Per intendere la situazione economica di Cuba è indispensabile conoscere qual è il contesto in cui il Paese si deve muovere, quali sono le minacce e le aggressioni che deve valutare e respingere.
Chi, riferendo su Cuba, non partisse da questa premessa non farebbe vera informazione.
Chi, volendo capire e conoscere (scelte politiche ed economiche)
di questo Paese, non partisse dall'esame dell'ampiezza e potenza
della guerra degli Stati Uniti contro Cuba, avanzerebbe senza
una tessera fondamentale del mosaico e il quadro finale risulterebbe
falsato.
Sorvoliamo sulle misure di blocco seguite in crescendo dopo il
Trionfo della Rivoluzione e sulla "Legge Torricelli"
del '92, tutto superato e ampiamente ricompreso nella recente
(così chiamata dai nomi dei proponenti, due senatori USA
del Partito Repubblicano), approvata dal Congresso nel marzo '96,
dopo che Clinton aveva ritirato il suo veto, come rappresaglia
all'abbattimento da parte cubana di un aereo pirata (febbraio
'96).
La legge nei suoi aspetti principali prevede:
L'Unione Europea, il Canada ed il Messico sono i Paesi che guidano l'opposizione a questa Legge USA, ribattezzata dai Cubani "legge della schiavitù", ovviamente per motivazioni che non sono di puro e disinteressato rispetto del diritto internazionale (... e della decenza), ma essenzialmente per ragioni di "mercato": sono in gioco consistenti investimenti già effettuati nell'isola ed interessanti investimenti in prospettiva...
Tutti questi Paesi si sono dati leggi e regolamenti in opposizione alla "Helms-Burton", per vietare o scoraggiare al proprio interno il rispetto di quanto da essa previsto: la UE sta realizzando indagini per accertare se e quali siano le imprese che operino in violazione del proprio "regolamento - antidoto", approvato nell'ottobre '96.
Tecnici della UE hanno accertato che 20 imprese hanno ricevuto
ad oggi comunicazioni intimidatorie dagli USA, nell'ambito dell'applicazione
della "Helms-Burton".
L'Unione Europea si è rivolta alla OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) che ha insediato una Commissione di Arbitraggio (febbraio '97), con 6 mesi di tempo per esprimere il proprio giudizio: la situazione non è facilmente districabile, giacché se la OMC non pone sanzioni a carico degli USA perde ogni credibilità e se condanna gli USA, questi potrebbero decidere addirittura di ritirarsi dalla OMC stessa.
Come nota di colore, può essere divertente sapere
che gli USA ritengono che la OMC non è abilitata a discutere
su questo tema ... giacché si tratta di problemi di sicurezza
interni degli USA.
Il rinvio, ottenuto dalla UE per 6 mesi, dell'applicazione del
Capitolo III, da tanti osannato come grande vittoria, comporta
solo la sospensione della possibilità che i Tribunali nordamericani
sottopongano a giudizio persone e imprese che commerciano o investono
a Cuba.
In Messico, durante una recente conferenza continentale, si è definito il braccio di ferro in corso come "la prima battaglia per i mercati del XXI secolo".
L'economista messicano Pablo Martinez ha affermato che "gli
USA hanno impiantato misure antidemocratiche a livello internazionale
ogni volta che i principi che muovono le loro iniziative sono
monetari, al fine di impedire che un Paese piccolo diventi esempio
di ripresa economica senza bisogno di un loro intervento".
Non solo questa Legge lede la sovranità di altri Paesi, commenta Ricardo Alarcon, Presidente del Parlamento cubano, ma è interventista ed extraterritoriale già dal suo titolo: "Legge per la libertà e solidarietà democratica cubana".
Si tratta di un piano per l'assorbimento coloniale di Cuba, la negazione totale dell'indipendenza cubana, la descrizione di come gli USA potrebbero impossessarsi dell'isola.
La risposta che ha messo a punto Cuba è la
approvata all'unanimità dal Parlamento cubano nel dicembre '96.
