COMUNICATO DEL LUTHER BLISSETT PROJECT:

MUSTI E' CAUSA DEL SUO MAL, PIANGA SE STESSA E CAMBI MESTIERE

 Su Internet:

le "precisazioni" dei legali di Lucia Musti a La Repubblica-Bologna (martedi' 24/3/98, pag.III) sono come un'alluvione di benzina sulla prateria in fiamme. Nel caso non si fosse capito, gli avvocati Magnisi e Alessandri ci fanno sapere che nel mirino c'e' Internet, la sua orizzontalita', la transnazionalita' che la rende difficilmente censurabile, il suo garantire la liberta' d'espressione a chi non trova spazio nei vecchi media, suo saper invalidare il copyright e impedire la privatizzazione della comunicazione sociale. La rete e' un organismo che sa difendersi, i suoi sistemi immunitari sono le battaglie d'opinione sostenute da chi la fa vivere, la prontezza di riflessi che fa scattare l'azione dal basso, l'istintiva solidarieta' che non lascia impuniti gli abusi. E' per questo che il prestigioso Hypermedia Research Centre dell'Universita' di Westminster, tramite il suo direttore Richard Barbrook, ci scrive: "Usate pure il nostro nome in calce a qualunque petizione o protesta contro quest'assurdo tentativo di censura in rete". E' per questo che webmasters di ogni parte del mondo stanno clonando l'edizione telematica di 'Lasciate che i bimbi' - per impedire che la sete di vendetta di un PM sconfitto (e smascherato) porti a stabilire un grave precedente. E' come salire tutti sui banchi nel finale de 'L'attimo fuggente'. E' come alzarsi tutti in piedi e gridare "Io sono Spartaco!". Man mano che spunteranno i mirror sites, diffonderemo la lista, intanto prosegue la nostra battaglia d'opinione in difesa del libro e dei querelati, con una mobilitazione che a Bologna coinvolgera' cittadini della rete, realta' artistiche e culturali, locali e spazi alternativi.

 

Sul presunto abuso del diritto d'opinione: era doveroso additare l'istruzione del processo ai Bambini di Satana come una montatura, perché di montatura si è trattata: non c'erano elementi sufficienti a tenere in prigione gli imputati, non c'era una sola prova, soltanto le deliranti e contraddittorie dichiarazioni di un'adolescente mitomane. Era doveroso per chi, come gli autori e gli editori di 'Lasciate che i bimbi' , ritiene quel processo uno scandalo e scandalosa la condotta di Lucia Musti. E del resto, c'è una sentenza che manda assolti gli imputati per non aver commesso il fatto, dopo mesi di carcere preventivo. L'onore e la figura di Lucia Musti escono malconci dalla vicenda dei Bambini di Satana, prima che dalle pagine di 'Lasciate che i bimbi', e l'ultima cosa che la dott. Musti poteva pretendere è che dopo aver condotto il processo sull'onda delle campagne di stampa, dopo aver sollevato tanto polverone accusando tre innocenti, era di vedere stendere un velo di pietoso silenzio su tutta la vicenda, onde la sua brillante carriera di viceprocuratore non ne venisse lesa. Sarebbe stato troppo comodo. Se dunque Lucia Musti non è costretta a pagare personalmente per i propri sbagli - nemmeno quando questi influiscono drammaticamente sulla vita degli imputati - tuttavia ella non può pretendere di sottrarsi ai J'accuse, anche perche' e' stata ella stessa a darsi tanto da fare per attirare sul proprio operato l'attenzione della fanfara mediatica.

Restano poche parole: chi è causa del suo mal pianga se stesso e soprattutto cambi mestiere.

