Logo Banca dati della Memoria DOSSIER SULLA NESTLÈ

QUESTO DOSSIER E' STATO FORNITO DAL COMITATO BOICOTTAGGIO NESTLE' DI BERGAMO. L'OPUSCOLO IN FORMA CARTACEA COSTA L.2000. PERTANTO SONO BEN ACCETTI CONTRIBUTI DA PARTE DI TUTTI COLORO CHE PRELEVERANNO QUESTO TESTO IN FORMA ELETTRONICA. I CONTRIBUTI POSSONO ESSERE INVIATI AI SEGUENTI INDIRIZZI :

COMITATO BOICOTTAGGIO NESTLE' PISA
presso: Coop. Il Chicco di Senape
P.zza Vettovaglie 18
56100 Pisa
Tel e Fax 050/598946

COMITATO BOICOTTAGGIO NESTLE' BERGAMO
presso: Coop. Il Seme
via Bonomelli 9
24100 Bergamo
Tel e Fax 035/242829


DOSSIER a cura dei comitati boicottaggio Nestle' di Pisa e Bergamo

Introduzione

Siamo abituati a pensare al potere come a qualcosa che si possiede. In realta' il potere e' qualcosa che si riceve e non da Dio o da altre forze soprannaturali, ma dai sudditi. I generali riescono a condurre le loro guerre non solo perche' hanno al loro seguito un esercito di soldatini obbedienti, ma anche perche' migliaia di operai accettano di costruire armi. I tiranni riescono ad imporre le loro dittature non solo perche' dispongono di poliziotti pronti ad eseguire qualsiasi rappresaglia, ma anche perche' molti preferiscono tacere. Gli avidi creano ingiustizia non solo perche' hanno al loro servizio delle schiere di ragionieri, direttori e capisquadra disposti a fare trionfare il sopruso, ma anche perche' i consumatori comprano tutto senza problemi.

Dunque ogni volta che andiamo a fare la spesa dobbiamo ricordarci che attraverso questo gesto semplice ed apparentemente banale che e' il consumo, rischiamo di renderci complici dei peggiori misfatti, non solo per lo sfruttamento e il danno ambientale che puo' essere racchiuso nel prodotto che compriamo, ma anche perche' diamo denaro e consenso che possono essere responsabili di tanti altri abusi umani e sociali. Ma attenzione! E'necessario avere questa consapevolezza non per creare degli sterili sensi di colpa, ma per diventare dei consumatori responsabili che pretendono di usare il consumo come uno strumento per condizionare le imprese. Percio', quando andiamo a fare la spesa ricordiamoci anche che siamo potenti e che le imprese sono in una posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di consumatori.
Noi, infatti, con i nostri acquisti abbiamo la possibilita' di fare salire o scendere i loro profitti. Proprio perche' le imprese hanno tanta paura di noi, esse tentano di dominare la nostra volonta' spendendo miliardi per la pubblicita'. Dunque noi dobbiamo sforzarci per riappropriarci della nostra volonta' decisionale e dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo tra le mani.
Un potere che preso singolarmente e' certamente piccolo, ma che moltiplicato per milioni di persone puo' mettere in ginocchio le piu' grosse multinazionali e al limite l'intero sistema.

Gli strumenti a disposizione del consumatore per condizionare le imprese sono due: il boicottaggio e il consumo critico.
Il boicottaggio e' un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o piu' prodotti per forzare le societa' produttrici ed abbandonare certi comportamenti.
Mentre il boicottaggio e' una campagna organizzata con grande clamore di stampa e col coinvolgimento di molte altre forze, comprese quelle politiche, sindacali ed anche ecclesiastiche, il consumo critico e' un'iniziativa piu' silenziosa paragonabile ad un'abitudine di vita. Il consumo critico, infatti, e' un atteggiamento quotidiano che consiste nella scelta meticolosa di tutto cio' che compriamo sulla base di due criteri: la storia del prodotto e la condotta della casa produttrice. Scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnaliamo al sistema i metodi produttivi che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre. In fin dei conti, il consumo si puo' utilizzare come una forma di voto, che puo' influenzare le scelte economiche molto di piu' del voto elettorale.

Dunque non cerchiamo scuse: le multinazionali non sono quei mostri imbattibili che noi immaginiamo, ed il loro comportamento dipende dalle nostre scelte. Alla fine il nostro problema non e' la mancanza di strumenti di intervento. Il nostro vero problema e' come vogliamo utilizzare la nostra vita: se preferiamo viverla da "sovrani" che pretendono di indirizzare il corso della storia per fare trionfare la pace e la giustizia o se preferiamo viverla da "servi" disposti a barattare la nostra dignita' per un piatto di lenticchie.
Francuccio Gesualdi
responsabile del Centro Nuovo Modello di Sviluppo


Perche' boicottare Nesquik e Nescafe'

Schede di approfondimento

Identikit della multinazionale
La legge italiana
I vantaggi dell'allattamento al seno
La cronistoria del boicottaggio
Il boicottaggio in Italia
...Ogni giorno 4000 bambini nel Sud del Mondo potrebbero essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione se fossero allattati al seno e non con latte in polvere...

