Pagina 2547 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE indice Comunicazioni del presidente: Violante Luciano, Presidente 2549, 2550 Buttitta Antonino 2549, 2550 Matteoli Altero 2549 Determinazione in ordine alla pubblicità di alcune parti dell'audizione svoltasi nella seduta del 30 luglio 1993: Violante Luciano, Presidente 2557 Discussione della relazione sull'edilizia scolastica a Palermo: Violante Luciano, Presidente, Relatore 2258 2560, 2561, 2562, 2563, 2564 2566 Buttitta Antonino 2562, 2564 Folena Pietro 2559, 2560, 2561, 2562 Galasso Alfredo 2562, 2563, 2564, 2566 Seguito della discussione della relazione sulla Calabria : Violante Luciano, Presidente 2551, 2554, 2555 2556 Cabras Paolo, Relatore 2554 Olivo Rosario 2551, 2554, 2555, 2556 Sui lavori della Commissione: Violante Luciano, Presidente 2550, 2551, 2557 2558 Buttitta Antonino 2551, 2557 Cabras Paolo 2550, 2551, 2557 Cafarelli Francesco 2550, 2551, 2558 Garofalo Carmine 2550 Matteoli Altero 2550, 2551 Robol Alberto 2558 Sorice Vincenzo 2558 Pagina 2548 Pagina 2549 La seduta comincia alle 15. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. Informo i colleghi che hanno chiesto di essere ascoltati dalla Commissione, in relazione a diverse questioni, l'onorevole Del Basso De Caro (perché il suo nome era stato fatto dal dottor Cordova), il senatore Bargi e l'onorevole Cirino Pomicino. Trattandosi di parlamentari che chiedono di essere ascoltati in relazione a questioni specifiche, mi sembra che si debba procedere con una certa urgenza, anche se abbiamo a disposizione soltanto pochi giorni. Se i colleghi lo ritengono, potremmo contattare rapidamente oggi stesso queste persone per sapere se insistano per essere ascoltate prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari oppure dopo. Nel caso in cui i suddetti parlamentari insistano per essere ascoltati prima della sospensione, se i colleghi lo ritengono, può ascoltarli una delegazione della Commissione. Se invece essi non insistono per essere ascoltati prima, potremo farlo a settembre in forma diversa. Non vorrei però che qualcuno avesse delle cose da dire per ragioni sue politiche... ANTONINO BUTTITTA. Penso che sia giusto ascoltarli, ma non posso dimenticare che già prima altri avevano chiesto la stessa cosa; questo potrebbe determinare qualche scontento da parte di coloro che avevano avanzato analoga richiesta in precedenza. PRESIDENTE. La questione è un po' diversa per la seguente ragione: non solo chi aveva chiesto tempo fa di essere ascoltato (mi riferisco per esempio all'ex Vicepresidente della Camera D'Acquisto, eccetera) poi non ha insistito, ma mi sembra anche che la situazione sia stata superata dalle cose. Comunque, potremmo sentire eventualmente anche loro. Non escludo di sentire le persone che hanno chiesto di essere ascoltate, ma ho l'impressione che uno di questi colleghi tenga particolarmente ad essere ascoltato con rapidità; quindi, anche per ragioni di correttezza... Possiamo comunque interpellarli prospettando loro la possibilità di essere ascoltati a settembre; se insistono per essere ascoltati subito, vedremo come fare. ALTERO MATTEOLI. Credo che, considerando il modo in cui stanno procedendo i lavori della Camera (e anche del Senato), domani sera sarà tutto finito. PRESIDENTE. Potremmo quindi prevedere per giovedì una seduta fiume della Commissione e concludere tutto, se i colleghi sono d'accordo. ALTERO MATTEOLI. Rischiamo però che accada quanto si è verificato venerdì scorso, ossia che siamo in pochissimi. PRESIDENTE. In questa settimana è sempre così. Se riusciremo a trovare un modo per concludere gli argomenti all'ordine del giorno bene, altrimenti pazienza. La seconda questione è la seguente: secondo quanto avevano chiesto alcuni colleghi, mi sono informato per sapere se vi siano ancora ostacoli, da parte dell'autorità Pagina 2550 giudiziaria, in ordine alle dichiarazioni che Pasquale Galasso fece a proposito delle cooperative. Non vi sono al riguardo ostacoli né della magistratura di Napoli né di quella di Salerno. Quindi, il collaboratore di giustizia Galasso può essere ascoltato su tale vicenda. Credo però che la questione vada rinviata a settembre. Mi sembra che su questo non vi siano obiezioni. ANTONINO BUTTITTA. C'è solo il tempo di ascoltare Del Basso De Caro. PRESIDENTE. E' Del Basso De Caro che insisteva per essere ascoltato subito. Per quanto riguarda la terza questione da affrontare, il senatore Smuraglia propone di fissare la missione in Sardegna il 13 e il 14 settembre prossimi; nel corso della settimana successiva dovremmo recarci in Emilia per concludere l'esame delle aree di non tradizionale presenza mafiosa. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito). Ricordo che ieri è stata inviata ai gruppi una richiesta di indicazione delle partecipazioni ai sopralluoghi. Infine, quando la Commissione sarà in numero legale presenterò ai colleghi una proposta di segretazione di una parte della seduta in cui è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Annacondia. Sui lavori della Commissione. PRESIDENTE. L'onorevole Cafarelli ha chiesto di intervenire sui lavori della Commissione. FRANCESCO CAFARELLI. Ho chiesto di intervenire perché abbiamo un problema connesso ai lavori dell'Assemblea della Camera, dove dopo le ore 16 avranno luogo votazioni. PRESIDENTE. Nel corso della precedente seduta (lei non era presente) si era già previsto di lavorare oggi dalle ore 15 alle 16 per poi riprendere la seduta alle ore 20 e proseguire fino alle 21,30 circa. Poiché nei prossimi giorni il senatore Cabras sarà impegnato, vorremmo definire la questione relativa alla Calabria. FRANCESCO CAFARELLI. Questa sera dovremmo concludere l'esame delle relazioni sulla Calabria, sulla Puglia e sull'edilizia scolastica a Palermo? PRESIDENTE. Dovremmo innanzitutto concludere l'esame della relazione sulla Calabria; probabilmente, per esaminare quella sulla Puglia avremo bisogno di un'altra seduta. Comunque, se i colleghi sono d'accordo, vorrei cercare di concludere oggi anche l'esame della relazione sull'edilizia scolastica a Palermo, se non vi sono obiezioni. CARMINE GAROFALO. Ricordo che alle ore 20 al Senato vi sarà la votazione sul documento di programmazione economico-finanziaria. PRESIDENTE. Soltanto la votazione? CARMINE GAROFALO. Dipende, perché prima si svolgerà l'esame della legge elettorale. PRESIDENTE. Se non sarà possibile stasera, possiamo proseguire i nostri lavori domani. ALTERO MATTEOLI. Potremmo proseguire domani mattina. PAOLO CABRAS. Domani in Aula vi sarà seduta mattina e pomeriggio. PRESIDENTE. Dobbiamo comunque trovare lo spazio per un'altra seduta, con un po' di sacrificio da parte di tutti. Il collega Cafarelli ha posto il problema relativo al modo in cui procedere; dal momento che alle 16 dovremo sospendere la nostra seduta, dobbiamo decidere quando riprendere i nostri lavori. Una soluzione sarebbe quella di riprenderli Pagina 2551 questa sera alle 20,30, come si era già detto in un'altra occasione, anche perché credo che questa sia l'unica chance che abbiamo in ordine alla relazione sulla Calabria. PAOLO CABRAS. Non potrò essere presente prima delle 21. PRESIDENTE. Non so cosa dirti. FRANCESCO CAFARELLI. Quando esamineremo la relazione sulla Puglia? PRESIDENTE. Potremmo prevedere una seduta per domani. ALTERO MATTEOLI. Visto che per quanto riguarda la relazione sulla Puglia si pongono molte questioni, sarebbe forse opportuno rinviarne l'esame a settembre. FRANCESCO CAFARELLI. Sarebbe preferibile almeno iniziarne l'esame, affinché si possa integrare la relazione. PRESIDENTE. L'altra questione da esaminare è quella relativa all'edilizia scolastica, che mi sembra sia la più semplice. ANTONINO BUTTITTA. Ritengo che dovremmo approvare almeno la relazione sull'edilizia scolastica a Palermo, che non presenta particolari problemi. PRESIDENTE. Sono d'accordo con lei, onorevole Buttitta. Per il momento, comunque, possiamo procedere nell'esame della relazione sulla Calabria e alle 16 valuteremo se riprendere la seduta alle ore 20,30. Seguito della discussione della relazione sulla Calabria. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione sulla Calabria. Do la parola all'onorevole Olivo. ROSARIO OLIVO. Vorrei partire dal riconoscimento dell'impegno importante portato avanti da questa Commissione in direzione della lotta alla mafia, un impegno serrato, stringente, qualificato, che credo deponga a favore di una valutazione più equilibrata e cauta del ruolo di questo Parlamento. La Commissione parlamentare antimafia è una delle espressioni qualificate di questo Parlamento, e quindi non posso non svolgere una considerazione su questo aspetto dell'attività parlamentare, che non è unico, ma è comunque uno dei più qualificanti terreni di impegno. Oggi ci accingiamo a votare la relazione sulla Calabria (non so se voteremo anche quella sulla Puglia); abbiamo alle spalle un anno scarso di attività ed un grande lavoro, di estrema qualificazione, svolto da una delle espressioni significative dell'attività parlamentare. Per quanto riguarda la relazione Cabras, ricordo che nel corso della precedente seduta dedicata al suo esame vi fu un po' di confusione dopo l'invito del Presidente del Senato a sconvocare la riunione e quindi non ho ascoltato altri autorevoli colleghi; non so se dopo l'intervento del senatore Calvi ve ne siano stati altri. PRESIDENTE. Vi sono stati altri interventi. ROSARIO OLIVO. Chiedo scusa ma non li ho ascoltati e quindi non sono in grado di raccordarmi all'andamento del dibattito che si è svolto. Vorrei semplicemente iniziare affermando che la relazione del senatore Cabras rappresenta uno sforzo onesto e importante di approfondimento sulla realtà dell'attacco malavitoso alla regione Calabria; egli ha colto una serie di situazioni reali, obiettive e si è sforzato di tracciare un quadro dell'attuale situazione in Calabria, anche sulla base delle due visite che la Commissione ha effettuato a partire, se non ricordo male, dal marzo scorso nella regione calabrese. Si trattò allora di un lavoro approfondito, puntuale, di verifica sul campo, e Pagina 2552 quindi naturalmente la relazione prende le mosse da quegli incontri, da quel lavoro di scavo e di approfondimento realizzato attraverso i contatti che abbiamo avuto con la magistratura calabrese, con i rappresentanti delle forze dell'ordine, delle categorie sociali e produttive, del sindacato, delle autonomie locali. Si è trattato di un gran numero di incontri significativi. Quella al nostro esame non è quindi una relazione che parte dal nulla, inventata dal senatore Cabras, ma essa ripete uno sforzo che parte da quelle due visite. Essa è inoltre una traccia di discussione, com'é avvenuto con la precedente relazione del presidente Violante: credo che da parte del senatore Cabras non vi sia alcuna pretesa esaustiva o di imporre alcunché. Ritengo pertanto che il nostro approccio debba essere di apprezzamento nei confronti di questo lavoro, anche se dobbiamo compiere uno sforzo di ulteriore approfondimento e di acquisizione, possibilmente, di ulteriori contributi e integrazioni, per arricchire ed approfondire maggiormente la relazione. Mi pare che questo sia lo sforzo che dobbiamo porre in essere, evitando di assumere atteggiamenti pregiudiziali in un senso o nell'altro. Qualche valutazione vorrei fare su alcuni aspetti della relazione che considero un po' deboli e che, a mio modesto parere, andrebbero - come dire? - riequilibrati. Inoltre, vorrei proporre alcune integrazioni. Ho constatato come il senatore Cabras abbia puntualmente riferito le valutazioni della magistratura in ordine alla situazione, valutazioni che naturalmente occorre tenere in gran conto. Tuttavia, ho notato - come dire? - un'esposizione quasi "cronachistica" delle posizioni che ci sono state esposte dall'autorità giudiziaria, riportate senza valutazioni nostre. Tali posizioni finiscono quindi per essere un po' neutre ed acritiche. Per esempio, ci sono procuratori i quali danno ancora una descrizione della 'ndrangheta calabrese (valutazione riportata nella relazione dal presidente Cabras) come un'organizzazione orizzontale, frammentata e compartimentata. Il senatore Cabras riferisce poi, in modo puntuale, di valutazioni di altri magistrati e di rappresentanti delle forze dell'ordine i quali si preoccupano invece di segnalare l'evoluzione della 'ndrangheta in direzione dei modelli di Cosa nostra, cioè come associazione criminosa che sta realizzando una sua programmazione, un suo collegamento organico, verticistico: la commissione non è ancora la cupola ma, insomma, ci sono sforzi in questa direzione! Abbiamo sentito magistrati, abbiamo ascoltato rappresentanti autorevoli delle forze dell'ordine i quali hanno parlato di questo tipo di evoluzione della 'ndrangheta. Ho letto le valutazioni di studiosi (alcuni libri sono usciti proprio negli ultimi mesi), di esperti del fenomeno della 'ndrangheta calabrese, i quali sono partiti nella loro analisi dalla situazione che vè sotto i nostri occhi: la realizzazione della pax mafiosa dopo le migliaia e migliaia di morti degli anni passati; vi è un crollo verticale del numero degli omicidi e - ripeto - si realizza la pax mafiosa. Partendo da questo dato, la valutazione, in sostanza, è che l'intesa tra le cosche e le famiglie esiste e che si tratta di un accordo, di un'intesa che hanno un valore in Calabria e fuori. Allora, appare verosimile che oggi vi sia, anche per la 'ndrangheta calabrese, un'organizzazione, uno strumento di pianificazione e di coordinamento. Credo che su questo punto abbia ragione chi negli ultimi tempi ha colto tali elementi, questo processo di trasformazione nella 'ndrangheta calabrese. Credo inoltre che abbia anche ragione chi si è soffermato sui rapporti tra le varie associazioni criminali: ne hanno parlato alcuni magistrati nel corso degli incontri che abbiamo avuto nei mesi passati. La 'ndrangheta è entrata organicamente in Cosa nostra, con il meccanismo della doppia affiliazione: anche su questo aspetto credo che una nostra valutazione dovrebbe essere inserita nella relazione. Pagina 2553 Nella relazione mi pare inoltre di cogliere - come dire? un atteggiamento di debolezza nel valutare il ruolo dei grandi enti pubblici e anche di organi dello Stato nella nostra regione, in rapporto ad alcune vicende che pure il senatore Cabras cita (l'ENEL a Gioia Tauro, gli F-16 ). Il senatore Cabras puntualmente accenna a fatti inquietanti, ma io credo che su questo terreno noi dobbiamo essere ancor più puntuali, anche perché ciò ci consentirebbe di capire meglio il salto di qualità compiuto dalla 'ndrangheta calabrese in questi ultimi anni, nell'influenzare e nel determinare taluni orientamenti. Su questa questione mi sono già soffermato un po' di tempo fa, se non ricordo male in occasione dell'audizione del procuratore Cordova; pertanto, mi limito soltanto a questo accenno. Credo tuttavia - ripeto - che su tale problema la relazione debba essere ancor più chiara e puntuale, proprio perché l'approfondimento di certi aspetti ci aiuterebbe a capire perché la 'ndrangheta calabrese non è da sottovalutare, se è vero che essa è capace di influenzare grandi enti nazionali (addirittura i ministeri) e che non è poi così subalterna alla politica o a settori della politica. Certo, vi sono - e come! - convergenze di interessi comuni con settori della politica: noi lo abbiamo visto in tante zone della nostra regione, non solo a Reggio Calabria ma anche a Catanzaro e nella stessa provincia di Cosenza. Vi è una cointeressenza: non mi sentirei quindi di rovesciare ciò che fino ad ora è stato largamente analizzato e confermato, cioè l'assoluta preminenza mafiosa rispetto a tutto il resto e alla stessa politica. Quanto al voto di scambio (mi sto sforzando di cogliere quelli che mi sembrano gli aspetti meritevoli di un chiarimento nell'ambito della relazione, prima di proporre qualche valutazione integrativa), il