per la riduzione dell’orario di lavoro per una linea generale sull’occupazione e sul salario


Siamo alla vigilia di uno scontro durissimo che ruota attorno all’introduzione di una legge per la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore. Una legge contrastata dai forti interessi di Confindustria che cerca invece di imporre il suo regime per la flessibilità degli orari e dei salari. L’importanza dello scontro aperto è enorme e deciderà gli assetti contrattuali e salariali, i livelli di tutela e le stesse forme di sindacato, dei prossimi anni. Come delegati eletti nelle RSU non possiamo non osservare con preoccupazione come le organizzazioni sindacali, pur con le loro differenze, risultino complessivamente incapaci di produrre cultura, progetto sociale, strategia vertenziale in grado di contrastare i processi in corso.
Dobbiamo rafforzare il nostro impegno di delegati RSU per ricostruire una concezione della società e dello sviluppo da contrapporre a quella dei padroni, che sappia riunificare ciò che la crisi ed il padronato hanno diviso.

Per questo, come delegate e delegati di Savona aderiamo all’ordine del giorno del Coordinamento Nazionale delle delegate e dei delegati eletti nelle RSU tenutosi a Bologna il 17 gennaio scorso che sostiene la necessità di una linea vertenziale generale per la difesa dell’occupazione e del salario, attorno alla quale riunificare il mondo del lavoro.

Pensiamo che per difendere l’occupazione non sia sufficiente affidarci ad uno sviluppo che, per altro, si prospetta incerto e limitato. Abbiamo quindi bisogno di un insieme di norme che favoriscano un allargamento dell’occupazione e delle tutele che consenta non solo di ridurre l’orario di legge ma anche quello contrattuale e soprattutto quello effettivo.
Più in particolare noi siamo per una legge che preveda: Non possiamo però fare un esclusivo affidamento sulla legge, anche perché l'accordo nella maggioranza parlamentare non prevede tutto quanto sopra dettagliato. Inoltre la legge non verrà prevedibilmente promulgata prima di giugno/luglio 1998.
Siamo perciò convinti che i luoghi di lavoro, i delegati RSU ed i lavoratori devono essere attori e protagonisti principali di questa lotta. Solo la pratica rivendicativa può da un lato respingere l’opposizione del padronato e dall’altro costruire l’indispensabile consenso degli stessi lavoratori sull’obiettivo della riduzione dell’orario.
Consenso realizzabile se si sconfigge la contrapposizione tra salario ed orario e se si realizza una forte politica contrattuale capace di concretizzare e gestire la riduzione dell’orario senza scambi con la flessibilità, difendere gli attuali livelli contrattuali e superare i limiti ed i vincoli dell’accordo del 23 luglio 1993 per quanto riguarda la rivendicazione sul salario.

Una battaglia, quella che dobbiamo fare, che è anche lotta per la democrazia sindacale. Il ripristino delle regole democratiche, garantito da una legge che dobbiamo realizzare, insieme alla struttura elettiva in tutti i luoghi di lavoro, sono per noi gli elementi fondativi per qualsiasi sindacato unitario e di massa che fondi la sua forza sull’agire consapevole e quotidiano dei delegati, dei quadri sindacali, dei lavoratori e delle lavoratrici.