Perche' l'allattamento artificiale uccide
"Il numero di vittime causate dall'uso improprio del latte in polvere ogni mese e' equivalente a quello che causo' l'esplosione della bomba di Hiroshima nel 1945." (James Grant, Direttore Esecutivo UNICEF)

Al Nord molti pensano che il latte in polvere sia migliore di quello materno, arricchito com'e' di sali minerali e vitamine. Studi approfonditi hanno pero' confermato l'intuito del buon senso millenario: L'allattamento al seno e' il miglior modo per iniziare la vita: e' gratuito, salutare e protegge dalle piu' comuni infezioni, inclusa polmonite, infezioni alle orecchie e poliomielite e ha un importante effetto immunitario. Persino in Inghilterra, un bambino allattato con il latte artificiale e' esposto 10 volte in piu' a malattie di tipo gastrointestinali rispetto ad un bambino allattato al petto.

Ma nelle societa' povere -sostiene l'UNICEF- i bambini allattati artificialmente sono esposti alla morte 25 volte in piu' di quelli allattati al seno.

Per quanto possa sembrare paradossale, la prima ragione e' da ricercarsi nella denutrizione dovuta al fatto che molte famiglie guadagnano troppo poco per attenersi alle dosi prescritte. Secondo uno studio condotto dall'organismo inglese War on Want, nel 1974, in Nigeria, il costo dell'alimentazione artificiale di un bambino di tre mesi rappresentava il 30% del salario minimo di un operaio. Il costo passava al 47% quando il bambino raggiungeva i 6 mesi. Se consideriamo che dall'80 al '90 i salari sono diminuiti del 30-40%, non deve stupire se il latte e' annacquato diverse volte piu' del prescritto, con il risultato finale che i bambini, lungi dal crescere belli e robusti, diventano rachitici e sottopeso fino a morire.
La seconda ragione per cui l'allattamento al biberon uccide, e' la mancanza di igiene.
L'acqua con cui il latte e' preparato e' spesso malsana ed e' impossibile sterilizzare biberon e tettarelle senza la comodita' del fornello e senza disinfettanti. Mamme con pochi soldi, poche comodita' e poche conoscenze igieniche somministrano ai loro bambini latte allungato in biberon a malapena sciacquati, con tettarelle esposte all'aria, su cui si posano di continuo decine di mosche. Le inevitabili conseguenze sono infezioni intestinali che provocano diarree mortali.

Secondo l'UNICEF, un milione e mezzo di bambini muoiono ogni anno perche' non sono allattati al seno.

Nonostante cio' molte societa' produttrici di latte in polvere, pur di vendere i loro prodotti, non si fanno scrupolo a promuoverne l'uso con tecniche di marketing irresponsabili...

Le responsabilita' della Nestle'
"Trincerarsi dietro il paravento del libero mercato e' ridicolo oltre che assurdo: con la stessa giustificazione si e' trasformato il Terzo Mondo in un'enorme pattumiera dei paesi industrializzati. Nel caso del latte artificiale e' ancora peggio: la Nestle' spaccia addirittura per "aiuti" le sue scorrette pratiche di Marketing"
(Dijbril Diallo, consigliere speciale dell'UNICEF)

In questo secolo e' dilagato l'uso di alimenti per neonati. Un esempio e' dato dal Cile: nel 1950 il 95% dei neonati venivano allattati al seno, vent'anni dopo solo il 20%. Altro esempio in Nigeria. dove i bambini venivano allattati fino all'eta' di circa quattro anni; con l'avvento degli alimenti artificiali, l'allattamento al seno smise, nel 70% dei casi, alla eta' di quattro mesi. In entrambi i casi le donne credevano fermamente ai vantaggi del latte in polvere e dicevano di essere state consigliate dal personale medico. Questo cambiamento di costumi e' dovuto all'influsso dei paesi industrializzati.
Il biberon e' divenuto grazie alle campagne pubblicitarie simbolo di progresso e di salute a priori. Oltre a distribuire cartelloni pubblicitari recanti immagini di bambini sani e paffuti negli ospedali, le ditte produttrici si mettono in contatto con i medici locali. Organizzando corsi e seminari per il personale sanitario fanno entrare in uso i loro prodotti negli ospedali. I rappresentanti delle ditte arrivano a fingersi infermieri per convincere le donne incinte a comprare il prodotto commercializzato.
In questo sono molto facilitati dalla carenza di informazioni mediche (spesso le uniche disponibili sono proprio quelle fornite dalle ditte produttrici).

