L'ATTACCO AL SALARIO DIRETTO: IL CONTRATTO DEI MECCANICI

L'ANALISI DEL CONTRATTO DEI METALMECCANICI RICHIEDE DI PARTIRE DAL SALARIO SOCIALE

 

Che cosa è
Se poniamo ai lavoratori la seguente questione: Che cosa è il salario?
Malgrado la diversità delle loro risposte essi concordano tutti su un punto: il salario è la somma di denaro che il proprietario di capitale paga per un determinato tempo di lavoro. I lavoratori scambiano la loro merce, il lavoro, con la merce del capitalista, il denaro. Tanto denaro per tanto lavoro. Il salario si concepisce come grandezza sociale perché comprende i costi necessari per far esistere la merce forza-lavoro, ossia per l'esistenza del proletariato intero come classe nell'arco di tutta la vita. In questi costi rientrano i prezzi pagati per ottenere tutte le merci avute in cambio del salario: non solo quindi quelle che servono al lavoratore individuale che percepisce la busta paga, ma alla "razza dei venditori di forza lavoro" e cioè a tutte le persone, vecchie e giovani, abili o inabili al lavoro, che dipendono per la loro esistenza da quella fonte di reddito.
Esso si concepisce come "salario sociale globale di classe" ed è semplicemente un nome speciale dato al prezzo di mercato dell'unica merce di proprietà della classe lavoratrice: la merce forza lavoro.
Il "salario sociale globale di classe", a differenza del prezzo delle altre merci, è dato da due diversi elementi di valore. Il primo è l'elemento fisico e costituisce il limite minimo per la riproduzione fisica della razza dei venditori della merce forza lavoro. L'altro è l'elemento storico-sociale. Questo può aumentare o diminuire, ed anche annullarsi, in modo che rimanga soltanto il limite fisico.

Come si determina
Dato che, tolte le spese, la ricchezza prodotta si ripartisce tra profitto e salario sociale, il livello massimo del profitto si raggiunge quando il salario sociale corrisponde al suo il limite fisico minimo.
Il capitale dunque cerca costantemente di ridurre il salario a tale limite, mentre il lavoro esercita costantemente una pressione in senso opposto.
In sostanza la determinazione del livello reale del profitto ed il suo contrario conseguente, ossia la determinazione dell'elemento salariale storico-sociale, vengono decisi soltanto dalla lotta incessante tra capitalisti e lavoratori.
Durante la fase espansiva del ciclo il capitale eleva il grado di estrazione del plusvalore relativo. Ottiene così una crescita di profitto che non dipende dal calo della lotta economica dei lavoratori. In queste condizioni, se tale lotta cresce, può efficacemente opporsi alla pressione capitalistica sul salario sociale e può arrivare a creare una struttura contrattuale capace di determinare un aumento dell'elemento salariale storico-sociale.
Durante la fase di crisi del ciclo il capitale raggiunge una eccessiva composizione organica. Registra così un calo del profitto che non dipende dalla crescita della lotta economica dei lavoratori.
In queste condizioni la riduzione salariale costituisce la più immediata influenza antagonistica a quel calo.
Necessariamente ciò che in passato sembrava una resistibile pressione capitalistica sul salario diventa ora un attacco devastante. Esso allarga l'esercito industriale di riserva, trasforma il mercato del lavoro, sviluppa la concorrenza tra lavoratori nel tentativo di ottenere, prima, la disgregazione della struttura contrattuale su cui poggiava l'elemento salariale storico-sociale precedentemente conquistato e poi tutte le riduzioni del salario sociale ritenute necessarie.
I lavoratori devono contrapporre a questo attacco una decisa lotta di difesa per impedire che il "salario sociale globale di classe" sia ridotto al suo limite minimo, al solo elemento fisico.

Come è stato determinato
Durante l'ultima fase espansiva e fino a metà degli anni 70, la lotta di classe dei lavoratori ha ottenuto:

Si è formata così una struttura contrattuale capace di realizzare, nel periodo considerato, le seguenti relazioni:

Tutto questo ha notevolmente allargato e migliorato l'elemento salariale storico-sociale.

