Per la difesa delle pensioni
Per la difesa dei salari e dell’occupazione
Per la riduzione degli orari di lavoro
La validità e l’efficacia delle grandi lotte dell’autunno scorso, per la difesa della previdenza pubblica e contro il governo Berlusconi, nascono dalla forte unità di tutti i soggetti interessati a questo scontro (lavoratori, studenti e pensionati) che hanno saputo porre, a partire dalle pensioni, la centralità e la necessità di una linea e di un’azione difensiva complessiva sui temi del salario e dell’occupazione.
La grande manifestazione nazionale del 13 Maggio a Milano, organizzata dal coordinamento delle RSU, ha raccolto ed interpretato correttamente il punto di vista di quel grande movimento, rilanciandone i contenuti in difesa del sistema previdenziale pubblico e per una più efficace azione di difesa del monte salari.
La stessa consultazione che si teneva negli stessi giorni in migliaia di fabbriche, sulla piattaforma sindacale, produceva un risultato inequivocabile.
La piattaforma viene sostanzialmente bocciata, e dalle assemblee escono le parole d’ordine della difesa del sistema previdenziale pubblico, della difesa dei 35 anni di anzianità al 2% per tutti, della difesa degli attuali rendimenti.
Le assemblee, chiedono in pratica al sindacato di farsi carico, oltre che della difesa delle pensioni, anche di una forte ripresa di iniziativa sul salario e sull’occupazione.
Il recente accordo, sindacati-Governo Dini, sulle pensioni non ha risposto alle forti esigenze espresse da questo movimento, proponendo una soluzione tutta subalterna al punto di vista della razionalità economica, abbandonando per strada anche la difesa di ciò che era considerato irrinunciabile nella stessa piattaforma. Così facendo, il sindacato si è assundo la grave responsabilità di rompere quel rapporto di fiducia ottenuto in autunno con le lotte contro il governo Berlusconi.
I risultati del referendum sull’accordo hanno chiaramente sconfessato la validità della strada intrapresa dalle confederazioni.
L’accordo, sottoposto al voto dei lavoratori, è stato letteralmente sommerso da una valanga di NO, e questo nonostante il forte impegno dell’intera struttura sindacale che da questo referendum voleva ottenere un plebiscitario consenso alla sua linea concertativa.
Questo NO, così chiaro e così convinto, ripropone con ancora più forza la questione e la necessità di una linea ed un’azione difensiva, non solo delle pensioni ma anche del monte salari complessivo.
Questo NO sottolinea con estrema lucidità il giudizio di inadeguatezza della linea sindacale sin qui condotta e ne rivendica una sostanziale modifica.
Questo NO rivendica l’elaborazione di una piattaforma, la ripresa di un movimento di difesa che non può rimanere senza risposta a partire dalla necessità di modifica del disegno di legge sulle pensioni che si discuterà nei prossimi giorni in parlamento.
Le grandi lotte di autunno, la grande manifestazione nazionale delle RSU il 13 maggio a Milano, le consultazioni nelle fabbriche e le lotte spontanee contro l’intesa, la valanga di NO al referndum sull’accordo sindacale hanno indicato chiaramente cosa vogliono i lavoratori, quali gli obiettivi e le strategie.
Questo immenso ed importante patrimonio di movimento e di linea deve essere consolidato e portato avanti attorno ad una strategia di difesa del monte salari complessivo, a partire dalle pensioni e dalla modifica del disegno di legge, per i 35 anni al 2% per tutti, per la riduzione d’orario a parità di salario.
Su questa piattaforma, e con queste prospettive, il Coordinamento nazionale delle RSU indice per
SABATO 24 Giugno prossimo
Una manifestazione nazionale a Roma