Nell'Ottobre del 1991 una decadente palazzina di proprieta’ del Comune di Bologna abbandonata da diversi anni e’ stata occupata da un gruppo di ragazzi e ristrutturata, data la sua precedente inagibilita’. Questa occupazione col tempo ha rappresentato un diverso modo di abitare, ed e’ nata per soddisfare il desiderio di un'altro modo di vivere la casa e di condurre i rapporti con gli altri abitanti dello stesso quartiere. Si e’ voluto mettere in discussione non solo il prezzo degli affitti, il mercato immobiliare e la politica aziendale del comune, ma anche un modello di abitare che ci vuole solo produttori/consumatori di merce (sia essa casa, cibo o tempo libero) e possibilmente in prestabilite fasce orarie. Questi 12 appartamenti sono stato oggetto di nuove formule di coesistenza, come dimostra il fatto della vivacita’ artistica e sociale che col tempo si e’ espressa. Questa casa ha favorito la nascita di gruppi musicali come i Massimo Volume, i Diregelt, gli Amarcord, i Distillerie 76, i Pipikini, ha promosso associazioni artistiche e culturali come il Laboratorio di Libere Espresioni d'Arte Anima Mia, i cabarettisti del Teatro dello Struzzo, ed il Telefono Viola, e di movimenti politici contro le discriminazioni sessuali/sessiste come Artemide e le Furie, gruppo femminista- separatista, e Rose Rosse, autodefinitosi "guerriglia" gay. Una socialita’ basata sulle parole-chiave solidarieta’, antisessismo, antirazzismo, e di non mercificazione dei rapporti umani, contro quella ristrutturazione urbana (e via del Pratello ne e’ un esempio) che favorisce pochi ai danni di molti; che vuole creare zone-vetrine per i ricchi, e quartieri isolati e desolati per chi e’ al disotto di un certo reddito. Dopo cinque anni di vita, il "comune pidiessino" di fatto vuole eliminare con lo sgombero forzato questa esperienza, facendo perno sulla illegalita’ dell'occupazione, e sullo scontento di pochi residenti nella stessa via del Pratello che non tollerano alcuna forma di diversita’ nella propria dimensione abitativa di quartiere, nonostante si mascheri dietro una trattativa definita "pubblica", ma in effetti molto poco trasparente. In questa Bologna democratica e’ questa la risposta all'autogestione ed all'occupazione. Tutti quelli che hanno rapporti liberi, che sognano un sogno diverso, che pensano, sono sotto sgombero. La trattativa visibile rende fulcro dell'interesse il garantire un tetto alle "due mamme occupanti", divenute un caso sulle pagine dei quotidiani in quanto esse vivono con i propri figli all'interno degli stabili in questione, mentre la trattativa sommersa e’ un'altra. Questa e’ stata l'ultima risposta data dagli occupanti alle molteplici proposte ed ultimatum della controparte della trattativa: Bologna, 14 Agosto 1996 Gli Occupanti del Pratello, a seguito di contatti informali con l'Ammistrazione Comunale, ribadiscono la propria disponibilita’ a trattare pubblicamente soluzioni alternative allo sgombero con i rappresentanti della Giunta ed a rendere liberi gli immobili entro il 28 Agosto a condizione imprescindibile che non vengano intaccati il diritto alla casa per tutti gli Occupanti ed i loro basilari principi di trasparenza politica. In caso contrario difenderemo la legittimita’ dell'Occupazione. Cronaca dello sgombero avvenuto il 16/8/96 ore:6.00 Bologna,15 Agosto 1996 Gli Occupanti del Pratello riuniti in assemblea permanente denunciano il clima di intimidazione provocato anche dalle ultime dichiarazioni dell'Amministrazione Comunale che scarica le proprie responsabilita’ del fallimento della trattativa sugli Occupanti. Oggi 15 Agosto 1996, alle ore 15, due pattuglie di Vigili Urbani e Polizia avanzando minacciosamente verso le case occupate hanno innescato un pericolosissimo clima di tensione, di cui l'Amministrazione