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Associazione Ya basta
per la dignita' dei popoli contro il neoliberismo
Agenda 1997 - MAGGIO

Ero un ragazzo quando entrai nell'organizzazione, avevo 11 anni. Cio' di cui fui incaricato era di apprendere qualcosa in citta', qualcosa di manuale che poi avrei insegnato ad altri. Prima mi misi a studiare da infermiere, desideravo diventare un dottore. Il Comitato diede tutto il denaro per studiare. Ho imparato molte cose in questa rivoluzione, e non solo andando a scuola.

Un insorgente

Quando l'EZ era gia' ben grande (avevamo battaglioni, sezioni, reggimenti, corpi) il Comitato Clandestino domando' alle basi se pensavano che fosse venuto il momento, l'ora.

Noi non ci muovemmo, questo era un lavoro del Comitato. Loro ci dissero che avremmo fatto quello che voleva la base: se diceva che non si sarebbe fatta la guerra, a posto, se diceva di si, via... E le basi dissero di si'.

Ci hanno dato alcuni mesi per prepararci, perche' questa guerra fu preparata con attenzione, non da stupidi.

Quando ci dissero che dovevamo combattere prima che finisse il 1993, l'unica cosa che ho fatto e' andare dal subcomandante Marcos perche' sapevo che aveva l'incarico di dirigere tutto.

Toccava a lui: tu ti incarichi di dirigere tutta la truppa, allora si che si dichiara la guerra. E come in ogni soldato inizio' anche in me l'ansia del corpo, sembra che uno diventi matto, come deve mangiare, dormire... sembra che uno diventi pazzo, hai voglia di cominciare subito la guerra. Io non immaginavo che Marcos arrivvasse ad avere una funzione come quella di adesso. Non mi aspettavo che il subcomandante, colui che dirige il combattimento, si sedesse per ore con la stampa. Non gli dico niente pero' resto a guardare. E i comunicati mi fanno ridere, mi ammutoliscono, non capisco come abbia tante idee insieme.

Pero' non si creda: quando ha scritto la dichiarazione di guerra dovette studiare molto. L'ho visto con un sacco di libri tutt'intorno"

Mayor Mario