Viveri "Gratis". Una delle piu' redditizie tattiche di marketing usata in particolar modo della Nestle' e' di dare gratis il latte per bambini o i sostituti agli ospedali e ai reparti maternita'. In molti casi, viene dato abbastanza latte perche' tutti i bambini nati all'ospedale siano allattati con il biberon. Alle madri viene spesso dato anche un barattolo campione da portare a casa. Dare il latte con il biberon ai neonati fa si che il latte materno venga progressivamente a mancare e l'allattamento al seno diventi impraticabile. Di conseguenza il bambino diventa dipendente del latte artificiale. Una volta a casa, le madri non ricevono piu' il latte gratis, ma se lo devono comprare. Da questo nascono da una parte i profitti della multinazionale e dall'altra le spaventose conseguenze di malattie e denutrizione.

Altre irresponsabili tecniche di marketing. I campioni gratuiti agli ospedali sono solo una strada per dare ai bambini il latte artificiale. Noi speriamo che le nostre campagne obblighino le compagnie a smettere presto di utilizzare questa tattica.
Comunque, Nestle' adopera molte altre tattiche per persuadere le madri ed il personale medico a preferire l'allattamento artificiale. Queste includono :

Perche' proprio Nestle'?

Nestle', la multinazionale piu' potente del mondo nel campo agro alimentare, vende il 25% dei suoi prodotti nel Sud del Mondo e controlla circa il 35-50 % del mercato globale del cibo per bambini, indirizzando tendenze di marketing che influenzano le altre ditte.
Nestle' ricorre a irresponsabili tecniche di marketing -violando il Codice Internazionale redatto da UNICEF e OMS (vedi pag.6)- piu' spesso di ogni suo concorrente. E' per questo che noi chiediamo alle persone come te di smettere di comprare Nescafe' e Nesquik, i prodotti piu' rappresentativi della multinazionale.

Identikit della multinazionale Il colosso elvetico e' sbarcato nel nostro paese nel 1913 costituendo la societa' Henri Nestle' e ha costruito il suo primo stabilimento tricolore nel 1924 ad Abbiategrasso, dove produceva latte condensato e farina lattea. Il salto di qualita' e' arrivato nell'88, con l'acquisizione dalla Cir di Carlo De Benedetti della Buitoni-Perugina per circa 1600 miliardi di lire (1). La seconda accelerazione italiana e' arrivata indirettamente al termine della battaglia per il controllo della Perrier con la famiglia Agnelli.
L'azienda svizzera si trovo' in portafoglio (oltre alle fonti Sant'Antonio e San Bernardo, rivendute entrambe nel '94) i marchi di acqua minerale Vera e una quota della San Pellegrino. Per la Nestle', che oggi controlla il 49% (2) del gruppo San Pellegrino-Garma (Levissima, Recoaro, Pejo, Fiuggi, Panna, Claudia, San Bitter, Faemino e Hag), potrebbe rimanere un sogno proibito strappare la maggioranza alla famiglia Mentasti. Infatti scatterebbe la tagliola dell'antitrust che gia' in occasione dell'acquisizione della Perrier la costrinse a cedere alcune fonti.
Nel luglio '93, con la prima tranche della privatizzazione, relativa ai surgelati e ai dolci del gruppo Sme, la Nestle' aggiunge alla sua ricca tavola i marchi Motta, Alemagna, La Cremeria, Antica Gelateria del Corso, Maxicono, Surgela, Marefresco, La Valle degli Orti, Voglia di pizza e Oggi in Tavola. L'acquisizione di Italgel, il cui pacchetto di controllo (62%) e' costato 437 miliardi di lire (3), fa salire il fatturato della divisione italiana a 3765 miliardi di lire (4) e consente alla multinazionale svizzera di entrare, anche in Italia, nel panorama dei gelati e dei surgelati. Infatti, secondo un vecchio patto tra multinazionali alimentari, al colosso di Vevey fu assegnato il diritto di sfruttamento del marchio Findus in diversi paesi europei ma non in Italia dove e' tuttora in mano alla concorrente Unilever.
Nel nostro paese il gruppo svizzero conta 24 stabilimenti con circa 7 mila dipendenti e controlla, oltre a quelli gia' citati, i marchi Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality street, Rowentree, Cailler, Toffee, Polo, Orzoro, Latte condensato e cioccolato Nestle' (dolci), Nestea, Belte', Spumador (bevande), Vismara, King's (insaccati), Sasso (olio), Berni (conserve), Locatelli (latticini), Pezzullo (pasta), Maggi (cucina generale), Friskies, Buffet (cibi per animali) e naturalmente il famigerato latte in polvere per neonati Nidina e i boicottati Nesquik e Nescafe' (autentici portabandiera della multinazionale elvetica).

