
Indice Generale
NESSUNA DELEGA, AGISCI LA TUA REALTA' CREA LE TUE STRUTTURE
evento
- RIVENDICAZIONE AZIONE TUPAC AMARU
locale
- BOLOGNA 2000: CAPITALE NAZIONALE DELLA CULTURA
controllo metropolitano
bologna città sicura...per chi?
- ARCHIVIO DI UNA CITTA' SICURA
- lettera di un girovago abitudinario
autonomie
-CENTRI SOCIALI E SOGGETTIVITA' AUTONOMA
lavoro
-BREVI NOTE SULLA DISTRUZIONE DEI DIRITTI SUL LAVORO
entita'
coordinate
Un nuovo modello di comando sociale ha impiantato
le radici. Adeguare i tradizionali sistemi di controllo e condizionamento
e ristrutturare la macchina dello stato per renderla inattaccabile
da ogni principio di democrazia sono il motore della propaganda
del governo di centro-sinistra nei media nazionali; efficienza
e sviluppo fanno rima con la svendita di tutto cio che è
pubblico, controllo e disuguaglianza fanno rima con sicurezza
sociale per una casta di privilegiati. Sembra assurdo ma è
questo il modello utilizzato per far credere a milioni di individui,
giovani e anziani, reale la possibilità di autodeterminarsi
e partecipare a una compiuta democrazia dei consumi, delle ricchezze
e dello sviluppo sociale. Questo scenario pur devastante è
l'ennesima tragedia. Le migliaia di morti sul lavoro ogni anno,
il dominio dell'impero del lavoro nero e senza garanzie, gli espulsi
dal lavoro operaio, le vittime della nuova emarginazione di strada
sono i costi che questa nuova famiglia italiana si impone; costi
che non vengono nascosti o rimossi, costi che vengono sventolati
e resi manifesti dagli stessi media che se ne appropriano come
energia del proprio spettacolo, snaturandoli dei connotati di
conflittualità e ribellione.
E' la nuova famiglia nazionale, così ricca
di finte contraddizioni , così patetica nei discorsi quanto
squallida e inesorabile nel comando, che attribuisce ad ognuno
il ruolo che più gli si adatta: ricchi e vincenti da una
parte, poveri miserabili emarginati e criminalizzati dall'altra.
E' chiaro che un meccanismo culturale e politico perverso e inafferabile
si è imposto al nostro vissuto, modellando come creta l'agire
quotidiano di ognuno.
Viviamo in una città atrofizzata da un'idiozia
perbenista e legalitaria, in un paese anestetizzato dai sondaggi,
in cui clan conservatori si fanno guerra per il consenso di un'opinione
pubblica che essi stessi hanno costruito per imporsi come classe
dirigente; in cui le questioni di fondo dello sviluppo sociale
e del benessere collettivo sono completamente ignorate, e le risposte
istituzionali date a chi alza la testa nei movimenti di antagonismo
sociale praticati sul territorio sono la ridicolizzazione e la
repressione.
Intanto la paura ci chiude nelle case in quartieri-cimitero
dove il controllo poliziesco si maschera da campagna di sicurezza
contro i diversi nemici creati a tavolino (bande giovanili, nomadi,
immigrati, rifugiati, disoccupati, autonomi, occupanti di case
o spazi sociali).
Questo giornale nasce dunque dall'esigenza profonda
e inderogabile di rianalizzare le questioni politiche di fondo
e di ripensare ad un'alternativa sociale possibile, dal basso
, fuori e contro i partiti, coerente alle esigenze e ai bisogni
reali di cittadini e "clandestini". Non asservita o
obbediente ad istituzioni basate su una giustizia fittizia e una
democrazia apparente. Modificando e ripensando i modelli di indagine,il
modo di agire ed aprire contraddizioni nel mondo del lavoro e
del non-lavoro, di mobilitare e organizzare l'azione politica
cittadina ricontestulizzando il semplice vissuto quotidiano, liberandolo
dalle facili considerazioni e categorie politiche in cui è
intrappolate la nostra miseria. Sfiniti e oppressi dal lavoro,
spaventati dalla disoccupazione senza alternative, angosciati
dall'avvenire, suggestionati e controllati dai media sentiamo
il bisogno di una costruttività radicale e di un soggetto
sociale antagonista alla società che ci circonda, di una
pratica di rifiuto, di liberazione giornaliera e di organizzazione
politica della ribellione. Farlo è una necessità,
la necessità di fare sul serio con la propria vita.
