Pag.2725 AUDIZIONE DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA PASQUALE GALASSO PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE indice Audizione del collaboratore di giustizia Pasquale Galasso: Violante Luciano, Presidente 2727, 2728, 2729 2730, 2731, 2732, 2734 2735, 2736, 2737, 2738, 2739 2740, 2741, 2742 2744, 2745, 2746, 2750, 2752, 2753 2754, 2755 Acciaro Giancarlo 2747, 2748 Cabras Paolo 2728, 2733, 2737, 2738, 2739 2740, 2746, 2747 Cappuzzo Umberto 2748, 2749 Frasca Salvatore 2729, 2731, 2733, 2735, 2736 2740, 2749, 2750 Galasso Pasquale 2727, 2728, 2729, 2730 2731, 2732, 2733, 2734, 2735, 2736, 2737, 2738, 2739 2740, 2741, 2742, 2743, 2744, 2745, 2746, 2747, 2748 2749, 2750, 2751, 2752, 2753, 2754, 2755 Mastella Mario Clemente 2732, 2733, 2734, 2735 2736, 2739, 2741, 2742, 2744, 2746, 2749 Matteoli Altero 2728, 2737, 2744, 2745, 2746 Ranieri Umberto 2740 Taradash Marco 2735, 2741, 2742, 2743, 2744, 2750 2751, 2752, 2753, 2757 Pag.2726 Pag.2727 La seduta comincia alle 9,30. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente) . (*) Audizione del collaboratore di giustizia Pasquale Galasso. PRESIDENTE. Buon giorno, signor Galasso. Noi ci siamo già incontrati in una precedente audizione. Ricorda? --------- (*) I nominativi sostituiti con un asterisco seguito da un numero e le parti sostituite con la parola OMISSIS sono stati segretati con delibera della Commissione del 21 settembre 1993. PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. La Commissione ha deciso di porle alcune domande specifiche su talune questioni che non erano state affrontate la volta scorsa. Possiamo cominciare? PASQUALE GALASSO. Sì. Buon giorno. PRESIDENTE. La prima domanda è la seguente. La Commissione vorrebbe approfondire le conoscenze sui rapporti della camorra, o dei gruppi camorristici dei quali lei faceva parte, con i consorzi delle cooperative e con la lega delle cooperative. Può spiegare questo rapporto ai commissari? PASQUALE GALASSO. Su questo rapporto ho già verbalizzato ai giudici competenti. Si tratta dell'incontro tra me ed altri miei rappresentanti del direttivo della mia ex associazione con il signor Giuliano, rappresentante delle cooperative bolognesi o di una di queste cooperative bolognesi. PRESIDENTE. Giuliano è il cognome? PASQUALE GALASSO. No, Giuliano è il nome. Il cognome è Cava: è un rappresentante delle cooperative bolognesi. Si parlava delle tangenti riguardanti la camorra per il lotto della superstrada che da Napoli va nell'agro nocerino-sarnese. Si tratta della 268, la strada vesuviana. Ricordo che io fui presente a questo incontro insieme a Cesarano e Ruocco e che stabilimmo la tangente che dovevano sborsare a noi. PRESIDENTE. Per poter lavorare? PASQUALE GALASSO. Sì, per poter lavorare. Tutto questo almeno per quello che è di mia conoscenza - dopo che essi avevano pagato a chi di competenza politica. PRESIDENTE. Quando dice "a chi di competenza", a chi intende riferirsi? PASQUALE GALASSO. Non ricordo. Almeno per quell'episodio, non so con chi essi hanno... PRESIDENTE. Può indicarci almeno l'area in cui si collocavano? PASQUALE GALASSO. Durante la discussione - diciamo durante la trattativa e la definizione della tangente - Cava Pag.2728 faceva riferimento al fatto che essi avevano già pagato ai politici di loro competenza e quindi... PRESIDENTE. Sa chi erano i politici "di loro competenza" oa quale area politica appartenevano? PASQUALE GALASSO. No. L'episodio verteva su questa sintesi: Ruocco, che già conosceva Cava, diceva che noi volevamo il cinque per cento. Cava sosteneva che fosse un po' troppo e diceva: "Noi ai politici abbiamo dato di meno". Mi ricordo l'episodio di Ruocco che insistette nel dire: "Cava, noi siamo uguali ai politici o superiori a questi, per cui pretendiamo il cinque per cento". Si trattava di un lavoro per circa 200-250 miliardi di lire, per cui si parlava di una tangente di circa 4-5 miliardi di lire. PAOLO CABRAS. Si trattava di politici nazionali o di politici locali? PASQUALE GALASSO. Io sono stato presente soltanto a questo episodio specifico. Vi ho già detto che il discorso sui politici uscì fuori soltanto con riferimento al fatto che il Cava diceva a Ruocco: "Voi non potete pretendere più dei politici". Invece, Ruocco ci teneva a precisare questa supremazia e questa importanza nostra. PRESIDENTE. In che anno siamo? PASQUALE GALASSO. Nel 1986. Con Cava Giuliano ci siamo incontrati presso gli uffici dell'Ambrosino... ALTERO MATTEOLI. Mi scusi, si tratta del 1986 o del 1987? Risulta da alcuni verbali che lei abbia parlato... PASQUALE GALASSO. Sì, del 1986-1987. Poi, facendo mente locale e sforzandomi un momento, mi sono ricordato che si trattava del 1986, perché nell'aprile di quell'anno io mi liberavo dopo parecchi anni di latitanza. Era estate- autunno, diciamo settembre, autunno 1986. PRESIDENTE. Oltre a questo, ci sono stati altri rapporti? PASQUALE GALASSO. No, almeno per quanto riguarda... PRESIDENTE. Successivamente questo signore pagò? PASQUALE GALASSO. In quella riunione ci siamo lasciati dicendo che ci saremmo dovuti rivedere e perfezionare, quantificare la tangente. Volevano sborsare circa 3 miliardi di lire. Peppe Ruocco, io e Cesarano insistevamo perché fossero 5. Dopo ci sono stati altri incontri tra Ruocco, Cesarano e Giuliano e l'importo di tutta la tangente fu stabilito intorno ai 3 miliardi (2 miliardi e 700 milioni). Di questa quota, buona parte l'hanno sborsata durante i lavori. Una parte mi è stata consegnata direttamente nelle mie mani. PRESIDENTE. In liquido? PASQUALE GALASSO. Sì, da Giuliano e da un altro suo rappresentante. PRESIDENTE. C'è un parlamentare che intende sapere se sia di sua conoscenza che vi siano stati intermediari camorristi per gli acquisti della aree di insediamento industriale in Campania ed in Basilicata. PASQUALE GALASSO. Non ne so niente. PRESIDENTE. Lo stesso parlamentare vuole sapere a quali soggetti camorristici venga pagato - e se venga pagato - il pizzo per il trasporto ai concessionari delle autovetture prodotte a Pomigliano d'Arco. Questo fatto è a sua conoscenza? PASQUALE GALASSO. No. Pag.2729 PRESIDENTE. Se lei ne è a conoscenza, può spiegare alla Commissione i contatti con la camorra per gli appalti vinti nelle zone terremotate dalle imprese Cogefar, Lodigiani e Grassetto? PASQUALE GALASSO. Sì, so qualcosa. Per quanto riguarda la Grassetto, so che hanno lavorato sulla tratta ferroviaria che va da Nocera a Caserta. Si tratta di una delle società appartenenti al consorzio Movefer. Sono a conoscenza che hanno pagato noi altri. Per quanto riguarda la Cogefar, ho fatto riferimento in un verbale ad un lavoro che doveva ancora essere appaltato sulla penisola sorrentina. Si tratta di una superstrada che collega Sorrento, la penisola sorrentina con la zona amalfitana e Salerno. Ho raccontato come si sono svolti questi fatti. Non so se questo lavoro sia o meno iniziato. PRESIDENTE. Lo ha raccontato all'autorità giudiziaria? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Può sintetizzare la vicenda per la Commissione? PASQUALE GALASSO. Si trattava di un lavoro del quale si parlava da diversi anni. Come vi ho spiegato l'altra volta, su di esso stavano già lavorando i politici per quanto riguarda le concessioni ed il finanziamento... PRESIDENTE. Quali politici? PASQUALE GALASSO. Io feci riferimento ad una discussione tra Gava e Craxi. Noi della camorra stavamo aspettando che si risolvesse questa "bega" per poi intervenire. PRESIDENTE. Mi pare che quella strada non sia stata mai realizzata. PASQUALE GALASSO. Mi sembra... Non ne ho sentito più parlare. PRESIDENTE. Sempre lo stesso parlamentare vorrebbe avere notizie sul racket dell'acqua potabile e chiede se sia a sua conoscenza che vi siano imposizioni politiche e camorriste affinché gli impianti idrici non vengano fatti funzionare. PASQUALE GALASSO. No, non ne sono a conoscenza. PRESIDENTE. Ci sono notizie su contatti con la camorra e delle aziende che hanno costruito le reti idriche? PASQUALE GALASSO. No. SALVATORE FRASCA. Per le dighe? PASQUALE GALASSO. Ho verbalizzato per quanto riguarda la diga dell'Alento. Non mi ricordavo la zona, e ho verbalizzato su questa diga. La diga dell'Alento è nel Cilento, tra la Campania e la Basilicata. Si tratta di una grossa diga ed il lavoro è stato eseguito nel 1983-1984. Ho verbalizzato su questo lavoro. PRESIDENTE. Può dire di che si tratta? PASQUALE GALASSO. Sì. E' un lavoro dove abbiamo percepito delle tangenti, o, almeno, la mia organizzazione ha percepito delle tangenti nelle mani di Malventi e dell'impresa Sorrentino. Siamo in un'epoca in cui la Sorrentino Spa si stava staccando dall'organizzazione di Cutolo e stava passando con noi. Questo è stato uno dei primi lavori in cui la Sorrentino è stata nostro tramite per quanto riguarda le tangenti su questi appalti. PRESIDENTE. E' vero che alcuni politici campani si sono fatti garanti nei Pag.2730 confronti di industriali del nord per interventi in Campania ed in Basilicata? Le risulta nulla? PASQUALE GALASSO. No, non mi risulta niente di questo. Di fatti specifici, niente. PRESIDENTE. Non le risulta che si siano fatti garanti per quanto riguarda il vostro intervento ? PASQUALE GALASSO. Niente. PRESIDENTE. Nella precedente audizione, lei ha riferito su contatti che vi sarebbero stati, sul caso Cirillo, tra uomini politici e Cutolo nel carcere di Ascoli Piceno. La domanda è questa: Lei conferma questa circostanza? In caso affermativo, può fornire alla Commissione ulteriori precisazioni? PASQUALE GALASSO. Sì, ne ho parlato ampiamente nei verbali. Almeno quei politici che noi sapevamo essere stati il tramite con Cutolo sono quei nomi che già ho fatto diverse volte. PRESIDENTE. Quelli che ha già fatto in Commissione l'altra volta? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Potrebbe chiarire alla Commissione quali sono le società di qualsiasi natura nelle quali lei è interessato direttamente o indirettamente tramite parenti o prestanome? PASQUALE GALASSO. No, io non ho parenti, almeno negli appalti ... PRESIDENTE. In genere. PASQUALE GALASSO. Non ho pa-renti ... PRESIDENTE. E lei è interessato in particolare a qualche società? PASQUALE GALASSO. Di appalti pubblici? No ... PRESIDENTE. Società, imprese. PASQUALE GALASSO. No, imprese no. Avevo solamente quella società con l'ingegnere Cordasco e il dottore Bifulco: gli acquisti e le acquisizioni del Kursaal, Osmannoro e Baronissi. Quelle iniziative economiche e basta. PRESIDENTE. Qual è il patrimonio immobiliare di cui lei è titolare direttamente o indirettamente? PASQUALE GALASSO. Diciamo che per buona parte tutto è patrimonio ereditato da mio padre. Sono terreni, la nostra azienda Galasso Spa, veicoli industriali ... PRESIDENTE. Lei ne è contitolare con i suoi parenti o è titolare da solo? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Con i suoi parenti? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. E' stata iniziata nei suoi confronti o nei confronti di altre persone, eventualmente suoi prestanome, una procedura di sequestro dei beni? PASQUALE GALASSO. Sì. La prima prevenzione patrimoniale mi è stata fatta nel 1985, anzi, meglio, nel 1986. Essa è terminata nel 1987 e i miei beni mi sono stati ridati insieme alla nostra industria. Poi ho subìto altre prevenzioni nel 1991 e nel 1992. L'ultima l'ho subìta nel novembre scorso. PRESIDENTE. Quindi, ci sono delle misure di prevenzione in corso. PASQUALE GALASSO. Sì, diverse. Pag.2731 PRESIDENTE. Senatore Frasca, ho l'impressione che la domanda successiva che dovrei rivolgere al signor Galasso possa esporre a rischio ... SALVATORE FRASCA. Va bene, soprassediamo. PRESIDENTE. Un commissario vuol sapere da lei, signor Galasso, quanti omicidi ha commesso, quali reati ha commesso, se li ha confessati tutti, se ha indicato tutti i nomi dei correi e se ha indicato, soprattutto, quelli commessi a Poggiomarino e nell'Agro nocerino-sarnese. PASQUALE GALASSO. Come vi ho detto l'altra volta, ne ho commessi parecchi. Li ho confessati tutti. PRESIDENTE. Ha indicato anche i nomi dei suoi complici? PASQUALE GALASSO. Sì, tutti. Parecchi li ho commessi a Poggiomarino e poi, ultimamente, pure nel salernitano. PRESIDENTE. Cosa lo ha spinto alla collaborazione con l'autorità giudiziaria? Cosa lo ha spinto al pentimento? SALVATORE FRASCA. Signor presidente, si parla di circa cento omicidi. Corrisponde a verità? PASQUALE GALASSO. Non li ho conteggiati. Non so. PRESIDENTE. Cosa lo ha spinto alla collaborazione? Si è trattato di un atto immediato o si è convinto, gradualmente, della necessità di abbandonare la vecchia vita per collaborare con l'autorità giudiziaria e con lo Stato? Lo ha indotto qualcuno a collaborare? Ha mai minacciato forze dell'ordine del suo comune? Ha fruito di appoggi precedentemente? PASQUALE GALASSO. Signor presidente, la mia storia criminale comincia, come l'altra volta vi ho detto, nel 1975 con i due omicidi. Poi, nel gennaio del 1982, mi viene ammazzato mio fratello Nino, e da quel momento ho pensato di difendermi. Quindi, diciamo che nell'arco di uno o due anni ho commesso parecchi omicidi, la maggior parte o quasi tutti cutoliani. PRESIDENTE. Se non ricordo male, lei fu oggetto di un tentativo di sequestro ... PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Nel corso di questo tentativo di sequestro uccise due persone ... PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Quindi, da qui è cominciato ... è stato messo in carcere ... PASQUALE GALASSO. Sì, poi, ho avuto a che fare, man mano, con elementi della malavita ... PRESIDENTE. Poi è stato ammazzato suo fratello ... PASQUALE GALASSO. Poi mi è stato ammazzato mio fratello, enell'arco di tempo tra il 1982 e il 1983 ho commesso parecchi omicidi, la maggior parte nella mia zona di Poggiomarino. Nel 1984, si cambiava questa scena da Cutolo a noi ... e già nel 1984, diciamo che per me quella specie di missione era finita, e già cominciavo a pensare di andarmene dalla mia zona, da Poggiomarino. Anche per questo ho cercato di non implicarmi più in guerre camorristiche tra il mio gruppo e gli altri gruppi emergenti (il maggiore era quello di Nuvoletta). E per questo mi sono rifiutato di partecipare alla strage di Torre Annunziata. Quindi, la strage di Torre Annunziata è un punto importante Pag.2732 per me: non mi ci vedete là, seppure ero aggiornato, seppure avevo fatto tanto - nel mio piccolo, diciamo nel direttivo della mia organizzazione - per non farla succedere. Ma poi capitò. Quindi, dal 1984, 1985, 1986, non partecipo, come sembra, nella mia organizzazione. Man mano, maturavo il pensiero di andarmene e di ricrearmi una vita all'estero, dove avevo già qualche appoggio normale, non malavitoso. Ma andando avanti negli anni ... purtroppo, per chi entra a far parte di questa organizzazione è difficile che possa staccarsene perché nel mio caso avevo tutta una famiglia, non ero solo. Qualora avessi deciso di andarmene, restavano i miei familiari a Poggiomarino; domani mattina la mia organizzazione, altra gente pensavo sempre che me li potevano maltrattare. Quindi ero, sono stato sempre su due piedi, andarmene o non andarmene. Nel 1986 mi sono liberato; in virtù di questo nel 1985-1986 mi comprai una casa in Francia, mi liberai e me ne andai per alcuni mesi, per circa sei mesi-un anno in Francia. PRESIDENTE. In che area della Francia? PASQUALE GALASSO. A Beausoleil. PRESIDENTE. Beausoleil dov'è? PASQUALE GALASSO. Vicino Monte Carlo, sulla costa. Purtroppo, i problemi della mia organizzazione, i problemi erano cresciuti. Io venivo chiamato più di una volta e non potevo staccarmi. Siamo andati avanti in questo modo, almeno sono andato avanti in questo modo; poi nel 1989, nel 1990-1991 mi sono complicato in questa guerra camorristica salernitana, ma non per volontà mia diretta; purtroppo sono responsabile. E in questa benedetta guerra ho commesso altri omicidi, nei quali uno contro ogni regola di vita, contro ogni esistenza, brutale e dopo questo omicidio - si trattava della morte di una donna - io ho incominciato a soffrire... PRESIDENTE. Chi era questa persona? PASQUALE GALASSO. Era l'amante di un nostro associato che dovevamo sopprimere. Mi sentivo responsabile di questa morte, ho avuto un travaglio di un anno, un anno e mezzo finché non sono arrivato alla collaborazione piena. Posso aggiungere - e mi dovete credere - che la mia collaborazione non è per convenienza (io non voglio niente da voi, dallo Stato), ma è per convinzione, è una cosa mia interiore. Desidero solamente da voi che mi diate la possibilità di ricominciare una nuova esistenza basata sui principi sociali. Questa è... PRESIDENTE. Un collega della Commissione desidera sapere da quanto tempo duravano i rapporti con i politici che sono stati accusati nel corso delle sue deposizioni e quando sono sorti (naturalmente deve distinguere persona per persona); se li conosceva tutti, specie i parlamentari, se ha mai influito, condizionato gruppi, partiti o singoli consiglieri del suo comune e perché. PASQUALE GALASSO. I politici - per quanto mi risulta - che avevano a che fare con esponenti delinquenziali - almeno, a me mi risulta - già dagli inizi degli anni settanta ed erano quelli che ho nominato: Gava, Patriarca. E poi dopo, fine anni settanta-inizio ottanta: Pomicino, Scotti (per quanto a me risulta). Poi io singolarmente ho dato dei..., ne ho parlato, dove... MARIO CLEMENTE MASTELLA. Direttamente o per sentito dire? PASQUALE GALASSO. Direttamente pure, con alcuni di questi. Pag.2733 MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quali? PASQUALE GALASSO. Patriarca, principalmente, e poi dopo indirettamente tramite Patriarca o altri rappresentanti politici Gava. PAOLO CABRAS. Indirettamente che vuol dire? PASQUALE GALASSO. Per tramite di Patriarca io sono stato in contatto con Gava. PRESIDENTE. Era un rapporto tramite un'altra persona, non un rapporto diretto; questo vuol dire. PASQUALE GALASSO. Sì, tramite Patriarca principalmente siamo stati in contatto con Gava, almeno per quanto io ho verbalizzato. Non è che ne ho parlato, cioè mi sono soffermato su fatti specifici; anzi, questo ho chiesto sempre ai magistrati, cioè di non parlare così, a vanvera, ma dove avevo degli episodi specifici... PAOLO CABRAS. In più occasioni, in una villa, in una sezione di partito ha assistito a manifestazioni politiche o politico-elettorali con l'onorevole Gava, questo è... PASQUALE GALASSO. No, io ho riferito che dopo l'intervento mio, diciamo con la mia espressione camorristica nei riguardi di Sangiovanni Mario, neo sindaco di Poggiomarino, poi io ho saputo, sempre da esponenti politici e diciamo paesani, dell'incontro dopo il mio intervento tra Gava, i suoi massimi esponenti politici della mia zona (Riccio, Liguori, Marciano, Catapano ed altri), tra Gava e Mario Sangiovanni, dove Gava gli presentarono Mario Sangiovanni e gli dissero: "Onorevole, qui c'è di nuovo Mario Sangiovanni". E lui disse: "Era una pecorella smarrita e adesso torna nell'ovile". Questa frase, dopo che l'ho saputo, mi colpì, tanto è vero - pure per l'affetto e per la stima che avevo verso Mario Sangiovanni - vedevo un'espressione non socialmente valida, ma un'espressione che io ho usato talvolta, pure io con esponenti delinquenziali... PRESIDENTE. Quando qualcuno di questi tornava nella sua organizzazione. PASQUALE GALASSO. Giustamente: quando qualcuno faceva qualche sgarro, qualche sgarbo e poi dopo uno gli diceva: "Va be', ritorna di nuovo in mezzo a noi, però comportati da uomo, fai la persona perbene". Diciamo, è un'espressione camorristica. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Non può essere anche riferita ad una situazione di natura politica? In questo gioco di correnti e controcorrenti, se uno passava da una parte all'altra... PASQUALE GALASSO. No. Mario Sangiovanni è stato sempre di quella corrente, poi una decina, sette- otto anni prima aveva abbandonato la vita politica perché si era sentito tradito da questi esponenti politici e quindi non è che era un saltimbanco. Era, almeno quello che io ho saputo, poi, onorevole Mastella, nella nostra zona si parla di questi incontri politici, sapete, in paese, nella piazza si parla. Ed è un'espressione voluta per far capire la forza e, diciamo, il prestigio della persona che parla in questo modo. In questo caso è l'onorevole Gava, almeno quello che io ho saputo che si parlava nella nostra zona. Questo è un fatto, non so se Mario Sangiovanni l'ha confermato o no. SALVATORE FRASCA. Presidente, chi è Mario Sangiovanni? PRESIDENTE. E' tutto scritto. SALVATORE FRASCA. E' un esponente politico o un esponente camorristico? Pag.2734 PRESIDENTE. E' il sindaco di Poggiomarino. Mi scusi, intendo dire che sono cose che ha già detto molto a lungo. Lei conferma che il Sangiovanni di cui sta parlando J quello lì? PASQUALE GALASSO. Sì, sindaco di Poggiomarino. PRESIDENTE. Quali sono i candidati appoggiati nelle varie elezioni dalla sua organizzazione eletti e non eletti? Le rivolgo poi una domanda che, se non ricordo male, era già stata formulata la volta precedente: gradiremmo che ci spiegasse bene nel momento in cui c'è stata la preferenza unica per la Camera com'è stato possibile ugualmente sostenere candidati vicino a voi. Sono chiare le due domande? PASQUALE GALASSO. Sì. Per quanto riguarda i sindaci, diciamo un po' tutti i sindaci della mia zona nolana-vesuviana: Nola, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Poggiomarino, Sant'Antonio Abbate, Pompei, Boscoreale e altri, Somma, San Gennaro Vesuviano, Palma Campania, Ottaviano. Badate bene, ad Ottaviano fa il sindaco per circa un anno un nostro associato... PRESIDENTE. Chi è? PASQUALE GALASSO. Il figlioccio di Alfieri. PRESIDENTE. E come si chiama? PASQUALE GALASSO. Bifulco Gennaro, che addirittura alle prossime regionali o in Parlamento parlava di candidarsi. Tanto è vero che con Alfieri, parlando di questo, dicevamo: "Ma questo che si è messo in testa!". Quindi, questi sono i sindaci. Per quanto riguarda l'altra domanda... PRESIDENTE. Questo per i sindaci. E per i parlamentari? PASQUALE GALASSO. Per i parlamentari ne ho parlato, ho verbalizzato molto, proprio fatti specifici e diciamo che l'ultima tornata politica Alfieri gli vennero i mal di testa in virtù proprio di questa preferenza unica. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Scusi presidente, ma di questo avevamo già parlato la volta scorsa. PRESIDENTE. Si, però c'è un collega che chiede... Di tutto avevamo parlato la volta scorsa. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Oggi il tema avrebbe dovuto essere quello delle cooperative. PRESIDENTE. Onorevole Mastella, chiunque ha il diritto di fare delle domande; sono state presentate delle domande ed io ho il dovere di porle. Poi lei avrà il diritto di porre le sue. Quasi tutte queste domande sono state già fatte l'altra volta, però se qualcuno chiede di farle non lo posso impedire. PASQUALE GALASSO. Diciamo che l'ultima tornata politica è stata un po' problematica, ma si è riusciti ugualmente a gestirla ed i nomi che abbiamo appoggiato diciamo che fanno parte sia della democrazia cristiana che dei socialisti. PRESIDENTE. Ultima domanda di questa serie: quali sono i magistrati contattabili e contattati per i procedimenti in corso? Chi si occupava dei rapporti fra camorra e magistrati? Quale era il corrispettivo, cioè cosa prendevano i magistrati e qual era la necessità di ricorrere ai politici per intervento sui magistrati visto che - la domanda è questa avevate un potere diretto nei confronti degli stessi magistrati? PASQUALE GALASSO. Mi può ripetere le domande una alla volta? Pag.2735 PRESIDENTE. Sì, certo. PASQUALE GALASSO. Sin dagli anni settanta, da quando comincio ad avere a che fare con Alfieri, uno dei magistrati che ho conosciuto... Devo fare pure i nomi di questi magistrati, signor presidente? PRESIDENTE. Sì. PASQUALE GALASSO. Sono verbalizzati o sono coperti da segreto istruttorio? PRESIDENTE. Sono scopertissimi. PASQUALE GALASSO. Va bene, vado avanti, ho domandato questo solo per serietà mia. Mi ricordo che fin dagli anni settanta... PRESIDENTE. Li faccia pure; tenga presente che se dovessimo notare che alcuni di questi nomi non sono usciti la Commissione potrà stabilire il segreto su questi nomi, quindi può stare tranquillo. PASQUALE GALASSO. Alla fine anni settanta un grosso magistrato che ho conosciuto era Nicola Damiano; mi ricordo che è stato pure a Palermo e ha fatto in Corte d'assise, almeno come mi riferiva lui all'epoca, pure il processo del magistrato Scaglione. Questo magistrato stava in contatto con noi tramite Gennaro Casillo, padre dei Casillo Pasquale, Aniello e Angelo e quindi abbiamo avuto a che fare con Damiano. L'ho visto ultimamente, prima che morisse, a Campobasso (perché era procuratore a Campobasso), poi con la guerra di Cutolo e dopo Cutolo i magistrati che erano in contatto con noi - uno era Lancuba - e stavano in contatto con noi tramite Sorrentino Matteo, poi dopo Malventi e ultimamente filo diretto tramite Sarmino Mimmo; un altro magistrato nelle nostre mani era Lamberti. Avevamo un filo diretto con Lamberti, ci potevamo incontrare quando volevamo e mi ricordo che più di una volta ci siamo incontrati io, lui, Alfieri ed il cugino di questo Lamberti Domenico, industriale di petroli, di carburante. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Anche con Lancuba vi vedevate? PASQUALE GALASSO. No, io no. MARCO TARADASH. Il dottor Cetrangolo ...? PASQUALE GALASSO. No. PRESIDENTE. Ma era uno dei magistrati vicini a voi Cetrangolo o no? PASQUALE GALASSO. No, almeno per quanto mi risulta. Degli altri magistrati ho fatto i nomi almeno di quelli che mi risulta hanno avuto contatti sporadici tramite terzi. PRESIDENTE. In cosa consistevano i favori che vi facevano questi magistrati? SALVATORE FRASCA. Scusi presidente, possiamo far dire per comodità di esposizione i nomi degli altri? PRESIDENTE. Sì. Le dispiace fare i nomi degli altri? PASQUALE GALASSO. Gli altri che ho verbalizzato sono *2, almeno per quanto ho riferito, *3... PRESIDENTE. Sempre di Napoli? PASQUALE GALASSO. Sì, di Napoli, Corte d'assise d'appello. *4, *5, *6 e altri. PRESIDENTE. Si ricorda gli altri? Capisco che l'elenco è cospicuo, ma se riuscisse a fare mente locale per ricordarli tutti... PASQUALE GALASSO. *7, OMISSIS. Questi sono, signor presidente. Pag.2736 PRESIDENTE. Quali erano i favori che i magistrati vi facevano? In cosa consistevano questi favori? PASQUALE GALASSO. Principalmente denaro e poi vari regali, dall'abitazione ai regali personali, uffici... PRESIDENTE. Questi erano i regali che facevate voi a loro? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. E loro? Che favori vi facevano? PASQUALE GALASSO. Talvolta direttamente influivano per l'assoluzione e talvolta curavano procedimenti per conto di qualcuno di noi e davano consigli come muoverci, come fare per arrivare all'assoluzione. Diciamo una curatela professionale. PRESIDENTE. Visto che avevate rapporti diretti e indiretti con i magistrati, vi era bisogno in qualche caso che intervenissero anche i politici per questi rapporti? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Perché c'era bisogno, visto che potevate avere accesso diretto? PASQUALE GALASSO. Per alcuni magistrati so che, almeno all'inizio, c'è stato l'intervento di qualche politico poi, dopo questi interventi, si cercava di prendere un filo diretto, quindi si aveva un'informazione talvolta dai politici su chi erano gli imprenditori, i commercianti o gente che stava vicino a questi magistrati e si riusciva a prendere il contatto diretto, ma sempre sulla base dell'amicizia o del rapporto creato da qualche politico. Per quanto mi risulta, durante il processo per la strage di Torre Annunziata, vi è stato prima un interessamento dei politici e dopo si è preso il contatto diretto. SALVATORE FRASCA. Chi sono questi politici intervenuti a proposito della strage di Torre Annunziata? PASQUALE GALASSO. Erano principalmente Gava con i suoi esponenti della nostra zona, fra i quali il senatore Meo, che stava in diretto contatto con lui, Patriarca... MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quando dice Gava, dice Gava direttamente oppure Patriarca per conto? PASQUALE GALASSO. Per quanto mi riguarda non ci incontravamo direttamente con Gava, ma ci incontravamo con Patriarca e con Meo che erano persone sue. Quando si parlava si faceva riferimento al boss, 'u masto mio . Riccio è stato pure per tramite; queste sono espressioni che usavano questi rappresentanti di Gava. In più incontri con Riccio, Riccio mi parlava di Gava dicendo "'u masto mio mo' si interessa pure per voi", quando chiedevo a Riccio se per un intervento... MARIO CLEMENTE MASTELLA. Poteva pure essere un millantato credito di chi era intermediario, perché capitano ad ognuno di noi persone che millantano per noi. Una conoscenza diretta di questo non c'è. Se poi sul piano politico il riferimento di Patriarca o di Meo fosse riferito a Gava è un discorso, però sul piano degli atti chi sia quello che veniva definito 'u masto, il boss eccetera è tutto da acclarare. PRESIDENTE. Vi informo che in questo modo non si registra nulla perché dovete chiedere di parlare, devo spegnere il microfono e dovete accendere il vostro, altrimenti è tutto inutile. Ha capito qual è la questione? Gli stenografi hanno capito: è perché resti anche traccia negli stenografici. Pag.2737 PASQUALE GALASSO. Questa sua ipotesi sarebbe valida finché certi fatti non si consludessero per bene, ma quando uno sa il rapporto di Meo con Gava, quando uno sa il rapporto di Riccio con Gava, di Catapano con Gava oppure di Liguori oppure di altra gente della nostra zona con Gava e quando si chiede un favore e questo favore viene trattato più di una volta, viene curato e poi alla fine viene fatto, vuol dire che esiste l'intervento di Gava. Millantare vuol dire quando non si può portare a termine un fatto, ma quando si curano... ed io ho notato dei fatti specifici almeno su questo episodio: leggete i verbali, se ho riferito cose sbagliate, senza riscontri, vuol dire che sono stato ingannato pure io. ALTERO MATTEOLI. Lei ha parlato di un intervento di aggancio di politici ai magistrati per la strage di Torre Annunziata. Vorrebbe spiegare meglio tutto questo (si tratta di un fatto specifico che lei ha citato)? PASQUALE GALASSO. Sin da quando Alfieri ed altri miei amici sono stati imputati per la strage di Torre Annunziata si è subito cercato di trovare un'amicizia con i magistrati inquirenti. Quindi, ci siamo mossi nelle varie direttive e una di queste è stata subito di chiedere l'intervento politico. Ho narrato nei miei verbali fatti abbastanza specifici, lunghi. Quindi, c'è stato l'intervento iniziale politico e poi dopo, per questi politici, almeno da quanto mi risulta, si è preso l'impegno il magistrato Lancuba, che non era competente in questo procedimento e ci curava e ci dava le varie indicazioni di questo procedimento. Si è fatto il processo, Lancuba era PM inizialmente, chiede l'assoluzione in istruttoria per Alfieri, il giudice istruttore Palmeri rinvia a giudizio Alfieri, in primo grado Alfieri viene condannato all'ergastolo, in secondo grado viene assolto con l'intervento ancora una volta di qualche politico e sempre curati dal magistrato Lancuba, dove ci ha indirizzato come fare per avvicinare, come fare per memorie, come curare il procedimento in corte d'assise d'appello. PRESIDENTE. Con chi parlava Lancuba per dare questi suggerimenti? PASQUALE GALASSO. Lancuba inizialmente parlava con noi tramite Matteo Sorrentino. PRESIDENTE. L'imprenditore? PASQUALE GALASSO. Sì. Matteo Sorrentino lo mise in contatto con Malventi, un mio associato e poi dopo Alfieri esce, prende il contatto diretto con Lancuba con Mimmo Sarmino, con i Sarmino, Francesco e Mimmo, padre e figlio, che hanno un'agenzia di pompe funebri. PRESIDENTE. Scusi qui c'è il senatore Cabras che chiede questo: visto che avevate un rapporto diretto, che bisogno c'era di una mediazione dei politici? PASQUALE GALASSO. All'inizio c'era questo rapporto, che poi giustamente è sempre durato. PAOLO CABRAS. Lancuba era amico di Sorrentino. PASQUALE GALASSO. No, inizialmente io ho onorato bene. Leggete i miei verbali per vedere questo episodio come è andato perché è un po' difficile. Diciamo che c'era l'interessamento dei politici, che Alfieri insisteva sui politici, principalmente su Meo e su Gava; Gava prese il contatto con Lancuba, poi, dato che Alfieri pretendeva di essere aggiornato, quando aveva già il mandato di cattura per la strage di Torre Annunziata, di essere aggiornato minuziosamente, diciamo in tempi brevi, ma putroppo se Alfieri parla con Meo, Meo poi deve parlare con Gava non è che c'è il filo diretto, per cui ci vuole un determinato Pag.2738 tempo. Quindi, Alfieri, mi ricordo, una volta si arrabbiò nel dire che voleva una risposta veloce su come stavano i fatti, proprio per un meccanismo, per sapere. Gava poi doveva incontrare Lancuba oppure un altro tramite; era un circuito un po' farraginoso, quindi Alfieri ha cercato