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L'avvenire della democrazia


"Le decisioni sovranazionali (...) saranno prese dai manager delle grandi agenzie internazionali del credito, fonte delle risorse delle oligarchie dei paesi più ricchi... Questo potere globale sembra aumentare via via che si approfondisce il divario tra ricchi e poveri. Dagli anni 70, la Banca mondiale e il Fmi hanno adottato, con l'appoggio politico degli Stati uniti, una politica sistematicamente favorevole all'ortodossia del libero mercato, della libera impresa e della libertà globale del commercio, che oggi, sul finire del secolo, conviene all'economia americana come era convenuta alla Gran Bretagna nel secolo scorso, ma che non corrisponde necessariamente agli interessi del resto del mondo...
"Un secondo problema (...) va ravvisato nelle difficoltà che incontra la democrazia rappresentativa. L'opinione pubblica, condizionata com'è dai sondaggi e magnificata dai media onnipresenti, non può più essere elusa dai governi... Alcuni politici sono arrivati alla conclusione che qualsiasi proposta di aumenti delle imposte equivale a un suicidio elettorale. Di conseguenza, le competizioni elettorali stanno diventando gare di spergiuro fiscale... I governi cercano sempre più di eludere sia l'elettorato che le assemblee rappresentative. Poiché i politici hanno paura di dire agli elettori ciò che questi non desiderano sentire, la politica diventa sempre più un'esercitazione a schivare. Le vere sedi delle decisioni politiche sono sempre più sottratte al controllo elettorale...
"Numerosi cittadini rifuggono ormai dalla via politica lasciando ai politici gli affari dello Stato... Il declino dei partiti di massa (...) sta eliminando il principale motore sociale, che trasformava uomini e donne in cittadini politicamente attivi.
"Viviamo in un mondo sradicato, trasformato e prigioniero del gigantesco processo economico e tecno-scientifico di sviluppo del capitalismo, che ha dominato gli ultimi due o tre secoli.
Sappiamo, o possiamo almeno ragionevolmente supporre che così non si può continuare all'infinito... Le strutture stesse delle società umane, non esclusi alcuni dei presupposti fondamentali dell'economia capitalistica, stanno per essere distrutti... Se pensiamo a un avvenire riconoscibile per l'umanità, non possiamo immaginarlo nella prosecuzione del passato o del presente".


note:
Eric Hobsbawm (The Age of Extremes, pp. 580-585).

Articolo tratto da Le Monde Diplomatique del marzo-1995, inserto mensile de il manifesto