e le forze dell'ordine si dovranno assumere la responsabilita’ di ogni conseguenza. Episodi palesemente provocatori come questo di oggi pomeriggio dimostrano ulteriormente che l'Amministrazione sancisce, come unica soluzione al problema delle Case Occupate ed il diritto alla casa, lo scontro diretto . Ricordiamo che il Pratello 76/78 e’ sotto presidio permanente. Pratello 76/78 e-mail: Pratello.Occupato@vttv.dada.it, Internet Solo ora riesco a collegarmi. Le operazioni di sgombero sono iniziate alle 6, con la massima violenza. La celere, tentando di sfondare la porta, ha compromesso la struttura portante dell'edificio (medievale). Inoltre, frenati nella loro avanzata dal nostro Ottimo barricamento, hanno iniziato a sfondare i muri. Gli occupanti sono (quasi ) tutti sul tetto, ma sappiamo per certo che stanno gia’ cedendo parti dell'edificio. Forse qualcuno dentro e’ stato gia’ ferito dal crollo di parti di solai, ed il 118 alla mia richiesta di aiuto mi ha negato assistenza dicendo che c'era gia’ l'ambulanza portata dalla polizia, che e’ parcheggiata a centinaia di metri di distanza, e che non si muove neanche con la mia potenza di convincimento (e voi non mi conoscete quando mi arrabbio... Mi sono permessa di chiamare anche i pompieri (le tegole hanno gia’ ceduto in piu’ punti), e solo dopo molto tempo(e voi sapete come sono i minuti di attesa on-line) e molta potenza hanno detto che avrebbero fatto un salto un po' piu’ sul tardi. La situazione e’ critica. Vi terro’ aggiornati. Pratello (ancora) Occupato La situazione sta degenerando sempre piu’: una delle due mamme tanto care all'amministrazione comunale e’ stata "accarezzata" dal lungo braccio della legge, mentre l'altra e’ stata direttamente spintonata dalle scale. In ogni caso l'assessore Parenti, assesore alla casa, ha dichiarato ai giornalisti che non cale se crolla lo stabile, e quindi con esso tutti gli occupanti... Si sta cercando di riprendere la trattativa via-tetto con gli occupanti abbarbicati li’ sopra (ed oggi ci si mette anche il solleone, grrrrrrr!), mentre nella notte la polizia (io l'ho saputo solo ora...) ha sgomberato, visto che c'era, un altro stabile in via Mascarella a Bologna.... Aita!! Accorrhacker!!! Sapevamo che alcuni di noi si erano fatti piu’ o meno male nelle "fasi" dell'operazione (la routine, you know....), ma ora la cosa si fa seria: uno di noi, che sta sul tetto, e’ gravemente ferito, ed il medico della famigerata ambulanza della polizei si rifiuta di salire sul tetto, rifiutandosi cosi’ di prestare soccorso e rinnegando il giuramento di Ippocrate e tutta la razza umana. Spero di sapere come si chiama, cosi’ saprete da chi non andare a curarsi. Il comune sta riproponendo la trattativa rilanciando la proposta di uno stabile in estrema periferia, che stavolta non e’ piu’ solo per le mamme per molto tempo, ma per tutti ma per solo tre giorni, ed a patto che tutti scendiamo dal tetto. Bologna, 16 Agosto 1996 La trattativa fra gli Occupanti di via del Pratello ed il Comune, nelle persone degli assessori Grassi, Parenti e Farinati, si sono temporaneamente risolte nella forma dello spostamento momentaneo di tutti gli Occupanti in via del Lazzaretto (sito in una zona molto periferica), spostamento "guidato" in quanto essi verranno cola’ "accompagnati"e "depositati" con parte dei loro averi. La situazione del ferito sembra aver superato la fase critica. Il Pratello 76/78 Trattative post-sgombero in corso con il comune di Bologna Bologna 18 Agosto 1996 Secondo giorno dopo il trasferimento coatto dei"pratellini" delle case occupate in via del lazzaretto. Le difficolta’ logistiche sembrano superabili ma resta forte la necessita’ di contrastare le notizie di stampa: non intendiamo rispettare i termini di un accordo strappato con la dura minaccia