pure di avere qualche indicazione e in questa indicazione si è saputo dell'amicizia forte tra Lancuba e Sorrentino. Poi dopo alcuni mesi, sempre cercando di trovare la strada con Lancuba, si è saputo della forte amicizia tra i Sarmino e Lancuba; Lancuba già aveva curato Sarmino in altro procedimento per omicidio. PAOLO CABRAS. Lancuba era già introdotto nel vostro ambiente? PASQUALE GALASSO. No, con noi è stato introdotto...si è creato questo contatto con la strage di Torre Annunziata, per quanto mi risulta. PAOLO CABRAS. Sorrentino, i Sarmino... PASQUALE GALASSO. Sorrentino prima non apparteneva a noi ma a Cutolo. PPRESIDENTE. E quando è passato da voi Sorrentino? PASQUALE GALASSO. E' passato nel 1983, dopo la morte di Casillo "o' Nirone". . E' passato con noi nel 1983- 1984. PAOLO CABRAS. Non era il circolo della caccia era comunque un ambiente camorristico! Cutoliani poi passati agli alfieriani, però l'ambiente con cui Lancuba avrebbe avuto questi contatti era un ambiente camorristico, prima di segno cutoliano e poi successivamente, vicino a voi e Alfieri. PASQUALE GALASSO. Senatore, ma quando c'era questa guerra tra noi e Cutolo, diciamo che Cutolo pretendeva l'assoluta fedeltà dei suoi accoliti. PAOLO CABRAS. Certo, questo lo capisco. PASQUALE GALASSO. Quindi, non desiderava che eventualmente Sorrentino potesse avere a che fare con lui e con noi. Diciamo che Sorrentino viene nelle nostre mani nel 1983, fine 1983, quindi nel 1984 Sorrentino che continuava a gestire questo rapporto ha avuto a che fare con noi. Quindi, l'amicizia di Sorrentino è passata con noi. Alla base c'è sempre, almeno da quello che mi risulta, un rapporto di amicizia forte di Gava con Lancuba, Gava-Scotti-Lancuba, Gava- Scotti-Lancuba-Bargi e altri...era un circuito un po' chiuso. Poi nel tempo, nel 1986-1987 ho saputo che di questa schiera faceva parte altra gente, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti. Fa parte di questa cricca pure un noto giornalista napoletano. PAOLO CABRAS. Chi è il noto giornalista napoletano? PASQUALE GALASSO. Non so, questo sicuramente è coperto dal segreto istruttorio; preferirei non rispondervi. Se mi dite di rispondervi... PRESIDENTE. Mi scusi ho perso l'ultima battuta. PASQUALE GALASSO. Dicevo: man mano i rapporti iniziali con questi singoli magistrati... poi, non so, Lancuba ci dava la strada per un altro magistrato, ci faceva conoscere un altro amico suo della solita cricca politica, magistrati e perfino poi un noto giornalista napoletano, che apparteneva a questa... PRESIDENTE. Chi è questo giornalista napoletano? Pag.2739 PASQUALE GALASSO. Dicevo al senatore che questo mi sa che è coperto dal segreto istruttorio, ma se mi chiedete che posso... PRESIDENTE. Glielo chiediamo... per cortesia ognuno faccia il suo mestiere... Dunque glielo chiediamo. Su questo dovremo apporre il segreto, naturalmente. PASQUALE GALASSO. E' *1. PRESIDENTE. *1. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quello de Il Mattino ? PASQUALE GALASSO. Sì. E' un grosso giornalista. PAOLO CABRAS. Sappiamo chi è. PASQUALE GALASSO. Sembrerà strano ma io ho dato dei punti specifici; ho detto pure qualche cortesia che noi, che Alfieri gli ha fatto, quindi dei riscontri che potrere trovare facilmente. PRESIDENTE. Questo lo ha già detto all'autorità giudiziaria? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Vorrei chiederle una cosa: ci sono interessi della camorra nei contributi comunitari, in particolare con riferimento alla produzione di pomodori, nella zona di Angri, Scafati e nel foggiano? PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Può spiegare un momento alla Commissione tutto questo? PASQUALE GALASSO. Per quanto mi risulta, non è che inizialmente (vi parlo degli anni ottanta) era incisiva; poi negli ultimi anni diversi industriali si collegavano a noi altri, a noi camorristi e insieme si concertava come fare qualche truffa AIMA e CEE. PRESIDENTE. Quindi, vi siete interessati? PASQUALE GALASSO. Sì PRESIDENTE. Ha già spiegato all'autorità giudiziaria ... PASQUALE GALASSO. Ho spiegato già. PRESIDENTE. Quindi, possiamo chiedere a loro i particolari? PASQUALE GALASSO. Sì, perché è un po' lungo, signor presidente, ci vorrebbe molto tempo per spiegare. PRESIDENTE. Di tempo ne abbiamo. Comunque, se lei ha già riferito tutti questi particolari ... PASQUALE GALASSO. Sì, sì, li ho già riferiti. PRESIDENTE. Quindi, l'interesse della camorra c'era sia per quanto riguarda l'Agro nocerino-sarnese sia per quanto riguarda il foggiano. PASQUALE GALASSO. Sì. PRESIDENTE. Per entrambe le zone? PASQUALE GALASSO. Sì. Diciamo che ho parlato pure ai magistrati per quanto riguarda i rapporti nostri con grossi esponenti industriali che hanno a che fare da sempre con la CEE e con l'AIMA, come assuntori dell'AIMA. PRESIDENTE. Può spiegare questi rapporti? PASQUALE GALASSO. Rapporti d'amicizia da sempre con Casillo. Pag.2740 PRESIDENTE. Casillo quale? PASQUALE GALASSO. Casillo Gennaro e poi i figli Pasquale, Aniello. Quindi, da questi rapporti. Ma non so com'era il meccanismo oppure rapporti specifici tra Casillo e Alfieri. Ho narrato quelli che sono di mia conoscenza, altri non ne so. PAOLO CABRAS. Può dire qualcosa dei rapporti con l'industriale Casillo, quali sono state le occasioni, se lei lo ha incontrato, cosa ha saputo da Alfieri? PASQUALE GALASSO. Sì, pure su questo ho verbalizzato parecchio su Casillo. Sono rapporti esistenti già dagli anni settanta, poi man mano si sono sempre di più rafforzati e finanche durante la guerra con Cutolo che Casillo Vincenzo, detto "'o Nirone", cugino, parente dei Casillo, apparteneva a Cutolo e Casillo Gennaro e i figli non hanno mai smesso il rapporto, pure durante questa guerra con Cutolo, con Alfieri e con noi altri. E quindi si sono andati man mano sempre di più a rafforzare e le loro amicizie di magistrati e altre amicizie sono passate nelle nostre mani. Casillo ha fatto diverse cortesie a noi altri, noi abbiamo fatto qualche cortesia a Casillo, abbiamo chiesto qualche cortesia a Casillo come, per esempio, ho riferito la cortesia che abbiamo fatto noi, Alfieri, al giornalista *8. OMISSIS PRESIDENTE. *8 è l'unico giornalista con cui avete avuto rapporti o ce ne sono anche altri? PASQUALE GALASSO. Principalmente io so di *8; se poi ce ne sono altri, non ne sono... SALVATORE FRASCA. Siccome siamo in argomento, vorrei sapere in che cosa consistano le cortesie nei confronti del giornalista. Parlando dei magistrati, ha detto che le cortesie consistevano in appartamenti, in uffici, ecc. PRESIDENTE. Ha detto che ha trovato un OMISSIS. PASQUALE GALASSO. Io parlo di quei fatti che sono a conoscenza mia; gli altri fatti che so per sentito dire ho cercato di non verbalizzarli, ho chiesto ai magistrati di non verbalizzare. Voglio dire solamente quello che è di mia conoscenza e dove eventualmente il magistrato possa trovare un piccolo o un grosso riscontro. Quindi, voi potete capire benissimo: quando il giornalista chiede una cortesia, potete capire benissimo la disponibilità che può venire in futuro di questo giornalista con noi. Se il giornalista ha un rapporto con un generale o un capitano dei carabinieri o con un questore o con altri, potete capire la sua disponibilità nei nostri riguardi. E' facile, se volete capire; se poi vi bendate ... SALVATORE FRASCA. E' chiaro. UMBERTO RANIERI. Volevo chiederle se per gli episodi cui lei ha fatto cenno circa la vicenda dei finanziamenti comunitari e dell'AIMA, lei sia a conoscenza che siano coinvolti in queste vicende anche uomini politici. PASQUALE GALASSO. Sì. UMBERTO RANIERI. Se lei potesse ricordare di chi si tratta... PASQUALE GALASSO. Io ho verbalizzato su questo, ho verbalizzato ma vi dico in più: so particolarmente di Casillo, di rapporti politici di Casillo... politici e il rapporto di Casillo con noi. PRESIDENTE. Chi sono questi politici? PASQUALE GALASSO. Poi, mi sono stati riferiti proprio dal padre di Casillo Pag.2741 -che adesso è morto - Gennaro con cui avevo un grosso rapporto, io, Alfieri e Gennaro Casillo. Quindi, talvolta Gennaro Casillo mi riferiva di questi rapporti e dei suoi diciamo - regali in denaro che faceva a questi politici. I politici all'epoca sono Patriarca, Gava, Russo (vi parlo della fine degli anni settanta, quando Casillo era socio nel porto di Castellamare di Stabia con Sossio Pezzullo). MARIO CLEMENTE MASTELLA. L'ex senatore? PASQUALE GALASSO. Sì, uscì fuori da questa società e Casillo riuscì a prendere tutto il porto di Castellammare. In questo rapporto di scioglimento di società - diciamo - tra Casillo e Pezzullo ci sono stati pure interventi di qualche grosso personaggio malavitoso del casertano, Mario Caterino, e di Alfieri e da quel momento io ho capito (ho capito, ero a conoscenza) il grosso business che Casillo aveva creato aCastellammare avendo a disposizione il porto, tant'è vero che seppi che all'epoca si comprò due o tre navi, le prime navi e ho dato nome e cognome, mi ricordavo pure le navi; Casillo addirittura mi disse che a una di queste navi doveva cambiare il nome e metterle il nome della moglie. Ho verbalizzato parecchio. MARCO TARADASH. Vorrei porle una serie di domande su vari aspetti. Innanzitutto, a proposito del senatore Gava, questi è stato anche ministro dell'interno: quando è stato ministro dell'interno voi avete mantenuto rapporti con il ministro dell'interno? Sapete se sono stati immessi all'interno del Ministero uomini vicini alla camorra e se restano al loro posto? PASQUALE GALASSO. Vorrei specificare una cosa: almeno negli ultimi tempi e pure all'epoca in cui Gava era ministro dell'interno noi i rapporti con Gava non è che li tenevamo direttamente. Io prima dicevo indirettamente, voglio dire tramite suoi uomini, che sono i suoi uomini politici della nostra zona, i cui nomi ho fatto quasi tutti, tutti. PRESIDENTE. Tutti o quasi tutti? PASQUALE GALASSO. Diciamo tutti, incominciando dai suoi vecchi fedelissimi, fin da quando il padre era in politica. Ho fatto i nomi di Ciccio Catapano, Meo, Riccio, Marciano, Liguori e tanti altri. Tutta questa gente aveva rapporti strettissimi con noi, per cui quando ci serviva una cortesia noi la chiedevamo a questi uomini e poi loro facevano capo a Gava. MARCO TARADASH. Questo anche durante il periodo in cui Gava era ministro dell'interno? PASQUALE GALASSO. Diciamo fino a quando io ho cominciato acollaborare. MARCO TARADASH. Lei ha parlato di un giornalista de Il Mattino . Questo giornalista evidentemente lavorava in contatto con Giancarlo Siani perché si occupava di cronaca. Lei è al corrente di qualcosa riguardo all'assassinio del giornalista Giancarlo Siani? PASQUALE GALASSO. Questa domanda mi è stata posta un'altra volta ed ho risposto: i giudici me l'hanno posta spesso. Ho sempre riferito che non ne sono a conoscenza, ma Siani lo ha ammazzato la camorra. Ho riferito verbalmente anche a qualche magistrato quali erano secondo me, secondo noi, gli uomini che avevano ammazzato Siani. Ho riferito pure qualche particolare, sempre verbalmente, su come è stato commesso l'omicidio Siani. Comunque, non ho voluto che fossero verbalizzate queste dichiarazioni perché non conosco fatti specifici. PRESIDENTE. Quale camorra avrebbe ammazzato Siani? Pag.2742 PASQUALE GALASSO. Quella torrese, diciamo Gionta- Nuvoletta. Io ho sempre saputo questo e l'ho riferito, ma non ho voluto che fosse verbalizzato perché è poco e non volevo creare un altro scoop giornalistico che poteva semmai far capire che Galasso sa tutto, fa tutto e così via. MARCO TARADASH. Riguardo alla vicenda che lei ha raccontato e per la quale in realtà ci siamo nuovamente convocati, quella del consorzio... PASQUALE GALASSO. Dirò ancora di più: i veri esecutori di Siani secondo me sono già morti. Lo voglio dire pubblicamente qui. Secondo me erano tossicodipendenti oppure ragazzi di poco rilievo. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Sono morti perché ammazzati, o per altri motivi? PASQUALE GALASSO. Sì, credo per far sì che questo omicidio rimanesse sempre impunito e che non si sapesse mai niente. Questo l'ho sempre detto ma non ho voluto mai che fosse verbalizzato, per mio desiderio. MARCO TARADASH. Lei ha riferito un episodio che riguarda il consorzio delle cooperative e l'appalto per la superstrada che conduceva a Nocera e Cava dei Tirreni. Intervistato da un giornalista, il rappresentante del consorzio delle cooperative ha risposto che non si trattava di un appalto ma di un lavoro assegnato direttamente dal commissario di governo, per cui sarebbe impossibile che sia avvenuta una trattativa come quella che si sarebbe svolta nella masseria. PASQUALE GALASSO. Io ho parlato di questa vicenda - ed è stato verbalizzato - e ho dato riscontro di dove ci siamo visti. Ho parlato anche dell'ultimo rapporto che ho avuto dopo 3-4 anni, tramite Alfieri, con Giuliano Cava, questo rappresentante... PRESIDENTE. Mi pare di aver capito che pagavano non per ottenere i lavori ma per poter lavorare, altrimenti voi non gli avreste consentito di lavorare. PASQUALE GALASSO. Sì, tanto è vero... MARIO CLEMENTE MASTELLA. In sostanza, garantivano la pace territoriale. PRESIDENTE. Sì, garantivano la pace territoriale. MARCO TARADASH. Il signor Giuliano Cava rappresentava soltanto il consorzio delle cooperative emiliane o anche altre aziende? PASQUALE GALASSO. Per quanto mi risulta, il signor Giuliano era il rappresentante di una cooperativa, ma non so nel seno delle cooperative quale figura egli avesse. Giuliano era il rappresentante di quella cooperativa che svolgeva quell'appalto. Questo ho sempre saputo. Se dovessi dire che è il rappresentante di tutte le cooperative, direi una bugia. MARCO TARADASH. Lei ha detto che il Ruocco, con il quale si è svolto l'incontro, conosceva molto bene il Cava perché aveva trattato con lui per altre vicende simili. PASQUALE GALASSO. Sì, già si conoscevano. In quell'incontro, che è durato per qualche ora, Ruocco e Giuliano già si conoscevano, ma non so che rapporto avessero (se di amicizia od altro). Ruocco era un intimo degli Ambrosino e so che Ambrosino lavorava per Giuliano. MARCO TARADASH. Lei ha detto che tutte le aziende che dovevano lavorare sul territorio dovevano pagare una quota alla Pag.2743 camorra. Lo conferma? Tutte, in ogni caso, dovevano pagare? PASQUALE GALASSO. Sì. Se non c'è questa - diciamo così - tranquillità da parte della camorra, almeno queste grosse ditte non lavorano in zona. MARCO TARADASH. Le cooperative avevano il maggior numero di appalti (per un importo di quasi 500 miliardi) e quindi, evidentemente, vi è un rapporto stretto tra la camorra e la lega delle cooperative rispetto a queste vicende. PASQUALE GALASSO. Io ho fatto riferimento soltanto a quel caso. Su altri casi non so... Può anche darsi che non abbiano mai pagato ed abbiano pagato soltanto a noi del gruppo Alfieri in quello specifico caso. MARCO TARADASH. Lei dice anche che il meccanismo era tale per cui i politici che facevano da tramite tra l'azienda e la criminalità per quegli appalti, poi prendevano sempre una parte della quota. A chi andavano i soldi, nel caso della lega delle cooperative? PASQUALE GALASSO. Si riferisce ai politici? MARCO TARADASH. Sì, a quali politici? PASQUALE GALASSO. Non lo so. MARCO TARADASH. Un'ultima domanda. Lei ha parlato di un intervento di un nostro collega, Mastrantuono, per garantire gli arresti domiciliari ad un esponente della camorra. PASQUALE GALASSO. Sì, a Procida Giovanni. MARCO TARADASH. Può spiegare in che modo sia avvenuto questo intervento, cioè se Mastrantuono è intervenuto come avvocato o come parlamentare, in quale anno ciò sia avvenuto e in che modo ha fatto da tramite? PASQUALE GALASSO. Per quanto è a mia conoscenza, so che Mastrantuono ha curato Procida Giovanni non come avvocato, ma non so se Mastrantuono sia difensore dello stesso. Lo ha curato fino a fargli avere gli arresti domiciliari. MARCO TARADASH. Se non sbaglio, lei parlò di Mario Fabbrocini. PASQUALE GALASSO. Volevo chiarire questo punto. Ho parlato degli arresti domiciliari per quanto si è trattato di Mario Fabbrocini. Per Procida Giovanni, Mastrantuono lo ha curato fino a fargli avere la condizionale o... MARCO TARADASH. Sì, ma come avvocato o come politico? PASQUALE GALASSO. Non lo so. Noi sappiamo... Io so come politico, ma non so se Mastrantuono era l'avvocato di Procida Giovanni. MARCO TARADASH. In che modo ha agito, intervenendo sui magistrati...? PASQUALE GALASSO. Intervenendo sui magistrati, sui giudici di sorveglianza, facendogli ottenere delle licenze ancor prima che Procida Giovanni si liberasse totalmente. Questo è stato chiesto a Mastrantuono prima dell'ultima tornata politica, tant'è vero che a Mastrantuono fu imposto che prima del Natale del 1991 Procida Giovanni dovesse essere fuori. Subito dopo, Mastrantuono si è prodigato per Alfieri. MARCO TARADASH. In che modo? PASQUALE GALASSO. Gli ha promesso che, qualora fosse stato eletto, Pag.2744 l'avrebbe curato per i guai giudiziari, in tutti i modi... Sui magistrati e interventi su tutto... MARCO TARADASH. Di questo lei è a conoscenza diretta? PASQUALE GALASSO. Sì, ho pure visto Mastrantuono in una riunione con Alfieri. ALTERO MATTEOLI. Signor Galasso, io vorrei ritornare un momento al motivo di questa nostra ulteriore audizione, quello relativo al rapporto camorra-cooperative. Da un tabulato del CIPE (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) del 26 aprile del 1992, proprio in relazione alla strada che lei ha citato, la n. 288 (la strada vesuviana), emerge che tra il consorzio delle cooperative costruttori e la Movi Sud costruzioni di Casamarciano ci sarebbe stato un rapporto di lavoro (noleggi di pale caricatrici, di scavatori, di autocarri, di ruspe). Della Movi Sud, se non vado errato e questa è la prima domanda che vorrei farle - sono soci il genero e il nipote di Carmine Alfieri (Vincenzo Morra e Luigi Alfieri). Lei ha detto che lo scopo di questo rapporto con Giuliano Cava era quello di consentire alle cooperative di poter lavorare. Ma c'è qualcosa di più se questo è vero: non soltanto per poter lavorare ma anche per poter far lavorare imprese camorriste. Questa è la prima domanda che volevo rivolgerle. PASQUALE GALASSO. Posso rispondere? ALTERO MATTEOLI. Prego. PASQUALE GALASSO. Io mi ricordo dell'incontro con Giuliano e sono a conoscenza di come si svolgono le trattative tra noi e queste grosse ditte appaltatrici. Durante la trattativa si chiarisce molto bene che oltre alla tangente camorristica devono essere di nostro gradimento, cioè di gradimento della camorra, le ditte subappaltanti. Quindi, credo - almeno, perché non ero aggiornato di questo che se ci sono ditte vicino a noi, ciò vuol dire che sono state segnalate da Alfieri ... PRESIDENTE. Quindi, le condizioni per lavorare sono due, non una: pagare ... PASQUALE GALASSO. L'ho detto sempre, ho sempre verbalizzato ... PRESIDENTE. Sì, ma è per capire. ALTERO MATTEOLI. Sì, ma la mia domanda ... PASQUALE GALASSO. ... stabilire la tangente, arrivare ad un accordo sulla tangente, poi le ditte subappaltanti devono essere di gradimento della camorra. Voglio dire che se domani mattina una ditta subappaltante non è di nostro gradimento, si segnala ... ALTERO MATTEOLI. Ma la mia domanda è diversa ... MARIO CLEMENTE MASTELLA. Qui non è il gradimento ... questo è il genero ... ALTERO MATTEOLI. Chiedo se nella trattativa con Giuliano Cava ... PASQUALE GALASSO. Ma Alfieri, come, diciamo la Camorra ... ci sono tante ditte collegate a noi ... anche se è il genero, vuol dire che Alfieri l'ha segnalato; dice: "Deve lavorare questa società". Ma nella società, la ditta appaltante non sa, eventualmente, chi sono i soci. Probabilmente, sa solo che le viene segnalato che deve lavorare la Movi Sud oppure un'altra ditta. Quindi, non vuol dire che, per forza maggiore, oltre al rapporto come imposizione camorristica deve esserci un rapporto stretto fra noi e la ditta appaltante, a livello nazionale ... Pag.2745 ALTERO MATTEOLI. In questo caso, la domanda era precisa. Quando vi siete riuniti in quella masseria, oltre a parlare di una tangente per mettere in condizione il consorzio cooperative costruttori di lavorare, vi è stata anche questa trattativa di far lavorare imprese legate alla camorra, come quella della Movi Sud, di cui è socio il genero di Alfieri. PASQUALE GALASSO. Torno a ripetere che quando ci sono queste trattative ... Nel caso specifico di questa trattativa, si è parlato per stabilire la tangente che questa ditta appaltante doveva sborsare a noi, e poi si chiede a questa ditta appaltante e ad altre ditte che le ditte subappaltanti devono essere di gradimento di noi camorristi; quindi, se in quella zona c'è il camorrista tale, segnala alla ditta appaltatrice che devono lavorare quelle ditte. Quindi, in quella trattativa non è che si scende nei particolari: queste sono le ditte, eccetera ... ALTERO MATTEOLI. Si dà per scontato che deve essere ... PASQUALE GALASSO. No, si dà per scontato stabilire la tangente o l'estorsione ... oppure si dice, volgarmente, che questa è la tangente per noi... in più, che devono lavorare soltanto le ditte subappaltanti che noi segnaliamo. Punto e basta. Per cui, se domani mattina, due ingegneri, bravi, normali, laureati, bravi ragazzi, fanno una società, non possono entrare come ditte subappaltanti in un grosso appalto se non sono collegati o a noi della camorra o ai politici. Voglio dire: se questa società nuova non viene segnalata alla ditta appaltante, a un politico, non può mai lavorare. Questo l'ho sempre detto, l'ho verbalizzato, e a me risulta da vicino. Credo sia chiaro questo. ALTERO MATTEOLI. Queste dichiarazioni relative al rapporto camorra-cooperative, lei le ha rese ai sostituti procuratori Mancuso, Gai e Roberti. Le risulta che questi verbali siano stati inviati e che, quindi, lei sia stato ascoltato, per questo aspetto specifico, dai colleghi magistrati Davino, Fagliasco, Zeuli e Mille, cioè quei magistrati che si occupano degli scandali legati al terremoto? Le risulta che siano stati mandati i verbali e, soprattutto, che