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SUI PRESUNTI GRUPPI DEI "DIRITTI UMANI" A CUBA

Tratto da: Juventud Rebelde 6 marzo 1994

Dal documento riservato redatto dal sig. Sullivan, responsabile della SINA per la questione dei rifugiati politici cubani, agli uffici della CIA e dell'INS statunitense.

Molto riservato

Da: Sezione di Interessi dell'Avana
a: Segr. di Stato Washington,
CIA,
INS (Servizio di Immigrazione e Cittadinanza)

Oggetto: Situazione Attuale del Programma di Rifugiati Cubani


1 - Esame generale
Nella procedura di richiesta per i visti dei rifugiati continuano a presentarsi casi poco consistenti. La maggior parte delle persone presentano le richieste, più che per cause di un reale timore di persecuzione, per il deterioramento della situazione economica. Ai funzionari della SINA (Sezioni d'Interessi degli Stati Uniti a La Habana, ndt) e dell'INS risultano particolarmente difficili i casi presentati che riguardano gli attivisti per i diritti umani, nonostante abbiamo fatto tutto il possibile per lavorare con le organizzazioni per i diritti umani sulle quali esercitiamo un maggior controllo per la identificazione degli attivisti. I casi per i diritti umani veramente perseguitati dal Governo, rappresentano la categoria meno consistente del Programma per i Rifugiati. Le richieste presentate dai membri dei gruppi per i diritti umani sono caratterizzate dal fatto che sono descrizioni generiche e imprecise su presunte attività per i diritti umani, dalla mancanza di prove esaurienti di persecuzioni e da non sottostare ai criteri procedurali fondamentali stabiliti dal Programma. Negli ultimi mesi sono continuate le denunzie di richieste false di attivisti e la vendita di dichiarazioni testimoniali da parte dei leaders per i diritti umani, dovute alla mancanza di prove documentali verificabili. Di norma, i funzionari della SINA e i membri dell'INS hanno considerato i casi per i diritti umani come i più suscettibili di frode.