NATALE KRIMINALE
Anche per l'anno appena concluso, come prevede un copione da sempre
rispettato, i mezzi di comunicazione di massa, con Mamma Televisione
in testa, ci hanno propinato notizie ed immagini edificanti e/o
commoventi provenienti da ogni angolo della Terra.
Lo Spirito Natalizio e la Commozione di Fine Anno non desideravano
altro che essere informati su quali fossero i nuovi "buoni"
con cui gioire e i nuovi "cattivi" di cui condannare
le malefatte: hanno trovato cosi un oggetto per le loro attenzioni
tutti coloro che, amando i "grandi temi umani", hanno
potuto ribadire che la Pace è meglio della Guerra, mentre
ugualmente soddisfatti si sono sentiti coloro che gradiscono invece
applicare i "buoni sentimenti" in una dimensione più
intima, più familiare.
Se per i primi funziona ancora la storiella dei "provocatori
che sabotano il cosiddetto processo di pace" fra Israele
e Palestinesi, per gli amanti della compassione formato famiglia
non sono mancati assassini efferati ed atrocità incomprensibili
che si aggiungono ad altre migliaia di precedenti fatti fatalmente
incomprensibili che non si sa quando si vorrà incominciare
a comprendere.
In questo quadro prestabilito di avvenimenti, chi ascolta la notizia
si trova preso in un corto circuito del senso che lo immobilizza:
gli avvenimenti che gli sono di fronte o sono troppo ampi, come
le guerre fra Stati o le Guerre civili, oppure troppo eccezionali
e limitati, come le pietre gettate dai cavalcavia delle autostrade,
e quindi imprevedibili ed irrazionali.
E' con questo retroterra dell'immaginario collettivo che i mass-media
hanno dovuto affrontare un fatto divenuto anomalo nell'odierno
panorama mondiale dei "fatti da raccontare": il 17.12.1996
un gruppo di guerriglieri del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru
ha occupato l'ambasciata giapponese a Lima, catturando più
di 400 persone fra personalità del mondo politico e quelli
che si è soliti definire "uomini d'affari" che,
poverini, si trovavano lì per partecipare ad un innocuo
e ricco party di buon augurio.
E' come se si fosse tolta una pesante cappa di piombo e di silenzio
dalla realtà sociale e politica del Perù, un paese
dove il 49% della popolazione vive al di sotto della soglia di
povertà estrema e un bambino su tre muore di dissenteria.
E' così che si incomincia di nuovo a parlare di come il
presidente Fujimori abbia imposto di fatto una dittatura tristemente
simile alle dittature precedenti di altri paesi dell' America
Latina.
Infatti, Fujimori fu eletto nel 1990 anche in virtù delle
promesse che fece in relazione alla limitazione di una economia
neo-liberista (che aveva completamente asservito la società
alle leggi del profitto ) ed alla promessa di un impegno per la
risoluzione pacifica e graduale al problema della guerriglia,
ma, una volta consolidato il suo potere personale, si alleava
con i settori più reazionari dell'esercito e del mondo
dell'economia. Questo permise l'abolizione di organi rappresentativi
come il Congresso della Repubblica e il Tribunale delle Garanzie
Costituzionali. Seguirono la promulgazione di leggi speciali e
l'istituzione di Tribunali Militari atti a giudicare i reati di
"terrorismo" e di "tradimento della Patria ".
Inutile dire che in queste due specie di reati vennero considerate
tutte le attività di reale opposizione sociale e di ribellione.
E ancora: è solo in seguito all' azione dei Tupac Amaru
che, attraverso Internet ed altre fonti di informazioni, incominciano
a circolare notizie sulle reali condizioni di vita in Perù.
E' così che si viene a sapere dei tre giorni di scontri
fra polizia e dimostranti a Lima, dopo che la polizia voleva allontanare
dal centro storico della città tutti i venditori ambulanti,
oppure dello sciopero della fame iniziato dal 16 dicembre da parte
dei prigionieri politici del MRTA rinchiusi nel carcere speciale
di Miguel Castro Castro.
Quella dei detenuti politici in Perù è una condizione
al limite della sopravvivenza: nelle dodici carceri speciali sparse
nel territorio del Perù, il regime di prigionia prevede
un anno intero di totale isolamento e poi la possibilità
di soli 30 minuti al mese di colloquio con i parenti più
stretti. Vi sono poi ristrettezze riguardo alla alimentazione,
pessime condizioni igieniche e limitazioni pesanti riguardo alla
possibilità di ricevere cure mediche; il tutto nel rispetto
della volontà esplicitamente dichiarata da Fujimori di
far morire in prigione tutti coloro che si sono opposti al suo
regime.