Come viene attaccato dalla classe dei capitalisti
Nell'attuale guerra mondiale di concorrenza, ogni capitalista si distrugge, mentre distrugge la parte stupida del proprio capitale (la parte che non si valorizza) e si ricrea, mentre ricapitalizza la parte intelligente del proprio capitale (la parte che si valorizza) impiegando a tale scopo ogni capitale libero e ogni altra ricchezza disponibile.

NELLA GUERRA MONDIALE DI CONCORRENZA TUTTI I CAPITALISTI COMBATTONO PER LA LORO DISTRUZIONE/RICREAZIONE/RICAPITALIZZAZIONE SU DUE FRONTI E SU DUE LINEE

 

linea della "produzione"

linea della "redistribuzione"

fronte interno
(lotta economica di concorrenza tra capitalisti)

  • ogni capitale tende ad acquisire capitale produttivo privato (fusioni) e pubblico (privatizzazioni);
  • ogni capitale tende a distruggere/trasformare le sue strutture (il tessuto produttivo multinazionale concentrato viene diviso, "snellito" e ricomposto in filiere produttive transnazionali);
  • ogni capitale tende ad operare come capitale finanziario per redistribuire a proprio favore la proprietà e i rendimenti della maggior quota possibile di capitale finanziario privato e pubblico libero (mercato finanziario-monetario mondiale e relativa formazione di politiche monetarie transnazionali);
  • fronte esterno
    (lotta economica di classe del capitale contro il lavoro)

    • tutto il capitale riduce l'occupazione e costringe gli occupati a rendere liquida una maggior quantità del loro lavoro.
  • tutto il capitale riduce il "salario sociale globale di classe".

  • Poiché‚ la riduzione salariale costituisce la più immediata influenza antagonistica alla svalorizzazione del capitale l'elemento immediatamente più importante della guerra mondiale di ricapitalizzazione è il fronte esterno.
    Su tale fronte il capitale riduce il "salario sociale globale di classe" secondo le sue necessità di ricapitalizzazione. Per questo esso disgrega la struttura contrattuale esistente puntando alla massima liberalizzazione possibile della forza-lavoro e del suo prezzo.
    In tal modo le relazioni più produzione = lavoro e struttura salariale stabili e più produttività = aumento del salario sono rovesciate in:

    Il capitale, per vincere sul fronte esterno, genera progressivamente, dall'interno della sua crisi di valorizzazione e dall'interno della sua lotta economica contro il lavoro, la strategia neocorporativa della sottomissione alla ricapitalizzazione e la innesta, a più riprese, nelle organizzazioni sindacali e nei "partiti operai borghesi".
    Tutto questo è contemporaneamente causa e conseguenza della sconfitta materiale ed organizzativa della classe dei lavoratori.

    L'ATTUALE ATTACCO CONCRETO AL SALARIO

    Le premesse
    Da metà anni 70, la classe dei capitalisti avvia questa strategia. Ne istituisce la forma di teoria dei sacrifici e, sfruttandone la disponibilità a ridurre il salario diretto, taglia l'occupazione, riduce il costo del lavoro e ne aumenta l'intensità.
    Negli anni 80 fa evolvere la teoria dei sacrifici verso le prime concertazioni triangolari realizzando, da un lato l'intensificazione delle precedenti azioni (attacco alla scala mobile, ecc.), dall'altro incominciando a ridurre il salario differito ed il salario indiretto (dal 1988 le leggi finanziarie subordinano tassativamente la spesa pubblica, al principio privatistico di economicità).
    Negli anni 90 l'evoluzione internazionale della crisi impone che la classe dei capitalisti sostenga la ricapitalizzazione prendendo liberamente dal fronte esterno tutto il possibile o, il che è lo stesso, attuando liberamente tutte le possibili riduzioni dell'elemento salariale storico-sociale.
    Ma queste riduzioni saranno liberamente praticabili dopo la disgregazione della struttura contrattuale del "salario sociale globale di classe" (rimasta attiva nonostante tutti gli attacchi subiti) e la liberalizzazione della forza-lavoro e del suo prezzo.