2 - Valutazione
La diminuzione del numero di prigionieri politici ha portato il Dipartimento di Stato e l'INS, da tre anni, a lavorare congiuntamente per l'ampliamento delle categorie per la valutazione dei casi nel Programma per i Rifugiati Cubani. Sono state aggiunte nuove categorie - i professionisti espulsi dai loro centri, gli attivisti per i diritti umani e i seguaci di religioni che erano perseguitati - stabilendo i criteri per il procedimento di ciascuna al fine di garantire una giusta valutazione di ogni caso.
Durante le ultime visite dell'INS, i funzionari della SINA hanno fatto uno sforzo deliberato per includere casi di tutte le categorie, in egual misura, comprendendo casi di prigionieri politici, di religiosi, di attivisti per i diritti umani e altri casi. Abbiamo proseguito facendo una selezione per valutare previamente quei casi con maggiore possibilità di essere approvati dall'INS. Le approvazioni sono il riflesso di un'analisi attenta dei casi e della buona comprensione tra i funzionari della SINA e i membri dell'INS in visita. Anche se i funzionari della SINA hanno cercato di seguire i casi che risultano in accordo con i criteri del procedimento, hanno continuato a essere flessibili di fronte ai casi che non adempiono ad alcuni degli aspetti, ma che risultano di interesse per gli Stati Uniti. La deteriorata economia cubana ha dimostrato di essere un incentivo affinché nuovi immigrati economici cerchino di unirsi al Programma per i Rifugiati e anche l'ampliamento delle categorie ha contribuito a incrementare il numero di richieste. È stato già riconosciuto apertamente da alcuni degli ex prigionieri politici, ai quali è stato accordato lo stato di rifugiati come via per fuggire dalla sempre più deteriorata situazione economica e non da altro che, a quanto pare, sono spinti a richiedere lo stato di rifugiati dai loro figli adulti che nutrono la speranza di abbandonare il paese con i loro padri. La maggior parte di questi figli adulti di ex prigionieri politici anziani, e frequentemente respinti, non adempiono ai requisiti per avvalersi dello stato di rifugiato essi stessi. Purtroppo, la qualità di molte delle richieste, in senso generale, è cattiva. Gli ex prigionieri politici accettati come rifugiati attualmente sono pochi in confronto a que i ne a medesima condizione negli anni precedenti. Di regola, hanno scontato condanne molto più corte rispetto ai primi che sono rientrati nel Programma. La maggioranza ha svolto un ruolo di minor peso nei gruppi controrivoluzionari, si è accostata al sistema di rieducazione politica per ottenere una riduzione delle condanne e, in seguito, ha abbandonato l'attività politica per reinserirsi nella società cubana. Inoltre, da quando per il Governo cubano le Ğuscite illegaliğ non hanno più rilevanza politica, è stato ricevuto un numero significativo di richieste da individui accusati di tentativo di uscita illegale dal paese. Sono state ridotte le condanne per tali delitti e, di norma, l'INS ha considerato le Ğuscite illegaliğ carenti di contenuto politico. Malgrado la bassa qualità dei casi in senso generale, anche nelle nuove categorie del 1991, i funzionari della SINA non hanno smesso di aver fiducia nelle prove documentali (cioè, i documenti legali, le notifiche di licenziamento, le ordinanze di libertà dei prigionieri) per la determinazione dell'inclusione nel Programma per i Rifugiati. Tuttavia, non è così per la maggioranza delle richieste per i casi dei diritti umani. È stato registrato un aumento del numero di casi dei diritti umani dal 1992. Nonostante questo, tale aumento non è dovuto né a un maggior livello delle attività per i diritti umani, né all'incremento delle sue fila, né alla repressione governativa. La maggioranza dei casi raramente prospetta un'evidenza di persecuzione degna di fede e, in modo documentato, offre solamente prove minime, poco affidabili, di partecipazione alle attività per i diritti umani. Le testimonianze dei leaders per i diritti umani generalmente contengono vaghe descrizioni su attività per i diritti umani, come l'appoggio morale alle famiglie dei prigionieri politici. Queste descrizioni dimostrano esattamente il basso livello delle attività e l'atteggiamento di non opposizione della maggioranza dei gruppi per i diritti umani. D'altra parte, quasi nessuno dei casi arriva a presentare prove di essere stato soggetto a perquisizione del proprio domicilio, a interrogatori, a fermi o ad arresti. In generale gli attivisti citano di essere perseguitati dalla Seguridad dello Stato, ma raramente possono provare con documenti queste affermazioni. In alcuni casi, il richiedente afferma di essere stato soggetto a persecuzione senza arresto. Ai funzionari che intervistano, praticamente, non rimane altra scelta che dipendere da quello che dicono gli attivisti. La tendenza generale è stata quella della mancanza di elementi probatori sul fatto che la persona sia realmente un attivista, cosa che lascia questa categoria praticamente aperta a tutte le richieste. I giovani che sono sorpresi nel tentativo di uscire illegalmente dal paese, a partire dal collasso economico del 1989, hanno cominciato a presentare le loro richieste come attivisti dei diritti umani. I leaders per i diritti umani hanno informato i funzionari della SINA che sono coscienti che la maggioranza dei loro membri entra nei gruppi solamente per raggiungere i vantaggi che offre il Programma per i Rifugiati. Dall'inclusione