La liberazione dei prigionieri del MRTA è l'obbiettivo
principale dell'azione del commando che si è impadronito
dell'ambasciata del Giappone a Lima, per porre fine a quelle che
gli stessi prigionieri, in un messaggio alle organizzazioni per
la difesa dei diritti umani, hanno definito "...condizioni
carcerarie di tortura, fame e morte".
Mentre giornali e televisioni ci parlano di come la croce rossa
internazionale, con l'aiuto di alti prelati, si preoccupi "umanita
riamente" di far arrivare panettoni e generi di conforto
per i poveri ricchi sequestrati dai cattivi guerriglieri, stupisce
ancora una volta la disinvoltura con cui il metro della "criminalità"
e quello della "umanità" vengano variati ed adattati
alla ragion di Stato.
COMUNICATO DELL' MRTA
(Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru)
La direzione nazionale del Movimento Rivoluzionario
Tupac Amaru si rivolge al popolo peruviano per rendere noto che
il giorno martedi' 17 dicembre alle ore 20,25 la Unita' delle
Forze Speciali "Edgerd Sanchez" della nostra organizzazione,
ha occupato militarmente la residenza dell'ambasciatore del Giappone
e ha preso come prigionieri diverse personalita' politiche, imprenditoriali
e membri del corpo diplomatico accreditati in Peru'.
Abbiamo denominato questa operazione: " Oscar
Torre Condesu " con la parola d'ordine "rompendo il
silenzio , il popolo li vuole liberi" questa operazione e'
incaricata al comandante dell'MRTA HEMIGIDIO HUERTA LOAIZA.
Rendiamo noto che dalla occupazione militare della
residenza dell'ambasciatore giapponese in Peru' si sono prese
tutte le preucazioni del caso per rispettare l'integrita' fisica
e morale delle personalita' catturate. Questa occupazione militare
e' stata realizzata come protesta per l'ingerenza del governo
Giapponese nella vita politica del nostro paese avallando in tutti
i momenti i metodi di violazione dei diritt umani applicati dal
governo del signor Fujimori, cosi come la sua politica economica
che ha prodotto miseria e fame per la maggioranza del popolo peruviano.
Riaffermiamo che ci siamo trovati costretti a queste
misure estreme per preservare la vita di decine di militanti e
dirigenti della nostra organizzazione che sono prigionieri in
condizioni inumane e sottoposti ad una politica carceraria che
cerca il loro annichilimento fisico e mentale, rinchiusi in veri
e propri "carceri tombe " cosi come confermato dal sig.
Alberto Fujimori con le seguenti parole:" la' imputridiranno
e usciranno solo morti ",mostrando una persecuzione irrazionale
contro coloro che lottano e che si sono alzati in armi lottando
per il benessere del nostro popolo.
In questo senso riaffermiamo il totale rispetto dell'integrita'
fisica delle personalita' catturate e che verranno liberati solamente
quando il governo acconsentira' alle seguenti richieste:
1) Impegno a cambiare direzione della politica economica
verso un modello volto al benessere di tutti.
2) La liberazione di tutti i prigionieri appartenenti
all'MRTA e accusati di appartenere alla nostra organizzazione.
3) Trasferimento del comando intervenuto nella residenza
dell'ambasciatore giapponese insieme con tutti i compagni prigionieri
dell'MRTA verso la selva centrale.Come garanti verra' inclusa
parte delle personalita' catturate e una volta nella zona guerrigliera
verranno liberati.
4) Pagamento di una tassa di guerra.
L'MRTA e' stata sempre una organizzazione disposta
a proposte di dialogo incontrando pero' solamente il rifiuto e
l'inganno del governo.Deve essere chiaro a tutti che qualsiasi
soluzione militare che ponga in pericolo di vita le personalita'
catturate sara' di assoluta responsabilita' del governo, cosi'
come qualsiasi altro comportamento a cui ci costringa il governo
se non accettera' le nostre proposte.
CON LE MASSE E LE ARMI -PATRIA O MORTE -VINCEREMO
Bologna la dotta,come l' immaginario popolare la vedeva nella
figura petulante e cornuta del Dottore nella Commedia dell Arte.
Bologna la grassa opulenta e bottegaia. Bologna la rossa,la via
emiliano-romagnola al socialismo reale, luogo di quel compromesso
storico che ha legittimato -a partire dagli anni settanta- l'emergenza
permanente e lo stato di polizia nella cittadella universitaria.
