Sommario
Relazione della delegazione a Cuba.
Solidarietà in difesa della Rivoluzione Cubana: appello del Coordinamento in difesa della Rivoluzione Cubana
A 29 anni dall'assassinio di Ernesto Guevara:
"Che" l'esempio dei maggiori sacrifici
L'ultima lettera del Che a Fidel
MESSICO: Comunicato dell'esercito popolare rivoluzionario (EPR)
Uragano Lily: sottoscrizione straordinaria
Benvenuto Comandante FIDEL
All'aeroporto dell'Avana, ad attendere la nostra delegazione erano presenti: Caridad Perez vice presidente del Poder Popular di Playa; Manuel Llera direttore dell'Educazione di Playa; Carmen
e Nidia Espinet rispettivamente direttore pro tempore e responsabile del Partito del Museo de la Marcha del Pueblo Combatiente; una delegazione dell'ACLIFIM (Asociación Cubana de Limitados Fisicos Motores) composta da Luciana Valle Valdés vice presidente relazioni pubbliche e Yolanda Peláez Díaz del comitato esecutivo provinciale.La delegazione all'Avana è stata ospite del Poder Popular di Playa nella casa dell'ex presidente della repubblica Graus De San Martin ed oggi adibita ad accogliere i bambini senza genitori. La casa, di straordinaria bellezza, è situata nella 5A Avenida, al N° 1203 entre 12 y 14. La compagnia dei bambini ospiti è stata meravigliosa ed una sera è stata fatta una spaghettata da loro gradita in modo particolare.
Gli incontri si sono avuti all'Avana e in particolar modo nella municipalità di Playa; a Las Tunas e a Santiago. Tutti, senza esclusione alcuna, si sono svolti in un clima di amicizia, cordialità, rispetto reciproco e volontà collaborativa, in alcuni casi veramente fraterna ed anche fortemente militante.
Con queste righe si intende fare un primo riassunto riepilogativo del lavoro svolto, si valutano estremamente positivi i risultati raggiunti e speriamo di riuscire a trasmettere a tutta l'Associazione l'entusiasmo necessario per affrontare i compiti che ci aspettano. Non abbiamo promesso più di quello che sapevamo di poter realizzare, però in alcuni casi abbiamo notato una grande aspettativa per ciò che potremo fare, pur se in ogni occasione ci è sempre stato ricordato che la cosa più grande che possiamo offrire è la nostra solidarietà politica.
In ogni incontro abbiamo esposto il progetto della nostra Associazione che, pur riconoscendo il ruolo della solidarietà di carattere umanitario, intende fondare i propri principi ideali nei sentimenti più genuini della solidarietà internazionalista: "ovvero, il sentirsi volontariamente solidali e legati ad altri per una comunanza di idee, di propositi e di responsabilità, assumendo la causa di questi come propria, dove "internazionalismo" esprime la volontà di promuovere l'unione fra le persone delle classi sociali popolari al di là delle differenti nazionalità e culture per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Sì che non solo il popolo che riceve questa solidarietà ne abbia un utile, ma anche chi la esercita elevi se stesso al di sopra dei valori egoistici e materiali della civiltà dei consumi. In questo, l'Associazione trova esempio e fa riferimento agli ideali ed alla profonda coerenza di Ernesto "Che" Guevara, ai cui valori si ispira." Sono state illustrate le nostre analisi sull'importanza della solidarietà politica verso la Rivoluzione cubana per quello che ha rappresentato e rappresenta per il popolo cubano, per la speranza che alimenta nei popoli del Terzo Mondo e per la concreta dimostrazione al mondo intero della possibilità di concepire una società basata sulla collaborazione e gestita collettivamente partendo dai bisogni popolari e non basata sulla competizione, con l'economia gestita come un fatto privato e nell'interesse di una classe di privilegiati come avviene nei Paesi capitalisti. È stato rilevato che il terribile blocco (di cui la legge Helms-Burton è solo l'ultima aggravante) che l'imperialismo impone a Cuba e la determinazione del popolo cubano nella difesa delle proprie libertà e conquiste, rafforza in noi la convinzione che è nostro compito esprimere ancorpiù tutto il nostro appoggio alla Rivoluzione e ci impone altresì un lavoro capillare di solidarietà politica e materiale, innanzitutto attuato fra i giovani e i lavoratori, teso a limitare le gravi mancanze materiali determinate dal blocco, e ciò può essere fatto solo in accordo e attraverso le istituzioni rappresentative cubane chiedendo loro le indicazioni delle priorità e legittimandole nelle decisioni finali per la destinazione della solidarietà materiale.