  

Luther Blissett Project,

Bologna, 24 marzo 1998

  Il testo che segue e' il comunicato di Marco Dimitri ai giornali bolognesi, spedito il 23 marzo 1998. Alcuni riferimenti vanno ricontestualizzati: in un'intervista al Resto del Carlino del 10 giugno 1996, Lucia Musti rilascio' tale lucida dichiarazione: "quest'inchiesta e' per certi versi piu' difficile di quella sui fratelli Savi, piu' delicata di quella contro la 'Quinta mafia'. La' c'erano dei delinquenti, degli assassini... ma qui stiamo scoprendo cose altrettanto orrende [...] la criminalita' dei satanisti non e' troppo differente da quella mafiosa".

 

Probabilmente questo comunicato non verra' diffuso, non tutti si possono permettere di diffondere l'opinione di uno psicopatico, pedofilo, stupratore, assassino, mafioso, peggio di un terrorista libico e quant'altro mi si vuole ancora appioppare. Per cui questo telefax e' solamente un atto dovuto. In nome della liberta' di espressione e di parola mi sento di proclamare pubblicamente la mia solidarieta' a Luther Blissett e l'editore Castelvecchi. Il danno subito da Lucia Musti e' senza prewwo, cosi' come senza prezzo e' la verita'. Non penso che la verita' possa essere quantificata in denaro perche' e' un'essenza, l'unica essenza che riesce ad attraversare il tempo, non dimentichiamo che solo cio' che e' vero si puo' nutrire di se stesso, solo cio' che e' vero ha la facolta' di essere inafferrabile, di valicare tutti i confini e di procedere oltre. Per cui non vi e' prezzo alla verita', solo la menzogna gonfia le tasche. Ho forse chiesto soldi io alla Musti? Le ho chiesto un risarcimento per il mio dolore ed il dolore dei miei amici? Mi sembra di no... nemmeno mi sono reso irreperibile, non mi sono dileguato, sono qua che continuo a lottare, sono qua pronto a farmi mettere ennesimamente le manette, sono qua vulnerabile con precari mezzi di sostegno, pronto ad essere accusato per nuovi reati, il codice penale e' pieno di articoli, chissa' quale sara' il prossimo: droga? Strage? Violazione del codice di guerra? Porto abusivo di candele e cappucci? Solo il tempo potra' dare un volto a questi quesiti. Io sono cosi', finche' vi e' un qualcosa di nobile per cui lottare ci saro' a costo di essere abbattuto da chi blasfemamente si proclama "legge" e si permette di distruggere vite umane... Si', perche' la mia vita e' distrutta, non ho un futuro. Io ai vostri giudicanti occhi saro' un delinquente, anche se non ho ammazzato a sangue freddo i carabinieri, anche se non ho ucciso un benzinaio per duecentomila lire, anche se non ho ammazzato un ragazzino con un colpo di pistola gettandolo poi in un fosso solo perche' mi ha guardato negli occhi, anche se non ho ucciso il mio carissimo amico Carlo Beccari, amico d'infanzia e collega nel lavoro. Si', sono un fuorilegge... Cara Lucia Musti, l'unica legge che io conosco e' quella che proviene dall'Antico, e' quella che anima le mie passioni ogni giorno, e' quella che scorre nelle arterie dell'universo e non si ferma... quella che tu chiami "caso" o "fatalita'". Colpisci me, come sai benissimo fare, in nome del popolo italiano ovvimanete, un popolo italiano che sta piangendo la perdita dei propri cari e si ritrova la "biondina della uno bianca" che mostra le sue orribili forme sui manifesti in barba a tutti. Sono qua che ti aspetto, non sono scappato. Questa volta mi appello alla Legge che anima il mio corpo, la Legge che si puo' proclamare soltanto in onore di cio' che e' VERO, la Legge che vive e palpita nelle cose di questo mondo ed e' creduta detronata dagli illusi: Satana, la bellezza, la nobilta', l'arte, la liberta' di vivere coinvolti nelle umane passioni senza essere raggirati e genuflessi da chi il potere crede di goderselo e continua a fare schifo! Paghero' la mia sincerita' ma almeno l'ho espressa.

