AUDIZIONE DEI SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI AL FENOMENO DELLE COSIDDETTE VACCHE SACRE AUDIZIONE DEL PREFETTO DI REGGIO CALABRIA SUL PROBLEMA DELLE COSIDDETTE VACCHE SACRE PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NLUCIANO VIOLANTE INDICE pag. Audizione dei sindaci dei comuni interessati al fenomeno delle cosiddette vacche sacre: Violante Luciano, Presidente ........ 3393, 3394, 3395, 3398 3399, 3400, 3401, 3402, 3405, 3407, 3408, 3409, 3411 Anastasio Carmine, Sindaco di Terranova Sappo Minulio ............................................... 3397 Barillaro Attilio, Sindaco di Oppido Mamertina ....................................... 3407, 3410 Battaglia Attilio, Commissario straordinario del comune di Gioia Tauro ......................... 3400, 3402, 3403, 3408 Calabrò Tommaso, Sindaco di Varapodio ................. 3404 Falletti Giuseppe, Vicesindaco di Taurianova .......... 3395 3398, 3399 Iorfida Leonardo, Vicesindaco di Cittanova ............ 3393 3394, 3395, 3407, 3408, 3409 Laface Umberto, Sindaco di Melito di Porto Salvo ................................................. 3306 Lentini Rocco, Vicesindaco di Rizziconi ............... 3405 Loiacono Rosario, Sindaco di Rizziconi ................ 3404 3411 Mammola Francesco, Sindaco di Polistena ......... 3399, 3400 3408 Marrapodi Vincenzo, Sindaco di San Giorgio Morgeto ................................... 3401, 3402, 3411 Pag. 3392 Morano Francesco, Sindaco di Cittanova .......... 3395, 3397 3403 Nucera Carmelo, Sindaco di Bova Superiore ............. 3396 Priolo Giuseppe, Commissario straordinario del comune di Molochio ........................................ 3406, 3407 Saladino Italo, Sindaco di Brancaleone .......... 3397, 3398 Tripodi Girolamo .............. 3404, 3407, 3409, 3410, 3411 Audizione del prefetto di Reggio Calabria sul problema delle cosiddette vacche sacre: Violante Luciano, Presidente ........ 3412, 3413, 3414, 3416 3417 Caselli Luigi, Prefetto di Reggio Calabria ............ 3412 3413, 3414, 3415, 3416 Tripodi Girolamo .................... 3414, 3415, 3416, 3417 Pag. 3393 La seduta comincia alle 15. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Audizione dei sindaci dei comuni interessati al fenomeno delle cosiddette "vacche sacre". PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei sindaci dei comuni interessati al fenomeno delle "vacche sacre", che ringrazio per avere aderito al nostro invito. Nella seduta odierna procederemo inoltre all'audizione del prefetto di Reggio Calabria; fra un paio di giorni, infine, incontreremo il questore ed il comandante dei carabinieri, impossibilitati a partecipare, a causa di impegni urgenti, alla seduta di oggi. Dai sindaci dei comuni interessati vorremmo conoscere i dati di fatto concernenti la questione delle "vacche sacre". Ho scherzosamente fatto osservare al prefetto che, se è possibile arrestare 300 latitanti, è altrettanto possibile prendere 300 mucche. Non dovrebbe trattarsi di un'impresa impossibile! Si tratta quindi di stabilire le iniziative da mettere in atto, che voi potrete suggerirci sulla base dell'esperienza maturata. In definitiva, abbiamo bisogno del massimo numero di informazioni per potere successivamente impartire le giuste direttive sia alle autorità di polizia sia, in funzione di sollecito, alle autorità politiche e, se necessario, al ministro. La vicenda della quale ci stiamo occupando ci appare grave perché, oltre al fastidio che arreca alla cittadinanza, rappresenta un segno di dominio permanente ed impunito di certe organizzazioni. Questo è il dato di fatto. In pratica, si tratta di un punto di prestigio che, come sapete, è molto importante per queste organizzazioni e che bisogna piegare e spezzare. Do senz'altro la parola a chi di voi intenda intervenire. LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Premesso che abbiamo già avuto occasione di discutere sul problema delle vacche, vorrei anzitutto precisare che se voi per dati tecnici intendete riferirvi alla consistenza numerica, è esagerato parlare, così come è stato fatto, di 4 mila capi, che certamente non vi sono. Più realisticamente, ritengo invece che la presenza di 1.000-1.500 bovini sia un dato più esatto. Come nucleo originario, le vacche sono partite da Cittanova. Si vuole che esse appartengano ad una famiglia mafiosa che aveva esercitato il predominio su Cittanova e sullo Zomaro. So che esiste un verbale allegato agli atti di un procedimento già passato in giudicato, dal quale risulta che una delle donne del clan Raso-Albanese... PRESIDENTE. Che poi sarebbe il clan proprietario delle mucche? LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Sì, esatto. Dicevo che questa donna si faceva carico della proprietà delle mucche. Adesso le mucche si sono - per così dire - allargate, sia sul fronte ionico sia sul lato tirrenico e credo arrivino fino a Gioia Tauro, interessando tutti i comuni i cui rappresentanti sono qui presenti. I bovini vivono e proliferano allo stato brado. Io stesso ho assistito Pag. 3394 all'inseguimento di mandrie di mucche da parte di cani randagi ed ho visto i bovini chiudersi a cerchio per proteggere i vitellini. Nel territorio del comune di Cittanova siamo intervenuti per rimuovere una rampa che serviva a caricare le mucche. PRESIDENTE. Cosa vuol dire? LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. All'interno di una stradella di campagna, interrati (cioè al di sotto del livello delle proprietà limitrofe), erano stati infissi alcuni pali sì da creare un sistema che consentiva di caricare le mucche sui camion. In pratica, era stato creato un passaggio obbligatorio che costringeva le mucche a salire sui camion che in precedenza si erano posizionati, procedendo a marcia indietro, all'altezza di questa costruzione. E' evidente che in questo caso vi era stato un intervento dell'uomo: si tratta di un aspetto indicativo per comprendere come vadano le cose. Credo che per risolvere il problema si possa fare qualcosa. Come lei sa, presidente, noi siamo intervenuti con la prefettura. Sembra che vi siano problemi di natura insormontabile. PRESIDENTE. Vorrei ricordarle che anni fa, l'allora procuratore della Repubblica Tuccio emise un'ordinanza... LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Sì, presidente, ma l'ordinanza emessa da Tuccio riguardava lo stato di pericolosità sotto il profilo della pubblica incolumità. E' proprio sulla base di tale ordinanza che i carabinieri di Cittanova stanno abbattendo alcuni capi, con una media di uno o due alla settimana. Va infatti considerato il problema dello smaltimento della carne, sotto l'aspetto logistico ed effettivo. PRESIDENTE. I carabinieri stanno abbattendo le mucche? LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Sì, ma sempre con riferimento allo stato di pericolosità. E' evidente che quest'ultima caratteristica non può essere comprovata con riferimento a cento capi ma solo per quel bovino che crei pericolosità sotto l'aspetto dell'incolumità pubblica. Non si può fare un discorso generalizzato, ma solo occasionale. Come dicevo, a nostro avviso il problema può essere risolto. Cogliamo questa occasione per dire che, introducendo un emendamento al decreto istitutivo della presenza dell'esercito in Calabria, si potrebbe risolvere, senza grandi problemi... PRESIDENTE. Cosa suggerisce in particolare? LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Si potrebbe trasferire a Cittanova una compagnia del genio ed una compagnia della sussistenza: le mucche sarebbero ammazzate e la carne potrebbe essere data all'esercito. Non credo che tale soluzione comporterebbe particolari problemi. Del resto, al momento, quando i carabinieri ammazzano un capo, noi macelliamo la carne e la diamo in beneficienza. L'esercito è anche attrezzato per il congelamento della carne: ecco perché parlavo della possibilità di impiegare una compagnia di sussistenza. PRESIDENTE. Credo che la questione sia la seguente: come si fa a distinguere la mucca "cattiva" da quella "buona"? Mi riferisco non solo a quelle che vagano sulle strade ma anche a quelle nei campi. LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Credo che nei campi, a livello privato, ve ne siano poche o che addirittura non ve ne siano affatto. Il prefetto di Reggio Calabria ci ha posto un problema sul quale abbiamo un pochino dissentito. Io ho dichiarato che, pur essendo vero che vi sono mucche di privati, è altrettanto vero che vi sono organi dello Stato i cui rappresentanti hanno avuto incidenti con le macchine... Pag. 3395 PRESIDENTE. Lei non deve convincerci dell'utilità di adottare un'iniziativa, ma aiutarci ad individuare una misura idonea priva di controindicazioni. LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Ripeto: potrebbe essere introdotto un emendamento al decreto che istituisce la presenza dell'esercito in Calabria, con il quale si stabilisca che gli animali liberi e presenti sul territorio debbano avere un marchio... PRESIDENTE. Sì, ma questo comporterebbe la necessità di attrezzarsi per il marchio. La legge antiabigeato vigente in Sardegna, che risale agli anni cinquanta, prevedeva - credo che sia tutt'ora in vigore - che le bestie dovessero essere marchiate e che quelle prive di marchio fossero sequestrate. Si potrebbe fare in modo che, con appositi decreti del prefetto, si assicuri l'attuazione di questa legge provincia per provincia. Non credo, infatti, che nella provincia di Perugia sia necessario adottare una misura del genere! GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Nella piana di Gioia Tauro non esistono cospicui allevamenti di bestiame detenuti da contadini oppure a livello industriale. Le mucche delle quali si conoscono i proprietari - allevatori o contadini - vivono in campi custoditi e recintati oppure nelle stalle. LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Credo che il problema non sia insormontabile, ove si consideri che si tratta di 1.000-1.500 capi. Ovviamente a questo punto è necessaria una volontà politica. Non so se tecnicamente sia possibile che la Commissione si faccia carico di presentare un emendamento al decreto che istituisce la presenza dell'esercito in Calabria né so se la soluzione da noi indicata sia la migliore. Tuttavia, la offriamo come momento di riflessione. FRANCESCO MORANO, Sindaco di Cittanova. Al di là delle considerazioni svolte dai colleghi che mi hanno preceduto, vorrei ricordare che in passato è stato detto spesso che vi erano difficoltà ad intervenire per ragioni di natura giuridica ed amministrativa. Oggi, in considerazione dell'esistenza di un decreto in corso di approvazione vi è la prospettiva di prevedere uno strumento legislativo che sancisca la possibilità per gli animali vaganti, che rappresentano di fatto un pericolo, considerato che non vagano solo nelle proprietà private ma anche nei paesi e nelle strade (gli incidenti sono all'ordine del giorno), di requisirli e di denunciare i proprietari o, altrimenti di abbatterli ed utilizzarne la carne. Vorrei sottolineare un ulteriore aspetto. In considerazione di una diversa volontà, che mi sembra cogliere per intanto nella Commissione antimafia, quello di oggi è un incontro significativo, anche per la presenza di numerosi sindaci. Abbiamo sottoscritto un documento nel quale la mancanza di alcune firme è stata dovuta al fatto che non abbiamo avuto il tempo di vederci e di coordinarci meglio. Ciò che è importante è che oggi si coglie una nuova volontà rappresentata dalle istituzioni locali che si