Sono state esposte le intenzionalità democratiche partecipative e non formali che stanno alla base del nostro lavoro, basato sulla ricerca continua della dialettica e del controllo costante dell'operato dei vertici attuato dalla base, anche attraverso la possibilità che hanno tutti gli iscritti di partecipare a qualunque riunione, compresi Direttivo e Segreteria Nazionali; l'ampia rappresentatività (ed autonomia) dei singoli circoli che sono tutti ugualmente rappresentati nel Direttivo Nazionale (massimo organo legislativo) nel quale sono rappresentati da un delegato da loro eletto e da loro sostituibile. La possibilità di ogni iscritto di far parte del Direttivo del proprio circolo, determinata solo ed esclusivamente dalla sua volontà di collaborazione alla vita stessa del circolo. Le innovazioni introdotte nell'organizzazione della nostra Associazione ha indotto ingenuamente alcuni, in Italia, a definirla un partito marxista-leninista. In realtà, pur confermando che molti fra noi si definiscono e si comportano da comunisti, rispetto all'associazionismo tradizionale sono stati introdotti solamente elementi di democrazia un poco più avanzata, alcuni coraggiosi e forse presuntuosi, ma solo nell'ottica di una maggiore partecipazione finalizzata ad un arricchimento di ognuno della propria conoscenza. È comunque evidente l'abisso comportamentale che ci separa dai tradizionali partiti borghesi, tantomeno vi è similitudine con un partito m-l per la totale mancanza di aspetti ideologici nella nostra Associazione e per la sostanziale diversità che fonda la vita di un partito m-l nei propri quadri quali avanguardie, mentre nel nostro caso l'elemento fondamentale è la militanza, ovvero il lavoro volontario che ognuno liberamente offre nel proprio circolo di appartenenza, indipendentemente dalle proprie convinzioni ideologiche...
È stato comunicato che al momento l'Associazione conta 11 circoli formalizzati su tutto il territorio nazionale, mentre altri 4 sono in fase di costituzione, un risultato ottenuto spontaneamente, senza una campagna di tesseramento, nè comunicazioni alla stampa e in un momento di espansione della ideologia di destra. È stata altresì confermata la volontà dell'Associazione di ricercare la collaborazione con tutte le organizzazioni che esprimono solidarietà e amicizia verso Cuba.
La solidarietà materiale dell'Associazione viene attuata tramite le istituzioni cubane quali l'ICAP e il Poder Popular e si concretizza attraverso vari livelli interni all'Associazione che per semplicità sono stati esplicati nel seguente modo: ogni circolo può avere un proprio microprogetto scelto in base alle proprie possibilità e armonizzando questo con gli obbiettivi generali; l'Associazione a livello Nazionale, con il concorso di tutti i circoli, sviluppa progetti di entità maggiore; brigate di lavoro volontario; viaggi di conoscenza e, avendo aderito dalla propria nascita al Coordinamento a Sostegno della Rivoluzione Cubana, si fa carico dei progetti del Coordinamento rivolti innanzitutto alla ripresa della produzione nelle fabbriche di Santiago. È stata spiegata la difficile situazione di corruzione diffusa che ci troviamo a vivere nel nostro Paese, di conseguenza la necessità per noi di ricevere dalla parte cubana ogni documentazione e fattura che comprovi l'andamento di ogni progetto, così come è già stato anche nei rapporti passati, affinché da parte nostra sia possibile dimostrare quella trasparenza che riteniamo indispensabile come metodo di lavoro. È indubbiamente più facile per noi chiedere ai cittadini e ai lavoratori contributi per sviluppare progetti, quando nel medesimo tempo possiamo dimostrare concretamente quella correttezza che molto spesso rimane solo nelle intenzioni.
Sono stati quindi chiesti progetti di intervento che rientrassero nelle specificità esposte per sottoporli alla valutazione del Direttivo Nazionale e dei circoli.
