Il sostegno ai movimenti di liberazione

Silvia Baraldini ha militato, negli anni Settanta, nelle organizzazioni di sostegno agli indipendentisti portoricani. Più volte interrogata dalla polizia e da i servizi speciali che volevano ottenere informazioni su di essi, si é sempre rifiutata di collaborare.

Il Portorico é stato in condizioni di sottosviluppo e di colonia fino alla fine degli anni Cinquanta. Il rapido ma disordinato sviluppo nei decenni successivi non é riuscito ad eliminare le ampie sacche di povertà nel Paese, gli squilibri sociali, la corruzione dilagante, l'esportazione di capitali. Peraltro é continuato lo statuto di paese semicoloniale nei confronti degli Stati Uniti, sul piano economico e politico. Questa situazione ha portato al diffondersi di un movimento indipendentista.

I rivoluzionari che hanno lottato per la libertà e l'indipendenza degli Stati Uniti, sono stati, tra gli altri, Lolita Lebròn, Rafael Miranda, Andrés Cordero, Irvine Flores, Oscar Collazo, detti i "Cinque di Portorico", ognuno dei quali ha trascorso più di un quarto di secolo dietro le sbarre.

Il movimento per l'indipendenza dell'isola ha avuto la sua ascesa e il maggiore sviluppo negli anni Settanta, quando anche Silvia vi ha collaborato.

Interessata ai problemi dei neri, convinta sostenitrice di ideali antirazzisti, antimperialisti e anticolonialisti, la Baraldini ha attraversato l' Africa in lungo e in largo, e ha stretto legami con i movimenti di liberazione anticolonialisti. Alla fine degli anni Settanta ha organizzato un movimento di solidarità con il popolo della Rhodesia-Zimbabwe.

Qui, una minoranza di trecentomila bianchi governava su quattro milioni di neri. Ma dopo la fine dell'impero coloniale portoghese e la conseguente salita al potere nell'Africa australe di regimi progressisti, la posizione del governo razzista appariva in difficoltà. In particolare si mostrava assai forte il movimento di liberazione Zimbabwe, nome africano della Rhodesia.

Alla vigilia dell' indipendenza e della fine del regime razzista, prevista per il 1980, sono state indette le prime elezioni a cui hanno potuto partecipare anche i neri. Per aver oganizzato un movimento di solidarietà con il popolo dello Zimbabwe, Silvia Baraldini é stata invitata dallo Zanu, il partito di Robert Mugabe, a far parte del gruppo di osservatori internazionali alla consultazione elettorale per l'indipendenza del Paese.