lunedi' 11 novembre 1996
occupato CSOA RivaReno 122

OCCUPAZIONE CONTRO IL DEGRADO SOCIALE

Questa mattina abbiamo liberato un altro spazio dalla condizione di inutilizzo ed abbandono riservatogli dalla proprieta’ (opera pia), e lo abbiamo aperto alla citta’ affinche’ venga utilizzato socialmente, quale spazio pubblico di aggregazione e comunicazione. Con questa azione ci opponiamo attivamente al processo di degrado urbano - l’eliminazione dei luoghi sociali della cultura e della politica gestiti dal basso, e il conseguente azzeramento dei rapporti interpersonali - desertificazione del centro urbano realizzata con l’allontanamento degli/delle abitanti a basso reddito, con l’aumento dei costi e con la diminuzione dei servizi sociali - conseguente chiusura di abitazioni ed edifici consegnati alla speculazione immobiliare - la progressiva e prepotente diffusione di sedi di banche, finanziarie, assicurazioni e immobiliari, reali responsabili e uniche beneficiarie delle trasformazioni economiche in atto.

E’ necessario contrastare questa politica avallata dall’amministrazione comunale e dai poteri forti cittadini, con l’apertura e l’autogestione dei luoghi abbandonati; per una radicale trasformazione della vita quotidiana, un recupero del rapporto cittadino-territorio attraverso la cooperazione sociale e la valorizzazione delle conoscenze, delle attitudini e dei saperi.
Sindaco e forze dell’ordine hanno combattuto con violenza e murato fisicamente e politicamente ogni realta’ che negli ultimi mesi si e’ opposta a questo degrado. Ricordiamo in particolare l’esperienza di via Zamboni 36, spazio occupato autogestito dove attraverso laboratori, seminari e iniziative di lotta veniva opposta alla cultura sterile e normalizzatrice dalle istituzioni una cultura altra, autoprodotta e autonoma. In continuita’ con quest’esperienza intendiamo proseguire i lavori di elaborazione e osservatorio sulla ristrutturazione del lavoro, sul progetto Bologna Sicura, sul rapporto arte- mercato, aprire uno spazio al femminile che si batta contro sessismo e patriarcato imperanti, un cineforum gratuito e un centro di studio, documentazione ed emeroteca.
E’ nostra intenzione instaurare un rapporto costruttivo e di reciproco rispetto (non ci interessa un concertificio) con gli abitanti del quartiere attraverso la collaborazione e lo scambio sulle problematiche comuni.
I nuovi occupanti di via Riva di Reno 122


RASSEGNA STAMPA:

CARLINO

I GIOVANI PROTESTANO CONTRO IL DEGRADO SOCIALE

OCCUPANTI SCATENATI

Catturato ieri mattina un edificio di via Riva Reno

Nuova occupazione in centro: diverse decine di giovani da ieri mattina occupano un palazzo in via Riva Reno 122. Il nucleo duro e’ rappresentato dal collettivo di via Zamboni 36, ma all'iniziativa hanno dato man forte anche altri giovani allontanati da spazi autogestiti, poi sgomberati. I nuovi occupanti protestano contro il degrado sociale e “una citta’ vetrina, sempre piu’ a misura dei ricchi”, vogliono “arginare l'emarginazione delle fasce sociali con reddito medio basso” e creare nuovi spazi di socializzazione. Il palazzo e’ da tempo inutilizzato. “E' di proprieta’ dell'Opera Pia che poi l'ha ceduto ad una ditta edile fallita - hanno spiegato in un incontro stampa - la nostra occupazione lo togliera’ dallo stato di abbandono, recuperandolo ad un ruolo sociale”. Nell'intenzione degli occupanti, via Riva Reno 122 diventera’ uno spazio polivalente dove proseguire l’attivita’ dei laboratori su temi sociali e politici avviati in altri luoghi autogestiti e dove produrre e consumare cultura. Gli occupanti protestano contro l'idea di degrado della giunta Vitali, che - hanno detto - vorrebbe nascondere le poverta’ anziche’ combatterle”.