Oggi la Bologna grassa, dotta&rossa si candida a metropoli-capitale
della cultura e dello spettacolo nell' Europa ridisegnata da Maastricht
e dalla globalizzazione economica. La conferenza metropolitana
di Bologna è entusiasta dei risultati raggiunti a partire
dai primi anni '90 sino ad oggi, per ciò che riguarda la
rimodulazione delle infrastrutture e la riorganizzazione del territorio..
Infatti i recenti sgomberi delle case occupate in via del Pratello
e le sale studio del "36" di via Zamboni dimostrano
la volontà di impedire la visibilità nel centro
storico di modi altri o alternativi di vivere e gestire il quotidiano.
Le case occupate erano un modo di vivere il territorio che significava
creatività, progettualità politica e soprattutto
una socialità libertaria e popolare, evidentemente scomodo
per la via- vetrina del Pratello così come si presenta
oggi.
E quella socialità che ruotava attorno a quell' esperienza
e repressa militarmente ed occultata nella periferia.
Il 36 di via Zamboni era un modo di vivere l'Università
secondo schemi autogestionari, con momenti ludici, mense popolari
in piazza Verdi, mostre d'arte e seminari politici. Per questo
è stato sgomberato e la socialità che ruotava attorno
a quell' esperienza è stata cacciata dal centro storico
o zittita militarmente.
Il centro storico è così trasformato in una lussuosa
vetrina tra banche ed agenzie immobiliari, con appartamenti affittati
a prezzi che violentano qualsiasi buonsenso.
Una vera e propria operazione di pulizia sociale che seleziona
gli abitanti del territorio in base al reddito.
C'è da che divertirsi nella Bologna che strizza l'occhio
al situazionismo di tendenza, tipo Link, fiore all'occhiello della
creativa pacificazione sociale, o al feticismo degli show sesso-motori,
o alla socialità sempre troppo mercificata e selettiva
Made in Bo.
Questa è la cultura-spettacolo della Bologna del 2000,
capace di attirare gli interessi e i capitali dei viaggiatori
della post-modernità, che troveranno qui esattamente quello
che hanno visto nel depliant illustrativo: un' università
di classe e prestigio internazionale
ricostruita a misura dei rampolli dell'Europa unita, e tanto divertimento,
tra tortellini, sesso, motori e mortadella.
La polizia e le nuove forme di controllo provvedono affinchè
la permanenza nel luogo non sia minacciata da bisogni e desideri
perturbanti l'ordine costituito.
Il concetto di prevenzione in riferimento alle problematiche della
criminalità e della devianza intesa in tutte le sue forme,
ha ormai un uso diffusissimo in tutte le discipline del sapere,
dalla sociologia criminale al diritto penale, alla criminologia.
I passaggi storici che hanno consentito la diffusione di questo
concetto e la conseguente applicazione delle cosiddette pratiche
della prevenzione sono arcinoti: sintetizzando e riducendo drasticamente
possiamo dire che i sistemi democratici ad economia capitalistica
hanno abbondantamente dimostrato che l'uso di pratiche meramente
repressive porta con se un alto rischio di conflitto e di instabilità
politica ed economica per il sistema stesso. Al contrario la prevenzione,
intesa come insieme di modalità volte a neutralizzare il
fenomeno devianza prima che questo assuma caratteristiche
di grande pericolosità ed ingestibilità, sembra
poter garantire un buon grado di pace sociale, assai preziosa
per il mantenimento e la riproduzione del sistema politico, economico
e sociale. Le politiche della prevenzione, in questo senso, si
fattualizzano immediatamente in politiche del controllo, controllo
sociale capillare e instancabile sulla vita di ogni comunità
e di tutti quanti ne fanno parte.
Il potere costituito esercita le sue pratiche cercando di impadronirsi
e modellare l'esistenza dei soggetti, attraverso la produzione
e quindi il lavoro, attraverso la formulazione e l'articolazione
dei saperi, la creazione e gestione dell'informazione e della
comunicazione, la manipolazione e strumentalizzazione del tempo
libero non lavorativo ( vedi tv divenuta spazzatura, forme varie
di volontariato e impegno sociale non meglio precisato). Così
facendo plasma la vita secondo i modi, i tempi e i ritmi del capitale,
dopo averla precedentemente svuotata di tutte quelle potenzialità
sovversive o di trasformazione che in essa comunque esistono in
potenza, garantendosi l'esercizio della governabilità.
Il sistema di dominio pre-costituisce dunque l'identità
del soggetto che opererà al suo interno, consentendo possibilità
di vita solo nella misura in cui queste possibilità si
lascino strutturare in forme di vita astrattamente ricodificate
dal sistema stesso in identità giuridico-sociali preconfezionate:
l'elettore, il lavoratore, il disoccupato, lo studente, ma anche
il sieropositivo, l'omosessuale oppure l'anziano, il genitore,
la donna.