 Marco Dimitri

<BDS@mail.acronet.it>

 

 Sulla scia del nostro comunicato-stampa ("Un PM sconfitto all'assalto di Internet e del Luther Blissett Project"), le pagine bolognesi de La Repubblica hanno "coperto" l'evento per due giorni di fila. Lunedi' 23/3 con una notiziola, martedi' 24 con un articolo vero e proprio in cui gli avvocati di Lucia Musti, da noi stanati, hanno precisato - nel caso non si fosse capito - che il loro principale obiettivo e' censurare la rete. Si e' poi verificato il caso da manuale di giornalismo dell'"uomo che morde il cane": Marco Dimitri ha spedito un lirico (alcuni direbbero "folle") comunicato di solidarieta' ad autori ed editori di "Lasciate che i bimbi"! Infine, Blissett ha risposto ai legali di Musti. A seguire, i due pezzi di Repubblica. Nei messaggi successivi, i due comunicati.

 

MUSTI CITA BLISSETT: CAUSA SATANICA

 Il PM Lucia Musti ha querelato l'editore Castelvecchi e gli Internet providers di Cybercore a Bologna e Roma con una richiesta di risarcimento danni di 450 milioni per la pubblicazione e la diffusione del libro di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi. Pedofilia, un pretesto per la caccia alle streghe", sul processo ai Bambini di Satana. Musti, assistita dai legali Guido Magnisi e Nicola Alessandri, ritiene di essere stata diffamata dalle affermazioni di Blissett. L'udienza si terra' il 5 maggio. Luther Blissett annuncia una protesta su Internet con l'apertura di migliaia di siti col testo del libro e copia dell'atto di querela e sta organizzando un'assemblea cittadina per discutere pubblicamente del caso.

  "NON E' BLISSETT NEL MIRINO MA EDITORE E PROVIDER"

Satanisti, i legali della pm Musti spiegano la causa contro il libro

di Carlo Gulotta

 "Sia chiaro che la nostra cliente non ha nessuna intenzione di perseguire Luther Blissett: il procedimento civile che s'aprira' il 5 maggio nasce solo dall'esigenza di porre rimedio ai danni prodotti alla sua immagine da parte di chi s'e' spinto un po' troppo oltre il semplice diritto di opinione". Si rassicurino quanti si celano sotto il nome di Blissett: i legali del magistrato Lucia Musti - Guido Magnisi e Nicola Alessandri, che hanno presentato una citazione contro l'editore Castelvecchi e gli Internet Providers di Cybercore con una richiesta di risarcimento danni per 450 milioni per la pubblicazione e la diffusione del libro dei Blissett "Lasciate che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe", sul processo ai Bambini di Satana - non hanno mai avuto intenzione di procedere contro di loro. per l'ex Pm al processo contro la BdS (chiuso con le assoluzioni di tutti gli imputati in primo grado) vuol'essere solo un'affermazione di principi. "Nessun attacco alla liberta' d'opinione - dicono gli avvocati - che deve comunque essere tutelata. Ma in questo caso ci sono gravissime, inaccettabili e lesive accuse al magistrato inquirente. E' un procedimento civile, ci vorranno anni per arrivare ad una sentenza". Gli avvocati chiedono pure la distruzione delle copie del libro dei Blissett in circolazione e la cancellazione dalla madre di tutte le reti dei passi del libro che hanno leso l'immagine di Musti. La richiesta di procedere riguarda anche l'editore del libro, caso frequentissimo nel nostro paese. Ma e' solo per la seconda volta che si cerca di portare a processo i Provider di Internet, e per giunta per un libro scritto da un "Signor Nessuno", visto che sotto lo pseudonimo dei Blissett non si sa assolutamente chi si nasconde. "Per quanto ne sappiamo - dicono gli avvocati di Lucia Musti - ci sarebbe una sola situazione simile, quando l'anno passato il presidente del tribunale di Teramo ordino' ad un Provider di cancellare da un sito alcuni passi lesivi per una societa'". Ma c'e' un altro problemino: "Lasciate che i bimbi" e' stato pubblicato con la dichiarazione "No Copyright", e quindi in teoria chiunque puo' riprodurlo e ripubblicarlo, e con qualsiasi mezzo. Cosi', poco tempo dopo, il testo in dimensione "virtuale" ha registrato qualcosa come 100mila contatti nel '97, con un'"amplificazione planetaria" delle affermazioni diffamatorie contro il magistrato. Loro, i Luther, sono pronti a rispondere: propongono di inondare Internet di migliaia di siti con la copia del libro e della citazione e stanno organizzando un'assemblea cittadina per discutere del caso. E i l leader dei Bambini di Satana, Marco Dimitri, non resta indietro: esprime solidarieta' a Blissett e dice d'appellarsi "alla Legge che anima il mio corpo: Satana, la bellezza, la nobilta'".