di pestaggio violento delle forze dell'ordine. Un accordo che e’ stato accettato solo per garantire l'incolumita’ di quanti/e, asserragliati sul tetto, rischiavano di subire gli abusi della polizia che aveva promesso una dura vendetta nei confronti degli occupanti. Gli spazi e la casa messa a disposizione dal comune ci allontanano dal tessuto umano ed urbano, da una realta’ cittadina, di una strada che mostra avere oggi i segni della lacerazione subita con lo sgombero. Questo spazio in via Lazzaretto serve ora per non disperdere le poche energie avanzate dopo settimane di assedio al Pratello. Non accettiamo soluzioni abitative inadeguate e vincolate alla capacita’ di rappresentare un caso sociale riconoscibile secondo i criteri piu’ normalizzanti (esempio: ragazze madri) che cancella la complessita’ delle forme di attaccamento tra soggettivita’ emarginandole nella sfera dei casi da assistere, nelle derive dell'unico mos vivendi che il potere riconosce: quello della coppia eterosessuale monogamica produttiva e riproduttiva. Non riconosce il diritto ad una maturita’ indipendente. Pratello Occupato Comunicati delle associazioni solidali col Pratello Occupato LA SOLIDARIETA' E' UN ARMA Alcune associazioni che si sono espresse pubblicamente dalla nostra parte: -TELEFONO VIOLA ....Teniamo tuttavia a puntualizzare alcuni aspetti di questa vicenda, che riteniamo fondamentali. Il problema delle abitazioni, e soprattutto del prezzo d'affitto di queste, insostenibile per molti individui e per molte categorie, sta comportando un costo molto elevato e sicuramente tra le cause principali dell'emarginazione e di disagio soprattutto tra i giovani... ...Quindi l'aspetto del pregiudizio e dell'intolleranza, che soprattutto nei confronti di comportamenti ritenuti non inscrivibili in un ottica di normalizzazione raggiunge...livelli sempre molto elevati; cio’ sta avvenendo in modo molto netto anche in questo caso. ...Benche’ la sede principale della nostra associazione sia in piazza S.Stefano 1 abbiamo usufruito per due anni di alcuni locali di via del Pratello 78 per la nostra attivita’ di volontariato. ...Inoltre reputiamo importante che tale zona sia divenuta un' area di riferimento e una possibilita’ di comunicazione per alcune persone , e ci riferiamo in particolare ad alcune di queste, con un pesante passato di psichiatrizzazione... Riteniamo quale elemento principale che chiunque, soprattutto i giovani, abbia una concezione della vita che comprenda come valori essenziali e come necessita’ lo stare insieme, la festa, l'espressione artistica e culturale, il colore e la musica, abbi diritto a spazi adeguati che non siano ne’ ghettizzanti ne’ ghettizzati e che la citta’, in tutte le sue varie componenti non puo’ non dare risposta a queste esigenze.... DA UNA LETTERA SPEDITA IL 10/07/96 DAL TELEFONO VIOLA AI RAPPRESENTANTI DEL COMUNE DI BOLOGNA E AI MEZZI DI INFORMAZIONE -ARCIGAY. ARCILESBICA. CASSERO ...Ma il problema del Pratello puo’ essere considerato semplicemente una questione di ordine pubblico? Noi riteniamo senz'altro di no. Il Pratello ha rappresentato in questi anni un particolarissimo caso di aumento della socialita’ in una strada storica del centro; un punto di aggregazione in cui gli abitanti, consapevoli di aver occupato una struttura comunale, non la trattavano come cosa privata ma la mettevano a disposizione per incontri, feste (anche, vogliamo ricordarlo, a tematiche gay e lesbiche). Le lesbiche e i gay del Cassero chiedono che si valuti in tutta la sua portata il ruolo sociale e aggregativo che e’ stato svolto in questi anni dagli/dalle occupanti di via del Pratello; che non si dilapidi questa esperienza risolvendola solo con una azione di sgombero; che la questione della casa a prezzi non astronomici sia una assoluta