Per il potere insomma la posta in gioco oggi è la vita,
ed è per questo che frequentemente si sente dire che la
politica diventa bio-politica. In questa forma di totalizzazione
dell'esistenza come forma di sfruttamento globale, le politiche
della prevenzione e del controllo contribuiscono a far sì
che tutto proceda come deve procedere senza alcun intoppo. Naturalmente
se è vero che il sistema si muove secondo queste coordinate
e in vista del raggiungimento dei fini sopra descritti, è
altrettanto vero che l'esercizio del potere nella sua forma più
immediatamente repressiva ed oppressiva è tutt'altro che
scomparso. Laddove la strutturazione e la codificazione delle
identità si rivela fallace perchè il sistema non
è sempre e comunque in grado di prevedere, prevenire, controllare
e gestire il tutto, allora proprio là si crea il terreno
fertile per l'insorgenza di fenomeni di devianza, individuale
o collettiva, comune o politica. Ed è proprio in questo
specifico contesto che viene applicato il potere nella sua forma
di repressione, censura, violenza o intimidazione.
Quando fallisce il tentativo di forgiare individualità
assoggettate e integrate, quando le soggettività non si
lasciano irretire nelle maglie dei meccanismi di potere, di sistema,
allora scatta la sanzione, la punizione, la reclusione. Allora
il problema della devianza rispetto ad un sociale riconosciuto
come norma, diventa un problema di ordine pubblico, di sicurezza,
che solo le forze dell'ordine e l'apparato giudiziario devono
gestire, avvalendosi per questo di pratiche illegali o quanto
meno ai limiti della legalità e di costanti e intollerabili
abusi di potere (pensiamo alle confessioni estorte a indiziati
a suon di pugni e calci, pensiamo agli improbabili suicidi nelle
carceri, alle montature giudiziarie orchestrate a bella e a posta
per incastrare elementi ritenuti pericolosi per la stabilità
dell'ordine sociale, ma pensiamo anche alle miriadi di sanzioni
esistenti sul lavoro per chi si macchia di comportamento indisciplinato
o comunque non conforme alle regole imposte).
Da una parte troviamo quindi la tensione pervasiva del sistema
a manipolare l'esistente, e dall'altra una frequente incapacità
di applicare omogeneamente questa manipolazione; in entrambi i
casi comunque la parola d'ordine sembra essere: evitare a tutti
i costi il conflitto o quantomeno mascherarlo, eluderlo, perchè
nel conflitto risiede la possibilità di far emergere le
contraddizioni, di svelarle, perchè nel conflitto ci si
può ancora rendere conto di essere vivi e non cadaveri
putrescenti.
Il progetto "Bologna Sicura", ci ripetono continuamente
le istituzioni comunali , è nato (1994) per accrescere
il senso di sicurezza e di partecipazione dei cittadini al controllo
della città. Da una semplice inchiesta abbiamo rilevato
invece come questo progetto abbia gradualmente imposto alla città
una ragnatela di controllo e un sistema di repressione capillare;
nei confronti dei migliaia di soggetti espulsi dal nuovo ciclo
produttivo e dei gruppi sociali politicamente scomodi , assicurando
l'impunità di delinquere e la gestione della violenza sul
territorio a determinati soggetti sociali e politici della città
( tra i quali si distinguono le forze dell'ordine, le associazioni
di pattuglianti o vigilantes e l'estrema destra bolognese). L'archivio
che riportiamo confermano la pericolosa trama reazionaria che
si insinua in questa città già martoriata dalle
stragi (autori lo stato e l'estrema destra) e dal terrorismo eversivo
delle forze dell'ordine (banda della Uno Bianca). Rimandiamo al
prossimo numero (febbraio) per un approfondimento e una ricostruzione
storica del progetto "Bologna Sicura".
1 -Sgomberati occupanti anarchici alla Croce di Casalecchio
4 -Naziskins aggrediscono omosessuali in pieno centro
10 -Dichiarazione di R.Savi al processo alla banda
della Uno Bianca- "eravamo un'associazione per spargere terrore"-.
-Bocciata la costituzione di parte civile di Comune
e Regione.
11 -Occupata e sgomberata Villa Ghigi
17 -Convengno revisionista di A.N. e Fiamma sull'Istria
e la Dalmazia in sala concessa dal Comune.
Presidio antifascista con cariche della polizia.