 

  

Il 'fantasma' dell'autore collettivo fa volantinaggio sul caso Musti - Irruzione di Luther Blissett "No alla censura in Rete"

di MARCO FERRARI ROLLI

 

Irruzione di Luther Blissett al Futurshow di Bologna. Avvolto in un cappotto militare viola, il "nome collettivo" per antonomasia, ha fatto una breve visita agli stand della fiera, distribuendo volantini per promuovere la mobilitazione della comunità telematica sul "caso-Musti". Il magistrato bolognese Lucia Musti ha infatti recentemente querelato l'editore Castelvecchi e due internet providers (Cybercore e 2mila8 Comunicazione) per la pubblicazione e la distribuzione online del pamphlet di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi: pedofilia, un pretesto per la caccia alle streghe". Nel libro l'autore collettivo ricostruisce il processo bolognese contro la setta dei "Bambini di Satana" (dove la Musti era pubblico ministero e conclusosi con l'assoluzione degli imputati) con toni "ingiuriosi" e "diffamatori", secondo gli avvocati del magistrato bolognese, che ha querelato editore e provider, chiedendo un risarcimento danni di 450 milioni, il sequestro del libro e la cancellazione dai siti internet delle frasi incriminate.

Per Luther Blissett "il caso Musti, appena scoppiato a Bologna, è il tentativo di mettere il bavaglio ai cittadini della rete e di tornare contemporaneamente alla pratica del rogo dei libri. Occorre una mobilitazione totale per impedire che venga stabilito un gravissimo precedente". Il Luther Blissett Project ha quindi indetto a Bologna, per lunedì sera alle 21.30, un'assemblea pubblica al "Link" di via Fioravanti 14 e rivolge un invito particolare ai providers "Questo processo non coinvolge solo i due providers 2mila8 Comunicazione e Cybercore. Sono in gioco i destini della Rete e la libertà dei provider. E' l'ulteriore tentativo di imporre l'autocensura preventiva ai provider sui contenuti delle pagine e delle comunicazioni dei loro clienti. Se passerà la linea-Musti, i provider verranno equiparati agli editori, e dunque ritenuti corresponsabili dei contenuti ospitati sul proprio sito, con conseguenze facilmente immaginabili".

 

 

BOLOGNA UNA CONTROINCHIESTA IMBARAZZA IL GIUDICE MUSTI

 

Chiesta la condanna al rogo per "Luther Blissett" In un volume e in due siti Internet l'analisi dissacrante di come un giudice bolognese ha condotto l'istruttoria contro i "Bambini di Satana" I "Satanisti" dovevano essere colpevoli per forza di delitti inesistenti - DANIELE BARBIERI - BOLOGNA

