata. C- l'efficienza e la trasparenza della pubblica amministrazione C.1 L'attività della pubblica amministrazione deve essere regolata in modo coerente agli obiettivi, con ricorso anche a norme di diritto privato. E' opportuno ridurre i margini di discrezionalità e favorire una maggiore automazione nelle decisioni sulle spese e sugli incentivi. Vanno specializzate le funzioni delle amministrazioni per la con trattazione di appalti, opere, forniture e servizi. C.2 Ciascuna autorità amministrativa è chiamata a utilizzare tutti gli spazi operativi a disposizione per conseguire gli obiettivi che le sono affidati, rispettando gli ambiti delle competenze e coordinandosi nel modo migliore con le altre autorità. Vanno favoriti collegamenti diretti tra le strutture operative di diverse amministrazioni, evitando la complicazione di passaggi formali obbligati per i rispettivi vertici. C.3 Alle autorità spetta il compito di identificare e rimuovere tutti i fattori di origine criminale o di altro genere che determinano alterazioni della concorrenza, posizioni di rendita, distorsioni dei mercati e opacità informative. C.4 Le amministrazioni sono chiamate a verificare in modo efficiente e tempestivo gli adempimenti societari, fiscali, contributivi e di altro genere cui gli operatori sono tenuti, evitando, per quanto possibile, di estendere ulteriormente tali adempimenti. C.5 Si suggerisce di qualificare i controlli all'interno della pubblica amministrazione, introducendo meccanismi di riscontro, vicini ai momenti operativi, capaci di verificare il conseguimento degli obiettivi, cogliere eventuali distorsioni derivanti da impropri condizionamenti e disincentivare comportamenti inefficienti. C.6 La funzione pubblica è un servizio per i cittadini, non è un privilegio per il funzionario. I funzionari pubblici non devono limitarsi al rispetto formale delle procedure ma devono perseguire gli obiettivi dell'amministrazione da cui dipendono, ricercando la massima efficacia in funzione del soddisfacimento delle esigenze della collettività e dei destinatari della funzione svolta. C.7 La condotta dei funzionari pubblici deve essere improntata a criteri di integrità, autonomia da ogni improprio condizionamento, indipendenza di giudizio e imparzialità. I funzionari devono essere incentivati al rispetto dei principi legali ed etici, stabilendo un rapporto fiduciario con i superiori e i collaboratori, garantendo la circolazione delle informazioni sulle deviazioni riscontrate. D- le regole di comportamento degli operatori economici D.1 L'adozione esplicita e trasparente di regole di comportamento da parte degli operatori favorisce il rispetto delle leggi dello Stato e di standard di comportamento conformi ai principi di correttezza, di affidabilità e di buona fede. La specificazione di quali azioni debbano essere considerate biasimevoli determina la formazione di prassi operative atte a indirizzare una convergenza positiva dei comportamenti individuali. Affinché alle regole corrispondano comportamenti effettivi degli operatori, le regole devono essere il più possibile chiare e fatte proprie dalla generalità degli operatori appartenenti alle diverse Pagina 2380 categorie, così da ridurre nei singoli soggetti il timore di comportamenti altrui improntati a opportunismo. Le regole si incardinano nell'ordinamento attraverso gli statuti, le discipline di settore, gli accordi di categoria, i codici deontologici, i patti contrattuali. D.2 Il contenuto delle regole dovrà anzitutto ribadire la osservanza delle norme e dei principi per il contrasto della criminalità organizzata e l'imperativo della collaborazione con l'autorità giudiziaria. Riguarderà inoltre gli aspetti principali dell'operatività e dell'organizzazione delle imprese, tra cui: attenta valutazione della provenienza dei capitali e selezione delle controparti nei rapporti d'affari; rifiuto di effettuare operazioni irregolari o collegabili a disegni criminali o ispirate da intenti illeciti o palesemente irrazionali o in concreto non realizzabili; rifiuto di ogni improprio condizionamento nei rapporti contrattuali con lo Stato e gli enti pubblici; massima attenzione alla affidabilità della proprietà e del management e alla corrispondenza tra le competenze professionali possedute, le funzioni esercitate e i poteri attribuiti; adeguatezza dell'organizzazione e dei controlli interni, corretta tenuta della contabilità e delle altre evidenze, al fine di assicurare trasparenza e intellegibilità attraverso sistemi di comunicazione e verifica interna dei dati. D.3 La violazione delle regole deve costituire un disvalore, essere pubblicizzato fra coloro che le hanno sottoscritte e rappresentare il presupposto per una sanzione, sia all'interno delle aziende sia nei rapporti tra le aziende sul mercato. Deve essere prevista la possibilità di espellere gli operatori scorretti e quelli che operano su basi non convincenti. Occorre poter intervenire con tempestività in situazioni pericolose suscettibili, sulla base dell'esperienza, di produrre o favorire fatti criminosi. E- il contributo delle associazioni di categoria E.1 Gli organismi rappresentativi delle categorie degli operatori economici e sindacati di lavoratori sono chiamati a collaborare per il superamento di comportamenti che, volti alla ricerca del massimo profitto individuale nel breve periodo, producano una riduzione del benessere generale e in prospettiva il peggioramento delle condizioni dei singoli operatori. Vanno adottate forme opportune di regolazione dei fenomeni di illegalità economica riferiti alle attività imprenditoriali e alle prestazioni lavorative. E.2 Spetta alle associazioni di categoria: diffondere i contenuti del presente documento tra i propri associati; promuovere l'attuazione puntuale delle indicazioni qui riportate, soprattutto con accordi di categoria per l'adozione delle regole di comportamento e delle altre misure che, consentendo la condivisione dei costi