Ordine del giorno

 

Accanto ad una valutazione di merito sui risultati contrattuali, l'attivo regionale dei delegati non può non operare anche una seria verifica sul funzionamento della categoria e delle sue strutture regionali in occasione di questo ultimo rinnovo.

 

In Lombardia, diversamente da altre regioni, la partecipazione dei delegati e dei lavoratori è stata forte ed importante.

Il rinnovo contrattuale è stato più che altrove sottoposto a verifica in attivi e assemblee che hanno fatto emergere con chiarezza dissensi e perplessità, sia nella definizione della piattaforma che nello svolgimento della trattativa.

Compito delle strutture regionali della Fulc doveva essere quello di portare la voce espressa dai lavoratori rappresentati nei livelli superiori della categoria.

Pur con difficoltà e titubanze le strutture regionali hanno contribuito che ciò avvenisse, forti di una base che poneva i problemi da affrontare e proponeva le posizioni da assumere.

 

E' perciò grave quanto è avvenuto nell'ultima assemblea nazionale dei delegati che ha visto la Fulc lombarda divisa nell'esprimere una propria posizione.

Ancora più grave se si considera che solo il giorno prima, in un attivo regionale dei delegati, La Fulc regionale aveva chiesto, ed ottenuto a maggioranza, l'approvazione di una sua mozione che sosteneva la necessità di non marginalizzare dalla trattativa nazionale la questione dell'orario di lavoro.

 

I nostri dirigenti regionali avevano quindi un mandato preciso, ma non tutti lo hanno rispettato.

Alcuni, coerentemente con il mandato ricevuto, hanno dichiarato la loro impossibilità a riconoscersi nella posizione proposta dalle segreterie nazionali ed hanno esplicitamente fatto una dichiarazione di voto di astensione..

Altri invece - a sole poche ore dal mandato chiesto ed ottenuto dal nostro attivo regionale - hanno votato a favore della proposta del nazionale, preoccupandosi anche di fare esplicita dichiarazione di voto al riguardo.

 

L'assenza di coerenza di una parte importante delle strutture regionali pone un problema di democrazia e di credibilità nei rapporti tra lavoratori, assemblee, attivi e una parte della struttura Fulc regionale.

Non ci devono spaventare le differenze di linea e di atteggiamento se queste arricchiscono il confronto di idee all'interno dell'organizzazione sindacale.

Altre volte la Fulc lombarda si è presentata divisa su singoli punti, non ultima l'assemblea di Montesilvano.

Ma una cosa è dichiarare la propria diversità e sostenerla fino in fondo, altra è chiedere un mandato e - subito dopo - non rispettarlo.

 

L'attivo regionale lombardo non può tacere quanto è avvenuto ed invita quindi la propria struttura dirigente regionale Fulc ad una maggiore coerenza.

 

 

 
Sesto S. Giovanni, 23-3-94
 

Mozione

 

L'attivo regionale lombardo dei delegati chimici, riunito il 23-3-94 a Sesto S. Giovanni, esprime una valutazione negativa sull'ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale firmato a Roma il 19 marzo scorso.

L'accordo non solo appare inadeguato ed insufficiente a risolvere quantitativamente i bisogni dei lavoratori della categoria ma, cosa ancora più grave, contiene elementi pericolosi di cedimento e deformazione concettuale dell'impianto contrattuale che apre la strada all'affermazione sempre più esplicita e pericolosa della strategia di Federchimica sul piano della gestione e della determinazione delle condizioni dei lavoratori.

La responsabilità di tutto ciò, pur tenendo conto delle oggettive difficoltà della fase, è da assegnare alla pochezza di linea e di elaborazione della Fulc nazionale che si è evidenziata fin dall'avvio della preparazione della piattaforma, al mancato coinvolgimento dei lavoratori e delle stesse strutture periferiche Fulc su temi importanti quali l'inquadramento, alla "non linea" sindacale sul tema dell'orario di lavoro.

I forti ed evidenti condizionamenti di Federchimica, le nostre parole d'ordine stravolte e rovesciate nel loro contrario, rese funzionali ad una strategia confindustriale di deformazione dell'impianto contrattuale, di ulteriore divisione e frantumazione dell'unità dei lavoratori, di deboli e contraddittorie risposte ai loro bisogni hanno prevalso sugli sforzi pur generosi che ampi settori di lavoratori e "pezzi" di Fulc hanno fatto, nell'elaborazione e nella lotta, per un rinnovo contrattuale dignitoso.

 

In particolare:

 

  Orario

Malgrado la piattaforma rivendicativa fosse già debole e contenuta è mancata la coerenza di porre il raggiungimento della riduzione per i lavoratori turnisti come pregiudiziale alla firma del contratto.

La Fulc nazionale ha considerato marginale il raggiungimento di questo obiettivo, che invece è centrale per una strategia di difesa dell'occupazione, anzi ha aperto la strada alle pretese confindustriali di maggiore mobilità e flessibilità.

 

  Inquadramento

Il nuovo sistema classificatorio non rappresenta un adeguamento alle trasformazioni dell'organizzazione del lavoro, ma solo all'esigenza padronale di eliminare il concetto di inquadramento unico basato sulla professionalità del lavoratore e di sostituirlo con una concezione basata sulla divisione per mansioni e posizioni organizzative estremamente funzionale ad una politica di aumento della flessibilità e mobilità del lavoro. Le conseguenze del nuovo sistema saranno pesantissime ed esso inciderà negativamente su professionalità, solidarietà ed unità dei lavoratori, tutela dell'occupazione e condizioni di lavoro.

 

  Salario

Forti rischi di ulteriore divisione dei lavoratori derivano anche dall'introduzione del salario legato parzialmente alle posizioni organizzative e del "premio di partecipazione" in sostituzione dei precedenti premi di produzione. Il riconoscimento del "giusto salario" tenderà ad essere il risultato non già di azioni collettive ed unitarie che abbiano a riferimento il costo della vita, ma di parametri falsamente obiettivi basati sul punto di vista padronale. Anche quantitativamente il risultato è modesto e risulta arretrato rispetto agli stessi obiettivi indicati nell'accordo del 23 luglio: gli incrementi salariali, soprattutto per i lavoratori dei livelli più bassi, non consentono il recupero dell'erosione dell'inflazione.

 

Un'analisi attenta di altri punti consentirebbe altre valutazioni che non farebbero che confermare un giudizio negativo. Ma ad esso va aggiunto un giudizio negativo anche sulla segreteria nazionale Fulc che ha "diretto" questo rinnovo contrattuale. Non è più possibile rinviare l'apertura di un dibattito, nelle strutture e nei luoghi di lavoro, per sottoporre a verifica lo stato della categoria e l'adeguatezza della sua direzione.

La proposta concreta è di arrivare, dopo un ampio dibattito tra i lavoratori, alla convocazione di una conferenza programmatica e di organizzazione Fulc per costruire le basi di una revisione e di un rilancio della linea strategica e della prassi della categoria, sui temi generali e contrattuali e sui temi delle politiche settoriali e delle ristrutturazioni dei grandi gruppi.