 S i riapre il caso Satana-Musti-Blissett. Il 20 giugno '97 il tribunale di Bologna assolse Marco Dimitri, Piergiorgio Bonora e altri esponenti della "Bambini di Satana Srl". La grande accusatrice era Lucia Musti, pubblico ministero che su quel processo costruì la sua notorietà. Qualche giorno fa Musti ha citato in tribunale un editore e due siti Internet che raccontavano quella vicenda: chiede ritiro e distruzione dei testi nonché 450 milioni di danni. Domani sera se ne discuterà al Link (via Fioravanti 14) all'assemblea "in difesa della libertà di parola". Per aver violentato la minorenne "Simonetta" nel gennaio '96 i satanisti - così si autodefiniscono - Dimitri, Bonora e Luongo (ex fidanzato della ragazza, poi prosciolto) finiscono in carcere per pochi giorni. Vengono scarcerati per insufficienza di indizi. Lucia Musti non s'arrende e il 6 giugno '96 i tre tornano in galera; vi restano oltre un anno con l'accusa di aver sequestrato e violentato un bimbo di due anni "durante un rito satanico". I media e i cattolici più retrivi esultano. Gli imputati sono accostati al "il mostro di Marcinelle". Nessuno fa invece caso ai continui mutamenti di versione della testimone: non è vero che conobbe la setta il giorno del presunto stupro, la frequentava da un anno; parla di abusi sul bimbo dopo averli negati; anzi parla addirittura di sacrifici umani (senza riscontri né cadaveri). Se un imputato ha un alibi per la notte dello stupro "Simonetta" rimuta versione e Musti le crede: se la violenza non fu il 18 novembre '95, allora avvenne il 25, il 26 o la notte successiva o magari "in data anteriore o prossima a quella". I "Bambini di Satana" sono perfetti come colpevoli: sono personaggi antipatici (soprattutto Dimitri, ospite anche al Costanzo Show) e tanto sembra bastare, anche senza riscontri. Solo il quindicinale Zero in condotta avanza dubbi e pochi intellettuali (Benni, Brizzi e altri) parlano di "caccia alle streghe". La rivista ospita una ricerca di Luther Blissett (nome collettivo di "ironici guerriglieri dell'informazione" di vari Paesi), che confronta la vicenda con i molti casi simili verificatisi negli Usa, noti come "False Memory Syndrom" (il manifesto, 29/06/97) perché molti si auto-convincono d'essere stati costretti a partecipare a festini demoniaci. Negli Usa persino l'Fbi afferma ormai che non c'è alcun complotto "diabolico". Per i Blissett bolognesi la caccia ha un mandante ideologico: il Gris, gruppo di ricerca e indagine sulle sette con appoggi nella curia. Tutto fa Satana, secondo costoro: Scientology, sette orientali, semplici curiosi di esoterismo, metallari e sottoculture giovanili. Dopo 50 udienze il tribunale sentenzia che "il fatto non sussiste" (Musti aveva chiesto 8 anni per Dimitri). L'unica condanna suona vagamente ironica: la "Bambini di Satana Srl" dovrà pagare un milione di multa per irregolarità fiscali. Isteria collettiva per mostri inesistenti, come documenta la ricostruzione pubblicata dal proteiforme Blissett (Lasciate che i bimbi... Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe) che si può leggere su Internet (www.2mila8.it). Sono questi i testi che l'instancabile Musti vuole ora mandare al rogo. Il primo commento del Luther Blissett Project (Lbp) è questo: "Nel mirino c'è soprattutto Internet, la sua orizzontalità, la transnazionalità che la rende difficilmente censurabile, il suo garantire libertà d'espressione a chi non trova spazio nei vecchi media, il suo saper invalidare il copyright e impedire la privatizzazione della comunicazione sociale", e chiede una gestione "pubblica e politica" del processo. Il timore (o la certezza) è che si voglia far dimenticare che tre innocenti sono stati in galera, con la Musti che "equiparava i satanisti ai mafiosi e la propria inchiesta a quella sulla Uno bianca". Quanto alla stampa forcaiola, ben si vede dalle odierne fanta-cronache sul Pratello che la montatura contro i "satanisti" non fu una sbavatura, ma solo un momento di una prassi consolidata. Anche la gestione del processo per la strage del Pilastro, prima che spuntassero i fratelli Savi, dovrebbe del resto far meditare sul clima inquisitorio in città. Commento finale del Lbp: "Chi è causa del suo mal pianga se stesso e cambi mestiere".