    Attacco concreto 1: l'inizio
    Dunque nel 1992 la recessione assegna al governo del "socialista" Giuliano Amato l'incarico di istituire la strategia neocorporativa per la disgregazione/liberalizzazione, cominciando a realizzarla.
    Questo "amato neocorporativismo borghese di sinistra" si articola su tre linee guida:
    - Preparare la legge finanziaria, ossia la piattaforma della borghesia per la disgregazione/liberalizzazione, individuando gli obiettivi massimi raggiungibili nell'anno sul fronte esterno.
    - Portare lo scontro sulla legge finanziaria nella palude della discussione partitica e parlamentare, impantanando il più possibile la lotta economica dei lavoratori.
    - Concertare la disgregazione/liberalizzazione, graduandone lo svolgimento con patti di mediazione/attenuazione degli obiettivi massimi annuali e con accordi parlamentari sulla legge finanziaria.
    Sconfiggendo la classe lavoratrice con l'accordo del 31 luglio 92 e quello sul costo del lavoro (eliminazione della scala mobile) e con la finanziaria 1993, l'"amato" governo inaugura il "mondo neocorporativo" di tutti i futuri governi, in gergo: "la seconda repubblica".

    Attacco concreto 2: la pienezza
    Nel 93 viene messo al "mondo" Ciampi (gran commesso borghese di Banca D'Italia).Subito il suo esecutivo lavora sodo per dare pienezza al "mondo": libera l'esperienza dell'"amato" neocorporativismo borghese" dalla sua contingente connotazione di sinistra, la istituzionalizza e la fa diventare Regime. Naturalmente il governo Ciampi sa:

    Attacco concreto 3: gli sviluppi di destra
    Nel 94, con una cena a base di pasta e fagioli in casa Agnelli, viene messo al "mondo" Berlusconi. L'avvocato, puntando ad una rapida disgregazione/liberalizzazione, firma al cavaliere il nulla osta per diventare il primo gestore di destra del "Regime dei mercati". Così l'esecutivo del Polo, piegando a proprio vantaggio le procedure concertative, assalta le pensioni, cerca di indebolire il sindacato e tenta di portarne i dirigenti più realisti dalla sua parte, dalla parte del Neocorporativismo Anglosassone (Il Neocorporativismo Anglosassone prevale nell'area Inglese-Americana ed è caratterizzato da debole presenza sindacale, scarsissimo peso del sindacato fra gli investimenti finanziari istituzionali - fondi pensione, servizi sociali quasi completamente privati, egemonia ideologica del capitalismo popolare - con l'esaltazione del possesso individuale del capitale azionario). Ma l'operazione non funziona. In autunno esplode la lotta dei lavoratori che tutti i concorrenti del cavaliere sostengono ed usano per togliere alla destra la gestione politica del "Regime". Dopo l'accordo dell'1-12-94 i Padroni (del "Regime dei mercati") riconoscono la sconfitta del governo, rinunciano al tentativo di ottenere una disgregazione/liberalizzazione rapida e rinviano l'attacco alle pensioni.
    Il rinvio però non può aspettare la conclusione delle beghe elettoralistiche tra i due poli.

    Attacco concreto 4: gli sviluppi tecnici
    Nel 95 i Padroni inventano il "gestore tecnico del Regime dei mercati" e viene messo al "mondo" il rospo Dini (gran commesso borghese di Banca D'Italia e del FMI). Dall''8 agosto 95 e fino alle elezioni del 96, il "rospo del Fondo", avidamente baciato dal Neocorporativismo Eurotedesco (Il Neocorporativismo Eurotedesco prevale nell'area capitalistica europea ed è caratterizzato da una media consistenza sindacale, un certo ruolo del sindacato fra gli investitori finanziari istituzionali - con fondi pensione sindacali diretti e indiretti, servizi sociali parzialmente pubblici, egemonia ideologica della democrazia economica - con l'esaltazione del possesso collettivo del capitale azionario) delle confederazione e dei "partiti operai borghesi", può colpire il fondamento salariale della previdenza reintroducendo il calcolo delle pensioni su base contributiva, cancellare il recupero salariale 94-95 dei pubblici dipendenti, ecc., ecc..