Prevede pene per chi nell'isola aiuti la messa in atto della Legge anticubana e l'istituzione di "Commissioni di rivendicazione", che dovranno aggiornare l'elenco dei danni che gli USA hanno provocato durante 35 anni di blocco, con le aggressioni e i sabotaggi organizzati contro Cuba, con le attività criminali e mafiose realizzate direttamente dai nordamericani o dai banditi, loro protetti, del Governo fantoccio di Batista. Queste Commissioni. organizzate dal Ministero della Giustizia, rileveranno le richieste di indennizzo avanzate anche da privati cittadini.
Il Parlamento ribadisce così la disponibilità cubana
a discutere dei compensi per la nazionalizzazione di beni appartenenti,
al momento della Rivoluzione, a cittadini USA (ma con esclusione
di coloro che a quell'epoca erano cubani, naturalizzati poi come
statunitensi), su un piano di uguaglianza, e considerando anche
le richieste cubane di riparazione dei danni provocati dagli USA.
La "American Lawyers Guild", associazione di 5000 avvocati degli USA, ha annunciato una propria campagna di divulgazione della cosiddetta "Legge - antidoto" cubana.
Una nuova aggressione è stata lanciata
Il 28 gennaio scorso Clinton ha inviato al Congresso un programma chiamato "Appoggio ad una Transizione Democratica a Cuba", che dichiara quale sarebbe il ruolo che gli USA potrebbero ricoprire nel caso si producesse a Cuba un Governo senza Fidel Castro.
Il piano annuncia, in termini vaghi, un aiuto finanziario fra
i 4 e gli 8 miliardi di $: in cambio esige la scomparsa del Ministero
degli Interni e il ridimensionamento delle Forze Armate, e inoltre
regola l'attività economica e politica del Paese nel cosiddetto
"periodo di transizione", durante il quale resterebbe
comunque in vigore l'embargo.
"...fanno credere che si tratta di un'offerta, come
se il giogo della schiavitù potesse essere un'offerta in
qualsiasi parte del mondo...", è stato
il commento di Fidel Castro, "... non importa quello
che possono offrirci, non importa che possano confondere qualcuno,
finché ci sarà un rivoluzionario a Cuba, non ci
sarà transizione dal socialismo al capitalismo".
"Cuba ha percorso un largo cammino di trasformazioni economiche senza cambiare la sua essenza socialista... A volte ci si critica perché sarebbe insufficiente e lento, il fatto è che le trasformazioni dipendono dalla nostra realtà interna, dagli obbiettivi socialisti che difendiamo, dalla necessità di non porre a rischio la nostra esistenza come nazione davanti alla minaccia di un potente vicino che non nasconde la sua intenzione di colonizzarci... Abbiamo posto in marcia una riforma economica dentro il socialismo, riforma che è espressione di volontà certa di essere presenti attivamente nell'economia mondiale, all'interno delle regole che oggi la governano..."
Carlos Lage -vice Presidente Consiglio di Stato
(da un incontro con "The Economist" marzo '97)
i limiti della riforma cubana sono per alcuni i principi generali del socialismo, che viene sempre sostenuto nonostante i cambiamenti: nell'economia si corre ad una privatizzazione minima e ad una collettivizzazione in grande scala, con l'autogestione come base e uno Stato che continua ad essere il grande proprietario, ma che da amministratore inefficiente diventa beneficiario di rendite in tutto il possibile.
Al di là di tutte le previsioni sul dopo Castro, nessuno sembra attualmente più vicino alla sua dottrina sociale e politica che l'artefice delle riforme economiche nell'isola, il vice Presidente Carlos Lage.
(da "Cuban Review" marzo '97)
Relazione di bilancio '96 e prospettive per il '97
Nell'ultima sessione annuale del Parlamento cubano, a dicembre
'96, è stata presentata la relazione del Ministero dell'Economia
e Pianificazione.
Il primo termometro da considerare è la crescita del PIL,
che è stata del 7.8 nel '96 e si prevede compresa fra il
4 e il 5 nell'anno in corso: la crescita del '96 è la
più alta di tutta l'America Latina negli ultimi 12
mesi, ed in aggiunta si fa notare che essa è anche qualitativa
e non solo quantitativa.
Tuttavia i saldi positivi raggiunti negli anni '94-'95 e '96 coprono
appena il 30% delle perdite sofferte nei tre anni precedenti.