degli attivisti per i diritti umani come categoria in più, abbiamo mantenuto un atteggiamento flessibile e positivo riguardo a questi casi. L'inoltro delle pratiche per i casi dei leaders dei diritti umani come Paula Valiente, i fratelli Aspillaga e altri è stata rapida e adeguata. Anche semplici attivisti hanno ricevuto un trattamento simile nei casi nei quali le prove testimoniali degli attivisti risultano povere, ma il livello degli impegni con gli Stati Uniti è ben definito, i funzionari responsabili deli'evacuazione preliminare concedono al richiedente il beneficio del dubbio. Il leader di uno dei gruppi ha detto che alcuni abbandonavano la sua organizzazione quando si rendevano conto che questa non dava certificati ai suoi membri e si è lamentato delle pressioni dei membri che richiedevano certificati convincenti sulle loro attività per i diritti umani. L'INS nelle sue ultime visite è stato testimone di ripetuti casi di frode e di presunte frodi commesse da attivisti per i diritti umani. La SINA ha cercato di risolvere il problema riesaminando i procedimenti interni per identificare gravi casi di diritti umani. Si è riunita, anche, con i capi delle organizzazioni per i diritti umani per determinare i loro obiettivi, il numero dei componenti e altri aspetti dei principali gruppi per i diritti umani. La SINA ha limitato l'accettazione di testimoni di gruppi a quelli dei leaders nei quali abbiamo fiducia, cosciente del fatto che nel passato le divisioni tra i gruppi per i diritti umani hanno portato come risultato la presunta emissione ininfluente e fraudolenta di avalli testimoniali. Purtroppo queste misure non hanno impedito neppure le presunte frodi né le amare recriminazioni tra gli importanti leaders di organizzazioni per i diritti umani.
Poco prima della visita in dicembre dell'INS, Gustavo Arcos e Jesus Yanez, del Comitato Cubano per i Diritti Umani, hanno accusato Aida Valdés di vendere certificati falsi. Lei, a sua volta, ha accusato Arcos e Yanez di commettere pratiche simili a fini di lucro. Questa situazione acuisce la preoccupazione generale riguardo al pericolo di convalidare la presentazione di testimoni. La profonda rivalità e le lotte interne tra i gruppi per i diritti umani rendono completamente inevitabili le ripetute accuse dell'esistenza di frodi. Attivisti di primo piano hanno manifestato la preoccupazione che il Programma per i Rifugiati stia rubando loro i pochi membri attivi mentre sta attraendo gli opportunisti. Durante una riunione con la SINA e l'INS, Felix Donne, capo del gruppo Corriente Civica, ha qualificato il Programma per i Rifugiati come Ğl'obiettivo primario di molti leaders di organizzazioni per i diritti umaniğ. La partecipazione di alcuni dei più conosciuti leaders cubani per i diritti umani a tali questioni dimostra chiaramente che il nostro Programma per i Rifugiati è divenuto una crescente fonte di divisione e di polemica per molti gruppi per i diritti umani, i cui leaders sembrano così ossessionati dal Programma. Anche la SINA ha ricevuto richiesto affinché conceda alle organizzazioni per i diritti umani un ruolo formale dentro il Programma per i Rifugiati. Dei 225 casi presentati dalla SINA all'INS durante la visita di dicembre, 47 hanno prodotto prove di partecipazione ad attività per i diritti umani, anche se molti si inclusero in altre categorie, ad esempio professionisti espulsi dai loro centri e persone che progettavano di partire illegalmente. Benché abbiamo fatto il massimo per lavorare con i gruppi per i diritti umani affinché presentassero i casi con una maggiore documentazione, i colloqui, per la maggior parte, hanno rivelato casi non efficaci. Dei 47 casi per i diritti, solo uno ha citato oltre 30 giorni di detenzione per attività dei diritti umani negli ultimi cinque anni e non ha potuto nemmeno dare le prove della sua detenzione. In generale gli altri hanno citato solamente perquisizioni domiciliari o alcune convocazioni, non documentate, in stazioni di polizia. La maggior parte degli attivisti è arrivata solo a descrivere vagamente la sua partecipazione a gruppi per i diritti umani e, infine, solo 19 sono stati accettati. Indipendentemente dal fatto che hanno rappresentato solo il 20% del totale, i casi per i diritti umani hanno costituito oltre la metà dei visti rifiutati. Il numero totale dei visti rifiutati, anche se è significativamente superiore a quello delle precedenti visite dell'INS, d'altra parte ha il vantaggio di portare come risultato un incremento dell'attività dei gruppi.

Considerazioni
Di fronte alla perdita generale di qualità dei casi compresi quelli dei prigionieri politici, la SINA dovrà lavorare in modo più arduo nell'identificazione dei casi migliori. In vista di collaborare in questo sforzo, la SINA introdurrà altri cambiamenti nell'esame dei casi. I problemi incontrati nell'esaminare i casi per i diritti umani indicano che è necessario che la SINA continui a lavorare in stretta collaborazione con l'INS per selezionare casi solidi. Tuttavia, la SINA continuerà a essere flessibile presentando casi che, sebbene non collimino con tutti i criteri, per la loro natura possono risultare utili per gli interessi degli Stati Uniti. Dati gli interessi espressi dalla CIA sul tema dei diritti umani, nella sua recente partecipazione e nella sua maggior conoscenza dei diversi gruppi per i diritti umani, suggeriamo una cooperazione più stretta con la SINA in accordo con i nostri obiettivi comuni.