19 -L'autorità comunale recinta lo spazio
sociale LIVELLO 57
29 -Sgomberate e rioccupate le sale studio di via
Zamboni 36 Tafferugli con la pubblica sicurezza
Dissociazione dall'azione di sgombero del sindacato
di polizia SIULP
5 APRILE '96 -Spinte e tafferugli in consiglio comunale
tra ambulanti della Piazzola e polizia municipale
23 -Sgomberate occupanti femministe, separatiste
e lesbiche
25 -Multati i vigili del fuoco per sciopero
25 -Assalto notturno di Naziskins a circolo ARCI
27 -Conclusioni delle indagini di Di Pietro sulla
Uno Bianca : la questura bolognese ha depistato le indagini.
4 MAGGIO " -Scoperto ospedale di provincia con
malati di mente abbandonati tra gli escrementi.
30 " -Barbone ucciso a calci in pieno centro.
Dopo una settimana risultano sconparsi i testimoni.
4 GIUGNO " -Nei festeggiamenti per la promozione
del Bolonga calcio un gruppo di destra della tifoseria (mods)
da la caccia all' "africano" con spranghe e coltelli
sotto gli occhi della polizia impassibile. Panico in pieno centro,
3 immigrati all'ospedale.
12 -"Bologna ,città ad alto rischio di
criminalità",borseggi, violenze carnali e furti.Dati
diffusi dall'ISTAT
20 -8 tifosi di destra agli arresti domiciliari,
per pestaggi durante la festa per il ritorno del Bologna in serie
A. Era un raid razzista programmato da tempo.
25 GIUGNO '96 -Gli sparano alle gambe e lo lasciano
al S.Orsola. Misterioso ferimento di un albanese. Esclusa responsabilità
della malavita.
9 LUGLIO '96 -Immigrato denuncia datore di lavoro
(LADY PIZZA), per pestaggio, offese razziste ( "negro ti
metto nel forno") e lavoro nero sottopagato.
10 - Dichiarazione del capo della polizia Serra -"Pessima
Questura quella bolognese. Ci sono altri poliziotti della Uno
Bianca in libertà"-.
15 -Parapiglia e tafferugli al Made in Bo.Cancello
abbattuto per l'annullamento di un concerto, lancio di sassi al
tentativo di cariche della polizia.
16 -Gli 8 mods-fascisti arrestati per il raid razzista
del 4 giugno vengono rimessi in libertà.
17 - Condannati a 2 mesi di carcere o due milioni
di multa a testa
14 studenti del movimento della pantera '90.
22 -Attentato incendiario alla Conad del Pratello.
Rivendicazione a nome di una sigla di destra (NAR) con denominazione
di sinistra. Provocazione di fianco alle case occupate del Pratello.
Aumenta la tensione.
23 -Carabiniere che indaga sulla Uno Bianca riconosciuto
come collaboratore dei Savi. Lavorava come uomo dei servizi segreti
incaricato di depistare l'indagine.
25 -Incendio di chiesa e pab rivendicato da sedicenti
NAR. La stampa accusa gli occupanti del Pratello. Provocazione
incrociata.
13 AGOSTO '96 -Bancarella dell'estrema destra al
Baraccano. Voluta dal quartiere S.Stefano.
16 -Sgomberate le case occupate del Pratello 76-78
(5 anni di occup.) e case occupate di via Mascarella 22.
22 -Sgomberate le sale studio del 36 di via Zamboni.
Assedio della zona universitaria. Fatta esplodere dagli artificieri
una borsa contenete una piadina. Inizia il presidio notte e giorno
di polizia , carabinieri e vigili urbani.
23 -Sovraintendente del Teatro comunale propone cancellate
antiuomo per liberare i portici dai "barboni".
-Percosso e denunciato "barbone" per aver
dato fuoco a un giornale in via Zamboni.
24 -Proposta inferriata antiuomo sotto i portici
della banca S.Paolo in via dei Mille.
25 -Idranti in piazza Verdi , polizia e vigili allontanano
i "barboni".
28 -Concerto di duo jazzistico di fama mondiale in
via del
Pratello .Concerto patrocinato dal comune e interrotto
dalla polizia -"li abbiamo scambiati per occupanti"-.
12 SETTEMBRE '96-Inchesta della procura di Verona.
Bologna succursale del fronte veneto skinhead. Sono state accertate
azioni politiche comuni.
13 -Impiegato della regione sollevato dall'incarico
perchè visto manifestare solidarietà agli occupanti
del Pratello:-"riportava notizie riservate"-.
18 -Arresto di decine di anarchici di cui due bolognesi.
Accuse per rapina e banda armata. Inchiesta-montatura a livello
nazionale.
