Occupazione a Ingegneria (BO)
C o s a.
"Non accettiamo chi non pratica quello che dice" un intero movimento
Martedì 28/04 occuperemo le cosiddette "palafitte" della facoltà di Ingegneria. L’iniziativa si articolerà in due passaggi: alle 19.30 nel parco faremo una grigliata e, contemporaneamente, le aule studio "aula bianca" ed E2A saranno tenute aperte fino alle 24.00 (prolungando l’orario di apertura altrimenti limitato alle 19.30). In questa occasione, e per tutte le iniziative che seguiranno, l’aula bianca rimarrà silenziosa aula studio, mentre l’E2A sarà luogo di proiezione di film (do you remember la promessa fattavi di 8 ore, dico 8, di Simpson ?, Strange days e Riff Raff di Ken Loach), assemblee o quant’altro permetta di costruire momenti di incontro e socialità in questa facoltà. Gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono: · l’apertura di una sala studio anche in orario notturno. E’ assurdo che una facoltà con 13.000 iscritti non dia la possibilità di studiare anche a chi durante il giorno deve lavorare per mantenersi (spesso a nero), o magari semplicemente preferisca studiare la notte e a casa non lo può fare perché vive in una camera doppia.
· l’estensione del servizio mensa universitario alla sera e l’abbattimento del prezzo dei pasti.
Vale la pena di ricordare che in queste settimane la Gemeaz, ditta appaltatrice del servizio mensa, sta provando nuovamente a licenziare le lavoratrici e i lavoratori dell’azienda. Le nostre lotte per il potenziamento del servizio mensa sono e saranno sempre intrecciate a quelle per la difesa del posto di lavoro.
· l’apertura serale dell’E2A per ogni iniziativa culturale, politica, ecc. Quest’ultimo è un punto fondamentale: in una facoltà in cui si attua una massacrante "messa al lavoro" dell’intelligenza collettiva, è importante costruire/aprire spazi e tempi di socialità altra per il soggetto studentesco in cui creare percorsi di criticità forte soprattutto contro lo stesso sapere che viene letteralmente profuso ex cathedra. Ormai è egemone la filosofia del pensiero unico che impedisce al soggetto studentesco di pensare che esistano altre vie oltre a quelle dominanti e comuni del "segui in un’aula strapiena, prendi appunti e stai cagato", "dobbiamo selezionare il migliore perché il processo competitivo ce lo impone, e chi non ce la fa è spacciato", "questi sono i libri: imparali a memoria", "dobbiamo entrare in Europa, perciò i tagli alla spesa pubblica sono necessari: mi dispiace, la befana è finita (sic!), dobbiamo alzare i prezzi della mensa" (quest’ultima testualmente pronunciata dall’assessore regionale alla formazione del PPI Rivola).
C o m e.
Il 6 e 7 maggio si terranno le elezioni universitarie.
Il collettivo Ingegneria si muove non produce iniziative allo scopo di acquisire maggiore visibilità tra gli studenti e le studentesse per avere più voti (pratica di tipo democristiano ancora diffusissima), né, più in generale, si presenterà alle elezioni e neanche appoggerà questa o quella lista. Ciò perché, pur essendoci alcune persone che negli istituti deputati alla rappresentanza si sono mossi ispirati da reali volontà riformatrici, molto poco hanno potuto per l’inadeguatezza degli strumenti. Già per questo le forme della rappresentanza garantite al soggetto universitario sono abbastanza povere di interesse, ma c’è, a parere nostro, un altro problema, non di metodo, ma di merito. Noi non riteniamo centrale il rendere migliori e più ampie queste forme. Ci interessa piuttosto dare spazio all’attività diretta di ogni singolo studente all’interno della facoltà, creare percorsi e movimenti di liberazione e di riconquista di diritti negati (nuovi e vecchi), soggettività critiche e quant’altro. In definitiva vogliamo riconquistarci il diritto al conflitto, unica maniera per progettare/praticare reali cambiamenti nelle nostre condizioni di vita. E’ per questo che il collettivo Ingegneria si muove non si è rinchiuso in una stanzetta ad organizzare concerti di natale o messe per quel fascista del cardinale Biffi, come ha fatto lo Student Office, ma è sceso in piazza, poche settimane fa, a fianco delle famiglie di immigrati, di muratori, di lavoratori della Manutencoop e disoccupati che impossibilitati ad affittare una casa hanno occupato un edificio abbandonato di proprietà della Provincia. E al loro fianco ha provato cosa vuol dire vedersi negato il diritto alla casa ed ad una vitamigliore dai manganelli di stato (cosa ripetutasi per l’ennesima volta martedì 21 aprile in via de’ poeti).
Dalla collina di porta Saragozza, per l’umanità e contro il neoliberismo,
gli inguaribili autonomi del collettivo Ingegneria si muove