I compagni e le compagne della Filcea Cgil che fanno riferimento al documento congressuale "Alternativa Sindacale" esprimono preoccupazione e dissenso riguardo all’ipotesi di accordo realizzato alla Pirelli di Bollate, che prevede l’accettazione dell’introduzione del ciclo continuo in cambio di un'indennità di turno equivalente a circa 90.000 lire mensili. Fermo restando che l’accoglimento o meno di tale ipotesi spetterà ai lavoratori direttamente interessati, ritengono che il contenuto di tale ipotesi richieda una riflessione critica dell’insieme degli iscritti della Filcea Cgil sulla linea e sulla conduzione della vertenza.

Infatti:

• L’estate scorsa, quando il governo ha decretato la possibilità del ricorso al lavoro domenicale nel settore, malgrado non vi fossero ragioni tecniche che lo giustificassero, la Fulc non ha mosso un dito.
• La Fulc non ha neanche diretto con coerenza e determinazione una rivendicazione che, pur accettando il lavoro domenicale, lo condizionasse almeno all’acquisizione di una riduzione dell’orario di lavoro (malgrado nelle sue deliberazioni si affermi che la riduzione dell’orario debba essere rivendicata a fronte di richieste di maggiore utilizzo degli impianti).
• Di fatto la Fulc ha lasciato soli la RSU ed i lavoratori di Bollate e non ha svolto il necessario ruolo di coordinamento e d'orientamento a fronte di una vertenza già difficile per la natura della controparte.
• L’"assenteismo" della Fulc si è manifestato anche nell’aver trascinato la vicenda Pirelli fino alla trattativa per il rinnovo del CCNL gomma-plastica rendendo più difficile una positiva soluzione di entrambe le vertenze (era facilmente prevedibile che uno degli scogli del rinnovo in corso del CCNL fosse appunto la contrattazione preventiva delle modifiche degli schemi orari/turni vista la tendenza delle imprese ad aumentare l’utilizzo degli impianti).
• Non è condivisibile una valutazione positiva basata sull’argomento che l’accordo, grazie all’aumento dei turni, comporterebbe vantaggi per l’occupazione. Tali vantaggi sono infatti solo temporanei, poiché l’aumento dell’occupazione a Bollate sarà "pagato" dalle altre unità produttive della Pirelli o delle aziende concorrenti, e finché queste non adotteranno misure analoghe generalizzando così il lavoro domenicale. Tra l’altro, l’aumento dell’occupazione era già "dovuto" a causa delle condizioni vigenti di sotto-organico (testimoniate anche dal massiccio ricorso allo straordinario). Inoltre la turnistica adottata (con i "rientri") sembra volta più ad assicurare flessibilità all’azienda che ad eliminare il ricorso strutturale allo straordinario (per la sostanziale assenza di "jolly").
• Quest'accordo, purtroppo, è l’ulteriore conferma che il rifiuto da parte della maggioranza della Fulc (e della Filcea-Cgil) a riconoscere la necessità di una vertenza generale per l’occupazione (basata sulla rivendicazione della riduzione dell’orario di lavoro e di politiche industriali di settore) non è altro che un'assenza di strategia e quindi una subordinazione alla strategia della controparte. Nei rinnovi dei contratti nazionali la Fulc ci assicura che la questione della riduzione dell’orario sarà affrontata nella contrattazione aziendale; nella contrattazione aziendale che sarà affrontata in quella nazionale: il risultato è che neanche nei casi d'aumento dei turni (che notoriamente sono un fattore di nocività) si persegue con coerenza e determinazione la riduzione dell’orario, ma ci si limita a "monetizzare" il disagio.

Alternativa Sindacale Filcea-Cgil propone quindi di aprire, anche alla luce della vicenda della Pirelli di Bollate, un dibattito sulla linea e sulla pratica dell’organizzazione che mostrano sempre più di essere inadeguate a rappresentare e difendere gli interessi dei lavoratori.