In quasi tutti gli incontri è stato affrontato anche un tema da noi ritenuto molto importante e che ha trovato molta attenzione da parte dei vari organismi cubani. Partendo dalla considerazione che uno dei problemi che ci troviamo ad affrontare è la difficoltà nello scambio delle informazioni in senso generale, ovvero la difficoltà di comunicare tra i vari circoli di una singola organizzazione, o fra le varie organizzazioni, ma peggio ancora la difficoltà di diffondere informazioni di Cuba, oggi esiste la possibilità tecnologica per superare queste barriere attraverso la rete di Internet, quindi abbiamo informato i cubani della nostra prossima connessione in rete e delle pagine Web che abbiamo già allestito. Li abbiamo informati della potenzialità di questo strumento che permette di trasmettere informazioni in tutto il mondo ad un costo veramente basso ed abbiamo offerto loro la possibilità di utilizzare la nostra connessione per trasmettere ogni sorta di informazione o di necessità che ritengono opportuno far conoscere al mondo intero.
Ad ogni incontro sono stati consegnati i nostri biglietti da visita, il Manifesto Costitutivo e, negli incontri ritenuti più importanti, lo Statuto.
Gli incontri di maggior rilievo, in ordine cronologico e per città, si sono avuti con le seguenti organizzazioni:
città dell'Avana
EDITORA CAPITAN SAN LUIS, casa editrice con la quale abbiamo già rapporti e convenuto un ulteriore rafforzamento dei medesimi, l'incontro è avvenuto con il direttore Carlos Morales Quevedo. Tra le varie cose è stata già da noi curata la traduzione per la pubblicazione in Italia di un libro con frammenti di discorsi di Ernesto Che Guevara sul tema della pace e della rivoluzione, a breve ci faranno pervenire poster e foto da vendere nei nostri banchetti;
MUSEO DE LA MARCHA DEL PUEBLO COMBATIENTE primo incontro con il direttore Victor Hugo di ritorno da un periodo di riposo, vengono ribaditi i legami, il ruolo culturale e la valenza politica del Museo e personale di Victor che da alcuni anni hanno permesso lo sviluppo della nostra solidarietà e delle nostre brigate di lavoro volontario "Giovanni Ardizzone", in un incontro successivo avuto con esponenti del Partito di Playa, viene consegnata una nostra tessera benemerito al compagno Luis Burgos, straordinario esempio di internazionalista che ha dato il proprio contributo in 6 Paesi diversi. In un ulteriore incontro con Victor Hugo sono state gettate le basi per una sua venuta in Italia;
ACLIFIM (Asociacion Cubana de Limitados Fisicos Motores) con la quale si è ulteriormente sviluppato il progetto che il nostro circolo di Foligno sta già attuando per permettere ad alcuni portatori di handicap italiani di andare a Cuba;
ESTI (Equipo de Servicios de Traductores e Interpretes) con il quale abbiamo consolidati rapporti di collaborazione da vari anni, tra le altre cose, al nostro arrivo all'Avana ci hanno fatto trovare già tradotti in spagnolo il nostro statuto e il manifesto costitutivo, mentre il documento politico era in avanzato stato di traduzione;
GRANMA, il quotidiano del Partito Comunista Cubano, con il quale, tra le varie cose, abbiamo concordato l'invio da parte nostra di pellicole fotografiche e la restituzione da parte loro di negativi per allestire mostre fotografiche sui temi da noi richiesti (per ora abbiamo previsto una mostra sulla campagna di alfabetizzazione di cui abbiamo potuto vedere alcune foto di straordinario significato). In un secondo incontro ci è stata concessa un'ampia intervista di oltre un'ora. Gli incontri si sono avuti con Delfin Xiques Cutiño responsabile del centro di documentazione e Arsenio Cotayo giornalista;
CULTURA PROVINCIAL CIUDAD DE LA HABANA, dove sono stati affrontati aspetti della solidarietà da noi attuata negli anni scorsi e le prospettive per il futuro;
SALUD MUNICIPAL PLAYA, primo incontro di valutazione dell'apporto dato dalla brigata "Giovanni Ardizzone" nel 1995, in un secondo incontro ci sono state consegnate le fatture di spesa dei lavori già eseguiti al policlinico "26 de Julio" e i preventivi di spesa già stanziati per il prossimo futuro;
