Vento liberista e peggioramento delle condizioni
di lavoro e di studio nelle Università
Eccoli sono arrivati i Magnifici! Vengono a parlare di didattica e autonomia della didattica, sono i democratici rettori che fanno spettacolo: sentiremo paroloni, dichiarazioni di principio, linguaggi di sinistra con contenuti di destra.
Noi li conosciamo bene e quindi diffidiamo: lor signori vogliono semplicemente tagliare diritti a tutti senza toccare i privilegi baronali, ed in questo sono veramente tutti uniti, trasversali a tutti i partiti, come una vera e propria casta.
Le loro dichiarazioni, i loro programmi sono sempre coerenti al ruolo di stampelle intellettuali di questo sistema che condanna milioni di lavoratori alla precarietà, all’esclusione sociale, alla disoccupazione ed in alcune parti del mondo alla fame, ma le modulano in maniera diversa a seconda della platea che li ascolta o legge.
Riportiamo qui di seguito alcuni indirizzi programmatici, sulla contrattazione nazionale e decentrata, tratti da una rivista per dirigenti pubblici ARAN News Lettera numero 4 Luglio/Agosto 1997. In corsivo alcuni brani dell’articolo, in neretto i nostri commenti:
Per quanto riguarda gli Atenei, quindi, tra le problematiche da approfondire per il futuro, in vista di eventuali cambiamenti nel modello di contrattazione, si possono segnalare:
- la situazione delle varie Università, sotto il profilo organizzativo, manageriale e gestionale rispetto alla possibilità di una contrattazione aziendale più libera.Con il pretesto di un malinteso efficentismo e di una visione ”di parte” dell’autonomia, così come la Confindustria chiede da tempo, anche i nostri “manager pubblici” vorrebbero che la contrattazione nazionale si riducesse al minimo rendendo la Contrattazione Decentrata non più integrativa, ma sostitutiva di quella nazionale, dividendo così i lavoratori e indebolendoli di fronte a una controparte che invece si organizza ormai a livello internazionale.
- “l’utilizzo di alcuni strumenti che caratterizzano la flessibilità nel mercato del lavoro privato anche nel mercato del lavoro pubblico, in particolare quello dell’Università; tra questi: part-time - lavoro interinale - salario di ingresso - salario accessorio legato alla prestazione ed al raggiungimento degli obiettivi - possibilità da parte dell’amministrazione di recedere più liberamente dal rapporto di lavoro.” Ed ecco spiegato più nel dettaglio la natura di questi nuovi rapporti di lavoro. Come è chiaro tutto è mosso dal clima di liberismo spinto che, così come in tutto il mondo, anche al Politecnico di Torino si sta affermando. Si va dalle assunzioni a tempo determinato, già pesantemente utilizzato, disattendendo perfino il Contratto Nazionale di Lavoro; al lavoro interinale, ovvero il moderno caporalato, il sistema che lucra sulle spalle dei precari e dei disoccupati sfruttando il loro bisogno di lavoro e di salario; al salario di ingresso, ovvero una riduzione salariale per i nuovi assunti e dulcis in fundo si battono per potere licenziare il personale senza i famosi “lacci e laccioli”, ovvero eliminare la garanzia del posto di lavoro.
Questa è la dimostrazione di come il ciclo liberista attuale obblighi, anche chi fino a pochi anni fa era un convinto statalista, a battere la strada della precarietà spacciata come una soluzione allo sfascio del sistema dei servizi e alla disoccupazione.
La realtà ha già smascherato l’inganno ed i lavoratori da questa esperienza devono giungere ad elaborazioni teoriche autonome, in grado cioè di comprendere meglio la realtà e di essere indipendenti dal cinismo e dal conformismo imperanti.
In questo contesto i lavoratori dell’Università si dovranno difendere collegandosi innanzitutto con le giuste lotte contro il peggioramento della didattica e della ricerca e contro le riforme, che in questo contesto generale, altro non possono essere che controriforme. Per noi lavoratori è inoltre indispensabile collegarsi con le lotte dei disoccupati e dei lavoratori del settore privato, che sono già in campo contro il mercato del lavoro ricattatorio e schiavistico e per la riconquista dei diritti divorati dalla ristrutturazione internazionale dell’economia.
No alla precarizzazione del lavoro!
NO al Caporalato!
Unifichiamo e intensifichiamo le lotte in ogni posto di lavoro!
Torino 4 marzo 1998
RSU Politecnico Torino