Siamo alla vigilia di uno scontro attorno all'introduzione di
una legge per la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore. Una
legge contrastata dai forti interessi di Confindustria. Una lotta
che deciderà gli assetti contrattuali e salariali, i livelli
di tutela e le stesse forme di sindacato, dei prossimi anni.
con l'attacco all'ipotesi di una legge per la riduzione dell'orario di lavoro, Confindustria vuole affermare il regime della massima flessibilità e precarizzazione dell'occupazione e della prestazione, contrapponendo alla riduzione della giornata lavorativa il suo progetto di flessibilizzazione dell'orario su base annuale.
Come delegati eletti nelle RSU osserviamo con preoccupazione come
le organizzazioni sindacali, pur con le loro differenze, risultino
complessivamente incapaci di produrre cultura, progetto sociale,
strategia vertenziale in grado di contrastare i processi in corso,
mentre occorre ricostruire una concezione della società
e dello sviluppo da contrapporre a quella dei padroni, che sappia
riunificare ciò che la crisi ed il padronato hanno diviso.
Quello che dobbiamo chiedere al parlamento è un insieme di norme che favoriscano un allargamento dell'occupazione e delle tutele che consenta non solo di ridurre l'orario di legge ma anche quello contrattuale e soprattutto quello effettivo e che sviluppo l'essenziale funzione della contrattazione nazionale e aziendale al fine dell'applicazione e della gestione della riduzione stessa. Questo rappresenta un fatto di civiltà e di progresso che riguarda il futuro della nostra società. Più in particolare noi siamo per una legge che preveda:
Quello che dobbiamo chiedere al sindacato è l'assunzione
di un progetto generale che sappia unificare la lotta per l'occupazione
e per il salario, respingendo un ulteriore scambio tra orario/salario/flessibilità,
superando i vincoli d i limiti dell'accordo concertativo del 23
luglio 93, già a partire dai rinnovi contrattuali aperti.
Quello che dobbiamo fare è costruire il consenso dei lavoratori
e delle lavoratrici e riconquistare la parola come delegati e
delegate RSU rivendicando un diritto alla democrazia sindacale
a partire da una legge che dia sostanza ed esigibilità
alla rappresentanza di base liberamente eletta nei luoghi di lavoro.