Emergono gravi problemi nella vertenza per il rinnovo dei CCNL chimici ed energia
La FULC deve rispettare il mandato dei lavoratori

 

Stanno emergendo gravi problemi ed una grande confusione nella conduzione della vertenza per il rinnovo dei CCNL chimici ed energia. Per comprenderli e per cercare di superarli bisogna analizzare la situazione in cui ci troviamo e come siamo arrivati a questo punto. Infatti, solo una parte della FULC ha affrontato questo rinnovo contrattuale con una chiara consapevolezza della portata dello scontro in atto.

 

1) Ciò si è visto già nella fase di definizione della piattaforma. Alternativa Sindacale Filcea fin dall'inizio si è basata sulla consapevolezza che l'avvicinarsi dell'unificazione europea apre una nuova fase con effetti sulla tradizionale "specializzazione" produttiva dell'Italia, quindi con riflessi sul padronato, sui lavoratori e sulle rispettive organizzazioni. Più in particolare:   2) Problemi sono emersi anche durante la conduzione della vertenza fino ai primi scioperi. La segreteria nazionale FULC conduce l'avvio della vertenza senza coinvolgere i lavoratori, i delegati e gli stessi apparati sindacali. Probabilmente l'abitudine a "concertare" con Federchimica genera una immotivata fiducia che "tanto una soluzione si trova". Ben presto diventa evidente che Federchimica non è più il "colombaio" di una volta. La proclamazione di forme di lotta dure quali la fermata dei cicli continui rappresenta il tentativo di recuperare il ritardo e di convincere gli apparati territoriali che lo scontro è proprio vero.

Infatti, molti apparati periferici, prigionieri delle illusioni concertative e disabituati culturalmente e materialmente alla lotta, trasmettono spesso ai delegati ed ai lavoratori non la determinazione necessaria per affrontare questa difficile vertenza ma il loro scetticismo. Resta diffusa l'immotivata convinzione che Federchimica aderisce solo apparentemente alle pressioni di Confindustria ma che prevarrà presto e comunque il tradizionale pragmatismo dei chimici.

Alternativa Sindacale Filcea (consapevole che con il rinnovo del CCNL chimici si gioca una partita decisiva per l'insieme del movimento sindacale) sostiene lealmente la piattaforma, anche contro quei "colonnelli" FULC che si preoccupano più del loro orticello che di realizzare un buon CCNL.

  3) Lo stato attuale della vertenza contrattuale è dominato da una grande confusione. La situazione è oggettivamente molto difficile e complicata, ma è proprio in questi casi che si apprezza la chiarezza dell'analisi e della linea che ne consegue, che consente ai singoli dirigenti di diventare organizzazione e di orientare il pensiero ed il comportamento di decine di migliaia di lavoratori, o viceversa. Purtroppo, nel nostro caso, vale il "viceversa".

Di fronte alle difficoltà è emersa tutta la fragilità della linea della FULC (riflesso della debolezza d'analisi e di linea vertenziale dell'intero movimento sindacale):

Intanto, tra una riunione informale ed una ristretta, incominciano ad emergere i contenuti: poco salario (biennale, riferito all'inflazione programmata), annualizzazione senza riduzione d'orario effettiva e senza neanche un impegno a ridiscuterne al momento della promulgazione della legge (solo un rinvio ipocrita alla contrattazione aziendale), ampie flessibilità riguardo al mercato del lavoro, vincoli per la contrattazione aziendale, ecc.   4) Siamo arrivati ad un punto della vertenza in cui è indispensabile un ampio coinvolgimento dei lavoratori, dei delegati e delle strutture sindacali. In particolare è indispensabile la verifica del rispetto del mandato con i lavoratori. Alternativa Sindacale Filcea ritiene che Invece, se il gruppo dirigente FULC ritiene che la piattaforma non regge più non deve procedere con il metodo dei "fatti compiuti" ma deve dirlo esplicitamente e deve quindi cercare un nuovo mandato dei lavoratori. Altrimenti, paradossalmente, rischiamo che per evitare un "contratto leggero" ce lo troveremo pesantemente riempito solo di clausole utili ai padroni.

 

Alternativa Sindacale Filcea

 Sesto San Giovanni, 4 maggio 1998