From: Gianfranco Vitale vitale@mbox.sicap.it
Date: Tue, 07 Oct 1997 16:08:47 -0700
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Subject: Per riflettere...
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Caro "vecchio" sindacato, sono, per dirla con una parola praticamente fuori uso, un tuo ex militante. Aggiungo che oggi, se da una parte provo ancora a "fare" - con impegno - sindacato di base, è purtroppo vero che le circostanze della vita hanno poi fatto sì che la mia militanza si realizzasse - soprattutto - in un altro settore: quello dell'handicap. Eh già: perché sono il padre di un disagiato psichico che non ha ancora sedici anni.
Un baby (direbbe Fossa) handicappato, insomma...

Ti scrivo perché voglio denunciare il silenzio, che reputo vergognoso, con cui hai accompagnato un pezzo apparentemente piccolo piccolo della progettata legge finanziaria:
parlo del ridimensionamento degli insegnanti d'appoggio ai portatori d'handicap.
Non solo, infatti, se ne riduce il numero a fronte di una maggiore domanda, ma risulta "curiosamente" assai difficile "concedere" all'handicappato più di nove ore (quasi a prescindere dalla maggiore o minore gravita' del deficit!) di sostegno.

Questo è quanto succede, per esempio, nell'aristocratica Torino degli Agnelli e dei Romiti: il Provveditore agli Studi sceglie di assegnare un'alta percentuale di cattedre della scuola superiore, destinate al sostegno, ai DOP di graduatorie aventi insegnanti soprannumerari (in gran parte sprovvisti di attestato di specializzazione) che non sarebbero "altrimenti" utilizzabili.

Quali sono le graduatorie cui si è attinto? Semplice: Laboratorio di elettrotecnica o di meccanica, di informatica o di fisica, dattilografia etc: figure professionali certamente rispettabilissime.
Mi chiedo, però, quale nesso possa esistere tra un'ottima conoscenza del funzionamento di un tornio o di una fresatrice, di un pendolo o di un calibro, e la specificità di quella complessa macchina umana che è una persona svantaggiata.
Con i suoi meccanismi complessi, problematici, difficili da affrontare anche per chi da anni opera attivamente nel settore; figurarsi allora le difficoltà di quanti sono letteralmente mandati allo sbaraglio - per mero calcolo ragionieristico - chiedendo loro di rapportarsi con soggetti e tematiche totalmente sconosciute.

Perché di questo si tratta: in nome della cosiddetta razionalizzazione delle risorse occorreva risparmiare soldi ed è stato semplice colpire i più indifesi, rendendo, a questo punto, assai problematico il loro processo d'integrazione. Non sarebbe stato logico destinare questi insegnanti soprannumerari, che sono sprovvisti persino di conoscenze minime del settore, ad attività tecniche (quali ricerca, tutor, progetti professionalizzanti) nell'ambito della scuola e/o del distretto di appartenenza, invece che utilizzarli male e inutilmente (insomma da tappabuchi) in ambiti delicati e complessi come l'handicap, che necessitano di una presenza assolutamente specializzata e mirata?

Il colto Berlinguer avalla queste scelte rozze ed incivili, preoccupato solo di far quadrare i conti del suo dicastero, magari in vista del mitico traguardo europeo...
Altra cosa deve essere, forse, l'aggravio economico che consegue alla parità accordata alla scuola privata!
Perché invece di apparire continuamente sui mass media egli non pensa, insieme al segretario del suo partito, di chiarire questi aspetti?

Piacerebbe a me, modestissimo insegnante, modestissimo uomo di cultura, modestissima persona. Ma forse buon genitore se è vero che, nell'abbandono più completo delle istituzioni, seguo da sedici lunghi anni mio figlio affetto da gravi problemi psichici.

Ecco: vorrei che quel segretario coi baffi, quel ministro chiacchierone, quel provveditore burocrate, quei leaders sindacali che dicono di rappresentare il mondo del lavoro e le ragioni della solidarietà, venissero a spiegare queste loro scelte direttamente a Gabriele, cioè a mio figlio, invece che parlarne in modo accademico, e spesso non vero, attraverso le pagine dei giornali o i salotti buoni della televisione.

Credo che proverebbero grande vergogna di se stessi se solo incrociassero lo sguardo malinconico del mio ragazzo e dei suoi genitori.

Altro che "governo amico" e "crisi più pazza del mondo..."!

         Gianfranco VITALE


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