priorita’ dell'amministrazione di Bologna. La questione Pratello apre una contraddizione nella Bologna democratica: non chiudiamola a manganellate. Per Arcigay Arcilesbica "Il Cassero" il Presidente Sergio Lo Giudice DA UNA LETTERA SPEDITA IL 27/07/96 DAL CASSERO AI MEZZI DI INFORMAZIONE -CIRCOLO ANARCHICO CAMILLO BERNERI ...La necessita’ della casa si interseca alla scelta di autodeterminare la propria vita senza il ricatto quotidiano di dover spendere, per sopravvivere, piu’ di quanto si guadagni con otto o dieci ore di lavoro giornaliere (spesso lo stipendio mensile e’ uguale all'affitto mensile). Si tratta di autogestire il vivere in comunita’, di dare spazio all'amore in tutte le sue espressioni: di socializzare tutte le libere manifestazioni e scelte di vita fino a sperimentare forme di educazione delle/dei bambine/bambini libere dai ricatti e dagli egoismi spesso insiti nei rapporti chiusi, per dare anche il giusto spazio ad ogni aspetto mercantile. Tutto questo continuamente esce fuori dalle mura delle case occupate e contagia allegramente il quartiere. PIENA SOLIDARIETA' AGLI OCCUPANTI CHE "CON OGNI SFORZO POSSIBILE, CON OGNI MEZZO NECESSARIO" NON SGOMBRERANNO! (da un volantino del 2 Agosto 1996 apparso sui muri delle vie di Bologna) Rappresentanze sindacali di base confederazione unitaria di base R.d.B.-cub Bologna 19 Agosto 1996 comunicato stampa La federazione provinciale delle R.d.B. esprime piena solidarieta’ agli occupanti del Pratello ed a tutti coloro che hanno sostenuto questa lotta per il diritto alla casa. Diritto alla casa che, come hanno bene evidenziato coloro che hanno condotto questa lotta, e’ negato a migliaia e migliaia di lavoratori, famiglie, giovani della nostra citta’. A fronte di una situazione che sempre piu’ rischia di essere esplosiva sia per cio’ che concerne il bisogno di casa che per cio’ che concerne il costo degli affitti (fra i piu’ alti del nosstro paese) la Giunta comunale, anche in questa occasione, ha adottato la politica dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia e cercando di ridurre il problema sociale posto dagli occupanti ad un problema di ordine pubblico. Questa operazione e’ stata condotta in primis dall'Assessorato delle Politiche Sociali attraverso il tentativo di dividere le due mamme dal resto degli occupanti e cercando di contrapporre alle legittime aspettative delle circa tremilaseicento persone in lista di attesa per una casa popolare l'altrettanto legittimo diritto ad una casa dei giovani occupanti del Pratello. La solidarieta’ attiva di gran parte degli abitanti del Pratello, l'ideazione di tantissime iniziative sociali e culturali(Telefono Viola, Laboratorio Artistico, dibattiti, concerti, etc.) messe in essere dagli occupanti che, grazie anche al fatto di essere aliene da ogni logica di profitto economico, ha visto la partecipazione non solo degli abitanti del Pratello ma anche di migliaia di giovani della nostra citta’, non sono bastati a questa Giunta comunale per tentare di trovare una soluzione politica. La risposta, in questo simile a molte Giunte comunali di destra, e’ stata quello di uno sgombero che solo grazie alla volonta’ di trattativa degli occupanti ed al responsabile comportamento tenuto dagli abitanti presenti, si e’ svolta senza incidenti. A distanza di solo tre giorni dallo sgombero forzato cominciano pero’ ad arrivare i primi "accertamenti giudiziari" nei confronti di chi ha solidarizzato attivamente con gli occupanti. La federazione R.d.B. respinge questi tentativi di intimidazione e criminalizzazione nei confronti in primo luogo dei propri attivisti e dirigenti sindacali che hanno sostenuto questa lotta e mette a disposizione di tutti, i propri servizi, a partire da quello legale. p. Federazione R. D. B. Bologna, Massimo Betti