senatore Cabras nella relazione accenna all'indagine del procuratore Cordova, al ritrovamento del famoso materiale. Tuttavia, in assenza di indicazioni e di giudizi da parte del procuratore Cordova, che è l'autore di questa indagine, vorrei dire che è azzardata, perché mi sembra appunto priva di documentazione e di riscontri, la valutazione contenuta nella relazione. Non so se il procuratore Cordova abbia inviato un suo rapporto su questa questione. Se lo ha fatto, sarebbe bene inserirlo nella relazione, perché mi sembrerebbe di fondamentale importanza; se invece la Commissione non ha acquisito le valutazioni ed i giudizi del procuratore Cordova, chiederei al senatore Cabras un ulteriore approfondimento, anche perché non mi sembra una cosa di piccolo conto e di scarso rilievo questo aspetto che ripeto - è approfondito nella relazione ma lo è in un modo che mi sembra sommario e poco accettabile, in assenza di riscontri e di valutazioni da parte di chi ha promosso questa indagine che è di estrema delicatezza per le implicazioni che possono esservi. Su questo bisogna essere molto attenti. Ripeto: non assolutori, non intendo dire questo, ma nel senso di approfondire, di avere elementi di valutazione. Per quanto riguarda i nomi dei politici, devo dire con molta sincerità che ho apprezzato molto la cautela del senatore Cabras. La relazione mi appare molto equilibrata; ho saputo - mi è stato detto - di qualche collega che ha fatto valutazioni di critica radicale. Io non mi sento di condividerle, debbo dirlo con molta chiarezza, anche se tali valutazioni di radicale dissenso vengono da esponenti del mio partito, perché credo che la relazione obiettivamente non le meriti. Io l'ho letta e riletta, questa relazione, ed ho apprezzato la cautela di fondo. Ma appunto per questo, credo che tale linea di cautela avrebbe dovuto portarci ad essere più prudenti sui nomi. Qualche nome si fa. Anche su questo nome, credo che sia giusto un maggiore approfondimento, dato che nessun organismo parlamentare si è ancora pronunciato. Vorrei poi chiedere cortesemente un supplemento di approfondimento su un aspetto dell'attività mafiosa che in Calabria è dirompente ed ha provocato negli anni - e sta ancora provocando - una Pagina 2554 devastazione di immagine di inaudite ed immense proporzioni per questa regione. Mi riferisco all'attività dei sequestri, senatore Cabras, dei sequestri di persona: un fenomeno nato nel lontano 1968, che altrove è stato eliminato e sradicato e che in Calabria permane. Da qualche tempo sembrava attenuarsi, ma poi sono intervenuti sussulti, soprassalti. Nei giorni scorsi abbiamo tutti letto del sequestro di Cartisano e sappiamo quello che sta accadendo nella ionica reggina, a Bovalino, con il moto di indignazione e così via. Noi conosciamo gli aspetti di efferatezza di questo fenomeno, attraverso la conoscenza di vari episodi: ragazzi tenuti in una botola a convivere con i serpenti, mamma coraggio... In quell'epoca mi trovavo a rivestire incarichi costituzionali ed avvertivo la crisi delle parole, in quelle circostanze ed in quei momenti, nel dover spiegare, nel dover dire... Su questa grande questione credo che abbiamo il dovere, in una relazione tanto importante, di inserire un maggiore approfondimento e di capire di più: perché il fenomeno è durato così a lungo, perché non lo si sradica, perché non si arriva alle sue radici. Mi permetto di suggerirlo, questo ulteriore approfondimento: penso, per esempio, ad incontri con i magistrati di Locri (oggi abbiamo la procura antimafia) per capire perché, per esempio, c'è stato tanto ritardo nel lavoro di raccordo, nel pool antisequestri, perché addirittura negli anni passati sono stati posti in vendita reperti preziosissimi provenienti dall'attività dei sequestri, che non hanno aiutato aripercorrere gli itinerari di questo fenomeno, di questa azione criminosa così efferata e devastante per l'immagine della regione calabrese, perché è stato posto in essere questo gruppo (non ricordo come si chiamasse esattamente) antisequestri... PAOLO CABRAS, Relatore . Il nucleo antisequestri. ROSARIO OLIVO. Sì, il nucleo antisequestri, dapprima posto in essere, salvo poi, mi pare, smantellarlo (credo, infatti, che non stia operando più). Perché, cioè, vi è tanta altalenanza e si è così ondivaghi rispetto ad un fenomeno del quale non si riesce a venire a capo, quello più appariscente e spettacolare, che provoca il maggior danno non solo come immagine ma anche sotto il profilo economico, con effetti devastanti a tutti i livelli. Credo che abbiamo il dovere di compiere un approfondimento particolare su tale questione. Vorrei fare cenno alle situazioni di Crotone e di Vibo. Per quanto riguarda Crotone, mi permetto di richiamare la necessità di rendere omaggio ad un'attività amministrativa che va apprezzata, non solo quella dell'ultima giunta comunale ma anche quella delle precedenti, perché ciò che l'attuale giunta comunale sta portando avanti è in gran parte un lavoro che prende le mosse dalle precedenti giunte. E' quindi giusto riequilibrare il discorso su questo terreno. Così come a Vibo - do atto al senatore Murmura, buon amico, ci mancherebbe, della sua denuncia - quello dell'infiltrazione malavitosa non è un discorso dei mesi scorsi, ma risale a molto più lontano. Poi, dopo questa denuncia... Murmura è sottosegretario all'interno e so che non c'è stato neppure l'accesso agli atti del comune! Mi sembra scarso l'impegno. Quindi, attenzione ad essere un tantino più equilibrati anche su questo terreno. PRESIDENTE. Ha terminato? ROSARIO OLIVO. No, no. Non so se ci sono limiti di tempo. Chiedo scusa ma sono stato colto un po' alla sprovvista. Ho parlato per primo non dico per consentire alla Commissione di essere nel plenum ... PRESIDENTE. No, è l'ordine di iscrizione: c'era lei, poi il senatore Buttitta, poi l'onorevole Matteoli. ROSARIO OLIVO. Era una battuta. Torno alla questione di carattere generale, anche per fare qualche altra proposta di integrazione. Pagina 2555 Credo che in Calabria si aprano nuovi scenari nella battaglia antimafia. Lo rileva il senatore Cabras nella sua relazione, quando dice che c'è un impegno più consistente, una presenza più visibile dello Stato nella battaglia antimafia in Calabria. E lo rileviamo dalla cattura dei grandi boss, che è accaduta in Sicilia ma anche in Calabria. Non sto a fare i nomi ma si tratta di boss di rango: da Imerti a Mammoliti, ad Arena, quelli di Catanzaro... PRESIDENTE. Condello. ROSARIO OLIVO. Condello e così via. Si allarga la cerchia dei pentiti, nonostante la caratteristica familiare dei clan calabresi. Si registra una maggiore reattività da parte delle categorie taglieggiate dal fenomeno estorsivo, che sta dilagando nella nostra regione (non c'è solo l'esempio di Cittanova). Viene portato allo scoperto il rapporto mafia-politica in Calabria. Quindi, non possiamo non apprezzare - il senatore Cabras lo ha fatto - il buon lavoro di coordinamento realizzato tra magistratura, prefetture, questure, carabinieri, DIA, finanza e così via. Mi auguro che all'interno di esso possa essere recuperato anche un rapporto positivo con le autonomie locali, con le amministrazioni capaci e combattive, che debbono essere coinvolte nella lotta antimafia e non viste come ostacolo, addirittura pregiudizialmente criminalizzate. Se me lo consentono il presidente ed i colleghi della Commissione, vorrei spendere una parola al riguardo. In Calabria non solo le autonomie locali non vengono coinvolte - certo, alcune di esse segnano un loro protagonismo, se lo conquistano - ma in generale noto, da parte di settori della magistratura e delle forze dell'ordine, un atteggiamento quasi di rigetto del contributo che spesso viene offerto dalle autonomie locali. Su questo dobbiamo stare attenti. C'è un clima - nella mia regione, io sono calabrese, ma direi in generale - di pregiudiziale ostilità nei confronti delle autonomie locali, che sono viste come luogo di malaffare, di camarille