 

Una valutazione/stream of consciousness sull'assemblea pubblica del 6 aprile, dopo 24 ore di sacrosanto riposo e distacco mentale.

Vista un certa ignavia che ha colto la scena "alternativa" felsinea nell'ultimo periodo, immaginavamo non sarebbe stato un evento di massa, ma la partecipazione e' stata soddisfacente, erano occupati tutti i posti a sedere della "Sala Blu" del Link (tappezzata di fotocopie giganti delle interviste piu' vergognose rilasciate al Carlino da Lucia Musti) + diversi capannelli in piedi, quindi circa 130-150 persone (checche' ne scriva La Repubblica, cfr. sotto). Per la prima uscita abbiamo privilegiato la qualita' della partecipazione, per la quantita' si puo' fare e senz'altro si fara' di molto meglio.

Tra i presenti: svariati/e LBs; Helena & Maya della Cybercore e Rodolfo De Matteis della 2mila8 (cioe' i providers querelati); gli avvocati Roberto Bellogi e Carla Mei (difensori dei Bambini di Satana al processo per il quale Lucia Musti ha appena chiesto l'appello); Marco Dimitri e altri membri dei Bds; le femministe del Centro delle Donne; esponenti della "sinistra sommersa" cittadina, tra i quali spiccava, applaudente, il semi-leggendario Cyber Joker dell'European Counter Network; infine qualche giornalista.

La prima gragnuola di interventi e' toccata a Luther (in tre diverse incarnazioni), Helena e Rodolfo, che hanno riassunto l'intricata vicenda in tutti i suoi aspetti, dal caso Dimitri all'uscita di "Lasciate che i bimbi" alle lacune nel diritto informatico italiano, commentando anche un isterico articolo sulla presunta "emergenza satanismo" scritto da Lucia Musti e pubblicato da "L'Osservatore Romano" nel febbraio 97. Un Luther ha detto: "Quando nel film di Kubrick tutti gli schiavi dicono di essere Spartaco [per impedire a Crasso di individuare quello vero], poi finisce male, perche' vengono crocifissi tutti. Ma questo la Musti non puo' ancora farlo". E poi: "In questi anni il Luther Blissett Project ha funzionato piu' o meno come una 'struttura di servizio' all'interno del 'movimento', della sinistra non omologata. A Blissett si e' delegata buona parte dell'elaborazione di nuove strategie di agit-prop e controinformazione. Adesso, una volta tanto, non chiedetevi cosa puo' fare il Luther Blissett Project per voi, ma cosa potete fare voi per il Luther Blissett Project!" (lo sappiamo, e' un basso kennedismo, ma suona bene). Rodolfo aveva mezza faccia dipinta di nero, ed ha esordito dicendo: "Quella nera e' la mia meta' querelata, l'altra e' Luther Blissett". Si e' dato un resoconto della mobilitazione telematica e si e' invitato il pubblico a tenere le antenne dritte e contribuire alle prossime iniziative, cominciando dal sostegno economico agli imputati, fino alla presenza in tribunale il 5 maggio.