    Attacco concreto 5: gli sviluppi di centro(sinistra?)
    Nel 96 viene messo al "mondo" Prodi (gran commesso borghese dell'IRI). Il governo frutto della bologna e della bolognina, in quanto gestore di centro(sinistra?)-buonista del "Regime dei mercati", deve dimostrare che è possibile procedere ad una disgregazione/liberalizzazione buona, sottile e soffice come una fetta di mortadella.
    Ma il "prode" esecutivo di droghieri è solo lì a gestire un Regime che, in ultima analisi, si muove secondo gli interessi dei suoi proprietari. E ultimamente questi interessi, sollecitati dalla crisi economica e concorrenziale del capitale transnazionale eurotedesco, spingono per una disgregazione/liberalizzazione dura e pesante fatta di:

    Così il gestore deve adeguarsi ai "desiderata del proprietario". Con il congresso P.d.S. parte la riconversione professionale: i "prodi droghieri", abili nel condire delicatamente i loro ingredienti nei tagli del salario sociale, devono diventare "perfidi macellai" capaci di allargare quei tagli con forza e fredda decisione.
    La prova in mattatoio è convocata nei prossimi appuntamenti di finanziaria e fino a luglio 97 (verifica dell'accordo del 23 luglio 93).

    DOPO L'ANALISI DELLA DETERMINAZIONE E DELL'ATTACCO AL SALARIO SOCIALE CONSIDERIAMO IL SALARIO DIRETTO DEI METALMECCANICI OGGI


    Come è stato determinato Fino a metà anni 70, le relazioni più produzione = lavoro e struttura salariale stabili e più produttività = aumento del salario, sostanziate dalle lotte dei lavoratori, hanno sostenuto il "salario sociale globale di classe". La sua parte salario diretto è stata la più dinamica. I metalmeccanici, in particolare, hanno notevolmente migliorato la retribuzione e hanno mantenuto, almeno fino al 23 luglio 1993, gli elementi che formano la:

    COMPOSIZIONE DEL SALARIO DIRETTO

     

    retribuzione
    base
    retribuzione
    di anzianità
    retribuzione
    di produttività
    retribuzione
    di merito
    Elemento direttamente collegato alla riproduzione del valore di scambio e del valore d'uso della forza-lavoro.
    E costituito da tre quote:
    quota
    professionale
    quota di
    mantenimento
    indennità di
    mantenimento
    Elemento
    che collega
    automaticamente
    il livello di
    stipendio e una
    quota di salario
    differito agli anni
    di lavoro nella
    stessa azienda.
    E rappresentato
    nel contratto
    dalla somma di
    scatti di anzianità
    (5% della
    retribuzione base
    o di una sua
    parte) e dal TFR.
    Elemento che recupera salario dagli incrementi di produttività nelle seguenti due forme:
    a
    riparto
    a cottimo
    o incentivo
    Elemento pagato
    discrezionalmente
    dal padrone al
    singolo lavoratore.
    Nel contratto è
    rappresentato dagli
    assegni individuali,
    dai superminimi,
    dai benefit, ecc..
    Parte di salario che paga il costo di riproduzione della F.L. secondo il suo particolare valore d'uso. E rappresentata nel contratto dal minimo tabellare per ciascun livello categoriale.
    Parte di salario che mantiene o integra la retribuzione base, tenendo conto di eventi sociali come l'aumento delle necessità o del costo della vita. E rappresentata nel contratto da: la scala mobile, il terzo elemento.
    Parte di salario che copre le spese della F.L. per recarsi e mantenersi sul posto di lavoro. E rappresentata nel contratto da: la indennità di trasferta, i servizi o le indennità sostitutive per la mensa, il trasporto, il vestiario, ecc..
    Questa forma utilizza parte di aumento di produttività per migliorare le condizioni di tutti i lavoratori. E rappresentata nel contratto da: premi in cifra fissa, riduzione di orario di lavoro, ecc.
    Questa forma si basa su un aumento individuale che dovrebbe pagare il contributo dato dai lavoratori all'aumento del rendimento economico del capitale. E rappresentata nel contratto da premi/obiettivo, paga di cottimo, straordinario, ecc.