OSPAAAL (Organización de Solidaridad de Africa Asia America Latina) organizzazione con la quale da anni siamo impegnati con il Coordinamento a Sostegno della rivoluzione Cubana, permettendo la ripresa della pubblicazione della prestigiosa rivista Tricontinental, attraverso la fornitura delle attrezzature tecnologiche necessarie e il pagamento della pubblicazione dei primi quattro numeri della rivista. Durante l'incontro, avuto con la direttrice di Tricontinental Anna Maria Pellón, ci sono state consegnate le copie per la vendita in Italia del quinto numero, il primo autofinanziato attraverso gli abbonamenti conseguiti con la vendita dei numeri precedenti. Siamo anche stati invitati all'Incontro Internazionale in Solidarietà con i Prigionieri Politici Portorichegni che si terrà all'Avana il prossimo novembre nei giorni 18, 19 e 20;
UNIVERSIDAD DE LA HABANA, incontro con il rettore Juan Vela Valdez, Mayra Pedroso addetta alle relazioni internazionali, Maria Santos direttrice informazione scientifico-tecnica e Patricia Cuesta responsabile settore informatica. Nell'incontro si è valutata la possibilità di gemellare l'università dell'Avana con un'altra italiana o, in alternativa, la biblioteca universitaria con una consimile italiana;
ICAP Nazionale (Instituto Cubano de Amistad con los Pueblos) alla presenza di Ricardo Rodriguez vice presidente; Elio Games responsabile per l'Europa; Carlos Tristá responsabile per l'Italia e Gabriel Benitez. L'incontro, di particolare importanza per noi, è iniziato con una relazione di Ricardo nella quale esprimeva la loro decisione di non entrare nel merito delle questioni italiane, l'auspicio che la solidarietà non abbia a subirne e la volontà dell'ICAP di collaborare con tutti. La nostra risposta è iniziata con un ringraziamento in quanto ci sentivamo sollevati dal gravoso compito di affrontare argomenti spiacevoli e per loro difficilmente giudicabili, quindi abbiamo affrontato la presentazione dell'Associazione nei termini sopra esposti. Ci siamo lasciati con l'impegno di portare in Italia alcuni progetti propostici per valutarne la possibilità di realizzazione;
PODER POPULAR e PARTIDO COMUNISTA PLAYA incontro congiunto durato dalle 6 del pomeriggio alle 11 di notte dove è stato ribadito il legame fraterno e costruttivo dei nostri rapporti che durano ormai da anni e sono state buttate le basi per un perfezionamento e ampliamento dei medesimi, abbiamo proposto che tutte le richieste di intervento nella municipalità di Playa ci pervengano tramite il Poder Popular. Ci è stata offerta un'assistenza diretta per l'ospitalità dei membri della nostra Associazione e per i viaggi di conoscenza o turistici che potremmo organizzare. Questo viene ulteriormente facilitato dal computer che abbiamo installato al Poder Popular e che abbiamo connesso alla rete di posta elettronica. In uno dei successivi incontri con il vice presidente del Poder Popular, Caridad Perez, ci sono stati consegnati alcuni progetti da sottoporre ai circoli. Raul Garcia Batista, Presidente del Poder Popular, ha accettato un nostro invito a venire in Italia nella prossima primavera;
UNEAC (Union Naciónal Escritores y Artistas Cubanos) incontro con il presidente delle arti sceniche Carlos Padron con il quale, tra le altre cose, abbiamo affrontato il progetto del prossimo viaggio di conoscenza da noi organizzato e la possibilità per i partecipanti di incontrarsi con un gruppo di cineasti ed attori cubani;
FMC nazionale (Federación Mujeres Cubanas), dalla quale abbiamo avuto materiale informativo e progetti da diffondere attraverso Internet;
ISTRUZIONE PLAYA affrontati vari aspetti dell'attuale impegno nei confronti della scuola "Tania la guerrigliera";
UJC nazionale (Union Joventud Comunista), con la quale abbiamo avuto un primo incontro reciprocamente informativo, ci siamo scambiati materiali e abbiamo affrontato alcuni aspetti organizzativi del prossimo congresso internazionale della gioventù che si terrà l'anno prossimo all'Avana dal 24 luglio al 5 agosto. Abbiamo concordato anche la possibilità di mandare giovani italiani che vogliono fare l'esperienza dei campi di lavoro volontario assieme ai giovani cubani.
Las Tunas,
siamo stati ricevuti e ospitati nella locale sede dell'ICAP e con Georgina Barea Cabrera, responsabile provinciale, abbiamo visitato la città, fabbriche, asili infantili, scuole (d'arte, per sordomuti, per lesi mentali ...), strutture sanitarie (dove abbiamo lasciato le attrezzature mediche e le medicine portate dall'Italia), ci siamo incontriati con le strutture politiche della città e, nella sede dell'ICAP abbiamo firmato un documento di collaborazione con l'ICAP ed il Poder Popular, si sono gettate anche le basi per un futuro gemellaggio tra Las Tunas e la città di Ferrara.