A livello mondiale la Nestle' e' presente in 66 paesi con piu' di 500 fabbriche, 210 mila addetti e un fatturato '94 di 56.8 miliardi di franchi svizzeri (circa 70 mila miliardi di lire) (5) contendendo il primato nel settore agro alimentare a Philip Morris e Unilever. Secondo gli analisti il prossimo obbiettivo della campagna acquisti, e' gia' ben delineato. Nel '94 e' scaduto infatti un accordo in base al quale la Nestle' non poteva accrescere la sua quota indiretta (attualmente al 25%) nella societa' di prodotti cosmetici L'Oreal. Il presidente Helmut Maucher non ha mai nascosto il suo desiderio di conquistarne la maggioranza. Probabilmente questo non bastera' a calmare il vorace gruppo svizzero che da mesi sembra mostrare notevole interesse sia nei confronti del colosso americano Cpc international (quella, per intendersi, delle zuppe Knorr) (6) sia verso la divisione cibo per animali di Quacker Oats in Europa (7).
La fenomenale ascesa della Nestle' e' da inquadrare in un processo da tempo in corso in molti paesi: il passaggio da un'industria alimentare locale e regionale ad una sovranazionale. Diversificazione geografica, forti disponibilita' finanziarie, promozioni aggressive dei propri marchi consentono a poche multinazionali di colonizzare una fetta sempre piu' vasta del mercato a scapito delle piccole e medie imprese che si muovono in un'ottica nazionale.

Come ogni multinazionale, la Nestle' tiene molto alla sua immagine ed e' proprio facendo leva su questa componente non secondaria che il boicottaggio puo' avere successo su questo gigante dai piedi d'argilla. Il gruppo svizzero non puo' infatti non essere seriamente preoccupato dall'approvazione da parte della Chiesa d'Inghilterra del boicottaggio della Nestle', in seguito al quale, le vendite di Nescafe' nel Regno Unito (che costituiscono approssimativamente un ottavo delle vendite totali) sono diminuite del 3% (8). Se la Chiesa Anglicana decidera' di disinvestire le proprie azioni Nestle', pari a 1,4 milioni di sterline, la campagna ricevera' un impulso ancora maggiore. Del resto la contrazione del fatturato dell'1,2 registrata dalla Nestle' nel '94 dovrebbe indurre il gruppo svizzero a rivedere la propria politica a livello mondiale per la promozione di latte per neonati. Questa contrazione e' infatti dovuta principalmente al calo delle vendite negli Stati Uniti e nel Regno Unito (9), paesi dove il boicottaggio e' stato portato avanti con maggior vigore.

(1) "Il Sole 24 Ore", 31 luglio 1993
(2) "Mondo Economico", 6 febbraio 1995
(3) "Il Sole 24 Ore", 30 luglio 1993
(4) "Industria alimentare in Italia" rapporto AGRA/NOMISMA 1995
(5) "Mondo Economico", 6 febbraio 1995
(6) "Il Mondo", 5 agosto 1994
(7)"Il Sole 24 Ore", 24 novembre 1994
(8) press release "International Nestle' Boycott Committee", 27 maggio 1994
(9) "Il Sole 24 Ore", 26 gennaio 1995


...UNICEF e OMS hanno redatto un codice che bandisce queste tecniche di marketing...

Il Codice Internazionale

"Inappropriate pratiche nutritive portano alla malnutrizione infantile, alla malattia e alla mortalita' in tutti i paesi, e pratiche improprie nel marketing di sostituti del latte materno possono contribuire a questi gravi problemi di salute pubblica."
(Preambolo del Codice)

Il Codice Internazionale fu adottato dalla World Health Assembly (Assemblea Mondiale della Sanita') il 21 maggio 1981. Rappresenta per tutti i governi un modello di minima regolamentazione che dovrebbe essere adottato per proteggere la salute infantile impedendo un marketing inappropriato di sostituti del latte materno. Vieta la pubblicizzazione del latte artificiale e di qualsiasi altro sostituto del latte materno. Una ulteriore risoluzione del 1986 ha chiarito poi il problema dei rifornimenti gratuiti dichiarando che il latte artificiale non e' necessario.

