il manifesto 12 marzo 1996
Lamberto Dini ha messo in relazione l'evasione del terrorista Al Molqui
con la possibile soluzione del caso Baraldini. Il ministro Susanna
Agnelli ha annunciato che la legge Gozzini verrà rivista. È
legittimo legare le due vicende?
Il caso Baraldini e l'evasione di Al Molqui, con quanto ne sta
conseguendo in termini di polemiche sulla legge Gozzini, sono vicende
assolutamente diverse che non possono essere trattate congiuntamente,
neppure sul piano dell'opportunismo politico. La legge Gozzini è
stata una grande conquista di civiltà, uno dei punti più
alti raggiunti dalla politica del diritto, il risultato ultimo di una
grande battaglia per dare corso ad un principio costituzionale che
afferma la funzione rieducativa della pena. Guai, dunque, a pensare di
voler modificare queste norme peggiorandole. Significherebbe rinunciare
a una conquista di civiltà giuridica e disattendere i principi
costituzionali. E guai, oltretutto, a farsi fuorviare da contingenze.
Il presidente del consiglio ha lasciato intendere che nel caso di Al
Molqui ci sarebbe stato un atteggiamento negligente del magistrato di
sorveglianza.
Sono certo che il giudice di sorveglianza non ha fatto altro che
adempiere ai suoi obblighi istituzionali con onestà e correttezza.
Inoltre, il tribunale di sorveglianza di Roma è composto da
magistrati di grandissimo rigore, competenza e rettitudine.
Il guardasigilli ha disposto un'ispezione.
E ha fatto bene. Perché questi accertamenti serviranno a stabilire
che il magistrato di srveglianza non ha violato né principi
normativi, né regole di opportunità.
L'amministrazione USA ha mostrato grande nervosismo. Non esiste il
rischio che questa vicenda finisca comunque con il pesare sulla vicenda
Baraldini?
Comprendo l'irritazione e la protesta dell'amministrazione e
dell'opinione pubblica americane. Ma sarebbe di straordinaria
gravità se le autorità USA volessero mettere in atto misure
ritorsive. In particolare nei confronti della Baraldini. Gli Stati Uniti
sono una grande democrazia e sarebbe grave se decidessero di comportarsi
da repubblica delle banane. Ripeto: l'evasione di Al Molqui non ha e non
deve avere nulla a che fare con il caso Baraldini.
Sta di fatto che Washington è tornata a denunciare l'evasione di
Al Molqui come esempio dell'"inaffidabilità" del nostro sistema
penitenziario.
Noi non chiediamo agli USA un'opinione sulle nostre leggi, ma il
rispetto di una convenzione di diritto internazionale firmata tanto
dall'Italia che dagli Stati Uniti. La Convenzione di Strasburgo, per la
quale il cittadino condannato all'estero può scontare la pena nel
proprio paese di origine e, qualora questa sia incompatibile, che la
misura della detenzione sia rideterminata dal giudice. È il caso
della Baraldini. Nel nostro paese non sono previste condanne a 43 anni,
dunque i nostri giudici dovrebbero riformulare la pena. Ebbene, anche
nell'ultimo provvedimento di rigetto, gli USA hanno nuovamente posto
come condizione del trasferimento della Baraldini l'assicurazione che
finisca di scontare 43 anni di pena. Si tratta di una condizione
impossibile. E questo gli USA lo sanno. Perché sanno che il nostro
governo non può in alcun modo influire sulle decisioni dei
giudici.
Dunque?
Dunque, ponendo una condizione impossibile, di fatto gli USA pongono nel
nulla la Convenzione di Strasburgo. E allora, delle due l'una. O
l'Italia cita in giudizio gli USA chiedendo al Consiglio d'Europa di
pronunciarsi sul rispetto della convenzione. Oppure, il nostro governo,
d'ora in poi, non deve concedere il trasferimento di cittadini americani
condannati da tribunali italiani. Qui non si tratta infatti soltanto di
riaffermare il primato del diritto, ma anche la dignità
internazionale dell'Italia.
di Carlo BoniniGiù le mani dalla legge
L'evasione del terrorista palestinese Majed Al Molqui, l'atteggiamento
del governo USA, il caso di Silvia Baraldini. Guido Calvi, legale della
Baraldini, mette in guardia palazzo Chigi dal prestare il fianco a
ritorsioni consumate sulla vita di cittadini italiani. Denuncia il
mancato rispetto da parte di Washington della Convenzione di Strasburgo
e avverte Lamberto Dini e Susanna Agnelli: "Guai a toccare la Gozzini".