La produzione industriale, prima pesantemente sussidiata, ha ricevuto
solo ¼ degli aiuti statali stanziati nel '93 e, per la prima
volta dopo il 1986, gli utili delle imprese sono stati maggiori
dei sussidi concessi ed hanno apportato all'erario pubblico 756
milioni di pesos.
Incremento significativo nella produzione dello zucchero, nichel,
pesca, riso, tuberi e ortaggi, tabacco, raffinazione dei petrolio
e generazione elettricità.
Benché lo zucchero continua ad essere il 1° settore di introito di valuta,
il turismo è una locomotiva sempre più forte: nel 1996, ha aumentato il suo contributo netto del 50%, con un milione di turisti, che hanno prodotto un introito lordo di 300 milioni di $.
Per il '97 si prevede un ulteriore aumento del 50% dell'apporto
in divisa, oltre all'incremento della presenza dei prodotti cubani
nel suo mercato interno (articoli dell'Industria Leggera come
confezioni, cosmetici e profumi).
Il capitale straniero, nonostante la Helms-Burton, ha continuato
ad affluire.
Sono attualmente 260 le associazioni economiche con capitale straniero,
presenti in diversi settori, fra cui:
La Spagna predomina negli investimenti in tutti i settori, seguita
dal Messico e dal Canada.
30 sono le imprese italiane, presenti con investimenti di capitale dal 1995.
Fra le ultime arrivate è la San Pellegrino,
entrata in partecipazione con il 49%, insieme ad un'impresa cubana,
nella CUBAGUA S.A. (imbottiglia la minerale "CIEGO MONTERO").
Una fabbrica con 40 operai sta lavorando nella provincia di Cienfuegos
(inizia l'esportazione nel Caribe), mentre è in costruzione
un'altra fabbrica per l'imbottigliamento nella Provincia di Pinar
del Rio.
Rilevante la presenza di una delle aziende che hanno ricevuto
lettere intimidatorie dagli USA in conseguenza della Legge Helms-Burton,
la STET, che ha consolidato i suoi
interessi nella impresa cubana ETECSA (servizio telefonico): la
sua partecipazione è passata dal 12% al 29%, con un capitale
investito di 300 milioni di $.
Le esportazioni sono cresciute del 33 %.
Le importazioni sono cresciute del 33,3 %.
I punti deboli della crescita economica sono due
(comunque aumentata rispetto al '95 del 8,5%)
La crescita economica, fatto salvo che per il nichel, non si può imputare all'aumento dell'efficienza, mentre un ruolo importante l'ha avuto il settore delle esportazioni tradizionali.
Nell'ultimo anno il Governo ha introdotto una serie di "incentivi" nei settori prioritari dell'economia, con il fine di aumentare la produzione e la produttività ( si tratta di settori produttori di articoli d'esportazione o che sostituiscono importazioni).
Gli "incentivi" sono diretti o indiretti: per i primi si tratta di moneta convertibile, nel secondo caso sono le cosiddette "bolsas", pacchi contenenti articoli carenti nella vita quotidiana (come detergenti, abiti, scarpe, generi alimentari).
1300.000 lavoratori, pari a 1/3 della forza lavoro nazionale,
hanno ricevuto qualcuno di questi "incentivi" e altri
500.000 lavoratori hanno ricevuto gratuitamente abiti, scarpe
da lavoro e detergenti.
(nell'industria metallurgica e nella zuccheriera, superiore del 59% rispetto al 1989)
L'importazione di idrocarburi è passata da 6 milioni di tonnellate nel '95 a 7 milioni nel '96 (consumo totale nel '96 per 8,2 milioni di tonnellate).
L'aumento dell'importazione del petrolio, insieme ad una bassa
efficienza energetica in alcuni settori, è fonte di preoccupazione.
Relazionato al consumo energetico è il trasporto, per la stragrande maggioranza su gomma (la ferrovia è utilizzata per il 95% dall'industria zuccheriera, per il restante 5% dal trasporto merci e passeggeri).
La scarsità di valuta di cui dispone il Paese esclude il prossimo rinnovo del parco.
Si ipotizza una modernizzazione dei motori, anche se, come nel
caso delle vetture ungheresi, il tipo di tecnologia impedisce
un cambiamento dei motori.
