Malgrado l'avvicendamento di sei ministri della Giustizia dalle amministrazioni repubblicane di Reagan e Bush a quella democratica di Clinton, l'opposizione statunitense ad una soluzione positiva del caso Baraldini é rimasta la stessa. Identico é stato il personaggio che nel corso di tre amministrazioni ha sostenuto la linea della fermezza, il signor Gerald Shur, direttore della sezione per il trasferimento dei detenuti; costante l'opposizione dell'Fbi.
Durante la sua visita a Roma del giugno 1994, il nuovo presidente americano Clinton é stato informato della gravità del caso Baraldini dal sindaco Rutelli, ed un analogo intervento é stato posto in atto dalle consigliere comunali di Roma in un incontro con la signora Hillary Clinton. Il ministro della Giustizia Biondi, dell'Interno Maroni e il Direttore degli affari penali Mele, nell'autunno del 1994 sono andati a Washington per discutere con le controparti statunitensi il caso Baraldini. Ma risultati concreti nei primi dieci mesi del 1994 non se ne sono avuti.
L'assenza di adeguata pressione da parte del governo Berlusconi ha contribuito alla reiterazione dell'intransigenza statunitense e così anche all'assunto che un rigetto ufficiale della richiesta italiana accantoni l'intera questione per altri due anni. In tal modo il governo di Roma non potrà rinnovare la richiesta di trasferimento della Baraldini prima della fine del 1996.