e così via. Qualche giorno fa c'è stata un'aggressione all'onorevole Mundo in Calabria. Si spara in modo generalizzato contro tutto e contro tutti: i politici, tutti corrotti, tutti malavitosi; i consigli comunali, luogo di malaffare, eccetera. Attenzione, su questo dobbiamo lanciare un grido di allarme. Noto che in alcuni settori delle forze dell'ordine e della magistratura c'è la tendenza spesso ad andare a caccia di farfalle - la piccola questione amministrativa su cui si scava centomila volte, per individuare poi che cosa? un pugno di mosche! - e non si concentra invece l'attività su fatti di grande valore, di grande rilevanza sul piano della lotta alla mafia. Su questo, a prescindere dalla relazione, credo che abbiamo il dovere di riflettere. Qualche rapidissima nota integrativa. In Sicilia è stata utile la presenza dell'esercito, in alcune direzioni, vorrei dire. Lo hanno riconosciuto alcuni pentiti e ce lo siamo sentiti dire nelle nostre visite (l'ho sentito dire a Palermo). In Calabria si pone il problema di una utilizzazione mirata - non indifferenziata, generica ma, ripeto, mirata - di settori dell'esercito per il controllo delle carceri, delle grandi infrastrutture ( aeroporti, acquedotti, porti), dei grandi mezzi di trasporto (riprendono gli attentati sui treni). In questo modo, si riuscirà ad avere una migliore utilizzazione delle forze dell'ordine per i compiti di istituto. In Calabria poi occorre un rafforzamento delle strutture di assistenza ai commercianti nella battaglia contro il racket. Ho sentito da qualche parte la proposta di realizzare assicurazioni speciali con metà del premio a carico dello Stato e metà a carico dei commercianti, sulla base di convenzioni tipo. Mi sembra qualcosa da suggerire perché questo è un fenomeno allarmante e preoccupante in Calabria. Così come credo che abbiamo il dovere di richiamare ad un ruolo più attivo, per esempio, le camere di commercio in Calabria. A Cittanova ma non solo - il senatore Cabras lo dice nella relazione - abbiamo visto che i commercianti denunziano non solo il loro isolamento, Pagina 2556 la mancanza di sostegno da parte delle grandi organizzazioni di categoria nella loro battaglia contro il racket ma anche l'assenza delle camere di commercio, che spesso si limitano semplicemente a consegnare pergamene e "patacche". Non hanno capito che il loro ruolo oggi dovrebbe essere rapportato alla gravità della sfida malavitosa nell'opera di sostegno agli operatori economici, per impostare un lavoro, per tentare di capire, per raccordare questo mondo. Invece, su questo piano non si fa nulla! Propongo - presidente Violante, senatore Cabras - un'audizione del ministro dell'industria e del commercio, perché ci dica cosa fanno queste strutture nelle regioni a rischio, cosa possono essere chiamate a fare! E' una decisione che va presa con immediatezza. Esiste poi il problema, soprattutto nei piccoli centri, della rotazione del personale responsabile dell'ordine pubblico; soprattutto nei piccoli centri ma non solo. E' una tematica su cui non possiamo sorvolare. Occorre poi proseguire nell'azione di controllo sui patrimoni, perché concordo con le considerazioni contenute nella stessa relazione, cioè che la criminalità organizzata va combattuta in modo specifico sul terreno economico e finanziario, affiancando quest'opera a quella di controllo costante del territorio. Allora, controlli sulle proprietà immobiliari da intensificare attraverso il catasto, soprattutto lungo le coste tirrenica e ionica, perché è in tali aree che la criminalità mafiosa investe parte dei proventi delle attività illecite (traffico di stupefacenti, traffico d'armi, sequestri e così via). L'altra proposta che mi permetto di formulare è l'urgenza di una verifica di tutti gli appalti relativi a grandi infrastrutture pubbliche non completate (strade, porti, acquedotti, eccetera), per chiarire i rapporti fra appaltatori e pubblica amministrazione ai fini del controllo delle varianti, della revisione dei prezzi. E' qui che si rintracciano consistenti infiltrazioni mafiose; lo abbiamo verificato in altre regioni, come la Sicilia. Mi permetto di suggerire questa iniziativa. PRESIDENTE. Sta terminando, onorevole Olivo? ROSARIO OLIVO. Sì. Non so se ho portato un contributo... PRESIDENTE. Certo! ROSARIO OLIVO. ...nel senso che sono arrivati autorevoli colleghi, quindi la discussione può proseguire in maniera più qualificata (Commenti) . PRESIDENTE. Quelli di prima erano autorevoli e puntuali, gli altri solo autorevoli! ROSARIO OLIVO. So che uno dei Forum che dovremo realizzare prossimamente riguarderà il versante educativo-sociale. Su questo terreno credo che vada inserita un'integrazione nella relazione, non per dare a questo tema un ruolo centrale - per carità - ma perché non si disconosca il valore di alcune iniziative che il Governo deve porre in essere, sulla base di quanto ci hanno detto i ministri e che abbiamo ascoltato nei mesi scorsi. Abbiamo sentito parlare di progetti speciali: in questa legge finanziaria sono previsti o sono tagliati (o taglieggiati, per usare un termine ...)? Credo che dobbiamo fare una sollecitazione in questa direzione. Si accampano alibi finanziari; certo, le difficoltà economiche esistono, ci mancherebbe altro, ma su tali questioni credo che dobbiamo pretendere maggiore attenzione. Concludo, rilevando che la drammaticità della condizione sociale della Calabria e del Mezzogiorno in generale può essere sfruttata dalla mafia per riaffermare, ripristinare un pieno controllo, soprattutto nelle aree della emarginazione e della disoccupazione. Il discorso dell'occupazione lo abbiamo ascoltato più volte nel corso delle nostre audizioni in Calabria ed ha fatto bene il senatore Cabras a riprenderlo con molta puntualità Pagina 2557 e con molto rilievo. Vi è quindi la necessità di un'azione incisiva delle istituzioni sul terreno dell'occupazione, con un piano straordinario per l'occupazione giovanile in Calabria; un'iniziativa capace di legare l'emergenza occupazionale alla prospettiva di uno sviluppo da stimolare con il varo di progetti mirati, a cominciare dal progetto strategico "emergenza Calabria", deciso alcuni anni fa dal CIPE, sul quale si sono pronunciati favorevolmente Governo e Parlamento ma che ancora non decolla, nonostante - ripeto questi solenni impegni. Si tratta - ripeto - di un progetto non assistenzialistico ma mirato a riossigenare l'attività produttiva in questa regione in vista di ricadute occupazionali importanti. Determinazione in ordine alla pubblicità di alcune parti dell'audizione svoltasi nella seduta del 30 luglio 1993. PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, proseguiamo i nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la disattivazione del circuito audiovisivo interno. (La Commissione procede in seduta segreta) . PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori in seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo interno. Sui lavori della Commissione . PRESIDENTE. Dobbiamo decidere come proseguire i nostri lavori, sapendo che la seduta della Camera terminerà verso le 20-20,30. Se i colleghi sono d'accordo potremmo concludere nella giornata odierna l'esame della relazione sull'edilizia scolastica a Palermo. Forse possiamo avviare la discussione sulla Puglia, in relazione alla quale però si pone il delicato problema della magistratura, nel senso che vi sono magistrati sottoposti a comunicazione giudiziaria, sia disciplinare sia penale, che continuano a gestire la procura. E' una questione che sembra assumere particolare delicatezza, visto che siamo in una fase nella quale le incompatibilità sembrano assumere una dimensione rilevante. Il senatore Robol deciderà che tipo di proposta fare per la relazione, però questo punto è difficilmente rinviabile. Se i colleghi ritengono utile ed opportuno che la Commissione segnali garbatamente al ministro di grazia e giustizia questo stato di cose, sollecitandolo ad assumere una