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 Una trentina di giovani ha occupato un edificio nel centro storico di Bologna. In serata lo sgombero
 Squatter, protesta sui tetti di Bologna

BOLOGNA - "Le case sono del popolo", "pagherete caro, pagherete tutto". Volti coperti dai fazzoletti e megafono, una trentina di squatter si sono asserragliati oggi per alcune ore sul tetto di un palazzo nel centro storico di Bologna, lanciando sulla polizia tegole, sassi e spranghe. Il palazzo, ex sede degli uffici giudiziari, era stato occupato ieri.
L'occupazione si è conclusa in serata, e gli occupanti hanno cominciato a uscire dalla porta principale, tra un cordone di agenti in tenuta antisommossa che isola la zona, mentre davanti all'edificio altri giovani scandivano slogan contro le forze dell'ordine e i giornalisti. La trattativa per lo sgombero è stata condotta dal questore di Bologna, che aveva offerto uno scambio: se i giovani fossero scesi, non sarebbero stati arrestati. Diversa la richiesta degli squatter, che hanno chiesto di non essere identificati e portati in questura se trovati sprovvisti di documenti.
Questa mattina c'erano stati alcuni momenti di tensione, quando le forze dell'ordine, una cinquantina di uomini tra polizia e carabinieri aiutati da un elicottero che controlla la situazione dall'alto, avevano sfondato il portone dell'edificio ed erano saliti all'ultimo piano. Qui i giovani - che si definiscono anarchici insurrezionalisti - si erano barricati bloccando la porta dall'interno con mobili ed erano poi saliti sul tetto.
"Non abbiamo paura di morire, vogliamo far sentire la nostra musica", gridavano i giovani dal tetto. All'esterno del palazzo uno striscione e alcune scritte anarchiche chiedevano la liberazione dei due squatter torinesi. Sul posto era immediatamente arrivato il questore di Bologna, Domenico Bagnato: "C'è una situazione di illegalità", ha detto il questore, "stiamo intervenendo in maniera tranquilla e senza acrimonia". I proprietari dell'edificio, già ieri aveva fatto denuncia per invasione di edificio, e a poche ore dall'inizio dell'occupazione, i vicini di casa si erano lamentati con la polizia, perchè dall'edificio la musica era diffusa a tutto volume.

 21 aprile 1998

 

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Squatter, sassi contro la polizia a Bologna - processo Ivrea

Occupano palazzo, il questore li convince ad uscire. Ad Ivrea condanne per il corteo del '93

BOLOGNA - Una trentina di squatter sono saliti ieri mattina sul tetto di un palazzo nel centro storico di Bologna, respingendo la polizia con il lancio di spranghe e sassi per convincerla a lasciare l'edificio che gli stessi avevano occupato la sera prima. Verso le dieci del mattino l'irruzione di poliziotti e carabinieri: gli squatter si sono allora barricati bloccando la porta dall'interno e sono poi saliti sul tetto, da dove per tutto il giorno hanno parlato utilizzando un megafono e lanciato tegole in strada sulla polizia. Nel pomeriggio il questore Domenico Bagnato ha convinto gli occupanti a uscire con la promessa di non essere arrestati.
Sempre ieri sono stati condannati a pene variabili tra i due mesi di arresto e i dieci mesi di detenzione i 13 anarchici imputati di adunata sediziosa, per la manifestazione del 22 dicembre 1993 a Ivrea finita con le cariche dell apolizia. Quel giorno era stato organizzato un corteo per chiedere la scarcerazione di Edoardo Massari, allora detenuto da sei mesi. Massari, uscito e successivamente riarrestato, si è poi suicidato un mese fa in carcere. Il gip di Ivrea Emanuela Gai ha concesso gli arresti domiciliari a Luca Bertola, il giovane accusato di lesioni gravi per il pestaggio del corrispondente dell'Ansa Daniele Genco, avvenuto a Brosso durante i funerali dell'anarchico suicida.