    Assieme a questa composizione della retribuzione si è formata ed ha operato una struttura contrattuale del salario diretto particolarmente forte e stabile, basata sui seguenti tre livelli:

    CONTRATTAZIONE GENERALE
    DEI MECCANISMI DI DIFESA DEL
    POTERE D'ACQUISTO DEL SALARIO

    Con la lotta e la contrattazione generale, i sindacati confederali hanno costruito un meccanismo di difesa del potere di acquisto dei salari regolato dai seguenti accordi interconfederali:

    • accordi 6-12-45, 23-5-46, 27-10-46, istituzione della scala mobile;
    • accordo 21-3-51, è definito l'indice nazionale del costo della vita e il relativo punto di contingenza;
    • accordi 15-1-57, 29-7-63, 18-3-69, adeguamento del valore punto agli aumenti retributivi;
    • accordo 25-1-75, istituzione del punto unico di contingenza; conglobamento della contingenza pregressa; ridefinizione della base indice del costo della vita e della scala mobile.

     

     

    CONTRATTAZIONE NAZIONALE
    DELLA COMPOSIZIONE E DEGLI
    ELEMENTI LA RETRIBUZIONE

    Con la lotta e la contrattazione nazionale, i sindacati di categoria:

    • hanno imposto, nel 69-70, la durata e il rinnovo biennale del contratto nazionale;
    • hanno costruito e mantenuto fino al 23-7-93 un sistema retributivo stabile, composto dagli elementi: retribuzione base, retribuzione di anzianità, retribuzione di produttività e retribuzione di merito;
    • hanno migliorato gli elementi citati, almeno fino al contratto 76.
    CONTRATTAZIONE ARTICOLATA
    DEGLI ELEMENTI CHE
    COMPONGONO LA RETRIBUZIONE

    Con la lotta e la contrattazione articolata, i sindacati di fabbrica:

    • hanno affermato il diritto di attività sindacale all'interno del luogo di lavoro;
    • hanno affermato il diritto di contrattare in ogni momento le condizioni di lavoro e salariali dei gruppi omogenei o dei reparti;
    • hanno imposto nel 70 la durata ed il rinnovo annuale del contratto aziendale.



    La forza-stabilità di questa struttura deriva dal fatto che:



    Come viene attaccato dalla classe dei capitalisti
    Come abbiamo visto la riduzione del salario sociale è la più immediata influenza antagonistica alla svalorizzazione del capitale e dunque la classe dei capitalisti lo attacca:

    liberalizzazione del lavoro = sostegno della produzione

    (disoccupazione, precarizzazione, decomposizione della struttura del salario sociale)

    liberalizzazione del prezzo = sostegno della produttività

    (completa libertà di riduzione del salario sociale)

    Parimenti viene attaccato il salario diretto dei metalmeccanici con:

    L'ATTUALE ATTACCO CONCRETO AL SALARIO DIRETTO DEI METALMECCANICI


    Le premesse
    Dal 75 la teoria neocorporativa dei "sacrifici per un nuovo modello di sviluppo" prende la testa delle confederazioni che "contrattano", con un progressivo peggioramento del salario sociale, la corrispondente riduzione della parte del salario diretto garantita dalla scala mobile:

    Intanto le confederazioni coinvolgono o spingono i sindacati metalmeccanici all'inquinamento neocorporativo della contrattazione di categoria.
    Con l'accordo del 76 nasce il controllo degli investimenti e della produzione mediante la prima parte dei contratti. Questa diventerà sempre più pesante nei successivi accordi del 79, dell'82, ecc., fino a sfociare nella codeterminazione degli anni 90. Ciononostante i metalmeccanici ottengono, in ambito nazionale ed aziendale, aumenti retributivi consistenti almeno fino all'85. Solo dopo prevale la linea della moderazione salariale. Infine resiste all'inquinamento soltanto la contrattazione aziendale nelle piccole e medie aziende.

    Attacco concreto 1: l'inizio A fine anni 80 il salario diretto risulta notevolmente logorato. Ma questo non basta. La classe dei capitalisti deve procedere con la sua disgregazione/liberalizzazione. Nel giugno 1991, la Confindustria disdetta definitivamente la scala mobile. Il governo la proroga fino al 31-12-91. Seguono sei mesi di totale confusione. Alla fine l'accordo Amato-Trentin (trentun luglio 1992) sancisce l'annullamento del meccanismo di difesa del salario reale per istituire il "mondo neocorporativo" di tutti i futuri governi.

