07 Aprile 1998

 BOLOGNA Assemblea per Valdino e Baleno

 LA REPUBBLICA Cronaca Bologna del 9 Aprile 1998

ERANO IN 150 TRA ABITANTI E PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE DALLA QUALE SONO NATI DISORDINI

L'intervento piu' duro e' di una ragazza sui 25 anni che ha ancora sul viso i segni un livido sotto l'occhio, della notte di violenza al Pratello di giovedi' scorso: "hanno fatto bene a picchiare i giornalisti a Torino perche' stavano speculando sulla morte di una persona ed erano stati avvertiti". Ma a parte queste parole molto dure la prima assemblea pubblica indetta ieri sera dal gruppo Primavera '98 alla sala Benjamin dopo i disordini nell'antica strada del centro, e' filata nella tranquillita'. Forze dell'ordine pronte a intervenire in piazza S. Francesco e tanti agenti in borghese disseminati sotto i portici. Ma il loro intervento non e' stato necessario. In sala a stigmatizzare il "comportamento brutale delle forze di polizia" c'erano circa 150 persone (poi e' stato deciso di spedire una lettera al Sindaco, Prefetto, Questore per avere spiegazioni sull'azione degli uomini in divisa). Molti 40enni che al Pratello abitano da tanti anni, gli amici e icompagni di lotta politica di Valdino Manna, il dipendente regionale di 50 anni finito in ospedale per una manganellata, qualcuno degli ex occupanti delle case del Comune in via del Pratello, di via Zamboni 36 e dell'ex centro sociale di via RivaReno. Uniche presenze "istituzionali" quelle del consigliere comunale del gruppo misto Niccolo' Rocco di Torrepadula e di Marcella di Folco (Verde), che al Pratello ci abita. Da parte di tutte le persone che hanno preso la parola durante l'assemblea ci sono stati interventi di condanna per il comportamento delle forze dell'ordine a Bologna e d'altra parte nel volantino che annunciava l'incontro pubblico si chiedeva anche "i responsabili di questi atti fossero allontanati dalla citta'". Vito Paticchia, uno dei portavoce del Gruppo Primavera, ha detto di non essere riuscito a capire "come sia stato possibile che una manifestazione come quella di giovedi', pacifica, e con l'accensione di un fuoco per preparare una braciolata in via del Pratello abbia dato vita alla fine a scene di violenza assurda che ricordano soltanto il Cile degli anni '70". Valdino Manna, al quale e' andata la solidarieta' dei partecipanti, ha detto che i suoi avvocati ieri mattina si sono recati in Procura per verificare se corrispondesse al vero il fatto che lui fosse stato notato tra i lanciatori di sassi di giovedi' sera al Pratello. "i miei avvocati - dice - non hanno trovato traccia di queste accuse e continuo a sapere di queste cose soltanto dai giornali".

LA REPUBBLICA Cronaca Bologna del 10 Aprile 1998

PERQUISIZIONI NELLE CASE DI UN GRUPPO SQUATTERS

"Piu' poteri al sindaco sulla sicurezza". Lo dice il segretario cittadino del Pds Claudio Meringhi, e chiede di sciogliere il "nodo istituzionale" delle competenze di sindaco e prefetto sull'ordine pubblico. Meringhi propone il modello sperimentato a Modena e fa riferimento al protocollo d'intesa con ministero dell'Interno per la definizione di "procedure certe e trasparenti, per rispondere al bisogno di integrazione tra chi e' impegnato e regge la costruzione sociale del senso di sicurezza in citta'". Intanto il dibattito su Bologna citta' sicura scalda le opposizioni sulla vicenda del Pratello. Per Alessandro Pellegrini di AN "non si puo' usare la formuletta magica del disagio sociale in nome del quale ogni comportamento diviene scusabile e, di fatto, lecito". Piu' duro Niccolo Rocco di Torrepadula del gruppo misto, unico consigliere insieme a Marcella di Folco ad essersi presentato all'assemblea al Pratello di mercoledi': "e' semplicistico definire i partecipanti alla riunione dei disadattati sociali. Piuttosto - si chiede - dove erano il saccente professor Pavarini (esperto di Citta' Sicure ndr), il sindaco, i consiglieri di maggioranza?". Ieri, infine, durante una perquisizione in due appartamenti abitati da 'squatter' in via Irnerio gli agenti si sono visti consegnare un poster, un fotomontaggio, che accosta i volti di due funzionari di polizia a quelli dei fratelli Savi