Il fratello povero delle ferrovie è il trasporto urbano: non solo non è tornato ai livelli pre-crisi (nel 1989 circolavano nell'isola 2000 omnibus, di cui 1800 nella capitale, dove si muove il 71% del totale dei passeggeri), ma nel '96 s'è toccato il fondo, un livello da cui non si può continuare a scendere se non provocando seri conflitti sociali.
Alla fine del '96 circolavano 1000 omnibus, di cui 853 a L'Avana (fra questi 200 "camellos"), quantità che rappresenta una riduzione del 50%.
I sussidi statali al trasporto urbano - oggi praticamente assenti
- ammontarono a 600 milioni di $ nel '90.
Il trasporto su gomma conta oggi su 150 mezzi contro una media di 500 nel 1989.
A questi si aggiungono 6695 auto da noleggio, carri trainati da
animali e bicitaxi: in totale, tutta questa variegata gamma di
veicoli ha trasportato 10 milioni di persone nel '96.
Produzioni | ||||
Energia elettrica | ||||
Estrazione petrolio | ||||
Grezzo raffinato | ||||
Nichel | ||||
Cromo | ||||
Rame | ||||
Oro | ||||
Saline | ||||
Vernici | ||||
Pneumatici nuovi | ||||
Pneumatici ricoperti | ||||
Calzature |
Valutazioni
Un'uguale crescita non c'è stata nel livello dei consumi (+4%), da rilevare comunque il maggior potere d'acquisto raggiunto dal "peso" nei confronti del $ e l'aumento dell'offerta di prodotti e servizi in pesos, anche se con prezzi elevati.
La crescita economica non si ritrova ancora sulla tavola dei cubani: es. una libbra di carne di maiale (= 460 grammi) vale 25 pesos (lo stipendio medio è salito a 203 pesos /mese).
Secondo calcoli ufficiali, in 9 delle 14 Province cubane la popolazione che ha accesso al $ è tra il 30 e il 60%.
Alcuni economisti affermano che la vita della gente seguita a
migliorare però con un ritmo minore che sarà via
via più lento, anche quando l'economia vantasse alti indici.
Il "periodo especial" non è terminato e l'economia
deve ancora recuperare i livelli produttivi del 1989, ma con maggior
efficienza e migliore utilizzazione delle risorse energetiche.
Si deve continuare nel risanamento finanziario per ridurre il
deficit fiscale a 470 milioni di pesos, contro i 580 del 1996
(5.050 era lo sbilancio del '93).
Senza alcun modello da imitare, il processo di trasformazione
ha ottenuto finora la ripresa economica e il mantenimento di livelli
minimi dei consumi, che sono comunque superiori a quelli che hanno
prodotto le misure neoliberali in America Latina.
Cuba si trova ora in piena crociata per raggiungere l'obbiettivo
di aumentare il raccolto del 1996 che fu di 4,45 milioni di tonnellate:
il mese di marzo rappresenta l'acme della raccolta, perché
in questo periodo la canna raggiunge i massimi livelli di zucchero,
in conseguenza del clima favorevole, mentre la conclusione ottimale
è per il mese di maggio.
Ricordiamo che, con la crisi del "periodo especial",
la produzione è passata dagli 8 milioni di t. del 1989
ai 3,3 del 1995, che ha causato una perdita di 2 miliardi di $.
La stima degli specialisti locali per la "zafra" del 1997 si attesta sui 4,7 milioni, che è comunque considerato un risultato modesto.
Questo obbiettivo è cruciale, sia per confermare la tendenza
alla ripresa di quella che per i Cubani rimane la prima industria,
sia per i crediti ottenuti: il finanziamento reperito è
stato di 330 milioni di $, mentre il precedente anno, il primo
in cui Cuba riuscì a trovare crediti, fu di 300 milioni
di $, con interessi superiori al 10%.
Nell'ultima riunione dell'anno del Parlamento venne presentata
una relazione in cui si segnalavano, nella presente "zafra",
anomalie e insufficienze: bassi livelli di efficienza, alti sussidi
per perdite.
Nell'industria dello zucchero il settore più inefficiente è quello agricolo, mentre quello industriale è pregiudicato dal ritardo con cui sono arrivati i pezzi di ricambio dei macchinari, in conseguenza dell'ottenimento di crediti all'estero non nei tempi opportuni.
