Servizio di

Luca Borghi

Dopo le cariche notturne della poliziacontro gli ultra' dell'11 marzo

IL PACINOTTI SGOMBERATO ALL'ALBA

La guerriglia urbana con gli autonomi, una notte di assedio e poi l'ultimatum. All'alba si sgombera con le buone o con la forza. Prendere o lasciare. E loro, i 43 extracomunitari che da sette giorni occupavano l'ex Pacinotti, dopo un lungo faccia a faccia con i funzionari di Provincia e Comune per ottenere una sistemazione, hanno deciso di togliere le tende pacificamente. Ma, proprio mentre tutti gli immigrati stavano facendo fagotto da via Barberia si e alzato il coro di protesta di un manipolo di giovani "alternativi". Una breve trattativa con la polizia, un accenno di rivolta con lancio di uova su agenti e giornalisti, i celerini pronti a caricare e anche i piu' esagitati hanno preferito sloggiare tra i soliti slogan. E' l'ultimo atto delle operazioni di sgombero. Con gli occupanti che, valigie in spalla, sono stati caricati su pullman e navette per raggiungere le nuove sistemazioni.

Nell'ex istituto per geometri rimane solo un tappeto di rifiuti. E fuori, sui muri, le scritte di rivendicazione e di protesta contro la polizia.

La crisi di via dei Gombruti sembra quindi arrivata al capo linea. Se da una parte Palazzo Malvezzi ha mostrato i muscoli ordinando di murare tutte le vie d'accesso all'ex scuola, dall'altra la giunta Prodi ha fatto il possibile per dare un tetto almeno ai nuclei famigliari con bambini. Undici immigrati sono stati infatti sistemati in appartamenti in affitto a Granarolo e Castenaso, mentre per gli altri 32 la questione e' ancora aperta. Per adesso 17 hanno trovato ospitalita' nei bungalow del campeggio di via Romita 7 all'hotel Giardino di via Massarenti, 2 al centro di prima accoglienza di via Stalingrado e 6 all'hotel Arcoveggio

"E' chiaro - commenta il presidente della Provincia, Vittorio Prodi che queste sistemazioni sono del tutto prowisorie. I nostri funzionari sono gia' al lavoro per contattare i Comuni dove gli immigrati hanno la residenza. Obiettivo: arrivare in tempi stretti a una soluzione diversa e piu' stabile, ma soprattutto che arrechi ai diretti interessati e alla collettivita' il minore disagio possibile. Tutto questo e stato raggiunto grazie all'impegno di tutta la giunta e alla collaborazione tra le istituzioni. In particolare dai Comuni che hanno gia' manifestato solidarieta'".

I portavoce delle famiglie sloggiate, quasi tutte con bambini piccoli, se ne sono andati in silenzio. Non hanno mai da to man forte alle provocazioni degli autonomi, preferendo la strada del confronto aperto a quella dello scontro e della protesta.

"Vedremo cosa succedera' tra un paio di giorni" si limita adire una ragazza magrebina." Vedremo se il Comune e la Provincia penseranno a tutti i nuclei famigliari.

Speriamo che non siano le solite promesse fatte nei momenti di emergenza. Chiediamo solo e esclusivamente che alle belle parole seguano davvero i fatti.