Le compagne ed i compagni di Alternativa Sindacale Filcea presenti nella delegazione trattante per il rinnovo del CCNL chimici hanno espresso un parere contrario, sia per ragioni di merito che di metodo, alla proposta della Segreteria nazionale Fulc, poi approvata a maggioranza, di avviare le assemblee di mandato a concludere.
La nostra contrarietà è motivata sia da ragioni di merito che di metodo.
Riguardo al metodo, la trattativa è stata gestita in modo supercentralizzato e senza informare, né tanto meno coinvolgere, i lavoratori, i delegati, gli stessi apparati sindacali. Stabilire che le assemblee devono terminare entro il 2 giugno, data di riconvocazione della delegazione trattante, significa che potranno essere consultate solo pochissime fabbriche, quindi con poche garanzie sulla rappresentatività del voto (in Lombardia viene anche esclusa la convocazione almeno di un attivo dei delegati).
Il documento su cui si dovrebbe esprimere il mandato a concludere è molto generico e, troppo spesso, non esprime lo stato della trattativa ma l’ennesimo auspicio della Segreteria nazionale Fulc dopo l’ennesimo slittamento, dopo l’ennesimo rifiuto di Federchimica...
Infatti, la trattativa non si sta più svolgendo sulla base della piattaforma approvata a grandissima maggioranza dai lavoratori. Non ci riferiamo ad una più o meno consistente modifica quantitativa delle richieste come avviene più o meno un tutte le trattative. In realtà siamo di fronte ad una linea rivendicativa qualitativamente diversa.
Per questo abbiamo sostenuto con forza che è necessaria una verifica con i lavoratori sul rispetto del mandato. Se, invece, la Fulc ritiene che la piattaforma deve essere cambiata, deve dichiararlo esplicitamente e sottoporre gli eventuali nuovi obiettivi al mandato dei lavoratori.
Siamo altrettanto contrari per ragioni di merito. Non diciamo mica che vogliamo tutto e subito. Diciamo solo che quando si concede qualcosa si dovrebbe ottenere qualcos’altro in cambio. Nel nostro caso è corposo ed evidente il solo dare.
Riguardo al sistema degli orari è in discussione non se annualizzare l’orario ma solo quanto e come; è scomparsa la riduzione "fresca" (cioè effettiva) dell’orario; la richiesta salariale è stata confinata nei limiti asfittici del 23 luglio; la contrattazione aziendale rischia di essere ulteriormente ingabbiata; grande spazio a contratti a termine e lavoro interinale, ecc. ecc.
Quello che si sta delineando è un contratto dove tutti gli istituti contrattuali (orario, mercato del lavoro, salario) diventano flessibili. Il contratto dei chimici rischia di essere il contratto della flessibilità totale.
Riteniamo necessaria una riflessione da parte dell’intero movimento sindacale per definire una strategia contrattuale che sappia respingere l’attacco che Confindustria sta portando agli assetti contrattuali, in particolare all’istituto stesso del CCNL.
Chiediamo alle Confederazioni di definire insieme ai lavoratori una linea vertenziale generale ed alle categorie di coordinarsi, presentando piattaforme rivendicative che contengano le richieste della riduzione d’orario a 35 ore settimanali e di aumenti salariali legati agli andamenti economici (alla nuova ricchezza prodotta e non solo all’inflazione programmata).
Alternativa Sindacale Filcea nazionale
Milano, 21.5.98