Il Codice si applica ai sostituti del latte materno, inclusa la "infant formula", altri prodotti del latte (cibi e bevande, inclusi cibi complementari in biberon, quando presentati come una parziale o totale sostituzione del latte materno), biberon e poppatoi.
(articolo 2)

Etichette adeguate : informazione chiara, nessuna promozione, nessuna figura di neonato. Nessuna promozione al pubblico Non ci deve essere pubblicita' o altra forma di promozione al pubblico di prodotti a cui si applica il Codice. Non ci deve essere nessuna pubblicita' nel punto di vendita, distribuzione di campioni o ogni altro mezzo promozionale per attirare direttamente il consumatore, come speciali mostre, tagliandi di sconto, premi, vendite speciali.
Il personale addetto al marketing non deve cercare nessun contatto diretto o indiretto con le madri di neonati e bambini piccoli (articolo 5).

Nessun dono alle madri o al personale medico L'approvvigionamento di chiara informazione Nessuna promozione nelle strutture sanitarie
Le strutture sanitarie non devono essere usate per promuovere l' "infant formula" o altri sostituti del latte materno. Esse inoltre non devono essere usate per mostrare prodotti o manifesti pubblicitari e posters su questi ultimi, o per la distribuzione di materiale che porta il marchio di prodotti trattati dal Codice (articoli 6.2, 6.3, 4.3).

Nessuna promozione al personale medico
L'informazione fornita al personale medico da produttori e distributori, riguardante prodotti trattati dal Codice, deve essere limitata a fatti scientifici ed effettivi, e non deve implicare o creare l'opinione che l'allattamento mediante biberon sia equivalente o superiore all'allattamento al seno.
Campioni di tali prodotti, l'equipaggiamento e gli utensili per la loro preparazione o uso, non devono essere forniti al personale medico eccetto quando necessario per valutazione o ricerca professionale a livello istituzionale (articoli 7.2,7.4).

Nessun campione o rifornimento gratis
Campioni di prodotti a cui si applica il Codice non devono essere dati a donne incinte, madri di neonati e bambini piccoli, o membri delle loro famiglie. Non devono essere dati rifornimenti gratis o sottocosto di sostituti del latte materno a reparti maternita' o ospedali.
Rifornimenti gratis o sottocosto possono essere dati ad altre istituzioni sociali solo per il benessere di neonati che devono essere nutriti con sostituti del latte materno, e devono continuare per tutto il tempo in cui i suddetti neonati ne hanno bisogno.
Essi non devono essere usati come incentivo alle vendite (articoli 5.2, 7.4, 6.6, 6.7, Risoluzione OMS 39.28).

Nessuna promozione di cibi complementari prima che ce ne sia il bisogno
E' importante per i neonati ricevere cibi complementari adeguati, di solito quando raggiungono l'eta' da 4 a 6 mesi di vita. Ogni cibo o bevanda dato prima che i cibi complementari siano nutrizionalmente necessari, puo' interferire con l'inizio o il proseguimento dell'allattamento al seno e quindi non ne deve essere promosso l'uso durante questo periodo.
Bisogna inoltre fare ogni sforzo perche' vengano usati i cibi disponibili localmente.
(Preambolo del Codice; Risoluzione WHA 39.28)

Le compagnie devono attenersi al Codice Internazionale
Indipendentemente da ogni altra misura presa per rendere operante il Codice, produttori e distributori di prodotti a cui si applica il Codice devono considerarsi responsabili per la sorveglianza delle loro pratiche di marketing, secondo i principi e gli scopi del Codice, e prendere provvedimenti per assicurare che la loro condotta ad ogni livello sia conforme ad esso (articolo 11.3).

Applicazione del codice.

Dieci anni dopo la stesura del Codice, nell'Agosto 1990, molte alte cariche di governi di 30 paesi hanno adottato la "Dichiarazione degli Innocenti" in un meeting a Firenze. A tutte le donne, afferma la Dichiarazione, deve essere data la possibilita' di allattare esclusivamente al seno... E, per ottenere questo risultato, tutti i governi devono entro il 1995 aver preso provvedimenti per rendere effettivi tutti gli articoli del Codice Internazionale e la risoluzione speciale dell'OMS del 1986 (in cui si afferma che non ci devono essere rifornimenti di latte per bambini negli ospedali e, nei reparti maternita', la piccola quantita' di latte necessaria deve essere comprata anch'essa).
Nel 1991 l'UNICEF e l'O.M.S. hanno lanciato anche l'Iniziativa per gli Ospedali Amici del Bambini, che mira a incoraggiare l'allattamento al petto negli ospedali di tutto il mondo. Per dare all'iniziativa una probabilita' di successo, hanno chiesto alla Nestle' e ai suoi concorrenti di rispettare il Codice Internazionale ponendo fine ai loro rifornimenti gratuiti in tutti i paesi entro il 1992. Nonostante l'esplicita richiesta dell'UNICEF, le ditte produttrici si sono rifiutate di collaborare, continuando rifornimenti fino a quando i governi non avessero legiferato in proposito o tutte le compagnie fossero d'accordo a smettere. La Nestle' sa infatti che, prima della realizzazione di queste condizioni, ci vorranno anni, durante i quali potra' continuare a vendere i propri prodotti mentre milioni di bambini continueranno a morire.
Durante il 1992 l'UNICEF ha posto nuovamente la questione a molti governi, ma la Nestle' e' stata capace di far sollevare molte eccezioni e cavilli, per non includere nella legislazione latti speciali, latti per lo svezzamento, ospedali privati ecc. Inoltre la compagnia sa che tali cavilli mascherano i sondaggi e aiutano a far finta che i rifornimenti gratis avvengano solo in casi speciali.
Ne' la risoluzione OMS del 1986 ne' l'UNICEF ammettono queste eccezioni.


