Farnesina sotto accusa

il manifesto
24 Marzo 1996
Patricia Lombroso
New York

Per Silvia Baraldini Farnesina sotto accusa

I legali di Silvia Baraldini, Elizabeth Fink e il professor Guido Calvi hanno incontrato ieri la nostra connazionale nel carcere federale di Danbury, Connecticut, dopo aver appreso da il manifesto che il governo USA già da un mese, il 20 febbraio scorso, per la quarta volta ha opposto un rifiuto alla richiesta del governo italiano, come previsto dalla Convenzione di Strasburgo, di consentire a Silvia Baraldini di scontare nel suo paese il resto della pena comminatagli dal governo americano: 43 anni di cui già 14 scontati nelle carceri USA. Entrambi hanno espresso forte rincrescimento per il protrarsi ingiustificato di una condizione carceraria che viola i più elementari principi dei diritti dell'uomo e che impedisce l'applicazione di una convenzione internazionale che gli stessi Stati Uniti hanno sottoscritto fin dal 1980 e che è stata ratificata dal parlamento italiano nel settembre del 1989.

Gli avvocati hanno poi espresso profonda amarezza, perché ancora una volta la notizia del rigetto dell'istanza è stata resa nota in modo occasionale dalla stampa. Al suo rientro a Roma, Guido Calvi ha espresso la sua ferma intenzione di presentare una lettera di protesta al ministro degli esteri Susanna Agnelli per sapere perché i suoi rappresentanti diplomatici a Washington non hanno avvertito la necessità d'informare la loro concittadina Silvia Baraldini, i suoi familiari ed i suoi difensori sin dal 20 febbraio scorso. La domanda che ci si pone è perché la comunicazione ufficiale di rigetto al trasferimento della Baraldini trasmessa dal ministero di Giustizia americano al nostro ministero degli esteri sia stata tenuta segreta per tanto tempo in un cassetto pur sapendo che il "no" USA non è stato influenzato dal clima di lotta al terrorismo scatenato in coincidenza agli attentati in Israele, avvenuti quando la decisione a Washington era stata già presa. Perché il ministro degli esteri Agnelli non ha richiesto alla propria ambasciata a Washington d'informare come era nei suoi diritti di cittadina italiana la detenuta Silvia Baraldini? La risposta esigerebbe una chiarificazione in Parlamento.

Abbiamo appreso dal quotidiano La Nazione inoltre che il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ha invitato ad un colloquio privato Dolores Baraldini, madre della nostra concittadina detenuta. Il contenuto del colloquio ci è sconosciuto, ma alla luce dei gravi silenzi del nostro governo circa la decisione di Washington sorge il dubbio che neppure il Presidente Scalfaro fosse stato informato della comunicazione ufficiale USA sul caso Baraldini che anche a lui sta molto a cuore, come ha spesso manifestato pubblicamente sulla stampa. Se ciò fosse vero la gravità dello scandalo sarebbe ancora maggiore.