Santiago,
nella città di Santiago, dove abbiamo rapporti con alcune fabbriche attraverso la solidarietà attuata con il Coordinamento a Sostegno della Rivoluzione Cubana, abbiamo consegnato il settimo invio di materiali di ricambio per la fabbrica di calzature, arrivando così al 70% del progetto. Il direttore Miguel Sarmiento ci ha fatto vedere il miglioramento nella qualità delle scarpe e ci ha comunicato che la fabbrica ha ottenuto un premio per l'alta produttività raggiunta grazie ai pezzi inviati. Alla sera (ci siamo trattenuti solo un giorno), nella sede dell'ICAP, alla presenza del responsabile dell'Italia, del responsabile di AMISTUR e al responsabile delle relazioni estere del Partito, abbiamo espresso la nostra intenzione di aprire ulteriori rapporti di collaborazione, intenzione accolta con entusiasmo, così come la presentazione dell'Associazione. Mancando il tempo per concretizzare in un documento i propositi comuni, ci siamo lasciati con l'intenzione di attuarlo alla prima occasione.
Domenica 6 ottobre, a poche ore dalla nostra partenza per l'Italia, il compagno Roberto Zanetti ha rappresentato ufficialmente l'Associazione alla commemorazione dell'abbattimento dell'aereo cubano nel cielo delle Barbados, nel quale persero la vita tutti i componenti dell'equipaggio ed i passeggeri, tra i quali la squadra di scherma cubana. Erano presenti famigliari delle vittime, personalità politiche e sportive. Nel ricordare l'ennesima provocazione commessa contro Cuba, durante la cerimonia, nell'omaggio alle vittime per la libertà e l'autodeterminazione di Cuba, è stato segnalato anche il sacrificio di Giovanni Ardizzone.
Siamo tornati da Cuba con alcune decine di progetti da valutare, li proporremo per una prima valutazione al prossimo Direttivo Nazionale al quale chiederemo che venga istituita una commissione per dare organicità alle varie proposte, dopodichè si passerà alle valutazioni conclusive e alla realizzazione di quelli ritenuti fattibili.
Nel prossimo numero de El Hombre Nuevo ne parleremo in modo più dettagliato.
"Che"
di Joaquín Oramas
"All'una del pomeriggio, approssimativamente, nel momento che il Che ci mandò a prelevare da Ñato e Aniceto, incominciò una sparatoria generale. Essi furono scoperti all'interno della gola e il fuoco dei militari si generalizzò ai fianchi escluso quello sinistro. Constatata la situazione non prevista, nella quale l'esercito dominava la gola e nella quale era molto difficile camminare, decisero di chiedere istruzioni al Che e per questo Aniceto ritornò al luogo dove stava il comando ma, inaspettatamente lo trovò vuoto, il Che si era già ritirato. Aniceto ritornò e informò Ñato di quanto aveva constatato e, mentre cercava di raggiungerci fu colpito ad un occhio. Il fuoco si estendeva e si faceva più intenso in tutta la zona della Quebrada del Yuro (Successivamente scoprimmo che il Che, ritirandosi, fu scoperto e inseguito).
Alle quattro, Ñato ci fece segnali che indicavano l'ordine di ritirarci, io uscii per primo e una pioggia di proiettili mi sibilò attorno, pensai che Urbano non avrebbe potuto seguirmi e lui, nel medesimo momento, pensò che fossi rimasto ferito. La giacca che portavo fu attraversata varie volte dai proiettili, davanti e dietro, però alla fine raggiunsi la postazione di Ñato dove si trovava anche il corpo di Aniceto."
Così descrive nel suo diario il drammatico passaggio della Quebrada del Yuro, l'8 ottobre del 1967 il generale di brigata Harry Villegas Tamayo (Pombo), che combattè in Bolivia assieme al Comandante Ernesto Che Guevara.
In seguito riferisce l'odissea che seguì a questo combattimento. Cercarono di rintracciare il comandante guerrigliero e all'alba del 9 di ottobre erano nascosti molto vicino alla piccola scuola della Higuera, vedevano i militari e gli elicotteri senza sapere che all'interno vi era, prigioniero, il Che, dove più tardi fu assassinato.
La notizia della morte del Che si estese per tutti gli angoli del pianeta, svegliando l'interesse e il dolore di milioni di persone. Come spiegherà in un articolo il Premio Nobel per la Letteratura del 1967 Miguel Angel Asturias: "il Che era l'espressione di un autentico romantico, del sacrificio eroico che sveglia in tutte le classi della società una immensa simpatia".