La legge italiana

Il Ministero della Sanita' italiano, seguendo le direttive Cee 91/321 e 92/52, ha emesso il decreto n. 500 del 6 aprile 1994 concernente gli alimenti per lattanti e di proseguimento destinati all'esportazione verso Paesi terzi. Ne riportiamo alcuni stralci:


...Sono state scoperte e documentate centinaia di infrazioni del Codice da parte della Nestle', la multinazionale che ha il piu' vasto mercato di latte in polvere nel Terzo Mondo...

Come la Nestle' trasgredisce il Codice

"I nostri monitoraggi ci mostrano che i rifornimenti gratuiti continuano persino dove i governi hanno legiferato in materia e che stanno prendendo piede anche altre attivita' promozionali"
(IBFAN, International Baby Food Action Network)

L'IBFAN rende note periodicamente le trasgressioni al Codice da parte delle ditte produttrici attraverso la pubblicazione "Breaking the Rules". Nell'edizione del '94 sono state riportate le violazioni risultanti dai monitoraggi effettuati in 62 paesi tra l'agosto del 1993 e il luglio 1994. Il rapporto mette anche a confronto le pratiche promozionali di 19 industrie di alimenti per bambini: la Nestle' risulta essere la resposabile del 25% delle migliaia di violazioni registrate (circa due volte di piu' di qualsiasi altra societa'). Un confronto con la precedente edizione di "Breaking the Rules" mostra lievi miglioramenti solamente per quel che riguarda la conformita' delle etichette e la promozione diretta al pubblico mentre l'IBFAN ha raccolto ben 107 denuncie di forniture gratuite agli ospedali da parte della Nestle'. Altrettanto preoccupanti sono le 650 infrazioni registrate per promozioni nei reparti maternita' e agli operatori sanitari attraverso omaggi di ogni genere e opuscoli con informazioni non scientifiche esaltanti le qualita' dei prodotti ("...la perfetta alternativa, speciale come le cure materne!..."). Continua anche la pubblicita' ingannatrice dei latti per lo svezzamento, in questo caso le infrazioni rilevate sono 74 .
Oltre al rapporto di "Breaking the Rules" del 1994 (che rappresenta solo la punta dell'iceberg del numero complessivo di violazioni che effettivamente si verificano nel mondo) la Baby Milk Action tiene costantemente informata la Nestle' inviandole lettere con informazioni dettagliate sui piu' recenti monitoraggi. Nella tabella della pagina accanto sono riportati i principali Paesi del Terzo Mondo dove sono state denunciate infrazioni del codice da parte della Nestle'. Va aggiunto che numerose violazioni sono state rilevate anche in molti Paesi Occidentali.


IBFAN e' una rete di oltre 140 organizzazioni in piu' di 70 paesi, di cui tre quarti in Africa, Asia e America Latina. L'IBFAN lavora per il miglioramento della salute e dell'alimentazione del bambino e per l'applicazione del Codice.

BABY MILK ACTION e' il membro britannico dell'IBFAN. E' una organizzazione non a fini di lucro che si batte per per proteggere madri e bambini dalla promozione commerciale dell'allattamento artificiale e per tutelare i diritti della donna ad una scelta consapevole.


PAESI DEL TERZO MONDO DOVE SONO STATE RILEVATE LE PIU' RECENTI INFRAZIONI DA PARTE DELLA NESTLE'




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Legenda:
X = dati tratti da "Breaking the rules 1994"
O = dati tratti da lettere inviate da Baby Milk Action alla Nestle' tra l'11
e il 19 agosto 1994


...Le informazioni fornite dalla Nestle' sull'allattamento artificiale sono contraddette dai piu' recenti studi dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita')...

