I prigionieri politici in Usa

Alla fine degli anni Ottanta negli Stati Uniti c'erano una ventina di prigioni simili all'unità di massima sicurezza di Lexington, per prigionieri politici.

Sia la Aclu, I'"Unione americana per le libertà civili", una organizzazione non sovversiva, di cui fanno parte ex candidati presidenziali come Mondale e Dukakis; sia la liberal-progressista "Preedom Now" che ha promosso una campagna nazionale per l'amnistia e i diritti umani dei prigionieri politici; sia il "Comitato nazionale per la libertà dei prigionieri di guerra portoricani" dichiaratamente di sinistra, hanno sostenuto che gli Stati Uniti hanno centinaia di prigionieri politici, di cui hanno pubblicato elenchi o biografie.

Prigionieri politici negli Usa sono gli attivisti per i Diritti Civili, quelli che hanno lottato contro il nucleare e contro la guerra, i sindacalisti, gli appartenenti ai Movimenti di Liberazione dei Neri e ai movimenti per I'lndipendenza di Portorico e altri che si sono impegnati nella lotta per l'uguaglianza e la giustizia sociale.

Si tratta di afroamericani, portoricani, chicanos, nativi americani e nordamericani bianchi che in vari casi hanno accumulato molti anni di prigione; che vivono in condizioni durissime di segregazione e rappresentano il lato oscuro della "democrazia americana".

I prigionieri vengono rinchiusi in "unità di trattamento intensivo", allo scopo di distruggerli come soggetti politici e annientarli fisicamente. Le carceri di Marion, Trenton, Lexington e Marianna per le donne, sono veri e propri lager in cui si perfezionano strategie di deprivazione sensoriale e di annientamento, già usate contro i militanti rivoluzionari di altri paesi.

L'amministrazione degli Stati Uniti nega di tenere in carcere prigionieri politici e di guerra, per nascondere la realtà delle lotte di liberazione nazionale e della resistenza antimperialistica al suo interno.