In verità il Che è molto di più, l'esempio del Comandante Guevara si convertì con una rapidità e ampiezza straordinaria in un simbolo di giustizia, valore e solidarietà, in un mito che si ingigantisce e si sviluppa sempre più.
Alla figura e all'opera del Che si ispirarono poeti, scrittori, autori musicali e il suo nome è ricordato nei quartieri poveri dell'America Latina, nei villaggi africani e nel continente asiatico. Poche settimane dopo la sua morte, migliaia di giovani nordamericani che protestavano per la guerra nel Vietnam, in occasione di una marcia al Pentagono, alzavano il ritratto del Che di fronte alle baionette dei marins, così come a Roma, Berlino, Londra, Parigi e altre città europee vedevano sfilare migliaia di giovani con l'immagine del Che.
Riviste e periodici di tutte le lingue citano costantemente, in un modo o nell'altro, il Che; posters e magliette portano l'immagine del Guerrigliero Eroico e le sue opere sono state tradotte in oltre venti lingue.
Passando il tempo, il Che si è convertito in un simbolo che preoccupa gli ideologi della reazione e del neoliberismo che cercano di travisarne il pensiero e l'immagine reale al fine di distruggere quello che definiscono "il mito Guevara".
Quasi trenta anni più tardi dall'assassinio compiuto nella scuola di La Higuera, amputandogli le mani e nascondendo il suo corpo, per che non si conosca dove riposano le sue spoglie o le sue ceneri, il Che continua ad essere temuto e odiato dalle forze più retrograde dell'umanità che ora, con la corruzione e il finanziamento di scritti a certi scrittori e mercenari, tentano di presentare un altro Ernesto Che Guevara con il pretesto di "dissacrare" la sua figura, calunniando Fidel Castro e la Rivoluzione Cubana.
Però la verità del suo esempio si impone. Chi conobbe il Che a Cuba, nella lotta contro la tirannia di Batista o nel periodo in cui occupò incarichi importanti del Governo Rivoluzionario, lo ricordano come un uomo retto, che predicava con l'esempio i maggiori sacrifici e sapeva ascoltare criteri anche quando non coincidevano con i suoi.
Due anni prima di partire per la Bolivia creò nel Ministero dell'Industria un gruppo di specialisti i quali dovevano trovare le soluzioni dei vari problemi partendo da opinioni contradditorie.
Era anche molto attento nei confronti dei giovani, li considerava l'argilla della Rivoluzione. In Bolivia conobbe la giovane militante comunista Loyola Guzmán, che fu nominata responsabile della finanza della guerriglia. Ella lo ricorda così: "ho avuto la netta impressione che, malgrado fosse diventato un uomo famoso, che si conquistò meriti nella lotta, era rimasto molto semplice. Quando lo conobbi, mi parve di averlo conosciuto da tutta la vita. Egli mi spiegava tutto con grande semplicità, con molti dettagli e nella medesima misura sapeva ascoltarmi, come se stessi dicendo le cose migliori del mondo".
Il Diario di Pombo ricorda che il Che si oppose alla spedizione nel villaggio di Samaipata perchè aveva il solo obbiettivo di procurargli le medicine per l'asma. Accettò solo quando fu chiarito che sarebbero state comprate anche le medicine che servivano per tutti i guerriglieri. Sempre il medesimo Diario racconta che il Comandante Guevara si recò nella zona dove si trovava il gruppo comandato da Joaquin (Vitalio Acuña) e, malgrado fosse tutta controllata dall'esercito, localizzò e aiutò quei combattenti, curando quelli che erano ammalati per un periodo di alcune settimane.
Durante il combattimento di Quebrada del Yuro, gli ultimi pensieri del Che furono rivolti alla protezione dei feriti, per i quali si preoccupava come comandante e come medico, in particolar modo si preoccupava di Chino (il peruviano Juan Pablo Chang), del quale spiega Pombo nel Diario: "Chino dava tristezza, cadde una volta e un'altra ancora, non trovava i suoi occhiali e cominciava a gridare: Fernando, Fernando (Che) ho perso gli occhiali. Il Che ritornava e lo aspettava quando lo sentiva chiamare".
Anche nell'istante più drammatico della sua vita pensava ai suoi compagni.