Le informazioni Nestle' sull'allattamento naturale

"Anche in condizioni di estrema malnutrizione una madre continua a produrre il latte necessario al bambino... Nutrire di piu' la madre costa solo un decimo del latte artificiale per il bambino."
The Lancet (rivista specializzata di medicina)

La Nestle' insinua che madri denutrite non possono allattare al loro petto i figli, e che bambini nati prematuramente e gemelli dovrebbero essere allattati artificialmente.
In realta' non e' vero che le madri denutrite non possono allattare i propri figli. Il corpo umano e' grande per la sua abilita' di produrre latte anche se sotto stress o malnutrito. E' comunque molto piu' sicuro ed economico nutrire la madre e aiutarla ad allattare naturalmente che allattare i bambini artificialmente.
Infine, per quei pochi bambini che non possono essere allattati al seno, e' meglio farsi donare del latte naturale che allattarlo artificialmente. Con l'adeguato aiuto e dei corretti consigli le madri possono allattare bambini nati prematuramente e gemelli poiche' piu' il bambino succhia, piu' latte viene prodotto.
Il fatto che molte madri lavorino fuori da casa non scusa il comportamento della Nestle'. In tutto il mondo vi e' pochissima differenza fra gli orari di allattamento delle madri che lavorano e di quelle che non lo fanno. Una madre che non possa allattare il bambino sul lavoro puo' allattarlo a casa, oppure dare il latte ad una nutrice che sfami il bambino durante il giorno.
Anche in posti dal clima caldo, bambini nutriti al seno non hanno bisogno di altra acqua. Infatti l'acqua contenuta nel latte naturale e' sufficiente. E se la madre non vuole allattare al seno?
La campagna contro la Nestle' mira a proteggere le madri e i bambini, non a costringere le madri ad allattare naturalmente contro il loro desiderio. una donna dovrebbe avere il diritto ad una scelta informata. La Nestle' viola questo diritto.
Se una madre decide di utilizzare latte artificiale, questa decisione dovrebbe basarsi sul consiglio di personale sanitario, non sulla forza della campagna pubblicitaria di una compagnia.
Il personale sanitario dovendo dare consigli importanti deve essere protetto contro informazioni errate.


I vantaggi dell'allattamento al seno

(1) A cura della Dottoressa Sofia Quintero Romero, esperta sull'allattamento materno e la salute delle donne


... il boicottaggio e' uno strumento democratico e efficace che noi consumatori abbiamo a disposizione per costringere la Nestle' a rivedere il suo comportamento.

Cosa possiamo fare noi

"L'atteggiamento piu' pericoloso, da allontanare come una tentazione, e' il pessimismo. Non dire che contro i colossi della terra non ce la faremo mai e che quella mondiale e' una dimensione troppo vasta per essere gestita dal basso. Sui sensi di impotenza i padroni ed i governanti costruiscono imperi."
(Francuccio Gesualdi, responsabile del Centro Nuovo Modello di Sviluppo da "Lettera ad un consumatore del Nord" Ed. EMI'90.)


Che cosa possiamo fare se non ci rassegniamo ad assistere impotenti e ad ammettere che il potere delle imprese possa calpestare i piu' elementari diritti umani, irridere la dignita' delle persone del Sud del Mondo ma anche di quelle del Nord, subordinandole e pilotandolo con una incessante ed ingannevole pubblicita'?

Se vogliamo dare una speranza di vita ai bambini del Terzo Mondo e' necessario, prima di tutto, fermare le compagnie nelle loro irresponsabili tecniche di vendita, ed inoltre promuovere, tramite appoggio diretto a medici e ONG (Organismi Non Governativi), programmi di istruzione e di informazione igienico-sanitarie. A questo scopo sembra avere un'efficacia molto limitata la semplice legislazione, di cui spesso le imprese si prendono gioco, influenzando piu' o meno direttamente, i governi. Noi riteniamo che per obbligare la Nestle' a rispettare il Codice Internazionale lo strumento di lotta piu' adatto ed incisivo sia il boicottaggio.

Il boicottaggio consiste nell'interruzione, organizzata e temporanea, dell'acquisto di uno o piu' prodotti, per indurre le societa' produttrici a comportamenti diversi. Congiuntamente ad una capillare informazione e sensibilizzazione sul problema, il boicottaggio raggiunge in forma democratica ed efficace l'obbiettivo attraverso tre meccanismi:

Un po' di storia

Anche se nei libri di scuola non se ne parla, il boicottaggio ha radici storiche importanti. In Italia non si e' mai diffuso a causa della presenza pressoche' totalizzante come strumento di lotta dello sciopero, ma in altri paesi viene adoperato da molto tempo con successo. Con il boicottaggio i francesi posero fine, nel 1792, alla schiavitu' smettendo di comprare merci prodotte da schiavi. In epoca piu' recente Martin Luther King con il boicottaggio ottenne l'abolizione di alcune leggi segregazioniste.
Molti giganti economici, come ad esempio Coca Cola, Campbell, Polaroid, Dow Chemical, Barclays Bank e altri ancora sono stati fermati in poco tempo da gruppi di boicottaggio spesso inizialmente molto modesti. Per restare nel campo del latte in polvere nel 1977 la compagnia inglese Brisol Myers Corp. fu accusata di pubblicita' scorretta al suo latte e di pagare falso personale ospedaliero. Dopo solo due anni di boicottaggio si accordo' per terminare queste pratiche e gli osservatori internazionali hanno verificato la loro effettiva cessazione.

