Le "Pantere Nere" e l'"Esercito Popolare di Liberazione"

Il partito delle "Pantere Nere", particolarmente attivo tra il 1966 e il 1971, lottava non solo per l'affermazione del potere nero ma anche per cambiamenti radicali nel sistema sociale ed economico alla luce dei principi dell'antimperialismo, dell'internazionalismo e del socialismo.

Un'organizzazione politica di questo tipo, per il governo degli Stati Uniti era molto destabilizzante. Infatti il capo dell'Fbi, Hoover, nel 1968 ha dichiarato che si trattava dell'organizzazione più pericolosa del Paese e ha annunciato che contro di essa era stato varato un programma di contro-intelligenza in cui veniva utilizzata la stessa tecnica con cui l'Fbi operava nel Terzo Mondo: l'assassinio, le prove false, le tattiche disoneste.

L'"Esercito Popolare di Liberazione" é stato fondato nel 1971, come organizzazione armata clandestina. Assata Shakur così ne descrive i motivi della nascita: "L'idea di un Black Liberation Army (Bla) é emersa dalle condizioni delle comunità Nere: condizioni di povertà, case indecenti, disoccupazione di massa, assistenza medica carente e istruzione pessima. L'idea é nata perchè la gente Nera non é libera o uguale in questo paese. Perchè il novanta per cento degli uomini e delle donne nelle prigioni di questo paese sono persone Nere e del Terzo Mondo (...). L'idea del Black Liberation Army é sorta a causa dell'oppressione politica, sociale ed economica dei Neri in questo paese. E dove c'é oppressione, ci sarà resistenza. Il Bla é parte del movimento di resistenza".

Il Bla ha rappresentato il punto di riferimento della lotta armata nera per tutti gli anni Settanta; ha affermato la propria identità antimperialistica e antirazzista, la necessità di lottare per l'abolizione del sistema capitalistico e per istituire rapporti socialisti.

Nel Bla-Ratf (Bla-Revolutionary armed task force) sono confluiti militanti neri del Bla, veterani delle Pantere Nere, del Provisional Government of the Republic of New Africa e militanti bianchi degli ex Weather Underground e dell'organizzazione comunista "19 Maggio" di cui faceva parte Silvia Baraldini.