Il risultato è che 15 fabbriche di zucchero non entreranno
in produzione nella presente "zafra".
I dati del '96 e le stime per il '97 indicano un recupero economico e produttivo
Sono in corso di trattativa 39 contratti in tutti settori dell'Industria
di base.
L'obbiettivo è quello d'incoraggiare gli investimenti stranieri
per poter contare su capitali, tecnologie e mercati, impossibili
da conseguire per altre vie. Lo scopo dichiarato è quello
di sviluppare determinati settori dell'economia nazionale (e questa
era una prospettiva dello Stato cubano da più di 10 anni).
Il primo intervento legislativo in questo senso è il Decreto legge del febbraio '92.
Segue la Legge del settembre '95 che non apporta alcun cambiamento
radicale, ma riafferma gli aspetti della precedente, alla luce
dell'esperienza accumulata e in maggior coerenza con le pratiche
internazionali.
Importante è il capitolo riguardante le garanzie agli investitori:
Con discrezione e su piccola scala il Governo cubano ha lanciato
la sperimentazione di una nuova riforma nell'agricoltura statale,
che col nome di "fattorie di nuovo tipo" cerca una maggiore
produzione e redditività, passando per l'autogestione.
Il midollo spinale del nuovo sistema sta nell'eliminazione del
salario fisso dei lavoratori agricoli e del personale amministrativo,
che vengono pagati sulla base degli utili e solo se questi esistono.
La riforma introdotta frettolosamente nel 1993 con le "Unità Basiche di Produzione Cooperativa" (UBPC), sotto la pressione di una seria crisi nell'approvvigionamento alimentare, dopo 3 anni di vita non ha portato i volumi alimentari sperati mentre un pesante deficit finanziario limita le possibilità di importazione di derrate alimentari.
Nel 1993 vennero ripartiti 1,5 milioni di ettari di terre statali in usufrutto a cooperative, costituite in numero di 1579 di produzione canna e 1582 agricole e allevamento.
Con le UBPC lo Stato continua ad essere proprietario della terra, ma non degli strumenti di lavoro né dei prodotti finali, sui quali però si impone come principale compratore fissando i prezzi e le priorità di coltivazione.
Il sovrappiù della produzione può essere messo in vendita nel mercato libero, creato nel '94.
Risultati deludenti: le UBPC lamentano la volontà dello
Stato di continuare a teledirigere, limitando la loro indipendenza.
Lo Stato lamenta la non responsabilizzazione delle UBPC che restano
dipendenti dagli orientamenti che vengono dall'alto.
Tornando all'esperimento attuale, esso è rivolto al 32% delle terre coltivate, la cui struttura produttiva era invariata dal 1959.
Nelle "fattorie di nuovo tipo" lo Stato continua ad
essere il proprietario delle terre e degli strumenti di lavoro,
ma non paga salari fissi. I suoi utili provengono dalla metà
degli utili dell'impresa.
I primi risultati sono stati allarmanti: in alcune situazioni i lavoratori hanno ricevuto un quarto del salario abituale, ma la reazione è stata repentina: un mese dopo, sono passati al 200% del salario abituale.
Se l'impresa non ricava utile può ottenere crediti bancari, da rendere l'anno successivo, tolti i salari dei lavoratori.
Le "fattorie di nuovo tipo" sono allineate all'attuale
strategia cubana di decentralizzazione dell'economia, che trasforma
lo Stato da amministratore di quasi tutto in proprietario - beneficiario
di rendita di tutto il possibile.
La discrezione con cui si attua il progetto non assicura un successo
rapido, ma si tratta di un cambiamento radicale ed ognuna delle
parti in causa deve "digerire" il suo ruolo. L'efficienza
è un cammino difficile perché passa per un inevitabile
cambiamento di mentalità, che è sempre lento. (rivista
"BOHEMIA").
Nel 1992, prima di ogni riforma, il 75% della terra agricola era
in mano dello Stato e il 24.8 in mano a cooperative e piccoli
contadini privati.
42,4 % | Unità Basiche di Produzione Cooperativa |
32,6 % | Fattorie statali in trasformazione a "nuovo tipo" |
10,0 % | Cooperative di produzione agricola |
11,6 % | Cooperative di crediti e servizi |
3,4 % | Piccoli proprietari |