e dei rischi, rendono sostenibile e vantaggiosa la resistenza dei singoli all'azione criminale; verificare che alle dichiarazioni facciano seguito comportamenti coerenti; sanzionare comportamenti dei soggetti che non osservano le regole deontonologiche stabilite. E.3 Forme più incisive della collaborazione nella lotta alla criminalità organizzata possono essere richieste ai professionisti e alle altre categorie per le quali è prevista l'iscrizione in albi o prove di abilitazione, anche in considerazione della tutela fornita dall'ordinamento nell'interesse della collettività e della necessità di mantenere elevati i livelli di professionalità e affidabilità. Pagina 2381 Gli ordini professionali sono impegnati a promuovere la collaborazione degli iscritti nel contrasto alla criminalità organizzata e a svolgere rigorose verifiche applicando misure sanzionatorie agli aderenti che non rispettano le regole di comportamento. Vanno attivati controlli efficaci e sostanziali, ad opera degli organo preposti, sulla capacità degli ordini professionali di far rispettare le regole interne della categoria. F- l'informazione F.1 L'informazione è elemento essenziale per la lotta alla criminalità economica e non può essere sostituita dai controlli. La mancanza di trasparenza protegge lo sviluppo delle associazioni criminali. F.2 Si suggerisce l'istituzione di un centro interdisciplinare di ricerca e documentazione che analizzi la dinamica della criminalità e i suoi effetti sulla società e sul sistema economico; che metta a disposizione del legislatore, del Governo e degli operatori i risultati delle ricerche; che dia conto in modo auto-revole e indipendente dei risultati raggiunti nella difesa dei mercati economici dalle infiltrazioni della criminalità organizzata. F.3 Le banche dati delle singole amministrazioni devono essere strutturate in modo da consentire lo sfruttamento incrociato delle informazioni in esse contenute, creando modalità di accesso e di dialogo reciproco ed evitando la formazione di meri depositi di dati di fatto non utilizzabili. Nel realizzare tali modalità di impiego delle informazioni si dovrà avere cura che vi sia piena trasparenza dei criteri, delle finalità di utilizzo e dei soggetti utilizzatori e che non vengano lesi i fondamentali diritti alla riservatezza. Nei casi determinati per legge, sarà utile mettere in collegamento i dati relativi alle persone fisiche, alle persone giuridiche e alle cariche ricoperte in queste ultime, alle ricchezze private e a quelle erogate dallo Stato, ai flussi finanziari e ai trasferimenti patrimoniali e proprietari. Le informazioni, senza indicazioni nominative, potranno essere messe a disposizione anche di centri universitari e di ricerca per finalità di elaborazione e di analisi. F.4 Carattere prioritario assumono: l'istituzione del registro delle imprese per la raccolta degli atti societari; la rilevazione dei principali trasferimenti di capitali, degli assetti proprietari di società, delle cessioni di esercizi commerciali e di terreni; la realizzazione dell'anagrafe generale dei conti e depositi degli intermediari finanziari prevista dalla legge. G - la cooperazione internazionale G.1 Senza una effettiva sinergia a livello internazionale è impossibile realizzare una seria strategia di lotta alla criminalità organizzata e di difesa degli altri principi democratici. Gli indirizzi politici in campo internazionale devono essere diretti a: attenuare le differenze tra gli ordinamenti; scongiurare forme di concorrenza basate sulla permissività, cioè sull'adozione di discipline meno rigorose nell'azione di contrasto della criminalità; promuovere la cooperazione e superare le barriere mediante la creazione di spazi giuridici e giudiziari comuni; prevedere sedi per incontri periodici multilaterali e costituire uffici di collegamento per la raccolta e lo smistamento di dati e notizie significative; Pagina 2382 prestare assistenza e collaborazione ai paesi meno attrezzati (in via di sviluppo, emergenti, eccetera) perché adottino cautele in linea con quelle degli altri paesi. G.2 All'interno della Comunità europea, dove opera ormai un unico mercato, è necessario ampliare gli spazi di collaborazione in cui affrontare i problemi della criminalità organizzata, del riciclaggio, della correttezza di comportamento degli operatori, della trasparenza. E' indispensabile una forte cooperazione tra le autorità giudiziarie. L'introduzione di alcune figure criminose comuni ai diversi ordinamenti può condurre in prospettiva alla formazione di un nucleo di diritto penale dell'economia che incentivi regole di comportamento omogenee. Il mercato interno europeo deve essere messo al riparo dai condizionamenti della criminalità, affinché possa pienamente dispiegare effetti positivi sullo sviluppo economico. Ne risulterà accresciuta nell'opinione pubblica la consapevolezza della validità complessiva dell'integrazione in corso verso l'unione europea. G.3 E' opportuno rafforzare e dare impulso all'attività del GAFI (Gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio) istituito nel 1989 per iniziativa dei Governi dei paesi del Gruppo dei sette e incardinato presso l'OCSE. E' auspicabile che la sua azione si estenda oltre i confini della finanza per abbracciare un più ampio arco di problematiche connesse all'infiltrazione della criminalità nell'economia. G.4 Si suggerisce che l'Italia si faccia promotrice nelle competenti sedi internazionali per l'assunzione di iniziative, a carattere conoscitivo e operativo, volte al contrasto della criminalità organizzata nei sistemi economici e finanziari e al supporto tecnico-politico nei confronti dei paesi di più recente o di scarsa finanziarizzazione (in particolare, Europa dell'est). La Commissione parlamentare antimafia decide di: a) promuovere la massima diffusione del presente documento nei confronti di tutti i soggetti interessati, anche al fine di mantenere alto l'impegno e forte la tensione