Il Link si e' offerto di devolvere ai querelati parte dell'incasso di una serata da stabilirsi, per coprire le ingenti spese legali. Idem il Livello 57. Il giornalista de La Repubblica ha usato a sproposito l'espressione "cercheranno di raggranellare", probabilmente non ha idea di quale sia l'incasso di un week-end mediamente trafficato negli spazi autogestiti bolognesi. Sono milioni, non "granelli". I Bambini di Satana hanno letto un comunicato nel quale ricordavano il loro calvario giuridico, e hanno chiesto le dimissioni di Lucia Musti. Dimitri: "La Musti si ritiene diffamata? Io, se digito 'Marco Dimitri' su un motore di ricerca, trovo articoli in spagnolo, francese, inglese, tedesco... Articoli nei quali sono descritto come un seviziatore di bambini... La mia vita e' distrutta, qual e' allora la vera diffamazione?". L'avv.Bellogi ha parlato dell'intoccabilita' dei magistrati, dei loro abusi etc. e ha detto: "Durante la mia arringa finale, Lucia Musti scoppio' a piangere. Io non ho mai conservato nessun articolo sui miei processi, ma quello l'ho tenuto, perche' per un penalista e' una grande soddisfazione far piangere un PM". Grazia Negrini e' intervenuta a nome del Centro delle Donne, dichiarando solidarieta' ai querelati e a Blissett e aderendo a quella che nel corso dell'assemblea e' stata chiamata "la campagna Spartacus", annunciando: "Anch'io sono Spartaco, e annuncio che noi del Centro delle Donne metteremo sul nostro server un mirror del libro. Ci quereleranno? Che ci querelino!".

Il mio e' un resoconto parzialissimo, altri presenti avrebbero forse "campionato" altre frasi. Frase della serata, riferita alla mise dei Luther Blissett: "E' qui il raduno mod?" (Giusy). La campagna Spartacus continua. A seguire, l'articolo (non accuratissimo) di Repubblica (pagine bolognesi) di mercoledi' 8 aprile 1998:

 

IL CENTRO DELLE DONNE A FIANCO DI BLISSETT

Solidarieta' dopo la causa intentata dalla Musti

I centri sociali, i navigatori del cyberspazio e persino il Centro delle Donne si mobilitano a fianco del Luther Blissett Project, di due providers e di un editore finiti nel mirino di un magistrato che si e' sentito diffamato dalla pubblicazione del libro "Lasciate che i bimbi", sul caso Bambini di Satana. Il magistrato e' Lucia Musti, che rappresentava l'accusa al processo contro la setta satanica capeggiata da Marco Dimitri, Luther e' l'autore del libro "offensivo", e i due providers sono chiamati a rispondere in concorso per i presunti danni all'immagine del magistrato, con una richiesta di risarcimento danni di 450 milioni. La pm chiede pure il ritiro del libro dal commercio, la distruzione di tutte le copie e dei siti Internet sui quali e' stato riversato il volumetto. Ma Luther e il popolo del cyberspazio non ci stanno e passano al contrattacco. L'altra sera al Link c'e' stata la prima manifestazione pubblica per fare informazione sul caso e per studiare le contromosse. Partecipazione un po' scarsina, visto che alla prima apparizione ufficiale in carne ed ossa dei Luther Blissett (elegantissimi, in nero e camicia candida) c'erano si' e no 50 persone. Queste le proposte: creare centinaia di mirror sites con la copia della citazione e del libro "Lasciate che i bimbi", mentre i centri sociali cercheranno di raggranellare soldi per sostenere le spese legali. Anche il Centro delle Donne ha annunciato l'attivazione di un "sito speculare". Al Link, l'altra sera, c'era anche Marco Dimitri e l'intero collegio della difesa al processo. "La Dottoressa Musti si sente diffamata - ha detto il capo della Bds - e cosa dovrei dire io, che sono stato in galera per un anno e mezzo senza motivo?".

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Il caso Musti rappresenta l'offensiva del giudiziario contro la liberta' d'espressione nel cyberspazio italiano. Occorre una mobilitazione totale per impedire che venga stabilito un gravissimo precedente legale. Non uno, ma 100 mirror sites di 'Lasciate che i bimbi' e siti di controinformazione sul crackdown! Accerchiare gli accerchiatori!