decisione, qualunque essa sia, credo che questo possa essere un fatto non secondario. Se i colleghi ritengono, la discussione relativa alla Puglia può essere avviata anche successivamente. A proposito della Calabria, desidero sapere dal collega Cabras come intenda procedere. PAOLO CABRAS. Non potendo partecipare alla seduta delle 20 chiedo di rinviare la discussione sulla Calabria a domani pomeriggio. PRESIDENTE. Se i colleghi sono d'accordo, va bene. Onorevole Buttitta, per lei è possibile? ANTONINO BUTTITTA. Sì. ALTERO MATTEOLI. A che ora? Per me andrebbe bene anche questa sera alle 20. PAOLO CABRAS. Prego di rinviare a domani perché come relatore devo replicare. PRESIDENTE. Potremmo rinviare il seguito della discussione sulla Calabria a domani alle 15 - ora in cui senz'altro non vi è seduta dell'aula - se i colleghi Buttitta, Matteoli, Garofalo, Frasca e Covello,che sono iscritti a parlare, sono disponibili. Se sarà necessario, sospenderemo la seduta, come faremo oggi: tutti sappiamo che l'ultima settimana di lavoro prima della pausa estiva è sempre un po' complicata. Comunque, con un po' Pagina 2558 di buona volontà, riusciremo a fornire al collega Cabras tutti gli elementi necessari per una valutazione complessiva. Quindi, questa sera alle 20 potremmo concludere l'esame della relazione sull'edilizia scolastica. Prego i colleghi di partecipare alla seduta per fornire tutti i suggerimenti necessari per definire la questione. La proposta relativa alla relazione sulla Puglia, trova d'accordo i colleghi? FRANCESCO CAFARELLI. In proposito non vi è solo il problema dei magistrati di Bari in quanto abbiamo raccolto denunzie anche per altre procure, soprattutto per gli uffici del GIP di Foggia. A mio avviso occorre fare un discorso unico. PRESIDENTE. Parlavo della procura di Bari perché si tratta di chi la dirige e non di un magistrato qualunque. Possiamo specificare che è emersa una serie di questioni. Collega Robol, se ritiene, possiamo inviare al ministro la bozza, specificando che potrebbe essere modificata. ALBERTO ROBOL. Va bene. VINCENZO SORICE. Non vorrei che diventasse un documento ufficiale: la bozza rimane tale ed è interna agli uffici. In merito alla proposta del presidente, credo che, a livello di informazione del ministero, non aggiungiamo nulla a quello che è già noto, nel senso che ci sono due procedimenti. PRESIDENTE. Su questo punto, per essere più tranquilli, propongo di tornare in seduta segreta. Non essendovi obiezioni, dispongo la disattivazione del ciurcuito audiovisivo interno. (La Commissione procede in seduta segreta) . PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo interno. Propongo di rinviare l'esame della relazione sulla Puglia alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, di riprendere l'esame della relazione sulla Calabria domani alle 15 e di esaminare la relazione sull'edilizia scolastica a Palermo questa sera alle 20. Se non vi sono obiezioni, rimane cosìstabilito. (Così rimane stabilito) . Poiché abbiamo assunto l'impegno di occuparci di Roma e del Lazio alla ripresa dei lavori delle Camere, propongo di comunicare alla direzione distrettuale antimafia di Roma che a settembre procederemo all'audizione, in modo da consentirgli di raccogliere il materiale per tempo. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. (Così rimane stabilito) . Sospendo la seduta fino alle ore 20. La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 20,15. Discussione della relazione sull'edilizia scolastica a Palermo. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione sull'edilizia scolastica a Palermo. Sintetizzo rapidamente il contenuto della relazione che è stata distribuita ai colleghi la settimana scorsa. Essa si basa sulla visita effettuata da una delegazione della Commissione a Palermo e su una serie di documenti acquisiti nel corso della visita stessa e successivamente. Preciso che all'acquisizione di tali documenti hanno cooperato il dottor Notaro ed il colonnello Palmerini che tra l'altro hanno svolto indagini specifiche ed accertamenti. La relazione fa un quadro delle strutture scolastiche di Palermo dopo un paio di cenni di carattere storico, il primo dei quali si riferisce alla Commissione antimafia presieduta nel 1974 dal senatore Cattanei che già segnalava allora alcune gravi carenze dell'edilizia scolastica di questa città. Il secondo riferimento storico Pagina 2559 è alla vicenda preoccupante di Mattarella. Come certamente ricorderete, nell'autunno 1979 Mattarella temeva di essere ucciso, come segnalò al suo segretario e alla sua segretaria, perché si era occupato di queste vicende; infatti fu ucciso poche settimane dopo, il 6 gennaio 1980. Tra le possibili motivazioni dell'omicidio l'ufficio istruzione di Palermo inserì anche questa. Non ripeterò qui i dati contenuti nella relazione ma ricordo che si fa un riferimento al danno che deriva ai ragazzi da questa carenza edilizia. In particolare, grazie al lavoro svolto dalla dottoressa Minervini, è emerso un quadro sull'evasione all'obbligo scolastico molto preoccupante nel Mezzogiorno, specie in Sicilia, dove si registra il coefficiente più alto di dispersione scolastica. La città di Palermo presenta dati drammatici e, in particolare, il quartiere disastrato di Settecannoli presenta, secondo un campione effettuato, il 60 per cento di dispersione scolastica. La relazione si muove nell'indirizzo di cercare di sviluppare la cosiddetta "antimafia dei diritti", cioè un'azione antimafia che serva a sviluppare i diritti dei cittadini e che accompagni in modo parallelo l'azione repressiva. Il motivo per cui l'esame ha avuto inizio dai minori sta nel fatto che i ragazzi sono coloro i quali hanno più diritto ad usufruire di servizi che funzionano; a ciò si aggiunga che l'investimento sui giovani rende per il futuro in maniera enorme in termini di coscienza civile e di crescita democratica di un paese. La relazione passa poi in rassegna gli edifici scolastici che la delegazione della Commissione ha visitato facendo un quadro della situazione. Grazie al lavoro del colonnello Palmerini sono stati individuati gli effettivi proprietari delle società immobiliari che hanno il "parco affitti" più significativo in Sicilia. Si tratta di società facenti capo ad un certo Piazza, soggetto particolarmente discutibile per i suoi collegamenti con persone implicate in organizzazioni mafiose. Si dà atto di alcuni tentativi compiuti dalla giunta Orlando e dalla giunta Rizzo di mettere ordine in questa materia, tentativi che per quanto generosi non hanno conseguito gli esiti che sarebbero stati opportuni. Ricordo che su questa materia ha inciso notevolmente la grande instabilità politica dell'amministrazione comunale di Palermo e l'eccessiva stabilità amministrativa dello stesso comune, nel senso che sembra che la burocrazia comunale non sia mai cambiata, il che ha creato sclerotizzazioni e forse anche collusioni. Vengono citate alcune vicende dalle quali risulta un'attività ostruzionistica messa in atto dalla burocrazia comunale al fine di evitare che si arrivasse ad una sistemazione ordinata della materia. Le proposte della Commissione tendono a dare da una parte sistemazione alle competenze in materia tra i vari organismi (comune, provincia, regione) dall'altra un indirizzo di spesa più congruo che consenta di terminare gli edifici in costruzione. A disposizione degli enti pubblici vi sono 1.400 miliardi di residui passivi che potrebbero essere spesi in buona parte per la costruzione di nuovi edifici scolastici. Si cita infine quello che a me sembra un risultato assai significativo del lavoro compiuto da questo gruppo, cioè che a settembre quasi sicuramente saranno disponibili dieci istituti scolastici in più da consegnare alla popolazione studentesca di Palermo e il centro sociale di Borgonuovo. Entrambe le operazioni sono state determinate dall'intervento della Commissione antimafia. Aggiungo che alle riunioni effettuate in prefettura, su impulso