19 -Giovane liberiana deceduta al carcere della Dozza.
Nessuna causa apparente. Nessuna indagine.
21 -Costruita cancellata antiuomo sotto i portici
di via dei Mille.
23 -Assassinato immigrato nel carcere speciale della
Dozza. Accusate 3 guardie penitenziarie.
25 -Condannati 2 occupanti per istigazione a delinquere,
avrebbero organizzato insieme ad altre centinaia l'occupazione
di case e centri sociali.
26 -50 indagati per manifestazione non autorizzata
,ed altro, tenutasi il giorno precedente in solidarietà
cogli occupanti condannati. Circa 400 i manifestanti.
28 -Denunciato da agenti della POLFER ispettore del
commissariato del Pratello. Imponeva rapporti omosessuali a spacciatori
e ricattava prostitute nigeriane.
4 OTTOBRE '96 -Ex-brigadiere condannato per depistaggi
nelle indagimni sulla Uno Bianca. Teste dichiara -"sparò
insieme ai Savi"-.
10 -Sgomberata dai carabinieri ex-motorizzazione
occupata da immigrati per abitarvi.
12 -Proposta dal vicequestore Preziosa cancellata
antiuomo alla galleria 2 Agosto (di fronte alla stazione ferroviaria).
14 -Appiccato in pieno giorno ( ore 16.30) incendio
a casolare abitato da immigrati.
24 -Scritte naziste nelle principali vie della città.
Frasi razziste e frasi d'oltraggio alle lotte partigiane.
-Pestato per diverse ore e denunciato da finanziere
in borghese militante anarchico reo di scritte di solidarieta'
con i compagni arrestati.
30 -Sgomberata neo-occupazione di via Acri. Manganellato
un ragazzo.
1 NOVEMBRE '96 -Inseguimento di una ladra di una
500 e sparatoria da far west in pieno centro. Colpita ad un polso
e pestata brutalmente appena ferma. E' una ragazza tossidipendente
affetta da AIDS.
3 -Immigrato accusato di spaccio, accerchiato e sparato
a un piede da un agente in p.zza Verdi.
4 -Ordinanza del sindaco Vitali contro la sosta e
il transito in p.zza Verdi. Presidio notte e giorno di polizia
e vigili.
10 -Sgomberata neo-occupazione in via Zanolini.
13 -Condannati 4 agenti di polizia per aver aggredito
e percosso un giovane davanti ad una discoteca.
15 -Irruzione dei reparti speciali dei carabinieri
al centro comunale di prima accoglienza Certani. Hanno sfasciato
il locale con asce, minacciato con le pistole alle tempie i presenti
apostrofati più volte "sporchi negri".
16 -Sgombero e demolizione di case occupate da famiglie
di immigrati a Rastignano.
-Lavavetri marocchino pestato da tre giovani ad un
semaforo.
3 DICEMBRE '96 -Manifestazione dei giovani fascisti
di A.N. Studenti medi e universitari.
7 -Raid fascista con spranghe e bottiglie alle scuole
Rubbiani occupate (firmato da Azione Giovani).
-Fermato e pestato in questura senza nessun motivo
lavoratore marocchino incensurato.
9 -Raid fascista al Fermi occupato (firmato Azione
Giovani).
11 -Scuole Sabin evacuate per un falso allarme bomba.
Si presume sia un' azione dell'estrema destra.
A volte vorrei potermi fermare più tempo nel
mondo dei miei sogni; il brutto è che prima o poi ti svegli
e ti trovi in faccia tanta di quella merda da rischiare la morte
per asfissia.
...ED E' REALTA'...
Sfogliare un giornale, che già di per sè
intristisce non poco, e trovare la "bella notizia"(!)
di un gruppo di nazi-skin genovesi che ha massacrato di botte
un barbone...
Continuare a sfogliare quel cazzo di giornale (Resto
del Carlino) e vedere che questi, chiamiamoli così, giornalisti
danno addirittura la PAROLA ad un vecchio SS-WAFFENGRENADIER bolognese,
il quale non pensa lontanamente di rinnegare il proprio passato;
il porco nazista si "lamenta" del fatto di non aver
ricevuto il vitalizio (600 000 lire /mese) di ex combattente al
servizio del furher, dalla RFT, che gli "sarebbe spettato"
dalla fine della guerra ad oggi.
...Chiudendo il giornale, mi esce dalle viscere il
primo PORCO DIO della giornata.