    Attacco concreto 2: la pienezza La struttura contrattuale del salario diretto, una volta privata del suo primo fondamentale livello, non regge più. Il capitale, senza aspettare che crolli spontaneamente, dà a Ciampi, gestore del "Regime dei mercati", il compito di "far piazza pulita" sostituendola con una procedura che regola la liberalizzazione/riduzione del salario diretto.
    Il governo esegue e realizza, con l'accordo del 23 luglio 1993, la Riforma della Contrattazione.
    Questa si basa su tre livelli di regolazione della riduzione del salario diretto:

    REGISTRAZIONE DI INFLAZIONE PROGRAMMATA/LIMITE SALARIALE CHE I MERCATI IMPONGONO

    A maggio il DPEF traduce in legge la politica economica e dei redditi richiesta dai mercati. Di conseguenza governo, padroni e sindacati riuniti nella "Prima sessione di controllo" della politica dei redditi, prendono atto dell'inflazione programmata. A settembre la "legge finanziaria" viene presentata in Parlamento. Di conseguenza la "Seconda sessione di controllo" della politica dei redditi trasforma l'inflazione programmata nel limite massimo di incremento salariale.

    CONTRATTAZIONE NAZIONALE DELLA QUANTITÀ DI INFLAZIONE CHE I PADRONI POSSONO SCARICARE SUL SALARIO

    Con la concertazione, la classe dei capitalisti ha istituito una procedura che determina la quantità di inflazione da scaricare sui lavoratori attraverso il Contratto Nazionale di Lavoro. Tale procedura prevede:

    • la definizione quadriennale del CCNL in due fasi biennali
    • nella prima fase, la contrattazione della parte normativa e della parte retributiva nei limiti dell'inflazione programmata dal primo livello;
    • nella seconda fase, la contrattazione per il recupero della differenza tra inflazione programmata e inflazione ISTAT.

    CONTRATTAZIONE AZIENDALE DELLA SUSSUZIONE DEI LAVORATORI AGLI INTERESSI DELL'IMPRESA

    Con la concertazione, la classe dei capitalisti ha istituito una procedura per subordinare le condizioni dei lavoratori agli interessi dell'impresa attraverso il Contratto aziendale: Tale procedura prevede:

    • la definizione quadriennale del Contratto Aziendale su materie diverse da quelle del CCNL in due modi temporali;
    • nel primo modo, la contrattazione della paga a incentivo/risultato, una sola volta in 4 anni;
    • nel secondo modo, la gestione dei processi di ristrutturazione, in qualsiasi momento nei 4 anni.


    La forza di questa procedura che regola la riduzione del salario diretto deriva dai seguenti fatti.

    1. Il primo livello predefinisce un quadro procedurale, per la riduzione del salario diretto, che permette al capitale di raggiunge i suoi obiettivi fondamentali:
    1. Il secondo livello dà attuazione pratica al quadro procedurale predefinito dal primo livello, escludendo dalla contrattazione gli aumenti di produttività e contrattando l'entità di riduzione del salario. In questo modo:
    1. Il terzo livello dà attuazione pratica al quadro procedurale predefinito dal primo livello, ostacolando la contrattazione articolata là dove i lavoratori hanno la forza di sostenerla oppure chiudendola, con la contrattazione di sistemi di paga individuale a incentivo/risultato, dentro un meccanismo di sussunzione dei lavoratori agli interessi dell'impresa.

    Come è evidente, parola di Romiti al 3º convegno FIAT sul Mezzogiorno, la Riforma della Contrattazione ha il compito di "... far piazza pulita delle resistenze ad accettare un nuovo equilibrio dei livelli retribuitivi".
    Attacco concreto 3: gli sviluppi nel primo biennio
    Da marzo a luglio 94, la Riforma della Contrattazione "fa piazza pulita" della struttura contrattuale precedente sostituendola con il primo CCNL metalmeccanico del "Regime dei mercati", come si vede dai documenti contrattuali FIM-FIOM-UILM. Il documento di piattaforma per il rinnovo del contratto contiene essenzialmente due richieste:

    Il documento dell'accordo contiene i due risultati relativi alle richieste:


    Attacco concreto 4: gli sviluppi nel secondo biennio Al momento del rinnovo del secondo biennio, la Federmeccanica applica rigorosamente la Riforma della Contrattazione. La utilizza cioè come procedura che regola la riduzione del salario diretto, mettendo chiaramente in evidenza come funziona. Da un lato la lotta economica del capitale attacca con decisione su due obiettivi:

