PENSIONI !! GLI STUDENTI DEVONO VOTARE !
Il 18 Maggio scorso è stato siglato l’ accordo sulle pensioni tra CGIL-CISL-UIL e Governo.
Il contenuto dell’accordo è stato sostenuto e presentato come “riforma necessaria per salvare le pensioni” e, per i più giovani, come “miglior tutela” in confronto al regime attuale.
In realtà la così detta riforma delle pensioni nasce da ben altre esigenze ed interessi.
- Si è voluto (come già precedentemente tentato da Berlusconi) rastrellare dai fondi previdenziali, migliaia di miliardi da destinare al risanamento del debito dello stato. 21.000 miliardi nei primi tre anni, fino ad arrivare a 108.000 miliardi del giro di 10 anni.
Ancora una volta, quindi, si colpiscono i salari e le pensioni, invece di colpire l’evasione fiscale e contributiva che arriva ormai attorno ai 300.000 miliardi l’anno.
- Così facendo si abbassano i rendimenti delle pensioni costringendo, soprattutto i più giovani ed i prossimi assunti a ricorrere alle pensioni private-integrative.
Ciò comporta, oltre al 33% della retribuzione già trattenuta per sostenere la previdenza pubblica (che con la riforma avrà rendimenti attorno al 50% della retribuzione), un’ulteriore decurtazione dello stipendio per finanziare la pensione privata, sia con l’abolizione della liquidazione che con ulteriori trattenute.
Lo smantellamento della previdenza pubblica, si costituisce così come presupposto per un’operazione finanziaria di enorme rilievo.
Il rastrellamento di migliaia di miliardi da parte delle assicurazioni private e degli istituti finanziari che diventeranno così una potenza economica in grado di condizionare ancor di più, le politiche del paese nei prossimi anni.
In realtà, la controriforma delle pensioni non salva e non tutela i giovani ed i neo assunti.
- Si dividono i lavoratori tra tre diversi sistemi pensionistici. I lavoratori con più di 18 anni di contributi, quelli che ne hanno maturati di meno e quelli che ancora non hanno cominciato a lavorare. Viene quindi a meno l’unità e la solidarietà generazionale che, unica, dà stabilità al sistema pensionistico.
- Sopratutto i lavoratori giovani e quelli che verranno assunti nei prossimi anni, subiranno un taglio nei rendimenti che peggiora ancor di più la precedente controriforma del Governo Amato. Alla riduzione dei rendimenti, si sommano infatti la scomparsa della pensione di anzianità, ed una ulteriore penalizzazione, fino al 10%, per chi andrà in pensione a 57 anni o prima dei 62 anni di età. A questo vanno poi aggiunti, la perdita della liquidazione e l’aumento delle trattenute contributive.
- I lavoratori più giovani ed i prossimi assunti, non avranno neppure la garanzia di sapere oggi quello che gli spetterà quando andranno in pensione. Non solo la Confindustria e molti esponenti politici già affermano che il nuovo sistema andrà ritoccato (in peggio) nei prossimi anni, ma anche l’accordo firmato ed il successivo disegno di legge prevedono esplicitamente che il coefficiente di rendimento della pensione andrà rivisto periodicamente.
- Per i giovani, la pensione non sarà più calcolata sul “sistema retributivo”, ma sul “sistema contributivo”. Ciò, punirà sopratutto quei lavoratori che non potranno contare su una linearità e continuità della loro vita contributiva e questo rischia di essere la regola per i prossimi anni. La precarietà del lavoro per moltissimi giovani non è solo un dato di fatto ma stà per diventare legge dello stato con la riforma del mercato del lavoro, con l’introduzione del lavoro interinale (lavoro in affitto), con lo sviluppo dei contratti a tempo determinato ecc.
- Per i giovani in cerca di lavoro, la controriforma delle pensioni si tradurrà in ulteriori periodi di disoccupazione. L’accordo prevede infatti pesanti riduzioni dei rendimenti pensionistici per chi già lavora e forti penalizzazioni per chi vuole andare in pensione prima dei 62 anni.
Il risultato, come prevede l’accordo, è che si incentiva l’andata in pensione degli attuali occupati, attorno ai 65 anni sbarrando così l’ingresso nel mondo del lavoro a centinaia di migliaia di giovani e disoccupati.
Il Sindacato stà organizzando nelle fabbriche e tra i pensionati un referendum sul merito dell’accordo e non prevede il diritto al voto per gli studenti ed i giovani.
Come coordinamento delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie di base) nel contestare i contenuti dell’accordo e nel rilanciare gli obiettivi che erano alla base delle lotte di autunno contro il Governo Berlusconi, chiediamo che sull’accordo non si esprimano solo i lavoratori occupati ed i pensionati, ma anche i giovani in cerca di lavoro, i disoccupati e, sopratutto gli studenti.
La controriforma sulle pensioni colpisce sopratutto i giovani, gli studenti, chi ancora non ha un lavoro, ed anche a loro, come per i lavoratori ed i pensionati, deve essere riconosciuto il diritto di votare con un SI o con un NO sul merito dell’accordo sindacale.
Il coordinamento delle RSU si fa quindi promotore della proposta che in tutte le scuole, gli studenti si organizzino per discutere i contenuti dell’accordo sulle pensioni e che predispongano dei seggi elettorali nei quali esprimere il loro giudizio in concomitanza con il voto delle fabbriche e degli uffici che si terrà nelle giornate del 30-31 Maggio e 1 Giugno.
Milano 20 maggio 1995