della Commissione stessa, hanno partecipato di volta in volta o il colonnello Palmerini o il dottor Notaro per garantire una costante presenza che credo abbia dato i risultati che ci aspettavamo. PIETRO FOLENA. Giudico la bozza di relazione illustrata dal presidente Violante un documento molto buono di cui va dato merito a chi lo ha steso, in modo Pagina 2560 particolare ai consulenti della Commissione che hanno contribuito a completare il quadro di conoscenze raccolte nelle visite effettuate a Palermo a marzo e a maggio. Ho ben presente il documento citato nella relazione, quello della Commissione parlamentare antimafia presieduta dal senatore Cattanei, che contiene un riferimento importante alle vicende della scuola nella città di Palermo, tra l'altro si tratta di un riferimento da cui abbiamo preso le mosse. Comunque, il lavoro svolto in questa circostanza appare molto più completo e rigoroso. E' importante che accanto a relazioni sullo stato della giustizia, sulla situazione dell'ordine pubblico, sulla questione dei rapporti tra criminalità organizzata e politica venga esaminato il documento della Commissione su una questione sociale di grande rilievo riguardante la città di Palermo. Poiché questo documento assume una notevole rilevanza, bisognerebbe trovare con il provveditorato agli studi di Palermo la forma migliore per dargli il maggior risalto possibile nel prossimo mese di settembre, quando si apriranno le scuole, in modo che ne siano a conoscenza gli studenti, gli insegnanti e le famiglie. Sulla base di questo documento potrà esserci un confronto che permetta di far crescere l'informazione e soprattutto avvii un monitoraggio permanente che non può essere affidato agli organi istituzionali preposti (il provveditorato o la prefettura quando domani, come tutti ci auguriamo, il comune di Palermo finalmente avrà un'amministrazione stabile) ma ad una forma di organizzazione delle forze vive della scuola che rappresentano la risorsa fondamentale. Giustamente nella parte iniziale della relazione si segnala quanto sia significativo il movimento degli operatori della scuola che ha permesso di risolvere pragmaticamente molti problemi che invece l'amministrazione non era stata in grado di risolvere. Mi limiterò a svolgere qualche breve osservazione e a formulare una proposta. In riferimento alla vicenda Mattarella e al richiamo alle pagine 5 e 6 della relazione a proposito dell'interessamento che vi fu per l'appalto-concorso per la realizzazione di sei scuole - giusto e opportuno richiamo - anche se non ho elementi concreti, per cui sarebbe forse opportuno andare a rivedere gli atti, credo, perché ricordo qualcosa di abbastanza preciso, che a questi richiami dovrebbe essere aggiunto anche quello relativo all'interessamento del giudice Costa sulla questione degli appalti nel momento in cui si occupò di quel delitto. Questo lo so perché in alcune circostanze, la vedova... PRESIDENTE. Per gli appalti delle scuole o per gli appalti in generale? PIETRO FOLENA. No, per quegli appalti delle scuole. Riterrei opportuno un riferimento al riguardo, anche se la questione, forse, andrebbe un attimo puntualizzata per capire se esistano degli atti o altro. Per quanto riguarda i dati sulla scuola e sulla dispersione dal punto di vista della frequenza, mi pare importante l'evoluzione positiva che vi è stata grazie anche all'iniziativa assunta negli ultimi anni dal provveditorato. Tuttavia, tale iniziativa, che ha provocato un risultato piuttosto significativo sul fronte della scuola elementare, non ha sortito lo stesso effetto su tutta la scuola media. Andando a Palermo, ci siamo occupati soprattutto della scuola elementare e un po' di quella superiore, meno della scuola media. Credo che dobbiamo segnalare la necessità di concentrare uno sforzo massimo sulla fascia di età compresa fra i 10 e i 14 anni, che risulta fortemente a rischio; infatti, il 17 per cento di dispersione scolastica a Palermo, nella scuola media, calcolato ufficialmente, ritengo rappresenti una percentuale assolutamente spaventosa. E' vero che qualche anno fa questo dato raggiungeva il 22 per cento, per cui vi è stata una riduzione del fenomeno, però il 17 per cento rappresenta pur sempre un ordine di grandezza Pagina 2561 elevatissimo, per di più riferito ad una fascia di età particolarmente a rischio. Sottolineo pertanto la necessità di una iniziativa concentrata sul fronte della scuola media inferiore. Per quanto riguarda, a pagina 19, il riferimento all'istituto Alessandro Volta, da notizie di stampa degli ultimi giorni a me risulta che negli ultimi tempi vi sarebbe stata l'acquisizione, da parte della provincia, di edifici per l'istituto Volta pari ad un importo di 18 miliardi. Trattandosi di una cifra piuttosto elevata, forse sarebbe opportuna una verifica per capire... PRESIDENTE. Un consulente della Commissione mi ha fatto presente che, per quanto riguarda l'istituto Volta, dovrebbe essere stipulato dalla provincia un contratto d'affitto di un immobile, da adibire a sezione distaccata dell'istituto, confiscato ad una società fallita dopo il sequestro. PIETRO FOLENA. Per quanto riguarda l'IPSIA di Bagheria (pagina 21) e i riferimenti nel paragrafo 27 a proposito delle conseguenze successive alla visita della Commissione antimafia, a me pare importante sottolineare che i fratelli Sciortino sono stati indiziati come mafiosi e che uno di essi è stato anche condannato per truffa ai danni dell'AIMA. Non voglio caricare ogni passo di questa relazione con la presenza della mafia, ma in questo caso, all'epoca, da parte dell'amministrazione comunale di Bagheria, nei confronti di questi locali ci fu un interessamento condizionato dalla presenza di questo gruppo imprenditoriale di tipo mafioso (credo sappiate, del resto, che il consiglio comunale di Bagheria è stato sciolto per mafia). Credo inoltre sia importante ricordare, magari con un'aggiunta al paragrafo 28 o con un paragrafo successivo (ovviamente con i giusti riferimenti all'insufficienza in materia sia della giunta Orlando sia delle giunte successive, malgrado alcuni tentativi per porre fine ad una situazione ripetuta di inefficienza e talvolta di illegalità), che per quanto riguarda i giovani vi sono stati due tentativi molto importanti: il progetto Cancrini, dedicato al recupero dei giovani tossicodipendenti, e il progetto minori di cui si occupava la dottoressa Gigliola Lo Cascio, poi scomparsa. Si è trattato di iniziative piuttosto interessanti, le quali, purtroppo, a causa dell'instabilità amministrativa seguita alle elezioni comunali del 1990 sono state abbandonate e perse per strada, nonostante avessero rappresentato il tentativo di organizzare un intervento sul territorio rapporto con la scuola, soprattutto per far fronte alle fasce di dispersione scolastica di cui ho parlato poc'anzi. Infine, mi pare importante il riferimento, grazie al lavoro dei funzionari e dei collaboratori della Commissione, ad alcune persone o gruppi che controllano le società più significative tra quelle che poi danno i loro locali in affitto per la scuola. In un intervento di qualche mese fa, avevo ipotizzato interrogativamente, e tuttavia con qualche riferimento preciso, il carattere mafioso di personaggi come i fratelli Piazza e le imprese ad essi collegate. Da ciò che si evince dalla ricostruzione compiuta nella relazione, siamo a qualcosa di più, decisamente di più. Mi permetto di aggiungere semplicemente che anche società - non mi sembra che di esse compaiano i nomi che a me, invece, risultano da documenti della camera di commercio - come l'immobiliare Michelangelo, l'immobiliare SACE e l'immobiliare Gardenia fanno riferimento o a Giacomo Piazza o a Vincenzo Piazza. Accanto alle società citate, cioè Strasburgo, Leonardo, Raffaello, Caravaggio e SICE, ci sono anche queste tre. Vi sono poi altri due gruppi, di cui uno è rappresentato dalla Cositur dei cugini Salvo, nonché la presenza diretta dello stesso Bonura, di cui si parla in