ideale; b) dare impulso affinché siano accolti i principi enunciati e siano tradotti in concrete iniziative gli strumenti indicati; c) verificare nel tempo l'efficacia delle indicazioni formulate, anche in vista di aggiornamenti e integrazioni; d) riscontrare i comportamenti tenuti dalle diverse componenti della società civile con riferimento alle indicazioni contenute nel presente documento. Desidero ribadire, onorevoli colleghi, che l'urgenza dell'approvazione di questo documento è determinata dal fatto che alcuni enti hanno già cominciato a darsi regole secondo gli indirizzi emersi nel Forum. Il punto di fondo del documento, che si divide in quattro parti, è innanzitutto quello di far funzionare l'ordinario e di evitare il ricorso ad interventi straordinari o eccezionali; nell'ambito della giurisdizione, valorizzare maggiormente il civile per evitare che tutto si scarichi sul sistema penale; integrare i comportamenti dei pubblici poteri con quelli degli operatori economici e dei soggetti privati proprio perché una più adeguata autoregolamentazione da parte dei privati può portare ad una riduzione di regole pubbliche che in genere hanno costi eccessivamente rilevanti per lo Stato ed anche per il cittadino. Questo è il quadro complessivo del documento, sia pure tracciato con estrema sintesi. Vorrei sottolineare l'importanza dei punti relativi alla cooperazione internazionale, laddove si afferma che, senza una effettiva cooperazione internazionale, è difficile una seria strategia di lotta alla criminalità organizzata. Il documento si conclude con una breve parte propositiva. Pagina 2383 Vorrei chiedere se su tale documento vi siano osservazioni, in modo che possiamo eventualmente integrarlo e passare alla fase della votazione. CARLO SMURAGLIA. Vorrei svolgere un'osservazione di carattere formale. Al punto E del documento, relativo al contributo delle associazioni di categoria, si usano, a mio avviso, verbi che possono suonare alquanto imperiosi: "Spetta alle associazioni di categoria:" e espressioni simili. Trattandosi di soggetti normalmente molto gelosi della propria autonomia, credo sarebbe preferibile adottare formule come l'invito o l'auspicio. PRESIDENTE. Sono senz'altro d'accordo con lei. Vorrei anche far presente che è stata posta una questione di carattere generale: nel documento in esame si fa riferimento alle organizzazioni confindustriali, dei produttori, ma non a quelle dei lavoratori. Un cenno all'impegno delle organizzazioni sindacali so che sarebbe gradito a queste ultime. GIROLAMO TRIPODI. Per quanto riguarda il paragrafo G concernente la cooperazione internazionale, laddove si afferma "Senza una effettiva sinergia a livello internazionale è impossibile realizzare una seria strategia di lotta alla criminalità organizzata", ritengo sarebbe preferibile eliminare il concetto di impossibilità sostituendolo con uno meno categorico. PRESIDENTE. Potremmo riformulare questo periodo nel modo seguente: "Una seria strategia di lotta alla criminalità organizzata richiede...". CARLO SMURAGLIA. Al punto C.1, si dice che "E' opportuno ridurre i margini di discrezionalità e favorire una maggiore automazione nelle decisioni sulle spese e sugli incentivi"... PRESIDENTE. C'è un errore. La frase, che è rimasta incompiuta, dovrebbe essere del seguente tenore: "E' opportuno ridurre i margini di discrezionalità e favorire una maggiore automazione in particolare nelle decisioni sulle spese e sugli incentivi". GIROLAMO TRIPODI. Il punto C.1 recita: "L'attività della pubblica amministrazione deve essere regolata in modo coerente agli obiettivi, con ricorso anche a norme di diritto privato". Cosa vuol dire? PRESIDENTE. Si tratta del problema della contrattazione, che abbiamo già affrontato. Si intende dire, in pratica, che all'interno del rapporto di pubblico impiego possono esservi anche norme di diritto privato, oltre a quelle di diritto pubblico. GIROLAMO TRIPODI. Cosa c'entra, questo, con la Commissione antimafia? PRESIDENTE. E' il problema dell'efficienza della pubblica amministrazione. Comunque, prendo atto che su questo lei formula riserve. GIROLAMO TRIPODI. Non mi pare che sia necessario. E' un'aggiunta della quale non capisco il significato. PRESIDENTE. Ho capito. Ci sono altre osservazioni? GIROLAMO TRIPODI. Il terzo capoverso del punto C.1 dispone che: "Vanno specializzate le funzioni delle amministrazioni per la contrattazione di appalti, opere, forniture e servizi". Mi ricorda quella norma approvata dalla Camera riguardo alla gestione delle gare per gli appalti, che espropriava ai comuni il diritto di farlo, se pure ne fossero in grado. Pagina 2384 PRESIDENTE. Sta facendo riferimento alla riduzione delle stazioni appaltanti? GIROLAMO TRIPODI. Vuol dire questo? PRESIDENTE. Sì, vuol dire questo. GIROLAMO TRIPODI. Allora, su questo punto non sono d'accordo. Infine, vorrei un chiarimento riguardo a quanto è stabilito dal secondo capoverso del punto C.2, secondo il quale "Vanno favoriti collegamenti diretti tra le strutture operative di diverse amministrazioni, evitando la complicazione di passaggi formali obbligati per i rispettivi vertici". PRESIDENTE. Oggi accade che un qualsiasi documento che debba passare da un'amministrazione ad un'altra salga prima i gradini fino al vertice, per così dire, per poi riscendere dall'altra parte, per passare all'altro soggetto. Si tratta, dunque, di favorire passaggi orizzontali, non è una cosa particolarmente significativa. GIROLAMO TRIPODI. Comunque, si tratta di una disposizione che non mi convince. PRESIDENTE. Sono cose non perfettamente indispensabili, delle quali possiamo anche fare a meno. GIROLAMO TRIPODI. Il collegamento potrebbe anche essere tra un'azienda di un certo tipo ed una di tipo diverso. PRESIDENTE. Teniamo presente che stiamo parlando di amministrazioni pubbliche. GIOVANNI CARLO ACCIARO. Il capitolo si intitola "L'efficienza e la trasparenza della pubblica amministrazione". PRESIDENTE. Sì, si