In una intervista realizzata alcuni anni fa da un giornalista cubano nel villaggio di La Higuera, la boliviana Ninfa Arteaga racconta che alcuni momenti prima che lo assassinarono, parlò con il Che nella scuola di La Higueras, dove gli preparò l'ultimo pasto, chiese ai soldati che la lasciassero sola con il Che per che potesse mangiare tranquillo. "Gli sciolsi le mani, le aveva legate, mi chiese se anche gli altri guerriglieri avessero mangiato (si riferiva al peruviano Juan Pablo Chang e al boliviano Simón Cuba, che caddero prigionieri insieme a lui e furono assassinati). Il Che mi guardò con tenerezza, con uno sguardo di gratitudine. Non ho mai potuto dimenticare come il Che mi guardò".
L'Avana, «Anno dell'agricoltura»
Fidel,
in questa ora mi ricordo di molte cose, di quando ti ho conosciuto in casa di Maria Antonia, di quando mi hai proposto di venire, di tutta la tensione dei preparativi.
Un giorno passarono a domandare chi si doveva avvisare in caso di morte, e la possibilità reale del fatto ci colpì tutti. Poi sapemmo che era proprio così, che in una rivoluzione, se è vera, si vince o si muore, e molti compagni sono rimasti lungo il cammino verso la vittoria.
Oggi tutto ha un tono meno drammatico, perché siamo più maturi, ma il fatto si ripete. Sento che ho compiuto la parte del mio dovere che mi legava alla rivoluzione cubana nel suo territorio e mi congedo da te, dai compagni, dal tuo popolo, che ormai è il mio.
Faccio formale rinuncia ai miei incarichi nella direzione del partito, al mio posto di ministro, al mio grado di comandante, alla mia condizione di cubano. Niente di giuridico mi lega a Cuba; solo rapporti di altro tipo che non si possono spezzare come le nomine.
Se faccio un bilancio della mia vita, credo di poter dire che ho lavorato con sufficiente rettitudine e abnegazione a consolidare la vittoria della rivoluzione.
Il mio unico errore di una certa gravità è stato quello di non aver avuto fiducia in te fin dai primi momenti della Sierra Maestra e di non aver compreso con sufficiente rapidità le tue qualità di dirigente e di rivoluzionario.
Ho vissuto giorni magnifici e al tuo fianco ho sentito l'orgoglio di appartenere al nostro popolo nei giorni luminosi e tristi della crisi dei Caraibi.
Poche volte uno statista ha brillato di una luce più alta che in quei giorni; mi inorgoglisce anche il pensiero di averti seguito senza esitazioni, identificandomi con la tua maniera di pensare e di vedere e di valutare i pericoli e i princìpi.
Altre sierras nel mondo reclamano il contributo delle mie modeste forze. io posso fare quello che a te è negato per le responsabilità che hai alla testa di Cuba, ed è arrivata l'ora di separarci.
Lo faccio con un misto di allegria e di dolore; lascio qui gli esseri che amo, e lascio un popolo che mi ha accettato come figlio; tutto ciò rinascerà nel mio spirito; sui nuovi campi di battaglia porterò la fede che mi hai inculcato, lo spirito rivoluzionario del mio popolo, la sensazione di compiere il più sacro dei doveri: lottare contro l'imperialismo dovunque esso sia; questo riconforta e guarisce in abbondanza di qualunque lacerazione.
Ripeto ancora una volta che libero Cuba da qualsiasi responsabilità tranne da quella che emanerà dal suo esempio; se l'ora definitiva arriverà per me sotto un altro cielo, il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e in modo speciale per te; ti ringrazio per i tuoi insegnamenti e per il tuo esempio a cui cercherò di essere fedele fino alle ultime conseguenze delle mie azioni; mi sono sempre identificato con la politica estera della nostra rivoluzione e continuo a farlo; dovunque andrò sentirò la responsabilità di essere un rivoluzionario cubano e come tale agirò; non lascio a mia moglie e ai miei figli niente di materiale, ma questo non è per me ragione di pena: mi rallegro che sia così; non chiedo niente per loro perché lo stato gli darà il necessario per vivere e per educarsi.
Avrei molte cose da dire a te e al nostro popolo, ma sento che le parole non sono necessarie e che non possono esprimere quello che io vorrei dire; non vale la pena di consumare altri fogli.
Fino alla vittoria sempre. Patria o Morte!