dichiarano disponibili a fare tutto quello che devono fare perché il problema venga risolto. Mi sembra che ci sia la volontà non solo della gente ma anche delle istituzioni, che si espongono e chiedono. Bisogna vedere se veramente questi problemi di natura giuridica e amministrativa sussistano; in ogni caso, si può trovare la forma e il modo per superare tale situazione, ad esempio con un decreto. L'importante è che ci sia la volontà, non dimenticando che si tratta di un fatto simbolico che però ha una grave valenza sul piano dell'immagine e della presenza dello Stato. PRESIDENTE. Poiché molti membri della Commissione, che vivono in altre zone del paese, non conoscono la situazione, vi prego di descrivere in concreto cosa accada. Pag. 3396 CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. La città di cui sono sindaco si trova nel versante ionico, quello opposto rispetto a Cittanova. Il territorio è così vasto e così abbandonato perché in quest'area sono venuti meno alcuni comuni che nell'arco degli anni, per calamità naturali, si sono trasferiti altrove; penso ad Africo, Casalinuovo, Roghudi. Bova resta quindi a presidio di una vasta area di migliaia di ettari; le proprietà comunali arrivano a Montalto. Le vacche si trovano in quest'area. PRESIDENTE. Vengono dall'altra parte? CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. Non siamo in condizione di stabilire se siano come le cosiddette vacche di Fanfani, che all'epoca si spostavano da una parte all'altra. Non siamo in condizione di sapere se si tratti delle stesse vacche che, in occasione di controlli sul versante tirrenico, vengono spostate, oppure se si tratti di un patrimonio zootecnico insediato nell'area. PRESIDENTE. Il clan sarebbe sempre lo stesso? CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. Sarebbe lo stesso qualora le vacche venissero autotrasportate. In caso contrario, si tratterebbe di capi diversi e quindi vorrebbe dire che il fenomeno si allarga e diventa più consistente. Vorrei ripetere un proverbio della nostra cultura: "La pecura pe' ricchizza e la vacca pe' grandizza". Dobbiamo sconfiggere una mentalità di prevaricazione. Fermo restando che è molto importante la riunione che lei, signor presidente, ha convocato quest'oggi, trovo inconcepibile che si domandi ai sindaci, molti dei quali eletti nelle ultime tornate elettorali, la consistenza del patrimonio zootecnico. Se devono essere i sindaci a rispondere, non capisco quale ruolo abbiano le autorità dello Stato, se ci sono nella provincia di Reggio, in rapporto a questo problema che non è solo fastidioso ma mina l'immagine dello Stato; non capisco quale compito abbiano assolto, quanto meno in ordine all'accertamento dei dati. PRESIDENTE. Vorrei precisare che la Commissione, dopo la vostra audizione, ascolterà il prefetto ed il questore di Reggio Calabria. Riteniamo, infatti, che sia utile acquisire il contributo di tutti, se del caso per contestare eventuali inadempienze. CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. Spesso mi reco nelle montagne desolate. Mi sono permesso di presentare una cartina geografica sulla quale è disegnato un cerchio che racchiude migliaia di ettari (i campi e la pineta di Bova) che rappresentano un crocevia, un incrocio con Africo, Roghudi, Staiti. Quella zona non è presidiata dallo Stato italiano ma solo da qualche iniziativa degli scout, che noi incentiviamo perché la montagna non resti isolata. Un anno fa mi sono permesso di inviare un telegramma alle autorità governative, in previsione della presenza dell'esercito in Calabria, per dire che il comune di Bova, nonostante le difficoltà di bilancio, si faceva carico di dare gratuitamente alcuni locali siti nella pineta di Bova; non sono stato onorato neppure del sopralluogo richiesto. Sottolineo che non esiste solo il problema di eliminare il fenomeno. Se lo si vuole fare, è possibile, perché si può emettere un decreto e stabilire che entro un certo numero di giorni il legittimo proprietario chiuda nelle stalle le vacche. Quelle che vengono lasciate allo stato brado devono diventare patrimonio dell'istituendo parco nazionale (ricordo che per quest'ultimo vi è stata avant'ieri la decretazione). Credo che vi sia la possibilità di procedere all'abbattimento, ma sollecito anche un'iniziativa affinché, per le vacche che dovessero risultare legittime, si possano realizzare nell'ambito del parco delle oasi compatibili con l'esercizio della pastorizia. Se c'è la volontà politica, 1.500 o 3.000 capi non possono rappresentare per lo Stato una difficoltà. Pag. 3397 Dunque, suggerisco che si proceda all'abbattimento dei capi che non rientrino nell'ambito delle aree compatibili con l'esercizio della pastorizia, assegnando all'istituendo parco i proventi della vendita della carne macellata. Ritengo infatti che i comuni debbano essere risarciti dai danni subiti non solo in termini di patrimonio boschivo, ma anche relativamente al pericolo che aree di grande valenza dal punto di vista ambientale e paesaggistico possano non essere utilizzate. Infatti, il possesso da parte del comune esiste solo sulla carta, poiché il comune non esercita la potestà né del bosco né del sottobosco. Dunque, la nostra proposta è relativa non solo all'eliminazione dei capi, ma anche tendente a far sì che le amministrazioni possano esercitare il controllo sui terreni di loro proprietà. FRANCESCO MORANO, Sindaco di Cittanova. Nel nostro comune abbiamo costituito di recente tanti piccoli ranch, cioè abbiamo fatto recinzioni tipiche dei ranch americani, per poter fare piantumazione. Se non avessimo fatto così, sicuramente dopo un paio di giorni quelle piante sarebbero scomparse; mi riferisco a quello che abbiamo piantato nelle scuole, nei giardini: le vacche hanno provocato incidenti non solo sulle strade - alcuni gravi - ma anche in paese, nelle scuole, ovunque c'è verde. Questa è la realtà del nostro paese. CARMINE ANASTASIO, Sindaco di Terranova Sappo Minulio. Il problema delle " vacche sacre ", come il presidente ha detto, deve essere eliminato perché, se ho ben compreso il discorso, la mafia con questa manifestazione impone la sua volontà. Come ricordava il vicesindaco di Cittanova, questo problema, grazie alla volontà politica e delle istituzioni, potrebbe essere facilmente risolto. Oggi siamo di fronte alla Commissione antimafia, che si interessa dei problemi della mafia in generale, anche della sua presenza nelle istituzioni. Il problema delle " vacche sacre " è grande, perché crea nei paesi incidenti e danni, soprattutto agli agricoltori; costituisce però un'appendice, facilmente asportabile, del sistema e dimostra come finora non ci sia stata la volontà politica di affrontarlo a livello nazionale ed internazionale, né in Italia, né all'estero, né in America. Non dobbiamo guardare con il microscopio il problema, limitandoci al nostro territorio. Vorrei perciò chiedere al presidente quali siano per il futuro le prospettive della lotta alla mafia e che tipo di azione di contrasto si potrebbe porre in essere per combattere la droga ed il commercio delle armi. Sappiamo tutti che la mafia si regge su questi commerci, e che partecipa a multinazionali: il denaro sporco viene lavato. C'è poi un'immagine che né noi, né voi, né i politici in generale riescono a scovare - queste grosse multinazionali o altri sistemi - per cui il problema delle vacche è importante, ma ritengo che con la volontà delle istituzioni possa essere risolto anche in una settimana. ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone. Il comune di cui sono sindaco non è interessato dal problema delle " vacche sacre ", perché non abbiamo patrimonio boschivo; siamo a valle, vicini ai comuni di Bruzzano, Motticella, Africo, comuni ad alta densità criminale. L'onorevole Tripodi conosce molto bene la zona ed anche la posizione di Brancaleone. Il problema non è solo relativo alle " vacche sacre ", che pascolano incustodite; si sa bene chi sono i proprietari; i carabinieri sanno nomi e cognomi, sanno anche a chi appartengono le galline. Come al solito si dice: " tira a campà ". Non voglio fare critiche o polemiche, ma ricordo che qualcuno una volta disse che era più facile fare la guerra del Golfo che la guerra alle " vacche sacre ". Penso che basterebbero le caserme dei carabinieri dislocate nei vari comuni, potenziate negli organici. Ritengo che l'esercito sia una spesa inutile per lo Stato: deve essere tenuto alle frontiere per difenderci dall'arrivo di stranieri; in quel caso useremo le armi ed ognuno Pag. 3398 sentirà il dovere di difendere la patria. Abbiamo la polizia di Stato, i carabinieri, i vari presidi che dovrebbero essere potenziati; è inutile inviare per sei mesi o per un mese l'esercito. A mio avviso, si tratta solo di manifestazioni protagonistiche. Si parla sempre della battaglia contro la mafia e la criminalità. Ho sentito spesso l'onorevole Tripodi parlare di lotta alla criminalità, alla delinquenza organizzata. Però, ci fermiamo sempre alle parole. Noi dobbiamo dire come vogliamo combattere questa criminalità! Dobbiamo anzitutto pensare che lì si fa speculazione in primo luogo sulla disoccupazione; è facile assoldare il disoccupato, il giovane. E' qui che bisogna cercare di fare prevenzione perché ritengo che, se una malattia viene presa all'inizio, è allora facile curarla; se, invece, noi vogliamo estirpare la malattia quando è già allo stato di irreversibilità, credo sia inutile usare l'esercito, bombe, mitra, eccetera. Le vacche in quella zona ci sono e vi pascolano - tutte le stazioni dei carabinieri sanno di chi sono - ma il bello è che questi signori le accompagnano addirittura fino a valle, fino agli appezzamenti e agli agrumeti vicini al mare; anzi, passano addirittura sulla spiaggia, di notte e in fila indiana! Sanno di chi sono, ma nessuno interviene. E lì nessuno parla perché ha paura! Anche io ho un appezzamento di terreno, le vedo circolare e chiedo se sono di tizio...? No, e di chi? Non l'ho visto mai...! Ribadisco che è la paura che non fa parlare la gente. Noi dobbiamo quindi cercare di prevenire - lo ripeto - tale fenomeno. Queste sono le ragioni per cui ho inteso svolgere questo intervento. Sono venuto in questa sede dopo aver ricevuto il suo telegramma. Presidente, se lei mi consente, vorrei uscire fuori dal tema per fare una semplice osservazione. Ho ricevuto una lettera scritta da lei ed una inviata agli studenti della scuola media, nella quale, affermava che nel suo intervento presso il sindaco di Brancaleone... Scusatemi se esco fuori dal tema. PRESIDENTE. Prego. ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone. Lei si è subito reso parte diligente intervenendo presso il mio ufficio e avvertendo la scuola che aveva sollecitato il sindaco a mettere in funzione il pulmino per la scuola. Onorevole presidente, sinceramente non ho capito le ragioni di questa sua ingerenza che l'ha portata a scrivere al sindaco per sollecitare quella iniziativa. Lei non mi ha detto: "Sindaco, predisponga subito un pulmino e poi le mando i soldi per acquistarlo!". Io mi sono insediato il giorno 23, e dopo cinque giorni il pulmino è stato attivato. Le chiedo scusa, ma ho inteso dirle queste cose perché sono intervenuti presso di me il preside e gli studenti per dirmi: "Ha visto, è dovuto intervenire il presidente della Commissione antimafia...!". Presidente, mi scusi ma questo è protagonismo. Io rappresento una comunità, e gli devo anche dare soddisfazione perché il sindaco di Brancaleone ha avuto immediata sensibilità per la scuola. PRESIDENTE. Fare del protagonismo a Brancaleone, francamente...! ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone. Mi sono sentito in dovere di dirglielo, perché mi sento... PRESIDENTE. La ringrazio. ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone.... una persona corretta e quindi le porto i ringraziamenti da parte della scuola per il suo intervento. PRESIDENTE. Grazie. GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Si poneva il problema di chi fossero le vacche. La gravità della situazione, per non essere intervenuti in questi anni, in che cosa consiste? Se l'origine di tale fenomeno è da individuarsi nei clan, ormai esso si è esteso. Pag. 3399 PRESIDENTE. Sì, questo è un fatto. GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Non si sa più di chi siano perché a questo punto ritengo... PRESIDENTE. E' vero che si sono aggiunti anche i ladri? GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Ecco. Non è quindi facile stabilire zona per zona di chi siano. Se lei fa mente locale sulla questione relativa alla piana di Gioia Tauro, può constatare che in tutta la provincia di Reggio Calabria, mancano i mattatoi comunali... PRESIDENTE. Sì. GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Inoltre per poter macellare la carne bisogna recarsi in alcuni posti, in taluni comuni nei quali vi è il mattatoio; è evidente - a mio avviso - che molta della carne che i cittadini della piana di Gioia Tauro mangiano non proviene dai mattatoi. PRESIDENTE. Lei vuol dire che si fa macellazione clandestina? GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Evidentemente! Se lei pensa che per tutta la popolazione della piana, e magari anche della zona ionica non esiste un mattatoio...! Noi del comune di Taurianova stiamo approntando adesso un mattatoio abbastanza grande. Sarebbe importante se noi scoprissimo dove vengono macellati quei capi di bestiame. Non è infatti possibile che un solo mattatoio, distante cento chilometri da questi comuni, possa macellare tutte le carni che vengono consumate nella piana di Gioia Tauro. Ritengo che il problema sia esteso e che molti dei commercianti dei bovini sono diventati nei fatti non mafiosi che possiedono le vacche, ma commercianti che tengono - anche in questo caso - in maniera clandestina e incontrollata i bovini. Credo, quindi, che oggi vi possa essere anche un intreccio tra una parte non tipicamente mafiosa ed un'altra di origine mafiosa. E' un fatto che io ritengo ancora più grave perché credo che tale fenomeno potrebbe agire da collante. Con ciò non intendo affermare che vi è una parte buona ed una cattiva; anzi, il contrario: vi è la possibilità di saldare interessi di gente che prima commerciava liberamente in bestiame e che oggi, con il proliferare di quest'ultimo nella zona, sia incorsa anche in collusioni. Vi è quindi una doppia responsabilità dello Stato rispetto a questa vicenda. Presidente, alla fine della riunione le chiederò, assieme all'onorevole Tripodi, cinque minuti, per affrontare una questione che non riguarda le vacche. Le chiederò cinque minuti in forma privata per farle presente che, anche a Taurianova, vi è una recrudescenza di episodi di un certo tipo. PRESIDENTE. Per ora parliamo di questo argomento. GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Credo che l'assenza dello Stato... Non ha senso che a Taurianova si sia aperto un commissariato dopo il rinvenimento della testa mozzata, mentre il territorio non si sa ancora oggi di chi sia; tant'è vero che, nel periodo di Natale, sono state bruciate dieci-quindici macchine. PRESIDENTE. A Taurianova? GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Sì. FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Devo ringraziare il presidente della Commissione antimafia per la possibilità che ci viene offerta di esternare il nostro pensiero, quanto meno in una situazione molto più qualificata e molto più in alto di quella in cui siamo abituati ad operare. Nel mentre devo ringraziare per la garbata lettera che lei ci ha inviato, sarei tentato di parlare di mille Pag. 3400 altri problemi che a livello di antimafia possono interessare il nostro territorio. Riferendomi esclusivamente al problema delle " vacche sacre", vorrei dirle che qualche giorno fa sono stato piacevolmente ospitato dall'amico sindaco di Cittanova in una riunione molto qualificata, alla presenza di persone molto qualificanti, nella quale, da una parte, è emersa una critica aspra e terribile degli addetti ai lavori e dei locali (abbiamo rinfacciato - forse in maniera un poco aspra - alle forze dell'ordine gli incidenti che si sono verificati, a livello di incolumità fisica, in ordine al problema degli agricoltori e a tutta la problematica legata alla questione delle " vacche sacre ") e, dall'altra, non potevamo che sottolineare un aspetto incredibile di questa vicenda. Intendo riferirmi alla possibilità che viene data ad alcune persone di impadronirsi del territorio, tra l'altro in maniera infida! Vorrei denunciare ad alta voce che, se da parte di autorevolissimi rappresentanti dello Stato (mi riferisco ad una parte degli interventi che vi sono stati a Cittanova) ci si viene quasi a scusare del fatto che, se le vacche esistono, ciò può accadere perché riescono a mimetizzarsi in un territorio tirrenico, ionico, con passaggi... PRESIDENTE. Sono vacche mimetizzate, insomma! FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Questo non lo dico io, onorevole Violante, ma un autorevolissimo rappresentante dello Stato a Cittanova. Questo lo denuncio in termini precisi! ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del comune di Gioia Tauro. Deve fare il nome, però! FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Sapevo di fare un intervento polemico; lei, evidentemente, non ha partecipato a questa riunione! PRESIDENTE. Sindaco, si rivolga a me. FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Non gradirei interruzioni non per altro, ma perché, evidentemente, o non ha partecipato a quella riunione, oppure lo ha fatto in maniera distratta. Quando ci si viene a dire da parte di autorevolissimi rappresentanti dello Stato che le vacche sono nella zona tirrenica perché riescono a mimetizzarsi, se le forze dell'ordine vanno nella zona ionica, o viceversa... Quando ci si viene a dire da altri autorevolissimi rappresentanti dello Stato che non sanno come fare per censire - questo lo denuncio in termini precisi - le vacche e quando ci si viene a dire che esistono 4 mila vacche... Io l'ho appreso a Cittanova da un autorevolissimo rappresentante dello Stato e mi meraviglio, perché l'onorevole Tripodi, che siede alla destra del presidente, è stato sindaco del comune di Polistena per vent'anni, nonché autorevolissimo rappresentante della Commissione antimafia. Credo che voi abbiate i mezzi e le notizie necessarie per cercare di stroncare tale fenomeno, che è una vergogna per le nostre zone! Noi oggi non dovevamo essere convocati in questa sede per le " vacche sacre ", ma per problemi di altra natura! Probabilmente, non dovevamo essere convocati in questa sede per la questione delle " vacche sacre ". Dieci o dodici sindaci sono stati - mi scusi il termine, presidente - scomodati in questo momento di crisi delle istituzioni per venire a conferire con l'onorevole Violante circa un problema che in una società civile e democratica - come dovrebbe essere la nostra - dovrebbe essere stato superato da parecchi e svariati anni! Quando un sostituto procuratore della Repubblica viene a dire in un pubblico convegno al cinema teatro Odeon di Cittanova che le " vacche sacre " sono 4 mila e che appartengono alla cosca "tal dei tali", non devo essere io, sindaco del comune di Polistena - che dispongo di otto vigili urbani, tre dei quali non adeguati a svolgere i servizi esterni -, a stabilire cosa devo fare delle " vacche sacre "! Non lo posso fare io, ma qualcun Pag. 3401 altro per me! Non mi manca la volontà di farlo, ma non ho la possibilità di sistemare il problema delle " vacche sacre ". Tenga conto che, per quanto riguarda il comune di Polistena, siamo toccati dalla questione delle vacche sacre non come territorio di per sé - l'estensione del mio comune è infatti molto ridotta -, ma soprattutto per una strada statale che va da Polistena a Taurianova (è qui presente il vicesindaco di Taurianova). Occorre tener conto del fatto che, nell'immediata periferia di Polistena, siamo già nel comune di Cittanova e successivamente in quello di Taurianova. Io potrei dire, lavandomene le mani alla vecchia e antica maniera, che il problema per il mio comune non esiste. Se mi comportassi in tale maniera, non sarei serio e verrei qui solo a fare passerella. Poiché mi sono scomodato per fare 700 chilometri, non l'ho fatto per fare passerella, né per il piacere di conoscere lei - che ho già incontrato in altre occasioni - o l'onorevole Tripodi che è stato sindaco del comune che ho il piacere e l'onore di rappresentare da qualche anno a questa parte. Sono in questa sede perché le istituzioni hanno il diritto-dovere di non essere più "parolaie", come qualcuno è stato al teatro di Cittanova. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Il mio comune confina con quello di Cittanova. Può sembrare anacronistico, ma è così: a San Giorgio Morgeto noi non abbiamo questo problema delle vacche. Una volta convocato in questa sede, ho ritenuto di dover partecipare a questa riunione pensando tra l'altro - ho letto tra le righe e ho interpretato la lettera che ho ricevuto - che si trattasse - è stato scritto - di un'occasione di incontro e che, oltre alla questione delle vacche... Presidente, tra l'altro, nel 1986 o nel 1987 siamo stati chiamati - allora ero già sindaco di San Giorgio Morgeto - pur non essendo interessati al fenomeno, per collaborare, per dare la disponibilità sia del mattatoio sia a livello di contribuzione economica per l'abbattimento di queste vacche. E' un fatto quindi che risale a molto tempo fa. Noi allora, pur non essendo interessati, abbiamo dato la nostra disponibilità, perché è un problema che se non riguarda il mio territorio riguarda comunque me personalmente e tutti i cittadini di San Giorgio Morgeto che, quando si spostano per andare a Cittanova o a Taurianova, possono tranquillamente imbattersi in queste benedette e famose vacche, note appunto come "vacche sacre". Ricordo pure chi ha coniato questo termine, un mio carissimo amico. Ma sul territorio noi abbiamo ben altri problemi. Pensi, signor presidente, che a San Giorgio Morgeto, in quest'ultimo periodo, tutti i giovani che si sposano la sera ricevono la visita di alcuni personaggi loschi. La visita consiste nel dire all'interessato: "Tu oggi hai avuto al tuo matrimonio cento invitati. A centomila lire a testa fanno 10 milioni; tre milioni li hai dovuti pagare per la sala; sette milioni li devi dare...". Sta succedendo questo. E' già successo quattro volte, in tempi brevissimi! PRESIDENTE. Mi scusi, sindaco, cerchiamo di affrontare un argomento per volta. Se ciascuno parla di tutto, non riusciamo a stringere. Allora, definiamo la questione che stiamo esaminando e se rimane del tempo - come credo - e ci sono altre questioni che qualcuno di voi vuole sollevare potremo affrontarle. Però, mi capisca, abbiamo bisogno di concretezza. Vediamo allora di concludere l'esame della questione di cui ci stiamo occupando. Una volta avute tutte le informazioni che volete darci su tale questione, potremo affrontare anche le altre. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Parlo allora nel merito della questione, presidente. Sono passati tanti anni dalla nascita del problema di queste benedette vacche. Ci sono state interrogazioni, interpellanze parlamentari e via discorrendo. Se ci fosse stata la volontà da parte degli organi Pag. 3402 dello Stato, non certamente della Commissione antimafia, ma da parte - ripeto - degli organi dello Stato (il Ministero dell'interno e via discorrendo) di risolvere tale questione, non ci sarebbe stato bisogno di convocare i sindaci. PRESIDENTE. Però... VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Sono venuto di buon grado, ma ritengo che ci siano organi dello Stato preposti a fare... PRESIDENTE. Ma scusi, questo è pacifico. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Allora se si invoca un decreto che chiarisca tutti questi aspetti... beh, non c'è bisogno che arrivi il sindaco di Cittanova per sollecitarlo. Evidentemente a monte manca la volontà politica! PRESIDENTE. Non deve spiegare a me che manca la volontà politica. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Ce lo diciamo tutti assieme. PRESIDENTE. Ma è inutile che ci raccontiamo sempre le stesse cose. Andiamo al nodo della questione. Il problema esiste; evidentemente non è stato né risolto né affrontato positivamente prima, altrimenti non ci sarebbe. Ora, se qualcuno di voi si ritiene ingiustamente infastidito, può... VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Ma io non mi ritengo infastidito. PRESIDENTE. Se lei non si ritiene ingiustamente infastidito, affrontiamo allora questo problema. E' inutile che ci raccontiamo che manca la volontà politica: lo sappiamo benissimo che manca! E' mancata per prendere i latitanti. E' mancata per fare la lotta alla camorra. E' mancata per tutte le ragioni che conosciamo benissimo, che voi conoscete meglio di me, che io conosco come voi, e via dicendo. Sappiamo che cosa è successo nei decenni passati, e sappiamo che adesso per tanti aspetti si sta cercando di cambiare indirizzo da questo punto di vista. La Commissione ha affrontato regione per regione alcune questioni: ha cercato per esempio di risolvere il problema delle scuole a Palermo, ha affrontato alcune questioni a Napoli, in Campania, e ora sta ponendo mano ad altre questioni. Tra queste ce ne sono alcune, per così dire, più strutturali, più serie di quella che stiamo esaminando. Ma la Commissione ritiene che riuscire a risolvere anche questo piccolo problema sia comunque un risultato. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Io volevo dire appunto che ci sono questioni molto più serie di questa di cui deve occuparsi la Commissione. Questo problema, se c'era la volontà politica, poteva essere risolto a livello provinciale. Il prefetto ci avrebbe dovuto convocare nella commissione dell'ordine pubblico di cui è presidente e dirci: "Ci sono questi problemi; cosa pensate di fare? Allora, questo comune mette a disposizione un recinto per custodire le vacche che si catturano...". Perché queste vacche si possono catturare, la legge lo consente, non è che non si possa farlo: si vedono animali vaganti per le strade, nelle proprietà private, e si catturano. Dopo di che si possono mettere in un recinto e aspettare il tempo necessario a stabilire chi sia il proprietario. Io la ringrazio per il fatto di averci invitato a Roma, non mi sento per niente infastidito, anzi mi auguro che cose simili possano succedere tante volte, ma questo problema, per la sua entità, poteva essere risolto - ripeto - a livello provinciale, e così non è stato. Questo volevo dire. ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del comune di Gioia Tauro. Innanzi tutto vorrei chiarire perché prima avevo detto eventualmente di fare il nome Pag. 3403 della persona indicata dal dottor Mammola. In quella occasione vi erano molte altre autorità e di fronte al presidente della Commissione antimafia, ritengo necessario che sia ben individuabile la persona che ha detto quelle cose, altrimenti si può pensare che quella persona sia un'autorità piuttosto che un'altra. Per questo era molto importante distinguere. Io penso che il problema, al di là dei fatti, sia stato ben esplicitato. Si può dire che si conosce a fondo. E prendendo atto che con i vari interventi giuridici o di pubblica sicurezza attuati il problema non si è risolto, forse è utile dare uno sguardo attentamente ad un altro istituto giuridico al quale fino ad oggi ritengo non si sia fatto ricorso. Mi riferisco all'intervento della regione. Noi non dobbiamo dimenticare che la regione, tra le competenze cosiddette concorrenti legislative, ha potestà di legiferazione in materia di agricoltura e foreste che, come lei sa meglio di me, onorevole Violante, comprende anche la zootecnia. D'altra parte la regione Calabria, come soggetto danneggiato da questo fenomeno, è la più interessata al problema, perché le grandi foreste, le belle foreste della regione Calabria, violentate da tale fenomeno, sono di proprietà della regione stessa. Ebbene, fino ad oggi la regione è stata tenuta fuori da questo discorso, laddove la regione ha istituzionalmente la possibilità concreta di intervenire. Il problema infatti è stato visto solo a livello giudiziario, con gli interventi consentiti dal codice penale e dal codice di procedura penale, che evidentemente non hanno poi sortito effetti positivi. Si intrecciano infatti i problemi della querela, laddove questa sia necessaria e manchi, il problema se il reato si debba inquadrare come danneggiamento o come pascolo abusivo... FRANCESCO MORANO, Sindaco di Cittanova. Esiste una legge che consente alle vacche di passeggiare...? ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del comune di Gioia Tauro. Assolutamente, non voglio dire questo. Voglio dire che probabilmente i risultati positivi non ci sono stati: lo hanno detto i magistrati, non lo dico io! I magistrati stessi - del resto i risultati sono quelli che sono - non hanno risolto il fenomeno, perché a livello procedurale forse non è consentito risolverlo con le normali procedure. Al di là infatti della mera applicazione degli articoli 262 e 264 del codice di procedura penale c'è un problema pratico, ed è lì che la magistratura ha incontrato difficoltà. Ossia, una volta confiscate o sequestrate queste maledette vacche, che cosa bisogna fare? Questo è il problema cruciale. Vi è il problema del mantenimento, il problema di darle poi eventualmente in beneficenza o meno a strutture adeguate. Ed è qui - ripeto - che la magistratura ha incontrato problemi. D'altra parte, per quanto riguarda l'autorità provinciale alla quale ci si riferisce, ossia il prefetto, bisogna fare attenzione. Infatti, si tratta di un problema di sicurezza fino ad un certo punto. Il problema andava inquadrato sotto l'aspetto giudiziario. Ed è stato affrontato sotto quel profilo; però le norme non permettono di risolverlo perché, oltre l'atto del sequestro o dell'abbattimento, poi non si fa nient'altro. C'è dunque un problema concreto, materiale che riguarda cosa fare una volta che queste mille o duemila vacche siano state sequestrate o confiscate (perché non è poi difficile confiscarle, sequestrarle o prenderle). Ma una volta catturate, cosa bisogna fare? Qui è mancata la normativa. Ecco allora il richiamo alla regione Calabria cui ho voluto fare cenno all'inizio. Noi cerchiamo di invocare un provvedimento legislativo, ma attenzione: sappiamo tutti che i provvedimenti legislativi devono essere astratti e generali, non possono essere specifici, elaborati appositamente per il problema delle " vacche sacre ". Ci può essere, viceversa, una legge di disciplina della materia zootecnica nella regione Calabria (perché il problema è della regione Calabria) e la legge stessa potrebbe prevedere Pag. 3404 le misure sanzionatorie. Noi sappiamo bene infatti che la regione ha anche poteri di sanzione amministrativa, quali la stessa confisca. Il problema va inquadrato complessivamente, dall'inizio alla fine, a partire dal momento in cui si interviene con lo strumento giuridico adeguato (e fino ad oggi avevamo quello della magistratura, ma poi non si è fatto nulla a livello pratico). Dobbiamo avere insomma un sistema circoscritto che vada dal potere di intervenire, cioè dal momento iniziale, alla fase finale, cioè alla macellazione o all'abbattimento, in base a quello che si decide. Ci vuole insomma una normativa quadro. Il problema deve essere inquadrato complessivamente, dall'inizio alla fine. Fino a quando si invocherà infatti l'intervento del prefetto con l'ordinanza contingente ed urgente, che tale non è e quindi non può esserci, o gli strumenti della magistratura, che affrontano il fatto là dove c'è il reato e lì si fermano, noi perderemo sicuramente il tempo a discutere sugli attuali strumenti senza risolvere il fenomeno. ROSARIO LOIACONO, Sindaco di Rizziconi. Il problema secondo me è politico. Sono d'accordo con tutti i colleghi che per risolverlo c'è bisogno dell'utilizzo dell'esercito in Calabria. Si è parlato della mancanza di sicurezza di chi viaggia sulle strade del territorio di cui ci stiamo occupando. Si è parlato poco però del povero contadino, dell'agricoltore che aspetta due anni per raccogliere le olive in quella zona e parte una mattina con i mezzi, con donne e con uomini per andare a fare il raccolto. Ebbene, spesso questo agricoltore arriva sul posto e tutto può fare tranne che raccogliere le sue benedette olive. Si è parlato poco dell'agricoltore o del contadino che fa sacrifici per impiantare un agrumeto e che una mattina arriva sul posto e vede tutte le sue piante letteralmente spaccate. Allora - ripeto - il problema è politico. Io sono disponibile su tutto quello che mi si chiede, signor presidente, come del resto disponibilità è stata dimostrata anche dagli altri colleghi. C'è bisogno di mandare l'esercito in Calabria. Solo così otterremo qualcosa. E non ci dovremo preoccupare di chi siano queste vacche e di quante siano, se sono millecinquecento, tremila o quattromila. Con l'esercito il problema, secondo me, sarà risolto. TOMMASO CALABRO', Sindaco di Varapodio. Lei ha chiesto, signor presidente, di sapere quali siano i danni che possono provocare questi animali. Ebbene, sono molteplici. Le racconterò, ad esempio, quello che è successo nella mia campagna. E' un episodio personale, ma quello che è accaduto a me può succedere ad ogni contadino. Qualche anno fa avevamo impiantato un ettaro di agrumeto novello. Una mattina mio padre va in campagna e non trova nessun albero, ma solo i fusti. Questo è uno dei gravi danni che possono verificarsi. Questo è successo a noi. Per fortuna il terreno dove era stato impiantato l'agrumeto era poco esteso, ma questo può succedere a tutti. GIROLAMO TRIPODI. Un ettaro di terreno equivale a circa 300, 350 piante. TOMMASO CALABRO' Sindaco di Varapodio. Sì. Era poco rispetto alla media dei contadini. Questi contadini lavorano, sudano e risparmiano per impiantare coltivazioni e cercare di progredire, e a un certo punto le loro piantagioni vengono assalite da questi animali vaganti. Ma il problema non è solo quello del danno agli agrumeti o agli uliveti, vi è anche il danno alla persona. Il pericolo è reale per ogni contadino. Qualsiasi contadino che vede un branco di animali che stanno danneggiando o distruggendo il suo raccolto, frutto del suo sudore, gli va incontro; e molti sono stati colpiti e sono finiti in ospedale. I problemi quindi non sono solo economici ma riguardano anche l'incolumità personale degli agricoltori. Questo quindi è un grave