tratta di uffici pubblici. Ritengo, colleghi, che le riserve manifestate dal collega Tripodi possano essere recepite operando una distinzione. SAVERIO D'AMELIO. Il documento che ci è stato sottoposto rappresenta le risultanze di un Forum che, se non ricordo male, ha visto la nostra partecipazione ma non è stato originato da noi. PRESIDENTE. E' stato originato da noi, senatore D'Amelio. SAVERIO D'AMELIO. Resta tuttavia il problema di sostanza. Poiché sono tra coloro che non hanno potuto prendervi parte, soltanto adesso ho letto rapidamente il documento e gradirei avere il tempo per un approfondimento maggiore. PRESIDENTE. E' stato distribuito dieci giorni fa. SAVERIO D'AMELIO. Ne prendo visione in questo momento, evidentemente per mia colpa, e me ne scuso. Chiedo se sia possibile porlo in votazione tra qualche giorno, anche se non sono ad esso contrario. PRESIDENTE. La questione - come stavo spiegando prima che lei arrivasse - è che sulla base dei lavori del Forum stanno assumendo iniziative sia la Confindustria sia il ministro Cassese. Dunque, il collega Tripodi ha fatto tre osservazioni. Non mi pare che vi siano problemi ad accogliere le prime due (che riguardano punti non essenziali) mentre lo pregherei di ritirare la terza, perché la possibilità di collegamento trasversale è una cosa della quale molti studiosi di diritto amministrativo si stanno occupando. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che il documento è approvato in linea di massima, con le osservazioni che sono state fatte, riservandoci nel prosieguo della seduta di procedere alla votazione definitiva del documento, non essendovi in questo momento il numero legale per procedere alla deliberazione. (Così rimane stabilito) . Pagina 2385 Sostituzione di un membro della Commissione. PRESIDENTE. Informo che il Presidente del Senato ha comunicato in data 15 luglio 1993 di aver chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle associazioni criminali similari il senatore Giorgio Casoli, in sostituzione del senatore Riviera, dimissionario. Ringrazio molto il senatore Casoli, che porterà il contributo della sua competenza in questa Commissione, e mi scuso con lui per non aver informato la Commissione all'inizio della seduta odierna. Sui lavori della Commissione. PRESIDENTE. Il ministro Conso, come ho già ricordato, dovrà recarsi alle 19 alla Camera ed ha chiesto di spostare a martedì l'incontro con la Commissione, anche per prepararsi meglio. Il problema è che alcuni mesi fa il collega Brutti ha presentato una relazione, poi approvata dalla Commissione, nella quale si ponevano alcuni punti di riforma rapida dell'ordinamento. Ricordiamo l'estensione delle fattispecie di riciclaggio, che oggi sono limitate a quattro reati, per cui la norma è praticamente impraticabile; la questione delle misure di prevenzione a livello di procura distrettuale; il problema della trasformazione in misure di prevenzione dell'attuale norma penale sui beni, per non correre il rischio che la Corte costituzionale la dichiari incostituzionale; il problema del tribunale distrettuale. Il ministro Conso fu d'accordo su questo tipo di questioni - ripeto che il documento è stato approvato dalla Commissione - ma finora non si è visto nulla. Lo stesso ministro, da quanto ho compreso in un colloquio che ho avuto con lui, gradirebbe una segnalazione da parte della Commissione dell'urgenza di alcuni tipi di intervento. Se la Commissione è d'accordo, potremmo inviare al ministro Conso una risoluzione d'indirizzo nella quale si specifica che in una certa data è stato approvato il documento ma che non è successo nulla, per cui si segnala la particolare urgenza di assumere questo tipo di deliberazioni; ciò affinché anche il ministro possa premere in tale direzione nei confronti del Governo. L'ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi prenderà visione del documento. Ora, considerato che abbiamo un po' di tempo a disposizione, se i colleghi sono d'accordo, potremmo stabilire insieme il programma dei lavori. SALVATORE FRASCA. Signor presidente, da tempo sto invocando... PRESIDENTE. ...la democrazia. SALVATORE FRASCA. Quella sempre; è una conquista permanente. Da tempo sto invocando l'invio alla Commissione del secondo rapporto Granero. E' strano che non si riesca, da ben sei mesi, ad avere tale rapporto, che è fondamentale. PRESIDENTE. Non è ancora stato inviato? SALVATORE FRASCA. No, almeno così mi è stato detto. A meno che non sia stato nascosto, ma non credo. Come dicevo, questo documento è fondamentale ai fini della relazione sulla Calabria che dobbiamo predisporre. Chiedo, inoltre, che venga acquisito agli atti della Commissione un rapporto redatto dal comandante la compagnia dei carabinieri di Scalea sulla criminalità nell'alto Tirreno cosentino ed inviato alla procura distrettuale di Catanzaro. Tale rapporto, che contiene una mappa delle cosche che operano nel Tirreno cosentino, è fondamentale dal momento che il presidente del tribunale di Paola chiamato, Pagina 2386 perché sottoposto ad indagine disciplinare, dal Consiglio superiore della magistratura, dinanzi allo stesso ha dichiarato testualmente che la mafia non esiste nel Tirreno cosentino! A tal proposito chiedo che venga acquisita agli atti della Commissione la deposizione (o l'autodiscolpa) del presidente del tribunale di Paola. Chiedo anche che vengano acquisiti gli atti processuali contro la 'ndrangheta nella Piana di Sibari. La superprocura sta svolgendo un lavoro molto intelligente e credo che, allo stato degli atti, vi siano degli elementi molto significativi ai fini della relazione che dobbiamo presentare. Pur se con amarezza, devo constatare che ancora non sono stati assunti provvedimenti - non so se per colpa del prefetto di Cosenza o per responsabilità della magistratura - nei confronti di determinati soggetti del mondo politico che mantengono o hanno mantenuto rapporti con la criminalità organizzata. Negli atti di cui parlo vi sono