lei sia stato sentito da questi magistrati in relazione a questo fatto specifico del rapporto camorra-cooperative? PASQUALE GALASSO. No, non sono stato chiamato ... ALTERO MATTEOLI. Non è stato mai sentito? PASQUALE GALASSO. No. ALTERO MATTEOLI. Se non sbaglio, le dichiarazioni che lei ha reso su questo rapporto della camorra risalgono a circa un anno fa. PASQUALE GALASSO. Sì. ALTERO MATTEOLI. E dopo un anno non è stato ... PASQUALE GALASSO. No, non un anno fa. ALTERO MATTEOLI. Per l'esattezza, otto mesi e mezzo fa, aNovara. PASQUALE GALASSO. Sì. ALTERO MATTEOLI. E dopo otto mesi e mezzo, lei non è stato ascoltato da questi magistrati ... PRESIDENTE. Non è colpa sua! ALTERO MATTEOLI. Lo so che non è colpa sua, ci mancherebbe. Vorrei capire, però, se Mancuso, Gai e Roberti hanno passato i verbali. Pag.2746 PASQUALE GALASSO. Posso spiegarmi? ALTERO MATTEOLI. Sì, certo. PASQUALE GALASSO. Il 21 dicembre 1992 ho fatto tanti nomi e senza entrare nel merito ho parlato delle ditte che avevano pagato, oppure che stavano in contatto con noi. Diciamo che ho fatto un verbale senza entrare nel merito. Poi, mi sono fermato nella mia collaborazione per circa quattro mesi. Ho ripreso la collaborazione nel marzo 1993, e in quel momento ho cominciato, man mano, a parlare dei vari episodi. Non so quando ho parlato di questo episodio specifico, ma credo dopo il mese di marzo 1993. PRESIDENTE. Le persone che abbiamo nominato credo siano state interrogate da qualche autorità giudiziaria. Potremmo eventualmente chiedere i verbali ... PASQUALE GALASSO. Inoltre, di questo episodio ho parlato non solo ai magistrati di Napoli ma anche a quelli di Salerno. ALTERO MATTEOLI. Lei ha mai sentito che a queste trattative ha partecipato Fabio Carpanelli, che è stato presidente del consorzio cooperative costruzioni fino alla primavera di quest'anno? Lo ha mai conosciuto? PASQUALE GALASSO. No. ALTERO MATTEOLI. Lei ha detto che hanno versato circa 3 miliardi in rate durante i lavori e che l'ultima rata sarebbe stata consegnata a lei personalmente, in contanti. Per quale importo? PASQUALE GALASSO. Nelle mie mani? ALTERO MATTEOLI. Sì. PASQUALE GALASSO. Credo fosse di 400 o 500 milioni. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Siccome la camorra è ripartita in varie realtà territoriali, questa presenza di altri clan sul territorio significa, evidentemente, che nella gestione degli appalti per il terremoto in Campania, la bonifica del territorio o la pace nel territorio avvenivano da voi negli stessi termini che altrove. Di questo è a conoscenza, per quanto riguarda le imprese che lavoravano. Cioè, fuori della sua area, altrove, era così? Che lei sappia, c'era la stessa procedura dov'era presente la camorra? PASQUALE GALASSO. Io credo di sì, ma ho parlato di quei territori dove la competenza era nostra, diciamo il napoletano e il salernitano. In altre zone vi sono altri gruppi camorristici. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Mi basta per arrivare a una conclusione: questo significa che chiunque abbia lavorato in quelle zone, cooperative, enti, eccetera, pagava comunque. Quindi, si tratta di indagare se pagava solo di là o anche fuori di là. PAOLO CABRAS. Lei ha accennato all'amicizia che legava l'industriale Casillo - l'anziano Casillo e i figli all'Alfieri e al suo clan. Ha parlato anche di favori che Casillo ha fatto ad Alfieri ed ha accennato anche a magistrati. C'erano magistrati, se ho capito, bene, amici dell'industriale Casillo, che poi sono stati fatti conoscere ad Alfieri per aiutarlo, per aggiustare i processi. Potrebbe essere un po' più ricco di particolari e farci anche, eventualmente, i nomi di questi magistrati? PASQUALE GALASSO. Io, almeno per quanto riguarda l'episodio tra Alfieri, Casillo, magistrati, ho narrato l'episodio di Nicola Damiano: almeno per alcuni anni, fino a quando Nicola Damiano non Pag.2747 è morto, c'era questo stretto rapporto tra Alfieri, Casillo, Nicola Damiano. Nicola Damiano, oltre a curare i problemi giudiziari di Alfieri, ha fatto pure qualche altra cortesia, per quanto è di mia conoscenza. PAOLO CABRAS. Era stato presentato ad Alfieri dall'industriale Casillo? PASQUALE GALASSO. Sì, no; già da quando Alfieri stava nel carcere nel 1976, inizio 1976, per un omicidio c'era questo rapporto. Poi dal 1976 fino a quando non è morto Damiano c'è stato questo rapporto. Damiano ha curato per conto di Alfieri pure un altro nostro associato, Giordano Carmine, che era dentro all'epoca per un omicidio. Io sono stato presente alle richieste, alle riunioni, richieste di cortesia affinché Damiano curasse pure Giordano Carmine. PAOLO CABRAS. Altri magistrati presentati ad Alfieri da Casillo? PASQUALE GALASSO. No, altri magistrati non ne sono a conoscenza e neanche posso parlare, non so, di un magistrato che semmai mi risulta che stava in contatto con Alfieri a vanvera; voglio parlare di... PAOLO CABRAS. In riferimento al ruolo di Casillo... PASQUALE GALASSO. Ma con Casillo noi, fino a quando io ero latitante, ci incontravamo; ci siamo incontrati io, Alfieri e Casillo. PAOLO CABRAS. Quando lei dice Casillo intende il figlio? PASQUALE GALASSO. Il figlio, adesso il figlio; il padre è morto... PAOLO CABRAS. Chi, Pasquale? PASQUALE GALASSO. Sì, il padre è morto, mi sembra, metà anni ottanta. PAOLO CABRAS. Lei intende quindi Pasquale Casillo. PASQUALE GALASSO. Pasquale, Aniello e poi l'altro fratello che sta a Bologna, ma Pasquale e Aniello principalmente. PAOLO CABRAS. Quali erano gli argomenti che si trattavano durante questi incontri? PASQUALE GALASSO. Si parlava principalmente, questi incontri erano dovuti principalmente al vecchio rapporto amicale, stretto rapporto amicale e poi di volta in volta, oltre ai convenevoli, oltre all'incontro piacevole, si chiedevano varie cortesie. Quelle cortesie che Alfieri ha chiesto a Casillo o Casillo ha chiesto ad Alfieri io ne ho parlato; sono pochi, almeno per serietà mia voglio riferire solamente quelli dove - torno a ripetere - i giudici possono trovare un riscontro. E' inutile che io dica tante cose che mi risultano verbalmente e poi dopo non si trova niente. GIANCARLO ACCIARO. Volevo sapere se, secondo quanto è a sua conoscenza e della sua organizzazione, vi siano stati inserimenti in regioni non controllate direttamente; in particolare modo se vi siano stati in Sardegna tipi di investimenti e, qualora vi siano state, organizzazioni dirette o indirette, se si può dire attraverso chi. Vorrei inoltre sapere se, nel momento in cui Cutolo era in Sardegna, avevate una sorta di controllo sul movimento creatosi intorno a Cutolo, il movimento di amici e familiari che andavano a trovarlo per i contatti in carcere. PASQUALE GALASSO. Posso chiedere, per cortesia, una domanda alla volta? Pag.2748 GIANCARLO ACCIARO. Vorrei sapere se la sua organizzazione aveva interessi o contatti in Sardegna che fossero o di azioni organizzate o anche di investimento di denaro in quella zona. PASQUALE GALASSO. Rispondo subito. Di questo pure ho verbalizzato per quanta riguarda il rapporto tra la nostra organizzazione e Flavio Carboni. Ci sono, ci sono stati investimenti in Sardegna, ci sono tramite Flavio Carboni, Nicoletti, Maresca ed altri componenti della mia organizzazione. L'altra domanda? GIANCARLO ACCIARO. A questo proposito, vi sono investimenti in vari settori? PASQUALE GALASSO. Sì, ma principalmente immobiliari, in terreni e immobili. GIANCARLO ACCIARO. Vorrei inoltre sapere se la presenza di Cutolo in carcere all'Asinara, in Sardegna, dove è stato parecchio tempo, ha fatto sì che la vostra organizzazione controllasse il tipo di movimenti con cui aveva contatti, ossia di familiari o cose di questo genere. PASQUALE GALASSO. In quell'epoca in cui Cutolo è stato trasferito all'Asinara, noi stavamo in piena guerra con Cutolo. Sapevamo solamente dei colloqui, che i familiari lo andavano a trovare. Non mi risulta niente, pure perché non potevo essere a conoscenza non facendo parte del gruppo di Cutolo. UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei rivolgere una domanda di carattere generale. Si è molto insistito sul rapporto politici-camorra; evidentemente il vantaggio che il politico trae è di carattere elettorale. Quali sono le modalità per controllare il voto? Come può la camorra portare una massa consistente di voti, quali sono gli argomenti convincenti verso una pluralità di soggetti, che evidentemente sono liberi nel segreto dell'urna di deporre la scheda? Come si controlla poi che la gente che promette il voto effettivamente lo abbia dato? PASQUALE GALASSO. Principalmente, questo parte dal rapporto, come controllo dei voti, dal rapporto tra noi e diciamo - i vari rappresentanti amministrativi della nostra zona. Quindi questo rapporto poi si protrae nel rapporto della Camera, degli onorevoli che vengono eletti alla Camera. In più, il controllo della nostra zona è basato principalmente sui rapporti amicali da sempre con i vari ceppi familiari, i vari capi famiglia - dove ci sono i 50, i 100, i 200 voti - e vengono controllati facilmente.Oltre alla promessa, alla fedeltà di questi capi famiglia, famiglie normali, verso l' esponente delinquenziale, vengono controllati facilmente, nel senso, quando si fa una prima elezione, poi si vedono i risultati: se escono questi risultati, giustamente si rafforza questo rapporto amicale tra gli esponenti delinquenziali e questi elettori paesani. Diciamo noi siamo, la camorra è inserita molto bene nei vari paesi, in tutti i rapporti sociali. Questo, senatore. UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei chiedere questo: c'è un sostegno popolare così diffuso, qual è l'argomentazione? E' la cultura locale che favorisce... PASQUALE GALASSO. Sì. UMBERTO CAPPUZZO. .. la camorra, oppure voi avete argomenti ancora più convincenti per indurre la gente a fare quello che volete voi? PASQUALE GALASSO. Alla base c'è questo rapporto amicale, poi man mano si va a rafforzare quando un cittadino, uno che gli fa piacere avere questo rapporto con noi altri, ci viene a chiedere i favori, quali il misero posto di lavoro, e gli viene concesso. Quindi, in quel momento questo cittadino giura fedeltà Pag.2749 verso chi gli ha fatto la cortesia. E altre cortesie: non so, chi ha problemi con un ufficio IVA, fiscali, amministrativi, di una licenza, di una concessione edilizia e tanti altri favori, che sono quelle cose che fanno parte della nostra società. PASQUALE GALASSO. Alla base c'è la cultura, la predisposizione e la disponibilità di questa gente ad avere a che fare con noi. Diciamo che noi, la mia ex associazione è presente nel tessuto sociale: già da un incontro, da un saluto si va a tessere un rapporto sociale e man mano questo rapporto diviene così forte da far uscire i voti. UMBERTO CAPPUZZO. Che le risulti c'è un'evoluzione, c'è un cambiamento da quando lei ha deciso di collaborare? Attraverso le notizie che lei avrà, si riscontra in quella regione un cambiamento di mentalità, vi è qualche sintomo, qualche segno di cambiamento? PASQUALE