ORDINE DEL GIORNO:


NO all'autoritarismo, per il lavoro e la democrazia.

 

I problemi concreti che in solitudine i Lavoratori e le Lavoratrici stanno affrontando sulla difesa della occupazione, dei diritti e del salario globale, non trovano spazio nell'attuale dibattito e confronto politico, e pongono con forza la questione di una maggiore presenza e rappresentanza diretta del mondo del lavoro nelle istituzioni.

Assistiamo preoccupati a dispute sulle questioni istituzionali, sulle alleanze e larghe intese per un nuovo governo politico. Dispute prive di quell'aggancio vitale con le vicende di questo Paese, messe in atto anche da forze dello schieramento democratico e di sinistra, che hanno portato alla formalizzazione di un mandato per la costituzione di un governo privo di reale rappresentatività, e funzionale solo all'aberrante e pericoloso progetto politico-istituzionale di rottura con la storia e la vita democratica di questo Paese.

Un Paese che ha vissuto degenerazioni politiche, intrecci perversi tra potere economico e politico, stragi organizzate e coperte da deviazioni dello Stato. Un Paese dove si continua a morire sul lavoro, dove il lavoro nero e lo sfruttamento sono sempre più estesi, dove il lavoro non c'è.

A questo Paese, oggi, si propone di cancellare gli elementi fondativi della sua Costituzione, mentre occorrerebbe un forte recupero di quelle regole e di quei valori di Democrazia ed Uguaglianza, di sviluppo civile e sociale che sono stati e vengono così vergognosamente calpestati.

Questo nuovo Governo politico che dovrebbe formarsi, sostenuto da forze eterogenee che dovrebbero avere interessi e proposte diverse in merito allo stato sociale, all'occupazione, alla redistribuzione della ricchezza, non ha e non può avere alcun mandato, né alcun diritto per decidere nuove forme istituzionali, e tanto meno di ridurre ulteriormente anche i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Ci troviamo in realtà di fronte al grave rischio di un progetto autoritario ed anticostituzionale che risponde ad interessi e poteri extra-politici, a forze di destra, ai poteri forti dello stato e dell'economia. Un progetto che colpisce in profondità le condizioni di sopravvivenza dello Stato democratico, e con esso, del sindacato democratico, delle forme associative ed elettive della società, in quanto rappresentanti di interessi non funzionali al pensiero unico del mercato ed al presidenzialismo.

E' la nostra Costituzione - con il suo impianto di Democrazia sociale, di condizionamento ai fini sociali dell'impresa e della proprietà, con i suoi valori fondamentali dell'Uguaglianza e della Solidarietà - ad essere incompatibile col pensiero unico e con l'arroganza del mercato, con la voglia di deregolamentazione e riduzione della spesa sociale, dell'impoverimento di vasti strati della popolazione, dell'attacco ai diritti ed alle conquiste civili e sindacali del Lavoratori.

Queste scelte sottintendono e rappresentano una crescente domanda di autoritarismo, di contenimento e controllo delle dinamiche sociali, attraverso una riduzione del ruolo del Parlamento ed un accentramento dei poteri. Queste scelte, da tempo sostenute e rivendicate dalle forze padronali, puntano a ridurre la partecipazione, a cancellare e comprimere l'opposizione sociale e le sue forme organizzate, puntano ad eliminare ogni resistenza alle future ed impopolari manovre economiche, alle pressioni per l'aumento dello sfruttamento, alla riduzione e precarizzazione dell'occupazione e dei salari.

Di fronte alla tracotanza di forze politiche che si arrogano, senza alcun mandato, il diritto di stravolgere gli ordinamenti democratici del Paese e di continuare a sostenere scelte economiche impopolari, diventa ineludibile ed urgente andare ad una vera e democratica verifica elettorale con regole certe a garanzia della democrazia e del pluralismo.

Davanti a tutto questo è grave e pericoloso l'atteggiamento di un Sindacato che, pur essendo stato soggetto attivo nella costruzione della nostra Costituzione, non vede il pericolo insito in questa svolta autoritaria, in una rottura tra la rappresentanza politica e quella sociale, in una riduzione della Democrazia sui luoghi di lavoro, già così precaria ed incompiuta.

Già oggi dobbiamo denunciare il restringimento degli spazi democratici nei luoghi di lavoro con l'utilizzo strumentale da parte padronale (e con l'assenso di parte del Sindacato confederale) del risultato referendario sull'articolo 19 della Legge 300. Ciò pone con forza, all'ordine del giorno, la questione della rappresentanza, dell'approvazione urgente di una Legge che preveda ruolo e funzione delle RSU, e sancisca i diritti dei Lavoratori e delle Lavoratrici.

Il Coordinamento Nazionale delle RSU, pur rimarcando la propria autonomia dalle forze politiche, ma non dagli eventi politici che ci coinvolgono direttamente come lavoratori e come cittadini, valuta con attenzione tutte quelle iniziative che ripropongono i contenuti oggetto dello scontro sociale attualmente aperto nel nostro Paese, che danno spazio e voce alle contraddizioni ed ai soggetti sociali che di questo scontro sono protagonisti.

In questo senso, il Coordinamento Nazionale delle RSU, decide di partecipare, con i propri simboli, alla manifestazione nazionale del 24 febbraio prossimo indetta dal Partito della Rifondazione Comunista.

Da oggi, l'impegno del Coordinamento delle RSU, è quello di portare nei luoghi di lavoro le nostre forti preoccupazioni sulle involuzioni autoritarie in corso, con iniziative che favoriscano il massimo di informazione, e costruendo occasioni per fare crescere la partecipazione e l'impegno del mondo del lavoro contro questa situazione che noi riteniamo grave e pericolosa per la Democrazia, nei luoghi di lavoro come nella società.

Auspichiamo che la manifestazione del 24 febbraio prossimo sia solo un inizio, utile ed importante, da cui partire per costruire un'adesione ed una mobilitazione più vasta ti tutte le forze politiche e sociali, per la difesa della Democrazia, della Costituzione, dell'occupazione e dei diritti sociali.

Bologna - 9 Febbraio 1996

Il Coordinamento Nazionale delle R.S.U.
delle delegate e dei delegati eletti nei luoghi di lavoro