Dal Coordinamento Nazionale delle delegate e dei delegati eletti nelle RSU

Bologna - 16 Giugno 1997



Il 5 giugno scorso è stato approvato dalla Camera dei Deputati il "Paccheto lavoro" del Ministro Treu.
Abbiamo di fatto l'introduzione legale del lavoro in affitto, ed una ulteriore riduzione di garanzie per tutti i lavoratori.
E' paradossale che invece di far applicare le leggi esistenti e rafforzare i controlli contro l'illegalità del lavoro nero, si pensi di affrontare i problemi del ricatto occupazionale esistente estendendo la "precarietà" e, in definitiva, aumentando lo sfruttamento.
Ma proprio questo smaschera la pretestuosità del "pacchetto Treu", che lungi dall'essere una risposta concreta ai problemi dell'occupazione deregolamenta in realtà le poche ed ultime tutele rimaste.
Già oggi, lo dimostrano le statistiche, più della metà delle nuove assunzioni sono precarie, a tempo determinato, con condizioni normative e salariali risibili in cambio di prestazioni concesse al di fuori da ogni controllo.
Un usa e getta della Forza lavoro che condanna sopratutto i giovani in cerca di prima occupazione ad un futuro precario, senza certezze salariali e previdenziali, subordinandoli (se vogliono lavorare) all'accettazione di qualsiasi prestazione venga loro richiesta.
Anche le 100.000 borse sono esattamente il contrario di ciò che andava fatto. Posti di lavoro temporanei e precari, "sovvenzionati" dal fondo per l'occupazione, ad 800.000 lire al mese.
Così le aziende avranno anche la possibilità di poter utilizzare forza lavoro a costo zero, e mai un posto di lavoro reale verrà costruito con questo finanziamento ai padroni.
Ora il pacchetto Treu incrocia le prime scadenze contrattuali (CCNL Chimici), e dovremo prestare molta attenzione che i CCNL non recepiscano le indicazioni del pacchetto Treu, peggiorandole ancora di più sopratutto in materia di possibilità del ricorso al lavoro stagionale ed a tempo determinato, di utilizzo a piene mani e per qualsiasi mansione di personale assunto tramite le agenzie di affitto della mano d'opera.
Dovremo prestare molta attenzione che la lotta contrattuale per l'occupazione, tramite le strategie di riduzione dell'orario, di controllo dello straordinario e del ricorso agli appalti, non venga superata e scavalcata da ulteriori concessioni sulla flessibilità della prestazione e dell'assunzione.

Dobbiamo prestare molta attenzione anche al confronto, apertosi da Mercoledì 18 luglio tra sindacati-confindustria e Governo sulla riforma dello stato sociale, dove tra le altre cose è all'ordine del giorno anche la riforma (cancellazione) degli ammortizzatori sociali per affrontare le situazioni di crisi.

In merito al confronto sindacati-confindustria-governo, come Coordinamento Nazionale delle RSU abbiamo già preso posizione inviando una lettera aperta a CGIL-CISL-UIL, firmata dalle delegate e dai delegati promotori dell'assemblea nazionale tenuta dal coordinamento a Milano il 18 Aprile scorso, diffidandoli dall'approfondire qualsiasi argomento senza aver prima discusso e ricevuto un preciso mandato dai lavoratori in merito allo stato sociale, alla previdenza ed all'occupazione.
In gioco non c'è solo la costruzione di una adeguata azione vertenziale in difesa dell'attacco all'ocupazione ed al nostro salario globale, ma anche il rapporto di fiducia tra rappresentati e rappresentanti, e quindi la "democrazia sindacale".
Ma il confronto è partito male. Al di là nel giudizio negativo delle Confederazioni alle ipotesi di taglio dello stato sociale nell’entità prevista dal governo (si parla di ridurre la spesa sociale e la previdenza di una entità che va dai 10.000 ai 15.000 miliardi), resta il fatto che non si è a conoscenza di quali siano le proposte sindacali di merito. Si sa solo quanto si legge sui giornali, e cioè che si prevede una disponibilità a parlare degli armotizzatori sociali e che, per la previdenza. si ipotizzano norme di accompagnamento (con forme di part-time) alla pensione di vecchiaia.
Siamo come si vede di fronte a scarsa informazione e di fronte ad un confronto che tutti vogliono continuare.
A questo punto è necessario aumentare la pressione sulle confederazioni, lanciando una grande iniziativa, a partire dai luoghi di lavoro, con posizioni e richieste esplicite di sospendere qualsiasi confronto e di avviare una generale consultazuione tra i lavoratori per la definizione di una piattaforma di riferimento per la discussione attorno a stato sociale, occupazione e previdenza.

Ripartiamo dalla lettera aperta già inviata a CGIL-CISL-UIL Come coordinamento nazionale delle RSU, abbiamo già inviato un comunicato stampa a tutti i giornali per precisare la nostra posizione.
Cerchiamo di fare assumere posizioni orientate in questo senso al maggior numero di RSU possibili, facciamo discutere i lavoratori e proponiamo mozioni e documenti di richiesta di una consultazione generale, facciamo prendere posizione ai direttivi di categoria e confederali.


Il coordinamento Nazionale delle delegate e dei delegati eletti nelle RSU