altra parte della relazione, per ciò che riguarda la scuola Florenz. Da queste notizie mi pare si deduca che occorre intervenire ad altri livelli. A me sembra che una vicenda di questa natura non possa che essere posta nelle Pagina 2562 mani dell'autorità giudiziaria. Non so se essa abbia già avviato un'indagine... ANTONINO BUTTITTA. C'è già un'indagine. PRESIDENTE. Potremmo trasmettere la relazione. ALFREDO GALASSO. C'è già un'inchiesta, quindi, a maggior ragione bisogna farle presenti queste cose. PIETRO FOLENA. La dobbiamo trasmettere. Come facciamo con le amministrazioni comunali, quando diciamo che siamo convinti che ci siano ragioni sufficienti per assumere determinate iniziative in questo caso dobbiamo dire che siamo di fronte a fatti che configurano una situazione piuttosto grave. Nella parte propositiva della relazione, prima di affrontare la soluzione dei problemi di alcune scuole, si potrebbe proporre di mantenere in piedi il lavoro che la Commissione ha compiuto in questi mesi sull'edilizia scolastica a Palermo con una forma di monitoraggio permanente. Mi riferisco a un sistema che ci permetta, attraverso funzionari e collaboratori, di seguire permanentemente l'andamento della situazione. Alla fine di settembre, o forse già a metà del mese, con l'apertura dell'anno scolastico avremo il quadro dei doppi o tripli turni. Propongo perciò un monitoraggio permanente della situazione, magari demandandolo allo stesso gruppo di lavoro sugli appalti o a quello sulla pubblica amministrazione, i quali avevano preparato la fase iniziale di questa ricognizione. Credo che ciò sia necessario perché nella città di Palermo - i colleghi palermitani qui presenti lo sanno meglio di me - la presenza della Commissione antimafia nelle scuole ha suscitato una grande attesa, perfino eccessiva rispetto ai compiti di questa Commissione, che certo non è il provveditorato agli studi. In una situazione di caos istituzionale è normale che si cerchi di riferirsi a qualche certezza, ma se la Commissione antimafia non può assumere un ruolo che non le compete, essa può, però, svolgere un compito di controllo, di vigilanza, di monitoraggio, facendo sentire il suo fiato sul collo degli amministratori. Poi, quando sarà eletta la nuova amministrazione comunale, dopo le elezioni di novembre o dicembre, a mio giudizio sarà necessario convocarla per una discussione ai fini di una politica di programmazione che ci permetta di uscire da questa situazione. Propongo inoltre di invitare a settembre il ministro della pubblica istruzione in Commissione per presentargli questo documento e per chiedergli delle risposte. Del resto, il ministro partecipò ad un incontro con l'ufficio di presidenza della Commissione, assieme ai rappresentanti degli studenti, nei giorni successivi alla inaugurazione dell'anno scolastico che fece proprio a Palermo - nell'ottobre o novembre scorso e che suscitò molte attese, anche se ad esso non è seguito sostanzialmente nulla. A mio giudizio, a settembre, uno dei primi atti che dobbiamo compiere, fra l'altro in coincidenza con l'apertura dell'anno scolastico (per cui la cosa avrebbe un senso anche al di là della realtà palermitana) è quello di chiamare il ministro per proporgli questa relazione, per porgli alcune questioni in merito agli interventi previsti e a quelli che si renderanno necessari in futuro per far sì che nei prossimi anni il diritto all'istruzione a Palermo sia conquistato e garantito. PRESIDENTE. Vorrei sapere se i colleghi siano d'accordo nell'inviare copia della relazione, una volta avuta un'approvazione di massima da parte della Commissione, anche alle regioni, alle province e ai comuni, proprio perché è necessario anche con loro avere un'interlocuzione su questi temi. PIETRO FOLENA. Certo, sono d'accordo. ALFREDO GALASSO. Non seguirò l'ordine delle pagine della relazione con Pagina 2563 appunti minuziosi come ha fatto il collega Folena, perché ho già trasmesso un elenco di possibili emendamenti, che sottopongo alla valutazione del presidente, che sono di natura prevalentemente formale o puntualizzazioni che mi sembrano opportune proprio per dare una rifinitura a questa relazione. Per quanto riguarda, invece, osservazioni più sostanziali, vorrei proporre un'integrazione ed una precisazione. L'integrazione riguarda un punto di cui già parlai durante l'audizione; purtroppo, per un disguido, il mio intervento si è perso ma sono contento del fatto che, comunque, i documenti presentati ed il lavoro svolto dai funzionari e dai collaboratori... PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, onorevole Galasso, ma desidero precisare che decidemmo di non registrare quella parte, per cui non fu affatto verbalizzata. ALFREDO GALASSO. Ho capito, ma al momento io non avevo consapevolezza di questo. Posso dire, dunque, che quell'intervento si è perso quanto meno per me, oltre che per la Commissione, perché non avrei avuto bisogno di ripeterlo. Comunque, ricostruendo a mente, ricordo che sottolineai un punto che ritengo sia importante e che meriti un'integrazione in questa relazione. E' il punto relativo all'inerzia secolare, direi, comunque sicuramente decennale, della regione siciliana riguardo al diritto alla studio. Il fatto che la regione siciliana non si sia ancora dotata della legge di attuazione del decreto presidenziale di trasferimento delle funzioni alle regioni in materia di diritto allo studio - il che, quindi, riguarda anche il livello universitario, dove le cose non stanno meglio che nella scuola secondaria - si accompagna alla irrisoria quantità di denaro pubblico destinata alle strutture ed alle attrezzature scolastiche rispetto alla quantità infinita di denaro pubblico che la regione siciliana spende. Come ricorderete, gli assessori preposti al ramo ci dissero che non arrivavano richieste: la verità è che le richieste non arrivano perché si sa bene che la macchina della spesa della regione funziona in altra direzione. Dunque, io ritengo che mettere in evidenza questo punto sia importante, perché vi è un elemento di impressionante continuità nel disinteresse, nella sottovalutazione, nella trascuratezza rispetto al tema del diritto allo studio. Una precisazione che pure mi sembra importante riguarda la linea di tendenza, di orientamento sulla base di questa esperienza. La questione dell'edilizia scolastica a Palermo nonché quella, più di fondo, del ruolo di formazione di coscienze di generazioni e generazioni di ragazzi e ragazze si risolvono alla radice, aumentando il più possibile e nel più breve tempo possibile il patrimonio pubblico. Dicendo aumentando, intendo non soltanto acquisendo, come si è fatto per un certo periodo di tempo (con risultati alcuni dei quali ora stanno venendo a buon fine, altri si sono bloccati per una serie di meccanismi che la relazione spiega) ma anche facendo una ricognizione del patrimonio pubblico presso il comune. Questo perché tale ricognizione, fatta molto parzialmente, non consente di sapere con precisione cosa possa essere destinato, riadattato, ristrutturato in funzione di un uso scolastico. Ho parlato di precisazione perché questo punto è presente nella relazione, tuttavia io vorrei che fosse messo in evidenza con una proposizione molto netta, come quelle che, ogni tanto, il presidente sa formulare. Una proposizione netta in cui si dia un giudizio, come è giusto darlo, si dia un'indicazione rispetto al proliferare, al protrarsi di locazioni, di canoni ai quali non si potrà mai mettere un freno definitivo di fronte all'emergenza comunque dell'attivazione delle scuole, fin quando non si potranno sostituire i locali in locazione con locali di proprietà del comune, invertendo una linea di tendenza dovuta alla necessità di operare con urgenza. Per il resto, sono d'accordo con il giudizio espresso e con le proposte avanzate dal collega Folena. Vorrei soltanto Pagina 2564 sottolineare, poiché mi pare importante per il significato che ebbe a Palermo, la questione del progetto