GALASSO. Certamente, come voi siete preparati vi sarà un cambiamento, ma certamente dovete creare le basi e andare ancora avanti con una certa costanza e creare l'armonia tra tutte le forze dell'ordine, fra voi e tutti quanti e andare avanti su questa strada. Certamente riuscirete a cambiare: va cambiata una cultura esistente da tanti anni, diciamo negli ultimi 30-40 anni, dove il cittadino normale, oltre a far riferimento e a chiedere la cortesia al politico oppure al consigliere comunale, fa pure riferimento ai camorristi. Se il cittadino vuole una cortesia e non riesce tramite un consigliere, tramite il sindaco, si rivolge pure all'altra forza presente in zona che è la camorra. UMBERTO CAPPUZZO. Lei più volte ha parlato dell'armonia fra le forze dell'ordine, l'ha detto anche adesso: in che modo si manifesta questa mancanza di armonia fra le forze dell'ordine? PASQUALE GALASSO. Oltre alle forze dell'ordine dico, se mi permettete, con tanto rispetto, pure fra voi politici; faccio riferimento pure a voi: capite bene com'è la cultura in una determinata zona per poi intervenire, ma intervenire costantemente, non per un solo periodo e poi semmai lasciar stare. La camorra, come si è fatto in tanti anni, quando si è vista lo Stato addosso, ha rallentato un poco, poi lo Stato si è fermato e la camorra è andata ancora più forte; dico la camorra per dire un po' tutte le associazioni criminali. Ma se vedono la vostra costanza di interventi, certamente avranno fine. Ed io me lo auguro. SALVATORE FRASCA. La prima domanda è di carattere personale e se vuole può non rispondermi: Il Mattino del 17 agosto 1993 dice che il signor Galasso tra fabbricati, auto e 16 società intestate a parenti e a prestanome avrebbe un patrimonio di mille miliardi. E' vero? MARIO CLEMENTE MASTELLA. Mi sembra un po' eccessivo. SALVATORE FRASCA. Leggo da Il Mattino . PASQUALE GALASSO. No, non è vero. SALVATORE FRASCA. Può dire a quanto ammonta il suo patrimonio? PASQUALE GALASSO. Dico subito che sono nato già ricco, ma non ve lo dico per buffoneria. Dobbiamo andare un po' alle origini e mi dovete dare qualche minuto per spiegarlo. Mio padre già era ricco, era un imprenditore affermato ed ho ereditato miliardi di lire di beni; questi beni mi sono stati sequestrati cautelativamente e poi ridatimi nel 1987, parte di questi beni, e nelle mie varie iniziative economiche siamo stati sempre presenti, nelle varie società, noi Galasso; di prestanome non ne ho mai avuti al di fuori della mia ultima società, che è Pag.2750 basata sulle iniziative economiche che vi ho detto più volte con l'ingegner Cordasco e con Bifulco, dove i miei familiari non c'entrano: sono iniziative economiche mie, è un mio saper fare. Per quanto riguarda le auto di lusso, ripeto ancora una volta - l'ho detto anche l'altra volta - la principale azienda nostra era la trasformazione ed il commercio di autoveicoli pesanti, veicoli industriali Galasso, e accanto a questo commercio c'era la rivendita di automobili, automobili Galasso plurimarche. Quindi se ho dieci Ferrari oppure dieci Tipo oppure dieci Mercedes sono della vecchia società Galasso Spa; che poi ne usufruiamo noi... Dico inoltre che già da prima che io diventassi delinquente criminale tenevamo diverse autovetture di lusso, commerciavamo ed eravamo in possesso di diverse autovetture. SALVATORE FRASCA. La volta scorsa abbiamo parlato degli insediamenti camorristici e napoletani nell'alto Tirreno cosentino. Lei ha fatto i nomi di Mario Pepe, di Visciano Angelo, di Boscoreale e di Maiale: conferma quanto ha detto? PASQUALE GALASSO. Sì, certamente. SALVATORE FRASCA. Può dire se oltre a questi signori vi è un tal Maisto, parente e nipote del Maisto di cui lei ha parlato? PASQUALE GALASSO. Ve l'ho detto l'altra volta, no, non ne so niente di questo Maisto. SALVATORE FRASCA. Va bene. Ultima domanda: ha conosciuto un tal Giuseppe Cirillo, noto camorrista della provincia di Salemi, insediatosi nella piana di Sibari? PASQUALE GALASSO. Lo conosco di nome, so che apparteneva aCutolo, era un santista di Cutolo; è stato per diversi anni ai laghi di Sibari insieme al cognato Mirabile. Erano loro i capi camorra salernitani per Cutolo, Salerno città, e avevano cointeressenza in Sibari. Questo so. MARCO TARADASH. Vorrei fare una domanda in relazione ad uno degli ultimi quesiti del senatore Frasca, il quale probabilmente voleva sapere quanta parte del suo patrimonio sia stata sequestrata in virtù delle leggi antimafia. Lei ci ha spiegato la situazione, ma comprenderà che appare poco credibile il fatto che lei, soltanto per sport o per un piacere giovanile, si sia dedicato ad una carriera di killer senza trarne dei vantaggi personali, essendo di famiglia ricca. Vorremmo sapere in che modo lo Stato è intervenuto sui suoi patrimoni. PASQUALE GALASSO. Una parte dei miei patrimoni mi è stata sequestrata cautelativamente nel 1987, poi mi è stata ridata e mi fu comminata la sorveglianza speciale. L'altra parte, quasi tutto, al di fuori dei beni ereditati da mia mamma dai miei nonni, è tuttora sotto sequestro cautelativo. MARCO TARADASH. A quanto ammonta? PASQUALE GALASSO. Non lo so, saranno 40-50 mogge di terreno. PRESIDENTE. La Commissione dispone della valutazione dei beni. PASQUALE GALASSO. Ad agosto scorso ho cominciato a collaborare, uscii il 9 settembre 1992 dal carcere e fui mandato agli arresti domiciliari per incompatibilità con il carcere; sono stato mandato a Novara, dove comprai un'altra proprietà che dopo un mese mi è stata, pure quella, sequestrata ed è tuttora alle misure di prevenzione di Napoli. L'altra volta ho detto una cosa inerente ad una domanda che mi fu posta sui sequestri: se il giorno che farò quest'altra Pag.2751 prevenzione non riuscirò a chiarire come ho acquisito un bicchier d'acqua, la magistratura mi deve confiscare i miei beni, ma se riuscirò a dimostrare come ho comprato un pezzo di terreno la giustizia mi deve riconoscere tale. Non voglio come premio della mia collaborazione il dissequestro, come parecchi giornalisti hanno pubblicato ("E' collaboratore perché vuole salvare il suo patrimonio"); no, ve lo grido dal profondo del cuore. Se ho acquisito con la mia forza camorristica dei beni, voi me li dovete confiscare. Se io non riuscirò a chiarire tutto questo, mi dovete confiscare tutto, ma se io chiarirò come mi sono fatto e ho una storia economica, mi sono fatto un bene... Pensate che noi del 1987, quando mi sono stati rilasciati i beni di mio padre, gran parte li ho venduti, erano 70-80 appartamenti e altre aziende, altri beni nostri: li abbiamo venduti e nel 1989-1990 avevamo diversi miliardi di lire di disponibilità. Tutti questi miliardi mi sono stati truffati da questa società di Cordasco-Bifulco. Senatore, posso aggiungere un'altra cosa: vi chiedo di reinserirmi nella società e poi vorrò dimostrare a tutti quanti voi che mi reputo socialmente valido, pure come iniziative economiche, non sono solamente criminale. Questo è il mio desiderio. MARCO TARADASH. Questo deve valere per tutti. E confidiamo che la giustizia in questo paese funzioni ugualmente per tutti. La domanda specifica che volevo fare nasce da una sua riflessione. Dato che è stata posta una questione sociologica e dato che, dopo tutto, lei ha assunto un ruolo per cui sarà anche sentito da altri, vorrei, credo a nome della Commissione, esprimere un concetto: la situazione cambierà non quando il cittadino avrà dal politico la cortesia che richiede ma quando il cittadino non chiederà più cortesie al politico e quando il politico non farà più cortesie al cittadino ma ci saranno diritti uguali per tutti. OMISSIS. Questo, però, significa che la camorra aveva ed ha delle forte entrature presso il quotidiano Roma . PASQUALE GALASSO. Le voglio spiegare gli intrecci che ci sono tra una parte di rappresentanti dello Stato (politici, magistrati, giornalisti) e la camorra. La camorra è una componente della nostra società, ve lo dovete mettere bene in testa e se domani mattina *9, che ha certi amici, conosce ed ha un rapporto col giudice Lancuba sa benissimo che Lancuba prima o poi gli fa sapere che conosce Alfieri. Quindi, *1 sa benissimo del rapporto tra Alfieri e Casillo. In quel momento interviene per la sua cortesia su Alfieri che deve imporre a Casillo di fargli prendere il OMISSIS. Le voglio dire di più: *9 da latitante lo dovevo incontrare, come ho incontrato Vito Alfredo dovevo incontrare *9, quando nell'ultima mia latitanza i carabinieri e la polizia ... le forze dell'ordine non mi davano respiro e i giornalisti non mi davano respiro, inventando su me tante di quelle cose. Badate bene, nell'ottobre del 1992, io latitante da cinque mesi, sono uscito in prima pagina ( Mattino, Roma ) 21 volte; stavano creando questo grosso mito Galasso, come il male infernale della Campania, dell'Italia meridionale. Ho cercato di incontrare *9 tramite il professor Raffaele Boccia. Raffaele Boccia mi dice: "Pasquale, io lo porto da te ma tu sai benissimo che *9 è venale; *9 per venire da te ... prepara già un po' di soldi". "Ma quanto, dieci, venti?" "Sì, trenta, quaranta milioni di lire e interverrà senz'altro per la tua cura". Tant'è vero che poi, dato che mi davano una caccia terribile, non potei incontrare né Boccia né *9 e Boccia mi mandò a dire, tramite i miei familiari, che stava organizzando una riunione per far sì che si interessasse lui di questi miei problemi giornalistici e mi chiese di portare con sé in una riunione a Napoli mio fratello Martino. Questo c'è stato ma non con *9, con altri Pag.2752 due o tre giornalisti che *9 e Boccia gli mandarono. Questi giornalisti dissero a mio fratello Martino: "Va bene, incominciamo ad intervenire. Voi dovete fare un contratto pubblicistico con noi". PRESIDENTE. Quello che ha detto l'altra volta, col Roma ? PASQUALE GALASSO. Sì. No col Roma , con tutti i giornali. Quindi, mio fratello Martino viene da me e mi dice: "Pasquale, ci siamo incontrati nell'ufficio del professor Boccia" - a Napoli, mi sembra nei pressi di piazza Dante "Sono venuti due o tre giornalisti che mi hanno chiesto, come prima mossa, di fare dei contratti come Galasso SpA", cioè loro ci indicavano quali erano ... PRESIDENTE. I quotidiani o le agenzie? PASQUALE GALASSO. No, erano due o tre giornalisti e mio fratello Martino ... non ricordo i nomi, mio fratello li può ricordare. MARCO TARADASH. I nomi dei giornalisti non li ricorda. PASQUALE GALASSO. Quindi, io capii per la mia esperienza, per il mio piccolo intuito, che era la prima mossa, quella che cominciava ad essere più redditizia per *9. MARCO TARADASH. Scusi, chiedevano contratti di pubblicità sui giornali? PASQUALE GALASSO. Di pubblicità. Io mandai in malora sia mio fratello Martino sia Boccia, perché capii benissimo che mi stavo "imbarcamenando", perché giustamente si diceva all'epoca che Galasso teneva mille-duemila miliardi, quindi capii benissimo che mi volevano sfruttare. Lasciai perdere tutto; dopo pochi mesi fui arrestato; mio fratello Martino, i miei fratelli, seguendo sempre questa strada