Documento per l'avvio del dibattito nella Filcea-Cgil

Una proposta per il congresso

 

Aderiamo all'iniziativa proposta dai delegati Fiom che hanno prodotto il documento "Riprendiamoci il congresso" ed indetto l'assemblea nazionale tenutasi a Roma il 7 dicembre, con l'obiettivo di ricostruire una sinistra sindacale confederale, anche in vista del prossimo congresso Cgil.

 

1. Ci troviamo in una fase storica caratterizzata dalla crisi del modello produttivo fordista e delle correlate politiche sociali keynesiane. Profonde trasformazioni che hanno determinato il mutamento della stessa composizione della classe lavoratrice che, disarticolata dalla crisi, ricattata dalla disoccupazione, inadeguatamente guidata dalla sinistra politica e dal sindacato, ha subito una pesante sconfitta, non solo materiale ma anche ideologica.

 

2. La crisi impone al padronato un attacco ancora più forte al salario, all'occupazione, alle condizioni di lavoro, in fabbrica e nella società. Ampi settori padronali ritengono di poter fare ormai a meno anche della subalternità sindacale.

 

3. Il movimento sindacale non ha saputo costruire un'alternativa credibile a questo processo. La strategia della concertazione che ha conquistato la maggioranza nel congressi di Rimini rivela ogni giorno di più la sua inconsistenza. Confindustria e governo hanno dimostrato di accettare la mediazione sindacale solo quando questa si è posta su un terreno subordinato, come è stato nel caso degli "accordi di luglio".

Anche nella nostra categoria, che pure è stata la bandiera della linea della codeterminazione anche grazie all'esistenza di settori che finora avevano mantenuto margini superiori di profittabilità, la linea della concertazione mostra i suoi limiti. Ciò si è evidenziato anche nella vicenda del rinnovo del CCNL chimico-farmaceutico, che è stato sì rinnovato, ma pagando prezzi elevatissimi ad esempio in tema di inquadramento, rinunciando nei fatti alla rivendicazione della riduzione dell'orario e senza comunque riuscire a garantire la difesa del potere d'acquisto dei salari.

 

4. Utili indicazioni ci vengono dalla riflessione sul carattere avuto dal movimento d'autunno che ha portato al primo, positivo risultato dell'accordo del 1° dicembre.

E' stato un movimento nato da esigenze specifiche (35 anni, 2%) che nella lotta ha assunto via via un carattere confederale, unificando esigenze e "spezzoni" di movimento (pensionati, studenti, ecc.), ma restando pur sempre un movimento rivendicativo.

Ha ottenuto questo primo successo soprattutto perché ha saputo coinvolgere ampi strati di lavoratori e di ceti popolari grazie ad una gestione vertenziale che ha mostrato di riuscire ad essere autonoma dal governo, dal padronato e dalle mediazioni politiciste che avevano pesantemente condizionato i sindacati confederali nelle precedenti occasioni.

Ciò è stato favorito anche dall'attacco frontale, liquidatorio, tentato da governo e padronato, che ha unificato nella lotta sia i sostenitori di un sindacalismo vertenziale, sia le burocrazie che non riuscivano più a trovare la legittimazione nelle controparti.

 

5. Il compito di una sinistra sindacale, in una fase come questa caratterizzata dall'arretramento sia materiale che ideologico del movimento dei lavoratori, è quello di partire dalle condizioni reali, di lavorare per sviluppare il movimento, per portare nel movimento una linea che acceleri lo sviluppo del passaggio della coscienza dalla lotta economica particolare, a quella generale. In questa situazione le discriminanti che identifichino la sinistra sindacale devono adeguarsi alle condizioni concrete, non possono essere solo ideologiche ma devono saper indicare teoricamente e soprattutto praticamente un modo alternativo di fare sindacato.

La sinistra deve saper proporre all'insieme del movimento sindacale e dei lavoratori uno schema di piattaforma generale, che riguardi l'insieme delle condizioni di vita e di lavoro, quindi che riguardi giovani (forza-lavoro in formazione) e anziani (forza-lavoro a riposo), occupazione stabile e precaria, nord e sud, per avviare ovunque è possibile vertenze specifiche nei luoghi di lavoro e nei territori. Cioè un modello sindacale vertenziale, confederale, autonomo, unitario e democratico.

In particolare nella nostra categoria la sinistra sindacale deve saper fare proposte concrete sulle politiche industriali di settore, rispetto alle quali l'attuale gruppo dirigente della Filcea non solo non è stato capace di una autonoma elaborazione, ma è stato spesso subalterno alle logiche padronali, proprio a causa della sua impostazione codeterminista.

 

6. L'unità del movimento e del sindacato è un obiettivo centrale per la sinistra sindacale. L'unità però non va realizzata attraverso la semplice sommatoria di Cgil-Cisl-Uil ma attraverso un processo costituente del nuovo sindacato unitario determinato nella forma e nei contenuti da delegati eletti unitariamente nei luoghi di lavoro.

L'unità quindi richiede regole precise ed esigibili, in particolare l'assunzione della democrazia di mandato sulle piattaforme e sugli accordi, la loro validazione con il voto dei lavoratori, il riconoscimento del ruolo di rappresentanza degli organismi eletti nei luoghi di lavoro, il riconoscimento del pluralismo all'interno dell'organizzazione

 

7. Dunque la base fondamentale per l'unità sindacale è la democrazia e la rappresentatività.

Le norme di rappresentanza, come pure gli strumenti della democrazia, sono efficaci solo quando inseriti in un quadro di certezza del diritto in modo tale da eliminare qualsiasi rischio di manipolazione del consenso o di una gestione a democrazia limitata.

Quindi le RSU vanno riformate superando le quote riservate alle organizzazioni sindacali ed il diritto esclusivo alla determinazione delle candidature e delle liste. In ogni posto di lavoro occorre una rappresentanza basata sul tutti elettori tutti eleggibili, revocabile se richiesto da un numero congruo di rappresentati, unicità nella titolarità della rappresentanza contrattuale fatto salvo l'esplicito mandato alle strutture sindacali, unicità nella titolarità dei diritti sindacali, titolarità ad esprimersi su tutte le questioni relative al mondo del lavoro e non solo del proprio luogo di lavoro.

Le attuali RSU, pur nella positiva partecipazione al voto e nella svolta che rappresentano rispetto alle nomine, esprimono una forma di rappresentanza ancora incompiuta, anche per la tendenza, che va contrastata, che le vorrebbe trasformare in pura emanazione aziendale dell'organizzazione sindacale.

 

8. Non serve una sinistra che si limita ai proclami (come spesso ha fatto Essere sindacato) tanto radicali quanto inefficaci, ma che si basi su una pratica vertenziale, che su ogni questione anche piccola sappia esprimere un suo punto di vista specifico (come ad esempio abbiamo cercato di fare nei rinnovi contrattuali).

Ci rivolgiamo quindi a tutti i compagni, indipendentemente dalla collocazione che hanno avuto nel precedente congresso, che vogliono costruire nella pratica di un lavoro vertenziale una nuova sinistra sindacale e che siano disponibili a ripartire dalla verifica della rappresentatività reale, escludendo qualsiasi rendita di posizione burocratica.

 

9. Con questo documento vogliamo contribuire al dibattito che si svilupperà nella sinistra sindacale confederale. Insieme valuteremo, anche in rapporto ai contenuti che verranno proposti dalla segreteria uscente e al regolamento congressuale, come ci rapporteremo al percorso congressuale, sia in generale che per lo specifico della nostra categoria.

 

12.12.94