Documento conclusivo della assemblea nazionale delle RSU dei delegati e delle delegate eletti nei luoghi di lavoro
L'assemblea nazionale delle RSU, dei delegati e delegate eletti nei luoghi di lavoro, tenutasi a Milano il 29 settembre 1995, sostiene e promuove la necessità di una piattaforma-vertenza generale sul salario.
Non è più rinviabile, infatti, una forte iniziativa che ponga la questione salariale, la difesa e la tutela delle generali condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie, al centro di una nuova strategia sindacale capace di realizzare una svolta radicale rispetto all'esperienza precedente.
Il centro di questa piattaforma-vertenza generale è il salario globale inteso come condizione generale e di vita della classe lavoratrice.
Sul salario diretto e monetario.
E' ineludibile la questione di un recupero effettivo, uguale per tutti, del differenziale tra l'inflazione programmata e quella reale, e ciò va garantito a tutti, evitando la frantumazione e la divisione tra realtà forti e deboli del movimento, attraverso l'apertura di una vertenza generale-intercategoriale su questo fronte.
E' indispensabile dare adeguata copertura anche al secondo biennio dei contratti nazionali in essere, ed ai rinnovi nazionali attualmente in definizione, sostenendo e difendendo gli spazi in contrattazione aziendale per redistribuire verso i salari gli incrementi di produttività e gli alti profitti realizzati in questi ultimi anni.
Ma è anche e soprattutto ineludibile la riproposizione di un meccanismo automatico di adeguamento e salvaguardia dei salari, se non vogliamo essere sfiancati in una continua ed incerta rincorsa salariale, impediti di fatto ad affrontare efficacemente problemi altrettanto importanti quali l'organizzazione del lavoro, la salute e sicurezza con la difesa e l'applicazione della legge 626.
Per questo, per il ripristino di un meccanismo automatico di tutela del potere d'acquisto dei salari, lanciamo da oggi una campagna di raccolta di firme in tutti i luoghi di lavoro a sostegno di una petizione popolare che accompagni e sostenga la generale vertenza sul salario.
L'assemblea nazionale dei delegati e delegate delle RSU, si fa quindi promotrice in un comitato a livello locale-regionale e nazionale per il sostegno della petizione, invitando all'adesione tutti i delegati e delegate, le associazioni, le forze politiche e sindacali.
Sul salario sociale
E' necessario aprire una piattaforma vertenza generale sulla finanziaria, contro il taglio dei beni e servizi essenziali come la sanità, la scuola, l'assistenza, e contro l'aumento alla tassazione indiretta, chiedendo invece una seria politica di attacco all'evasione ed elusione fiscale e previdenziale, in modo da reperire le risorse necessarie a sostegno dei bisogni sociali essenziali, non ultimo quello della casa dove e necessario ridefinire il ruolo dell'edilizia pubblica, per una politica di contenimento del caro affitti, per il recupero del patrimonio abitativo sfitto.
Non è più sostenibile una politica finanziaria che fa della riduzione del salario sociale, della difesa e sostegno dell'interesse di rendita e profitto il perno di una politica di risanamento del debito pubblico che scarica i suoi effetti esclusivamente sui lavoratori e sulle loro famiglie.
I 5.700 miliardi previsti per il recupero salariale nel pubblico impiego sono insufficienti a coprire l'erosione inflazionistica, e ciò è ancor più grave se si considera che questi lavoratori già subiscono un ritardo di ben 4 anni del loro rinnovo contrattuale.
La mancata copertura reale dei salari, prevista in finanziaria, funziona così come limitazione e compressione anche del recupero salariale nel settore privato.
In questo senso si spiegano benissimo anche le ultime uscite del Ministro Treu che invita esplicitamente la Confindustria alla chiusura sulle prossime rivendicazioni salariali nel settore privato. Bene ha fatto la Fiom, e noi ci associamo, a chiedere le immediate dimissioni del ministro.