e seguendo qualche consiglio, cominciarono a fare questi contratti pubblicitari. Io stavo nel carcere di Salerno e cominciai a vedere su Il Mattino e sul Roma , nelle prime e nell'ultima pagina tutta la pubblicità nostra. Vennero a colloquio i miei fratelli e Martino e io gli saltai proprio addosso dicendo: "Che stai facendo?" e lui mi disse: "Fammi fare a me, perché vediamo un po' se questi giornalisti ci lasciano perdere, almeno come pace familiare, come pace industriale, della mia attività". Vedete bene che io mi arrabbiavo con mio fratello e dicevo: "Ma è mai possibile? Questi sono dei mascalzoni". Ve lo grido con tutta l'anima, perché ho passato momenti terribili: sono dei mascalzoni. In prima pagina mi mettete Galasso veicoli industriali; Galasso mette a disposizione per chi compra un veicolo industriale da Galasso una cinquecento nuova gratis; all'interno tutta una pagina "Galasso boss, superboss". E' una vergogna! Allora io dissi a mio fratello Martino: "Parla con questa gentaglia e digli che se si vogliono impegnare devono rispettare pure i loro patti. E' inutile che si prendano dieci, venti, cinquanta, cento, duecento, trecento milioni di lire. Se si impegnano che fanno la pubblicità e fanno i fatti loro, si devono pure impegnare che nella cronaca io non devo uscire più". Mio fratello riferì queste cose; è andato pure presso questi uffici della pubblicità ed ha riferito; loro hanno detto " Va bene, l'azienda industriale è una cosa, purtroppo vostro fratello è un grosso personaggio malavitoso; è stato creato ultimamente; man mano sgonfieremo. Quindi, se oggi esce una pagina all'interno, domani ne facciamo uscire mezza, poi un trafiletto e man mano scomparite nell'arco di poco tempo". Queste sono le cose che ho vissuto. Non vi dico bugie. MARCO TARADASH. Non era solo *10, ma era una struttura evidentemente. Pag.2753 PASQUALE GALASSO. Sì, ma diciamo che *10 quello è ... PRESIDENTE. Ma è stato poi così: lentamente sono diminuite davvero? PASQUALE GALASSO. Ho fatto quattro mesi di carcere e sono uscito il 9 settembre. Dissi ai miei fratelli di smetterla con questi giornalisti. Mi sono incontrato con i giornalisti che facevano queste pubblicità; li ho ammoniti un poco; dietro le mie arrabbiature, già quando stavo in carcere epoi fuori, con i miei fratelli questi rapporti si sono un po' raffreddati. Vennero due o tre di questi giornalisti i quali mi proposero di farmi incontrare con il capo redattore de Il Mattino , con questi giornali a me personalmente, dove loro mi chiedevano pure un'intervista. Io ho sempre rifiutato perché non amo essere intervistato e vedevo che poteva essere ... che si poteva ritorcere su di me. PRESIDENTE. Le avevo chiesto una cosa prima. Dopo questo intervento pubblicitario, le notizie su di lei si sono davvero ridotte su questi giornali? PASQUALE GALASSO. Un periodo, almeno per quanto mi ricordo, dal luglio 1992 andarono man mano ... PRESIDENTE. ... scemando. PASQUALE GALASSO. ... scemando, tant'è vero che io stavo nel carcere di Spoleto e questi giornali mi mandavano gratis una copia dei giornali; mi arrivavano via posta "al detenuto Galasso Pasquale" Il Mattino e il Roma gratis al carcere speciale di Spoleto, proprio per farmi toccare con mano. Mio fratello Martino ... feci un colloquio e poi altri non ne volli fare con i miei familiari perché non sono almeno mia moglie e tutto il mio contesto - non sono gente che possono andare fuori dai carceri in tutto quel contesto criminale. Preferii, pure a mia moglie, un solo colloquio e dissi: "Non venire più; ci vediamo quando ci vediamo ma non venire più, fammi la cortesia". Perché venire la mattina e stare fino alla sera ad aspettarmi ... poi mi raccontavano là fuori che cosa succedeva; mia moglie non è di questa pasta. Mio fratello Martino mi disse: "Ora ti manderanno i giornali e vedrai che non stiamo più sui giornali". Mi sembra che qualche volta sia uscito qualche piccolo trafiletto, che io mi arrabbiavo, ma non facevo più colloqui. MARCO TARADASH. Lei si è incontrato durante la latitanza epoi dopo la latitanza con questi giornalisti? PASQUALE GALASSO. No, io mi sono incontrato dopo, da quando sono ritornato a settembre agli arresti domiciliari, ero già collaboratore di giustizia. PRESIDENTE. La domanda è questa: quando lei era latitante è stato suo fratello ad incontrarsi con questi? PASQUALE GALASSO. Sì, dovevo incontrarmi io con *10 tramite il professor Boccia Raffaele di Poggiomarino, proprietario dell'istituto Settembrini, gavianeo da sempre, grosso intrallazzatore politico e nostro associato a tutti gli effetti. Poi non mi sono potuto incontrare perché pensate che i carabinieri e la polizia a casa mia stavano quasi tutti i giorni 50, 100, 200, elicotteri, tutto. Quindi, io stavo chiuso, ho fatto un anno di latitanza chiuso in casa; uscivo solo di sera e di notte. PRESIDENTE. Per capire, visto che lei insiste molto sul fatto che in questo periodo era molto ricercato, c'era stato un mutamento? Prima era meno ricercato? PASQUALE GALASSO. No, pure prima, ma diciamo che ultimamente io avevo pure la pesantezza di questo momento, Pag.2754 avevo una pesantezza all'interno della mia associazione. PRESIDENTE. Cioè, aveva una situazione interna difficile. PASQUALE GALASSO. Avevo una pesantezza interiore pure perché, come vi ho detto,... PRESIDENTE. Cominciava a pesare la storia di... PASQUALE GALASSO. Sì. MARCO TARADASH. Senta, ma i nomi di questi giornalisti suo fratello li avrà fatti varie volte, lei poi li ha visti, possibile che non si ricordi? Lei ce l'aveva con questi giornalisti, quindi avrà bestemmiato contro i loro nomi. PRESIDENTE. Forse non era indispensabile bestemmiare! PASQUALE GALASSO. No, mio fratello si dette nelle mani di uno di questi giornalisti che all'epoca - stavo nel carcere di Salerno - ricordo che mi disse che dovevano fare pure l'ufficio stampa presso la nostra concessionaria, la Galasso SpaA, che poi quest'ufficio stampa fu fatto presso l'ufficio di questa società di pubblicità. PRESIDENTE. Ma quest'ufficio stampa rientrava anche tra le clausole di quest'intesa? PASQUALE GALASSO. Sì, fu creato proprio per dare un'immagine e per incominciare a fare allontanare i giornalisti da noi e da me. PRESIDENTE. L'onorevole Taradash le ha chiesto se lei non ricordi i nomi degli altri giornalisti. PASQUALE GALASSO. Signor presidente, lei prima mi ha fatto una domanda. La mia collaborazione, diciamo la mia scelta è stata pure perché l'ultima latitanza mi sono accorto che avevo i bambini già grandicelli. I miei bambini, vedendo i carabinieri quasi tutti i giorni a casa, avevano incominciato a capire; c'è stato proprio un episodio: mio figlio Nino, otto anni, incomincia a dire "Papà, i tuoi nemici sono i carabinieri, vanno ammazzati". Questo mi ha portato a riflettere durante la mia latitanza, tant'è vero che mi sono abbracciato mio figlio Nino e gli ho detto "Senti, Nino, i carabinieri sono amici di tuo padre, non ti preoccupare". Mi figlio Nino fu fermato da un ufficiale dei carabinieri, da un capitano, che lo trattò bene. Mio figlio, vedendo in televisione e sui giornali questo capitano, mi disse "Papà, quello è tuo nemico". Io gli spiegai all'epoca, cercai di fargli capire che i carabinieri erano essenziali, altrimenti la società sarebbe diventata una giungla, tante di quelle cose, mio figlio non mi credette, e in più gli dissi "Nino, il capitano che ti ha fermato è intimo amico di papà tuo; papà un giorno te lo presenterà". Ho avuto questa gioia di presentare mio figlio al capitano Pascali. Mio figlio, quando ha visto il capitano Pascali, l'ha guardato; io gli ho detto "Papà te lo promise" - questo mi emoziona - "questo è l'amico di papà". Il capitano Pascali se lo abbracciò, mio figlio con distacco... Poi, dopo un po' di tempo, ci siamo visti parecchie volte con i miei familiari con il capitano Pascali, si sono affezionati aquesto... Hanno capito bene che suo padre non era contro la legge. Ho un altro figlio mio, Ciro. PRESIDENTE. Che è più piccolo? PASQUALE GALASSO. E' il secondo, adesso ha otto anni. Ecco, sono episodi che mi hanno colpito. Lui è appassionato dei carabinieri, vuole fare l'ufficiale dei carabinieri, il capitano dei carabinieri. Una volta ho presentato i miei bambini ed anche Ciro al giudice Mancuso e con Pag.2755 lui stava il capitano Angelosanto. Gli dissi "Ciro, questo è il capitano Angelosanto". Ciro nell'orecchio mi disse "Papà, non è capitano dei carabinieri" perché non lo vedeva con la divisa. Angelosanto capì, prese la tessera e gli fece vedere la divisa. Ciro disse "Papà, hai ragione, è capitano dei carabinieri". Ve lo giuro: scherzando a mio figlio ho detto sempre "Senti, Ciro, invece di fare il capitano dei carabinieri vuoi fare l'industriale, il commerciante?". "No". "L'ingegnere? L'architetto?". "No". E' una scelta sua ed io vorrei rispettarla una scelta di mio figlio. Un domani se lui vuole fare il capitano, vuole fare il giornalista lo deve pur poter fare. Sono episodi, questi, che mi hanno colpito durante la mia latitanza, signor presidente. Anche a questo è dovuta la mia scelta. Non potevo essere egoista, non potevo portare su una cattiva strada i miei bambini, che non hanno colpa. PRESIDENTE. La Commissione ha compreso i motivi che l'hanno indotta a compiere questa scelta. PASQUALE GALASSO. Signor presidente, i giornalisti ne dicono di tutti i colori, i difensori dei miei correi stanno dicendo, insistono sul fatto che io voglio salvare il mio patrimonio, ma se lo possono pure tenere, signor presidente, io ricomincerò a vivere. PRESIDENTE. Se può consolarla, i giornalisti ne dicono di tutti i colori su tutti, quindi non lo fanno solo con lei, se questo può consolarla in qualche modo. La Commissione ha comunque capito i motivi veri del suo cambiamento. L'onorevole Taradash le ha posto la seguente domanda: lei non conosce i nomi degli altri giornalisti? PASQUALE GALASSO. No, non li conosco. Io non ho incontrato i miei fratelli, ma vi prometto, appena li incontrerò, di farmeli dare e ve li farò sapere. PRESIDENTE. Penso che comunque i suoi fratelli siano stati interrogati dall'autorità giudiziaria, non so se siano stati interrogati su questo punto; in caso contrario, chiederemo ai magistrati di farlo. Non essendovi altre domande, la ringraziamo nuovamente. PASQUALE GALASSO. Ringrazio voi tutti. Arrivederci. (Pasquale Galasso è accompagnato fuori dall'aula) . PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, proseguiamo in seduta segreta. (La Commissione procede in seduta segreta). PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori in seduta pubblica. Poiché la Commissione non è in numero legale, sospendo la seduta per un'ora. La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 13. PRESIDENTE. Constatando la mancanza del numero legale, rinvio la deliberazione sulla segretazione dell'audizione odierna alla prossima seduta della Commissione. Dispongo che nel frattempo le parti per le quali ho proposto la segretazione siano rese non ostensibili. La seduta termina alle 13,02.