registrazioni di telefonate che testimoniano la richiesta di voti ad uno dei capi della malavita da parte di un vicesindaco di un comune molto importante. Da questi atti processuali risulta anche che il capogruppo di un partito molto importante di un comune altrettanto importante faceva utilizzare ad un capo della malavita - che è stato ucciso - il proprio telefono cellulare. Sorprende che questi fatti non siano stati evidenziati: forse perché riguardano i partiti maggiori ed anche il suo, signor presidente. PRESIDENTE. Cose che succedono. SALVATORE FRASCA. Quando acquisiremo questi atti, lei si accorgerà del perché il potere mafioso si sia accanito contro di me in occasione della visita che ella ha fatto nel comune di Cassano Ionico. ALDO DE MATTEO. Lei ha parlato di accanimento: in che cosa consiste? SALVATORE FRASCA. Denunce, altre cose di questo genere ed interventi fuori luogo. PRESIDENTE. Sono stato invitato dal vescovo a partecipare ad una conversazione con dei cittadini sul problema della mafia. La conversazione, che si è tenuta in consiglio comunale, per la prima parte è stata di una noia mortale perché praticamente i consiglieri comunali presenti hanno discusso dell'onorevole Frasca. Non dico che parlare di questi arrechi noia, ma la conversazione riproduceva vertenze tra parti politiche francamente fastidiose anche nei toni, tanto che ad un certo punto mi sono permesso di dire che, in questo modo, avrebbero potuto continuare a parlare tra di loro. SALVATORE FRASCA. Signor presidente, io non l'ho criticata per questo. PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione a fare questa cosa con accuse...E' stato però vigorosamente difeso. SALVATORE FRASCA. Il Papa è capace di esorcizzare anche le donne. Incontrarsi con un vescovo da parte sua è sempre un fatto positivo. Io, però, mi riferivo al contesto della discussione e alle cose dette. Desidero che lei venga a conoscenza del perché dell'accanimento contro di me da parte di quel potere che è un potere mafioso. Tornando alla Calabria, vorrei chiedere al collega Cabras se sia possibile che la relativa relazione, prima di essere presentata in Commissione, venga sottoposta ad una discussione collegiale. PAOLO CABRAS. Ho già predisposto la relazione. Farò avere il testo. SALVATORE FRASCA. Ho detto questo perché se abbiamo qualche suggerimento da dare - mi auguro non ve ne sia bisogno - possiamo fornirlo in anticipo. Pagina 2387 Chiedo che venga acquisito agli atti della Commissione il progetto di legge sugli appalti approvato dalla Camera ed attualmente all'esame del Senato, per verificare se esso contenga tutte quelle garanzie che ci interessano ovvero se la Commissione debba dare qualche suggerimento. Infine, signor presidente, chiedo (non ho capito bene per quale motivo il procuratore Cordova sia stato ascoltato dalla Commissione proprio quel giorno) che dopo tutto quello che il procuratore Cordova ha detto, dopo il rilievo che la stampa ha dato alla sua audizione e la risposta che ha avuto dal "mio amico", come direbbe lei, senatore Cossiga (il secondo che crede come me che qui in Italia c'è la repubblica dei soviet), questi venga ascoltato dalla Commissione. Ciò ci serve per verificare se le indagini che il procuratore Cordova conduce nei confronti della massoneria siano o meno di natura obiettiva. La Commissione non può essere una palestra per la propaganda di chicchessia, neppure per conto di un magistrato che, in questi giorni, è candidato ad occupare il seggio di procuratore della Repubblica di Napoli. PRESIDENTE. L'ha già occupato. SALVATORE FRASCA. Complimenti per lui. Libera la Calabria! PAOLO CABRAS. Ancora non c'è il concerto. SALVATORE FRASCA. Comunque, gli faccio tanti auguri. Poiché l'ex Presidente Cossiga ha reso dichiarazioni di grande respiro e rilievo dal punto di vista dei meccanismi istituzionali e quindi anche di quelli giudiziari, chiedo che venga ascoltato dalla Commissione. PRESIDENTE. Lei ha formulato una serie di proposte: quelle che riguardano l'acquisizione di documenti vanno de plano ; quelle che comportano impegni della Commissione devono essere sottoposte all'ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi. SALVATORE FRASCA. Signor presidente, la Commissione è sovrana. PRESIDENTE. Sì, ma propone all'ufficio di presidenza, il quale a sua volta propone... E' una norma regolamentare. SALVATORE FRASCA. Il regolamento interno è stato approvato all'inizio della legislatura. Mi pare però che tutte le proposte discusse in Commissione debbano essere delibate dalla Commissione medesima. Si è sempre fatto così, anche in altre Commissioni. PRESIDENTE. Senatore Frasca, in questo momento non siamo in numero legale, quindi la proposta non può essere posta in votazione. L'articolo 8 del regolamento interno da noi approvato recita che "L'Ufficio di presidenza: a) propone il programma e il calendario dei lavori della Commissione indicando i criteri per la formulazione dell'ordine del giorno delle sedute; (...)". Non ho nulla in contrario che lo faccia la Commissione, ma in questo momento non possiamo farlo. SALVATORE FRASCA. Signor presidente, lei sa che nelle assemblee... PRESIDENTE. Senatore Frasca, le ripeto che non siamo in numero legale. SALVATORE FRASCA. Prendo atto della mancanza del numero legale, però è un mio diritto avanzare una proposta e chiedere che la Commissione si pronunci su di essa, diversamente si costituisce la Commissione dell'ufficio di presidenza! Tengo a sottolineare che il presidente e i colleghi dell'ufficio di presidenza sono rispettivamente primus e primi inter pares . Pagina 2388 PRESIDENTE. Credo che anche lei faccia parte dell'ufficio di presidenza come rappresentante del suo gruppo. SALVATORE FRASCA. Ciò non cambia la sostanza. Poiché il regolamento interno da noi approvato corrisponde a quello della precedente Commissione, sia pur leggermente modificato, da sempre, intervenendo in Commissione... PRESIDENTE. Le ho detto che non ho