VIGILI SENZA DEMOCRAZIA
La presa di posizione del coordinamento Milanese delle RSU
in merito ai gravi problemi di democrazia sindacale sorti nella vertenza
tra i lavoratori della vigilanza urbana municipale ed la giunta comunale di Milano.


Se si fosse applicata la Legge Bassanini, approvata da poche settimane, l’accordo tra il comune di Milano ed i sindacati per i lavoratori Vigili Urbani non avrebbe validità poiché Cgil-Cisl-Uil con le loro tessere non rappresentano la maggioranza dei lavoratori.
Siamo già al tentativo di aggirare una legge positiva, ancora prima che questa venga applicata nel pubblico impiego.
Se il referendum fosse uno strumento previsto per misurare il consenso, il sindacato non avrebbe il mandato a firmare l’accordo come dimostrato dalla valanga di NO usciti dal voto di 1372 “ghisa” su 2098 aventi diritto nella consultazione referendaria autogestita dai delegati.
Ma allora .. Cisl e Uil, ed i dirigenti della CGIL, a nome di chi hanno dato il consenso all’accordo ??. Siamo di fronte a organizzazioni sindacali che firmano accordi per essere riconosciute rappresentative dalla controparte, mente la democrazia vorrebbe che solo chi è realmente rappresentativo dei lavoratori abbia il diritto di firmare, dopo il consenso verificato, accordi Erga-omnes.
I lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto di contare e decidere sulle cose che li riguardano ??
Come Coordinamento milanese delle RSU, impegnati insieme a rivendicare una legge sulla democrazia e sulla rappresentanza, consideriamo ciò che è avvenuto nella vertenza milanese in merito alla democrazia un fatto preoccupante anche per il futuro processo di unità sindacale.
Non è possibile, e non è irrilevante, che mentre si discute delle regole e dei principi per avviare l’unità sindacale, la democrazia - quella che coinvolge e fa contare i lavoratori - si fermi ai cancelli della fabbrica o di qualsiasi luogo di lavoro.
Sorprende in questa vicenda l’incoerenza, il silenzio e la complicità di quei dirigenti sindacali che nei convegni e nelle dichiarazioni sostengono la necessità di una legge e di regole democratiche. Ma l’ipotetico sindacato nuovo ed unitario del domani dovrebbe essere costruito con la pratica e con le scelte che già oggi contribuiamo a realizzare !
E ora Cgil-Cisl-Uil, dopo il referendum e la condanna di un pretore si metteranno in silenzio dietro al vice-sindaco De Corato che, coerente con le scelte rozze ed antisindacali della giunta Albertini, dichiara che la vicenda è chiusa e che l’accordo verrà comunque applicato dal 1° gennaio 1998 ?
E anche i dirigenti nazionali e locali della Cgil, che non hanno firmato perché il comitato degli iscritti non ha dato loro il consenso, hanno leso il diritto degli iscritti previsto dallo statuto disconoscendo di fatto la scelta dei lavoratori con una dichiarazione congiunta in cui affermavano che per la Cgil la trattativa era chiusa e che i risultati erano positivi.
Una dichiarazione stupefacente subito utilizzata dal Comune come assenso e condivisione dell’accordo e di presa di distanza “dalla sua base estremista”.
Certo non convince l’ipotesi di trovarci di fronte a dei dirigenti “illuminati e saggi” rispetto a dei lavoratori “qualunquisti” o semplicemente difensori di privilegi come si vorrebbe far credere.
Con questi errori e scelte sindacali le frantumazioni saranno ampliate ed il sindacato corporativo o di mestiere potrebbe essere il pericoloso approdo di molti lavoratori delusi dalla pratica e dalla linea del sindacato confederale.
Non sarebbe opportuno riflettere con più attenzione su questi ed altri fatti - sottovalutati da molti - per cercare insieme come uscirne in avanti ?

IL COORDINAMENTO MILANESE DELLE RSU

Milano 29 dicembre 1997