    Dall'altro la lotta economica dei lavoratori può solo rispondere con una difficile azione difensiva. I lavoratori devono cercare di ridurre al minimo l'inevitabile riduzione del salario reale (la perdita salariale dovuta alla differenza tra effettivo aumento dei prezzi e inflazione ISTAT non è recuperabile).
    Ma ancor di più devono cercare di respingere il rafforzamento della nuova contrattazione. Dopo oltre 40 ore sciopero, la Federmeccanica non ha stravinto, ma ha comunque ottenuto risultati significativi come dimostrano l'avocazione della trattativa alle confederazioni, il suo trasferimento in sede governativa, la forma di lodo governativo dell'accordo del 5-2-97 ed infine i suoi:

    CONTENUTI

    EFFETTI IMMEDIATI

    • La scadenza contrattuale slitta dal 30-6-98 al 31-12-98.

    Questo peggiora l'accordo del 23 luglio e produce il mancato recupero salariale per gli ultimi 6 mesi di vigenza del contratto.

    • Le quote di aumento delle retribuzioni al lordo degli scatti di anzianità sono: £.100.000 dall'1-1-97, £.80.000 dall'1-3-98, £.20.000 dall'1-10-98.
    • Per il passato è prevista "una tantum" di £.512.000: 312.000 a febbraio 1997, 212.000 a luglio 1997.

    L'aumento salariale non recupera l'aumento del costo della vita, n‚ la differenza tra l'inflazione programmata (2,5%) e quella reale (5,8%) del 95 e 96. L'assorbimento degli scatti di anzianità divide i lavoratori. Un 5º livello con tre scatti avrà un aumento medio di £.197.800 lorde. Un 5º livello giovane o senza scatti avrà un aumento medio di £.172.800 lorde. Gli operai giovani o senza scatti di 3º e 4º, avranno rispettivamente £.148.000 e £.158.500 lorde.

    • Le parti concordano di non sovrapporre nel 97 le contrattazioni nazionale e aziendale. Quest'ultima comunque potrà avere un contenuto economico esclusivamente legato alla crescita di elementi variabili e che migliorano la competitività aziendale, quali redditività, qualità e produttività.

    L'accordo introduce una moratoria per le vertenze aperte sospendendo di fatto le contrattazioni aziendali. La contrattazione aziendale è vieppiù limitata poiché‚ mentre nell'accordo del 23 luglio si diceva che gli incrementi salariali dovranno essere principalmente legati ai citati elementi variabili, lasciando qualche spazio anche ad altre richieste economiche, in questo accordo si dice che il legame tra tali incrementi e gli elementi variabili diventa esclusivo.

    • Le parti concordano che a decorrere dall'1-1-98 la tredicesima mensilità sarà esclusa dalla base di calcolo del trattamento di fine rapporto. Questa riduzione di salario dovrebbe compensare il contributo aziendale (1% del valore cumulato di minimi, edr, ecc.) al Fondo Nazionale di Previdenza. Tale contributo sarà dovuto ai lavoratori che aderiranno al Fondo medesimo con un versamento della stessa entità.

    Con il taglio della tredicesima sulla liquidazione, tutti i lavoratori avranno una riduzione certa di salario per circa £.200.000 anno. Tale riduzione dovrebbe essere compensata da una futura pensione integrativa assicurata dal Fondo che, per ora, non è formalmente istituito e che, quando esisterà, non comprenderà i lavoratori a cui mancano meno di 10 anni alla pensione, non essendo per loro conveniente. In realtà questa intesa permette alle aziende, senza Fondo, di incamerare le 200.000 lire di tredicesima tagliata dal TFR, con il Fondo, di non versare l'1% della retribuzione di tutti i lavoratori che resteranno fuori dal Fondo. Questi ultimi avranno certamente perso le 200.000.

    Comunque il primo CCNL metalmeccanico del "Regime dei mercati" registra le "distruzioni/innovazioni" strutturali della concertazione neocorporativa. La nuova composizione del salario diretto le mette bene in evidenza.