nulla in contrario, ma si deve passare attraverso l'ufficio di presidenza. SALVATORE FRASCA. Con testardaggine calabrese riformulerò questa proposta quando saremo in numero legale. PRESIDENTE. Potrà riproporla immediatamente in ufficio di presidenza e poi al plenum della Commissione. SALVATORE FRASCA. Nella speranza che l'ufficio di presidenza ne colga l'importanza. CARLO SMURAGLIA. Signor presidente, volevo porre una questione rispetto alla quale non so come la Commissione o l'ufficio di presidenza possano intervenire. Mi risulta che un personaggio sia stato destinato al soggiorno obbligato a Cologno Monzese che, come il presidente ricorderà, è la sede che dagli anni settanta... PRESIDENTE. E' una sede storica. CARLO SMURAGLIA. Sì, è una sede storica in quanto ha ospitato Gerlando Alberti, Liggio, eccetera. La cosa appare colossale e non so come si possa intervenire. E' una notizia che ho appena ricevuto e non so esattamente in quali termini sia, ma sembra "enorme" mandare una persona in un paese che è all'origine della presenza mafiosa in Lombardia. MASSIMO BRUTTI. In questi giorni anch'io ho avuto una segnalazione circa la situazione di Cologno Monzese: occorre accertare - ed io non sono in grado di farlo - se si tratti di una misura di soggiorno obbligato oppure di una misura di soggiorno ex articolo 25- quater del decreto- legge n. 306 del 1992. Nell'ultima riunione della Commissione antimafia cui ha partecipato, come voi ricorderete, il ministro Conso si è assunto l'impegno di intervenire anche su quella norma, perché in effetti sta dando luogo ad una serie di situazioni sgradevoli. Propongo quindi che la Commissione antimafia intervenga immediatamente su Cologno Monzese proprio per le questioni ricordate dal collega Smuraglia. Credo sia possibile far presente la grave inopportunità dato che l'insediamento mafioso è ormai diventato quasi tradizionale, che ha una storia. MARIO BORGHEZIO. Intervengo sullo stesso argomento, in ciò rafforzato dalla missione in Liguria terminata oggi in cui, per l'ennesima volta, come è già accaduto per tutte le missioni svoltesi nel nord, abbiamo sentito sottolineare dai questori, dai prefetti e dai rappresentanti dei carabinieri l'importanza rivestita dall'istituto del soggiorno obbligato nel radicarsi della mafia in quelle aree geografiche. Nel caso di Cologno Monzese credo si tratti dell'applicazione della misura del soggiorno cautelare, il che è ancor più grave, salvo errori e verifiche. Comunque ricordo che, in ordine a questa situazione, molti sindaci della Lombardia si sono pronunziati, per cui a maggior ragione la nostra Commissione deve intervenire con tempestività anche per porre il problema di carattere più generale. Mi pare sia necessario non solo rivedere questa normativa ma anche porre con urgenza il problema al ministro Conso ed al procuratore nazionale antimafia. MICHELE FLORINO. Presidente, gradirei informarla - ma ritengo che già lo Pagina 2389 sia - su una questione drammatica per gli aspetti scaturenti dalla vicenda legata alle dichiarazioni del pentito Galasso, dal quale abbiamo appreso diverse cose. I magistrati operano dopo aver interrogato il pentito ed eseguito riscontri attendibilissimi. Nella fattispecie la magistratura, dopo aver eseguito riscontri molto attendibili, si è mossa inviando alla Camera e al Senato richieste di autorizzazione a procedere nei confronti di parlamentari, siano essi senatori o deputati. In verità un senatore, investito dalla raffica di accuse del Galasso, in virtù di una fuga di notizie ha ritenuto di presentarsi ai magistrati e di esporre le proprie ragioni al punto che nei suoi confronti non è stata presentata la richiesta di autorizzazione a procedere: parlo del senatore Bargi. Esiste quindi una disparità palese di trattamento con riferimento alle dichiarazioni del pentito perché, dopo riscontri attendibili, i magistrati hanno ritenuto di dover avviare le procedure della richiesta di autorizzazione a procedere, mentre il senatore Bargi, ripeto, ne è uscito grazie alla fuga di notizie, alla sua presentazione ai magistrati ed alle dichiarazioni che, se non erro, vengono definite spontanee. Quando ascoltammo Galasso, chiesi al dottor Roberti i motivi della mancata richiesta di autorizzazione a procedere. Mi rispose che anche loro si erano trovati in difficoltà per la duplice funzione esercitata dal Bargi, quale avvocato difensore ed altro, sottolineando che la vicenda non era chiusa. Ritenni opportuno, al fine di avere un chiarimento quale componente della Commissione antimafia - non nutrendo alcun intento persecutorio nei confronti dei partiti né degli elementi - formulare una domanda specifica (peraltro registrata) al Galasso per sapere se il Bargi avesse chiesto l'appoggio elettorale e il finanziamento all'assistito o all'organizzazione. La risposta di Galasso - che avete ascoltato tutti - fu che il Bargi conosceva l'organizzazione e conosceva l'Alfieri (oltre tutto, lui era latitante in quel periodo). Esiste una registrazione chiara. Apprendo dagli organi di stampa che i pubblici ministeri hanno inviato la richiesta di archiviazione a termini scaduti rispetto a quanto contemplato dalle norme, che prevedono trenta giorni. Ciò fa decadere la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del parlamentare in oggetto: una richiesta indiscutibilmente chiara rispetto alle dichiarazioni del pentito ed alle accuse formulate. Il Bargi in una dichiarazione dichiara - non è un gioco di parole - che "intende tutelare la sua persona e far luce su un ulteriore episodio di violazione del segreto". In questo caso ci si trova di fronte ad una contraddizione, nel senso che la prima volta non vi era stata violazione mentre la seconda volta sì. Di fronte ad episodi come questi, la Commissione parlamentare antimafia non può fermarsi per il solo fatto che il GIP Frasso abbia chiesto un pronunciamento da parte della Corte costituzionale, ma deve inviare, anche in considerazione