Il potere dei consumatori

Il potere del sistema economico dominante, di cui le imprese multinazionali sono la piu' consistente espressione, fa leva sui nostri sensi di impotenza, ci distrae con la pubblicita' e ci fa credere che come consumatori non abbiamo alcuna influenza. Ma in realta' ogni singolo consumatore, se unisce i suoi sforzi insieme a quelli degli altri, ha il potere di far vacillare questi imperi.
Il problema semmai e' come organizzare queste forze disperse, come informare e coordinare, come raggiungere rapidamente e coinvolgere il maggior numero di persone. Questo e' difficile ma non impossibile. Lo dimostra il fatto che la Nestle' era gia' stata fermata con un primo boicottaggio internazionale durato dal 1977 al 1984. Si era allora impegnata a rispettare le regole del Codice. Nel 1988 pero' ci si rese conto che la compagnia, dopo un periodo di effettiva buona condotta, ha ripreso a violare il Codice ed e' stata lanciata una seconda campagna di boicottaggio -quella attuale- (che continuera' fino a che i monitoraggi di controllo non proveranno che la Nestle' rispetta il Codice). Puo' apparentemente sembrare una sconfitta, ma oltre al fatto che la Nestle' ha rinunciato alle pratiche piu' vistose, ora deve compiere azioni che lei stessa nell'84 ha definito immorali e illegali, e quindi deve agire di nascosto quando prima poteva farlo alla luce del sole.

Verso una nuova cultura della solidarieta'

Ma salvare i bambini, per quanto di primaria importanza, non e' l'unico fine di questo boicottaggio: noi speriamo che, oltre a fermare la Nestle', il boicottaggio serva a creare sensibilita' sul piu' vasto problema del rapporto fra multinazionali e sofferenza nei paesi sottosviluppati e a costruire una nuova cultura della solidarieta'. L'esperto Todd Puttman afferma che "il boicottaggio denuncia ed educa allo stesso tempo. Educa ad agire, a non assistere passivamente alle ingiustizie ed ai soprusi che avvengono sotto il nostro naso. Educa ad assumerci le nostre responsabilita'. Il boicottaggio abitua la gente a riprendersi il potere nelle proprie mani. Per questo e' quanto di piu' democratico possa esserci.".
Una vittoria contro la Nestle' sarebbe un forte messaggio anche per le altre multinazionali che sfruttano impunemente i popoli del Terzo Mondo appropriandosi del frutto delle loro terre e del loro lavoro e lasciando in cambio sottosviluppo e rifiuti tossici. Per fermare queste ingiustizie non solo verso chi le subisce direttamente ma anche per chi, nella miope ottica a breve termine ne appare beneficiario perche' puo' comprare a poco prezzo il frutto della terra e del lavoro altrui, il mezzo piu' efficace e' usare finalmente il nostro potere di consumatori, rivendicando e praticando la nostra autodeterminazione su fronti apparentemente poco politici e poco eroici quali la scelta della nostra alimentazione e dei nostri acquisti, ossia dell' uso dei nostri soldi, in favore di un mondo migliore.
Parallelamente al boicottaggio si puo' infatti definire e proporre un nuovo modello di consumo critico che prenda in considerazione la storia del prodotto, la moralita' della casa produttrice, l'inquinamento di cui e' responsabile etc. cosi' da rafforzare i sistemi produttivi e commerciali corretti che implichino un modello di sviluppo alternativo a quello attuale. Tutto cio' ed in particolar modo l'efficacia del boicottaggio e' solo un'utopia se resta il progetto di pochi, ma puo' avere realmente successo se riesce a diffondersi come e' avvenuto in passato. Per questo c'e' bisogno dell'impegno di tutti. Anche del tuo.

Non lasciare che il profitto della Nestle' sia anteposto a milioni di vite umane.
BOICOTTA NESQUIK E NESCAFE'


Cronologia del boicottaggi



BIBLIOGRAFIA

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Tel e Fax 050/598946

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presso: Coop. Il Seme
via Bonomelli 9
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Tel e Fax 035/242829


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