problema. Non parliamo poi degli animali che vagano sulle strade e che provocano decine di incidenti. Le infermerie sono piene di verbali relativi ad incidenti del Pag. 3405 genere. Questo è il quadro della situazione; e voglio specificare che si registrano danni non solo alle cose ma anche alle persone. Non sappiamo come, ma occorre intervenire seriamente una volta per tutte. ROCCO LENTINI, Vicesindaco di Rizziconi. Quanti sono intervenuti in precedenza hanno posto il problema delle presenza di capi di bestiame che, controllati e indirizzati, devastano gli agrumeti o impediscono la circolazione stradale. Probabilmente non dobbiamo affrontare la questione solo dal punto di vista delle zone boschive o incolte - chi mi ha preceduto lo ha rilevato -; il problema non è solo simbolico ma è reale. Mi riferisco al disagio di migliaia di contadini, di piccoli proprietari che si trovano in difficoltà, i cui campi sono devastati; sono rovinati gli agrumeti perché le vacche vanno a strofinarsi contro queste piante. Penso a chi comunque è costretto a dover affrontare una spesa, che incide in maniera determinante sul bilancio dell'azienda, per munirsi di traversine di ferrovia per recintare i terreni... PRESIDENTE. Perché traversine di ferrovia? ROCCO LENTINI, Vicesindaco di Rizziconi. Perché sono abbastanza resistenti, robuste; costituiscono valide recinzioni. Tutto questo, dicevo, incide sui costi di gestione dell'azienda. Se ci riferiamo ai terreni della piana e non a quelli boschivi di montagna o di collina, nella maggior parte dei casi non ci troviamo di fronte a grossi appezzamenti; vi è una parcellizzazione e far fronte al costo della recinzione significa divorare il reddito del contadino che proprio grazie a quel terreno dovrebbe vivere. La situazione di difficoltà dei contadini e dei piccoli proprietari non è solo un fatto di presenza simbolica dello Stato, cosa, per altro, importante. Nella piana lo Stato molte volte ha dimostrato una presenza non corrispondente alle legittime attese dei cittadini: vi sono stati "sceriffi" a controllare tutta una serie di cose. Mi riferisco in particolare al mio comune; è stato detto che non è direttamente interessato. So perfettamente che non è vero: vi è un movimento periodico; l'invasione di questi animali si manifesta in alcuni periodi e il nostro comune è uno dei più danneggiati, confinando con Cittanova verso il mare. Tra l'altro il nostro è uno dei comuni in cui si producono prodotti pregiati: mi riferisco ai kiwi. Non so che cosa potrebbe capitare se dieci, venti o cento vacche passassero in una piantagione del genere. Penso, poi, ai clementini e così via. La situazione, cioè, non è solo simbolica ma è reale. Come individuarla ed affrontarla? Non voglio essere polemico, ma desidero individuare i termini della questione. I sindaci vengono convocati per parlare del problema: noi non dovremmo essere chiamati per fornire dati, per sollecitare interventi o per dare un contributo, che per altro forniamo quotidianamente, affrontando e confrontandoci con i problemi di chi è costretto a subire questa presenza sgradita. Dovremmo invece ricevere informazioni, dati, ottenere interventi. Sono rimasto perplesso, quando lei, signor Presidente, ha chiesto dati relativi all'entità della presenza degli animali. Le varie istanze dello Stato operanti sul territorio dovrebbero dirci quanti sono questi animali e dove si trovano. Faccio una battuta per estremizzare la situazione, ma che può dare il senso della realtà: non voglio credere che qualche volta i carabinieri e la polizia nella strada che collega Taurianova con Rizziconi per poter passare siano dovuti scendere dai veicoli per far spostare le vacche. E' sicuramente parossistico, ma potrebbe essere reale. Morano, sindaco di Cittanova, ha indicato, così come hanno fatto altri, la via del decreto relativo alla presenza dell'esercito in Calabria: potrebbe, appunto, essere una strada e potrebbero esservene Pag. 3406 altre. Non so di quali potrebbe trattarsi, ma so per certo che i comuni sono disponibili, nell'ambito delle proprie possibilità (non voglio parlare né di competenze né di risorse), ad affrontare e risolvere definitivamente un problema che è servito a ridicolizzare lo Stato italiano ed ha provocato disagi seri ai contadini che abitano le zone interessate e, di riflesso, agli amministratori qui presenti. UMBERTO LAFACE, Sindaco di Melito di Porto Salvo. Sono stato eletto il 21 novembre e sono stato convocato con telegramma; non ho quindi avuto il tempo di approfondire la questione con il capitano dei carabinieri, con le istituzioni, per sapere di più sul fenomeno delle vacche sacre. Melito si affaccia sul mare; la coltura preponderante è quella del bergamotto e la frazione più alta si trova relativamente vicina al mare. Per quanto io ne sappia, questo territorio non è interessato al fenomeno. Certamente Melito è una cassa di risonanza di altri problemi; basta leggere tutti i giorni il giornale per rendersi conto di cosa succeda. Non è tuttavia questo l'argomento trattato; se in seguito vi sarà la possibilità di esporre altre questioni interverrò ancora. GIUSEPPE PRIOLO, Commissario straordinario del comune di Molochio. Con tutto quello che avviene dalle parti nostre, venire a Roma per parlare delle " vacche sacre " può suscitare in qualcuno ilarità e in qualche altro una sorta di fastidio. Come amministratore - sebbene da poco tempo - del comune di Molochio, devo purtroppo testimoniare che il problema esiste e che ha delle incidenze a livello di immagine. A volte affrontare una questione di immagine, simbolica, può servire per trovare la soluzione di problemi più rilevanti. Ricordo la battaglia di Dalla Chiesa a Palermo per la panificazione abusiva. Anche un simbolo, una cosa di poco conto è importante nelle nostre zone. Devo aggiungere, come testimonianza, per il comune che gestisco in questo momento, che il problema è di notevoli dimensioni: mi riferisco sia ai danni alle proprietà private sia all'incolumità pubblica sia alle casse comunali. Ho fatto fare una ricerca prima di venire, ed ho scoperto che nell'arco dei sette, otto anni precedenti, il comune ha speso decine di milioni l'anno per interventi di somma urgenza per sotterrare, rimuovere o incenerire carcasse di animali. Poi si è affermata una certa abitudine; le somme urgenze del comune di Molochio sono citate anche nel decreto di scioglimento, ma forse occorrerebbe vedere quando e come siano state tali e quando, invece, e come siano state urgenze predisposte ad hoc, per intervenire. Tuttavia vi è sicuramente un dato essenziale: da otto anni a questa parte ogni anno sono state spese decine di milioni. Non nascondo che anche nella nostra gestione, in sei mesi, ci siamo trovati di fronte a segnalazioni di carcasse putrefatte o che stavano andando in putrefazione e per le quali occorreva intervenire; siamo, quindi, dovuti intervenire. Vi sono stati scambi di corrispondenza con la prefettura: si chiedevano fondi. Qualcuno ha domandato se non sarebbe il caso di prevedere, nel bilancio comunale per il nuovo anno, una voce che stabilisca la possibilità di interventi senza dover ricorrere volta per volta alle somme urgenze e alle ditte in precedenza probabilmente più o meno preferite per questo tipo di attività. Il problema, pertanto, esiste ed è rilevante. Voglio portare la mia testimonianza di ex funzionario dell'Alto commissariato antimafia circa la necessità di affrontare il problema non in maniera straordinaria ed episodica. In tre anni di servizio presso l'Alto commissariato, probabilmente spesso perché sollecitati dalle interrogazioni dei parlamentari (tra i quali sicuramente l'onorevole Tripodi) periodicamente ci si è ricordati del problema delle " vacche sacre": si svolgevano riunioni, ci si preparava. Abbiamo contattato i butteri in Toscana per la Pag. 3407 cattura con il lazo, si è proceduto a quantificazioni, si sono scelte le zone. Una volta si è tentata un'operazione - probabilmente tutti la conoscono - che ha consentito la cattura di una decina di vacche e la distruzione di quattro, cinque jeep dei carabinieri... GIROLAMO TRIPODI. Ventisei. GIUSEPPE PRIOLO, Commissario straordinario del comune di Molochio. Un'altra operazione analoga, di maggiori dimensioni, stava per essere effettuata e poi non si è realizzata perché l'alto commissariato è stato ingloriosamente sciolto il 31 dicembre 1992. Ripeto che vi sono stati sei mesi di lavoro da parte nostra per organizzare un grosso blitz, ma poi non se ne è fatto niente, i soldi sono stati spesi, si è andati in Toscana per contattare i butteri... Non voglio entrare nel merito per stabilire se il discorso sia stato o meno voluto; sicuramente tutto ciò deve averci insegnato che interventi del genere, i famosi blitz, le azioni risolutive in realtà non risolvono niente. Il problema deve essere affrontato organicamente, a livello legislativo, come ha detto il collega Battaglia. Mi permetto di sostenere che, nelle more di soluzioni del genere, si potrebbero emanare ordinanze ad hoc, come sono state adottate dalla procura di Palmi in alcuni anni; ho copie di provvedimenti del 1986 e del 1987, in cui erano previsti i minimi particolari: dopo la cattura l'abbattimento, la macellazione e la distribuzione gratuita. Sulla base delle ricerche che ho svolto, mi risulta che in quegli anni il fenomeno si sia ridotto, almeno per quanto riguarda il comune preso in esame. Non so perché misure del genere non siano state reiterate e non so neanche se questo tipo di provvedimenti dell'autorità giudiziaria si scontri dalle nostre parti, come spesso avviene, con l'incapacità di attuarli. E ciò non a livello di grande organizzazione, ma di piccolo comune. Dobbiamo guardarci, per ciò, dal pensare ad interventi di carattere straordinario che, a mio parere, non risolvono nulla. PRESIDENTE. La prego di far avere alla Commissione una copia dei provvedimenti da lei citati. BRUNO BARILLARO, Sindaco di Oppido Mamertina. Fortunatamente, negli ultimi tempi il fenomeno di cui parliamo ha interessato poco il territorio del mio comune, mentre era molto frequente negli anni passati. Non intendo essere ripetitivo, illustrando ancora una volta i danni che questi animali vaganti provocano all'agricoltura oppure alla pubblica incolumità, né voglio addossare colpe a chi avrebbe dovuto intervenire negli anni passati e non lo ha fatto; dico soltanto che, a questo punto, è necessario risolvere il problema nell'interesse dell'intero territorio. Avanzo un'ipotesi che, però, non so se sia attuabile: si potrebbero a questo scopo utilizzare i forestali, che nel nostro territorio sono centinaia ma che purtroppo, per cattiva organizzazione, non hanno nulla da fare. Non vi meravigliate, perché è propri così: i nostri forestali non sanno cosa fare; siamo pertanto di fronte a puro assistenzialismo. Ritengo, invece, che una buona organizzazione degli operai forestali, utilizzando eventualmente le forze dell'ordine per proteggerli, potrebbe risolvere il problema. LEONARDO IORFIDA. Vicesindaco di Cittanova. In primo luogo, credo sia bene evidenziare che noi abbiamo avuto sempre presente questo problema e ci siamo dati da fare nelle sedi più opportune per cercare di risolverlo. Se ora discutiamo di tale fenomeno in sede di Commissione antimafia, ciò si deve al nostro input iniziale e, soprattutto, alla sensibilità del presidente Violante che ha effettivamente centrato la portata del problema. E' vero, infatti, che la presenza delle vacche sul territorio provoca incidenti e causa danni ai privati cittadini, alle proprietà private ed alle strutture pubbliche, ma è anche vero Pag. 3408 che è l'emblema di un possesso del territorio di tipo mafioso e c'è anche chi sospetta che possa trattarsi di un momento di parcheggio di animali frutto di abigeato. Se in questa sede discutiamo di tale problema, lo ripeto, lo dobbiamo alla sensibilità del presidente Violante, dell'onorevole Tripodi, del vicepresidente Cabras, cioè alla sensibilità della Commissione. Mi è parso che il sindaco di Polistena, mio caro amico, abbia lanciato una freccia senza però dire come stanno effettivamente le cose. E' vero che ieri, nel corso di una riunione a Cittanova con il ministro Conso e con la presenza delle autorità locali, un rappresentante del Ministero dell'interno, nella specie - lo dico perché non vi è motivo per tacerlo, sarebbe un'offesa alla sensibilità dimostrata dalla Commissione - il questore (se nessuno l'ha detto, lo dico io, non ci sono problemi), a mio parere, non ha fatto altro che allinearsi alla strategia fin qui tracciata da tutti i questori ed i prefetti della provincia di Reggio Calabria. Quando il dottor Battaglia parla di questi problemi deve cercare di distinguere nel suo ruolo.... FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. E' possibile che si sia riferito ad un'altra autorità... ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del comune di Gioia Tauro. Non sono qui per fare polemiche. FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Se poi Battaglia è venuto a difendere qualcuno... LEONARDO IORFIDA. Vicesindaco di Cittanova. Il sindaco di Polistena ha parlato del sostituto procuratore e di un'autorità istituzionale di Governo che non è certamente il procuratore della Repubblica. Un rappresentante locale del potere esecutivo è il questore. A questo punto mi pare doveroso da parte del dottor Battaglia precisare dove finisce la sua funzione di commissario straordinario di Gioia Tauro e dove inizia quella di collaboratore del prefetto di Reggio Calabria. E' vero che siamo stati personalmente dal prefetto a far presente la questione ed è vero che egli ha affermato trattarsi di un problema insormontabile o, comunque, di difficile soluzione; gliene diamo atto, il prefetto ha detto la verità, però ha anche affermato che non vi sono state denunzie (e questo non è vero, perché presso la stazione dei carabinieri di Cittanova ve ne sono numerose) e soprattutto ha affermato che il problema consisteva in cosa fare dopo l'intervento. Ed effettivamente vi è un problema di natura logistica legato allo smaltimento della carne, se gli animali vengono uccisi, o al loro stallaggio. Nessuno vuole scaricare sul prefetto o sul questore responsabilità, che comunque ci sono perché deve esserci una volontà politica, però, nel momento in cui si configura la possibilità di una strategia diversa, che potrebbe anche essere un atto legislativo della regione, il prefetto non ce ne ha parlato. Noi possiamo anche attivarci per la parte di nostra competenza, come lui può farlo per la sua, ma solo dopo aver preso gli animali. PRESIDENTE. Voi siete le autorità democraticamente elette nei singoli comuni e questa è la ragione per la quale, seguendo un filone di lavoro proprio di questa Commissione, siete state le prime autorità che abbiamo ascoltato. Voi siete a contatto con i cittadini, avete un rapporto con la comunità, ed avete pertanto un determinato quadro della situazione; altro è il quadro che hanno, se ce l'hanno, le autorità dello Stato. Queste ultime non sono surrogatorie di tutte le altre autorità: in un sistema fondato sulle autonomie le autorità locali e quelle dello Stato sono due cose diverse. Sentiremo più tardi il prefetto e nei prossimi giorni il questore ed il colonnello comandante dei carabinieri, per quanto riguarda le questioni specifiche, comunque, mi pare siano evidenti i vari Pag. 3409 tipi di danni: alle coltivazioni, agli agricoltori, alle persone, rischi vari, e il dato simbolico dell'occupazione del territorio. Naturalmente, se non si interviene con una certa rapidità, si corre il rischio che il fenomeno, essendo conveniente, si espanda ulteriormente e colpisca anche altre aree. In questo quadro, la questione della legge regionale mi pare una soluzione da rinviare al futuro, poiché se aspettiamo di disciplinare il fenomeno in questo modo rischiamo di arrivare a 8 mila capi vaganti invece di 4 mila. Il problema è di realizzare un intervento possibile sulla base dei poteri esistenti, che conferisca un potere stabile e chiaro alle autorità di governo del territorio, senza determinare effetti controproducenti. Certamente in passato vi è stata disattenzione nei confronti di questo problema o forse vi è stata un'attenzione alternata (si interveniva se venivano presentate interrogazioni in materia, poi l'intervento rallentava), anche perché quel tipo di circolari erano un po' discutibili: non so bene, infatti, su quale base il procuratore della Repubblica possa emettere circolari. LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Nel contesto di un fascicolo penale. PRESIDENTE. Conosco bene la vicenda, poiché ha avuto origine da una mia interrogazione e poi vi fu anche una trasmissione televisiva. Al di là di questo, comunque, mi pare non sia stato fatto nulla di stabile e permanente, che desse in qualche modo affidamento alla collettività. Vedremo insieme al prefetto ora, ed alle altre autorità successivamente, quale proposta avanzare e valuteremo se sia necessario un intervento legislativo o se vi è un quadro amministrativo nel quale ci si può inserire già oggi. Certo, vi è la volontà di risolvere la questione e speriamo che così come negli ultimi mesi la lotta alla mafia in Calabria ha registrato un svolta molto importante rispetto al passato, altrettanto avvenga per quanto riguarda il fenomeno di cui stiamo parlando. Adesso abbiamo un po' di tempo per affrontare questioni di qualità diversa, se volete, voglio però sottolineare che risolvere un problema come questo non è cosa da poco, poiché ciò rappresenterebbe la sconfitta di un tentativo di occupazione del territorio e di mortificazione delle autorità locali. Non credo che i sindaci siano contenti di trovarsi di fronte a problemi di questo tipo, poiché rappresentano una sconfessione dell'autorità democratica sul territorio. Naturalmente, una volta che la Commissione, nell'arco di poco tempo, avrà assunto un orientamento, ci preoccuperemo di darvene comunicazione, aspettando qualche giorno prima di procedere perché, se avrete osservazioni da formulare in merito ad esso, sarà per noi utile conoscerle prima di formulare le proposte definitive. GIROLAMO TRIPODI. Non è che la Commissione antimafia non abbia mai discusso di questi problemi. Per quanto riguarda il problema specifico, personalmente non lo vivo da oggi, ma da quando è nato, da quando sono andato con il sindaco di Cittanova dal prefetto per denunziare per la prima volta il fenomeno del pascolo abusivo delle vacche e dei maiali di proprietà della mafia. E, mi pare lo abbia detto anche il dottor Priolo, componente della commissione che gestisce il comune di Molochio, che anche l'Alto commissario Sica in questa Commissione si era impegnato ad intervenire, principalmente su sollecitazione del sottoscritto; gli interventi attuati, però, sono stati inutili e per molti aspetti controproducenti. Tutto ciò è stato denunziato al prefetto il quale, alla mia obiezione che non si trattava di tecniche adatte per liberare il territorio dagli animali, ha risposto di non essere un cow boy. Vi sono ormai decine di migliaia di ettari, coltivati o no, poiché vi sono anche zone montane, diventate pascolo abusivo per queste vacche. Successivamente, Pag. 3410 anche il commissario Finocchiaro, su pressioni dirette, in Commissione aveva assunto impegni in questa direzione, che però non hanno sortito alcun effetto. Questo problema quindi, come hanno detto giustamente tutti coloro che sono intervenuti, rappresenta uno degli aspetti più gravi di quello che io definisco un cedimento dello Stato di fronte ad un insulto a decine di migliaia di produttori, ma soprattutto alla collettività. La gente coltiva i terreni e poi non riesce ad avere il raccolto, le piantagioni vengono distrutte. Ho qui il verbale della denunzia di un produttore di Polistena (anche il territorio di Polistena è interessato dal fenomeno, anzi gli animali hanno attraversato il Vacale, che rappresenta la divisione tra Polistena e Cittanova) che ha subito danni per un milione di lire per uno solo episodio di passaggio nel suo podere. Gli animali non distruggono solo le piantine, ma con l'urto distruggono anche gli alberi più grandi. Siamo quindi a conoscenza del problema, non lo apprendiamo soltanto adesso. Rimetto anche questo verbale agli atti della Commissione. Personalmente sono dell'avviso che si possano prendere decisioni se si vuole farlo, perché se manca la volontà non si fa niente. Il problema non è quello delle leggi sulla zootecnia; si tratta invece di difendere la legalità in quelle zone, questo è il punto. Fino a questo momento si sono avuti molti tentennamenti al riguardo ed oggi siamo lieti della presenza in Commissione di tanti sindaci che sono allarmati e che vogliono dare il loro contributo. Quando però il dottor Tuccio fece quell'operazione ci siamo trovati in pochi sindaci (qui siamo in tre), perché gli altri non sono voluti intervenire e non hanno messo a disposizione nemmeno l'automezzo del comune per trasportare le carcasse degli animali giacché, allora, si era scelto di abbatterli. In seguito si è scelto di catturarli, soluzione per altro impossibile perché si tratta di bestie che conoscono soltanto il loro padrone. Il sindaco di Varapodio - che in questo momento non è presente - ha osservato (avrei voluto fare una domanda in proposito) che sono cambiati i proprietari dei terreni, i quali adesso sono intoccabili. E' così? BRUNO BARILLARO, Sindaco di Oppido Mamertina. Vi è stato anche questo fenomeno che forse ha impedito l'afflusso delle vacche. GIROLAMO TRIPODI. Non sappiamo se siano stati comprati, ma adesso sono quei terreni ad essere diventati sacri; sono aree intoccabili su cui non è possibile il pascolo. Questo fatto già dimostra l'incapacità di affrontare il problema ed io voglio ricordare - lei, signor presidente, lo rammenterà - che quando ci siamo trovati di fronte a Sica tra le poche proposte che avevamo avanzato vi era quella di dare una risposta in termini di giustizia alla gente di quelle zone, il che purtroppo non è avvenuto. Credo che l'impegno di oggi ed anche le sollecitazioni venute da altri sindaci siano fatti importanti. Il problema non può essere affrontato dall'alto, ma deve essere risolto insieme, non solo con l'impegno della Commissione antimafia, perché a questo punto ognuno deve fare il suo dovere. Decine di persone sono state uccise essendosi rifiutate di far pascolare queste vacche sul proprio terreno; chi ha toccato le vacche è morto e questi sono fatti, a parte gli incidenti che hanno interessato la ferrovia calabro-lucana e la strada di Taurianova dove sono morte 3 o 4 persone, perché di notte queste " vacche sacre " (in realtà si tratta anche di tori) l'attraversano. In merito a tale problema è dunque necessaria una svolta e credo che la convocazione odierna denoti da parte della Commissione antimafia la più ampia volontà di fornire il proprio contributo per affrontare una questione che poi spetta ad altri affrontare. Mi sembra che prima si sia accennato alla possibilità di procedere ad un'individuazione degli animali; qualora tale Pag. 3411 operazione sia impossibile, si stabilisca quanto si era deciso per il pascolo abusivo in Sardegna, ossia di marchiare le bestie e di abbattere quelle che non lo sono; può darsi che ciò rappresenti un deterrente contro questo terribile fenomeno. PRESIDENTE. Invito i sindaci a segnalare, se lo ritengano, le questioni che attengono alla competenza di questa Commissione. Poc'anzi ho interrotto il sindaco Marrapodi, che stava segnalando alla Commissione un fenomeno che si è verificato; lo prego, pertanto, di precisare alla Commissione di cosa si tratta. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Stavo segnalando un fenomeno che si sta verificando da qualche tempo, quello cioè di furti che avvengono la sera dopo un matrimonio: gli invitati ed i parenti degli sposi fanno loro visita portando delle buste contenenti denaro, le quali vengono prelevate ... PRESIDENTE. Mi scusi, durante il matrimonio vi è l'abitudine di portare soldi? VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Sì, invece di fare un regalo, si portano buste contenenti soldi. GIROLAMO TRIPODI. Anche per affrontare le spese ... VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Non sono "bustarelle", si tratta di regali, di cui gli sposi vengono in pratica derubati. PRESIDENTE. Questi episodi si sono verificati più di una volta? GIROLAMO TRIPODI. I regali vengono estorti, non rubati. VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Obbligano gli sposi a darli. PRESIDENTE. Ciò accade solo nel suo comune? VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Il fenomeno è iniziato da qualche mese nel mio comune, ma siccome la cosa è redditizia può tranquillamente estendersi ad altri. ROSARIO LOIACONO, Sindaco di Rizziconi. Anche a Rizziconi! VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Ho voluto denunciare questo fatto perché è un fenomeno nuovo. PRESIDENTE. Ha fatto bene. Che lei sappia, le vittime hanno denunciato la cosa? VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Non ne sono a conoscenza; però, come sindaco di un piccolo paese, certe cose si sanno. PRESIDENTE. Ho capito. Vi sono altre questioni che intendete sollevare? VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Volevo segnalare che noi sindaci avevamo chiesto un incontro al prefetto su questioni inerenti l'abusivismo edilizio. Pertanto, poiché il prefetto verrà tra poco, vorremmo incontrarlo in relazione a tale questione. PRESIDENTE. Volete incontrare il prefetto in questa sede? VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio Morgeto. Per fissare un incontro. PRESIDENTE. L'incontro con il prefetto è previsto per le 17,30; se volete aspettarlo, non vi sono problemi. Se dunque non intendete sollevare altre questioni, vi faremo conoscere l'orientamento che la Commissione assumerà sul problema affrontato. Per le Pag. 3412 nostre formulazioni aspettiamo ulteriori suggerimenti che, naturalmente, dovranno giungerci in tempi molto brevi, perché le contingenze politiche sono quelle che ben conoscete. Ringrazio nuovamente gli intervenuti. La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17,10. Audizione del prefetto di Reggio Calabria sul problema delle cosiddette " vacche grasse ". PRESIDENTE. Signor prefetto, lei conosce i motivi per cui l'abbiamo invitata? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Conosco il motivo per cui sono qui; si tratta del problema delle " vacche sacre ", sul quale mi sono permesso di preparare un appunto che si riferisce praticamente a quel che già è stato fatto dai miei predecessori. Per la verità, da parte mia non è che si sia fatto molto; ho soltanto studiato il problema. Dico subito, presidente, che secondo me per risolvere il problema è necessario innanzitutto - per carità, non voglio insegnare niente a nessuno - un progetto legislativo, perché ci troviamo di fronte a resistenze vuoi da parte delle amministrazioni comunali o regionali vuoi da parte dei privati. A me è capitato personalmente, durante una visita di cortesia di una delegazione di agricoltori, che un agricoltore abbia accennato al problema delle " vacche sacre ". Gli ho detto: "Lei ha denunciato, ha fatto qualcosa?"; la risposta è stata: "No, sarebbe meglio che la denuncia la facesse l'associazione". Cioè, quando è il momento ci si tira indietro. Mi permetto di consegnare proprio come esempio emblematico - siccome è l'ultimo che mi è arrivato, proprio un paio di giorni fa - una denunzia al prefetto di Reggio Calabria, al questore, al ministro dell'interno, al dipartimento forestale ("vorremmo conoscere quale provvedimento..."), anonima! Quando è il momento, ci si tira un pochino indietro. Ora, il problema non è di facile soluzione. Ciò non significa che non possa essere risolto. Parto dal presupposto che nel momento in cui lo Stato interviene su una qualsiasi problematica, ha il dovere di portare a termine la questione per cui è intervenuto. PRESIDENTE. Siamo perfettamente d'accordo. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Non può permettersi il lusso di soccombere o di sbagliare o di uscire vinto da una qualsiasi competizione, perché qui di una competizione poi si tratta. Le vacche sacre vengono stimate intorno ai 3 mila capi. E' quello che mi dicono le forze dell'ordine, anche se oggi sono rimasto solo per motivi che lei sa. PRESIDENTE. Comunque, verranno nei prossimi giorni. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, appunto. Non si tratta di 4 mila capi come ho letto su alcuni giornali. Quali sono i punti secondo me indispensabili? Tralascio di ricordare tutto quello che si è fatto e di cui si è discusso in passato. Si è discusso se la competenza fosse delle singole procure o della procura generale... Praticamente, si è giunti ad una conclusione... PRESIDENTE. Bisogna costituire una procura "antimucca"! LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Purtroppo, credo che si arriverà a questo. Ad ogni modo, i punti importanti sono a mio avviso i seguenti. Innanzitutto, un provvedimento legislativo che consenta all'autorità amministrativa, all'esecutivo, di poter entrare anche nei territori privati, nei demani comunali o regionali senza bisogno di una preventiva autorizzazione dell'autorità giudiziaria, né tanto meno di una denuncia da parte del Pag. 3413 proprietario del fondo. Solo in quel caso si potrà, secondo me, iniziare a risolvere il problema. Naturalmente, entrando in queste proprietà private - ci saranno segnalazioni e controlli - come si potrà addivenire alla conclusione che quei capi di bovini (che, ripeto, sono circa 3 mila) non siano di proprietari privati? Qui ci vuole la collaborazione dei comuni. I comuni - non so se possono farlo da soli o se eventualmente lo si debba prevedere con lo stesso provvedimento legislativo - devono essere obbligati a censire tutto il bestiame esistente nel proprio territorio, almeno per quanto riguarda i bovini, di modo che, applicando targhette di riconoscimento come si fa per i cani, si sappia da parte di chi sarà incaricato di questo servizio che l'assenza di un tale distintivo di riconoscimento significa che il bestiame è di proprietà di nessuno, considerato come res nullius, come fossero capi randagi. Questo è indispensabile. Poi, c'è il problema della cattura, del mantenimento, di tutte le spese inerenti a questa organizzazione. Mi sono dato da fare ed ho anche chiesto a Grosseto - speculando sul fatto che sono stato in passato prefetto in quella città - quale fosse la reale consistenza dei butteri, perché ci vogliono specialisti. Non si tratta di prendere cani randagi ma bovini il cui peso varia, a seconda delle dimensioni, dai due ai cinque quintali. I butteri professionisti nel grossetano sono in tutto una ventina. A questi sono da aggiungere... PRESIDENTE. Scusi, non si possono più semplicemente abbattere queste bestie? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Presidente, su questo sono perfettamente d'accordo. Vorrei però che nella legge si escludesse la possibilità di una denuncia da parte della protezione animali. Ecco perché parlo di un provvedimento legislativo. Le dirò di più. In passato sono stati raccolti una quarantina di questi capi. Il prefetto di Reggio Calabria ha cominciato a scrivere a tutti i prefetti d'Italia chiedendo che questi bovini fossero offerti agli allevatori. I carabinieri hanno tenuto non so per quanti mesi questi bovini; non sapevano dove sistemarli, come farli mangiare, da dove prendere i soldi per nutrirli. Si è creata tutta una problematica di questo genere. Quindi, senz'altro sono convinto che abbatterli sia l'unica possibilità. Naturalmente, con idonei mezzi, per evitare che le carcasse rimangano sui campi. Anche per abbatterli si dovrà pensare a zone di stazionamento, perché non siamo nel Far West, non si può sparare liberamente; bisogna prenderli, raccoglierli, eccetera. Si consideri che per raccoglierli bisogna pensare alla necessità di avere camion o vagoni ferroviari, a seconda di dove si decida di sistemarli, e poi camion più piccoli, perché nelle proprietà private non sempre si può accedere con grossi camion, per cui si deve ricorrere ad un doppio passaggio. Stavo parlando del problema dei butteri. Anche per catturare questi bovini c'è la necessità di personale specializzato. Dicevo che i butteri nel grossetano sono una ventina. In più ce ne sono cinquanta che vengono chiamati amatoriali ma non so che affidamento diano. Poi ci sono ventidue butteri alle dipendenze del centro quadrupedi delle forze armate, del Ministero della difesa, che ha sede a Grosseto. Quindi, la possibile utilizzazione dei butteri va fatta con una certa parsimonia, perché non credo che costoro possano abbandonare le loro attività per essere dislocati in Calabria. Un'iniziativa importantissima da assumere è quindi l'utilizzazione di personale specializzato. Ritengo che con un apposito provvedimento legislativo e curandola nei minimi dettagli si possa senz'altro iniziare e portare a termine quest'operazione in tempi ragionevoli, che naturalmente non saranno mai brevissimi perché, presidente, ho il dovere di dire che tutti sono pronti a scrivere la letterina, a rilasciare interviste ai giornali o a fare altre cose ma nel momento in cui si chiede ad un'amministrazione comunale di collaborare Pag. 3414 cominciano le prime difficoltà. Non pretendo che da parte di nessuno si faccia dell'eroismo o altro, però ci sono difficoltà obiettive - credo che l'onorevole Tripodi me ne darà atto - delle quali bisogna tener conto. Inoltre, secondo me, bisogna prevedere anche pene contro coloro i quali non sporgono denuncia per il pascolo di questo bestiame sui propri territori. Questo bestiame non pascola sempre e soltanto in territori privati ma a volte anche su territori del demanio comunale o di quello regionale, se non addirittura del demanio statale. Quindi, anche questo aspetto è da tener presente. Mi sono permesso di esporre un quadro forse un po' confuso, però tutto quel che ho detto, con altre aggiunte, è scritto nell'appunto che le ho consegnato. PRESIDENTE. Quindi, senza un provvedimento legislativo ritiene di non far nulla? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. No, non è che ritengo di non far nulla, dico che ora come ora c'è bisogno della denuncia. Presidente, lei mi insegna che senza la denuncia del proprietario e senza l'autorizzazione della magistratura... PRESIDENTE. I sindaci ci hanno detto... LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, che hanno fatto diverse denunce. PRESIDENTE. No, hanno detto che i carabinieri, non so bene di quale città, stanno procedendo all'abbattimento settimana per settimana di alcuni capi. GIROLAMO TRIPODI. A Cittanova. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Li abbattono? PRESIDENTE. Sì. Lei non lo sapeva? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. No, mi risulta del tutto nuovo. PRESIDENTE. Quindi, ci dev'essere una ragione per cui lo fanno. Se riescono a farlo lì, potrebbero farlo anche altrove. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Indubbiamente. Se li abbattono, sono lietissimo. C'è tutta la collaborazione da parte mia per abbatterli, ma siamo sicuri che non si viola nessuna norma abbattendo questi capi? PRESIDENTE. Scusi, se sono un pericolo? Non sono un pericolo per la circolazione? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Lo so, sono un pericolo. Dirò di più. Ricordo che un tenente colonnello o un maggiore della finanza morì sull'autostrada per Palermo, provenendo dall'aeroporto, proprio perché investì una mucca che era allo stato brado sull'autostrada. Quindi, è chiaro che vi sono situazioni di pericolo. Però, questo è il caso limite. Nel momento in cui si fa una bonifica e si abbattono 3 mila capi, non vorrei che ciò fosse scambiato per una carneficina. Poi, si fa presto con gli ambientalisti: "Voi avete ammazzato...". Due, tre, cinque possono essere... PRESIDENTE. Sta di fatto, prefetto, che il problema va risolto. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Su questo sono perfettamente d'accordo. PRESIDENTE. Quando ascolteremo il comandante dei carabinieri, chiederemo anche a lui in base a quali criteri stiano procedendo. Se non sarà possibile adottare provvedimenti d'urgenza, vedremo in che termini formulare una proposta di legge. E' chiaro, tuttavia, che bisogna cercare di utilizzare al massimo le risorse esistenti. Pag. 3415 LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, certo. GIROLAMO TRIPODI. Con il prefetto di Reggio Calabria abbiamo avuto uno scambio di idee qualche giorno fa ed anche in precedenti occasioni. Parliamo di "vacche sacre", così definite perché nessuno le ha toccate... LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Nessuno osa toccarle! GIROLAMO TRIPODI. Di questa vicenda, lei sarà stato certamente informato dai carabinieri. Ci è stato detto che il fenomeno si sta estendendo. Poco fa, alcuni sindaci di comuni compresi in una zona diversa (penso a Brancaleone ed a Bova) ci hanno confermato che anche da loro vi sono pascoli abusivi di vacche. Si è sempre sostenuto che questi bovini appartenessero ad una famiglia mafiosa di Cittanova. Oggi il problema si è esteso e non riguarda più soltanto Cittanova... LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. L'elenco dei comuni interessati è contenuto nella nota che ho predisposto per la Commissione. GIROLAMO TRIPODI. Penso, per esempio, a Gioia Tauro ed a Polistena, che oggi è stata invasa, nonostante il sindaco abbia dichiarato in questa sede che il territorio del comune non è interessato dal fenomeno. Eppure, in quel comune singoli cittadini hanno presentato specifiche denunzie ai carabinieri (delle quali, per altro, siamo in possesso)! Vorrei osservare che, indipendentemente da provvedimenti che potrebbero essere adottati per perfezionare la legislazione, vi sarebbe stata la possibilità di intervenire tempestivamente. Ricordo infatti che nel 1986-1987, in seguito a pressioni che abbiamo esercitato sulla procura di Palmi, quest'ultima ha emanato un'ordinanza finalizzata all'abbattimento delle vacche, una parte delle quali è stata effettivamente abbattuta. In seguito, tutto è cessato anche perché non vi è stata collaborazione sul posto, non so se da parte dei carabinieri o da parte di molti sindaci i quali non hanno dato un aiuto per la rimozione delle carcasse. Il fatto è che queste vacche non pascolano abusivamente ma conoscono i propri padroni, tanto che vengono spesso trasportate di notte dai loro proprietari da una zona all'altra. Quando ci si trova di fronte a terreni chiusi, o si ammazzano i proprietari che hanno recintato i terreni oppure vengono tagliate le recinzioni, spesso costituite da filo spinato, sì da consentire l'apertura di una breccia per il passaggio delle vacche. In definitiva, siamo in presenza non di un fenomeno spontaneo ma di un'organizzazione, di un fatto organizzato. Da lei, prefetto, vorremmo sapere se a quelle originarie si siano aggiunte altre cosche mafiose. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Se il fenomeno è così esteso, è ovvio che non può trattarsi di una sola cosca. La cosca di Cittanova non può essere la stessa di Bova Marina! GIROLAMO TRIPODI. La situazione, comunque, può essere affrontata. Lei diceva che vi sono mandrie che pascolano nei terreni demaniali. Questo è vero, ma va considerato che nella parte montana si producono minori danni mentre nella pianura le mandrie distruggono tutte le produzioni e le vegetazioni dei contadini e dei coltivatori, arrecando danni economici enormi. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Una cosa è importantissima: o si accetta il principio che non ci deve essere abusivismo nel pascolo... Il danno potrebbe essere contrastato dai proprietari stessi. Se lei non lo sa, le dico che vi sono alcuni proprietari che poi vanno a gloriarsi con chi di competenza per aver fatto partorire la mucca gravida o per aver curato il vitellino. Queste sono cose che si conoscono: è chiaro il discorso? Ecco perché dico che è necessaria la collaborazione di tutti. Pag. 3416 PRESIDENTE. La collaborazione è possibile solo quando il cittadino constata che l'autorità dello Stato si muove, perché se l'istituzione non si muove nessuno collabora. GIROLAMO TRIPODI. Non c'è stato un impegno dello Stato per quanto riguarda queste vicende! LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Guardi, anche se non faccio riferimento alla mia gestione, le debbo dire che l'impegno dello Stato c'è stato. Il risultato che ne è conseguito è stato però talmente traumatico e drammatico con riferimento ai quaranta capi che si è riusciti a prendere... GIROLAMO TRIPODI. Per la verità, sono stati ventisei! LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Vorrei dire che, tutto sommato, mi pare che il fenomeno vada affrontato da parte di tutti. Quando si parla del problema delle "vacche sacre" mi sembra che si proponga lo stesso discorso che viene affrontato quando si discute sulla protezione civile. Quest'ultima sembra essere un qualcosa di anomalo, proveniente dallo spazio o da un altro pianeta; non ci si rende conto che ciascuno di noi, incominciando dal cittadino e proseguendo man mano fino al sindaco, al prefetto, ai ministri, siamo tutti soggetti della protezione civile. Si sente parlare della protezione civile come di un ente astratto, mentre essa non ha nulla di astratto ma è un concetto concreto. Durante il terremoto di Siracusa - chiedo scusa per questa divagazione - ho letto su un giornale (all'epoca ero prefetto di quella città): "Sono subito intervenuti le forze di polizia, i vigili del fuoco: mancava la protezione civile". Signori miei, ma in quel momento vigili del fuoco, polizia e carabinieri non erano forse la protezione civile, giacché di quest'ultima essi rappresentano l'embrione? Quello delle "vacche sacre" è un problema molto grave non tanto e non soltanto per i danni che vengono prodotti ai coltivatori in generale ma soprattutto per l'immagine che viene data di una certa provincia. Nel momento in cui si conducono battaglie per sconfiggere determinate ideologie perverse, il problema delle "vacche sacre" assume una sua importanza fondamentale. Ecco perché mi permetto di sostenere - con il dovuto riguardo e con la consueta cordialità ai quali sono ispirati i nostri rapporti - che quello del pascolo sul terreno demaniale, comunale o regionale è un problema che considererei - mi scusi - di scarsa importanza. L'esistenza dei danni è un'aggravante, ma ciò che è importante è che non si deve pascolare né a destra né a sinistra! GIROLAMO TRIPODI. Questo è chiaro, è un principio fondamentale. Quella presenza rappresenta un principio di illegalità e di violazione di ogni principio di legge, che deve invece essere rispettato. Si tratta di un atto di violenza grave e potente. PRESIDENTE. Prefetto, in attesa di un intervento legislativo, lei non ritiene di poter far nulla? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Io senz'altro inizio a fare qualcosa. PRESIDENTE. Comunicherà alla Commissione le iniziative che intenderà adottare? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Senz'altro. Alcuni sindaci della zona mi hanno chiesto di riunire il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Noi ci riuniamo: praticamente, siamo il sottoscritto (che presiede il comitato), il questore ed i comandanti dei gruppi dei carabinieri e della Guardia di finanza. Integreremo questa composizione con la presenza dei sindaci, dai quali ci attendiamo proposte concrete con riferimento all'apporto che essi possono offrire come amministrazione. Pag. 3417 PRESIDENTE. Il comitato non si è mai riunito per affrontare questa questione? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Ha tenuto una quantità di riunioni. PRESIDENTE. Ma su questa questione? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. No, perché si tratta di una richiesta molto recente. PRESIDENTE. A prescindere dalla richiesta, vorrei sapere se il comitato ha mai affrontato il problema delle "vacche sacre". LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Il problema è incominciato nel 1988-1989... PRESIDENTE. Ma il comitato si è riunito? LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, il comitato si è riunito, allargato anche all'antimafia... PRESIDENTE. Vorrei chiederle se può inviare alla Commissione i verbali delle sedute del comitato dedicate a questo problema, in maniera tale da consentirci di verificare il tipo di proposte emerse. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Senz'altro. Ad ogni modo, nell'appunto che mi sono permesso di consegnarle sono indicate anche le conclusioni cui sono giunti i vari comitati, giacché sono stati tenuti diversi comitati, anche con l'intervento della magistratura. Preciso, tuttavia, che all'epoca non ero prefetto di Reggio Calabria. PRESIDENTE. I colleghi hanno ulteriori domande da porre al prefetto? La ringraziamo, prefetto. Ascolteremo fra qualche giorno il questore e il comandante dei carabinieri e successivamente individueremo il tipo di proposta da portare avanti sotto il profilo legislativo. La pregherei di comunicarci le iniziative che lei intenderà assumere. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. D'accordo, se lei me lo consente, vorrei nel frattempo - sia pure telefonicamente, per vie brevi - interessare Grosseto per accertare il numero di butteri che eventualmente potrebbero essere disponibili. PRESIDENTE. Esiste una riserva di butteri presso le forze armate. LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, ma costoro operano presso il centro quadrupedi, laddove vi sono tutti i cavalli dell'esercito. Non so se il centro si possa privare di questi butteri. PRESIDENTE. Se ne priverebbe soltanto di quattro o cinque: una piccolezza! LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. L'esercito potrebbe risultare molto utile, anche perché dispone di mezzi di trasporto adeguati. PRESIDENTE. La ringrazio, prefetto. La seduta termina alle 17,30.