delle dichiarazioni di Galasso, una richiesta al GIP di Salerno affinché venga riaperto il caso che non è da intendere chiuso con quel tipo di archiviazione da parte dei pubblici ministeri e la questione resti aperta, per far luce su tutta la vicenda che vede coinvolti altri parlamentari. Tutto ciò mi offre ancora una volta la possibilità di ribadire la necessità di entrare nel tempio dei magistrati (so che forse sobbalzerete sulla sedia nel sentire le mie parole, perché la questione riguarda il rispetto che tutti dobbiamo alla Costituzione) ed affrontare una volta per tutte il tema dell'incompatibilità, nel caso di avvocato penalista parlamentare, fra l'appartenenza alla Commissione giustizia e l'azione di difesa di mafiosi accusati di reati ex articolo 416- bis . Anche durante la missione a Genova, che si è appena conclusa, abbiamo constatato una serie di Pagina 2390 contraddizioni palesi tra l'operato dei magistrati e quello della polizia giudiziaria. Abbiamo avuto anche notizia della difesa di un criminale da parte di un avvocato penalista parlamentare. Votazione del documento elaborato a seguito del Forum su economia e criminalità. PRESIDENTE. Riscontrando la presenza del numero legale, pongo in votazione il documento sul Forum "Economia e Criminalità". (E' approvato). Sui lavori della Commissione. PRESIDENTE. Prima di porre in votazione la proposta del senatore Frasca sull'audizione del senatore Cossiga do la parola a chi desideri effettuare brevi dichiarazioni di voto. GIROLAMO TRIPODI. Signor presidente, mi dichiaro contrario a questa richiesta, che giudico strumentale ed inopportuna. E' sufficiente leggere la lettera del procuratore Cordova, giunta proprio oggi, relativa all'interpellanza rivolta dal senatore a vita ed ex Presidente della Repubblica Cossiga, per rendersi conto che la questione è molto chiara. Si tratta di un'interpellanza basata su fantasiose ed artificiose argomentazioni prive di alcuna fondatezza; è un'interpellanza basata su deliranti accuse contro un uomo di cui tutti conosciamo il valore, l'impegno, la professionalità e l'indipendenza. Non credo di poter accettare la proposta di procedere all'audizione di un parlamentare (perché tale è oggi l'ex Presidente Cossiga) il quale da una parte utilizza strumenti di controllo parlamentare, quale l'interpellanza, e dall'altra si avvale di argomentazioni d'accusa non fondate, non serie che danneggiano lo stesso Parlamento. Poiché l'affermazione secondo cui lo stesso magistrato avrebbe spiato il senatore Cossiga all'epoca in cui ricopriva la carica di Presidente della Repubblica non risponde a verità, non vedo il motivo per cui la Commissione debba procedere all'audizione proposta dal senatore Frasca. La Commissione dispone di un documento che può essere distribuito a tutti i colleghi. Sappiamo inoltre che l'indagine sulla massoneria è stata avviata nell'ottobre del 1992, quando ormai il senatore Cossiga non era più Presidente della Repubblica (semmai vi sono altre cose che dovremmo dire e contestare all'ex Presidente della Repubblica). Sono contrario anche perché si instaurerebbe un principio molto pericoloso, che potrebbe portare alla paralisi dell'attività della Commissione. PRESIDENTE. Onorevole Tripodi, nella motivazione ha usato un aggettivo forse eccessivo, "delirante"... GIROLAMO TRIPODI. Lo confermo, come confermo tutto quello che ho detto e che è contenuto in una mia interrogazione parlamentare. PRESIDENTE. Colleghi, comprendo la polemica politica ma vi invito ad usare termini più consoni al luogo in cui ci troviamo. ALDO DE MATTEO. Devo esprimere una certa perplessità, se non un netto parere contrario, sulla richiesta del senatore Frasca. Credo che dobbiamo riflettere non solo sulla natura del nostro lavoro ma sulle iniziative da assumere anche rispetto alla produttività, agli obiettivi che la Commissione si propone. Tra l'altro, vorrei far rilevare che l'interpellanza parlamentare al Presidente del Consiglio e al ministro di grazia e giustizia è in itinere per cui, prima di decidere in merito all'audizione, sarebbe opportuno acquisire tale documentazione, anche al fine di evitare che da parte della Commissione antimafia si introduca Pagina 2391 un'ulteriore procedura che si sovrapporrebbe alla stessa interpellanza. MASSIMO BRUTTI. Credo che l'audizione richiesta non sia utile per il nostro lavoro; ove si tengano in considerazione i sensati e giusti argomenti svolti dal senatore De Matteo, è del tutto fuori luogo. Concordo con tutte le proposte avanzate dal senatore Frasca, salvo questa, che giudico dannosa per il nostro lavoro. SAVERIO D'AMELIO. Qui non si tratta di sconfessare o di annullare le sensate e giuste considerazioni del collega De Matteo ma, proprio perché restano valide (poiché il Governo deve rispondere ad un'interpellanza, la Commissione antimafia può attendere le risultanze), credo che i due livelli possano marciare parallelamente. La richiesta è tanto più opportuna in considerazione del fatto che questa Commissione ha utilizzate alcune ore per ascoltare, sullo specifico tema della massoneria, su quella coperta e deviata in modo particolare, il procuratore Cordova. Per quanto si voglia esser non giusti nei confronti dell'ex Presidente della Repubblica, oggi senatore a vita, Cossiga... A tale riguardo, giudico opportuno il richiamo del presidente Violante ad usare un linguaggio più proprio del Parlamento, altrimenti esso si delegittima anche per il linguaggio che usa, anzi, per me si delegittima soprattutto per il linguaggio che stiamo usando. Non mi riferisco solo ai rappresentanti della lega ma credo che anche quando parliamo noi dobbiamo operare in difesa del Parlamento, dimostrando di essere all'altezza del ruolo cui siamo chiamati fino all'ultimo giorno in cui rivestiremo il nostro mandato. GIROLAMO TRIPODI. Ognuno parla con il suo linguaggio! SAVERIO D'AMELIO. Certo, ognuno parla con il suo linguaggio! Tante altre volte probabilmente avrò sbagliato