REPUBBLICA

Occupato un palazzo in via Riva Reno contro “la citta’ vetrina a misura dei ricchi

BLIZ DEGLI EX DEL COLLETTIVO

di CARLO GULLOTTA

CONTRO la “citta’ vetrina" a misura dei ricchi” e la “carenza di spazi di socialita’” questa volta hanno occupato un palazzo in via Riva Reno 122, davanti alla sede del quartiere Porto e a due passi dalla chiesa della Pioggia. Nuovo blitz degli occupanti in citta’, a poche ore da un attacco “goliardico,, al liceo scientifico Fermi di via Mazzini dove domenica notte alle 22 qualcuno ha sigillato i cancelli con la colla e ha sabotato” i rubinetti dei bagni allagando una parte dell'istituto. Ieri alle 8 una cinquantina di giovani reduci dallo sgombero della biblioteca universitaria di via Zamboni 36 e allontanati pure da due palazzi “requisiti”, in via Acri e viale Filopanti s’e’ impossessata di un vecchio stabile patrizio venduto alcuni anni fa da un'Opera Pia ad un'impresa di ristrutturazioni. I giovani hanno invitato la stampa per spiegare quali saranno le iniziative del nuovo centro sociale autogestito e in serata hanno festeggiato la nuova conquista con canti, musica e una “castagnata”. La proprieta’ ha gia presentato querela in Questura e la Digos ha inviato un rapporto alla magistratura che dovra’ decidere se allontanare gli occupanti ancora una volta. “Ci opponiamo al processo di degrado urbano - dicono i giovani - e proseguiremo i laboratori iniziati durante le scorse autogestioni”. In particolare - dicono gli occupanti, sostenendo che il palazzo era abbandonato da anni, e che in passato e’ stato sede della scuola commerciale 'Besta' e, in tempi successivi, sede distaccata delle 'Rubbiani'—attiveremo un osservatorio sulla ristrutturazione del lavoro e sul progetto 'Bologna Sicura'. Ci sara’ uno spazio dedicato alle donne e daremo vita ad un circuito di documentazione artistica. . L'obiettivo, secondo gli occupanti e’ quello di coinvolgere anche i bambini, gli anziani e gli abitanti. Questa e un'occupazione aperta a tutti i cittadini - dicono - Vogliamo dialogare col quartiere, non vogliamo restare isolati. Anche per questo ci siamo allontanati dalla zona universitaria, dove eravamo troppo isolati rispetto alla citta’. L'attivita’ e’ gia’ cominciata: ieri sera durante la festa c’e’ stato un concerto acustico e la proiezione di due film. (...)

UNITA’ - MATTINA

E’ INIZIATA ALL’ALBA DI IERI L’AUTOGESTIONE DI UN PALAZZO DI UN MIGLIAIO DI METRI QUADRATI SU DUE PIANI

OCCUPATA UNA EX SCUOLA IN VIA RIVA RENO

L’edificio, dismesso da diversi anni, era proprieta’ di un’opera pia che l’ha ceduto ad un’impresa edile poi fallita. I giovani sgomberati da via Zamboni 36 intendono creare qui uno spazio polivalente aperto a tutta la citta’
La stagione delle occupazioni non conosce soste. Reduci da cinque sgomberi compiuti dalle forze dell'ordine negli ultimi mesi in zona universitaria, alcune decine di giovani hanno preso possesso ieri mattina alle otto di un palazzo di via Riva Reno 122, quasi all'angolo con via Galliera. Si tratta di uno stabile su due piani, molto ampio (un migliaio di metri quadrati), dismesso da diversi anni. E' un edificio storico, che nei primi anni del secolo ospito un orfanotrofio, poi negli anni '50 I'istituto commerciale Fabio Besta e quindi la succursale dell'istituto Rubbiani. Di proprieta’ dell’Opera Pia, venne ceduto un paio di anni fa a un'impresa edile che poi e’ fallita. Nessuno, per il momento, ne ha rivendicato la proprieta’ ed e’ presumibile che in assenza di motivate proteste, gli occupanti potranno restarvi a lungo. Il nucleo principale dei giovani che autogestiscono lo spazio e rappresentato dai reduci dell’esperienza del 36, lo stabile universitario sgomberato a Ferragosto. Questo non sara un concertificio - spiegano gli occupanti - ma un luogo d’incontro per tutti i cittadini, a cominciare dalle donne, dagli anziani e dai bambini. Uno spazio contro la citta vetrina sempre piu’ a misura di ricchi, dove verranno svolte attivita’ sociali e culturali tutte rigorosamente gratuite. Questa volta ci siamo allontanati dalla zona universitaria, dove eravamo ghettizzati rispetto al resto della citta’. In via Riva Reno intendono dar vita a uno spazio polivalente con cineforum, un centro di studio e un circuito di documentazione artistica.

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