A quel punto decido per un giro nel centro di questa
Bologna dal rosso sempre più sbiadito...Sperduto tra le
celtiche sotto i portici e le svastiche nelle gallerie, la semplice
tristezza si fa da parte e mi viene in mente una sola ma decisa
frase: TORNERETE NELLE FOGNE!!
1^ parte
Entriamo volentieri nel dibattito interno all'area antagonista
che soprattutto in questi ultimi tempi agita i centri sociali
e non solo. Lo facciamo volentieri perchè pensiamo di poter
inserire in modo utile altri elementi di riflessione e analisi,
oltre che far conoscere, anche se a grandi linee e non certo nella
sua completezza (data la complessità dell'argomento e il
carattere di sintesi al quale ci costringe il poco spazio) il
nostro punto di vista sull'argomento in questione.
La mattina dell'11 novembre 1996 dopo aver requisito e dichiarato
spazio pubblico non statuale una scuola dismessa di proprietà
privata, con oltre 1000 metri quadri di superficie utile dislocata
su tre piani e un chiostro in pieno centro storico, (ex) preda
di una sordida speculazione edilizia, alcune decine di singolarità
cooperanti con alle spalle un percorso politico antagonista che
si era espresso producendo la maggior parte dei conflitti in ambito
non salariato durante tutto l'anno precedente, pongono in essere
un progetto politico, un percorso intraprendente con alcuni punti
che si danno come costitutivi quindi non trattabili ne' modificabili
in alcun modo. Brevemente i principali:
1) il C.S.O.A. Riva Reno e' la fondazione di una zona permanentemente
autonoma fisica e politica; uno spazio sottratto al e contro il
degrado sociale, culturale, ambientale provocato dalla politica
devastante dell'attuale governo cittadino che ha consegnato ormai
l'intero territorio del centro storico di Bologna al commercio
e alla prepotente diffusione di sedi di banche, società
finanziarie, assicurazioni, immobiliari e ad altri generi di servizi
alle imprese.
Cio' ha prodotto l'eliminazione dei gia' pochi luoghi sociali
della cultura, della socialità e della politica gestiti
dal basso e, conseguentemente, l'azzeramento dei rapporti interpersonali,
la desertificazione del centro urbano dopo l'orario di chiusura
di negozi e uffici, l'allontanamento dei cittadini e cittadine
a basso reddito e infine l'ampliarsi ormai incontrollabile delle
fasce di emarginazione ed esclusione sociale.
2) il C.S.O.A. R.R. non e' un fine ma un mezzo per fare politica
quindi non elargisce o produce servizi di nessun genere; al R.R.
non si va per avere ma, al contrario, per dare poichè in
quanto struttura politica costituente quindi poietica produce
forme autonome di cultura, cooperazione di progettualità
socio-culturali autonome e vuole costruire strategie politiche
antagoniste al sistema economico e sociale dominante ri/producendo
nuove singolarità e soggettività incompatibili con
il comando capitalistico e statale; organizza progettualità
sovversive attraverso la socializzazione delle capacità
di sottrarsi e sottrarre lavoro vivo alla sussunzione capitalistica;
attiva l'unione di conoscenze, competenze, attitudini e saperi
in una logica di cooperazione sociale non lavorativa che trasformi
in potenza costituente libere comunità di cittadini/e gestite
in forma di autogoverno comunitario in cui creare e sperimentare
forme libere e diverse di riproduzione della vita; organizza la
capacità collettiva di affrontare, costruire, allargare
il conflitto sociale anche attraverso la riappropriazione di quei
procedimenti della critica che sono l'autodifesa territoriale
e l'illegalità di massa per la soddisfazione dei bisogni
materiali e immateriali e la riappropriazione degli spazi sociali
e politici.
Il C.S.O.A. R.R. non è quindi il punto di arrivo di un
percorso antagonista ma, al contrario, un luogo di extraterritorialità
cittadina allo stato, al suo controllo e al suo sfruttamento.
Un luogo di organizzazione, di studio, di produzione teorica,
artistica, di sperimentazione (anche) di nuove forme di riproduzione
della vita, dal quale si parte per creare e ri/costituire un'identità
politica discorsiva che innescare nella metropoli capitalistica
processi di trasformazione reale quindi sovversivi dell'esistente,
del quotidiano.
Pensiamo che questo tipo di progettualità possa e debba
darsi come paradigma di un "modulo" virtuoso con la
capacità di moltiplicarsi velocemente e all'infinito poichè,
a nostro modesto avviso, il contropotere o si dà in forma
di rete o non si dà affatto. (continua...)
1 MARZO '96 -Via i "barboni" dalla stazione-Autorità
comunali e le FS impediscono la sosta
Lettera di un girovago abitudinario