ORDINE DEL GIORNO
approvato all'assemblea Toscana delle delegate e dei delegati eletti nei luoghi di lavoro
FIRENZE - 1º Febbraio 1997
L'assemblea delle delegate e dei delegati eletti nei luoghi di lavoro della Toscana ha discusso e valutato l'attuale situazione di attacco , al salario , all'occupazione ed alle generali condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie:

- Con le rigidità confindustriali in sede di rinnovo contrattuale dei lavoratori metalmeccanici
, è stata fatta saltare da destra la già debole e contraddittoria politica dei redditi sancita con l'accordo di Luglio 1993, e si vuole aprire una nuova fase di attacco al salario monetario diretto.
- Con l'ultimo accordo sul "Patto per il lavoro"
si apre la strada ad una flessibilizzazione selvaggia della prestazione lavorativa e ad una spinta precarizzazione del lavoro e del salario che, lungi dal risolvere i gravi problemi occupazionali, aprirà la strada ad un'aumento dello sfruttamento.
- Con l'ennesimo rinvio dell'applicazione della legge 626
si coprono i ritardi e le non volontà da parte dell'interesse industriale verso i problemi dell'ambiente e della sicurezza, considerati costi non produttivi (e quindi da ridurre) e pagati dalla classe lavoratrice con un sempre maggior numero di infortuni e di morti sul lavoro.
- Con le politiche finanziarie del Governo
si procede allo smantellamento della spesa sociale, favorendo così un'immenso trasferimento di risorse (di salario sociale) a favore della ristrutturazione capitalistica, realizzato con uno sviluppo delle agevolazioni, degli sgravi fiscali e contributivi alle imprese, col sostegno alle scelte di privatizzazione di settori strategici come l'energia, le telecomunicazioni, la sanità e la previdenza.
- Ora, con l'anticipo al 1997 della verifica sull'ultima controriforma delle pensioni
, si vuole dare il colpo definitivo alla previdenza pubblica, eliminando il regime transitorio dei pensionamenti di anzianità, eliminando l'adeguamento delle pensioni all'inflazione reale, accelerando il superamento del sistema a base retributiva, introducendo un prelievo obbligatorio sulle pensioni in essere, aprendo così la strada allo sviluppo della previdenza privata.
Le delegate ed i delegati eletti nei luoghi di lavoro della Toscana considerano necessario prepararsi ad affrontare questo nuovo attacco al salario previdenziale attraverso la costruzione di un'ampio movimento di massa, dentro e fuori i luoghi di lavoro, con i lavoratori dipendenti, "indipendenti" e precari, i pensionati, i disoccupati, attorno ad un progetto capace di unificare i temi del salario complessivo, dell'occupazione, della sicurezza nei luoghi di lavoro e dei diritti, che si opponga a nuove penalizzazioni.
L'assemblea delle delegate e dei delegati delle RSU della Toscana, ha quindi discusso ed approvato, a partire dall'appello lanciato a Gennaio da oltre 200 delegati delle RSU a livello nazionale, questi punti principali di
UNA PIATTAFORMA PER LA DIFESA DELLE PENSIONI!
Le pensioni sono salario. Quindi l'eccessiva onerosità del sistema previdenziale pubblico è un falso problema. Anzi, noi pensiamo che la nostra previdenza, nelle sue attuali condizioni, possa e debba essere migliorata recuperando quanto è stato perso con la legge 335/95. Il nostro obiettivo di medio periodo è in sintesi: difesa del sistema previdenziale pubblico a ripartizione, su base retributiva, con la pensione agganciata al salario e con la possibilità di pensionamento di anzianità dopo 35 anni di contributi, al 2% di rendimento della retribuzione media pensionabile, calcolata su tutta la vita lavorativa e rivalutata in base alla dinamica salariale media del periodo. Per poter garantire un sistema previdenziale a base salariale, universale e solidale, a carattere pubblico ed obbligatorio, adeguatamente remunerativo, è comunque necessario intervenire da subito:
A) - SUL SALARIO DA VERSARE AL SISTEMA.
La soluzione necessaria per mantenere e sviluppare il sistema previdenziale pubblico non sta nei tagli, nell'abbattimento dei rendimenti e nell'allungamento della vita lavorativa, ma nella definizione e nel versamento di un salario contributivo adeguato. Questo significa:
- Combattere evasione ed elusione contributiva.
Finora è mancata la volontà politica di procedere in questa direzione. Si stima che l'evasione contributiva sia oltre i 40.000 mililiardi anno,. eppure gli ispettori di vigilanza INPS, a causa del blocco delle assunzioni degli ultimi 7 anni sono in costante riduzione ed oggi non superano il 50% dell'organico INPS. Così anche il numero delle aziende controllate si riduce di anno in anno. Il Governo deve approvare una deroga al blocco delle assunzioni INPS, finalizzata a sostenere l'attività ispettiva. Questo consentirebbe entrate contributive di notevole entità, altrimenti evase.
- Bloccare la politica dei condoni previdenziali.
Essi producono scarsi risultati sul piano delle entrate e rappresentano una sorta di copertura all'elusione ed all'evasione previdenziale.
- Attuare subito l'art. 37 della legge 88/1989.
Affinchè la copertura di gran parte della spesa assistenziale, attualmente pagata dall'INPS sia affrontata tramite prelievi dalla fiscalità generale. La reale separazione della gestione previdenziale da quella assistenziale è essenziale per una valutazione corretta dei costi di gestione dei fondi pensionistici.
- Realizzare quanto già previsto dalla legge 335/95 sulla parificazione dei prelievi contributivi e delle prestazioni dei fondi speciali
, fondi di categorie particolari e fondi dei lavoratori autonomi.