io, tuttavia consentimi di dire che sulla balzanità o sulla ridicolaggine delle affermazioni dell'ex Presidente della Repubblica, oggi senatore della Repubblica, non condivido quanto è stato detto. Ma questo è un aspetto marginale rispetto alla sostanza. Noi abbiamo ascoltato Cordova; successivamente - o contemporaneamente - c'è stata una polemica che ha investito il dibattito concernente l'audizione e, nello stesso tempo, un allargamento dello spettro dell'orizzonte relativamente allo stesso giudice, che attiene ad accuse specifiche e gravi mosse dal senatore Cossiga in ordine a prerogative che sarebbero state violate. A questo punto, credo che la nostra Commissione non farebbe male ad ascoltare Cossiga. Così facendo non rendo giustizia a Cossiga e non penalizzo Cordova. Anzi, voglio ricordare che quando Cordova era "in corsa" per l'incarico di procuratore nazionale antimafia ho rilasciato alcune dichiarazioni in suo sostegno. Tutto ciò per dire che non ce l'ho assolutamente con Cordova, del quale conosco i meriti, il ruolo importante che ha esercitato; sono però convinto che alcune questione dovremmo accertarle. Sono pertanto favorevole all'audizione di Cossiga. PRESIDENTE. La Commissione deciderà. Voglio precisare, affinché sia chiaro, che il tema del conflitto, diciamo così, tra l'ex Presidente della Repubblica Cossiga e il dottor Cordova non riguarda quanto è stato detto qui dentro. Cordova infatti qui non ha fatto alcun riferimento all'ex Presidente della Repubblica, né poteva farlo. Inoltre, il tema in merito al quale vi è stata la lamentela dell'ex Presidente della Repubblica non riguarda la mafia. Nel ribadire che spetterà alla Commissione decidere, non ho ben compreso quale sia la nostra competenza su tale materia. SALVATORE FRASCA. La massoneria! Pagina 2392 PRESIDENTE. La massoneria non vi rientra, non scherziamo! Noi ci siamo occupati dei rapporti ... ALBERTO ROBOL. ... Cossiga riguarda la massoneria ma non noi! PRESIDENTE. Questo lo deciderete voi. Volevo soltanto fare questa precisazione. Pongo in votazione la proposta del senatore Frasca. (E' respinta) . Passiamo ora alla votazione della proposta del senatore Florino, che in questo momento è assente, concernente la richiesta di approfondire la questione relativa al senatore Bargi. Se la Commissione si esprimerà favorevolmente, ritengo che la cosa più giusta sia quella di chiedere a chi dirige l'ufficio una sintetica relazione sui fatti. PAOLO CABRAS. Condivido la proposta del presidente; mi sembrava alquanto anomalo che noi intervenissimo sulle modalità con cui una procura della Repubblica, preso atto di notizie che ci sono state date dal pentito Galasso ma che sono di pubblico dominio, si sia comportata nei confronti del senatore Bargi. Ciò mi sembrava rientrare nell'ambito di quegli sconfinamenti che solitamente non apprezzo nel lavoro di una Commissione come la nostra. Tuttavia, non entro nel merito della questione e mi limito ad anticipare questa mia preoccupazione, senza formulare un giudizio. A tale riguardo, comunque, condivido la proposta del presidente di acquisire un'informativa. PRESIDENTE. Sta bene, onorevoli colleghi. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito) . Possiamo passare ora al programma dei lavori. Se i colleghi lo ritengono potremmo esaminarlo, visto che ci troviamo qui riuniti, direttamente in Commissione. Il che vuol dire evidentemente che dovremmo rimanere qui, perché se venisse mancare il numero legale non potremmo deliberare. PAOLO CABRAS. Signor presidente, i senatori democristiani hanno un impegno. Quindi, se il dibattito si dovesse prolungare, noi non potremmo parteciparvi. PRESIDENTE. Potremmo allora esaminare il programma come se ci trovassimo in sede di ufficio di presidenza, dando la possibilità ad altri colleghi di intervenire. Probabilmente questa è la soluzione migliore; in tal modo infatti chi avesse la necessità di allontanarsi potrà farlo senza che ciò comporti l'interruzione dei lavori della Commissione. Nel dichiarare chiusa la seduta della Commissione, informo i colleghi che la prossima seduta si terrà martedì 27 luglio alle 17, in quanto venerdì prossimo i colleghi democristiani dovranno partecipare alla loro conferenza costituente. All'ordine del giorno della prossima seduta sono previsti l'audizione del ministro Conso e l'esame della relazione sulla situazione della Calabria. A quest'ultimo riguardo, come ha già anticipato il senatore Cabras, avverto che la relazione verrà distribuita in anticipo affinché i colleghi possano valutarla con attenzione. GIORGIO CASOLI. Mi scusi, presidente, non sono intervenuto prima anche per ragioni di evidente buon gusto, ma vorrei sapere dalla Commissione, dato che le dichiarazioni del procuratore Cordova hanno creato, almeno negli organi di informazione, una serie di deformazioni, Pagina 2393 se vi sia l'intenzione di ascoltare su questo punto anche i rappresentanti della massoneria ufficiale. PRESIDENTE. Hanno già chiesto di essere ascoltati. Nel programma dei lavori abbiamo fissato una data per l'audizione del Grande Oriente, perché l'altra obbedienza massonica non l'ha chiesta. In ogni caso, se la Commissione dovesse decidere di ascoltare tutte le obbedienze massoniche, potrebbe farlo, ovviamente tenendo conto che non sarà possibile decidere immediatamente, anche perché mi pare che le obbedienze in oggetto siano 25. GIORGIO CASOLI. Signor presidente, poiché è la prima volta che partecipo ai lavori della Commissione, volevo ringraziarla per il suo cortese saluto e nello stesso tempo segnalare l'opportunità di tali audizioni. PRESIDENTE. Come ho già detto, il Grande Oriente ci ha già chiesto di essere ascoltato e quindi programmeremo l'audizione di suoi rappresentanti. Abbiamo poi sentito la loggia di Piazza del Gesù, Palazzo Vitelleschi. Dichiaro quindi conclusa la seduta della Commissione. I nostri lavori proseguiranno ora in sede di ufficio di presidenza. La seduta termina alle 18,10.