Ti abbraccio con grande fervore rivoluzionario
Che
Comunicato dell'esercito popolare rivoluzionario (EPR)
Il 28 giugno di quest'anno abbiamo fatto pubblica l'esistenza dell'EPR come forza rivoluzionaria mediante azioni di propaganda armata, facendo conoscere il manifesto di Aguas Blancas.Subito dopo il 7 di agosto abbiamo emesso il manifesto della Sierra Madre Orientale nel quale si rende pubblica l'esistenza del Partito Democratico Popolare Rivoluzionario e il suo programma politico.Allo stesso tempo diverse unità dell'EPR hanno portato a termine azioni militari contro le forme armate nel contesto dell'autodifesa e di una risposta alla violenza generale istituzionalizzata sviluppata dal governo contro il popolo.
L'atteggiamento del governo di fronte alla nostra esistenza e alle nostre azioni, si è tradotta in incremento della repressione e della militarizzazione, nell'incarceramento e tortura nei confronti di attivisti sociali e cittadini sotto l'accusa di essere legati alle nostre strutture politico-militari; il governo intimorisce, minaccia e aggredisce i cittadini delle comunità, paesi e città. cercando di evitare che la simpatia popolare si trasformi in appoggio aperto alla lotta armata rivoluzionaria.
È così che il governo antipopolare, di fronte alla rinascita del movimento armato rivoluzionario e, lontano dal dare risoluzioni a ciò che ha causato in Messico la lotta delle organizzazioni sociali, politiche e popolari, ha utilizzato misure che tendono solo ad approffondire il conflitto interno.
Dal 1963, anno in cui sorgono le prime organizzazioni armate rivoluzionarie, l'atteggiamento politico privilegiato dello stato messicano è stato quello di annullare i germi ribelli schiacciandoli attravverso la repressione, lo scontento sociale l'organizzazione popolare.
Il risultato di questa guerra sporca è di oltre 800 desaparecidos politici, centinaia di assassinati e migliaia di politici imprigionati con l'obiettivo di privilegiare un ridotto gruppo di oligarchi, che sotto il regime neoliberale, hanno visto accresciute le loro ricchezze in cambio dell'impoverimento di 65 milioni di messicani....
L'EPR e la popolazione civile insorta che le dà sostegno non desiderano la guerra, però non è possibile incrociare le braccia davanti ai crimini ed alle impunità, come forma di governo, di fronte alla corruzzione, all'inganno ed alla repressione massiccia e selettiva date come risposte dal governo alle giuste ed urgenti richieste storiche del popolo messicano.
È per questo che le nostre azioni in questo momento hanno un carattere di autodifesa ed il fermo proposito di coadiuvare e restituire la legalità, la sovranità popolare e il rispetto dei diritti umani, all'interno di uno stato di diritto che ha subito violenza ed è stato distrutto da un governo illeggittimo e dall'esercito federale, che beneficiano del capitale finanziario nazionale e straniero.
È il governo che si oppone ad una transizione verso la democrazia, è il governo che si oppone alla giustizia, è il governo che nega la libertà, è il governo che attravverso la violenza come esrcizio arbitrale del potere ha imposto la volontà di una minoranza al di sopra della sovranità popolare, è il governo che si attacca al potere privilegiando l'oligarchia e l'imperialismo. Il governo è il codardo e l'assassino che opprime e mantiene il popolo nella povertà estrema, nella fame, nell'abbandono e come se questo fosse poco, ancora lo reprime e lo incarcera assassinandolo impunemente.
L'unica soluzione possibile al conflitto armato è che il governo faccia marcia indietro sulle misure repressive utilizzate e, dato che è stato incapace di dare soluzioni alle giuste richieste popolari, si rende necessaria la sua rinuncia per il bene della nazione, per permettere una trasformazione sociale profonda che solo un nuovo governo, prodotto dalla lotta e dalla volontà popolare potrà garantire pienamente, adempiendo così allerichieste di democrazia, giustizia e libertà che desidera il popolo messicano.
Messicani:È il momento della lotta politica di tutto il popolo e dell'unità democratica rivoluzionaria per costruire la forza sociale storica che permetta alla nbazione di liberarsi dello stato oppressore ed ottenere la conformazione di una vera repubblica democratica popolare.
PER LA VIA DEMOCRATICA RIVOLUZIONARIA, TUTTO IL POPOLO AL POTERE!
PER LA REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE IL POPOLO UNITO TRIONFERÀ!
CON LA LOTTA POPOLARE L'E.P.R. TRIONFERÀ !!
Repubblica Messicana 28 agosto 1996
Partito Democratico Popolare Rivoluzionario
Esercito Popolare Rivoluzionario
Benvenuto, Comandante