- Rivendicare chiarezza nella gestione della riorganizzazione dei fondi INPS.
E' prevista l'unificazione dei fondi speciali degli autoferrotranvieri, degli elettrici e del clero, nel fondo dei lavoratori dipendenti. Tali fondi hanno già difficoltà di bilancio, che inoltre sono destinate ad aumentare dopo le ultime decretazioni del Governo in materia di prepensionamenti per gli autoferrotranvieri. Non ci opponiamo all'unificazione di questi fondi ma dobbiamo impedire che venga fatta al solo scopo di scaricare sul fondo lavoratori dipendenti la copertura del loro disavanzo. A questo scopo chiediamo al Governo un'intervento preciso per caricare i costi di tale copertura sulla fiscalità generale, così che l'unificazione sia realizzata dopo il risanamento dei deficit di gestione dei fondi interessati.
- Bloccare la politica Governativa di decontribuzione del salario aziendale
e di agevolazioni fiscali e contributive a favore delle imprese.
- Bloccare l'attuale politica di sostegno e di agevolazioni pubbliche a favore dei gestori di previdenza integrativa privata.
Lo sforzo principale deve essere quello di sostenere la previdenza pubblica ed il suo carattere universale e solidale. Il sostegno e le agevolazioni previste alle pensioni private, oltre che aumentare i costi previdenziali pubblici e quelli dei lavoratori (costretti a destinare ulteriori quote di salario per la previdenza integrativa), minano la tenuta stessa del salario previdenziale pubblico.
- Se la realizzazione delle precedenti misure non dovesse risultare sufficiente a garantire adeguate entrate all'INPS, allora dovrà essere posta con forza la questione di un'aumento della imposizione fiscale sul capitale (industriale, monetario e commerciale) per redistribuire una quota dell'aumento della produttività a favore del salario sociale e previdenziale.
B) - SULLE CONDIZIONI DELL'OCCUPAZIONE E DEL MERCATO DEL LAVORO.
La creazione di occupazione stabile è presupposto fondamentale per allargare la base contributiva. La riduzione generalizzata dell'orario di lavoro a parità di salario e di condizioni di lavoro, rappresenta oggi la principale risposta ai problemi dell'occupazione e della previdenza. Essa permette di redistribuire il lavoro e di aumentare e consolidare le entrate contributive e fiscali, rendendo disponibili le risorse necessarie a mantenere alto il livello di protezione previdenziale pubblica. Proponiamo quindi di:
- Rilanciare l'iniziativa generale sull'occupazione a partire dall'obiettivo della riduzione della durata della giornata e della vita lavorativa
, a livello confederale e di categoria.
- Combattere la flessibilizzazione e la precarizzazione delle prestazioni lavorative.
E' chiaro infatti come le ipotesi concordate nel recente "patto per il lavoro" sull'estensione delle forme di lavoro precario, stagionale ed a termine, lungi dal risolvere i problemi dell'occupazione avranno effetti devastanti anche sulla tenuta del sistema previdenziale pubblico. La precarietà della prestazione, nelle forme previste (contratti a termine, lavoro interinale, lavoro stagionale) è anche precarietà salariale e quindi contributiva. Ciò non solo crea le condizioni di una costante ed irreversibile riduzione della base contributiva e quindi delle entrate INPS, ma rende quasi impossibile, per i lavoratori precari, maturare una pensione pubblica dignitosa ed adeguata (specialmente se rimane a regime contributivo).
- Opporsi al patto per il lavoro.
Una linea di difesa dell'occupazione e del salario (anche del salario previdenziale) non può quindi prescindere da una netta critica nei confronti del "patto per il lavoro" concertato tra sindacato-confindustria-governo, del quale vanno messi in discussione sia i presupposti concettuali che le determinazioni pratiche e normative.
- Realizzare una difesa immediata.
In coerenza con ciò vanno inoltre rivendicate soluzioni legislative che, per le forme di lavoro precario (comunque presenti) determinino una generale condizione di tutela anche previdenziale. In particolare ciò riguarda il lavoro interinale che, per come viene prospettato, risulterà gestito e mediato da vere e proprie agenzie che potranno vincolare a sè sempre maggiori quote di forza-lavoro, condannate a non avere altra soluzione di impiego se non rensersi "disponibili" alla condizione di lavoratore precario, con scarsissimi diritti e tutele e con scarsissime possibilità di organizzazione e contrattazione. Sul piano della difesa immediata, dobbiamo rivendicare che le agenzie di lavoro interinale vengano obbligate a garantire una continuità contributiva per i loro lavoratori. Tale contributo deve coprire i periodi di effettivo lavoro interinale ed i periodi di non impiego.
Proponiamo questa piattaforma alla discussione di tutte le delegate ed i delegati eletti nei luoghi di lavoro a livello nazionale, con l'obiettivo di costruire un grande movimento di massa capace di contrastare il nuovo attacco al salario previdenziale e riproporre invece, come questione centrale, la difesa del salario complessivo e dell'occupazione.
Per questo l'assemblea delle delegate e dei delegati eletti nei luoghi di lavoro della Toscana, si rivolge a tutte le rappresentanze sindacali di base a livello nazionale proponendo e convocando un
Coordinamento Nazionale delle Delegate e dei Delegati delle Rsu
Venerdì 28 febbraio alle ore 10
presso la Camera del Lavoro di Bologna, in Corso Marconi 62
con l'obiettivo di preparare un'assemblea nazionale dei lavoratori e dei delegati delle RSU che definisca obiettivi ed iniziative di un grande movimento di massa.
L'assemblea delle delegate e dei delegati delle RSU della Toscana