Ma al nostro giudizio negativo sulla finanziaria, noi facciamo seguire la proposta che si inizi a lavorare da subito, da questa assemblea, in tutte le direzioni, perché si costruiscano le condizioni per una manifestazione nazionale contro i tagli ai beni e servizi, per una adeguata copertura dell'erosione inflazionistica sui salari, per una vera lotta all'evasione ed elusione fiscale e previdenziale.
Sul salario previdenziale.
Rilanciamo i nostri obiettivi del movimento di autunno, delle grandi manifestazioni di Milano e Roma.
La nostra attenzione alla difesa ed al recupero del salario previdenziale non viene a meno dopo il brutto accordo e la brutta legge sulle pensioni.
Da qui noi riproponiamo la salvaguardia della previdenza pubblica come elemento centrale dell'interesse dei lavoratori, cominciando con la richiesta di immediato ripristino delle pensioni sociali.
Sull'occupazione.
Sul fronte dell'occupazione bisogna ridare slancio all'iniziativa sulla riduzione di orario a parità di salario.
Questa coscienza deve trasformarsi al più presto in vertenza generale per la riduzione della giornata lavorativa, insieme alla riduzione, al controllo degli straordinari ed all'esigibilità dei recuperi.
Ma già qualcosa può essere fatto da subito. Noi proponiamo l'unificazione delle lotte e vertenze dei grandi gruppi, delle aziende che hanno aperto procedure di riduzione dell'occupazione. Unificazione che deve realizzarsi nella rivendicazione di consistenti riduzioni di orario in alternativa all'espulsione dei lavoratori.
Sulla rappresentanza sindacale.
Oggi, al di là del percorso per l'ottenimento di una buona legge che parta dal testo della proposta Smuraglia, noi continuiamo a ritenere indispensabile che le confederazioni rinuncino alla quota riservata e rilancino ed amplino le elezioni generalizzate delle RSU come strutture elettive, con poteri ed autonomia contrattuale, elemento fondativo di un nuovo sindacato unitario oggi così duramente osteggiato da Cisl ed Uil che stanno cercando di distruggere queste strutture.
RSU che molti non vogliono far funzionare, anche con palesi violazioni della legge 300 quando, come nel caso del pubblico impiego, si impedisce il loro funzionamento ponendo forti limitazioni nell'utilizzo delle ore di permesso sindacale da parte dei delegati eletti.
Ma in attesa di una legge, occorre una ridefinizione del rapporto tra le organizzazioni sindacali e le strutture elettive dei lavoratori e noi ci impegniamo a costruire uno statuto, discusso e deciso dai coordinamenti delle RSU e dalle assemblee, da presentare a tutte le organizzazioni sindacali associative per salvaguardare l'autonomia politica ed anche economica di strutture che per noi rimangono elemento fondativo di democrazia e partecipazione.
Per quanto riguarda la questione delle deleghe sindacali, ed in attesa di una legge, noi siamo per una verifica del consenso come autonoma riforma del sindacato che preveda un rinnovo periodico, ad esempio, ad ogni rinnovo contrattuale.
Questo è il programma che il movimento delle RSU pone al centro della propria iniziativa e del confronto con tutte le forze disponibili ad operare in questa direzione.
La nostra piattaforma non è ambiziosa..... E' ciò che bisogna fare per difendere le condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie. Non farlo, non rendersene conto, non capire l'urgenza di scelte efficaci di difesa e di tutela, non farà che contribuire ad un ulteriore indebolimento-impoverimento della classe lavoratrice e dei ceti popolari. Un indebolimento che non potrà non avere pericolosi riflessi anche sulle Organizzazioni Sindacali e sulla stessa Democrazia.
Ma per fare tutto ciò è necessario un'ulteriore sviluppo e rafforzamento del movimento-coordinamento dei delegati delle RSU, a livello locale-regionale e nazionale.
Per far ciò, l'assemblea decide di avviare un preciso piano organizzativo e di convocazione in ogni realtà dei coordinamenti già esistenti, e dove non ci sono, di arrivare alla loro costituzione, perché su questa piattaforma si inizi a discutere con tutti, perché questa piattaforma trovi ovunque momenti significativi di applicazione pratica.
Milano 29/09/1995
L'assemblea dei delegati e delle delegate del movimento delle RSU