Ordine del giorno
( GIOVEDI 18/9/97 )
I lavoratori del Corriere della Sera stabilimento di Padova
riuniti in assemblea , in presenza del segretario generale
slc-cgil del veneto Stefano Faccin e della  segretaria
generale slc-cgil di padova  Diana Pelizza, ribadiscono:

A) che la manifestazione sindacale del 20 ha senso nel
momento in cui metta al centro dei suoi contenuti il
rafforzamento e lo sviluppo dello stato sociale, dei
diritti di uguaglianza, dell'insieme delle tutele che le
lavoratrici e i lavoratori si sono conquistate con le lotte
negli anni '60 '70. Quindi il diritto alla salute, allo
studio, alla tutela previdenziale e ad un reddito che
permetta a tutti di vivere decentemente.

B) che di fronte alla pretesa di Confindustria di mettere
ancora mano alle pensioni di anzianità e alle disponibilità
mostrate dal Governo in questo senso noi ribadiamo invece:
che va stabilita la piena separazione tra previdenza e
assistenza, caricando la seconda sulla fiscalità generale.
che vanno avviati senza incertezze i processi di
armonizzazione dei trattamenti azzerando gli scandalosi
privilegi di cui godono ancora in molti.
Che va posto fine alla micidiale evasione fiscale e
contributiva avviando subito nuove assunzioni nei ruoli
degli ispettori INPS mettendoli in condizione di fare al
meglio il loro lavoro.
Che vanno riconosciute tutte le attività usuranti con
particolare attenzione per  il lavoro notturno.
Che va rivista la riforma Dini, abolendo la clausola di
salvaguardia, e certamente per la parte che riguarda i
giovani e le donne che entrano nel mercato del lavoro senza
 garanzie di certezza e continuità.

I lavoratori del Corriere della Sera ribadiscono inoltre
che non deve esserci alcun scambio tra nuovo lavoro ed
ulteriore flessibilità o precarizzazione dei rapporti di
lavoro ovunque essa si collochi sia a Nord che a Sud del
Paese, nelle aree cosiddette forti o in quelle cosiddette
deboli.

È chiaro che la possibilità di un allargamento
dell'occupazione, con lavori degni di questo nome, può
avvenire solo avendo il coraggio di una politica fortemente
innovativa.
In primo luogo attraverso la riduzione generalizzata
dell'orario di lavoro a parità di salario.
In secondo luogo attraverso lo sviluppo di tutte le aree
del lavoro di utilità sociale, che comprendono ad esempio
la tutela ambientale e il miglioramento della qualità della
vita di tutte e di tutti.

Questo deve essere il nostro modo per entrare in Europa
e per porre fine alle follie secessioniste.
Difendere il modello dell'Europa sociale, non costruita
sulla dittatura dei mercati finanziari ma sui bisogni, le
aspettative, i desideri delle donne e degli uomini che la
abitano e la abiteranno!
Nessun accordo con il Governo senza il mandato dei
lavoratori ottenuto tramite una consultazione vincolante
in tutti i posti di lavoro!