    NUOVA COMPOSIZIONE DEL SALARIO DIRETTO

     

    retribuzione base

    retribuzione
    di anzianità

    retribuzione
    di produttività

    retribuzione di merito

    Elemento direttamente collegato alla riproduzione del valore di scambio e del valore d'uso della ro. E costituito da due quote: quota professionale

    indennità di mantenimento

    Elemento che collega il livello di stipendio e una quota di salario differito agli anni di lavoro nella stessa azienda. E' rappresentato nel contratto dalla somma di scatti di anzianità (5% della retribuzione base o di una sua parte) e dal TFR.

    Elemento che recupera salario dagli incrementi di produttività nella forma a cottimo o incentivo. Questa forma si basa su un aumento individuale che dovrebbe pagare il contributo dato dai lavoratori all'aumento del rendimento economico del capitale. E rappresentata nel contratto da premi/obiettivo, paga di cottimo, straordinario, ecc.

    Elemento pagato discrezionalmente dal padrone al singolo lavoratore. Nel contratto è rappresentato dagli assegni individuali, dai superminimi, dai benefit, ecc..

    Parte di salario che paga il costo di riproduzione della F.L. secondo il suo particolare valore d'uso. E rappresentata nel contratto dal minimo tabellare per ciascun livello categoriale.

    Parte di salario che copre le spese della F.L. per recarsi e mantenersi sul posto di lavoro. E rappresentata nel contratto da: la indennità di trasferta, i servizi o le indennità sostitutive per la mensa, il trasporto, il vestiario, ecc..


    Nella nuova composizione:


    Attacco concreto 5: un deciso passo avanti per il completamento Ma la classe dei capitalisti vuole di più e si prepara a fare un deciso passo avanti per completare la liberalizzazione/riduzione del salario diretto. Ce lo spiega sempre il "Romiti-FIAT-meridionalista":
    "Si deve far piazza pulita delle resistenze ad accettare un nuovo equilibrio dei livelli retribuitivi. Ed è necessario rivedere il modello contrattuale, perché l'attuale mal si concilia con l'inflazione calante. In particolare, non si può più rinviare la revisione dei due livelli di contrattazione definendo con precisione la funzione di ciascuno di essi".

    DOBBIAMO DUNQUE PREPARARE ENTRO MAGGIO-GIUGNO UNA PIATTAFORMA DI DIFESA DEL SALARIO DIRETTO CON RIVENDICAZIONI DI CARATTERE CONFEDERALE E CATEGORIALE (a partire dalle categorie che debbono rinnovare i contratti, come per esempio i chimici) PER:

    1. IMPEDIRE CHE SIA COMPLETATA LA DISTRUZIONE DEL SISTEMA CONTRATTUALE DEGLI ANNI 60/70;
    2. ROMPERE DOVE POSSIBILE I VINCOLI DEL SISTEMA CONTRATTUALE NEOCORPORATIVO ISTITUITO CON L'ACCORDO DEL 23 LUGLIO.

    RICORDIAMO CHE LA

    PIATTAFORMA IN DIFESA DELLE PENSIONI

    PREPARATA DAL COORDINAMENTO VERRA' PRESENTATA IN

    ASSEMBLEA NAZIONALE


    delle delegate e dei delegati eletti nei luoghi di lavoro

    VENERDI 18 APRILE - A MILANO

    Chiediamo a tutte le delegate ed ai delegati eletti nei luoghi di lavoro, a tutti i sindacalisti e a tutte le associazioni di dare la loro adesione alla piattaforma ed alla assemblea, telefonando o inviando un fax a:

    TRADARDI VALERIO

    ITALTEL Milano

    tel. 02 43888656

    fax. 02 43888675

    PISTONESI GIANNI

    SASIB FOOD Parma

    tel. 0521 277251

    fax. 0521 260243

    ROSSI ROSSANO

    SAMMONTANA Empoli

    tel. 0571 7076

    fax. 0571 707447

    GHIGLIONE RITA

    THERMOMECCANICA La Spezia

    tel. 0187 552444

    fax. 0187 552450

    VIGGIANO FRANCESCO

    TELECOM Torino

    tel. 011 3354911

    fax. 011 5629265

    RUBINI MARIO

    STEC Roma

    tel. 06 4992244

    fax. 06 49822329