Cancrini che operò in una zona molto difficile a Palermo come è quella di Borgovecchio e che è stato successivamente bloccato. Cancrini non ha potuto procedere; i suoi collaboratori e le sue collaboratrici non sono potuti andare avanti perché, in sostanza, gli amministratori che si sono succeduti dopo il 1990 hanno avuto paura di andare fino in fondo e di verificare cosa vi fosse, ad esempio, dietro l'abbandono ed il degrado di alcuni edifici pubblici a Borgovecchio. Questo è strettamente attinente al tema di cui la nostra Commissione si sta occupando, quindi desidero sottolineare l'osservazione fatta al riguardo dal collega Folena e che mi era sfuggita nel corso di questa inchiesta. Ritengo giusto che copia della relazione sullo stato dell'edilizia scolastica a Palermo sia inviata alla procura della Repubblica di Palermo, dove già è stata aperta un'inchiesta su iniziativa del gruppo consiliare della rete un sostituto procuratore, anzi procuratrice, sta seguendo la cosa con molta attenzione -, ai responsabili degli enti locali, al provveditore agli studi di Palermo ed al ministro della pubblica istruzione, in attesa di procedere a settembre ad un confronto che però, a mio giudizio, presidente, dovrà avere un oggetto più ampio che non la sola edilizia scolastica a Palermo. PRESIDENTE. Ma sempre sulla scuola a Palermo? ALFREDO GALASSO. No, io dico in generale. L'esempio di Palermo è particolarmente drammatico, però nell'incontro che abbiamo già avuto con il ministro Jervolino abbiamo ricevuto promesse significative e precise per l'anno scolastico che deve aprirsi, ad esempio a proposito dell'uso dell'ora di educazione civica o della questione della dispersione scolastica. Cosa è stato fatto finora? Credo che un ulteriore momento di confronto sia importante. Tra l'altro, se ricordate, in quell'occasione il ministro accennò ad una sorta di difficoltà che incontrava nel trasmettere al corpo scolastico periferico questi indirizzi. In realtà, noi abbiamo registrato a Palermo la disponibilità del corpo scolastico, a cominciare dal provveditore agli studi, ad adottare vie diverse, a sperimentare forme anche di educazione civica in senso ampio ed abbiamo riscontrato che molte cose sono state fatte. Credo, quindi, che nell'occasione della consegna e della discussione di questo importante rapporto sull'edilizia scolastica a Palermo, possiamo richiamare al ricordo e all'attenzione del ministro ciò che ha già detto in Commissione antimafia. ANTONINO BUTTITTA. Tra i documenti prodotti dalla Commissione, francamente giudico quello oggi al nostro esame uno dei più pregevoli. Non solo perché individua con assoluta chiarezza e lucidità i soggetti, le forze in gioco nonché le cause e le responsabilità del fenomeno osservato, ma anche perché, in sostanza, ne dà una rappresentazione esaustiva, secondo un'impostazione metodologica che io giudico la più conducente, poiché si fonda su un percorso di carattere deduttivo. Di solito, nella procedura conoscitiva del quotidiano noi operiamo induttivamente, dal particolare risaliamo a giudizi di carattere generale: questo non è il metodo della scienza, come insegna il signor Einstein e come insegnava anche il signor Bertrand Russel, ma è un metodo che spesso porta a conclusioni sbagliate. Al contrario, il metodo deduttivo è quello che si adotta in sede scientifica e che porta, se non sempre, quasi sempre, a conclusioni più adeguate se non sempre giuste. E' chiaro che alcune considerazioni vanno precisate, la descrizione di certi fatti va resa più lucida, alcune responsabilità ed alcune identità dei responsabili vanno approfondite. Ad esempio, Pietro Pagina 2565 Folena ha ricordato i fratelli Sciortino: quanto è accaduto a Bagheria a proposito dell' IPSIA non è accaduto al di fuori di una pratica mafiosa nell'ambito della quale i fratelli Sciortino sono se non proprio protagonisti, certamente personaggi di rilievo. Trovo corretto il richiamo fatto da Alfredo Galasso alle responsabilità dell'istituto regionale. In realtà la regione in questo settore - e non solo in questo, come ha rilevato il collega Galasso, ma anche in quello universitario - si è mossa, per usare un eufemismo, con qualche timidezza, cioè non è stata all'altezza di quello che istituzionalmente e costituzionalmente era il suo dovere. A mio avviso, bisognerebbe anche precisare meglio certe responsabilità, soprattutto quelle relative alla pratica delle locazioni. Bisognerebbe indicare meglio e far capire meglio chi l'ha favorita e chi l'ha osteggiata. Sappiamo che questa delle responsabilità è materia di cui si occupa la magistratura; tuttavia, per rendere più completo, più esaustivo e più informativo il documento non sarebbe sbagliato fare qualche precisazione appunto in ordine a questo vasto sistema di connivenze e di responsabilità. Questo mio giudizio positivo sulla relazione nasce dall'ottima impressione che ho ricevuto dalla lettura soprattutto delle prime pagine. Queste pagine, infatti, fanno giustizia di molti luoghi comuni riguardo al fenomeno mafioso, alle sue connessioni con le istituzioni, alla sua capacità di incidere in negativo in un contesto politico fragile e sostanzialmente connivente. La lettura del documento - è questo il motivo per cui lo condivido pienamente - offre uno spaccato della città di Palermo. A differenza dei documenti che su fenomeni come questo si abbandonano a divagazioni di carattere generale, il fatto di avere osservato attentamente uno degli aspetti del fenomeno finisce con il rispecchiare in modo generale il fenomeno stesso. In questo senso ho sottolineato come, a mio avviso, la relazione offra uno spaccato della città di Palermo, una città nella quale, com'è stato opportunamente messo in luce nel documento, si registrano forti e generose spinte individuali ma che versa in uno stato di generale inefficienza e corruzione tipico di una città del terzo mondo, che solo una diversa cultura può salvare. Per questo giudico molto opportuno il richiamo all'impegno di Gigliola Lo Cascio la quale, utilizzando una legge regionale (sui cui risultati probabilmente bisognerebbe indagare) diretta alla formazione di una cultura antimafiosa attraverso le istituzioni scolastiche, è stata tra le poche persone ad aver svolto un'attività reale, produttiva, positiva di formazione di una cultura antimafiosa nelle scuole. Se vogliamo dar vita ad una cultura alternativa rispetto a fenomeni come quello di cui stiamo parlando, sicuramente l'istituzione scolastica costituisce un percorso privilegiato. Contrariamente a ciò che pensano taluni colleghi, la Commissione ha dunque fatto bene a studiare quest'aspetto della vita della città di Palermo; sarebbe opportuno, a mio avviso, che analogo studio venisse compiuto per altre realtà, in quanto i fenomeni che sono stati individuati e denunciati nella città di Palermo si riscontrano anche in altre concentrazioni urbane meridionali, e non solo meridionali. Sono dell'avviso che la relazione, integrata secondo le opportune indicazioni suggerite dai colleghi che sono intervenuti, debba senz'altro essere trasmessa alla magistratura ed alle altre istituzioni interessate ma debba anche essere stampata e diffusa tra la gente, in modo che quest'ultima, al di là delle affermazioni e delle condanne generiche del fenomeno mafioso e dei suoi contorni e dintorni, possa finalmente comprendere come il sistema mafioso funzioni epossa esprimere su di esso un definitivo giudizio di condanna. Pagina 2566 PRESIDENTE. Recepisco e faccio miei tutti i fondati suggerimenti che sono venuti dai colleghi. Non essendovi altri interventi e mancando il numero legale, rinvio il seguito della discussione alla seduta già convocata per domani, 4 agosto alle ore 15, per proseguire e concludere l'esame della relazione sulla Calabria. ALFREDO GALASSO. Adoperiamoci per concludere comunque domani il capitolo riguardante la situazione scolastica di Palermo. PRESIDENTE. Sono senz'altro d'accordo con lei. La seduta termina alle 21,5.